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Obiettivo 15-2010 in collaborazione con Mercato Italiano GRANO TENERO Il mercato nazionale è significativamente migliorato con prezzi in aumento da 3 a 5 euro/t. Gli scambi rimangono abbastanza tranquilli ed è l apprezzamento in atto sui mercati comunitari che sta determinando un aumento dei valori anche in Italia sia per la vecchia sia per la nuova campagna. Oltre che dal contesto estero, i valori del grano per uso zootecnico vengono sostenuti anche dal miglioramento del mercato del mais che, nonostante gli aumenti di prezzo, continua a rendere conveniente l uso del grano nei mangimi. I prezzi del grano nazionale in partenza sono pari a 145-146 euro/t per i rossi e 158-160 euro/t per i bianchi, mentre il grano panificabile in arrivo via camion in nord Italia vale 148-150 euro/t dalla Francia, 146-147 euro/t dalla Germania e 145-146 euro/t dall Ungheria. Il grano foraggero sui porti vale 146-148 euro/t sul pronto e qualche euro/t in meno per la prossima campagna, prezzi ai quali è possibile comprare il prodotto comunitario in arrivo via camion. Andamento dei prezzi nazionali ed esteri del grano tenero (2009) 350,00 325,00 300,00 275,00 Prezzi (euro/t) 250,00 225,00 200,00 175,00 150,00 125,00 100,00 10 feb. 17 feb. 24 feb. 3 mar. 10 mar. 17 mar. 24 mar. 31 mar. 7 apr. 14 apr. 21 apr. 28 apr. Ager BO N. Spring Ager BO Classe 1 Ager BO Classe 3 Francese partenza

GRANO DURO Anche se i prezzi sono leggermente migliori in qualche zona, il mercato rimane depresso e con scambi sempre scarsi. In alcune zone del centro Italia le condizioni meteorologiche degli ultimi due mesi sembrano aver arrecato qualche danno alle colture. I prezzi per il prodotto in partenza vanno da 145 euro/t a 157 euro/t per il vecchio raccolto. Andamento dei prezzi nazionali ed esteri del grano duro (2009) 315 295 275 Prezzi (euro/t) 255 235 215 195 175 155 135 10 feb. 17 feb. 24 feb. 3 mar. 10 mar. 17 mar. 24 mar. 31 mar. 7 apr. 14 apr. Ager BO Fino Centro Francese partenza 2 Hard Fob US Ager BO Fino Nord Andamento dei prezzi nazionali ed esteri 21 apr. 28 APRI. MAIS E SOIA Il mercato è in consistente rialzo sia sul vecchio sia sul nuovo raccolto. Anche per il mais gli aumenti sono sostanzialmente determinati dalla scarsità di merce posta in mercato da parte dei produttori sul pronto e dal timore, di qualche consumatore, che lo scenario per il nuovo raccolto possa essere sostanzialmente diverso da quello depresso della vecchia campagna. La domanda del consumo rimane tuttavia molto scarsa e buona parte degli scambi riguarda commercianti o piccoli consumatori; è ormai da diverse settimane che le quantità di cereali acquistate dai mangimisti per vecchio e nuovo raccolto riguardano fondamentalmente grano foraggero a prezzi competitivi su tutte le posizioni rispetto al mais. Anche se non con volumi enormi, sono ripresi gli acquisti di mais dall est Europa a prezzi nuovamente competitivi rispetto al prodotto nazionale, e sono da segnalare affari anche per le posizioni da ottobre a dicembre. I prezzi per il prodotto in partenza sul pronto sono pari a 146 euro/t in Friuli, 148-150 euro/t in Veneto e 150-152 euro/t in Emilia; il prodotto estero in arrivo è stato acquistato a valori fra 155-157 euro/t. Per la nuova campagna si parla di prezzi per il mais nazionale in partenza dal Veneto fra 152-155 euro/t per ottobre-dicembre, e 157-160 euro/t per il primo semestre 2011. Il mais estero è stato venduto per l autunno fra 155-158 euro/t arrivo via camion. I prezzi del seme di soia sono in aumento a 335 euro/t partenza per via degli aumenti di dollaro e Cbot e per i ritardi negli arrivi di merce sudamericana.

Mercato Estero GRANO TENERO Europa. Negli ultimi giorni le quotazioni dei grani sono aumentate di qualche euro/t unnonostante il contesto dei fondamentali non sia cambiato, negli ultimi giorni il mercato comunitario ha fatto registrare significativi aumenti sia per la vecchia sia per la nuova campagna. Non esiste motivo apparente per questi rialzi se non la spinta a migliorare valori che in molte zone sono fortemente penalizzanti per i produttori, che continuano a porre scarsissimo prodotto sul mercato, e la speranza che il migliorato contesto economico mondiale e l apprezzamento del dollaro consentano di incrementare le vendite fuori dalla Comunità. Con le licenze per 309.000 tonnellate concesse nella scorsa settimana, le esportazioni della corrente campagna hanno raggiunto 14,4 milioni di t contro i 17,9 milioni della campagna precedente. Anche le difficoltà logistiche determinate dagli scioperi in Francia stanno contribuendo a sostenere i valori del grano. Lo stato delle colture sembra ottimale dappertutto e Strategie Grains conferma una produzione di 134,2 milioni di t (129,7 milioni l anno scorso), ma riduce lo stock di riporto della campagna in corso da 16,3 a 14,6 milioni di t. I prezzi sono aumentati con il Matif che in Francia è arrivato a 132,25 euro/t e il grano di base che in Germania è pari a 116 euro/t; il mercato ungherese è invariato con prezzi intorno a 100 euro/t partenza grazie anche al deprezzamento del Fiorino ungherese. Mondo. L IGC (International Grain Council) nel rapporto di aprile indica un aumento dello stock finale di grano nel mondo da 196 a 199 milioni di t, e stima anche che, se nella prossima campagna il consumo mondiale di grano dovesse superare la produzione, l enorme stock iniziale dovrebbe limitare qualsiasi aumento di prezzo. In un clima da Weather Market (mercato influenzato dall andamento meteo) le quotazioni del grano sul Cbot hanno fatto registrare significativi aumenti (oltre 500 cent/bushel), grazie soprattutto agli acquisti dei fondi di investimento che hanno acquistato grano e soia. Il Kazakistan al 1 di Aprile ha esportato per la campagna in corso 5,7 milioni di t di grano (+ 32% rispetto all anno prima), mentre il mancato rimborso dell Iva agli esportatori continua a penalizzare fortemente le esportazioni di grano ucraino che nella prima quindicina di aprile sono calate del 45%. L Usda stima il rating del raccolto americano di grano al 69% da buono a eccellente con un aumento di 4 punti dalla settimana precedente, e il 42% dello scorso anno. I prezzi Fob in dollari/t sono pari a 201 dagli Usa, 200 dall Australia, 240 dall Argentina, 158 dall Ucraina e 172 dalla Russia. GRANO DURO Europa. Il mercato è sempre poco attivo con valori per il prodotto in partenza in Francia intorno a 150 euro/t. Mondo. IIl prezzo Fob Canada è pari a 225 dollari/t.

MAIS E SOIA Europa. I fattori che hanno determinato i recenti aumenti di prezzo del mais sono gli stessi del grano; la situazione del mais è però diversa in quanto lo stock finale di riporto della campagna in corso è quello fisiologico di tutti gli anni in una situazione di sostanziale equilibrio fra domanda e offerta. Il prezzo del mais rimane quindi fortemente legato a quello del grano e, per la campagna in corso, ogni potenziale aumento di prezzo del primo deve fare i conti con l ampia disponibilità del secondo. Con una superficie seminata sostanzialmente invariata (8,44 milioni di ettari contro gli 8,49 milioni della campagna precedente), Strategie Grains stima una produzione comunitaria per la prossima campagna in aumento da 57,12 a 58,33 milioni di t. I prezzi sono aumentati in Francia con il Matif a 144,5 euro/t e i prezzi Fob a 149,5 euro/t sia sull Atlantico che sul Mediterraneo, mentre il prodotto ungherese in partenza vale da 120 a 125 euro/t. Mondo. L IGC stima la produzione mondiale di mais al quantitativo record di 809 milioni di t e un consumo di 818 milioni grazie a un aumento dell utilizzo energetico. Le semine Usa di mais sono al 50-55% contro il 22% dello scorso anno in una situazione meteorologica molto buona. Il Governo cinese ha già posto sul mercato interno 1,1 milioni di t dei 1,3 milioni di prodotto delle riserve statali per calmierare i prezzi. Dopo i leggeri aumenti delle scorse settimane, che si sono generati in seguito a quelli della soia e agli acquisti dei fondi, i valori sul Cbot si sono stabilizzati a cavallo dei 360 Cent/Buschel. I prezzi Fob in dollari/t sono pari 169 dagli Usa, 164,3 dall Argentina, 162 dal Sudafrica e 178 dal Mar Nero.

varie Crisi profonda per il grano toscano Grano toscano mai così in basso, la crisi dei cereali in Toscana non si arresta. Servono misure urgenti, investimenti per superare la crisi e più tutela contro le «invasioni» di grano dall estero. L allarme della Cia Toscana è stato ribadito in occasione dell assemblea che si è tenuta a Braccagni (Grosseto) di fronte ai produttori cerealicoli di tutta la regione. Il prezzo attuale del grano è di 13 euro al quintale, mentre servirebbero almeno 30 euro come «soglia di sopravvivenza» dei produttori. «La coincidenza afferma la Cia Toscana fra crescita esponenziale dei costi di produzione e la crisi di mercato con i prezzi in continuo calo sta provocando una situazione in cui le aziende stanno chiudendo o dimettendo la produzione». Dati allarmanti: negli ultimi 5 anni, dal 2004 al 2009, la diminuzione delle superfici a grano duro in Toscana (ovvero la produzione tipica regionale) ha registrato un calo del -45%; mentre le superfici diminuzione del grano tenero sono diminuite del 47%. Prezzi: nel 2004 il grano duro costava 19 euro al quintale e nel 2009 15,25 euro/q; il grano tenero 19,8 euro/q nel 2004 e 15,5 euro/q nel 2009. Nel 2004, oltretutto, i costi di produzione erano fortemente più bassi e quindi il prezzo di mercato consentiva ai produttori di essere competitivi e di investire. «In questa situazione sottolinea Alessandro Del Carlo, presidenza Cia Toscana sono a rischio non soltanto le aziende agricole, ma l intera filiera; dalle strutture cooperative alle organizzazioni di prodotto, fino ai soggetti della trasformazione con il pericolo di perdere, anche in Toscana, un patrimonio economico importante rappresentato dai prodotti derivati con particolare riferimento alla pasta». Agli agricoltori aggiunge la Cia Toscana non si può chiedere di insistere nella produzione quando la condizione attuale è di sicura perdita economica. Infatti, i costi di produzione sono mediamente attorno ai 900 euro a ettaro, mentre i ricavi oscillano sui 600 euro a lordo del premio Pac. Ovvero 300 euro persi per ogni ettaro. «È necessario convocare con urgenza dice il presidente della Cia Toscana, Giordano Pascucci un tavolo regionale di settore per discutere i possibili interventi immediati, con lo spirito con il quale si affronta una vera e propria emergenza quale è quella del settore cerealicolo. Al Ministro dell Agricoltura chiediamo l attivazione delle Azioni previste dal piano cerealicolo nazionale incrementandone le risorse». Una richiesta che viene anche dall assemblea dei produttori cerealicoli: garantire la necessaria dotazione finanziaria per superare la crisi di mercato, per contrastare il crollo dei prezzi dei cereali; definire la tracciabilità del prodotto per tutelare e valorizzare la produzione italiana; rafforzare la filiera, per dare maggiore forza alle strutture economiche, come le cooperative e le organizzazioni di Prodotto; e sostenere le attività di trasformazione del prodotto, (pasta, pane, farina). Con il contratto il grano duro ci guadagna Lo scorso 27 aprile a Bologna, nell ambito di PastaTrend 2010, la Società interprofessionale grano duro (Sigrad) ha presentato, nel corso di un convegno dedicato al progetto finanziato dal Mipaaf, i risultati commerciali dell accordo quadro siglato nel 2005. Ricordiamo che Sigrad era stata costituita nel febbraio del 2004 da un gruppo di imprese operanti nel comparto del grano duro (4 primarie industrie, 14 cooperative e consorzi agrari e una ditta sementiera) al fine di presentare al Ministero un progetto di investimento ai sensi del decreto 1 agosto 2003 «Contratti di filiera». Per dare attuazione alle disposizioni del decreto, che prevedeva la commercializzazione di una plv pari ad almeno 3 volte l ammontare degli investimenti, i soci di Sigrad hanno stipulato nel febbraio del 2005 un accordo quadro, ispirandosi al decreto legislativo 102/05 appena entrato in vigore. Il volume minimo previsto era di circa 200.000 t (in quattro anni) di grano con caratteristiche qualitative definite e remunerate in funzione del loro livello (contenuto proteico, servizi resi dallo stoccatore). Nelle quattro campagne di commercializzazione dal luglio 2006 a oggi (considerando che siamo a fine aprile e che la campagna 2009-2010 non è ancora conclusa), i soci della Sigrad hanno stipulato ed eseguito contratti per oltre 192.000 t.

Questi quantitativi sono riferiti a grano duro prodotto nelle Marche, in Toscana e in Puglia secondo il disciplinare Sigrad, con un contenuto proteico non inferiore al 12,50% e peso specifico superiore a 79. Per quanto riguarda la determinazione del prezzo, sono stati presi a riferimento i listini di Foggia, per la Puglia, e Bologna, per Marche e Toscana. Al prezzo base sono state poi aggiunte le premialità per il contenuto proteico e le maggiorazioni per i servizi della struttura di stoccaggio (pre-pulitura, stoccaggio in purezza varietale, costo dello stoccaggio per consegne differite). Facendo il confronto tra le quotazioni del listino di Bologna (media minimomassimo al netto dei costi di trasporto) nel periodo 2007-2008 e i contratti Sigrad realizzati nello stesso periodo, il valore aggiunto medio è stato di poco superiore ai 20 euro/t, dovuti in larga parte alla qualità prodotta in campo. In Puglia la situazione è stata differente, nel senso che durante lo stesso periodo sono stati stipulati alcuni contratti con prezzo «chiuso», anche per consegne differite nei mesi successivi, e ciò perché il listino di Foggia registrava un certo ritardo rispetto alla tendenza rialzista in atto. In ogni caso, il livello qualitativo della merce consegnata ai semolifici è stato superiore ai livelli minimi previsti. L accordo quadro del 2005 prevedeva inoltre la stipula di contratti innovativi rispetto alle quotazioni di listino. Una prima sperimentazione con la formula del «prezzo misto», che prevede una parte del prezzo legata ai costi di produzione, stoccaggio più un margine per l azienda agricola, è stata fatta in provincia di Pesaro-Urbino. Considerando che si tratta della prima esperienza di piena applicazione di un accordo quadro nel comparto cerealicolo, il risultato di oltre 190.000 tonnellate in quattro anni è da ritenersi un segnale molto importante per tutto il settore delle colture seminative. Non resta che sperare, in questa situazione di profonda crisi dei prezzi, un significativo incremento dei volumi contrattati con le modalità descritte, nonché la diffusione, a livello nazionale, degli standard contrattuali e di qualità proposti da Sigrad.