Bilancio in chiaro-scuro per il 2012 delle aziende ticinesi e previsioni improntate alla prudenza per il 2013

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1 Comunicato stampa Inchiesta congiunturale 2012/2013 Bilancio in chiaro-scuro per il 2012 delle aziende ticinesi e previsioni improntate alla prudenza per il 2013 Il 2012 è stato un anno contrassegnato dalle difficoltà già emerse nel 2011 e sostanzialmente legate alla situazione del franco forte e alle gravi difficoltà della zona-euro. Tutto sommato, le aziende ticinesi hanno dimostrato di reagire abbastanza bene alle difficoltà. L andamento degli affari è infatti stato da soddisfacente a buono per il 67% delle aziende, il che rappresenta un risultato positivo. Da rilevare che, anche quest anno e come già nel 2010 e nel 2011, l impatto del franco forte sulle aziende ticinesi è più elevato rispetto a quello che hanno fatto registrare le aziende degli altri cantoni che hanno partecipato all inchiesta. Al complessivo 61% di imprese ticinesi che hanno subìto effetti negativi, corrispondono il 42% di Vaud, il 46% di Ginevra e il 45% di Neuchâtel. La misura della Banca nazionale svizzera (BNS) che ha fissato un tasso di riferimento a 1.20 per il cambio franco-euro, pur non risolvendo tutti i problemi, ha avuto diversi effetti positivi, perché in molti casi ha permesso di mantenere o migliorare i margini, facilitando quindi anche gli investimenti e il mantenimento del personale, di rinunciare a coperture assicurative sul rischio di cambio o di sbloccare investimenti. Con un 47% delle aziende che hanno operato investimenti, si può ritenere che il livello generale di investimenti sia stato soddisfacente. Dal punto di vista occupazionale, è stata registrata una stabilità dell effettivo per il 64% delle aziende, mentre il 21% ha aumentato il personale e il 15% lo ha ridotto, con valori sostanzialmente in linea con quanto era stato previsto alla fine del Pur essendo tali dati simili a quelli rilevati dagli altri cantoni, non si può nascondere una certa preoccupazione per la percentuale di aziende che hanno proceduto a riduzioni di personale, nel contesto di un mercato del lavoro sottoposto a pressioni e tensioni. Per il 2013 le stime prevedono un andamento degli affari da soddisfacente a buono per il 61% delle imprese e per l occupazione si stima una maggiore stabilità, con l 83% delle aziende che segnala l intenzione di mantenere l effettivo attuale. La propensione agli investimenti è data in leggero calo rispetto al 2012, con il 40% delle imprese che ne prevede, prudenza data soprattutto dalle incertezze regnanti nella zona-euro. La propensione all investimento delle aziende ticinesi resta comunque superiore a quella delle aziende degli altri cantoni che hanno partecipato all inchiesta. In generale, i dati del 2012 e le previsioni per il 2013 sono, come negli anni precedenti, in linea con quanto rilevato negli altri Cantoni. Permangono per tutti le forti incertezze legate soprattutto al contesto economico internazionale e in particolare alla difficile situazione in cui si trovano molti paesi europei, partner tradizionali delle imprese svizzere e ticinesi che sono quindi esposte a rischi importanti.

2 2 Hanno partecipato all inchiesta 302 aziende commerciali, industriali, artigianali e dei servizi, in rappresentanza di 16'276 posti di lavoro in Ticino. Le aziende sono state suddivise in due gruppi: industria/artigianato (107 aziende) e servizi/commercio (195 imprese). Ovviamente l inchiesta mira a dare indicazioni sulle tendenze generali dell economia ticinese e non intende sostituire analisi più mirate effettuate dai singoli settori economici. 1. Andamento degli affari L andamento degli affari per il 2012 è giudicato sostanzialmente buono o eccellente dal 27% delle aziende (29% nel 2011), soddisfacente dal 40% (38% nel 2011), mediocre dal 28% (24% nel 2011) e negativo dal 5% (9% nel 2011). La situazione può quindi essere considerata tutto sommato stabile rispetto all anno precedente. Da notare che i risultati sono leggermente migliori rispetto alle aspettative espresse a fine 2011 per il primo semestre 2012, quando le aziende avevano manifestato attese di andamento buono nella misura del 21%, soddisfacente per il 39%, mediocre per il 30% e negativo nella misura dell 11%. Risultati migliori delle previsioni sono anche in parte spiegabili con la misura introdotta dalla Banca nazionale svizzera (BNS) volta a mantenere un tasso di riferimento di 1.20 per il cambio franco-euro. Le prospettive per il primo semestre del 2013 rimangono contraddistinte dalla prudenza, con tendenza ad un lieve peggioramento. Il 24% delle aziende prevede un buon andamento, il 37% si attende risultati soddisfacenti, il 32% mediocri e il 6% negativi. Solo l 1% prevede risultati eccellenti. Salvo situazioni particolari, di regola la tendenza prevista per i primi sei mesi si conferma per tutto l anno. Le previsioni oltre i 6 mesi sono invece ancora più prudenti, visto che la parte di aziende che prevede un buon andamento si riduce al 21%, anche se restano sostanzialmente stabili le previsioni di andamento soddisfacente (39%), mediocre (33%) e negativo (6%). Come già sottolineato in precedenza, queste incertezze sono fondamentalmente legate alle difficoltà della zona-euro, comunque il più importante partner commerciale della Svizzera, la cui situazione difficile ha ripercussioni sulle nostre aziende non solo per la questione del tasso di cambio (al momento abbastanza stabile), ma anche per le difficoltà di liquidità dei clienti commerciali delle imprese svizzere. In questo contesto, è comunque importante sottolineare che l auto-finanziamento delle aziende rimane su livelli abbastanza positivi, con il 3% che lo definisce eccellente (3% nel 2011), il 32% buono (a fronte del 28% del 2011), il 34% soddisfacente (35% nel 2011), il 24% mediocre (26% nel 2010) e il 7% negativo (contro il 9% nel 2011). Si registra quindi addirittura un leggero miglioramento rispetto al Salari nel 2011 e previsioni per il 2012 Per quanto riguarda l evoluzione salariale media all inizio del 2012, solo il 6% delle aziende non ha fatto registrare aumenti, mentre il 70% delle aziende ha concesso aumenti

3 3 varianti fra l 1 e il 3,9%. Per il 2013, il 4% delle imprese non prevede aumenti, mentre la percentuale delle imprese con aumenti medi previsti dall 1 al 3,9% è del 70%. È interessante rilevare che il 24% delle aziende (30% nel 2011) ha effettuato un adattamento generale dei salari di senso positivo nel corso del Pur essendo un valore inferiore all anno precedente, conseguenza di incertezze ed adattamenti strutturali, esso è chiaramente superiore a quelli degli altri Cantoni in cui è stata svolta l inchiesta, analogamente a quanto già avvenuto negli anni precedenti. 3. Evoluzione dell effettivo del personale L occupazione è da sempre uno dei temi seguiti con più attenzione nel contesto di questa inchiesta congiunturale. I dati che emergono sono complessivamente soddisfacenti, visto che nel 2012 si è registrata una stabilità dell effettivo del personale per il 64% delle imprese (63% nel 2011), a fronte di un aumento per il 21% (2011: 24%) e una diminuzione per il 15% (2011: 13%) delle aziende. I valori sono sostanzialmente stabili rispetto al 2011, anche se diversi rispetto alle previsioni che erano state espresse alla fine dello scorso anno, che prevedevano una stabilità per il 75% delle imprese. Si è invece confermata la diminuzione prevista (15%), mentre solo l 11% prevedeva un incremento che poi si è rivelato superiore. Per il 2013 gli indicatori sono di maggiore stabilità, con l 83% delle imprese che prevede una stabilità nell effettivo del personale, mentre aumento e diminuzione fanno registrare ognuno il 9%. 3.1 Interessante rilevare che il settore industria/artigianato ha fatto registrare valori stabili per il 62% delle aziende, con diminuzioni per il 12% e un aumento per il 27%, malgrado le difficoltà legate soprattutto al settore delle esportazioni. Per il 2013 si prevede una maggiore stabilità, espressa dal 76% delle aziende, con un 12% che ipotizza diminuzioni e un altro 12% che prevede aumenti. Nel settore servizi/commercio vi è invece stata una stabilità per il 66%, con diminuzione per il 17% e aumento per il 18%. Questi assestamenti di vario segno sembrano lasciare il passo ad una maggiore stabilità nelle previsioni per il 2013, con l 86% che dichiara di mantenere l effettivo, mentre si registra un 7% sia per la riduzione che per l aumento del personale. 3.2 Dati specifici per le aziende attive nell export Per le aziende con una quota-parte di export fino al 20%, l effettivo è rimasto stabile nella misura del 61% delle risposte, con diminuzione per il 16% delle imprese e aumento per il 24%. Per il 2013 si prevede una stabilità nella misura dell 84%, una riduzione per l 8% e un aumento per un altro 8% delle aziende. Per le aziende con quota-parte di export dal 21 al 79%, l effettivo è rimasto stabile per il 60% dei casi, con diminuzione per il 17% e aumento per il 23%. Per il 2013 è prevista una stabilità per il 79% dei casi, una riduzione per il 9% e un aumento per il 12% delle aziende.

4 4 Per le aziende con quota-parte di export fra l 80 e il 100%, l effettivo è rimasto stabile nella misura del 58%, mentre il 12% delle aziende ha disposto riduzioni e il 30% aumenti di effettivo. Per il 2013 le previsioni vanno verso la stabilità dell effettivo per l 84% delle aziende, mentre nessuna prevede riduzioni e il 13% ha in programma aumenti. In sostanza, si è confermata la volontà delle aziende di cercare di tutelare il capitaleumano, anche se numerosi cambiamenti nel contesto economico hanno portato inevitabilmente ad interventi anche sul personale, comunque compensati, almeno numericamente, dal numero di aziende che ha aumentato l effettivo. Il 2013 sembra presentarsi con aspettative di maggiore stabilità rispetto al 2012, segno di un parziale e comunque ancora fragile superamento di talune difficoltà legate soprattutto alla questione del franco forte. 4. Investimenti Il livello generale di investimenti previsto per il 2013 prevede una contrazione, segnale inequivocabile di preoccupazione e posizione attendista, spiegabile con il difficile contesto internazionale e soprattutto con i problemi della zona-euro. Il 40% delle imprese prevede di effettuare investimenti, anche se, rispetto agli investimenti attuati nel 2012 tale percentuale è più bassa, visto che il 47% delle aziende ha segnalato investimenti nell anno corrente. Nell ambito industria/artigianato la percentuale delle aziende che hanno effettuato investimenti nel 2012 e che ne prevedono nel 2013 passa dal 63% al 58%. Per la categoria commercio/servizi si passa dal 38% di aziende che hanno investito al 31% che prevedono di farlo per il Anche nei rilevamenti alla fine del 2011 si era registrata una prudenza di questo tipo nella prospettiva di investimenti, poi però parzialmente relativizzata dai dati del Sicuramente le incertezze legate alla situazione valutaria e al mercato della zona-euro inducono a stime prudenziali, data l imprevedibilità dell evoluzione della situazione. Come sempre, la maggiore predisposizione all investimento è delle strutture aziendali grandi (con oltre 100 collaboratori). 86% di esse progetta investimenti per il 2013, mentre il tasso percentuale scende al 62% per le aziende di media grandezza (fra 30 e 100 collaboratori) e al 22% per le piccole aziende (con meno di 30 collaboratori). La propensione all investimento delle aziende ticinesi resta comunque superiore a quella delle aziende degli altri cantoni che hanno partecipato all inchiesta. Il Ticino, con il 40%, precede Neuchâtel (39%), Vaud (36%) e Ginevra (32%). 5. Impatto del franco forte e misure prese Già nelle inchieste 2010/2011 e 2011/2012 erano stati analizzati gli effetti del franco forte. Quest anno si sono aggiunte alcune domande sulla decisione della BNS di fissare un tasso di riferimento a 1.20 per il cambio franco-euro. Lo scorso anno l impatto del franco forte era stato molto pesante. Nel 2012 i dati sono leggermente migliori, con il 29% delle aziende che è stato colpito in maniera forte (36% nel

5 5 2011) e il 32% che ha subito un impatto debolmente negativo (32% pure nel 2011). In totale quindi il 61% delle aziende ha subito effetti negativi (68% nel 2011), il che resta comunque una percentuale molto alta. Nessun impatto invece per il 26% (nel 2011: 20%), impatti positivi debolmente o fortemente positivi per il 12% delle imprese (come nel 2011). Il risultato leggermente migliore è sicuramente dato dall adattamento alla nuova situazione e dalla decisione della BNS di fissare la soglia di riferimento a 1.20 per il cambio franco/euro. Da rilevare che, anche quest anno, come già nel 2010 e nel 2011, l impatto sulle aziende ticinesi è più elevato rispetto a quello che hanno fatto registrare le aziende degli altri cantoni che hanno partecipato all inchiesta. Al complessivo 61% di imprese che hanno avuto effetti negativi, corrispondono il 42% di Vaud, il 46% di Ginevra e il 45% di Neuchâtel. Quali effetti ha avuto il tasso di riferimento fissato dalla BNS per il cambio francoeuro? Lo scorso anno si erano valutate le misure prese o ipotizzate dalle aziende per ovviare al franco forte. Quest anno si è cercato di analizzare gli effetti della decisione della Banca nazionale sulle decisioni aziendali. Ebbene, la fissazione di un tasso di riferimento per il cambio franco/euro ha avuto effetti benefici nel 38% dei casi per i quali è stato possibile mantenere o migliorare i margini, a beneficio anche del mantenimento dell effettivo del personale, rilevato nel 15% dei casi. Nel 20% dei casi si è potuto anche rinunciare alla copertura assicurativa sul rischio di cambio e per un 13% vi è stata anche una migliore visibilità. Per un 2% è stato possibile anche lo sblocco di investimenti. Non vi sono invece stati effetti positivi nel 6% dei casi che hanno confermato una delocalizzazione, per il 13% che ha dovuto procedere alla riduzione degli effettivi, per chi ha dovuto proseguire il riorientamento degli acquisti (26%) e per il 12% che ha dovuto aumentare le importazioni. La prospezione di nuovi mercati, segnalata per il 16% dei casi, è da intendere come l obbligo di fare capo a nuovi sbocchi e quindi è considerata di carattere negativo e non come decisione strategica di ricerca di nuove opportunità. 6. Fondi propri Positivi sono i dati concernenti i fondi propri delle aziende, considerati adeguati per il 74% e importanti per il 14%, mentre sono insufficienti per il 13% delle imprese. L inchiesta è stata effettuata fra i mesi di settembre e ottobre del I risultati completi sono disponibili sul sito della Cc-Ti, Lugano, 20 dicembre 2012

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