HIV/AIDS SITUAZIONE NAZIONALE

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HIV/AIDS SITUAZIONE NAZIONALE

NEL 2011 A LIVELLO NAZIONALE I dati riportati da questo sistema di sorveglianza indicano che nel 2011 sono state segnalate 3.461 nuove diagnosi di infezione da HIV, H di cui il 75% sono maschi. Nel 2011, sono stati diagnosticati 5,8 nuovi casi di HIV positivo o ogni 100.000 residenti. La maggioranza delle nuove infezioni e attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono il 78,8% di tutte le segnalazioni (eterosessuali 45,6%; MSM 33,2%). Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2011 hanno un eta mediana di 38 anni per i maschi e di 34 anni per le femmine. Nel 2011, quasi una persona su tre diagnosticata come HIV positiva e di nazionalità straniera. L incidenza L HIV è distribuita diversamente nel territorio italiano tra gli italiani rispetto agli stranieri.. L incidenza L e di 3,9 nuovi casi tra italiani residenti e 21,0 nuovi casi tra stranieri s residenti.

DIFFUSIONE

TASSO DI INCIDENZA OGNI 100.000 ABITANTI

LA DISTRIBUZIONE NEL TEMPO La distribuzione dei casi adulti per anno di diagnosi e modalità di trasmissione evidenzia come il 54,2% del totale dei casi segnalati tra il 1982 e il 2011 sia attribuibile alle pratiche associate all uso di sostanze stupefacenti per via iniettiva (IDU; IDU + MSM). La distribuzione nel tempo mostra un aumento della proporzione dei casi attribuibili ai rapporti sessuali (eterosessuali e MSM; la prima rappresenta la modalità di trasmissione più frequente nell ultimo biennio) e una corrispondente diminuzione dei casi attribuibili alle altre modalità di trasmissione.

DISTRIBUZIONE NEL TEMPO

DISTRIBUZIONE NEL TEMPO

DISTRIBUZIONE NEL TEMPO

DISTRIBUZIONE NEL TEMPO

HIV/AIDS SITUAZIONE REGIONALE - PIEMONTE

LA SITUAZIONE In Piemonte, dal 1999 a oggi, circa 4.000 persone hanno avuto una diagnosi di HIV/AIDS, nell ultimo anno le diagnosi di infezione HIV sono state 262, 68 le diagnosi di malattia (AIDS). Le nuove diagnosi di infezione da HIV avvengono prevalentemente in uomini adulti, nei 2/3 dei casi italiani, le donne sono più presenti degli uomini nelle classi di età più giovani.

IN PARTICOLARE Nel 2011, il TASSO DI INCIDENZA DI NUOVE DIAGNOSI DI INFEZIONE DA HIV è stato pari circa 6 casi ogni 100.000 abitanti. Questo valore è in linea con quanto stimato a livello nazionale. A livello provinciale si riscontrano differenze, con valori superiori alla media regionale a Novara e Torino.

CASI E TASSI DI INCIDENZA

CASI E TASSO DI INCIDENZA L andamento dei casi e dei tassi di incidenza dal 1999 appare stabile, mentre nel 2011 si registra un calo di 37 casi rispetto all anno anno precedente.

IN PARTICOLARE Tra le nuove diagnosi di infezione quelle relative agli uomini sono la maggioranza, pari al 74% dei casi del 2011. Le donne risultano invece più numerose nella classe di età 15-24 anni e tra gli stranieri. Il RAPPORTO TRA DONNE E UOMINI tra le nuove diagnosi di HIV si mantiene costantemente inferiore a 1/3 per tutto l ultimo decennio. Negli ultimi cinque anni (2007-2011), 2011), la fascia di ETÀ PIÙ FREQUENTE tra le nuove diagnosi di infezione da HIV è quella che va dai 34 ai 44 anni. Le donne sono più giovani degli uomini: più della metà (51%) ha meno di 34 anni. Tra gli uomini i giovani (15-34 anni) sono circa il 30%.

L INFEZIONE PER CLASSI DI ETA

LA TRASMISSIONE L infezione da HIV si trasmette in Piemonte prevalentemente per via sessuale. Dal 2008, tra gli uomini, i rapporti sessuali non protetti con uomini sono la modalità più frequente, pari al 48% dei casi totali nel 2011.

TRASMISSIONE

NUMERO DI PERSONE CON HIV/AIDS E in costante aumento il numero delle persone che vivono in Piemonte con l infezione da HIV/AIDS, che ha raggiunto all inizio del 2012 circa le 7.600 unità,, pari a 1,7 casi ogni 1.000 abitanti.

ARMI A DISPOSIZIONE L infezione da HIV/AIDS rappresenta ancora uno dei principali problemi di sanità pubblica nella nostra regione sia per numerosità che per gravità.. I suoi determinanti sono prevalentemente legati a comportamenti sessuali (rapporti sessuali non protetti) che non vengono adeguatamente percepiti come rischiosi. La prevenzione resta la principale arma a disposizione, gli interventi devono però essere modulati in base alle caratteristiche delle persone a rischio a cui si rivolgono (donne, giovani, maschi che hanno rapporti sessuali con maschi).

GRAZIE PER L ATTENZIONE Dott.Valerio Brescia