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Transcript:

Dal Portale TIGULLIOVINO WineTrotter - Report del Vino a cura di Kate Maciejewska Firenze, la passerella del vino italiano di Kate Maciejewska La qualificata mostra enogastronomica TASTE nella ex-stazione Leopolda organizzata in collaborazione con PITTI IMMAGINE, la tappa del Festival delle più prestigiose bollicine di Franciacorta nell'elegantissimo Grand Hotel e persino la creazione dei vini "griffati" come quelli di uno degli stilisti italiani più in voga al momento, il fiorentino Roberto Cavalli, sono solo alcuni "segnali" che testimoniano la nascita (o forse meglio dire la rinascita) a Firenze di un importante polo per la valorizzazione del vino italiano. In questi tempi di generale sconvolgimento della realtà italiana Firenze, che può essere definita come una sorte di sofisticata passerella del vino di qualità, punta molto sull'immagine, giustamente convinta che oggigiorno il contenuto, pur eccellente, non conta più senza la sua adeguata "veste" che lo valorizza e lo rende unico. In questo senso Firenze è in grado di offrire tanto, perchè dispone di una cultura enologica invidiabile, imparagonabile con le altre città italiane e di una cultura di alta moda e design di qualità, entrambi molto radicate nella tradizione. Non per caso proprio a Firenze funziona una delle più conosciute "maison" delle etichette

del vino fondata e curata con una grande abilità e passione da Simonetta Doni. Questa stilista del vino, che nel passato ha creato e condotto il corso di grafica pubblicitaria nel prestigioso Istituto d'arte del Palazzo Spinelli di Firenze, definisce le etichette del vino "una vera e propria arte, che richiede una combinazione esperta di conoscenza e passione". Questa affermazione è valida anche per la moderna enologia e resta di augurarci che venga percepita da sempre più numerose aziende italiane, che intendono proporre all'esigente mercato mondiale i vini di qualità. Lo stesso "filone rinascimentale"segue anche la delegazione toscana della AIS, che proprio negli ultimi tempi cerca di rinnovarsi nello spirito e nella "veste" con la sua nuova rivista, perfetta da punto di vista grafico, che punta anche tanto sulle donne, finora poco considerate nel mondo dei sommelier toscani e italiani in genere. Simile "felice fermento" è visibile anche in città dove stanno nascendo una serie di wine bar moderni e attraenti da tutti punti di vista come "Sei Divino", dove si può bere e mangiare un po'di tutto. La loro vivace atmosfera, che richiama clienti molto diversi, non ha niente a che fare con le vecchie enoteche fiorentine frequentate ormai soltanto dai turisti, come lo storico locale di Antinori nel loro Palazzo in centro o conosciuta dai "vecchi" appassionati del vino enoteca "Boccadama" di Santa Croce. Tutto questo accade a Firenze, dopo gli anni di vera e propria crisi nel modo di presentare il vino. Questa stagnazione ha provocato la quasi totale scomparsa da Firenze del pubblico italiano appassionato di buon vino e cibo, che ora fortunatamente comincia a riscoprire il suo centro storico ormai frequentato soltanto da stranieri. Il Salone del Gusto TASTE, inserito nel calendario delle mostre organizzate da PITTI IMMAGINE, che cura i prestigiosi eventi nel settore moda (PITTI UOMO, BIMBO e FRAGRANZE; http://www.pittimmagine.com/) è nato dall'iniziativa del noto Gastronauta Davide Paolini. Giunto alla sua terza edizione, ha raccolto 170 aziende italiane selezionate, di nicchia, che producono cibo e bevande di indiscussa qualità (dal cioccolato alla pasta tradizionale e dal vino ai distillati). Eccellente da punto di vista estetico è stato l'allestimento dell'intera mostra svoltasi nella ex-stazione Leopolda di Firenze. Le stupende immagini in bianco - nero della fotografa Francesca Brambilla intitolate "Le mani in pasta" sono state appese all'entrata del complesso della Leopolda. All'interno della Leopolda invece il suggestivo allestimento di "Nonsoloalimentari", proponeva un sorta di viaggio attraverso i materiali della tradizione legata alla produzione di oggetti da tavola e da cucina in ceramica, metalli, vetro, legno e persino pasta ( (tradizionali pani figurativi realizzati dalla donne sarde di Ussussai). Tutti i pezzi sono stati realizzati da note aziende dell'artigianato italiano, in alcuni casi realizzati appositamente per TASTE, come i coltelli sardi con manico in corno di bufalo di Antonio Deroma.

Oltre alle prestigiose acetaie e alle qualificate distillerie italiane, tra le quali la trentina GENZIANA GIOVANNI BORONI e VARNELLI DAL 1868 della zona dei Monti Sibillini, ospite del TASTE è stato anche "Single Malt Club of Scotland", che durante il Salone ha organizzato una speciale degustazione dei suoi migliori whisky. Poche aziende vinicole presenti al Salone, tra le quali aziende del Consorzio Vino Chianti Classico, Tenuta di Capezzana, Lungarotti e Donnafugata possono essere considerate i veri e propri biglietti da visita della enologia italiana. In vista della prossima stagione calda, mi sono avvicinata ai vini bianchi presenti a TASTE, tra i quali ho notato un molto armonico e "attraente" bianco "Lignea" 2007 di DONNAFUGATA (Zibibbo e Catarratto), in questa ultima annata decisamente più perfetto di come lo ricordavo nel passato e il loro più "classico" e tranquillo "Vigna di Gabri" di Ansonica maturato in piccola parte nelle barrique (rispettivamente 6 e 7 Euro franco cantina); (http://www.donnafugata.it/). Non potevo perdere anche il bicchiere del bianco Trebbiano 2004 di CAPEZZANA. Questo interessante e insolito vino (visto l'uso del vitigno in genere non molto apprezzato per la produzione dei bianchi di qualità), prodotto dell'annata 2000, passa ben 15 mesi in barrique di rovere francese ed è disponibile sul mercato dopo 3 anni dalla vendemmia (10 Euro franco cantina). A testimoniare l'eccellenza di questa storica azienda di Carmignano è il fatto, che il suo "Villa di Capezzana" DOCG 2004 è stato l'unico vino rosso presente alla grandiosa cena di gala del matrimonio di Ivana Trump e Rossano Rubicond svoltosi il 12 aprile di quest'anno in Florida (http://www.capezzana.it/). Al salone fiorentino non poteva mancare anche l'olio d'oliva di qualità. Personalmente sono stata "conquistata" dalla gentilezza e saggezza del vero Principe siciliano Roberto Paternò Castello e del suo curatissimo e molto caratteristico olio prodotto lungo le pendici dell'etna. (http://www.agricolaragona.it/) Considerando l'indubbia eccellenza dei produttori presenti durante il Salone, il costo del biglietto d'ingresso di 8 Euro può essere giustificato come davvero conveniente. La tappa fiorentina del Festival di Franciacorta invece si e svolta nel bellissimo salone centrale del Grand Hotel, "adoperato" abitualmente dalla AIS Toscana per l'annuale edizione delle "Eccellenze Toscane", ovvero la presentazione dei vini toscani, che hanno

conquistato i 4 e 5 grappoli sulla guida AIS "Duemilavini" (la scorsa edizione primaverile ha visto la partecipazione di 120 produttori e loro ben 400 vini). Franciacorta, che, come dice il suo attuale slogan pubblicitario, vuole essere chiamato per nome (per distinguerlo nettamente dagli spumanti), si vanta di essere prodotto rispettando la massima di 100 quintali d'uva per ettaro contro almeno 120-140 quintali all'ettaro dichiarati dallo Champagne. I suoi 92 produttori e 342 viticoltori possiedono attualmente 2300 ettari di vigne DOCG (un aumento di ben 300 ettari soltanto nell'ultimo anno) e producono 8 milioni di bottiglie di vino all'anno (un aumento del 22 % nell'ultimo anno). La base di Franciacorta rimane sempre l'uva Chardonnay, che gli regala la sua ricchezza aromatica, segue sempre il crescente uso del Pinot Nero, che gli da la struttura importante e diminuisce l'uso di Pinot Bianco. Questa imponente crescita produttiva è affiancata negli ultimi tempi da una massiccia campagna pubblicitaria del quale è testimonianza il Festival itinerante di Franciacorta, fermatosi questa volta nella capitale toscana. E' da sottolineare che questo evento è accessibile a un vasto pubblico senza nemmeno un biglietto d'ingresso (a parte la cauzione per il bicchiere). Alla presentazione fiorentina di queste supertutelate (oggi anche con vera e propria carta d'identità telematica riferibile sul sito http://www.franciacorta.net/) bollicine italiane, organizzata dal Consorzio di Franciacorta in stretta collaborazione con AIS Toscana, sono state presenti 29 aziende. Durante la serata fiorentina è stata organizzata per il pubblico una bella degustazione-seminario di Franciacorta, dove è stato spiegato grosso modo l'intero mondo di questo vino. A illustrarla è stato un significativo campione di quattro diversi Franciacorta: - Franciacorta Pas Dosé Diamant 2002 di VILLA (Chardonnay 80%, Pinot Bianco 10%); come nel caso dei altri Pas Dosé si trattava di un Franciacorta molto particolare imparagonabile con le altre tipologie; da notare il suo complesso e fine profumo di crosta di pane e dei vari frutti (http://www.villafranciacorta.it/); - Franciacorta Brut P.R. di MONTE ROSSA (Chardonnay 100%); la totale presenza di Chardonnay lo rendeva senz'altro più "sottile" dei clasici Brut con l'aggiunta del più "deciso" Pinot Nero, ma in quel caso si faceva notare di più la delicatezza del suo profumo

(http://www.monterossa.com/); - Franciacorta Satèn 2002 di MONTENISA (Chardonnay 100%); anche se non sono la grande stimatrice di Chardonnay, ho notato la sua bella freschezza e nello stesso tempo complessità gustativa e un equilibrio generale; - Franciacorta Brut Rosé 2004 di FRATELLI BERLUCCHI (Chardonnay/Pinot Bianco 70%, Pinot Nero 30%); questo Rosé, elegantissimo già nel brillante e pulitissimo colore rosa con la nota salmone mi ha conquistato con il suo sapore fresco e deciso che riempiva la bocca e, insieme al suo delicato profumo di fiori e frutta, faceva pensare alla così attesa quest'anno primavera (http://www.berlucchifranciacorta.it/) Durante gli assaggi nei banchi del Grand Hotel, sono rimasta colpita dal particolare Franciacorta Brut di FERGHETTINA (Chardonnay 95%, Pinot Nero 5%); delicato nel profumo e pieno in bocca (http://www.ferghettina.it/), dal Franciacorta Gran Cuvée Brut 2004 di BELLAVISTA (Chardonnay 70%, Pinot Nero 30%); complesso negli aromi e con bella sapidità (http://www.terramoretti.it/) e dal classico, ma particolare Franciacorta Brut di MONTENISA (Chardonnay 70%, Pinot Bianco 20%). In conclusione, presentare e valorizzare il vino e il cibo di qualità proprio a Firenze dovrebbe diventare un obbligo, dato anche la massiccia presenza degli stranieri, sia studenti, sia i numerosi turisti, che spesso scelgono questa città come punto di riferimento per l'intero settore della enogastronomia italiana. Resta di augurarci di poter ospitare in questa città, una delle più belle del mondo, tante altre iniziative dedicate al buon bere e mangiare italiano. Kate Maciejewska fotografie : Kate Maciejewska