Epidemiologia delle infezioni da Trichinella negli animali e nell uomo in Europa ed in



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Transcript:

Epidemiologia delle infezioni da Trichinella negli animali e nell uomo in Europa ed in Italia e patologia nell'uomo Trichinella Trichinella spp. vermi cilindrici (nematodi) Edoardo Pozio Laboratorio di Referenza per i Parassiti dell Unione Europea Istituto Superiore di Sanità, Roma I padri di Trichinella scoperti in Inghilterra da J. Paget e descritti nel 1835 da R. Owen come Trichina spiralis Il ciclo descritto da R. Virchow nel 1859 Nel 1860 F. Zenker dimostrò la patogenicità di questi vermi nell uomo Nel 1895, Railliet cambiò il nome del genere da Trichina in Trichinella Storia di Trichinella La spedizione al Polo Nord di Salomon A. Andrée nel 1897 L areostato The Eagle dopo la discesa sui ghiacci del pack nel 1897 Orso polare cacciato da Andrée nel 1897 Foto ritrovate sul pack dalla spedizione norvegese Bratvaag nel 1930 Storia di Trichinella Terminologia Trichinellosi è il termine corretto per la malattia causata dai parassiti del genere Trichinella nell uomo Temini obsoleti sono: trichinosi trichiniasi Gli animali non mostrano alcun segno della malattia, Il termine trichinellosi deve quindi essere utilizzato esclusivamente per l uomo, Per gli animali si deve utilizzare infezione da Trichinella 1

Trichinella spp. Tassonomia del genere Trichinella i nematodi del genere Trichinella hanno una distribuzione cosmopolita tuttavia non ci sono dati per 92 (46%) paesi la maggior parte delle specie (7/12) infetta i suini e di conseguenza l uomo a livello mondiale l incidenza annua è di circa 10,000 casi clinici di trichinellosi con una mortalità dello 0,2% Specie incapsulate T. spiralis T. nativa, Trichinella T6 T. britovi, Trichinella T8 T. murrelli Trichinella T9 T. nelsoni Trichinella T12 Infettano solo i mammiferi incluso l uomo Specie non incapsulate T. pseudospiralis T. papuae T. zimbabwensis b i Infettano i mammiferi incluso l uomo e: - gli uccelli (T. pseudospiralis) - i rettili (T. papuae; T. zimbabwensis) Distribuzione delle specie non-incapsulate di Trichinella Distribuzione delle specie incapsulate di Trichinella -1 T. pseudospiralis popolazione neartica T. pseudospiralis popolazione paleartica T. nativa T. nativa T. zimbabwensis T. papuae T. murrelli T. britovi T. nelsoni Trichinella T9 T. pseudospiralis popolazione australiana Trichinella T12 Trichinella T8 Distribuzione di Trichinella spiralis Epidemiologia di Trichinella spp. Ciclo silvestre Ciclo domestico 2

Il ciclo selvatico In Italia, la volpe ed altri carnivori (mustelidi e lupo) svolgono il principale ruolo di serbatoio naturale di questi parassiti. La scorretta gestione della fauna selvatica e degli animali domestici può favorire la trasmissione di Trichinella sp. dall ambiente silvestre a quello domestico (o viceversa) Il ciclo domestico Questo ciclo si perpetua dove non vengono rispettate le corrette pratiche di allevamento e i suini sono alimentati con: suini alimentati con carcasse di animali oggetto di attività venatoria avanzi della macellazione contenente carne suina rifiuti di origine alimentare contenente carne suina carcasse di suini morti suini allevati nelle discariche di rifiuti alimentari suini allevati allo stato brado e quindi in contatto con il ciclo silvestre Il ciclo domestico 2006 Epidemie per consumo di carne di suini italiani o di importazione 1993 1953 1948 1968 2002 2007 2005 2005 1991 2011 1996 1980 Anno Suini riscontrati positivi all esame ispettivo per Trichinella in Italia dal 1958 Regione (località) No. di suini Tipologia allevamento Fonte dell infezione 1959 Campania (Palomonte) 1 brado non riportata 1961 Sicilia (Montemaggiore Belsito) 1 porcilaia familiare avanzi macellazione di una scrofa infetta 1966 Puglia (Candela) 1 brado non riportata 1968 Puglia (Mattinata) 1 brado non riportata 1973 Basilicata (Palazzolo S. Gervasio) 3 brado non riportata 1985 Molise 1 porcilaia familiare non riportata 1987 Calabria (Sila) 1 brado non riportata 1989 Puglia (Gargano) 1 porcilaia familiare non riportata 1992 Basilicata (Garaguso) 2 porcilaia familiare carne di volpe 1993 Campania (Vallo di Diano) 1 brado non riportata 2006 Sardegna (Orgosolo) 4 brado avanzi macellazione di una scrofa infetta 2011 Sardegna (Orgosolo) 9 brado non riportata Totale 26 Epidemie per consumo di carne di cinghiali o di volpe oggetto di attività venatoria o di allevamento 1961 2008 1990 1993 1953 1988 1995 1948 1996 1968 1985 1986 2005 1991 1996 1978 1980 1985 3

Cinghiali riscontrati positivi per Trichinella in Italia Anno/i Regione Positivi Agente eziologico 1988 Abruzzo 1 T. britovi 1989 Umbria 1 T. britovi 1990 Liguria, Emilia R. 2 T. britovi 1991 Abruzzo, Emilia R. 2 T. britovi 1994 Abruzzo 1 T. britovi 2000 Liguria, Valle d Aosta 2 T. britovi 2003 Valle d Aosta 1 T. britovi 2008 Abruzzo, Marche, Piemonte 5 T. britovi 2009 Abruzzo 1 T. britovi 2010 Emilia R., Friuli 3 T. pseudospiralis 2012 Friuli 1 T. pseudospiralis Totale 20 Nel periodo 1986-2012, su circa 960.000 cinghiali esaminati per Trichinella, solo 20 (0,002%) sono risultati positivi Trichinella negli equini 1975-2004 - 14 focolai umani in Francia (2.296 casi) e in Italia (1.038 casi) per il consumo di carne equina; gli unici due paesi europei dove la carne equina è consumata cruda 1988-2008 - sono stati identificati alla macellazione 19 cavalli infetti con Trichinella (6 in Francia, 8 in Italia, 1 in Serbia e 4 in Messico) In Europa, si stima 1 cavallo infetto ogni 250.000 macellati! 1983 2005 Epidemie per consumo di carne equina importata da paesi dell est 1998 1985 1975 Europa 1990 2000 Trichinellosi nell uomo - 1 L infezione da Trichinella nell uomo è correlata alle abitudini culturali che includono cibi a base di carne cruda o poco cotta di diversi animali La presenza del parassita negli animali domestici e/o selvatici non è un rischio sufficiente per il manifestarsi di infestazioni nell uomo. Per esempio: in Finlandia dove c è un elevata prevalenza di infezione sia negli animali domestici che selvatici, nessuna infestazione è stata documentata nell uomo perché non vi è l abitudine a consumare carni crude in Romania la maggior parte delle infestazioni umane si manifestano tra la popolazione di origine tedesca e non tra la popolazione che vive nelle aree a maggior prevalenza negli animali i focolai di trichinellosi umana per consumo di carne equina in Italia si sono verificati nelle regioni (Lombardia, Emilia Romagna e Puglia) dove vi è un alta percentuale di individui che consuma carne equina cruda secondo le abitudini culinarie francesi Infezioni da Trichinella nell uomo nei paesi dell UE, 1986-2009 Paese N. di casi Fonte dell infezione Bulgaria 5.834 (11,8%) suino domestico, cinghiale Repubblica Ceca 31 suino domestico Estonia 91 suino domestico, cinghiale Francia 1.227 (2,5%) cinghiale, cavallo importato, orso importato Germania 184 suino domestico, cinghiale Grecia 3 cinghiale Ungheria 165 suino domestico, cinghiale Italia 1.415 (2,8%) suino domestico, cinghiale, cavallo importato Lettonia 636 suino domestico, cinghiale Lituania 4.636 (9,4%) suino domestico, cinghiale Infezioni da Trichinella nell uomo nei paesi dell UE, 1986-2009 Paese N. di casi Fonte dell infezione Polonia 3.118 (6,3%) suino domestico, cinghiale Romania 30.235 (61%) suino domestico Slovacchia 440 suino domestico, cinghiale, cane Slovenia 201 suino domestico Spagna 1.244 (2,5%) suino domestico, cinghiale Olanda 6 suino domestico importato Irlanda 2 suino domestico importato Danimarca 2 suino domestico importato Austria 33 suino domestico importato Gran Bretagna 7 suino domestico importato Totale 49.509 Nel periodo 1986-2009, nessuna infezione è stata documentata in: Belgio, Cipro, Finlandia, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Svezia 4

Epidemie umane dal 1948 al 1990 Anno Regione No. di casi Fonte dell infezione 1948 Lazio 109 maiale 1953 Umbria 9 maiale 1961 Trentino Alto Adige 9 volpe 1968 Puglia 9 maiale 1975 Emilia Romagna 90 cavallo d importazione 1978 Basilicata 6 cinghiale 1980 Calabria 3 maiale 1984 Lombardia 13 cavallo d importazione 1985 Puglia 80 cinghiale d allevamento 1985 Calabria 2 volpe 1986 Basilicata 20 cinghiale d allevamento 1986 Emilia Romagna 300 cavallo d importazione 1988 Umbria 48 cinghiale 1990 Piemonte 11 cinghiale d allevamento Epidemie e singoli casi umani dal 1990 ad oggi Anno Regione No. di casi Fonte dell infezione 1990 Puglia 500 cavallo d importazione 1991 Basilicata 6 maiale 1993 Toscana 4 maiale 1995 Abruzzo 23 cinghiale 1996 Basilicata 3 maiale 1996 Abruzzo 10 cinghiale 1998 Emilia Romagna 92 cavallo d importazione 2000 Puglia 36 cavallo d importazione 2002 Lazio 8 maiale d importazione 2002 Abruzzo 2 cinghiale 2005 Sardegna 19 maiale 2005 Lombardia 7 cavallo d importazione 2006 Lombardia 3 maiale d importazione 2007 Sardegna 1 maiale 2008 Piemonte 6 cinghiale 2011 Sardegna 6 maiale Totale 1.455, media 23 casi/anno Prevenzione e controllo dell infezione da Trichinella nell uomo - 1 Educazione sanitaria dei consumatori non consumare carne e derivati crudi o poco cotti di origine suina, equina, di animali oggetto di attività venatoria (cinghiale, orso, ecc.) se non preventivamente controllati dai servizi veterinari Controlli veterinari negli allevamenti e nei macelli suini, cavalli e animali oggetto di attività venatoria per mezzo della digestione artificiale nei grossi macelli educazione dei cacciatori i cacciatori devono essere informati che c è una diretta correlazione tra l abitudine di macellare le carcasse degli animali sul campo e una elevata prevalenza dell infezione nella fauna selvatica Prevenzione e controllo dell infezione da Trichinella nell uomo - 2 Congelamento della carne devitalizza le larve presenti nei muscoli tuttavia le larve presenti nei muscoli dei carnivori (per es. orso) possono sopravvivere fino a 5 anni se T. nativa e fino ad 1 anno se T. britovi le larve dit. britovi possono sopravvivere nei muscoli di suini congelati a -20 fino a 3 settimane Cottura delle carni le larve presenti nei muscoli vengono devitalizzate alla temperatura di 70 C per 3 minuti la cottura della carne nel forno a microonde non è in grado di devitalizzare il 100% delle larve presenti in grossi tagli di carne Le larve sopravvivono per un lungo periodo di tempo in: carni o loro derivati conservate sotto vuoto carni o loro derivati conservati sott olio o altro grasso (lardo) prodotti carneei lavorati (salsicce, salami, ecc.) Temperature di devitalizzazione nella carne suina di larve di Trichinella spiralis Temperatura ( C)* Tempo +50 9,5 ore +54 1 ora +56 15 min +70 3 min -15 20 gg -23 10 gg -29 6 gg *temperatura interna Clinica della trichinellosi - 1 La gravità del decorso clinico dell infezione e la sequela dei segni e sintomi dipendono da: numero di larve infettanti ingerite reazione immunologica dell individuo specie di Trichinella Clinica della trichinellosi - 2 Sintomatologia addominale Dolori addominali Diarrea di tipo essudativo od osmotico La sintomatologia è influenzata dalla dose infettante e dalla specie di Trichinella Febbre E uno dei segni più frequenti Il picco massimo si raggiunge in pochissimi giorni Nelle infezioni lievi < 38 C Nelle infezioni gravi > 40 C Il trattamento steroideo riduce la febbre in pochi giorni 5

Clinica della trichinellosi - 3 Mialgia E concomitante con la febbre E molto facile da evidenziare La terapia a base di derivati steroidei non riduce i dolori muscolari Il trattamento sintomatico con acido salicilico riduce i dolori muscolari Edemi periorbitali in soggetto con Vasculite E di natura allergica è frequente sia nelle infezioni lievi che in quelle più gravi si manifesta tra la 1 e la 3 settimana dall infezione è causa di edemi ed emorragie Edemi agli arti superiori in soggetto con Emorragia oculare in soggetto con Emorragia sottounghiali in soggetto con Edemi agli arti inferiori in soggetto con 6

Diagnosi della trichinellosi nell uomo Diagnosi clinica segni e sintomi clinici, parametri di laboratorio Diagnosi parassitologica biopsia i muscolare Diagnosi sierologica ricerca di anticorpi anti-trichinella Trattamento Sintomatico Corticosteroidi (prednisolone, 30-60 mg/d in dosi multiple per 10-14 gg) Antielmintici Mebendazolo (25 mg/kg/g in 3 dosi per 10-14 gg) Albendazolo (15 mg/kg/g in 3 dosi per 10-14 gg) Note: - non effettuare trattamenti sintomatici senza il trattamento antielmintico - più tardivo è il trattamento antielmintico, maggiore deve essere il dosaggio e la durata Grazie per l attenzione 7