Cambio fisso e dinamiche dei pagamenti: valutazioni e contromisure

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Transcript:

Cambio fisso e dinamiche dei pagamenti: valutazioni e contromisure www.panelcode.ch I. Cambio fisso e attività aziendale: valutazione della misura della BNS a un anno dalla sua applicazione Il 6 settembre 2011 la Banca Nazionale Svizzera (BNS) ha comunicato di voler intraprendere, nell ambito della sua competenza, interventi di politica monetaria per difendere il rapporto di cambio con l euro a 1.20 franchi, con l obiettivo dichiarato di intervenire oltre quella quota per evitare il rischio di deflazione. A distanza di un anno, attraverso lo strumento di analisi della congiuntura, abbiamo proposto un questionario di approfondimento sulla tematica del franco forte al mondo imprenditoriale ticinese per valutare sia l impatto generato da questo fenomeno sia le misure adottate per affrontarlo. 1. Valutazione della misura della Banca Nazionale Svizzera di fissare il cambio con l euro a 1.20 franchi Secondo la percezione media, le imprese ticinesi hanno accolto positivamente le azioni di politica monetaria attuate dalla BNS. Infatti, il mantenimento del rapporto di cambio con l euro viene ritenuto auspicabile e valutato sostenibile nel medio periodo. Scendendo nel dettaglio è possibile tuttavia delineare in maniera più precisa il profilo di valutazione della misura sotto diversi aspetti: in primo luogo, andando a verificare l effettiva efficacia in termini di impatto sulla gestione delle diverse attività imprenditoriali, secondariamente è possibile valutare se tale misura è percepita come sostenibile alla luce del suo grado di efficacia. 1.1. Valutazione in termini di ripercussioni sull attività Inizialmente, abbiamo chiesto di valutare la misura di fissare il cambio a 1.20 franchi per un euro in termini di ripercussioni sulla propria attività. La domanda sottoposta al campione di imprese aderenti al chiedeva: Come valuta la misura della BNS introdotta il 6 settembre 2011 di fissare il cambio con l'euro a 1.20 franchi per quanto ha inciso sulle attività in generale (1 = inefficace; 5 = efficace)?. Dalla distribuzione delle risposte riportata in Figura 1, è possibile notare come la valutazione sia sbilanciata verso un giudizio di moderata soddisfazione in merito all efficacia della misura posta in essere dalla BNS. Al di fuori del caso centrale per il quale un terzo del campione si è espresso per una valutazione indifferente della misura, la percentuale di coloro che la reputano pienamente efficace (16%) è maggiore rispetto al caso opposto di completa inefficacia (6%). Inoltre, anche nei casi più moderati prevale nettamente la percezione che la misura abbia generato degli effetti efficaci sull attività in generale: il 33% dei casi reputa

la misura moderatamente efficace, contro l 11% per cui il cambio fisso non ha avuto effetti così significativi sulle attività. Figura 1 Valutazione della misura BNS volta a fissare il cambio a 1.20, rispetto alle ripercussioni sull'attività in generale 35% 30% 25% 15% 5% 0% -2-1 0 1 2 inefficace efficace 1.2. Valutazione in termini di sostenibilità del cambio fisso a 1.20 Un ulteriore aspetto approfondito riguarda la valutazione della misura in termini di sostenibilità, intesa come capacità della BNS di mantenere nel tempo il rapporto valutario con l euro stabile. Da questo punto di vista gli operatori di diversi settori esprimono fiducia nella capacità della BNS di proseguire con le azioni di politica monetaria che consentono di mantenere il rapporto ai valori attuali. Alla domanda Come valuta la misura della BNS introdotta il 6 settembre 2011 di fissare il cambio con l'euro a 1.20 franchi per quanto riguarda il grado di sostenibilità da parte della BNS di mantenere la misura? in larga misura è prevalso un giudizio di fiducia (64%) per il mantenimento del cambio a 1.20 franchi (vd. Figura 2). Figura 2 Valutazione della misura BNS volta a fissare il cambio a 1.20, rispetto al grado di sostenibilità 70% 60% 50% 40% 30% 0% insostenibile sostenibile a valori attuali con margini di miglioramento

Circa un quarto dei rispondenti ha però manifestato perplessità ritenendo la difesa della misura insostenibile nel tempo (27%), mentre una piccola frazione (9%) ha infine ritenuto che la misura in essere possa avere dei margini di miglioramento, nel senso che la BNS avrebbe (o avrebbe avuto) la capacità di sostenere una soglia di un livello superiore a 1.20 franchi per un euro. Andando ad approfondire il livello di risposta sulla sostenibilità della misura grazie alla Tabella 1 di seguito proposta è possibile meglio delineare il profilo di valutazione delle diverse categorie di rispondenti al questionario. Posto 100 il valore complessivo per ogni tipologia di risposta, le percentuali lette sulla colonna mostrano in che modo sono distribuite le risposte alla domanda precedente sulla valutazione della misura. Una prima importante evidenza consiste nel rilevare che la composizione di coloro che ripongono la loro fiducia nella sostenibilità della misura ai valori attuali è formata in prevalenza da aziende che hanno avuto degli effetti positivi sulla loro attività (di cui 40% che la ritengono abbastanza efficace e 19% efficace). Rimane consistente in tutte le categorie di risposta una quota di indifferenti per cui la misura non è stata né inefficace ma neanche troppo efficace. Infine, all interno della pur piccola frazione che valuta la misura ulteriormente rafforzabile sono in prevalenza proprio coloro che ritengono efficace la misura in rapporto all impatto sulla loro attività a caratterizzare la distribuzione. Tabella 1 Valutazione della misura BNS in rapporto a quanto ha inciso sulle attività in generale e in termini di sostenibilità: tabella di contingenza (valori percentuali) Valutazione della misura BNS in rapporto a quanto ha inciso sulle attività in generale Valutazione della misura BNS in rapporto al grado di sostenibilità Insostenibile Sostenibile ai Con margini di valori attuali rafforzamento Inefficace 19 2 0 Non del tutto efficace 12 10 22 Indifferente 42 30 22 Abbastanza efficace 19 40 33 efficace 8 19 22 Totale 100 100 100 2. Incidenza sull attività aziendale del cambio fisso Dopo aver analizzato la percezione degli operatori in merito alla misura nella sua efficacia e sostenibilità, l attenzione si sposta ora su quello che sono stati gli effetti concreti sull attività aziendale e più specificatamente sul commercio di beni con l estero che è la componente della cifra d affari potenzialmente più toccata dal cambio.

In Figura 3 è rappresentata graficamente la situazione delle risposte alla domanda Rispetto a quando la misura è stata introdotta, in che maniera ha influito il rapporto di cambio del franco svizzero? rispettivamente per l attività in generale, per le importazioni e per le esportazioni di beni e servizi. Figura 3 Impatto del rapporto di cambio sulle attività in generale, sulle importazioni e sulle esportazioni di beni e servizi 50% 45% 40% 35% 30% 25% 15% 5% 0% molto negativa negativo non ha influito positiva molto positiva - sulle attività in generale: - sulle importazioni di beni/servizi: - sulle esportazioni di beni/servizi: In questo caso, più che una valutazione sugli effetti della misura, la percezione esprime in che modo il cambio abbia avuto ripercussioni dopo l entrata in vigore della soglia minima del rapporto tra la valuta europea e quella nazionale. Per tutte le categorie sotto analisi si può notare come gli impatti estremi ovvero valutazioni molto negative o molto positive abbiano relativamente poco peso nell intero ventaglio di risposte, mantenendosi rispettivamente in una fascia tra il 4-7% con il giudizio molto positivo in percentuale leggermente superiore rispetto a quello molto negativo. L indicazione principale si può derivare osservando la distribuzione delle risposte con una posizione più intermedia ma comunque schierata dalla quale si evince come le imprese ticinesi abbiano prevalentemente beneficiato dall introduzione del cambio fisso. In particolare, i maggiori benefici si sono evidenziati sulle attività in generale con uno scarto di 33 punti percentuali tra i giudizi positivi e quelli negativi (rispettivamente il 47% per gli uni contro un 14% degli altri), mentre per poco meno di un terzo (31%) del campione non si sono rilevate ripercussioni di rilievo, nel senso che il livello del rapporto di cambio è stato ininfluente. Un discorso analogo ma che sottintende una maggiore criticità è quello legato alle importazioni e alle esportazioni di beni e servizi. Per entrambi risulta infatti prevalere una posizione in cui prevale il giudizio positivo su quello negativo, ma la convinzione è in questi due casi meno marcata. Sul versante delle importazioni, la quota di operatori che non ha riscontrato

effetti significativi dal rapporto di cambio (41%) oltrepassa le percentuali di imprenditori per i quali i riflessi positivi sono stati riscontrati dal 34% contro un 14% di ripercussioni negative. Questa considerazione è ancora più marcata osservando il lato dell export, dove la quota di coloro per i quali l attuale rapporto di cambio è stato ininfluente si attesta a quasi la metà dei rispondenti (47%), anche se a esprimere giudizi negativi () rimane una percentuale inferiore rispetto a quanto riscontrato per quelli positivi. In generale, l interpretazione che si può trarre è che l avere a disposizione un rapporto di cambio stabile a 1.20 si è quindi dimostrato mediamente favorevole per l attività in generale andando a ridurre l incertezza negli scambi commerciali con l estero, anche se l impatto sulle importazioni e sulle esportazioni non è stato così significativo e determinante. 3. Strategie aziendali contro il franco forte La parte conclusiva del questionario relativo alla tematica della forza del franco è dedicata alle strategie considerate dalle aziende per affrontare il protrarsi dell attuale rapporto di cambio, così come garantito dalla BNS. Tra le alternative proposte nella domanda del questionario Per il 2012, se il corso del cambio dovesse mantenersi sui valori attuali, quali sono le strategie che la vostra azienda intende mettere in atto (ordinare da 1 - prima scelta - a 5 - ultima scelta)? figuravano: Nessuna strategia; Clausole di aggiustamento del prezzo e/o fatturazione in franchi; Misure di risparmio interne quali tagli al personale, riduzione dei salari o altri costi; Opzioni e derivati compresi contratti forwards, futures e financial hedging; Trasferimento delle attività all estero; Altro; La Figura 4 rappresenta graficamente in che modo gli operatori hanno classificato le diverse strategie nel loro ventaglio di azione. In primo luogo, decidere di non attuare nessuna particolare strategia (33%) e la messa in atto di misure interne di risparmio (32%) rappresentano le strategie che raccolgono il maggior numero di preferenze come prime scelte. Se da una parte la scelta strategica di immobilismo assorbe gran parte di coloro che non sono stati direttamente toccati dall evoluzione del tasso di cambio, va sottolineato come il primo tasto su cui gli operatori indirizzano la loro attenzione riguarda le scelte sul piano del personale e dei costi variabili quali il salario. La strategia meno ricercata (e conseguentemente meno impiegata ai primi posti) è l utilizzo di misure di copertura finanziaria attraverso l adozione di opzioni e derivati, che infatti ricopre maggiori quote nelle ultime posizioni (38% di consensi come ultima scelta), così come il trasferimento delle attività fuori dai confini nazionali, considerata a tutti gli effetti l opzione da implementare solo in ultima istanza (62% di preferenze come ultima scelta).

Figura 4 Ranking delle strategie aziendali in caso di mantenimento della soglia a 1.20 100% 90% 80% 70% 18% 15% 6% 6% 9% 23% 7% 15% 62% 60% 50% 40% 30% 0% 32% 18% 27% 33% 17% 29% 13% 16% 27% 1 2 3 4 5 trasferimento delle attività all'estero opzioni e derivati misure di risparmio interne clausole di aggiustamento del prezzo e/o fatturazione in franchi nessuna strategia 5% 38% 11% 23% II. Dinamiche dei pagamenti La seconda parte del sondaggio ha come approfondimento l indagine sui possibili cambiamenti nelle abitudini in termini di tempi di pagamento delle fatture da parte dei clienti o verso i fornitori, al fine di valutare se eventuali modifiche di tale comportamento possano aver influito sulla liquidità. Secondo le pratiche commerciali attualmente in essere, il saldo delle fatture avviene entro un termine stabilito dal contratto di vendita che può avere sostanziali differenze da stato a stato. Ad esempio, la dilazione di pagamento accordata in Svizzera è in prevalenza a 30 giorni (nell 89% dei contratti nel mercato domestico, rispettivamente dell 80% su quello cross-border). Mentre in Italia la stessa scadenza viene accordata solo nel 46% dei contratti domestici, rispettivamente nel 55% su quelli cross-border. Rispetto alla Svizzera, sono infatti maggiori i casi di termini di pagamento compresi tra i 60 e i 90 giorni e in alcuni casi oltre (Fonte: Dun&Bradstreet). Considerato questo aspetto che può giocare un ruolo nel confronto internazionale, il sondaggio mira ad indagare se rispetto al passato vi sia stata una modifica delle abitudini di pagamento da parte degli operatori dell economia ticinese.

4. Fatture emesse In primo luogo riportiamo le percezioni emerse dal campione di imprenditori in termini di ritardi nei pagamenti da parte dei clienti, considerando quindi le fatture emesse. Come è possibile osservare in Figura 5 dove è riportata la distribuzione delle risposte alla domanda Riguardo alle fatture emesse ai clienti dalla vostra impresa, nel corso del 2012, per i termini di pagamento è stato rilevato (dove 1 = forte ritardo, 5 = nessun ritardo) rispettivamente rispetto allo stesso periodo dell anno scorso, per i restanti mesi del 2012, per i termini di pagamento è previsto (1 = forte ritardo, 5 = nessun ritardo), le abitudini di pagamento sono piuttosto variegate. In particolare è interessante notare come le prospettive non si discostano di molto dallo stato attuale, suggerendo l aspettativa di una certa stabilità e fiducia nei confronti della clientela, specialmente quella che è più incline a rispettare i termini (nessun ritardo o lieve ritardo), dove il margine è molto ridotto. Le percezioni più pessimistiche sullo stato attuale delle situazioni in cui il ritardo si intensifica lo sono anche nelle prospettive, dove il margine si amplia. Un ulteriore elemento significativo risiede nella ridotta percentuale dei casi estremi di forte ritardo (6%) che non è in previsione di aumentare. Più consistente e scaglionata risulta invece essere la zona grigia che si situa tra i due casi estremi: pur esprimendo una media preoccupazione per il mancato rispetto delle scadenze contrattuali, la distribuzione è tuttavia sbilanciata verso la situazione più positiva di nessun ritardo che rappresenta nel complesso il 15% delle risposte. Figura 5 Rispetto dei termini di pagamento per fatture emesse alla clientela: stato attuale e prospettive 50 40 30 20 10 0 1 2 3 4 5 Forte ritardo Nessun ritardo Stato attuale Prospettive

5. Fatture ricevute Una volta effettuata l analisi sul comportamento della clientela, l investigazione si è dedicata ad indagare le abitudini di pagamento del campione di imprenditori ticinesi nei confronti dei propri fornitori, considerando quindi le fatture ricevute. Dall osservazione del grafico in Figura 6 appare evidente che gli operatori esprimono relativa fiducia nei propri mezzi e una marcata sicurezza nella capacità di far fronte alle scadenze delle fatture nel breve periodo. Figura 6 Rispetto dei termini di pagamento per fatture ricevute dalla clientela: stato attuale e prospettive 50 40 30 20 10 0 1 2 3 4 5 Forte ritardo Nessun ritardo Stato attuale Prospettive Alla domanda Riguardo alle fatture ricevute dai fornitori dalla vostra impresa, nel corso del 2012, per i termini di pagamento è stato rilevato (dove 1 = forte ritardo, 5 = nessun ritardo) rispettivamente rispetto allo stesso periodo dell anno scorso, per i restanti mesi del 2012, per i termini di pagamento è previsto (1 = forte ritardo, 5 = nessun ritardo) la metà del campione ha dichiarato di saldare le fatture nei termini stabiliti dal contratto. La restante parte centrale della distribuzione delle risposte che manifesta moderata difficoltà nel far fronte nei tempi previsti al pagamento delle fatture oscilla dal 6% al 24%, in quanto solo il 3% degli operatori è caratterizzato da forte ritardo. Anche in questo caso le prospettive non si discostano significativamente dalla valutazione sullo stato attuale, suggerendo una certa stabilità nel breve periodo nelle abitudini di pagamento. Inchiesta L indagine si è svolta nel mese di settembre sul campione delle imprese appartenenti a diversi settori dell economia privata ticinese aderenti al progetto. I dati elaborati sotto forma di grafici, tabelle e cifre si basano esclusivamente sulle risposte contenute nei 99 questionari raccolti, se non indicato diversamente. Per ulteriori informazioni:alessandro Airaldi, e-mail : alessandro.airaldi@panelcode.ch, tel: +41 58 666 42 27