Lavoro, pubblicato il decreto delle "polemiche" che riforma contratti a termine e apprendistato La riforma del Lavoro del ministro Giuliano Poletti entra in vigore oggi: "Scontiamo crisi aziendali di 3 o 4 anni fa". Cancellata di fatto la riforma Fornero: nei contratti a termine, l'imprenditore potrà fissare la fine del rapporto di lavoro senza indicare una causa. Gli apprendisti "vecchi", potranno essere sostituiti da "apprendisti "nuovi". Ancora polemiche da sinistra http://www.repubblica.it/economia/2014/03/20/news/lavoro_pubblicato_il_decreto_delle_pole miche_che_riforma_i_contratti_a_termine_e_l_apprendistato 81483514/?ref=HREC1 13 ROMA Il Dl Lavoro è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Partono le novità volute dal governo Renzi e soprattutto dal ministro per il Lavoro, Giuliano Poletti, le principali delle quali riguardano il nuovo regime sui contratti a termine e l'apprendistato. Entrambe frutto di numerose polemiche da parte dei sindacati e degli economisti. E proprio oggi Poletti è tornato sul tema spiegando come il 2014 sarà ancora un anno difficile per l'occupazione: "Scontiamo crisi aziendali di 3 o 4 anni fa". Al centro di tutte le proteste vi è l'aumentata flessibilità introdotta sia nei contratti a termine che nell apprendistato. La riforma Poletti ha spazzato via alcuni limiti che il suo predecessore, il ministro Fornero, aveva inserito per contenere la precarietà. Uno dei principali paletti caduti è quello dell acausalità (ovvero la possibilità riconosciuta al datore di lavoro di non specificare le motivazioni che lo portano a fissare un termine al rapporto). Di fatto una vera e propria «mano libera» sulle mansioni prima concessa solo per i primi 12 mesi, ora consentita per tutti e tre gli anni. Non solo: se la durata massima del contratto a termine resta fissata in 36 mesi (dopo bisogna passare a quello a tempo indeterminato), ora fra un contratto e l altro non esiste più l obbligo di una pausa di dieci o venti giorni. Considerando un massimo di otto proroghe mentre il modello Fornero ne permetteva una sola i rinnovi possono essere uno successivo all altro. Il decreto prevede anche che se i contratti collettivi non hanno già previsto un tetto i contratti a termine possano coprire fino ad un massimo del 20 per cento dell organico (ma le aziende sotto ai 5 dipendenti possono comunque stipularne uno). Quanto agli apprendisti, rispetto alla legge Fornero cade il divieto di non assumerne di nuovi se non ne sono stati confermati almeno il 30 per cento della precedente "tornata". Cade anche l obbligatorietà, per il datore di lavoro, di assicurare all apprendista di secondo livello una formazione "trasversale", ovvero di garantirgli la frequenza di corsi regionali, se ci sono, o di organizzarglieli ad hoc. Questa "scuola", prima obbligatoria a scapito di multe salate in termini di contributi versati, ora sarà solo discrezionale. "Flessibilità precisa Paolo Pennesi, segretario generale del ministero del Lavoro che permetteranno alle aziende di fare nuove assunzioni con
maggiore sicurezza e minore burocrazia". Reazioni Il decreto è bocciato dall'ex viceministro all'economia, Stefano Fassina, che già si era espresso contro: "Il decreto sul lavoro emanato dal governo è più grave dell'abolizione dell'articolo 18. Forse vi sono delle tecnicalità che non a tutti sono chiare ma sarebbe meno grave l'eliminazione dell'articolo 18, almeno ci sarebbe un contratto a tempo indeterminato seppure interrompibile in qualunque momento. Siamo di fronte a una regressione del mercato del lavoro rincara l'esponente della minoranza Pd, aumenta in modo pesantissimo la precarietà, non è una riforma e per quanto mi riguarda deve essere modificato, altrimenti non è votabile". "Il decreto sul lavoro rischia, se non si affronta con coraggio il tema della crescita, di ottenere un effetto opposto al buon proposito di creare buona occupazione dice invece il segretario confederale Uil, Guglielmo Loy. Intervenire sul contratto a termine facilitandone l'uso da parte delle imprese con la bassa domanda potrebbe creare concorrenza solo al contratto più stabile, quello a tempo indeterminato". Per Luigi Angeletti, segretario generale Uil, invece, "l'unica cosa che secondo me deve essere modificata nel decreto è il fatto che si possa rinnovare otto volte il contratto a termine per la stessa persona nello stesso posto di lavoro. Ha poco senso". Altri toni dal fronte inprenditoriale: "Sono misure da tempo attese, che vanno nella direzione più volte da noi indicata si legge in una nota di Rete imprese Italia. I contratti a termine e quelli di apprendistato affermano Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti sono stati finalmente liberati da vincoli e la semplificazione delle procedure è la strada giusta da percorrere per sbloccare le nuove assunzioni. In particolare, apprezziamo l'elevazione da 12 a 36 mesi della durata del rapporto a tempo determinato acausale; riteniamo utile che il decreto, nel fissare al 20% il limite massimo per l'utilizzo dell'istituto del tempo determinato, abbia salvaguardato l'autonomia dei Ccnl a disporre misure diverse prevedendo comunque la possibilità per le imprese fino a 5 dipendenti di stipulare comunque un contratto. Accogliamo con favore anche la possibilità di proroga fino ad 8 volte entro il limite dei tre anni nell'ambito della stessa attività lavorativa".