Indice generale. Prefazione. Manuale di Medicina del Dolore

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Transcript:

Prefazione Manuale di Medicina del Dolore Capitolo 1 - Fisiologia del sistema nocicettivo - Fisiologia anatomica delle vie afferenti 15 - Anatomia del sistema inibitore 21 - Struttura e funzione dei nocicettori 23 - Generazione del potenziale d azione 25 - Funzione del sistema inibitore 30 - Organizzazione anatomica delle vie nocicettive 32 - Nocicezione, dolore e sofferenza 35 - Locognosia: territori radicolari, localizzazione del dolore cutaneo e muscoloscheletrico 37 - Peculiarità della localizzazione del dolore 41 - Il dolore riferito 45 Capitolo 2 - Il paziente e il dolore - Esame del paziente con dolore 49 - Anamnesi del dolore 53 - Esame obiettivo 57 - Esame della sensibilità 59 - Esami neurofisiologici strumentali 62 Capitolo 3 - Il dolore neuropatico - Concetti generali 67

Capitolo 4 - Il dolore centrale - Introduzione 73 - Il dolore midollare 75 - Le lesioni cerebrali 83 - Il dolore nella sclerosi multipla 86 - Il morbo di Parkinson 88 - L epilessia dolorosa 89 - I dolori del capo 91 Capitolo 5 - Il dolore neuropatico periferico - Introduzione 99 - Le mononeuropatie da intrappolamento, da trauma e da lesione iatrogena 101 - Il dolore da arto fantasma e il neuroma da amputazione 103 - Le sindromi da dolore regionale complesso 104 - Le polineuropatie e le plessopatie 108 Capitolo 6 Il dolore vertebrale - Cervicobrachialgia e lombosciatalgia 121 - Diagnosi differenziali della lombalgia: artrosi e artrite 127

Capitolo 7 Il dolore neoplastico e metastatico - L incidenza del dolore nei tumori 131 - Il dolore da metastasi 133 Capitolo 8 - Il dolore cronico - Una condizione senza fine 137 - Rapporti tra sonno, dolore e depressione 138 - La fibromialgia 141 - Il dolore psicogeno 144 - I disturbi da dolore somatoforme 146 - La sindrome di Münchhausen (o disturbo fittizio) 149 - La simulazione 151 Capitolo 9 - La terapia - Il placebo (e il nocebo) 157 - Il trattamento del dolore 161 - La terapia farmacologica 162 - La riabilitazione cognitiva comportamentale 173 - Concetti di terapia invasiva 178

11 Prefazione Si racconta che al dentista che gli chiedeva dove dolesse il dente, Bertrand Russell rispose Nella mia testa, naturalmente. La citazione è forse impropria e non appare tra i numerosi aforismi attribuiti al filosofo matematico, ma è utile a introdurre questo manuale sul dolore e ad anticipare che esso è in ogni caso un esperienza della mente. Charles Darwin ha descritto il dolore come una emozione omeostatica, indispensabile alla sopravvivenza della specie e Friedrich Nietzsche, nella Gaia scienza, ha ribadito il concetto scrivendo che nel dolore c è tanta sapienza, quanta nel piacere: queste stesse forze sono il primo elemento di conservazione. Se così non fosse, il dolore sarebbe da tempo scomparso; che faccia male, non è un argomento contro di lui, è la sua natura. René Descartes ha descritto il dolore come il risultato dell eccitazione di specifiche vie che dalla cute raggiungevano il cervello, un concetto che anticipava di oltre due secoli le moderne teorie del dolore, spiegando come l intensa stimolazione di specifiche fibre nervose possa contemporaneamente produrre la coscienza di qualità e intensità. Dobbiamo al filosofo e poeta del sistema nervoso Charles Scott Sherrington l invenzione del termine nocicettore, e con esso la separazione tra nocicezione e dolore, che ha aperto in seguito la via a distinguere anche tra nocicezione e sofferenza. L elevata soglia di attivazione delle terminazioni nervose dedicate, la codificazione del segnale per frequenze, l unidirezionalità della sinapsi e l induzione delle risposte riflesse sono basi di conoscenza nella comprensione della fisiologia del dolore di cui siamo debitori a questo gigante della fisiologia e, anche se oggi ci si rende conto che la codificazione dei messaggi tra neuroni deve poggiare su codici più complessi del semplice aumento della frequenza di scarica, e che probabilmente anche le armoniche delle sequenze e le fasi di silenzio hanno un significato nella produzione dei segnali, nondimeno la diagnostica clinica interpreta ancora oggi il dolore affidandosi alle teorie formulate da Sherrington un secolo fa. Ritornando a Bertrand Russell, egli ha affermato che nel viaggio della conoscenza umana gli errori sono più preziosi dei successi, perché identificano dei confini di certezza e stimolano lo sviluppo di nuove teorie. La teoria del cancello formulata da Ronald Melzack e Patrick Wall negli anni Sessanta, ampiamente confutata nei suoi dettagli fisiologici perché non è comprovato nessun tono nocicettivo di fondo su cui le fibre mieliniche debbano esercitare funzioni inibitorie, è senza dubbio tra le più geniali delle teorie sbagliate perché, dopo il silenzio di decadi sulla ricerca dei meccanismi del dolore, ha prodotto un esplosione di rinnovato interesse ed entusiasmanti scoperte in questo campo.

12 Prefazione Conoscenze nate dalla teoria del cancello sono la scoperta del sistema inibitore, l esistenza delle morfine endogene, dei riflessi di soppressione nocicettiva, grazie alle quali è oggettivamente dimostrato che la soglia di percezione del dolore è diversa da quella di eccitazione dei nocicettori; per questo, il dolore è nella mente. Lo studio delle attività cerebrali, con aumenti di metabolismo neuronale in condizioni comunemente diagnosticabili come psicosomatiche, la rilevanza del fenomeno placebo e la modulabilità del sistema nervoso inibitorio con condizionamenti riflessi e ipnosi, aggiungono continuamente peso alla prevalenza delle funzioni della mente su quelle dei recettori periferici nell esperienza del dolore. La potente azione del sistema inibitore è ampiamente narrata in resoconti di antropologi e viaggiatori esposti a fenomeni di soppressione del dolore che per la loro incomprensibilità sconfinavano nella magia, tanto che l etnologo, filosofo e storico delle religioni Ernesto De Martino, lo chiamò proprio mondo magico. De Martino osservò anche che la perdita dei propri riferimenti affettivi e domestici causati da malattie, morti, conflitti morali, migrazioni, può causare, oltre al dolore somatico, anche morte in apparente assenza di malattie del corpo. Si potrebbe terminare citando William Shakespeare quando fa dire al suo Amleto che Ci sono più cose in Cielo e in Terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia, ma la filosofia ha già affidato alla scienza il compito di spiegarne molte e ora comprendiamo meglio come la mente possa generare il dolore, amplificarlo o al contrario sopprimerlo. Sono noti i mediatori della trasmissione nocicettiva periferica e spinale, aminoacidi eccitatori, sostanza P, bradichinine e sono noti i mediatori del sistema inibitore discendente: endorfine, serotonina, noradrenalina, dopamina, GABA. Non sono ancora identificati i mediatori eccitatori e inibitori che controllano il dolore psicogeno e il dolore dell anima e che li differenziano per trasmissione dal dolore somatico e dal semplice controllo dell umore. L apparente mistero è probabilmente connesso al diverso stato di equilibrio in cui la mente sofferente per dolore cronico si assesta. È inevitabile che un azione molecolare avvenga prima che l anima si disperda nell universo in milioni di atomi, come afferma Titus Lucretius Carus. Di certo è un ossimoro diagnosticare un dolore sine materia per corpi composti di materia. La ricerca in questo campo dovrà forse guardare ai marinai che, sbarcando dalle navi dopo lungo tempo in mare, avvertono la terra instabile; lo chiamano mal di terra e per esperienza sanno che neppure le bevute più incontrollate potranno sopprimerlo, esattamente come gli oppioidi non controllano il dolore somatoforme. Se si studiano singolarmente i recettori statochinestesici, quelli vestibolari e le funzioni cerebellari, il mal di terra può sembrare un sintomo inspiegabile e inesistente, ma considerare mal di terra e dolore cronico come stati di dissinergia interna stabilizzati in nuovi stati di controllo inibitorio endogeno può aprire la strada a futuri successi terapeutici. Questo manuale è dedicato a chi naviga la realtà della clinica del dolore e si affida alle teorie e alla scienza del passato per evitarne gli errori più evidenti, ma affida le proprie certezze all esperienza e al costante confronto delle impressioni con la ragione, perché senza anarchia e rifiuto dei dogmi non c è sviluppo. Apprezzerò chi mi segnalerà gli errori commessi nello scriverlo. Paolo Marchettini