INTRODUZIONE 2 1. METODI DI VALUTAZIONE DELLA VULNERABILITA 2 2. VALUTAZIONE DELLA VULNERABILITÀ INTRINSECA DELL ACQUIFERO

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SOMMARIO INTRODUZIONE 2 1. METODI DI VALUTAZIONE DELLA VULNERABILITA 2 2. VALUTAZIONE DELLA VULNERABILITÀ INTRINSECA DELL ACQUIFERO SUPERFICIALE MEDIANTE IL METODO GOD (1987) 3 2.1 - Descrizione del metodo GOD 3 2.2 - Valutazione dei parametri di ingresso per l applicazione del metodo GOD 5 2.3 - Descrizione della carta della vulnerabilità valutata mediante il metodo GOD 6 3. CONCLUSIONI 6 ALLEGATI STRALCIO TAV.1 CARTA GEOLOGICA, PRGC DORZANO CARTA DELLA VULNERABILITÀ DELL ACQUIFERO P.R.G.C. Dorzano 6 Variante Parziale 1

INTRODUZIONE Nel seguito vengono riportati i risultati della applicazione del metodo GOD (Foster e Hirata, 1987) alla realizzazione di una carta della vulnerabilità dell acquifero superficiale limitatamente all area interessata dalla 6 Variante Parziale al PRGC vigente. 1. METODI DI VALUTAZIONE DELLA VULNERABILITA La vulnerabilità rappresenta la facilità con cui un acquifero può essere raggiunto da un inquinante introdotto sulla superficie del suolo. Maggiore è la vulnerabilità di un acquifero, più facilmente esso potrà essere contaminato da un carico inquinante rilasciato dalla superficie. La vulnerabilità intrinseca, in particolare, considera essenzialmente le caratteristiche litostrutturali, idrogeologiche e idrodinamiche del sottosuolo e degli acquiferi. I metodi di valutazione della vulnerabilità intrinseca degli acquiferi sono molteplici (DRASTIC, Aller et Al., 1987; GOD - Foster e Hirata 1987; SINTACS, Civita 1988; VOC, De Luca e Verga 1988). Essi si differenziano in base al grado di approfondimento delle fasi in cui si attua il processo di contaminazione di un acquifero (veicolazione del contaminante attraverso la zona non satura, e veicolazione e dispersione dello stesso nell acquifero), attraverso l utilizzo di parametri idonei a caratterizzarle. Le metodologie proposte negli ultimi anni si basano su metodi differenti di valutazioni dei fattori della vulnerabilità, affrontando l argomento con approcci ed impostazioni teoriche diversi. Se si eccettua il ricorso a modelli matematici, che però vengono usualmente applicati per l analisi di dettaglio di singoli fenomeni di contaminazione, i metodi di valutazione della vulnerabilità di un acquifero si dividono fondamentalmente in tre categorie: metodi di zonazione per aree omogenee; metodi parametrici; metodi numerici. I metodi di zonazione per aree omogenee definiscono la vulnerabilità di un acquifero sulla base delle modalità della circolazione idrica sotterranea. Questi metodi si basano sulla tecnica di sovrapposizione cartografica e sono, in genere, applicabili per territori vasti ed articolati dal punto di vista idrogeologico, idrostrutturale e morfologico. Sono perciò adatti per generare carte di vulnerabilità a grande e grandissima scala. I parametri presi in considerazione cambiano a seconda dell autore e della finalità della carta, ma i valori di vulnerabilità sono forniti, generalmente, in termini qualitativi. P.R.G.C. Dorzano 6 Variante Parziale 2

Fra i metodi di zonazione per aree omogenee possono essere citati il metodo BRGM e il metodo CNR-GNDCI. I metodi parametrici sono semi-quantitativi e sono i più impiegati oggigiorno. Sono basati sulla determinazione del valore numerico di alcuni parametri che influiscono sul grado di vulnerabilità di un acquifero. Si distinguono in metodi a punteggio semplice e a punteggio pesato. I metodi a punteggio semplice si basano sulla assegnazione, ai parametri prescelti, di un intervallo di punteggio, in genere fisso, che viene suddiviso opportunamente in funzione del campo di variazione del parametro. Tra i metodi a punteggio semplice, il più utilizzato per la sua struttura semplice e pragmatica è quello di Foster e Hirata (GOD), di particolare interesse per i sistemi pianeggianti come la Pianura Padana. I metodi a punteggio pesato prevedono, invece, che l influenza di ciascun parametro venga attenuata o esaltata in relazione ad un coefficiente numerico o peso, che può variare in relazione alla tipologia d utilizzo del territorio o alle caratteristiche idrogeologiche dell acquifero. Il metodo a punteggio pesato più utilizzato in campo internazionale è il DRASTIC (Aller et alii, 1987). Tra i metodi numerici, infine, si ricorda il Metodo CEE (Zampetti, 1983) o metodo del tempo di transito. Tale metodo è basato su una valutazione semplificata del tempo di transito o TOT (time of travel) che impiega un eventuale contaminante per attraversare la zona non satura e raggiungere la falda idrica. 2. VALUTAZIONE DELLA VULNERABILITÀ INTRINSECA DELL ACQUIFERO SUPERFICIALE MEDIANTE IL METODO GOD (1987) Al fine di valutare la vulnerabilità intrinseca dell acquifero superficiale è stato impiegato il metodo GOD (Foster & Hirata, 1987) poiché risulta uno dei metodi, riconosciuti in campo internazionale, più facilmente applicabili e aggiornabili: i dati necessari per la valutazione della vulnerabilità con questo metodo possono essere valutati o reperiti facilmente. 2.1 - Descrizione del metodo GOD Il metodo GOD (acronimo di Groundwater occurrence, Overall lithology of aquifer, Depth to groundwater table or strike) è stato proposto da Foster e Hirata nel 1987. Tale metodo per la valutazione della vulnerabilità intrinseca di un acquifero considera tre fattori: G = tipologia della falda (libera, confinata, semiconfinata); P.R.G.C. Dorzano 6 Variante Parziale 3

O = tipo di acquifero, ed in particolare caratteristiche litologiche e grado di consolidazione delle rocce della zona non satura (per gli acquiferi non confinati) e dei livelli confinanti a tetto (per gli acquiferi confinati); D = soggiacenza della falda a superficie libera nel caso di acquifero non confinato o tetto dell acquifero per gli acquiferi confinati. Per quanto concerne il grado di confinamento (G), è possibile scegliere tra sei classi alle quali vengono attribuiti punteggi variabili tra 0 e 1. Alle caratteristiche litologiche (O) e allo stato di consolidazione delle rocce della zona non satura, per gli acquiferi non confinati, o degli strati confinanti, per gli acquiferi in pressione, compete un punteggio variabile tra 0,4 e 1. Alla soggiacenza della falda (D) a superficie libera nel caso di acquifero non confinato e alla profondità del tetto dell acquifero, per gli acquiferi confinati, può essere assegnato un punteggio compreso tra 0,4 e 1. La vulnerabilità intrinseca è valutata come il prodotto dei tre indici numerici corrispondenti ai parametri suddetti: Indice G.O.D. = G*O*D L Indice GOD può essere compreso tra 0 e 1 e corrisponde a cinque gradi di vulnerabilità individuati dagli autori, a cui si aggiunge la classe vulnerabilità inesistente o nulla in caso si sia in mancanza di acquifero (Figura1). 0 0,1: Vulnerabilità trascurabile; 0,1 0,3: Vulnerabilità bassa; 0,3 0,5: Vulnerabilità moderata; 0,5 0,7: Vulnerabilità alta; 0,7 1: Vulnerabilità elevata. P.R.G.C. Dorzano 6 Variante Parziale 4

Figura 1 - Il metodo empirico GOD per la valutazione della vulnerabilità intrinseca (da Foster & Hirata, 1987). 2.2 - Valutazione dei parametri di ingresso per l applicazione del metodo GOD Parametro G (tipologia della falda) L acquifero superficiale dell area è stato considerato, in relazione al suo grado di confinamento, come non confinato o semi-libero; al parametro di riferimento è stato quindi attribuito il valore 0,5. Parametro O (caratteristiche litologiche e grado di consolidazione delle rocce della zona non satura) La zona vadosa è costituita, a seconda delle zone, da depositi fluvio-glaciali, glaciali e da depositi colluviali; al parametro O è stato attribuito un valore di 0,7 per i depositi morenici grossolani, 0,6 per i depositi sabbiosi alluvionali e 0,5 per i depositi argillo-limosi. Parametro D (profondità della superficie piezometrica) Non sono disponibili punti di misura per la soggiacenza della falda nell intorno delle aree di interesse; pertanto si fa riferimento alle misure effettuate nei pozzi che servono l acquedotto P.R.G.C. Dorzano 6 Variante Parziale 5

comunale localizzati più a nord; la superficie piezometrica è rilevabile in tali punti a profondità comprese tra 18 e 22 metri dal piano campagna. Al parametro D è stato, quindi, attribuito un valore pari a 0.7 corrispondente a soggiacenze comprese tra 10 e 20 metri. Sulla base dei valori dei parametri assunti ne è stato eseguito il prodotto per la definizione dell indice GOD. Depositi colluviali: GOD=0,175 Depositi fluvioglaciali: GOD=0,210 Depositi morenici: GOD=0,245 2.3 - Descrizione della carta della vulnerabilità valutata mediante il metodo GOD I valori dell indice di vulnerabilità sono stati interpolati a definire una carta della vulnerabilità intrinseca dell acquifero superficiale dell area secondo il metodo GOD (Foster & Hirata, 1987); l elaborazione ha restituito una sola classe principale corrispondente al grado di vulnerabilità BASSO ovvero vulnerabilità in caso di inquinanti conservativi rilasciati in maniera continua (Foster et alii, 2002). Le condizioni che determinano il grado di vulnerabilità sono diverse. Protezione che i terreni superficiali di origine colluviale offrono all acquifero superficiale: l acquifero è coperto da una importante coltre di materiali fini che, avendo valori di permeabilità ridotti, fungono da protezione alla propagazione di un eventuale inquinante idroveicolato. Profondità della falda: a fronte di una granulometria prevalentemente sabbioso-ghiaiosa la soggiacenza è prossima a 20 metri quindi risulta il parametro più influente tra i tre che concorrono alla determinazione del grado di vulnerabilità. 3. CONCLUSIONI I parametri che contribuiscono in maggior misura alla protezione della falda freatica sono la presenza di terreni superficiali a litologia prevalentemente fine e gli alti valori di soggiacenza. La presenza contemporanea di questi due parametri è garanzia di un grado di protezione maggiore della falda superficiale. P.R.G.C. Dorzano 6 Variante Parziale 6