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Transcript:

Cosa può fare la politica per il lavoro Modena, 11 Giugno 2011 S a l v a t o r e V a s s a l l o

Un paese ancora ricco L Italia è ancora un paese ricco, con un PIL pro-capite in linea con quello della media UE27. L Emilia Romagna, con un PIL pro-capite di 24.396 euro, si colloca al di sopra della media nazionale (20.000 euro), con un valore inferiore solo a Valle D Aosta, Trentino Alto-Adige e Lombardia. Il benessere è diffuso. L occupazione femminile è alta. La ricchezza accumulata in passato dalle famiglie, un tessuto produttivo flessibile, l ampio ricorso alla cassa integrazione, le reti di aiuto informale hanno evitato che la caduta del reddito prodotto, la più forte tra i grandi paesi industrializzati, si trasformasse in una crisi sociale di ampie dimensioni. Fonti : Dati Istat sul PIL pro-capite, dicembre 2010 Rapporto annuale Istat 2010

La crisi ha dimostrato che siamo vulnerabili La bassa crescita del PIL: nel decennio 2001-2010 l Italia ha realizzato la peggiore performance produttiva tra tutti i paesi dell Unione europea, con un tasso medio annuo di aumento del Pil di appena lo 0,2%, a fronte dell 1,1% dell area UE. Basso tasso di investimenti diretti esteri (IDE): nel 2009 lo stock di IDE su PIL è stato pari al 18,6%, contro il 30,7% mondiale e il 45,5% dell UE. Diminuzione del potere d acquisto delle famiglie: - 3,1 % nel 2009, - 0,6% nel 2010. Scende di conseguenza il tasso di risparmio, al livello più basso tra tutte le altre grandi economie dell area dell euro (9,1%). Competitività internazionale in calo: le importazioni hanno sottratto all offerta italiana quote crescenti della domanda interna. Nonostante un aumento delle esportazioni del 15,8%, il valore delle esportazioni complessive è inferiore a quello di due anni fa. Bassa spesa in Ricerca & Sviluppo: con una distanza dall obiettivo europeo della Strategia Europa 2020 di circa il 60%. Per lo più a causa della frammentazione del sistema produttivo e della sfavorevole specializzazione settoriale. Il rischio povertà riguarda 1 italiano su 4 (27,4% della popolazione, contro una media UE del 23, 1%).

Gli effetti della crisi sul mercato del lavoro Nel 2009 il tasso di occupazione dei cittadini tra i 20 e i 29 anni è crollato al 47, 8% (quasi al 60% in paesi vicini), nonostante la forte riduzione in Italia di questa coorte di età rispetto. Il tasso di disoccupazione nella stessa fascia di popolazione è salito dal 13,8 % del 2007 al 19,4 % del 2010, contro il 16,4 per la media UE. Nel 2009/2010, il 90% della caduta del numero di occupati ha riguardato i 18-29enni. In termini relativi, il calo dell'occupazione giovanile é stato cinque volte più elevato di quello complessivo (-8,0 nel 2009, -5,3%, nel 2010). Ai vertici della classifica europea per numero di scoraggiati, ovvero coloro che hanno smesso di cercare lavoro perché convinti di non poterlo trovare: il 10% della popolazione inattiva.. I Neet (Not in education, employment or training) sono il 22% della popolazione tra i 15 e i 29 anni Fonte: Audizione Presidente Istat presso la Commissione Lavoro della Camera, 07/06/11

Gli squilibri nel mercato del lavoro Il 30% dei giovani occupati ha un lavoro atipico (circa 1 milione di addetti). Se nel 2007 il 24% dei giovani con contratto atipico trovava un lavoro a tempo indeterminato, con la crisi tale percentuale è scesa al 15%. Nella classe di età tra i 15 e i 24 anni, solo il 4,2% degli occupati è stato coinvolto negli ultimi anni in corsi di formazione, contro il 9,4% della media UE. Forti divari territoriali: nel 2010, risultavano occupati 1 giovane su 2 al Nord, meno di 1 su 3 al Sud. Tra i 15-34enni, solo il 18% dei giovani ha affrontato esperienze di studio-lavoro durante la formazione scolastica Il 55% dei giovani trova la prima occupazione attraverso le segnalazioni di parenti e amici anziché tramite canali formali Spesso non si usano le specifiche competenze acquisite in campo scolastico e universitario. Ma in ogni caso l istruzione conta. I laureati hanno il doppio delle possibilità di trovare lavoro rispetto ai non laureati. Fonte: Audizione Presidente Istat presso la Commissione Lavoro della Camera, 07/06/11

Le risposte Interventi strutturali sul sistema paese Interventi regolatori sul mercato del lavoro

Interventi strutturali per tornare a crescere Mettere in sicurezza i conti pubblici (debito) Riduzione della pressione fiscale su chi paga le tasse (imprese e lavoratori). Lotta all evasione Efficienza delle PPAA. Prevedibilità e tempi della giustizia civile Investimenti in istruzione, formazione continua, ricerca (di base e finalizzata a generare sviluppo) Favorire il passaggio da un sistema di piccole imprese specializzate in manifattura tradizionale ad uno specializzato in servizi ad elevata intensità di conoscenza: solo così si può evitare di essere schiacciati dalla concorrenza delle economie in via di sviluppo e dalla delocalizzazione

Regolare la flessibilità Le 3 patologie del sistema attuale: 1. Elevata complessità contrattuale 2. Non sostenibilità della previdenza, in particolare per gli atipici 3. Forte dualismo lavoro tipico/atipico (stabile/precario) Le 2 Aree di intervento: 1. Contratti. Differenziare percorsi di ingresso-prova da prestazioni genuinamente temporanee 2. Ammortizzatori. Allo stato attuale i sussidi di disoccupazione sono riservati ai lavoratori subordinati (con l eccezione degli apprendistati), mentre i collaboratori non hanno diritto ad indennità di disoccupazione

Cosa sta facendo il Governo? Legge 2/2009: Bonus precari (indennità statale di "fine rapporto" pari al 20% del reddito da lavoro percepito nel 2008), annunciata dal Governo come una riforma epocale. Tuttavia dal rapporto dell'inps dello scorso anno emergeva che a fronte di circa 16 mila domande presentate, soltanto 3 mila erano state accolte. Si tratta tra l altro di un bonus che si aggira intorno ai 200 o 300 euro. Nel 2010 i dati non sono più confortanti. La drammaticità della situazione emerge con ancora maggiore chiarezza se si considera che nel 2009 ben 147.000 collaborazioni erano state interrotte: dunque se il numero di domande è stato così basso, è perché esistono seri problemi nei criteri e nella farraginosità delle pratiche per presentare domanda.

Due modelli su cui riflettere ICHINO AS1481 Tutti i contratti di lavoro dipendente diventano a tempo indeterminato (con protezione crescente) BOERI-GARIBALDI AS2000 Nerozzi, AC2630 Madia Tutti i contratti atipici e a tempo determinato sono sostituiti da Contratto unico di ingresso (AS2000) Contratto unico di inserimento formativo (AC2630)

In caso di licenziamento ICHINO AS1481 BOERI-GARIBALDI AS2000 Nerozzi, AC2630 Madia Indennità di licenziamento pari ad una mensilità per ogni anno di anzianità maturata + trattamento complementare di disoccupazione a carico dell impresa (scheda seguente) Dopo 21 anni si applica una presunzione di discriminazione per età Dopo 6 mesi non applicabile in caso di licenziamento disciplinare e discriminatorio Indennità di licenziamento pari a 5 giorni per ogni mese di anzianità maturata (AS2000) Dopo 3 anni, nei quali ci sono incentivi alla trasformazione a tempo indeterminato, si applica l articolo 18 dello SdL Non applicabile in caso di licenziamento disciplinare e discriminatorio

Il contratto di disoccupazione (Ichino) Viene attivata un assicurazione complementare contro la disoccupazione, che porta il trattamento complessivo a un livello paragonabile a quelli scandinavi: durata pari al rapporto intercorso con limite massimo di tre anni, con copertura iniziale del 90% dell ultima retribuzione, decrescente nei due anni successivi (fino al 70%), condizionata alla disponibilità effettiva del lavoratore per le attività mirate alla riqualificazione professionale e alla rioccupazione. L assicurazione e i servizi collegati, affidati ad agenzie scelte dalle imprese o ad enti bilaterali costituiti di comune accordo con i sindacati, sono finanziati interamente a carico delle imprese stesse (con un contributo il cui costo medio è stimato intorno allo 0,5% del monte salari). Questo dovrebbe costituire un forte incentivo economico all efficienza dei servizi di outplacement, in quanto più rapida è la ricollocazione del lavoratore licenziato, più basso è il costo del sostegno al suo reddito per l impresa.

Conferenza nazionale per il lavoro Pd 17/18 giugno 2011 Convergenza degli oneri sociali previsti per il lavoro precario e per il lavoro stabile Aumento dell indennità di disoccupazione per il lavoro precario e per il lavoro a termine Limitazione degli ambiti di applicazione del lavoro a progetto Limitazione dei requisiti per il ricorso al contratto a tempo determinato Delimitazione dei requisiti per il ricorso a stages e tirocini

Che fare? Affrontare i problemi strutturali dell economia italiana con riforme incisive Intervenire sul diritto del lavoro per ampliare le tutele in maniera compatibile con le esigenze di efficienza delle imprese Viviamo in un paese magnifico, ricco di risorse culturali e umane a cui serve un progetto di governo credibile e una nuova stagione di responsabilità

Grazie! www.scuoladipolitica.it