PIANO FAUNISTICO VENATORIO PISA

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Transcript:

Provincia di Pisa Piano Faunistico Venatorio Provinciale - PIANO FAUNISTICO VENATORIO PISA - Zona Ripopolamento e Cattura di Vicarello-Villamagna (Foto di V. Mazzarone)

Autori Vito Mazzarone Ufficio Difesa Fauna della Provincia di Pisa Coordinatore, redattore e responsabile del Progetto Supervisione scientifica prof. Alessandro Poli - Facoltà di Veterinaria Dip. di Scienze Veterinarie Nucleo di Progettazione Responsabile del Procedimento Progettisti Collaboratori tecnici Collaboratori amministrativi Vito Mazzarone Vito Mazzarone, Paolo Dall Antonia, Fabio Fichera, Viviana Viviani Massimo Ciccarelli, Maria Antonella Genghi, Roberta Menconi, Fabrizio Calamai Loretta Bazzichi, Giuseppe Giuttari, Maila Scotto Autori per capitolo Cap. Vito Mazzarone Paolo Dall Antonia Cap. Vito Mazzarone Paolo Dall Antonia Fabio Fichera Viviana Viviani Cap. Vito Mazzarone Paolo Dall Antonia Maria Antonella Genghi Giuseppe Giuttari - Maila Scotto Massimo Ciccarelli Cap. Vito Mazzarone Massimo Ciccarelli Viviana Viviani Fabrizio Calamai - Sauro Giannerini Roberta Menconi Maila Scotto Loretta Bazzichi - Francesca Biondi Francesco Santilli - Silvio Azzara Cap. Vito Mazzarone Paolo Dall Antonia Daniele Scarselli Paolo Varuzza Viviana Viviani Maria Antonella Genghi Roberta Menconi - Giuseppe Vecchio Giuseppe Giuttari Fabio Fichera Loretta Bazzichi Siriano Luccarini Andrea Capaccioli Lorenza Mauri Cap. Vito Mazzarone Daniele Scarselli Giuseppe Vecchio Roberto Bonaretti Stefano Magna Roberta Menconi Maria Antonella Genghi Giuseppe Giuttari Viviana Viviani Paolo Dall Antonia Cap. 7 Vito Mazzarone Paolo Dall Antonia - Viviana Viviani Massimo Ciccarelli Fabio Fichera Daniele Scarselli Paolo Varuzza Fabrizio Calamai Maria Antonella Genghi Loretta Bazzichi - Dario Filogari Allegato Daniele Scarselli Giuseppe Vecchio Vito Mazzarone - Roberto Bonaretti Stefano Magna

Allegato Daniele Scarselli Giuseppe Vecchio Vito Mazzarone - Roberto Bonaretti Stefano Magna Roberta Menconi Maria Antonella Genghi Appendice (Valutazione Incidenza) Paolo Dall Antonia Vito Mazzarone Appendice (Rapporto Ambientale di VAS) Paolo Dall Antonia Vito Mazzarone Appendice (Sintesi non tecnica di VAS) Paolo Dall Antonia Vito Mazzarone Un ringraziamento particolare a Margherita Caputo e Andrea Acciai per i suggerimenti e le correzioni del testo, ed ai presidenti, membri dei comitati di gestione e personale amministrativo degli ATC e per la loro preziosa collaborazione nello svolgimento di questo lavoro. A Serafino Veracini, compianto Presidente della Zona Ripopolamento e Cattura di Vicarello-Villamagna A Nilo Neri, vice presidente dell ATC Pisa, che tanto impegno aveva profuso nella gestione A Paolo Tambini la cui scomparsa ha profondamente fatto riflettere sulla sicurezza nella caccia

INDICE Autori... ) INTRODUZIONE...8..) Premessa...8.) Criteri e principi generali...9.) Il quadro normativo..... Le direttive comunitarie..... Le convenzioni internazionali..... La legislazione nazionale..... La legislazione regionale..... I riferimenti normativi provinciali....) Modalità di redazione del PFVP... ) IL QUADRO AMBIENTALE....) Stato ed evoluzione della superficie agro-forestale....) Effetti dell evoluzione ambientale sulla fauna..... Obiettivi di monitoraggio delle variazioni ambientali attraverso l ornitofauna..... Obiettivi di conservazione di particolari aree umide di valore strategico... ) IL QUADRO TERRITORIALE FAUNISTICO-VENATORIO....) Gli Istituti della L.R. /9.....) Organizzazione dei Comprensori..... Gli Ambiti Territoriali di Caccia...... Ambito Territoriale di Caccia Pisa (Occidentale)...... Ambito Territoriale di Caccia Pisa (Orientale).... Aree protette e a divieto di caccia ai sensi di altre norme..... Il Parco Regionale..... Le Riserve Provinciali..... Le ANPIL..... Le Riserve Statali..... Rete Natura..... Aree Ramsar... ) IL QUADRO GESTIONALE PRE-PIANO....) Evoluzione del mondo venatorio....) Analisi dell utenza venatoria...9.. Età e preferenze venatorie..... Il legame cacciatore/territorio e le tipologie di caccia praticate..... Quantità e qualità del prelievo..... L economia legata alla caccia..... Le opinioni del cacciatore sulla gestione faunistica provinciale....) Le categorie interessate alla gestione faunistico-venatoria...7..) Le Associazioni venatorie...8..) Le Associazioni agricole e degli allevatori...8..) Associazioni ambientaliste...9.) Le risorse economiche destinate alla gestione faunistico-venatoria...9. La Vigilanza Faunistico-Venatoria..... La Polizia Provinciale..... La Vigilanza Volontaria..... Le sanzioni..... Principali problematiche relative alla Vigilanza... ) PROPOSTE PER LA GESTIONE DELLE SPECIE FAUNISTICHE...7

. La gestione degli Ungulati...7.. Stato attuale degli Ungulati in Provincia di Pisa...7... Linee guida per la gestione degli Ungulati nel periodo di validità del PFVP...8... Finalità generali della gestione degli Ungulati...8... Pianificazione della gestione...8... Competenze e responsabilità...8... Gestione...8... Aree di Programma (AdP)...8... Criteri per la definizione delle Unità di Gestione (UdG)...8...7 Criteri per la definizione delle Aree Vocate...8...8 Azioni per la realizzazione del PPG...8...9 Coordinamento e supporto delle azioni di gestione...8... Gestione economica...8... Divieti e limitazioni...87... Linee applicative...87.. Specifiche per la gestione del Cinghiale...88... Specifiche per la definizione dell area vocata del Cinghiale...88... Unità di gestione (UdG)...89... Piano Pluriennale di gestione del cinghiale (PPGC)...9... Densità sostenibili...9... Piani ordinari di controllo...9... Piani Straordinari...9...7 Tempi di caccia...9.. Specifiche per la gestione di Capriolo, Cervo, Daino e Muflone....9... Finalità...9... Aree Vocate e Densità obiettivo...9... Organizzazione territoriale della gestione: AdP e UdG...97... Specifiche per la redazione del Piano di Gestione Annuale...98... Consistenza e densità...98... Presentazione dei dati di censimento e del Piano di Gestione Annuale (PGA)...99...7 Prevenzione e controllo dei danni...99...8 Controllo dei capi abbattuti......9 Tempi di prelievo.... Piccola fauna stanziale cacciabile..... Lepre...... Stato attuale della Lepre...... Linee di gestione per la Lepre..... Fagiano...7... Stato attuale del Fagiano...7... Linee di gestione per il Fagiano..... La Starna...... Situazione attuale...... Prospettive per la Starna..... La Pernice Rossa...... Situazione attuale...... Prospettive per la Pernice rossa.... Fauna migratoria e appostamenti..... Valutazione dello status e delle tendenze delle specie di avifauna migratrice..... Appostamenti Fissi di caccia...... Catasto appostamenti fissi...... Densità appostamenti fissi di caccia...

... Appostamenti e AFV...7... Caratteristiche degli appostamenti fissi in relazione alla tipologia...7 a) Minuta selvaggina...7 b) Colombacci...8 c) Anatidi Trampolieri...8... Zone di impianto degli appostamenti (art. 7 del Reg. /R/)...... Distanze tra appostamenti.... Altra Fauna Protetta e specie problematiche..... Linee di gestione per le specie alloctone..... Specie autoctone che provocano danni..... Specie protette di interesse conservazionistico... ) PROPOSTE PER LA ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE E PER LA GESTIONE DEGLI ISTITUTI FAUNISTICI.... Gli Ambiti Territoriali di Caccia.... Istituti Pubblici..... Le ZRC...... Stato attuale delle ZRC...7... Stato proposto per le ZRC...... Linee guida per la gestione delle ZRC...8.. Le ZRV...9... Stato attuale delle ZRV...... Stato proposto per le ZRV...8... Linee guida per la gestione delle ZRV...9.. Le Oasi e le Zone di Protezione...7. Istituti Privati...7.. Le Aziende Faunistico Venatorie...7... Stato attuale delle AFV...7... Linee guida per la gestione delle AFV...7.. Le Aziende Agrituristico Venatorie (AAV)...8... Stato attuale delle AAV...8... Linee proposte per le AAV...87.. Le Aree per l Allenamento e Addestramento cani (AAC)...88... Stato attuale delle AAC...88... Linee per la gestione delle AAC...9.. Altre aree in divieto di caccia...9.. Linee guida per le altre aree in divieto di caccia...9.8 Ripartizione post-piano della superficie provinciale ai fini faunistico-venatori...9 7) IL SUPPORTO ALLA GESTIONE...97 7. Proposte per il miglioramento della Vigilanza faunistico-venatoria...97 7. Prospettive per il coinvolgimento delle categorie sociali esterne al mondo venatorio...98 7.. Linee per il coinvolgimento del mondo agricolo...98 7.. Linee per il coinvolgimento degli allevatori... 7.. Linee per il coinvolgimento delle associazioni di protezione ambientale... 7.. Linee per il coinvolgimento delle altre categorie... 7. La nuova regolamentazione di alcuni temi strategici... 7.. La gestione informatizzata dei dati e procedure faunistico-venatorie... 7.. Linee per la corresponsione dei risarcimenti economici dei danni causati dalla fauna selvatica... 7.. Linee per la realizzazione degli interventi di controllo indiretto... 7.. Linee per la regolamentazione dell allevamento e detenzione di fauna selvatica... 7.. Proposte per il miglioramento dei risultati gestionali della caccia di selezione...7

7... Abilitazione alla caccia di selezione...7 7... Distretti e Comprensori di gestione...7 7... Censimenti...7 7... Piani di gestione e prelievo...7 7... Monitoraggio biologico e controllo dei capi abbattuti...8 7... Punteggi e graduatorie...8 7...7 Informatizzazione...8 7.. Indicazioni tecniche per la realizzazione dei conteggi e stime di consistenza e densità8 7... Consistenza e densità...8 7... Metodologie...9 7..7 Linee per la redazione dei Piani di Gestione Annuali (PGA) sugli Ungulati... 7..7. Linee per la redazione del Piano di Prelievo del Cinghiale nelle Aree Vocate... 7..7. Criteri per la redazione del Piano di Prelievo (PdP) per Cervidi e Bovidi... 7..7. Percentuali di prelievo per Cervidi e Bovidi in Aree Vocate... 7..8 La cultura della sicurezza nella gestione faunistico-venatoria... 7..9 Linee per la gestione dei rifiuti prodotti dalla attività venatoria...7 7..9. Bossoli delle cartucce esplose...7 7..9. Pallini e borre nel terreno...8 7..9. Scarti di macellazione degli Ungulati...9 7.. Il percorso di valorizzazione delle carni dei capi abbattuti...9 7.. Linee per la realizzazione dei miglioramenti ambientali per la Fauna Selvatica... 7.. Linee per la gestione delle Aree contigue del Parco Regionale Migliarino, S. Rossore, Massaciuccoli... 7

) INTRODUZIONE..) Premessa Le modifiche apportate nel alla L.R. /9, legge sulla protezione della fauna omeoterma e sul prelievo venatorio, ed in particolare quelle apportate agli articoli 7 ed 8, hanno indicato, rispetto al passato, una nuova procedura per l attuazione della pianificazione faunistico venatoria regionale e provinciale. In tali articoli, differentemente al passato, la programmazione faunistica e venatoria viene legata allo strumento di programmazione agricola regionale (PAR), oggi divenuto Piano Regionale Agricolo Forestale (PRAF), di cui il Piano Faunistico Venatorio Regionale (PFVR) viene a costituirne parte. Nell art. 8, viene sancito che il Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) deve essere realizzato tenendo conto degli obiettivi generali, indirizzi regionali e approvato dalle province entro i 8 giorni successivi alla approvazione del PRAF, approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale n. del gennaio. Questa nuova impostazione ha comportato un radicale cambiamento nella programmazione provinciale che, in passato, antecedeva quella regionale. In conseguenza delle mutate impostazioni normative, la Provincia di Pisa con specifico atto della Giunta, ha dovuto obbligatoriamente prorogare il precedente PFVP -. Nonostante la posticipazione delle procedure formali di approvazione del Piano ed il periodo intercorso tra la scadenza del vecchio PFVP e l approvazione del PRAF, la Provincia di Pisa ha dato inizio sin dal alle fasi preparatorie del nuovo documento provinciale, attraverso attività di ricognizione ed organizzazione dei dati necessari alla stesura del nuovo Piano, alla predisposizione di particolari approfondimenti tematici, alla raccolta delle indicazioni, proposte ed osservazioni che il mondo venatorio, agricolo ed ambientalista pisano hanno fatto pervenire all ufficio preposto ed all Assessorato competente. Al fine di effettuare in modo congruo le scelte gestionali del Piano Faunistico Venatorio -, l Ufficio Difesa Fauna, in collaborazione con gli ATC provinciali, ha promosso alcune iniziative volte, solo per citare alcuni temi, all analisi critica dei risultati di gestione ottenuti negli Istituti Faunistici (pubblici e privati), della gestione degli Ungulati, del grado di successo delle immissioni, della raccolta dati sugli appostamenti e su talune specie di fauna migratrice, oltre che un iniziativa di raccolta informazioni direttamente dai cacciatori pisani tramite un apposito questionario distribuito dagli uffici.. Queste analisi hanno permesso, a tutti gli attori in gioco, di analizzare i risultati raggiunti in Provincia di Pisa, sia nella attuazione delle tradizionali attività legate alla gestione della caccia, sia impostando una valutazione critica degli obiettivi raggiunti con il precedente PFVP -, che ha rappresentato una svolta importante nella programmazione provinciale, in quanto caratterizzato da una impostazione tecnica seria e chiara, e soprattutto dalla definizione di alcuni ambiziosi obiettivi nel quadro della gestione conservativa della Fauna selvatica e del prelievo sostenibile. Dalla lettura dei dati via, via raccolti ed analizzati, sono emersi sia gli aspetti positivi ed i traguardi felicemente raggiunti, sia i punti critici derivati dalla mancata realizzazione di taluni obiettivi. A distanza di anni dall approvazione di tale documento, si reputa che il PFVP -, rappresenti il punto di partenza per la redazione del nuovo Piano. Ciò, sia considerando come ancora attuali alcune parti di analisi approfondita delle vocazioni faunistiche del territorio provinciale, sia attualizzando alcuni argomenti in esso trattati, alle condizioni sociali, ambientali, faunistiche e venatorie, che mutate nel periodo del Piano. Da tali analisi è scaturito il Documento Preliminare al Piano Faunistico Venatorio -, approvato dalla Giunta Provinciale con Delibera n. 8 del 7//, in collaborazione con le diverse categorie interessate, attraverso l importante lavoro svolto in seno alla Consulta Provinciale Faunistico Venatoria, le valutazioni delle diverse Associazioni, enti e soggetti portatori d interesse, il percorso di approvazione 8

della VAS e, non ultimo, l incontro diretto con la cittadinanza, riunita in appositi momenti di partecipazione in sei incontri pubblici realizzati dall Assessorato in altrettante località della provincia nella primavera. Alla luce delle valutazioni ed indicazioni pervenute, è stato redatto il nuovo Piano Faunistico Venatorio Provinciale esposto nelle parti successive concepito ponendo particolare attenzione alla comprensione della rapida evoluzione del quadro ambientale e sociale che ha coinvolto e coinvolge il mondo della caccia e della gestione faunistica. La programmazione che deriverà dal presente documento, non deve infatti riguardare il solo periodo di validità del Piano, ma deve anche porre le basi gestionali per adattarsi al meglio ai profondi cambiamenti che già si annunciano per il periodo successivo. Il Piano ha quindi lo scopo di essere un documento pianificatorio rivolto al futuro, contenente necessariamente dati di insieme sui vari argomenti, anche riferiti a documenti correlati o paralleli prodotti anteriormente e riferiti a singole situazioni territoriali. La sinteticità e la facile lettura ed interpretazione sono state privilegiate, in considerazione anche delle valutazioni necessarie alle consultazioni precedenti alla sua approvazione. Il PFVP mantiene un livello particolareggiato di analisi e proposte sui vari tematismi, con l obiettivo di delineare a livello generale gli obiettivi ed i metodi di realizzazione delle scelte future. Ciò, con lo scopo di tracciare per ciascun argomento linee di gestione chiare, omogenee e facilmente traducibili in conseguenti atti di regolamentazione delle singole attività e interventi..) Criteri e principi generali Costituiscono principi fondamentali nella redazione del PFVP le seguenti indicazioni, contenute anche nel Documento Preliminare. a) Tutta la gestione faunistico venatoria provinciale deve essere improntata alla conservazione delle specie tipiche della fauna provinciale in popolazioni vitali e naturalmente strutturate, anche con lo scopo di rendere massima la biodiversità faunistica. Fanno eccezione le specie aliene, quelle immesse accidentalmente non tipiche della fauna provinciale, e le specie problematiche per i danni causabili alle coltivazioni, agli habitat naturali ed alle altre specie selvatiche, per le quali possono essere indicate forme di gestione finalizzate al controllo e, nel caso, alla eradicazione completa o locale. b) La gestione faunistica e venatoria deve tendere ai dettami previsti dalla normativa nazionale e comunitaria di riferimento. Ciò con particolare attenzione alla gestione sociale della fauna ed alla considerazione di essa come risorsa pubblica rinnovabile, di cui sono proprietari i cittadini italiani e per le specie migratrici, i cittadini delle aree interessate agli spostamenti. In tale accezione, la redazione del PFVP si basa sul livello globale di status delle specie trattate, facendo riferimento alle informazioni conosciute. Per le specie stanziali, il Piano ove possibile tende alla redazione di piani specifici per Aree di programma sub-comprensoriali, in cui i dati raccolti ed i metodi di gestione siano comuni ed omogenei. c) L impostazione della gestione faunistica deve necessariamente partire dalla analisi razionale delle situazioni, dall enunciazione chiara degli obiettivi da raggiungere e dalla formulazione di percorsi gestionali che portino alla loro attuazione. La raccolta ed analisi delle informazioni e la attuazione delle misure gestionali devono obbligatoriamente basarsi sulla applicazione delle più adeguate metodologie tecnico-scientifiche. d) Risulta fondamentale che il prelievo sia commisurato alla risorsa gestita, anche attraverso la realizzazione di una rete armoniosamente distribuita di istituti pubblici e privati ben gestiti, dove la fauna possa trovare rifugio e nei quali sia garantita la conservazione. e) L attività venatoria, ove esercitata nel rispetto delle regole, delle leggi, degli ambienti e delle specie non cacciate/cacciabili e delle altre attività umane, deve essere considerata come una delle forme pratiche di controllo e gestione delle popolazioni. La Provincia, attraverso i propri mezzi, promuove in ogni modo possibile l accrescimento culturale di tutti i cittadini, inclusi i cacciatori, affinché siano diffuse le conoscenze tecnico-scientifiche necessarie alla buona 9

gestione. La Provincia promuove, ove non sia in contrasto con i principi generali di gestione, la conservazione e la pratica delle forme di caccia tradizionali del territorio pisano. f) La gestione sociale della fauna selvatica si fonda sull impegno e la compartecipazione dei vari momenti gestionali. Il mondo del volontariato venatorio e ambientalista che rappresenta un bacino di utenza specializzata in vari tematismi gestionali, deve essere aiutato e incentivato. g) La cultura della sicurezza, della tutela della salute e del rispetto reciproco, rappresenta un obiettivo fondamentale nella caccia del futuro. In sintesi il Piano si prefigge i seguenti obiettivi generali. Contribuire al mantenimento di uno stato soddisfacente delle specie tipiche della fauna provinciale in popolazioni vitali e naturalmente strutturate, anche con lo scopo di rendere massima la biodiversità faunistica. Garantire una gestione faunistica venatoria diversificata del territorio e un prelievo commisurato alla risorsa gestita. Garantire un equilibrio tra la fauna selvatica e la presenza di attività umane. Promuovere lo svolgimento dell'attività venatoria nel rispetto delle leggi, degli ambienti, delle specie e in piena sicurezza..) Il quadro normativo La normativa regionale in materia faunistico-venatoria è il risultato del recepimento, a livello locale, dei principi contenuti nelle direttive della Unione Europea, delle Convenzioni internazionali alle quali Italia ha aderito e della legislazione statale vigente in materia sulla difesa della fauna selvatica... Le direttive comunitarie Direttiva 9/7 (ex 79/9) Questa direttiva, più volte aggiornata e modificata ha come obiettivo la protezione, la gestione, la regolazione e lo sfruttamento di tutte le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio degli Stati membri. Le finalità ricordate devono essere perseguite dai singoli Stati membri adottando le misure indispensabili atte a proteggere e salvaguardare gli habitat attraverso la costituzione di zone speciali di protezione (ZPS), la salvaguardia degli habitat all'interno e all'esterno delle ZPS, la creazione ed il ripristino dei biotopi distrutti e la previsione di misure speciali di conservazione per tutte le specie che necessitano di particolari azioni di tutela. Direttiva 9/ Lo scopo principale di questa direttiva è quello di contribuire a salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio dei Paesi membri dell'unione, tramite la costituzione di una rete ecologica europea coerente di zone speciali di conservazione (siti di importanza comunitaria, SIC), denominata Natura. La rete "Natura ", nella quale devono essere comprese anche le zone di protezione speciale previste dalla direttiva 79/9, deve garantire il mantenimento ovvero, all'occorrenza, il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, dei tipi di habitat naturali. La Direttiva all'art. comma introduce la Valutazione di Incidenza: Qualsiasi piano o progetto non direttamente connesso e necessario alla gestione del sito ma che possa avere incidenze significative su tale sito, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti, forma oggetto di una opportuna valutazione dell'incidenza che ha sul sito, tenendo conto degli obiettivi di conservazione del medesimo... Le convenzioni internazionali Convenzione di Parigi (9) La necessità di proteggere gli uccelli viventi allo stato selvatico e alla base della Convenzione di Parigi, ratificata a livello internazionale il 8//9, alla quale l'italia ha aderito con Legge n. 8 del //978. La convenzione indica i periodi durante i quali è maggiormente necessario provvedere alla

protezione degli uccelli e proibisce l'importazione, l'esportazione, l'acquisto e la vendita di uccelli vivi, oppure uccisi o catturati contravvenendo alle disposizioni della Convenzione, vieta la distribuzione o la sottrazione di nidi, uova e nidiacei. La Convenzione di Ramsar (97) La Convenzione di Ramsar, relativa alle zone umide di importanza internazionale, firmata il febbraio 97, è stata resa esecutiva in Italia con DPR. marzo 97, n.8. La Convenzione, dopo aver offerto una definizione precisa di zone umide e di uccelli acquatici, detta le norme per la classificazione delle zone umide presenti nel territorio di ciascun Stato contraente da inserire nell'elenco delle zone umide di importanza internazionale e per la predisposizione di programmi di tutela ed indirizzo di queste zone. La Convenzione di Washington (97) La convenzione di Washington del marzo 97 inerente il commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione è stata ratificata dall'italia con Legge n. 87 dei 9//97. Essa introduce il principio in base al quale la fauna e la flora selvatiche, costituendo per la loro bellezza e varietà un elemento insostituibile dei sistemi naturali, devono essere protette contro un eccessivo sfruttamento derivante dal commercio internazionale. La Convenzione di Bonn (979) La Convenzione di Bonn del giugno 979, relativa alla conservazione delle specie migratorie appartenenti alla fauna selvatica, e stata ratificata in Italia con Legge n. dei //98. Essa definisce il principio fondamentale secondo il quale è dovere delle attuali generazioni preservare ed usare con prudenza le risorse della terra, in maniera tale da trasmetterle il più possibile integre alle generazioni future. Anche in questa Convenzione e contenuto un elenco delle specie migratrici minacciate e in pericolo di estinzione in tutta o in una parte notevole della propria area di distribuzione, e di quelle che debbono formare oggetto di accordi internazionali per la loro conservazione e gestione. La Convenzione di Berna (979) La Convenzione di Berna dei 9 settembre 979, riguardante la conservazione della vita selvatica e dell'ambiente naturale in Europa, è stata ratificata dal nostro Paese con Legge n. del /8/98. Essa detta le norme affinché ogni Paese contraente attui politiche nazionali finalizzate alla conservazione della flora, della fauna selvatica e degli habitat naturali, in maniera tale da soddisfare le esigenze ecologiche, scientifiche e culturali tenuto conto, altresì, delle esigenze economiche e ricreative, nonché delle necessita delle sottospecie, varietà o forme minacciate di estinzione a livello locale... La legislazione nazionale Legge febbraio 99, n. 7 Con la legge 7/99 quadro recante "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio" e successive modifiche e integrazioni è stato segnato un decisivo passo in avanti nella regolamentazione della normativa riguardante la programmazione dell'uso del territorio e delle relative risorse. In particolare la Legge, recependo le direttive comunitarie e le Convenzioni internazionali, detta norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio. Introduce inoltre, come strumento di disciplina, la pianificazione, tramite la quale perseguire obiettivi differenziati in relazione alle diverse specie considerate e alle diverse realtà territoriali. Alle Regioni la Legge assegna compiti di programmazione, di orientamento, di controllo e poteri sostitutivi, mentre le Province sono gli enti territoriali titolari delle funzioni amministrative. Al fine di attuare concretamente la gestione programmata della caccia, la Legge ha previsto 'individuazione da parte delle regioni di ambiti territoriali di caccia (ATC) di dimensioni sub-provinciali, possibilmente omogenei e delimitati da confini naturali. La gestione dell'atc è affidata ad un Comitato di Gestione all'interno del quale deve essere assicurata la presenza di rappresentanti degli enti locali e delle associazioni venatorie, agricole e ambientaliste. Legge dicembre 99, n. 9 La Legge quadro sulle aree protette che all'art. stabilisce le modalità di caccia all'interno delle aree contigue dei Parchi.

DPR 8 settembre 997, n. 7 e DPR marzo, n. Con questi provvedimenti lo Stato Italiano ha dato attuazione alla direttiva 9/ relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche. DM 7//7 Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS) Con questo provvedimento sono individuati i criteri minimi uniformi per garantire la coerenza ecologica della rete Natura e l'adeguatezza della sua gestione sul territorio nazionale... La legislazione regionale L.R. gennaio 99, n. In attuazione ai principi contenuti nella Legge quadro nazionale, la Regione Toscana ha approvato la Legge Regionale (L.R.) /99 che è lo strumento fondamentale con cui si disciplina il complesso di rapporti necessari alla definizione del sistema di programmazione regionale. Questa L.R. è stata più volte modificata, in particolare nel è stato inserito l'art. 7-bis al fine di recepire la Legge / in materia di deroghe ai sensi dell'art. 9 della direttiva 79/9/CEE. L.R. gennaio 998, n. 7 La Regione Toscana, riconoscendo la funzione del volontariato per la salvaguardia dell'ambiente, istituisce e disciplina il servizio volontario di vigilanza ambientale. L.R. giugno, n. La Regione Toscana ha approvato con legge un calendario venatorio di tipo pluriennale, che contiene riferimenti temporali generali anziché riferiti alla specifica stagione venatoria. Questa particolarità consente di utilizzare lo stesso provvedimento normativo per più stagioni venatorie senza la necessità di emanare ogni anno una L.R. contenente il calendario venatorio. Testo Unico dei regolamenti regionali Con DPGR luglio n. /R è stato approvato il nuovo Testo unico dei regolamenti regionali in materia di gestione faunistico venatoria in attuazione della L.R. n./99. In particolare il testo unico regolamenta i seguenti aspetti: Gestione e accesso agli ambiti territoriali di caccia (ATC) Istituti faunistici, Istituti Faunistico venatori e aree sottratte alla caccia programmata Detenzione e allevamento di fauna selvatica Cattura di uccelli a scopo di richiamo Appostamenti Gestione faunistico venatoria e modalità di prelievo degli ungulati Abilitazioni venatorie e per il controllo faunistico Indirizzi Regionali di Programmazione In attuazione dell'art. 7 della L.R. /99 il Consiglio Regionale ha approvato con DCR n. del // il Piano regionale agricolo forestale (PRAF) nella cui Sezione C Programmazione faunistico venatoria sono contenuti gli indirizzi di programmazione, che sono elementi fondamentali del sistema di gestione, atti a evidenziarne la dinamicità e ad ottimizzare e uniformare le scelte delle Province. Sul piano operativo gli indirizzi rappresentano un concreto punto di riferimento, in sintonia con il resto del PRAF e con gli altri atti di programmazione territoriale ed ambientale, per la predisposizione dei singoli piani faunistici provinciali. In particolare il PRAF individua le linee di indirizzo per: ) La destinazione differenziata del territorio agricolo forestale stabilendo i criteri per l'istituzione, la costituzione e la gestione degli istituti faunistici e faunistico venatori pubblici e privati previsti dalla legge. ) La conservazione e l'incremento della fauna selvatica, anche al fine di garantirne la coesistenza con le attività antropiche presenti sul territorio e criteri uniformi per la gestione degli ungulati sul territorio regionale. ) I criteri e le modalità per il monitoraggio della fauna.

) I criteri e le modalità per la prevenzione e per il risarcimento danni in favore degli imprenditori agricoli per i danni arrecati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole e alle opere approntate sui fondi. L.R. aprile, n. In attuazione della "Direttiva habitat" e dei DPR 7/997 e DPR /, la Regione Toscana ha emanato la L.R. che mira alla conservazione della biodiversità sul territorio regionale e istituisce i Siti di Importanza Regionale (SIR) che comprendono SIC e ZPS, facenti parte delle rete Natura, e i siti di interesse regionale (sir). Inoltre la LR elenca animali, piante e habitat la cui conservazione può richiedere l'istituzione di SIR, e definisce l'esigenza e le competenze per l'effettuazione della Valutazione d'incidenza che assicuri l'assenza di effetti significativamente negativi sulle componenti della biodiversità regionale da parte di piani e progetti. L'elenco dei SIR è stato aggiornato con Deliberazione del Consiglio Regionale n.8 del //9. Misure di conservazione per la tutela dei SIR Con Delibera di Giunta Regionale n. del /7/ sono state approvate le norme tecniche relative alle modalità e alle principali misure di conservazione da adottare per la tutela e la conservazione dei SIR. Misure di conservazione per la tutela delle Zone di Protezione Speciale (ZPS) Con Delibera di Giunta Regionale n. del //8 DM 7//7 del Ministero Ambiente e tutela del Territorio e del Mare - Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a zone speciali di conservazione (ZSC) e zone di protezione speciale (ZPS) sono state approvate, in base all art. comma del DM del 7//7 i divieti e gli obblighi validi per tutte le ZPS e, in base all art. commi e del DM citato e all analisi delle caratteristiche ambientali delle ZPS, è stata approvata la ripartizione in tipologie delle ZPS e i relativi divieti e obblighi. Zone RAMSAR Con Delibera di Giunta Regionale n. del // è stato approvata la richiesta di riconoscimento del Ex Lago e Padule di Bientina (ha. 99,) e del Lago e Padule di Massaciuccoli Macchia di Migliarino Tenuta San Rossore (ha..) quali zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione RAMSAR. Il procedimento di riconoscimento è sempre in corso al Ministero dell'ambiente... I riferimenti normativi provinciali Il Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) della Provincia Il PTC all'art. 7 stabilisce i criteri generali al quale si deve attenere il PFVP per il coordinamento con lo stesso PTC e gli altri piani provinciali e inserisce la destinazione differenziata del territorio agricolo individuata dal PFVP all'interno del suo quadro conoscitivo. Con Delibera di Consiglio Provinciale n. del // è stato avviato il procedimento di variante al PTC per la disciplina del territorio rurale. La variante si pone tra l'altro i seguenti obbiettivi: conservare e valorizzare il territorio agricolo promuovere le relazioni tra agricoltura e aree protette promuovere la biodiversità animale e vegetale recuperare le attività connesse all agricoltura valorizzare le produzioni agricole locali promuovere sinergie tra agricoltura e ambiente promuovere le relazioni tra agricoltura e aree protette Regolamento del Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli Il Regolamento approvato con Deliberazione del Consiglio Direttivo n. 98 del 7/7/8 stabilisce l'attività venatoria nelle aree contigue, ivi incluso l allenamento/addestramento cani, e la possibile introduzione di specie cacciabili conformemente ai piani faunistici provinciali previa Valutazione di incidenza. Riserve Naturali Provinciali

Con Delibera del Consiglio Provinciale n. del 9// è stato approvato il Regolamento del Sistema delle Riserve Provinciali dell'alta Val di Cecina. La Provincia di Pisa con Delibera di Giunta Provinciale di Pisa n. del // ha avviato il procedimento per la revisione del Regolamento. Con Delibera del Consiglio Provinciale n. del // è stato approvato il Regolamento del della Riserva Provinciale di Santa Luce. Con Delibera del Consiglio Provinciale n. del //7 è stato approvato il Regolamento del della Riserva Provinciale di Monte Serra di Sotto In tutti i Regolamenti sono previsti e disciplinati gli interventi di contenimento della fauna selvatica con le modalità previste dalla normativa vigente. ANPIL con divieto di attività venatoria Nei Regolamenti di gestione delle ANPIL con divieto di attività, approvati dai Comuni, sono previsti e disciplinati gli interventi di contenimento della fauna selvatica con le modalità previste dalla normativa vigente. Piano di gestione SIC-ZPS Fiume Cecina da Berignone a Ponteginori La Provincia di Pisa con Delibera del Consiglio Provinciale di Pisa n. 7 del // ha approvato il piano di gestione del SIC-ZPS Fiume Cecina da Berignone a Ponteginori. Il Piano indica complessivamente l'attività venatoria come causa di minaccia con incidenza nulla o bassa sull integrità del sito e sugli habitat e con incidenza bassa, e per lo più potenziale, su alcune specie di avifauna. Piano di gestione SIC e ZPS Cerbaie La Provincia di Pisa con Delibera di Giunta Provinciale di Pisa n. del 9// ha avviato il procedimento per l'approvazione del piano di gestione del SIC-ZPS Cerbaie..) Modalità di redazione del PFVP Il Piano Faunistico Venatorio rappresenta uno strumento di governo del territorio, ai sensi della Legge Regionale n. /. Allo scopo di omogeneizzare ed attualizzare quanto possibile le parti che compongono il PFVP, anche ai fini di un risparmio in termini di spesa, la sua realizzazione è stata demandata ad un nucleo interno di progettazione, composto di tecnici/amministrativi provenienti da diversi Uffici, aventi formazione e caratteristiche professionali idonee e relative a diverse discipline attinenti all argomento. Tale Nucleo di Progettazione costituito con Determinazione Dirigenziale n. del.., è stato coordinato dal Responsabile U.O. Difesa Fauna del Servizio Politiche Rurali. Il Nucleo di Progettazione (NdP) è costituito sulla base di quanto in merito indicato dal vigente Regolamento sull Ordinamento degli Uffici e dei Servizi della Provincia di Pisa. Al NdP è affiancato, sulla base di specifica convenzione, il personale tecnico degli ATC provinciali, che ha realizzato parte delle analisi sui dati esistenti e collaborato alla formulazione di alcune proposte. L Università degli Studi di Pisa, nella persona del Prof. Alessandro Poli della Facoltà di Medicina Veterinaria quale coordinatore, ha costituito il supporto tecnico-scientifico di validazione del Piano. Il responsabile del procedimento ha curato l'attuazione di quanto previsto dalle normative vigenti in merito alle Valutazioni di incidenza (art. della L.R. /) e alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS).

) IL QUADRO AMBIENTALE.) Stato ed evoluzione della superficie agro-forestale In Provincia di Pisa il paesaggio agrario e forestale è caratterizzato da una morfologia prevalentemente montuosa coperta da una variegata vegetazione boschiva a querceto misto, roverella e leccio (Monti Pisani, Colline Vecchianesi) e da una morfologia collinare coperta da boschi di sclerofille sempreverdi, castagneti da frutto (Colline interne e meridionali) Le fasce collinari più basse sono coltivate a vite, olivo, alberi da frutto, mentre le grandi pianure bonificate, caratterizzate dal sistema artificiale di canali e fossi ( Arno / Serchio/ ex Padule di Bientina) sono coltivate a seminativi e pioppeti. L assetto agro-zootecnico si presenta estremamente mutevole: si è assistito in generale ad un abbandono di terreni per lo più montani o collinari, accompagnato dall'aumento di aree dedicate all'agricoltura intensiva piuttosto che quella estensiva che, oltre a comportare un progressivo peggioramento delle condizioni idrogeologiche del territorio, ha provocato una continua riduzione dei mosaici ambientali fondamentali per molte specie della fauna italiana. A titolo di esempio basti pensare alle modifiche avvenute in provincia di Pisa nella Pianura Pisana, in particolare nella zona di Coltano o nel Cascinese, o lungo le pendici dei Colli Volterrani dove si è assistito ad una riduzione delle zone umide, alla cancellazione di piccoli appezzamenti suddivisi da siepi, alla costituzione di uniformi piantagioni arboree. Di contro, in altre aree, specie nella porzione meridionale della Provincia, l incremento delle aree forestate, anche in seguito alla carenza di provvedimenti di aiuto alle aziende agricole marginali e agli incentivi erogati per l imboschimento dei seminativi, ha contribuito in modo indiretto all aumento degli Ungulati, e, di pari passo, del Lupo. Nella descrizione del quadro agricolo, zootecnico e forestale si fa riferimento alle analisi e dati contenuti nel Piano Locale di Sviluppo Rurale (PLSR) 7-, a cui si rimanda per gli approfondimenti specifici. Il dato relativo all incidenza della superficie agricola totale (SAT) fornisce un indicazione del grado di trasformazione del territorio. L incidenza delle aree agricole sul totale del territorio assume un valore medio provinciale piuttosto elevato. Solo Castelfranco di Sotto e Santa Croce sull'arno, presentano una percentuale di SAT inferiore al % del territorio comunale. Al contrario, in comuni, l incidenza della SAT supera l 8% della superficie comunale e a Montecatini Val di Cecina si registra il valore più elevato. Analizzando, invece, l incidenza della superficie agricola utilizzabile (SAU) sulla SAT, su 9 comuni solo 7 presentano valori inferiore al %. Si tratta in generale di comuni (Monteverdi Marittimo, Pomarance, Riparbella, Calci, Castelnuovo di Val di Cecina, Vicopisano e Palaia) dove l indice di boscosità raggiunge valori elevati. Al contrario, sul territorio provinciale sono presenti comuni, Cascina e Orciano Pisano, dove i coefficienti minimi di boscosità sono tra i più bassi del territorio regionale (meno dell % della SAT). L ultimo confronto intercensuario contenuto nel PLSR 7- mostra un calo complessivo dell attività agricola, seppure in modo differente in ciascun comune. Il fenomeno più diffuso riguarda la contrazione della SAU e della SAT (eccezion fatta per pochi comuni), mentre, il numero delle aziende, alterna comuni dove la contrazione numerica è molto forte, ad altri dove, viceversa si continua a registrare un aumento della numerosità. Il quadro complessivo risulta essere estremamente eterogeneo.

Tab..: Aree rurali classificate secondo la metodologia PLSR 7/ e abitanti (si indica con X la classificazione pertinente per ciascun Comune) Ente Zona A Zona B Zona C Zona C Zona D Superficie Abitanti Abitanti Comune P. Urbaniz. Aree ad Aree rurali Agricoltura intermedie in intensiva transizione specializzata Aree rurali intermedie n declino Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo totale (ha) Cens.ISTAT Ultimo anno Disponibile Fonte: ISTAT Bientina X.9,9..7 Buti X.,..9 Calci X.87,7.88.77 Calcinaia X 9,9 8.8 9. Capannoli X.,8..9 Casale X Marittimo 99,9.7.8 Casciana X Terme.,.8.8 Cascina X., 8.9.7 Castelfranco X di Sotto.,8..9 Castellina X Marittima.9,.87.9 Chianni X.9,..7 Crespina X.,7.7. Fauglia X.,7.. Guardistallo X.9,.. Lajatico X.7,.89. Lari X., 8.8 8. Lorenzana X.97,8..8 Montescudaio X.89,..8 Montopoli in X Val d'arno.99,8 9.8.9 Orciano X Pisano.8, 8 9 Palaia X.,9.. Peccioli X 7.,.8.88 Pisa X.9,8 89.9 87.77 Ponsacco X.7,7.7. Pontedera X.,.97 7.9 Unione Comuni Alta Val di Cecina Castelnuov X o di Val di Cecina.9,.7. Montecatini X Val di Cecina.8,9.8.98 Monteverdi X Marittimo.8, 7 79 Pomarance X.8,..8 Volterra X.,7.. Totale 8.8, 8. 9.79 *Fonte: Piano Locale di Sviluppo Rurale (PLSR) della Provincia di Pisa 7- Dal punto di vista produttivo la provincia di Pisa mantiene quelle che sono oramai da tempo le sue specializzazioni tradizionali: l area dei Monti Pisani si caratterizza per l elevata incidenza delle colture arboree (con valori che superano in genere il %), in prevalenza olivicole, sulla SAT;

nelle colline pisane, l olivicoltura si affianca alla diffusione della vite; nell alta Val di Cecina la gestione dei seminativi viene destinata in prevalenza alla cerealicoltura e alla produzione di foraggere, accanto alle quali trovano diffusione i prati e i prati pascoli; nell area Pisana e in parte del Valdarno inferiore, accanto alla coltura dei cereali, trovano spazio la coltura della barbabietola e le colture industriali, entrambe messe in crisi dai processi di ristrutturazione dei mercati; le ortive, di pieno campo ed in serra, rappresentano, invece, una risorsa, ancora oggi, di tutto rilievo per parte dell Area Pisana (circa ¾ delle superfici provinciali destinate a queste colture) e per i primi fondovalle dell area della Valdera. Tab..: Andamento Superfici Coltivate in provincia di Pisa nelle campagne 8, 9,, Colture 8 9 Cereali.8 8.77 9.7. Oleoproteaginose.7.7.. Foraggere..7.7 7.7 Colture intensive e ortive 97 7 7 Terreni ritirati dalla produzione.9..7.77 Olivo.8.79.7.87 Vite..8.7.8 Arboree da frutto 7 8 Altre colture 9.77.8 7.7.8 Tare incolti e Boschi.87 8.. 7.7 Totale SAT. 8.7.8.8 *Fonte: Unione Provinciale degli Agricoltori di Pisa Nei comuni della provincia la diffusione dei seminativi cresce dove il rapporto SAU/SAT è più elevato, laddove la dimensione aziendale è più elevata e dove è più difficile assicurare una diversificazione degli ordinamenti produttivi per fattori pedoclimatici. La presenza delle foraggere segue, ovviamente, la diffusione delle produzioni zootecniche. In questo caso, la presenza di una buona concentrazione degli allevamenti in Val di Cecina si riflette sulle scelte colturali. Secondo modalità di conduzione radicalmente differenti, la presenza delle foraggiere avvicendate si ritrova nella Piana pisana, in particolare per la presenza di strutture di dimensione aziendale rilevante specializzate nella produzione di latte e carne bovina. Le aziende zootecniche in provincia di Pisa risultano distribuite sull intero territorio provinciale sebbene con una certa concentrazione nel comune di San Miniato, che da solo, registrava l % delle aziende provinciali. L evoluzione delle strutture, al pari del dato nazionale si presenta in forte contrazione, specie se riferito al precedente censimento del :-9%. Tale riduzione ha riguardato sopratutto il numero delle aziende, e meno il numero dei capi. In alcun comuni della provincia, poi, si è assistito ad un fenomeno di concentrazione che ha visto aumentare le presenze di capi allevati, sebbene a fronte di una contrazione delle aziende interessate (Calcinaia e Santa Luce relativamente alla produzione bovina, il comune di Lajatico relativamente alla produzione avicola). Gran parte dell agricoltura provinciale sta modificando da tempo i propri assetti produttivi orientandosi verso un modello di agricoltura multifunzionale e verso la realizzazione di produzioni di più elevato pregio qualitativo. Gli esempi in questo senso sono solo parzialmente registrati dalle fonti quantitative, sebbene gli archivi regionali e provinciali, forniscano chiare indicazioni in tal senso. In particolare, l adesione a produzioni certificate o sottoposte a regimi di controllo (bio, DOP, IGP, DOC, DOCG, produzioni integrate, produzioni tradizionali) forniscono alcune indicazioni in questo senso. Per quanto riguarda la diversificazione aziendale, i primi percorsi hanno preso avvio dopo la prima grave crisi del mercato della coltura dei seminativi emerso a seguito del regime di set-aside volontario emanato dall UE. A quel momento per grande parte delle aziende della provincia di Pisa, ed in particolare di quelle poste nelle aree a sud, più fortemente vocate alla coltura dei cereali e più 7

fortemente colpite dalla mancanza di convenienza nella gestione dei seminativi, si è aperto un forte processo di ristrutturazione che ha favorito l avvio di percorsi di diversificazione aziendale e di conversione di parte delle strutture agricole a scopi di accoglienza. In queste stesse aree, poi, uno sviluppo industriale più contenuto e la contemporanea crescita del terziario e del turismo, ha fornito l occasione per una riorganizzazione dell intera economia locale in funzione del turismo e dell accoglienza e di una più forte connotazione rurale dello sviluppo. Dai dati raccolti in sede di redazione del Piano ed in particolare dalla consultazione dei valori ufficiali indicati attraverso la Deliberazione della Giunta Regionale /, emerge una contrazione della superficie agro-forestale provinciale (SAF) pari ad ettari.78 nel periodo 7-. Rispetto al dato complessivo indicato per la Provincia di Pisa nella suddetta Deliberazione, la sommatoria delle superfici totali e agro-forestali dei singoli comuni indica al una SAF Provinciale pari ad ettari., costituente il 9,9% della intera superficie della Provincia di Pisa (pari ad ettari.9). Ciò secondo la ripartizione espressa nella tabella seguente. Tab..: ripartizione della SAF () per Comune e Comprensorio Comune Comprensorio Superficie totale (ha) S.A.F. (ha) Bientina Occidentale (Pisa ).98.8 Buti Occidentale (Pisa ).. Calci Occidentale (Pisa )..7 Calcinaia Occidentale (Pisa ).9.87 Capannoli Occidentale (Pisa ).7.99 Casale Marittimo Occidentale (Pisa ).. Casciana Terme Occidentale (Pisa )..87 Cascina Occidentale (Pisa ) 7.87.9 Castellina Marittima Occidentale (Pisa ).7. Chianni Occidentale (Pisa )..99 Crespina Occidentale (Pisa ).97.79 Fauglia Occidentale (Pisa ).8.878 Guardistallo Occidentale (Pisa ).7. Lajatico Occidentale (Pisa ) 7. 7.8 Lari Occidentale (Pisa ).9.9 Lorenzana Occidentale (Pisa ).9.89 Montecatini Val di Cecina Occidentale (Pisa )..7 Montescudaio Occidentale (Pisa ).98.79 Monteverdi Marittimo Occidentale (Pisa ) 9.8 9. Orciano Pisano Occidentale (Pisa )..89 Pisa Occidentale (Pisa ) 8.9.7 Ponsacco Occidentale (Pisa ).989.8 Riparbella Occidentale (Pisa ).888.9 San Giuliano Terme Occidentale (Pisa ) 9. 7.87 Santa Luce Occidentale (Pisa ).7.9 Terricciola Occidentale (Pisa )..999 Vecchiano Occidentale (Pisa ).79.8 Vicopisano Occidentale (Pisa ).9. Castelfranco di Sotto Orientale (Pisa ).8.8 Castelnuovo di Val di Cecina Orientale (Pisa ) 8.879 8.9 Montopoli in Val d'arno Orientale (Pisa ).997. Palaia Orientale (Pisa ) 7.7 7. Peccioli Orientale (Pisa ) 9.8 8.789 Pomarance Orientale (Pisa ).89. Pontedera Orientale (Pisa )..9 8

San Miniato Orientale (Pisa ). 8.788 Santa Croce sull'arno Orientale (Pisa ).9. Santa Maria a Monte Orientale (Pisa ).8. Volterra Orientale (Pisa ).. Totale.9,., Rispetto ai dati conosciuti è possibile comunque sottolineare che il consumo di suolo a fini edificatori tra il 99 e il ha avuto un forte incremento, a fronte di un modesto aumento della popolazione come si può evincere dalle tabelle successive riprese dalla relazione allegata alla variante al PTC per la disciplina del territorio rurale, adottata con Del. G.P. n.9 dell 8... Fig..: Consumo del suolo in Provincia di Pisa al (Fonte: Provincia di Pisa 8) 9

Tab..: Variazione della superficie urbanizzata tra il 99 ed il Area urbanizzata* 99 (ha) Area urbanizzata* (ha) Differenza ha Differenza % Totale area** urbanizzata (ha) Provincia.,.79,7., +,%.,9 Area Pisana (Capoluogo).9, (.,8).79,9 (.998,) 8, (9,) +7,7% (+, %)., Area Cuoio.,7.88, 7, +,7%., Alta Valdera.9,9.79,, +,87%.89, Bassa Valdera Colline Livornesi ex Comunità Montana,8 7,8, +,% 7, 8, 77, 9, +,7% 7,.,.,9 8,9 +,%.,7 * Insediamenti prevalentemente produttivi e residenziali ** Insediamenti prev. produttivi e residenziali + attività produttive-turistico/ricreative-servizi a bassa densità insediativa Tab...: Variazione della popolazione in Provincia di Pisa tra il 99 ed il 99 Diff. Diff.% Provincia 8. 9.79. +,8% Parallelamente alla realizzazione di nuove o all'ampliamento di aree produttive e residenziali si è assistito ad un incremento della rete viaria comunale a servizio di queste aree. Inoltre al fine di ridurre il traffico all'interno dei centri abitati sono state realizzate numerose varianti a importanti strade provinciali (ad esempio le variante sulla SS9 a Ponsacco, Bientina, Castelnuovo Val di Cecina e Pontedera, la Bretella del cuoio di collegamento tra la SS e la SGC FI-PI-LI a Santa Croce sull'arno) o nuove circonvallazioni comunali (ad esempio Pontedera, viabilità nord a Pisa) Inoltre, gli incentivi per la produzione di energia da fonti rinnovabili hanno determinato negli ultimi anni richieste per la realizzazione di numerosi impianti fotovoltaici a terra in aree agricole ( MW occupa circa ha) e di diversi impianti eolici con potenziale sottrazione di habitat verso determinate specie faunistiche. La recente LR / e smi di individuazione di aree non idonee per la realizzazione degli impianti fotovoltaici e la riduzione degli incentivi per i fotovoltaici a terra in aree agricole hanno però posto un freno a tale fenomeno. Ad oggi sono stati autorizzati o già realizzati circa impianti compresi, e MW e quattro di potenza superiore tra e MW. Per quanto attiene invece gli impianti eolici ne sono stati realizzati tre: Chianni, Pontedera in area industriale e Montecatini Val di Cecina (in fase di ampliamento) e sono stati autorizzati altri quattro, non ancora realizzati (Lajatico, Riparbella, Santa Luce, Casciana Terme). Tutti gli impianti sono oggetto di monitoraggio per capire gli effettivi impatti sulla avifauna e i chirotteri. Nel campo della gestione faunistica del territorio, l organizzazione degli ATC e la presenza di un mercato legato al turismo venatorio costituisce spesso un possibile riferimento per specifiche tipologie di imprese come per la realizzazione di specifici servizi per la gestione venatoria del territorio (tipico quello delle colture a perdere ma in prospettiva anche quello della ricostruzione di habitat per i selvatici).