Progetto Esiti occupazionali. Sintesi del Rapporto



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Transcript:

Provincia di Roma Assessorato Politiche Giovanili e Formazione Professionale Dipartimento XI - Servizio 2 Formazione Professionale Progetto Esiti occupazionali Esiti occupazionali degli allievi che hanno frequentato attività in tirocinio formativo presso le imprese della Provincia di Roma Sintesi del Rapporto (a cura dell IRES e del CLES) Roma, maggio 2007

2 Il rapporto è stato curato da Lucia Costanzo, Francesca Dota, Cristina Oteri, Daniela Pieri e Mariangela Piersanti. Ringraziamo tutte le persone che hanno concorso alla realizzazione della ricerca: i tirocinanti che con la loro disponibilità ci hanno permesso di realizzare l indagine ed i rappresentanti degli enti promotori, degli imprenditori e delle associazioni sindacali per le informazioni forniteci. Un ringraziamento particolare va ai dirigenti e al personale della Provincia di Roma e della Regione Lazio per il costante supporto e per i preziosi suggerimenti che ci hanno dato nel corso del progetto.

3 Indice 1. I TIROCINI ATTIVATI DALLA PROVINCIA DI ROMA... 4 1.1. LE IMPRESE CHE UTILIZZANO I TIROCINI... 5 1.2. LA METODOLOGIA DI INDAGINE... 6 2. PROFILI E MOTIVAZIONI DEI PARTECIPANTI E MODALITA DI SVOLGIMENTO DEL TIROCINIO... 8 2.1. I PROFILI DEI TIROCINANTI INTERVISTATI... 8 2.2. LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE ALL AVVIO DEI TIROCINI... 9 2.3. I CANALI DI INFORMAZIONE SULLE ATTIVITÀ DI TIROCINIO... 10 2.4. LE RAGIONI DELLA PARTECIPAZIONE AI TIROCINI... 11 2.5. LE AZIENDE CHE HANNO OSPITATO I TIROCINI... 12 2.6. LE MODALITÀ DI SVOLGIMENTO DEL TIROCINIO... 12 2.7. LA COMPATIBILITÀ DEL TIROCINIO CON IL PROGETTO DIDATTICO FORMATIVO... 13 2.8. LE INTERRUZIONI DEL TIROCINIO... 15 3. ESITI OCCUPAZIONALI DEI PARTECIPANTI AI TIROCINI... 16 3.1. LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE A 6 E 12 MESI DALLA CONCLUSIONE DEL TIROCINIO... 19 3.2. GLI OCCUPATI E LE OCCUPATE A 6 MESI DALLA CONCLUSIONE DEL TIROCINIO... 20 3.2.1. Tassi di occupazione in base alle caratteristiche dei partecipanti... 20 3.2.2. Le caratteristiche delle imprese e le professioni svolte... 21 3.2.3. La qualità dell occupazione, caratteristiche dei lavori e differenze di genere... 22 3.2.4. I canali di accesso al mondo del lavoro... 24 3.2.5. Le valutazioni dei partecipanti sull efficacia della formazione ai fini dell inserimento lavorativo... 25 3.3. GLI OCCUPATI E LE OCCUPATE A 12 MESI DALLA CONCLUSIONE DEL TIROCINIO... 26 3.3.1. Tassi di occupazione in base alle caratteristiche dei partecipanti... 26 3.3.2. Le caratteristiche dell occupazione trovata... 28 3.4. I DISOCCUPATI/E... 29 3.5. GLI INATTIVI/E... 31 3.6. LE TRANSIZIONI FRA LE CONDIZIONI OCCUPAZIONALI TRA I 6 E I 12 MESI DALLA CONCLUSIONE DEL TIROCINIO: CARATTERISTICHE E PERCORSI... 33 3.6.1. I sempre occupati... 34 3.6.2. Gli occupati a 6 mesi ma non a 12 dalla conclusione delle attività... 36 3.6.3. I disoccupati a 6 mesi ma occupati a 12 dalla conclusione delle attività... 37 3.6.4. I sempre disoccupati o inattivi... 38 3.7. LE CARATTERISTICHE E I PERCORSI DEI PARTECIPANTI CHE GIÀ AVEVANO UN OCCUPAZIONE ALL AVVIO DEL TIROCINIO... 39 3.8. IL GRADIMENTO DELL ESPERIENZA DI TIROCINIO... 42 4. LE OPINIONI DEGLI IMPRENDITORI, DEGLI ENTI PROMOTORI E DELLE ASSOCIAZIONI SINDACALI SULLO STRUMENTO DEL TIROCINIO... 47 4.1. L ESPERIENZA DELLE IMPRESE... 47 4.1.1. L attivazione dei tirocini: il rapporto con l Ente promotore... 47 4.1.2. Le modalità e le ragioni di utilizzo del tirocinio... 49 4.1.3. Un primo bilancio dell esperienza: le proposte delle imprese... 50 4.2. L ESPERIENZA DEGLI ENTI PROMOTORI... 52 4.2.1. Le caratteristiche delle imprese e i profili richiesti... 52 4.2.2. Le caratteristiche dell utenza... 55 4.2.3. Il servizio erogato dagli Enti promotori... 56 4.2.4. Un primo bilancio dell esperienza: le proposte degli Enti promotori... 57 4.3. L ESPERIENZA E LE PROPOSTE DELLE ASSOCIAZIONI SINDACALI... 59 5. CONCLUSIONE E QUADRO SINOTTICO DEI PRINCIPALI RISULTATI DELL INDAGINE SUI TIROCINI... 63

4 1. I TIROCINI ATTIVATI DALLA PROVINCIA DI ROMA I dati e le informazioni analizzate nel presente lavoro fanno riferimento ai tirocini attivati dalla Provincia di Roma attraverso i Centri per l Impiego (CPI) 1 le esperienze di Percorso Lavoro 2 e di Sportello Lavoro 3. Complessivamente, tra il 2004 e il primo semestre del 2006, i tirocini avviati dalla provincia di Roma sono stati più di 12 mila, di cui: 11.464 attraverso i CPI; 450 attraverso gli Sportelli Lavoro; 225 mediante il bando di Percorso Lavoro. Nell ambito delle attività del progetto Esiti occupazionali si è provveduto con la collaborazione della Provincia, alla costruzione di una banca dati sui tirocini promossi nell arco temporale che va dal 2005 al primo semestre del 2006, contenente le informazioni su un campione 4 di 2.250 tirocini, di cui 1.796 attivati dai Centri per l Impiego (79,8%), 229 dagli Sportello Lavoro (10,2%) e 225 da Percorso Lavoro (10%). I soggetti che hanno svolto un tirocinio nel periodo considerato sono costituiti nel 60% da donne. Nel complesso la maggior parte dei tirocinanti ha un età compresa tra i 20 e i 24 anni (43,1%), segue la classe che va dai 25 ai 29 anni (circa 31%). Da evidenziare che ben il 23% di essi ha più di 30 anni e inoltre si rileva anche la presenza di quarantenni (prevalentemente donne). Il tirocinio, dunque, non coinvolge soltanto i giovanissimi, ma anche persone al di sopra dei 30 anni che, presumibilmente, non sono al loro primo ingresso nel mondo del lavoro. Considerando i tirocinanti per genere e classe di età si evidenziano alcune differenze: seppure, per entrambi i sessi, la maggiore concentrazione si verifica in corrispondenza della classe di età 20-24 anni, tuttavia, gli uomini svolgono il tirocinio in età più giovane rispetto alle donne; inoltre, quasi un quarto delle tirocinanti ha più di 30 anni (Tab.1.1) ad indicare, presumibilmente che, per gli uomini il tirocinio è soprattutto uno strumento di 1 I Centri per l Impiego hanno il ruolo di Ente promotore del tirocinio: curano la stipula della convenzione tra l azienda ospitante e il tirocinante e ne supervisionano il relativo progetto formativo. 2 Il progetto Percorso Lavoro promosso dalla Provincia di Roma ha previsto l attivazione di tirocini formativi della durata di 6 mesi, con un impegno settimanale per il tirocinante di 30 ore, un rimborso di 500 euro al mese e un attestato finale delle competenze acquisite. 3 Il progetto Sportello Lavoro, ha previsto la creazione di 21 Sportelli in 11 zone del territorio provinciale. L obiettivo è stato lo svolgimento di attività finalizzate all inserimento lavorativo di persone disoccupate, tra cui la promozione di tirocini formativi. 4 Nella ricostruzione della banca dati sono state incontrate alcune difficoltà, poiché al momento dell indagine i Centri Provinciali non avevano ancora terminato il processo di informatizzazione e standardizzazione dei dati, sicché si è riusciti, con la collaborazione dei Centri stessi, a reperire soltanto una parte dei nominativi dei tirocinanti. Di conseguenza, non è stato possibile ricostruire in maniera completa le informazioni sull universo dei partecipanti alle attività di tirocinio promosse dalla Provincia di Roma.

5 primo ingresso al lavoro, mentre per le donne è anche uno dei tentativi di stare nel mercato. Tabella 1.1 Numero dei tirocinanti per genere e classi d età Genere Maschio Femmina Totale Classi di età v.a. % v.a. % v.a. % Fino a 19 anni 35 4,6 22 1,9 57 3,0 Da 20 a 24 anni 361 47,5 468 40,2 829 43,1 Da 25 a 29 anni 205 27,0 390 33,5 595 30,9 Da 30 a 34 anni 107 14,1 194 16,7 301 15,6 Da 35 a 39 anni 23 3,0 56 4,8 79 4,1 Oltre 40 anni 29 3,8 34 2,9 63 3,3 Totale 760 100,0 1.164 100,0 1.924 100,0 N.D. 326 - Tot complessivo 2.250 Fonte: Elaborazioni su dati Provincia di Roma ATI Ires Cles srl Cesos Cepri Software Consulting Passando al titolo di studio 5, si rileva che una quota consistente di tirocinanti, ben il 46%, ha conseguito la licenza media o al massimo un attestato di qualifica, il 35% circa è in possesso del diploma e il 20% ha raggiunto il traguardo della laurea. Dunque, un primo dato significativo da rimarcare è la tendenza all inserimento nel tirocinio di ragazzi con profili formativi mediobassi, che attraverso tale strumento possono avere l opportunità di accrescere il proprio curriculum formativo e di effettuare dei percorsi di alternanza scuolalavoro professionalizzanti. Se confrontiamo il dato appena evidenziato con le fonti Istat è possibile rilevare che i tirocinanti sono in media un po meno istruiti degli occupati nel complesso residenti nel Lazio e in Italia. 1.1.Le imprese che utilizzano i tirocini Circa il 40% dei tirocini attivati dalla provincia di Roma è stato svolto in imprese operanti nel settore del Commercio; il 18% in Enti della Pubblica Amministrazione e il 15,1% in imprese fornitrici di servizi (in particolare, l 8% nei servizi alle persone e il 7,1% nei servizi alle imprese). Coerentemente con la struttura produttiva della Provincia, si registra una ridotta percentuale di tirocini attivati nell Industria (4,8%) e una quasi totale assenza di tirocini effettuati nel settore agricolo (soltanto un caso). 5 Purtroppo per questa informazione non si dispone di dati complessivi, perché molti sono risultati i casi per i quali questa informazione non è stata registrata; pertanto, la descrizione sarà riferita strettamente ai 767 giovani (su 2.250) per i quali è stato inserito il titolo di studio come informazione di base.

6 Tabella 1.2 Settori economici delle aziende ospitanti Settori v.a. % Commercio all'ingrosso e al dettaglio 460 39,5 Alberghi e ristoranti 42 3,6 Trasporti, magazzinaggio e comunicazione 35 3,0 Intermediazione monetaria e finanziaria 12 1,0 Attività immobiliari 6 0,5 Noleggio automezzi, macchinari e beni 3 0,3 Informatica e attività connesse 50 4,3 Ricerca e sviluppo 3 0,3 Servizi alle imprese, ricerca, attività immobiliari, informatica, noleggio 93 8,0 Amministrazione pubblica e difesa 210 18,0 Istruzione 6 0,5 Sanità e assistenza sociale 6 0,5 Altri servizi pubblici, sociali e personali 83 7,1 Altri settori 100 8,6 Industria 56 4,8 Agricoltura 1 0,1 Totale 1.166 100,0 Non disponibile 1.084 Totale 2.250 Fonte: Elaborazioni su dati Provincia di Roma ATI Ires Cles srl Cesos Cepri Software Consulting Un ultima informazione desumibile dai dati in nostro possesso riguarda la durata dei tirocini. Più della metà dei tirocinanti (pari al 50,4%) ha svolto un tirocinio di una durata compresa tra i 5 e i 6 mesi, e molto consistente risulta la percentuale di coloro che hanno effettuato questa esperienza formativa per un periodo non superiore ai 4 mesi, di cui una quota significativa (circa un quarto) risulta avere durata anche di un mese. Si tratta prevalentemente di tirocini attivati nella grande distribuzione o anche di casi in cui l esperienza è stata interrotta prima del termine stabilito per motivi personali, di studio, di lavoro o di non soddisfazione. Vi è, poi, una minoranza di soggetti che ha svolto un tirocinio della durata da 7 a 12 mesi; infine, soltanto in un caso la durata del tirocinio ha superato i 12 mesi, periodo previsto - come viene stabilito dalla normativa vigente - soltanto per i soggetti disabili. 1.2.La metodologia di indagine L attività di ricerca è stata organizzata in due fasi. Una prima fase ha riguardato la realizzazione di una survey rivolta ad un campione di soggetti che hanno partecipato ad attività di tirocinio promosse dai Centri provinciali e che hanno concluso il percorso formativo da almeno sei mesi. A questo scopo, è stato predisposto un questionario strutturato che è stato somministrato mediante intervista telefonica realizzata con il sistema C.A.T.I. (Computer Assisted Telephone Interviewing). Per la selezione del campione, si è partiti dall'elenco dei tirocinanti fornito da ciascun Ente promotore della Provincia di Roma (CPI, Sportello Lavoro,

7 Percorso Lavoro). La mancanza (o l errata archiviazione) del recapito telefonico ha costituito la principale difficoltà incontrata nel percorso di indagine e peraltro ha anche condizionato la ricostruzione dell universo complessivo dei tirocinanti. Di conseguenza, il campione degli intervistati è stato autodeterminato a partire dalla disponibilità del recapito telefonico 6. Il box 1 riporta le principali aree tematiche del questionario. Una seconda fase della ricerca è stata volta ad un approfondimento di carattere qualitativo finalizzato alla comprensione del punto di vista, maturato in base all esperienza nel campo, degli attori locali coinvolti nella gestione e nell attuazione dei tirocini in ambito provinciale. Sono state effettuate interviste qualitative rivolte a testimoni privilegiati individuati tra i referenti territoriali delle attività: 1) enti promotori; 2) aziende ospitanti; 3) sindacati. Come strumento di rilevazione è stata utilizzata una griglia di intervista focalizzata su alcuni aspetti attinenti all utilizzo del tirocinio formativo e di orientamento. Si è richiesto inoltre agli intervistati di evidenziare i cosiddetti punti di forza del tirocinio, nonché le problematiche e le eventuali proposte migliorative. BOX 1 - Aree tematiche del questionario. - Principali descrittori dell intervento formativo: denominazione dell attività di tirocinio, data di conclusione e canale di accesso all esperienza; Caratteristiche del tirocinante all avvio e conclusione dell attività: considera l insieme degli aspetti della condizione del tirocinante nel mercato del lavoro e la sua propensione a svolgere un attività lavorativa; Condizione professionale a 6/12 mesi dalla chiusura dell intervento: esamina la condizione del tirocinante a due diverse scadenze successive alla conclusione delle attività, esplorando anche il caso di soggetti rientrati in percorsi di istruzione-formazione; Caratteristiche attività lavorativa a 6/12 mesi dalla chiusura dell intervento (qualità del lavoro, sbocchi professionali ecc.): rileva le tipologie di attività lavorativa associate a coloro che hanno trovato occupazione in data successiva a termine del tirocinio, inclusa la verifica delle transizioni da una condizione all altra (occupato-non occupato-inattivo) e degli elementi di coerenza dal lavoro con il percorso formativo affrontato; Sezione ad hoc tirocini: approfondisce aspetti di carattere individuale (motivazioni e valutazione finale) ma anche elementi descrittivi della realizzazione dell esperienza in azienda. 6 Per approfondimenti sul campionamento, si veda la parte metodologica generale contenuta nel Rapporto di ricerca in versione estesa.

8 2. PROFILI E MOTIVAZIONI DEI PARTECIPANTI E MODALITA DI SVOLGIMENTO DEL TIROCINIO 2.1.I profili dei tirocinanti intervistati Come accennato, nell ambito dell indagine sono state intervistate 502 persone che nel 2005 e nel primo semestre del 2006 avevano preso parte a tirocini promossi dalla Provincia di Roma. In particolare sono stati analizzati i dati relativi ai Centri per l impiego (319 interviste), ai progetti di Percorso Lavoro (129 interviste) e Sportello Lavoro (54 interviste). La partecipazione ai tirocini promossi dalla Provincia di Roma è caratterizzata da una marcata prevalenza femminile (le donne sono più del 60% del totale dei partecipanti) e la composizione per classi di età mostra un ampia presenza di tirocinanti di età compresa tra i 20 e i 29 anni (che costituiscono più del 73% del totale), sebbene non manchino soggetti in età adulta, con il 21% di ultra trentenni e una piccola ma pur sempre significativa - quota di over 40 (12 partecipanti in tutto, pari al 2,4% del totale) (Grafico 2.1). Grafico 2.1 Partecipanti ai tirocini, per classi di età Oltre 40 anni Da 35 a 39 anni Da 30 a 34 anni Da 25 a 29 anni Da 20 a 24 anni Fino a 19 anni 2,4 3,2 3,0 17,9 27,9 45,6 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 Fonte: Indagine diretta ATI Ires Cles srl Cesos Cepri Software Consulting La netta maggioranza dei partecipanti è caratterizzata da livelli intermedi di istruzione: il 61% è infatti in possesso di un diploma (soprattutto a indirizzo tecnico). Di tutto rilievo è anche la presenza di laureati, che costituiscono ben il 28% degli intervistati, una percentuale piuttosto elevata se confrontata con il

9 livello di istruzione degli occupati in generale. Tra i laureati, inoltre vi è una significativa presenza di soggetti anche in possesso di titoli post-universitari 7. 2.2.La condizione occupazionale all avvio dei tirocini All avvio dei tirocini il 14% degli intervistati si è dichiarato occupato, mentre più del 61% era disoccupato (di cui il 27,7% in cerca di prima occupazione) e il 24,5% inattivo (per motivi di studio, nella maggioranza dei casi). 8 Le donne, che ricordiamo coprono complessivamente oltre il 60% del campione, erano il 56% degli occupati, il 64% dei disoccupati e il 59% degli inattivi. Tra le donne disoccupate, inoltre, si rileva una presenza di disoccupati in senso stretto nettamente più elevata rispetto agli uomini. Analogamente a quanto rilevabile nel mercato del lavoro italiano, tra le donne, rispetto al sotto-gruppo maschile, vi è sia una minore percentuale di occupati (13% contro il 16,5% degli uomini), sia una maggiore percentuale di disoccupati in senso stretto (oltre cinque punti percentuali di differenza). Meno alta, in confronto a quella maschile, è invece la quota delle persone inattive (la maggior parte studenti): pari rispettivamente al 25,8% per gli uomini e al 23,7% per le donne. Tabella 2.1 Partecipanti ai tirocini: condizione occupazionale all'avvio del tirocinio, per genere. Condizione occupazionale all'avvio del Maschi Femmine Totale tirocinio v.a. % v.a. % v.a. % Occupato 32 16,5 40 13,0 72 14,3 Disoccupato alla ricerca di una nuova occupazione tot. Occupati 32 16,5 40 13,0 72 14,3 59 30,4 109 35,4 168 33,5 In cerca di prima occupazione 53 27,3 86 27,9 139 27,7 tot. Disoccupati 112 57,7 195 63,3 307 61,2 Studente 47 24,2 62 20,1 109 21,7 Giovane in età di obbligo formativo (15-18 anni) In servizio di leva o in servizio civile sostitutivo Altro inattivo (casalinga, inabile, ritirato dal lavoro) 3 1,5 9 2,9 12 2,4-0,0 1 0,3 1 0,2-0,0 1 0,3 1 0,2 tot. Inattivi 50 25,8 73 23,7 123 24,5 Totale 194 100,0 308 100,0 502 100,0 Fonte: Indagine diretta ATI Ires Cles srl Cesos Cepri Software Consulting 7 Va evidenziato che rispetto all universo dei partecipanti, nel campione di intervistati vi è una sottorappresentazione dei soggetti in possesso della sola licenza media, poiché in alcuni casi sono stati più difficilmente rintracciabili, in altri meno disponibili a concedere l intervista. Nel campione vi sono, inoltre 16 soggetti appartenenti a categorie svantaggiate e 9 persone straniere. 8 In dettaglio, tra gli inattivi vi sono 109 studenti, 12 giovani in età di obbligo formativo, un giovane in servizio di leva e un intervistato classificato come altro inattivo.(tab. 2.1)

10 Proseguendo nell analisi delle caratteristiche degli intervistati all avvio del tirocinio, è interessante notare che la quota di occupati cresce all aumentare dell età, ma soltanto fino alla classe relativa ai 30-34enni (nella quale i tirocinanti in possesso di occupazione costituiscono un quarto del totale). Tra i più anziani prevalgono invece i disoccupati in senso stretto (che, tra quanti hanno più di 35 anni, superano il 65%). Un dato che testimonia gli effetti dell espulsione dal lavoro che colpisce le classi (se pur giovanili) di età più elevata e impone a questi soggetti di rimettersi in gioco, utilizzando anche strumenti di inserimento certamente non pensati per sostenere l inserimento di disoccupati in età adulta. La distribuzione dei disoccupati (sia quelli in senso stretto, sia quelli in cerca di prima occupazione) nelle diverse classi di età mostra una concentrazione massima di ventenni (in particolare di soggetti in età compresa tra i 20 e i 24 anni) e una presenza rilevante di soggetti di età compresa fra i 30 e i 34 anni. E invece nettamente più ridotta la presenza di disoccupati di età superiore, pur essendo presente una quota pari all 8,5% di soggetti con più di 35 anni in cerca di un impiego. La maggior parte di soggetti esterni alle forze di lavoro (inattivi) è costituita da studenti (88,6%), mentre è nettamente meno ampia la quota di giovani in obbligo formativo (ossia, in età compresa tra i 15 e i 18 anni) che rappresentano poco meno del 10% del campione. Del tutto marginale è infine la presenza di altre tipologie di inattivi (come, ad esempio, dei giovani soggetti al servizio di leva, delle persone esclusivamente impegnate nei lavori domestici oppure di quanti si sono ritirati dal lavoro). 2.3.I canali di informazione sulle attività di tirocinio Il più efficace canale informativo sembra essere quello informale, costituito dal passa-parola tra amici e conoscenti (per il 20,7% di intervistati), sebbene anche i Centri per l impiego sembrino rappresentare utili intermediari per i partecipanti ai tirocini organizzati dalla Provincia di Roma (con poco meno del 19% di indicazioni in tal senso). Considerando anche la percentuale di tirocinanti che ha ricevuto le informazioni dai Centri Informagiovani e dagli sportelli di orientamento presenti nel territorio provinciale si nota che complessivamente oltre un quarto degli intervistati ha usufruito dei servizi pubblici per ottenere utili informazioni sull inserimento lavorativo. Un dato dunque che, se pur migliorabile, testimonia l efficacia degli sforzi compiuti dalle Amministrazioni nell offrire punti locali di informazione sul lavoro. Strumenti di informazione molto utilizzati sono anche quelli di comunicazione di massa a carattere tradizionale come la radio e la stampa indicati da più del 17% degli intervistati, ma anche quelli a carattere innovativo come internet, ad esempio, che ha costituito la principale fonte di informazione per il 10% dei partecipanti. Meno citati, sebbene non irrilevanti nell orientare i tirocinanti, sono stati, inoltre, gli istituti scolastici (indicati dall 8,8% dei partecipanti), così come gli Sportelli di orientamento, i Centri disoccupati e gli Informagiovani nonché le iniziative personali (ciascuno di questi canali ha fornito un primo contatto a poco più del 6% di intervistati). Minore capacità di trasmettere informazioni è stata invece mostrata dai centri di formazione, dagli

11 uffici degli Assessorati alla formazione di Regione e Provincia (ciascuno citato da circa il 3% degli intervistati), così come dalle aziende ospitanti. Non stupisce che, a seconda del livello di istruzione, si osservino preferenze dissimili per i diversi canali informativi disponibili. Aumenta infatti, al crescere del grado di istruzione, l impiego di internet oppure il ricorso ai mezzi di comunicazione di massa di tipo più tradizionale. Si osservano, invece, maggiori preferenze al decrescere dei livelli di istruzione per i canali informali, oppure per il ricorso all iniziativa personale. I canali di conoscenza utilizzati cambiano anche a seconda della condizione professionale di partenza: come già detto, per tutti gli intervistati ha contato molto la rete parentale e amicale, ma per gli occupati un ruolo di rilievo è stato assunto anche dalle pubblicità veicolate dai mass media (20%). Per i disoccupati hanno svolto, invece, un ruolo di primo piano i Centri per l impiego, (24,8%) mentre per gli inattivi (studenti, nella maggior parte dei casi) a fornire un primo orientamento e informazioni di base sono stati soprattutto gli istituti scolastici (26,2%). 2.4.Le ragioni della partecipazione ai tirocini Oltre il 40% degli intervistati ha partecipato a un tirocinio per far fronte alla necessità di entrare o rientrare nel mondo del lavoro, mentre il 23% ha intrapreso questo percorso formativo per arricchire il proprio curriculum. Meno frequente è invece l esigenza di imparare un mestiere, oppure di farsi conoscere da un potenziale datore di lavoro (entrambe le indicazioni raccolgono poco meno del 15% di preferenze). Del tutto minoritarie, infine, sono le motivazioni di tipo puramente economico, legate cioè alla possibilità di ottenere rimborsi-spese, (indicate soltanto dagli uomini) oppure collegate ad esigenze di tipo personale o, ancora, dipendenti dal carattere di obbligatorietà della partecipazione al tirocinio. Naturalmente si osservano delle variazioni nelle motivazioni alla partecipazione al tirocinio a seconda della condizione occupazionale di partenza degli allievi. La ragione principale che ha spinto quanti erano già occupati prima della partecipazione al tirocinio a prender parte a questa esperienza è sostanzialmente legata a obiettivi di inserimento lavorativo, più che di arricchimento culturale. Gli intervistati hanno infatti evidenziato sia l esigenza di rientrare nel mondo del lavoro (30,6%, una percentuale comunque inferiore rispetto al valore risultante per il campione nel complesso), sia quella di conoscere nuovi datori di lavoro, sia, ancora, di arricchire il proprio curriculum. Anche buona parte dei disoccupati (quasi la metà) indica comprensibilmente nell inserimento occupazionale la ragione principale di partecipazione ai tirocini, mentre la maggioranza degli inattivi è motivata dall esigenza di arricchire il proprio portfolio professionale (38,2%), trattandosi, come visto precedentemente, in buona misura di studenti.

12 Tabella 2.2 - Partecipanti ai tirocini: motivazione della partecipazione al tirocinio, per condizione professionale all'avvio del tirocinio. - Motivazione della partecipazione Occupato Disoccupato Inattivo Totale Per imparare un mestiere 18,1 14,0 12,2 14,1 Per entrare/rientrare nel mondo del lavoro 30,6 47,6 30,1 40,8 Per farsi conoscere da un potenziale datore di lavoro 20,8 15,6 9,8 14,9 Per arricchire il proprio curriculum professionale 23,6 16,6 38,2 22,9 Per il rimborso offerto - 1,6-1,0 Interessi personali 4,2 2,9 4,1 3,4 Era obbligatorio 2,8 1,6 5,7 2,8 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 Totale (v.a.) 72 307 123 502 Fonte: Indagine diretta ATI Ires Cles srl Cesos Cepri Software Consulting 2.5.Le aziende che hanno ospitato i tirocini La distribuzione settoriale delle aziende ospitanti risente naturalmente delle caratteristiche del tessuto produttivo della provincia di Roma. Come atteso, pertanto i tirocini promossi dalla Provincia di Roma hanno una fortissima vocazione terziaria: nell 87% dei casi si tratta, infatti, di imprese che forniscono servizi prevalentemente a carattere commerciale (34,1%), di supporto alle imprese (17,7%) o informatico (8%). Rilevante anche il ruolo dei servizi sociali e personali oltre che di pubblica utilità (come, ad esempio, la sanità e l istruzione). Per quanto riguarda le imprese a carattere industriale (che rappresentano il 12,5%), si osserva una presenza quasi esclusiva ed equamente rappresentata dei comparti edile e manifatturiero. Del tutto residuale è, invece, la presenza di aziende impegnate nella produzione e distribuzione di acqua, energia e gas. 2.6.Le modalità di svolgimento del tirocinio L esame della tipologia di lavori svolto dai tirocinanti mostra una forte caratterizzazione terziaria, coerente con il tessuto produttivo provinciale. Aggregando le diverse attività svolte dagli intervistati si osserva che gli ambiti professionali interessati dai tirocini sono stati, nel 28,3% dei casi le Professioni impiegatizie e segretariali nel 25% le Professioni tecniche e nel 22% circa le Professioni qualificate nei comparti del commercio, servizi e turismo. Seguono, in ordine di frequenza, le iniziative destinate a sostenere la formazione e l inserimento di figure operaie e assimilate e di appartenenti alle Professioni intellettuali e ad elevata specializzazione (5%). Meno ricorrenti, invece, le iniziative finalizzate alla formazione di operatori nel sociale o nell assistenza all infanzia. Come si può notare (Tab. 2.3) la distribuzione dei partecipanti per macrotipologia di tirocinio e genere mostra un modello di divisione del lavoro assai tradizionale. Tra le donne, infatti prevalgono le attività di tipo segretariale e

13 impiegatizio, mentre tra gli uomini sono più frequenti le attività di tipo informatico e operaie. Le donne inoltre sono state maggiormente coinvolte in iniziative riguardanti ambiti professionali di livello elevato (riferiti, in particolare, alle Professioni intellettuali, scientifiche e fortemente specializzate ). Tabella 2.3 - Macro-tipologia di tirocinio, per genere. - Maschi Femmine Totale Macrotipologia di corso frequentato v.a. % v.a. % v.a. % Professioni intellettuali e ad elevata specializzazione 8 4,1 17 5,5 25 5,0 Professioni tecnico-amministrative 32 16,5 43 14,0 75 14,9 Professioni tecnico-scientifiche 2 1,0 7 2,3 9 1,8 Professioni tecnico-informatiche 26 13,4 13 4,2 39 7,8 Impiegati/segretari 38 19,6 104 33,8 142 28,3 Educatori/insegnanti/formatori - - 14 4,5 14 2,8 Operatore nei servizi sociali/prima infanzia - - 17 5,5 17 3,4 Estetisti/parrucchieri - - 2 0,6 2 0,4 Qualificati nel commercio/ servizi/turismo 45 23,2 68 22,1 113 22,5 Artigiani, operai specializzati 8 4,1 3 1,0 11 2,2 Operai semiqualificati 17 8,8 9 2,9 26 5,2 Professioni non qualificate 18 9,3 11 3,6 29 5,8 Totale 194 100,0 308 100,0 502 100,0 Fonte: Indagine diretta ATI Ires Cles srl Cesos Cepri Software Consulting Passando alle concrete modalità di svolgimento dei tirocini, vediamo che l impegno orario richiesto ai tirocinanti è stato, nel 40% dei casi, compreso tra le 20 e le 30 ore settimanali e nel 45% tra le 31 e le 40 ore. La quota residua di partecipanti è, poi, equamente ripartita nelle classi orarie estreme (ossia, in quelle di entità inferiore alle 20 e superiore alle 40 ore a settimana). Gli orari inferiori alle 30 ore settimanali sono maggiormente diffusi nel terziario e caratterizzano soprattutto i tirocini femminili. Sempre in riferimento agli orari osservati nel corso delle esperienze aziendali, i partecipanti hanno dichiarato che, nell 89% dei casi, quelli concordati corrispondevano a quelli effettivamente svolti, sebbene a più del 9% di intervistati sia stata richiesta una presenza più prolungata di quanto inizialmente pattuito. 2.7.La compatibilità del tirocinio con il progetto didattico formativo Nell ambito della ricerca si è anche indagato sul rapporto tra le esperienze effettuate sul campo e il progetto formativo di partenza: i risultati mostrano come per la grande maggioranza dei tirocinanti (l 80,9%) vi sia stata una sostanziale coerenza. Tra quanti rilevano discrepanze tra il momento progettuale e quello attuativo, una parte minoritaria dichiara di essersi trovato a svolgere compiti rispetto ai quali si sentiva inadeguato e privo di sufficienti strumenti professionali (il 5,6% del totale), mentre una quota più ampia denuncia di essere stato adibito a mansioni dequalificanti (il restante 12,4%). Vi è infine una piccolissima quota (1,2%) di tirocinanti che non era neppure a

14 conoscenza del fatto che le mansioni fossero concordate nel progetto. Un elevata coerenza tra contenuti progettuali e esperienza svolta in azienda si rileva, ancora, tra quanti hanno seguito percorsi formativi destinati a qualifiche operaie, artigiane e agricole ma anche tra i tecnici informatici e gli addetti nel commercio. Ad aver subito maggiori demansionamenti sono stati invece soprattutto quanti hanno seguito percorsi riguardanti le professioni di tipo tecnico-scientifico e l educazione e l assistenza all infanzia (in quest ultimo gruppo la presenza di tirocinanti all oscuro dell esistenza di una definizione delle mansioni nel progetto formativo è pari al 7,1%) (Tab. 2.4). Tabella 2.4 - Svolgimento mansioni diverse da quelle concordate nel progetto didatticoformativo, per macro-tipologia di corso frequentato. - Mansioni diverse da quelle concordate Sì, al di sopra delle mie competenze Sì, non idonee e dequalificanti No Non sapevo fossero concordate Totale Professioni intellettuali e ad elevata specializzazione 4,0 20,0 76,0-100,0 Professioni tecnico-amministrative 8,0 13,3 76,0 2,7 100,0 Professioni tecnico-scientifiche 22,2 22,2 55,6-100,0 Professioni tecnico-informatiche 2,6 12,8 84,6-100,0 Impiegati/segretari 3,5 14,1 81,0 1,4 100,0 Educatore/insegnante - 21,4 71,4 7,1 100,0 Operatore nei servizi sociali/prima infanzia 11,8 5,9 82,4-100,0 Estetisti/parrucchieri 50,0-50,0-100,0 Qualificati nel commercio/servizi/turismo 6,2 8,0 85,0 0,9 100,0 Artigiani, operai specializzati - 9,1 90,9-100,0 Operai semiqualificati - 11,5 88,5-100,0 Professioni non qualificate 10,3 10,3 79,3-100,0 Totale 5,6 12,4 80,9 1,2 100,0 Fonte: Indagine diretta ATI Ires Cles srl Cesos Cepri Software Consulting I tirocinanti hanno contato sul costante sostegno di un tutor soltanto nel 60% dei casi 9. Per una quota più ridotta di intervistati pari al 22% - il tutor aziendale non ha, invece, offerto che una presenza saltuaria e, per la parte restante, (17,3%) si è osservata una totale assenza di questa fondamentale figura di sostegno all esperienza in azienda. Importante anche il ruolo di supporto svolto dal personale qualificato interno alle aziende ospitanti, presenza costante nel 58,4% dei casi ma che si è limitata alla sola supervisione di specifiche attività per un quarto dei tirocinanti. 9 Un dato è analogo è emerso anche nell indagine sugli Esiti occupazionali dei tirocini in Abruzzo, condotta da Abruzzo Lavoro nel 2003-2004, dalla quale si attesta che su 658 tirocinanti intervistati solo il 62,8% è stato affiancato da un tutor (cfr. www.abruzzolavoro.com).

15 Tabella 2.5 - Presenza di un tutor durante il tirocinio in azienda - Presenza del tutor in azienda Totale Sì, costantemente 60,6 Sì, saltuariamente 22,1 No 17,3 Totale 100,0 Totale (v.a.) 502 Fonte: Indagine diretta ATI Ires Cles srl Cesos Cepri Software Consulting 2.8.Le interruzioni del tirocinio Poco meno del 10% degli intervistati ha abbandonato l esperienza intrapresa, nella maggior parte dei casi perché non corrispondente alle aspettative ma anche in ragione di esigenze o problemi a carattere personale. I soggetti che hanno mostrato maggiore costanza nella partecipazione sono stati soprattutto le donne e i giovanissimi, mentre le percentuali più alte di fuoriusciti si osservano tra i soggetti di età compresa tra i 35 e i 39 anni (qui gli abbandoni sfiorano il 36%) soprattutto a causa della mancata coerenza tra il percorso e le aspettative dei partecipanti ma anche grazie alle occasioni di impiego intervenute nel corso della partecipazione al tirocinio (che sembrano aumentare al crescere dell età). Tabella 2.6 Partecipanti ai tirocini: esito dell'attività formativa, per genere. - Esito attività formativa Maschi Femmine Totale L'ho conclusa e ho ottenuto l'attestato 56,2 63,3 60,6 L'ho conclusa ma non ho ottenuto l'attestato 33,0 28,2 30,1 Non l'ho conclusa per motivi di famiglia/personali 3,6 1,9 2,6 Non l'ho conclusa perchè ho trovato lavoro 2,1 1,9 2,0 Non l'ho conclusa perchè non rispondeva alle mie aspettative 3,1 3,9 3,6 Non conclusa per motivi di studio 1,0 0,6 0,8 Non conclusa su decisione dell'azienda ospitante 1,0-0,4 Totale 100,0 100,0 100,0 Totale (v.a.) 194 308 502 Fonte: Indagine diretta ATI Ires Cles srl Cesos Cepri Software Consulting Le percentuali più elevate di interruzioni dell attività formativa si rilevano tra i partecipanti con i livelli di istruzione più elevata (ossia, con titoli di studio postuniversitari) tra i quali soltanto l 80% ha portato a conclusione l esperienza. E ipotizzabile, che i soggetti più istruiti possano avere trovato opportunità da loro giudicate migliori. Maggiore perseveranza si rileva invece tra i diplomati, i quali fanno osservare tassi di permanenza superiori al 93%.

16 3. ESITI OCCUPAZIONALI DEI PARTECIPANTI AI TIROCINI In questo capitolo si svolge un analisi della condizione occupazionale dei partecipanti ai tirocini, articolata in relazione a diversi gruppi di intervistati che scaturiscono sia dalle diverse condizioni di partenza, sia dai diversi percorsi seguiti nell arco temporale preso a riferimento per l indagine. Una descrizione sintetica dei percorsi analitici è riportata nella figura della pagina seguente. In primo luogo, vengono presi in considerazione solo gli intervistati che all avvio dell attività formativa erano in condizione di non-occupazione (disoccupati, in cerca di prima occupazione, studenti e inattivi). Si tratta di 430 intervistati (85,7% del campione) dei quali sono stati analizzati i percorsi nel mercato del lavoro successivi alla conclusione dell attività formativa. A questo scopo, il gruppo di intervistati è stato fatto pari a 100 per tutte le successive presentazioni tabellari, grafiche e di commento. All interno di questo gruppo si procede ad un ulteriore selezione, isolando i soli intervistati che, 6 mesi dopo la conclusione del tirocinio, risultavano occupati in senso stretto o avevano comunque svolto qualche ora di lavoro nello stesso periodo di tempo 10. Questo sotto-gruppo ha una consistenza numerica di 274 intervistati (63,7% del totale). Vengono poi analizzate le caratteristiche dei 156 restanti intervistati che, nei 6 mesi successivi alla conclusione della formazione, erano fuori dal mercato del lavoro, tra disoccupazione/ricerca della prima occupazione. Nella successiva analisi della condizione occupazionale a 12 mesi dalla conclusione del tirocinio, la numerosità del gruppo di intervistati si riduce ulteriormente rispetto al totale del campione, passando a 234 intervistati (il 54,4% del totale dei non occupati all avvio), poiché 196 intervistati avevano concluso il tirocinio meno di 12 mesi prima dell intervista e non è stato, dunque, possibile rivolgere loro la domanda sulla condizione occupazionale un anno dopo il termine della formazione. Anche in questo caso i componenti questo sottogruppo vengono considerati come totale e le percentuali riportate a 100 su questo valore assoluto. Successivamente, vengono definiti ulteriori percorsi analitici in grado di descrivere le transizioni nelle condizioni occupazionali dei componenti i diversi sottogruppi. A tal fine sono stati identificati quattro possibili combinazioni tra le condizioni occupazionali che tracciano quattro diversi percorsi, in riferimento al periodo osservato: i partecipanti sempre occupati, sia a distanza di 6 che di 12 mesi dalla conclusione del tirocinio; i partecipanti occupati dopo 6 mesi ma che hanno successivamente perso il lavoro; 10 L analisi ha considerato i cosiddetti occupati nel complesso, ossia la somma di coloro che si sono dichiarati occupati e di coloro che pur non essendosi dichiarati occupati, hanno comunque svolto nel periodo di riferimento delle attività lavorative.

17 i partecipanti che non erano occupati trascorsi 6 mesi ma lo erano dopo 12 ; i partecipanti che sia dopo 6 mesi, sia dopo 12 mesi, si trovavano in condizione di non occupazione o di inattività. Infine, vengono analizzati i 72 intervistati che erano occupati all avvio del tirocinio, al fine di verificare se nel percorso professionalizzante abbiano migliorato la loro condizione occupazionale o la qualità del lavoro.

18 Indagine trascorsi 6 mesi: 430 partecipanti intervistati Indagine trascorsi 12 mesi: 234 partecipanti intervistati Transizioni 6-12 mesi: analisi sui 234 partecipanti intervistati sia a 6 sia a 12 mesi Campione com plessivo -502 - Non occupati Non occupati all avvio all avvio - 430 - - 430-430, di cui Occupati Occupati -274- -274- + Non occupati o Non occupati o inattivi inattivi - 156 - -156-234, di cui Occupati Occupati - 161 - - 161 - + Non occupati o Non occupati o inattivi inattivi - 73 - - 73 - Sempre Sempre occupati occupati - 128 - - 128 - + Occupati Occupati a 6 mesi a 6 mesi ma non a 12 mesi ma non a 12 mesi - 18 - -18- + Disoccupati Disoccupati a 6 mesi ma a 6 mesi ma occupati a 12 mesi occupati a 12 mesi - 33 - -33- + Sempre Sempre disoccupati disoccupati o inattivi o inattivi - 55 - - 55 - Indagine trascorsi 6 mesi: 72 partecipanti intervistati Indagine trascorsi 12 mesi: 35 partecipanti intervistati Occupati Occupati all avvio all avvio -72- -72-72, di cui Occupati Occupati - 62 - -62-35, di cui Occupati Occupati - 31 - -31- + Disoccupati* Disoccupati* -10- -10- *(non presenti *(non presenti inattivi) inattivi) + Disoccupati* Disoccupati* -4- -4- *(non presenti *(non presenti inattivi) inattivi)

19 3.1.La condizione occupazionale a 6 e 12 mesi dalla conclusione del tirocinio 11 Osservando i percorsi degli intervistati a partire dalla condizione occupazionale all avvio (in questa parte dell analisi, di non occupazione o di inattività), si nota un impatto significativo della attività di work experience in termini di occupazione: come mostra la tabella 3.1, a distanza di 6 mesi dal termine delle attività risultava occupato il 63,7% degli intervistati. Si rileva una migliore performance tra i disoccupati (67,4%) rispetto agli inattivi (54,5%). Fra la restante parte di intervistati, il 21,4% a distanza di 6 mesi dalla conclusione del tirocinio permane in una condizione di non occupazione, mentre il 14,9% in una condizione di inattività. In quest ultimo gruppo, va evidenziato che gran parte dei componenti proveniva da una condizione iniziale di inattività, determinata principalmente dallo status di studente. Tabella 3.1 - Condizione occupazionale dei partecipanti ai tirocini all'avvio ed a 6 mesi dalla conclusione. - Condizione occupazionale a 6 mesi Condizione occupazionale all'avvio Occupati Disoccupati Inattivi Totale v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % Disoccupati 207 67,4 83 27,0 17 5,5 307 100,0 Inattivi 67 54,5 9 7,3 47 38,2 123 100,0 Totale complessivo 274 63,7 92 21,4 64 14,9 430 100,0 Fonte: Indagine diretta ATI Ires Cles srl Cesos Cepri Software Consulting Trascorsi 12 mesi, si osserva una crescita degli occupati (68,8%), ed una contestuale diminuzione dei disoccupati (19,7%) e degli inattivi (11,5%). Tabella 3.2 - Condizione occupazionale dei partecipanti ai tirocini all'avvio ed a 12 mesi dalla conclusione. - Condizione occupazionale a 12 mesi Condizione occupazionale all'avvio Occupati Disoccupati Inattivi Totale v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % Disoccupati 107 72,8 36 24,5 4 2,7 147 100,0 Inattivi 54 62,1 10 11,5 23 26,4 87 100,0 Totale complessivo 161 68,8 46 19,7 27 11,5 234 100,0 Fonte: Indagine diretta ATI Ires Cles srl Cesos Cepri Software Consulting Se si prende in considerazione soltanto il gruppo di intervistati osservabile nell arco di 12 mesi, 12 si evidenzia che: 11 Si fa riferimento, come accennato, al gruppo di intervistati che non risultava occupato all avvio del tirocinio (430 individui)

20 - la grande maggioranza di coloro che erano occupati a 6 mesi, lo sono anche a 12 mesi (si tratta dell 87,7%), mentre il 7,5% è passato ad una condizione di disoccupazione ed il 4,8% ad una di inattività; - fra coloro che a 6 mesi erano in una condizione di disoccupazione, il 35,4% trascorso un anno ha trovato un occupazione, mentre il 64,6% è rimasto nella condizione di disoccupazione; - il 40% di coloro che trascorsi 6 mesi erano inattivi, a distanza di un anno ha trovato un occupazione, mentre il 10% è passato ad una condizione di disoccupazione ed il restante 50% permane in una condizione di inattività. Tabella 3.3 - Condizione occupazionale dei partecipanti ai tirocini a 6 ed a 12 mesi dalla conclusione. - Condizione occupazionale a 12 mesi Condizione occupazionale a 6 mesi Occupati Disoccupati Inattivi Totale v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % Occupati 128 87,7 11 7,5 7 4,8 146 100,0 Disoccupati 17 35,4 31 64,6 - - 48 100,0 Inattivi 16 40,0 4 10,0 20 50,0 40 100,0 Totale complessivo 161 68,8 46 19,7 27 11,5 234 100,0 Fonte: Indagine diretta ATI Ires Cles srl Cesos Cepri Software Consulting 3.2.Gli occupati e le occupate a 6 mesi dalla conclusione del tirocinio 3.2.1.Tassi di occupazione in base alle caratteristiche dei partecipanti Il gruppo di coloro che a sei mesi di distanza dal termine del tirocinio sono risultati occupati è composto prevalentemente da donne (che rappresentano il58%). Oltre il 45% dei componenti il gruppo ha un età compresa tra i 20 e i 24 anni, il 30% circa ha tra i 25 e i 29 anni, mentre i soggetti con più di 30 anni rappresentano circa un quinto del gruppo. Le donne sono in media più anziane degli uomini (le età medie sono di 25,4 anni per gli uomini e di 26 per le donne) e tra di esse vi è una significativa rappresentanza di persone al di sopra dei 30 anni (22,6%). In questo gruppo vi è un livello di scolarizzazione medio-alto, infatti, sebbene il titolo di studio prevalente sia il diploma (64,2%), vi è una elevata presenza di laureati (24,8%). Osservando le performance occupazionali associate alle variabili socioanagrafiche dei tirocinanti, si notano valori più elevati in corrispondenza del genere maschile (71% a fronte del 59,3% delle donne), delle fasce di età centrali, dai 25 ai 34 anni, e di livelli di istruzione medi (diploma di scuola media superiore). I tassi di occupazione divengono, invece, più critici per le donne, per coloro che hanno più di 35 anni (con una caduta drastica del tasso 12 Si tratta, come più volte accennato, degli individui che, all interno del campione di indagine dei non occupati all avvio, hanno concluso le attività da oltre 12 mesi e per le quali è quindi possibile procedere al confronto fra la situazione a 6 mesi e quella a 12 mesi.

21 di occupazione in particolare superati i 40 anni, che raggiunge il 33,3%) e paradossalmente per i laureati e i livelli di istruzione post laurea. Tabella 3.4 - Tasso di occupazione a 6 mesi: le variabili socio-anagrafiche. - Variabile socio-anagrafica Tasso occupazione Maschi 71,0 Genere Femmine 59,3 Classe di età Titolo di studio Totale complessivo 63,7 Fino a 19 anni 60,0 Da 20 a 24 anni 61,1 Da 25 a 29 anni 70,9 Da 30 a 34 anni 68,7 Da 35 a 39 anni 50,0 Oltre 40 anni 33,3 Totale complessivo 63,7 Licenza media 65,2 Diploma media superiore 65,7 Laurea 59,1 Post-laurea 50,0 Totale complessivo 63,7 Fonte: Indagine diretta ATI Ires Cles srl Cesos Cepri Software Consulting Tra gli occupati a 6 mesi di distanza dal termine dell attività più della metà ha svolto un tirocinio con le mansioni di lavoratore qualificato nei comparti del commercio, servizi e turismo, oppure con mansioni di tipo segretariale o impiegatizio. Correlando, infine, il tasso di occupazione a 6 mesi con la macrotipologia di tirocinio, si evidenzia una performance molto buona fra coloro che hanno svolto tirocini come estetiste/parrucchiere o come artigiano/operaio specializzati; così come i tirocini nel commercio/servizi/turismo. Buono, inoltre, l andamento dei profili tecnico-amministrativi, tecnico-informatici, e degli operai semiqualificati. A fronte di tali performance l unico valore basso è associato ai tirocini per educatori o insegnanti, che si attestano su un tasso di occupazione del 40%. 3.2.2.Le caratteristiche delle imprese e le professioni svolte Le imprese presso le quali, entro il primo semestre dalla conclusione dei tirocini, hanno trovato impiego i partecipanti all esperienza sono prevalentemente di piccole dimensioni (più del 47% ha infatti meno di 25 addetti): la grande impresa ha dato lavoro a poco più del 14% di questo gruppo mentre è decisamente meno rilevante la presenza e la capacità di creare occupazione delle imprese di media grandezza. Più dell 88% degli intervistati appartenenti a questo sotto-gruppo del campione in esame ha trovato lavoro nel terziario (tra le donne ben il 94% lavora nei diversi comparti di questo settore, mentre tra gli uomini la percentuale è dell 81%) e in particolare nel commercio che ha mostrato maggiori capacità di attrazione e di impiego; accanto, un peso significativo è assunto dai servizi alle imprese e, in misura assai più ridotta, dal comparto del turismo e

22 ristorazione, da quello dell istruzione, dai trasporti e dall intermediazione finanziaria. Industria manifatturiera e costruzioni, poi, raccolgono e si dividono in parti quasi uguali la maggior parte della quota restante di occupazione. Analizzando l attività svolta dagli intervistati in termini di mansione si nota che poco meno di un quarto svolge funzioni impiegatizie, (segretario/a, impiegato, contabile) il 18% lavora con mansioni di addetto alle vendite e/o commesso, il 14,7% è un operaio, magazziniere o addetto alle pulizie. Vi sono poi in misura significativa cassieri, informatici, promotori, consulenti e impiegati. In merito alla coerenza della mansione svolta nel lavoro trovato con i contenuti formativi del tirocinio, oltre la metà degli occupati la trova pienamente coerente, il 21% soltanto in parte e il 26,5% non la trova affatto coerente, in ogni caso le opinioni differiscono in relazione alle attività svolte: così cassieri/e e addetti alle vendite sono tra coloro che vedono la maggior coerenza nel percorso effettuato, mentre gli operatori dei call center e i promotori/consulenti lamentano più frequentemente degli altri la poca coerenza dell attività formativa con il lavoro trovato. In generale, sono soprattutto, quanti hanno frequentato percorsi di formazione rivolti alle Professioni intellettuali, scientifiche e a elevata specializzazione, ma anche alle Professioni tecniche che si sono spesso trovati a occupare posizioni decisamente meno qualificate. Maggiore coerenza con il percorso formativo si osserva, invece, in relazione a quanti hanno trovato lavoro come Impiegati o intermedi, oppure come Operai specializzati o semiqualificati. 3.2.3.La qualità dell occupazione, caratteristiche dei lavori e differenze di genere Con riferimento alla tipologia di rapporti lavorativi, il lavoro standard è poco frequente, infatti poco più del 11% dei partecipanti è stato assunto a tempo indeterminato, mentre l apprendistato rappresenta la modalità più diffusa (con il 27,4% sul totale). Seguono le diverse tipologie di collaborazione (il 17,5% a progetto o coordinata e continuativa e più del 4% a carattere occasionale) e i contratti a tempo determinato (16,4%). Va inoltre evidenziata una quota di rilievo prossima al 13% di questo sotto-gruppo caratterizzata dall assenza di un contratto scritto e di copertura contributiva. L analisi di genere mette in evidenza che alle donne sono riservate le tipologie contrattuali meno tutelate, come ad esempio le collaborazioni, ma anche frequentemente i rapporti di lavoro informale o irregolare. Dal punto di vista contrattuale, le figure caratterizzate da maggiore stabilità (in quanto assunte a tempo indeterminato) e/o da maggiori tutele (come nel caso dei contratti a carattere subordinato anche se a tempo determinato) sono soprattutto quelle con elevate qualifiche in particolare, quadri o direttivi oppure elevate specializzazioni come nel caso dei capi-operai. I contratti di collaborazione vengono utilizzati invece soprattutto per le cosiddette professioni intellettuali, ma anche per gli impiegati. Il contratto di apprendistato viene, infine, applicato soprattutto agli operai (specializzati), ma anche a quanti svolgono attività non qualificate (sia nell industria che nel terziario).