Fisica Generale I. A. Romero Fisica I- Introduzione 1

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Fisica Generale I Testi: P.Mazzoldi, M.Nigro, C. Voci Elementi di Fisica ed. Edises Vol I e II Meccanica e Termodinamica e Onde (da cui sono prese molte figure) Taylor John :Introduzione all'analisi degli errori. Lo studio delle incertezze nelle misure fisiche Ed Zanichelli Prof. A. Romero telef. 011 6707302 alessandra.romero@unito.it http://personalpages.to.infn.it/~romero/ Ufficio: Via P. Giuria 1, 4 piano Ricevimento su appuntamento via email o telefono A. Romero Fisica I- Introduzione 1

Scopo dei corsi di Fisica Fisica fa parte del curriculum universitario di tutte le discipline scientifiche Fisica propedeutica (nozioni di base utili per altre discipline) importanza culturale. Introduce metodologia generale di studio e rappresentazione dei fenomeni naturali Fisica è scienza sperimentale Galileo ha introdotto il metodo scientifico A. Romero Fisica I- Introduzione 2

Fisica studia i costituenti fondamentali della materia e le loro interazioni per spiegare i diversi fenomeni naturali e le proprietà della materia. Chimica, ad esempio, usa le leggi fisiche per spiegare formazione di molecole Scienza dei Materiali fa largo uso della Fisica per studiare le proprietà dei materiali e per fare ricerca sui nuovi materiali. Applicazioni di fisica della materia A. Romero Fisica I- Introduzione 3

Principali Argomenti Trattati Unità di misura, SI, studio delle incertezze nelle misure fisiche e analisi degli errori I vettori Cinematica del punto materiale Dinamica del punto ed equazioni del moto Lavoro, energia e sistemi conservativi Dinamica dei sistemi Fenomeni d urto e reazioni Dinamica rotazionale Dinamica dei fluidi Esperienze di laboratorio A. Romero Fisica I- Introduzione 4

Introduzione Si deve conoscere la fisica di base per capire la fisica avanzata e imparare ad usare il linguaggio della fisica che è diverso dal linguaggio comune forza diversa da lavoro Fisica si basa su studio di quantità misurabili Importanza di sistemidiunità di misura e del concetto di misura Risoluzione di problemi di fisica che sono sempre diversi tra loro aiutano a imparare a risolvere problemi di altro tipo. Studio di fisica ci aiuta a capire il mondo che ci circonda, ci abitua al metodo scientifico, a risolvere problemi nuovi, a ragionare utilizzando formule matematiche strumenti utili in molti campi. Per capire fisica moderna si devono studiare i fondamenti di quella classica Per questo partiremo dalla definizione delle grandezze fisiche e dalle loro unità di misura. A. Romero Fisica I- Introduzione 5

FISICA Come? Descrizione e interpretazione dei fenomeni naturali con IL METODO SCIENTIFICO osservare e descrivere un dato fenomeno formulare un'ipotesi che lo possa spiegare prevedere una o più conseguenze dipendenti da quest'ipotesi verificare in modo sperimentale le conseguenze -individuazione grandezze -misura concludere (valutare): confermare o confutare l'ipotesi iniziale Osservazione Misura Quantificazione grandezze Verifica sperimentale Ipotesi Deduzione di conseguenze osservative Matematizzazione A. Romero Fisica I- Introduzione 6 Previsione

Grandezze fisiche Una grandezza fisica è definita se si è indicato un modo operativo per misurarla e la misura è riproducibile diretta Procedura di misura diretta:(es lunghezza) 1. individuare una unità di misura misura 2. confronto della grandezza con l unità di misura: riportare tante volte l unità di misura sulla grandezza da misurare fino a ricoprirla interamente (es: lunghezza) 3. contare il numero di volte per cui si è riportata l unità di misura 4. esprimere la grandezza come numero e unità di misura. indiretta La misura di una grandezza fisica si dice indiretta se viene effettuata attraverso il calcolo di una espressione matematica, dove compaiono grandezze misurate direttamente (es. velocità) A. Romero Fisica I- Introduzione 7

Rappresentazione delle leggi fisiche Le leggi che descrivono i fenomeni naturali possono essere qualitative o quantitative. Per esempio, quando si dice che un sasso abbandonato a se stesso cade a terra, si esprime una legge qualitativa; ma si può anche cercare la relazione quantitativa che passa tra l altezza da cui cade il sasso e il tempo che esso impiega a giungere al suolo. Per stabilire sperimentalmente questa relazione matematica si devono eseguire delle misure. In questo caso, l esperimento potrebbe consistere nel far cadere il corpo da diverse altezze e nel misurare la durata della caduta, ossia il tempo impiegato dal corpo a cadere. Qualitativamente si osserva che il corpo cade e che la sua velocità aumenta mano a mano che cade (si vedrà trattarsi di un moto uniformemente accelerato). A. Romero Fisica I- Introduzione 8

Rappresentazione delle leggi fisiche metro Altezza, h (m) Tempo, t (s) 1,00 0,01 0.45 2 0.64 3 0.78 4 0.90 5 1.01 6 1.11 PUNTI IMPORTANTI SU CUI TORNEREMO secondo Per poter rendere comprensibile l esperimento o il risultato di una misura e poterlo eseguire in modo ripetibile anche in altri luoghi, per poter discutere il risultato con scienziati anche di altre lingue, è necessario definire con quali unità di misura l esperimento viene eseguito. Tali unità di misura devono poter essere disponibili o ricavabili da chiunque. Da qui la necessità di definire in modo univoco alcune unità di misura di base da usare come campioni primari e da cui ricavare anche tutte le altre. Poiché per eseguire le misure utilizziamo strumenti che hanno dei limiti, le singole misure sono affette da un incertezza che dipende dalle condizioni in cui sono state effettuate. Ad esempio, se per misurare l altezza utilizziamo un metro da falegname, potremo stimarne il valore con una incertezza che si aggira sul millimetro. A. Romero Fisica I- Introduzione 9

Rappresentazione delle leggi fisiche E molto utile servirsi del metodo grafico per rappresentare i risultati di un esperimento. In una rappresentazione grafica si usa indicare con dei punti le misure sperimentali. Altezza, h (m) Tempo, t (s) 1 0.45 2 0.64 3 0.78 4 0.90 5 1.01 6 1.11 Tempo [s] 1.2 1.1 1.0 0.9 0.8 0.7 0.6 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0.0 0 1 2 3 4 5 6 7 Altezza [m] Punti sperimentali Una volta eseguito l esperimento ed ottenuto il grafico dell andamento del fenomeno si possono utilizzare mezzi di calcolo per ricavare la (eventuale) formula matematica che lo descrive in funzione delle grandezze fisiche prese in considerazione (altezza e tempo). A. Romero Fisica I- Introduzione 10

Rappresentazione delle leggi fisiche In questo caso si può dimostrare che: t 0, 45 h 0.0 0 1 2 3 4 5 6 7 A. Romero Fisica I- Introduzione 11 Tempo [s] 1.2 1.1 1.0 0.9 0.8 0.7 0.6 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 Punti sperimentali Legge di caduta Punti sperimentali di un grave Altezza [m] Dal punto di vista grafico, la legge matematica si può rappresentare con una curva continua. Se la legge descrive bene il fenomeno, la curva passera (fitterà) per i punti sperimentali. Tutte gli esperimenti in cui la legge non descriverà bene i risultati ottenuti con le misure, saranno lo stimolo per trovare delle correzioni al modello matematico o nuove grandezze fisiche da cui dipende il fenomeno. In questo modo, la nostra conoscenza del mondo, avanza. Ad esempio, se si lascia cadere il corpo da molto in alto, ad un certo punto la sua velocità non aumenterà più. Studiando il fenomeno si può capire che entra in gioco un altra variabile: l attrito dell oggetto con l aria. La legge andrà allora modificata in modo da tener conto di questo nuovo fenomeno.

Rappresentazione delle leggi fisiche t 0, 45 h h 2 t 0,45 4,94t 2 Per il fenomeno indagato (caduta di un grave), questa legge ci dice come varia una grandezza fisica (l altezza) infunzione di un altra (il tempo). L importanza di conoscere le leggi fisiche risiede nella possibilità di spiegare i fenomeni naturali e nella possibilità di prevedere il comportamento di un sistema senza dover necessariamente effettuare un esperimento (cosa che in alcuni casi non è fattibile). Ad esempio, se voglio misurare la profondità di un pozzo o l altezza di un ponte e non dispongo di un metro abbastanza lungo posso, far cadere una pietra e misurare il tempo trascorso prima di sentire il tonfo nell acqua (sempre che ce ne sia). h 4,94t 2 t = 5 s h 4,94 25 123,5 metri A. Romero Fisica I- Introduzione 12

Metodo scientifico Quello che abbiamo visto è un esempio dell utilizzo del metodo scientifico per ricavare una legge della fisica (ovvero la descrizione quantitativa di un fenomeno naturale). Tra i fondatori di questo metodo vi è Galileo Galilei (1564-1642). L introduzione di questo metodo ha rivoluzionato il modo di pensare degli uomini ed ha dato inizio ad una nuova era, quello della scienza moderna SUSTERMANS, Justus (1597-1681) Ritratto di Galileo Galilei (1564-1642) - (del 1632 è il Dialogo sopra i due massimi sistemi) Olio su tela, 56 x 48 cm Galleria Palatina (Palazzo Pitti), Firenze A. Romero Fisica I- Introduzione 13

Rappresentazione delle leggi fisiche L importanza di conoscere le leggi fisiche risiede nella possibilità di spiegare i fenomeni naturali e nella possibilità di prevedere il comportamento di un sistema. Nella tecnica XRF (Fluorescenza da Raggi X) si misura l energia dei raggi x emessi da un materiale bombardato, a sua volta, con raggi x. L energia dei raggi x emessi dal materiale in funzione del suo numero atomico segue la legge di Moseley. Ad esempio, i raggi x con energia pari a circa 2.3 kev corrispondono allo zolfo che può così essere identificato. 1 2 E 10,2 Z LEGGE DI MOSELEY Z E 10,2 1 E = 2300 ev Z 2300 10,2 1 16 Moseley 1887-1915 A. Romero Fisica I- Introduzione 14

Esempio: microscopia elettronica Una delle modalità di operare del microscopio elettronico (modalità BS = BackScattering) permette di ottenere delle immagini in cui il contrasto nelle tonalità di grigio è dato dal numero atomico dell elemento chimico di cui è composto il materiale del campione. Si vedrà che la tecnica si basa sulla misura del numero degli elettroni che escono dal materiale dopo un urto elastico con gli atomi che lo compongono (elettroni retrodiffusi). Rivelatore di elettroni retrodiffusi (anulare) Elettroni Microscopia elettronica (modalità BS) Elettroni Fascio di elettroni Interno della camera di un microscopio elettronico. A. Romero Fisica I- Introduzione 15

Esempio: microscopia elettronica Maggiore è il numero atomico dell elemento chimico e maggiore è il numero di elettroni retrodiffusi. Le immagini del campione che vengono generate saranno più chiare (più elettroni) in corrispondenza di un elemento ad elevato numero atomico. elettroni retrodiffusi elettroni incidenti C (Z=6) Cu (Z=29) Ti (Z=22) Immagine acquisita per mezzo della misura del numero degli elettroni retrodiffusi. Il campione è piano per cui il contrasto è dovuto al diverso numero atomico degli elementi chimici di cui sono fatte le diverse aree. Ag (Z=47) Au (Z=79) A. Romero Fisica I- Introduzione 16

Esempio: RBS (Rutherford Backscattering Spectroscopy) Si tratta di una tecnica ampiamente utilizzata che trova applicazioni nella misura dello spessore di film sottili, nello studio delle interfacce e dei profili di diffusione o drogaggio. Si può raggiungere una risoluzione in profondità di 20 nm (in alcuni casi si arriva fino a circa 8-10 nm). Ioni Ioni Nella tecnica RBS un fascio di ioni (solitamente nuclei di elio, ma in molti casi anche protoni) incidesulmaterialedaanalizzare.quellochesimisura èil numero e l energia degli ioni che dopo aver subito urti con gli atomi del materiale escono nuovamente dal campione. Spettrometria RBS Camera a vuoto per misure di microscopia ionica, tra cui RBS (Laboratori Nazionali dell INFN di Legnaro) A. Romero Fisica I- Introduzione 17

Esempio: RBS (Rutherford Backscattering Spectroscopy) La teoria di base che permette l interpretazione dei risultati sperimentali è relativamente semplice. Infatti, se l energia dello ione incidente è inferiore ad un valore di soglia che dipende dal suo numero atomico e da quello dell atomo bersaglio, l urto può essere considerato elastico (assenza di reazioni di tipo nucleare). Per cui potremo scrivere il principio di conservazione dell energia e della quantità di moto nel seguente modo: M 1 = massa dell atomo incidente M 2 = massa dell atomo bersaglio E 0 = energia iniziale dell atomo incidente E 1 = energia finale dell atomo incidente 1 2 1 2 1 2 M1v M1v1 M2v2 2 2 2 M1v M1v1cosθ M2v2cosφ 0 M1v1sinθ M 2v2sinφ Con un pò di passaggi matematici E 2 2 2 M1 cosθ M 2 M1 sen θ 1 KM 1,M 2,θ E 0 M1 M 2 K = costante cinematica (non dipende dall energia ed è sempre 1) 2 Quindi, fissato l angolo θ a cui rivelare gli ioni che subiscono scattering, e nota M 1 la massa dello ione incidente, l energia dello ione misurata dal rivelatore dipende solo dalla massa M 2, ovvero dalla massa dell atomo di cui è costituito il materiale. Ma di questo e di come ottenere i profili di distribuzione in profondità con risoluzione della decina di nanometri, si parlerà in futuri corsi.. A. Romero Fisica I- Introduzione 18

Esempio: AFM (Atomic Force Microscopy) Si tratta di un microscopio in grado di fornire l immagine della topografia di un campione con una risoluzione quasi atomica. Si basa sulla misura della forza agente tra una punta di dimensioni nanometriche ed il campione (la punta viene mossa sul campione come fosse la puntina di un vecchio giradischi). Titanium nitride 10µm x 10µm 5µm x 5µm A. Romero Fisica I- Introduzione 19

Esempio: AFM (Atomic Force Microscopy) In prima approssimazione, si vedrà che la punta e il cantilever (supporto su cui è fissata la punta) sono equivalenti ad una massa attaccata ad una molla. In una modalità di lavoro (non-contact) il cantilever viene fatto oscillare vicino alla superficie del campione ad una frequenza compresa generalmente tra 100 e 400 khz. L ampiezza dell oscillazione è dell ordine della decina di Å e la forza di interazione tra punta e campione è nell intervallo 10-12 10-10 N. Per effetto delle forze di interazione con gli atomi della superficie del campione, la frequenza o l ampiezza delle oscillazioni possono subire variazioni; tali variazioni vengono misurate e forniscono informazioni sulla distanza tra la punta e la superficie. 3 nm x 3 nm Atomi della grafite A. Romero Fisica I- Introduzione 20