UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE CORSO DI LAUREA IN COMUNICAZIONE E SOCIETÀ LE PIATTAFORME DI CROWDFUNDING: IL WEB COME FORMA ALTERNATIVA DI FINANZIAMENTO Elaborato finale di: Simona Bergamini Relatore: Prof. Marco Gambaro Anno Accademico 2011/2012 1
Introduzione Con la crisi economica attuale è ampiamente riconosciuto che sta diventando sempre più difficile per le nuove imprese attrarre finanziamenti esterni nello stadio iniziale della loro attività. Possono contare solo sul capitale sociale, dato che le banche sono in un momento delicato e difficilmente concedono prestiti, accompagnati solitamente da alti tassi di interesse e dalla richiesta di garanzie personali o reali. Inoltre gli investitori specializzati come i Business Angels o i Venture Capitalists preferiscono far fruttare il loro denaro in aziende già sviluppate e consolidate, piuttosto che in start-up. Tutto ricade quindi sulle spalle dello stesso imprenditore, sulla sua famiglia e sugli amici. Il risultato è che molte organizzazioni rimangono senza fondi e che numerose start-up innovative non riescono ad avviarsi, sia per la mancanza di contanti, sia per l'incapacità di attrarre investitori. Molti imprenditori hanno deciso così di abbracciare il crowdfunding, poiché rappresenta una forma alternativa di finanziamento rispetto ai metodi tradizionali come i prestiti, oggi spesso difficili da ottenere, se non impossibili. Il fenomeno trae le sue origini dal concetto più ampio di crowdsourching, che permette a persone e organizzazioni di ottenere idee e soluzioni per attività private o collettive direttamente dagli utenti del Web. Allo stesso modo, il crowdfunding permette di raccogliere fondi attraverso piattaforme online, ambienti in cui sono descritte le iniziative e in cui gli utenti possono decidere chi o cosa finanziare e ricevere in cambio una ricompensa monetaria o intangibile. Esse sono dei veri e propri mediatori tra chi deve raccogliere i fondi e chi vuole investire. Il concetto di ottenere soldi da un largo gruppo di persone non è qualcosa di nuovo: si pensi alle iniziative di beneficenza. Ciò che rende il crowdfunding innovativo è l'utilizzo di Internet e in particolare degli strumenti del Web 2.0 come i social networks e le comunità online, che permettono di attirare un'attenzione globale sulla raccolta fondi. Le iniziative di crowdfunding, grazie al passaparola virtuale, sono diventate presto un metodo di successo, che ha permesso al fenomeno di essere visto come un modello di business innovativo valido, oltre che un'alternativa praticabile per 5
ottenere fondi. Nel 2011 si stima che globalmente siano stati finanziati circa un milione di progetti, raccogliendo in totale un miliardo e mezzo di dollari. Se ben progettato, questo strumento può mirare a essere una seria alternativa alle forme tradizionali di finanziamento o ad affiancarle per lanciare un'impresa o un progetto durante la fase di start-up. Inoltre, invece di raccogliere fondi da un ristretto gruppo di investitori specializzati e sofisticati, l'idea alla base di questo fenomeno è quella di ottenerli da un ampio pubblico di potenziali consumatori, i crowd-funders, in cui ciascun individuo offrirà volontariamente una piccola somma di denaro, con o senza l'aspettativa di ricevere in cambio una ricompensa. Il crowdfunding poi, visto che attrae un ampio pubblico e che utilizza gli strumenti del Web 2.0, può anche aiutare le imprese a testare, promuovere e pubblicizzare i loro prodotti o servizi, a conoscere meglio i gusti dei potenziali consumatori, i quali sono diventati ora i principali finanziatori dell'organizzazione. Questa nuova forma di finanziamento porta a chiedersi quali siano le ragioni del suo successo, cosa spinga i consumatori e le persone a parteciparvi e quali siano i suoi punti di forza rispetto alle forme di finanziamento tradizionali. Nel corso della mia tesi ho cercato di analizzare queste domande e di dare loro una risposta, nonostante la letteratura collegata al fenomeno sia ancora lacunosa per via della sua recentissima applicazione (i primi articoli risalgono al 2009). Il primo capitolo illustra le forme di finanziamento tradizionali, i loro vantaggi e svantaggi e come sia diventato oggi problematico utilizzarle. Poi descrive l'avvento del Web 2.0 e la nascita del fenomeno del crowdfunding, approfondendo il suo possibile utilizzo come fonte di finanziamento innovativa e alternativa a quelle precedentemente menzionate. Il secondo capitolo si concentra sul funzionamento del crowdfunding: analizza gli attori coinvolti, le forme, gli strumenti, i modelli di business. Il terzo capitolo si concentra sulle motivazioni che spingono gli imprenditori o i promotori di un progetto ad affidarsi a iniziative di crowdfunding per raccogliere fondi e sulle ragioni che portano i crowd-funders a utilizzare il Web per fare degli investimenti. Infine analizza i tipi di ricompense che alcune piattaforme online promettono ai finanziatori, in cambio della loro offerta di denaro. Il quarto capitolo propone dati e analisi sul fenomeno del crowdfunding, mettendo 6
in evidenza la sua rilevanza economica soprattutto negli ultimi anni. Vi è poi una breve descrizione dello sviluppo del fenomeno negli Stati Uniti, in cui è stato fonte di dibattiti, in Europa e in Italia. 7
Capitolo 1: Le forme di finanziamento tradizionali e la nascita del crowdfunding 1.1 Le forme di finanziamento tradizionali Un enorme problema che gli imprenditori di oggi devono affrontare per avviare la loro attività è quello di attrarre capitali esterni, data la mancanza di un flusso continuo di contanti necessario allo sviluppo e alla crescita dell'azienda e alla presenza di un'asimmetria di informazioni sugli investitori. Tutte le imprese hanno bisogno di capitali per coprire le spese di produzione e di impianto. Le fonti di finanziamento a disposizione degli imprenditori, secondo Schwienbacher (2007), possono essere interne (capitale proprio) o esterne (capitale di rischio, capitale di credito ordinario, capitale di credito agevolato, contributi in conto capitale a fondo perduto). Alla nascita, l'organizzazione dovrebbe essere dotata di fondi adeguati alle sue esigenze, ma spesso ciò non si verifica, poiché i nuovi imprenditori dispongono di risorse finanziarie scarse o inadeguate per avviare l'attività. Il capitale proprio quindi non deve essere inferiore a una certa percentuale del fabbisogno finanziario, altrimenti non si può sostenere alcuna funzione e operazione. Esso presenta il vantaggio di restare vincolato alle vicissitudini dell'impresa e di non prevedere interessi nei confronti dei soggetti che lo detengono. Se l'imprenditore non riesce a ottenere il capitale necessario con mezzi propri può ricorrere a soggetti esterni, i tradizionali intermediari finanziari, come le banche e le società finanziarie, oppure appoggiarsi a strumenti di Private Equity, come i Venture Capitalist o i Business Angels. Tuttavia questo ultimo tipo di interventi è limitato e spesso diretto solo a imprese con elevate prospettive di sviluppo (Schwienbacher, 2007). Gli intermediari finanziari tradizionali sono imprese che esercitano nei confronti del pubblico un'attività di concessione di finanziamenti sotto qualsiasi forma e la maggior parte degli scambi sul mercato avviene grazie al loro lavoro. Essi svolgono il ruolo sia di debitore, sia di creditore: sono debitori nei confronti del datore di risorse finanziarie e creditori verso colui che le ottiene. Gli intermediari inoltre non assumono una parte attiva nelle transazioni e non propongono offerte sul mercato; si limitano a ottenere profitti dalle commissioni richieste per portare a buon fine 8