POSITION PAPER SUL PROGETTO DI CHIMICA VERDE MATRÌCA A PORTO TORRES E SU ALCUNI NODI DEL CONTESTO SARDO Bra, 12 ottobre 2015 1
La presente relazione esprime la posizione di Slow Food Italia in merito a Matrìca S.p.A., società responsabile del progetto di riconversione del Polo petrolchimico di Porto Torres in chimica verde per la produzione di monomeri, oli lubrificanti e biochemicals partendo da oli di origine naturale. La società Matrìca nasce dalla joint venture paritetica tra Eni Versalis S.p.A. (ex Polimeri Europa S.p.A.) e Novamont S.p.A. Il progetto chimica verde Matrìca di Porto Torres interessa Slow Food Italia per il suo lungo rapporto di collaborazione con Novamont in virtù delle sue attività produttive rivolte alla tutela ambientale. Riconosciamo la chimica verde come opportunità di applicazione di nuove tecnologie per la conversione delle materie prime di origine naturale in produzioni sostenibili tramite metodi eco compatibili; Slow Food Italia, però, ha ritenuto necessario esprimere una posizione ufficiale su Matrìca perché, oltre a coinvolgere uno dei partner dell Associazione, il suo approccio realizzativo ha sollevato molti dubbi tra le condotte Slow Food del territorio e la società civile locale. È stata avviata una consultazione con tutti gli interlocutori per ricercare il maggior numero possibile d informazioni. Al termine del percorso di accertamento, emergono le seguenti considerazioni: la bonifica del Sito d Interesse Nazionale (SIN) richiede che la proprietà (Syndial, del gruppo Eni) realizzi un Master Plan che individui gli interventi, le priorità e i tempi delle iniziative da attuare; 2
Posto che Matrìca ha sinora operato solo su aree non soggette a bonifica, si ritiene indispensabile e urgente che venga data attuazione ad un piano di bonifica che coinvolga suolo, acque superficiali, profonde e di falda, suddividendo il SIN in macro aree isolate le une dalle altre. Occorre garantire il totale isolamento delle singole macro aree e assicurare l assenza di contatto tra le zone ancora inquinate e quelle già bonificate; Il nuovo accordo di collaborazione firmato tra Matrìca, Coldiretti e CAI (http://www.coldiretti.it/news/pagine/46-%e2%80%93-23-gennaio- 2015.aspx) prevede il pagamento anticipato delle spese colturali nei primi due anni, ed è quindi indispensabile non indurre gli agricoltori a optare per un cambiamento di destinazione colturale dei loro campi, incentivati da una clausola economica contenuta nell accordo. Il reddito garantito che apporterebbe il progetto agricolo proposto da Matrìca deve obbligatoriamente andare di pari passo con uno stretto controllo da parte delle parti coinvolte nell accordo mantenendo la coltivazione del cardo sui terreni marginali e non irrigui; l uso delle biomasse sembrava fosse stato proposto in vista di una totale sostituzione dei combustibili fossili e FOK (residuo del processo industriale di produzione dell etilene, pericoloso, cancerogeno) in uso negli impianti della centrale termoelettrica. Tuttavia, non ci sono elementi per valutare l evoluzione di questo piano progettuale; 3
non essendo l'unico attore coinvolto nel progetto, Novamont non ha potuto fornire tutti i chiarimenti. Non vi è stata alcuna possibilità di confronto con gli altri partner coinvolti nella joint venture (Versalis S.p.A.) e negli appalti per servizi di bonifica (Syndial), i quali non si sono mai presentati ai vari incontri organizzati da Slow Food Italia con Novamont. La validità del rapporto di collaborazione sinora intrapreso con l azienda Novamont, si è sviluppato per la visione sistemica espressa dall azienda in oltre vent anni di ricerca e che va oltre la sola produzione di nuovi materiali a minore impatto ambientale. Ne sono testimonianza i progetti di design sistemico degli eventi di Slow Food, finalizzati a ridurre tendenzialmente a zero la produzione di rifiuti non riciclabili e i progetti di sperimentazione per la promozione del compost nelle produzione agricole. Auspichiamo, inoltre, che i molteplici elementi di interesse che il progetto Matrìca presenta, possano essere approfonditi anche con il supporto di ulteriori ricerche accademiche. Tuttavia, oltre al citato problema delle inadempienze a carico della società Syndial per quanto riguarda la bonifica, si evidenzia una comunicazione sostanzialmente insufficiente a supporto del progetto. In attesa, quindi, di iniziative volte a fare maggior chiarezza sull'intera operazione, nonché a comunicarla all'opinione pubblica in maniera adeguata, esprimiamo, ad oggi, una forte riserva su alcuni aspetti dell attuazione del progetto. 4
Slow Food Italia su questo punto propone l organizzazione di un incontro pubblico tra i vertici di Matrìca e le comunità locali, a cui ha dato piena disponibilità a partecipare la dr.ssa Catia Bastioli, AD di Novamont e Matrìca. Tutto ciò premesso, Slow Food Italia, manifestando preoccupazione per le oggettive fragilità delle diverse situazioni economiche, ambientali e conseguentemente sociali della Sardegna, s impegna ad essere a fianco delle comunità locali nella vigilanza e nella denuncia delle situazioni a rischio quali: i demani militari e i poligoni, che nell isola sarda, contrariamente a quanto avviene nelle altre realtà nazionali, occupano importanti superfici dichiarate non accessibili ai cittadini perché servitù militari. Nell isola si trovano i tre più grandi poligoni d Europa, che con le loro attività di esercitazione e addestramento, inevitabilmente hanno conseguenze negative sulla qualità della vita degli abitanti di quelle zone; i progetti di occupazione del suolo per la produzione di energia rinnovabile (biogas, fotovoltaica, eolica, ecc.) privi di qualsiasi visione rivolta alla sostenibilità e all'autosufficienza territoriale come evidenziato anche nelle ultime ipotesi di piano energetico regionale; le trivellazioni o prospezioni dei terreni per la produzione di energie da fonti fossili; l occupazione del terreno agricolo per scopi diversi dalla produzione agroalimentare e il cambiamento di destinazione d uso. 5
Slow Food Italia auspica: maggiore trasparenza e attenzione alla tutela ambientale nelle scelte d uso del territorio da parte delle autorità amministrative; il coinvolgimento delle comunità residenti nella gestione del territorio; una immediata attuazione del piano di bonifica dei siti ritenuti SIN; lo sviluppo di un piano regionale per la tutela delle aree riconosciute come siti di interesse comunitario (SIC) e dei parchi naturali; un piano agronomico che rispecchi la cultura e le tradizioni locali, favorendo lo sviluppo del sistema produttivo sardo in contrasto con l attuale tendenza che privilegia l importazione di cibo da realtà esterne all isola; la promozione di uno sviluppo territoriale orientato alla sostenibilità sociale e ambientale. 6