Care e Stroke Unit VARESE 28.11.2012
La fase acuta dell'ictus rappresenta una delle condizioni neurologiche che richiedono, e indubbiamente beneficiano, di una gestione assistenziale mirata al pronto riconoscimento e cura di possibili complicanze.
Il vantaggio delle Stroke Unit (SU) nell assistenza all ictus acuto, in termini di ridotta mortalità e disabilità,con maggiore numero di pazienti dimessi al domicilio, è stato ampiamente dimostrato dalle metanalisi Cochrane e confermato nella popolazione italiana dallo studio PROSIT.
La SU si configura come un area assistenziale di un ospedale, dedicata e geograficamente definita, che tratta i pazienti con ictus; dotata di personale specializzato in grado di garantire un approccio multidisciplinare coordinato ed esperto al trattamento e all assistenza,
comprendente alcune discipline fondamentali: il medico, l infermiere, il fisioterapista, il terapista occupazionale, il terapista del linguaggio, l assistente sociale.
Nelle prime 48 ore dall esordio di un ictus è indicato il monitoraggio delle funzioni vitali e dello stato neurologico. Questo va proseguito in caso di instabilità clinica. (Raccomandazione 11.1, grado D, da SPREAD 16.02.2007)
Assistenza infermieristica Monitoraggio cardiologico La stretta correlazione tra ictus ischemico e patologie cardiache è stata ampiamente evidenziata Il monitoraggio ECG continuo è indicato nelle prime 48 ore dall esordio di ictus nei pazienti con una delle seguenti condizioni: cardiopatie preesistenti, storia di aritmie pressione arteriosa instabile, elementi clinici suggestivi di insufficienza cardiaca In caso di instabilità clinica il monitoraggio proseguito oltre le 48 ore
Assistenza infermieristica Ossigenazione ematica Per la gestione ottimale dell ictus acuto occorre mantenere di un adeguata ossigenazione cerebrale. L ipossia,promuovendo il metabolismo anaerobico e la deplezione delle riserve energetiche, ostacola il potenziale recupero della zona di penombra ischemica aggravando l estensione dell area infartuata peggiorando la prognosi. monitoraggio continuo (o discontinuo) dello stato di ossigenazione ematica è indicato almeno nelle prime 24 ore dall esordio di un ictus L effettuazione di un esame emogasanalitico è indicata sulla base delle condizioni cliniche del paziente.
Assistenza infermieristica Pressione arteriosa La pressione arteriosa è frequentemente elevata dopo uno stroke Ischemico il suo trattamento non deve essere generalmente iniziato precocemente soprattutto in considerazione della necessità di garantire, particolarmente in questa fase, un flusso di perfusione cerebrale sufficiente alla sopravvivenza della penombra ischemica Tuttavia sia l ipertensione che l ipotensione si associano a esiti sfavorevoli in caso di ictus: è quindi raccomandato un approccio cauto al trattamento dell ipertensione arteriosa. Anche in caso di ictus emorragico,per la possibilità di peggioramento è indispensabile la valutazione della PA Monitoraggio nelle prime 48h 4 o più volte\die con verifica dei parametri da monitor sist>220 mm/hg e diast. tra 121-140 mm/hg
Assistenza infermieristica IPERGLICEMIA Globalmente l iperglicemia all esordio dell ictus è presente in una percentuale tra il 20% ed il 50% dei casi indipendentemente dalla diagnosi precedente di diabete. Secondo le Linee guida SPREAD 2007, all esordio dell ictus, circa il 10%- 20% dei pazienti che normalmente ha livelli normali di emoglobina glicosilata, presenta valori iperglicemici quale risposta ormonale precoce all ischemia cerebrale. L iperglicemia è un marcatore dell ictus grave che se non trattata predice una peggiore evoluzione dell ictus Rilevazione nelle prime 24ore tramite dtx della glicemia da continuare se vi sono alterazioni
Assistenza infermieristica IPERTERMIA L ipertermia è associata a esito neurologico sfavorevole, si deve accertare l origine di qualsiasi stato febbrile. Si deve ridurre l ipertermia con antipirettici (usualmente con Paracetamolo) e dispositivi di raffreddamento. Rilevazione 2\3 volte die e al presentarsi di sintomi prodromici
Assistenza infermieristica valutazione disfagia premessa L ictus ha spesso conseguenze disabilitanti a carico del sistema neuro-muscolare e del linguaggio. Alcuni autori definiscono il disturbo come la principale causa di disabilità per le persone affette da ictus e un importante fattore di mortalità(altman, 2007) i soggetti disfagici hanno un rischio elevato di sviluppare malnutrizione, decremento ponderale,ridotte difese immunitarie, oltre a facilità di sviluppare infezioni, disidratazione e infine aspirazione, con conseguente soffocamento e polmoniti da aspirazione.
Assistenza infermieristica valutazione disfagia cosa fare Gli infermieri devono mantenere tutti i pazienti con ictus in regime di nulla per via orale, compresi i farmaci orali, fino a che non sia stato effettuato e interpretato uno screening della disfagia entro 24 ore dalla ripresa di coscienza e allerta del paziente. Questo screening valuta le condizioni neurologiche e la capacità di deglutizione e dovrebbe essere ripetuto a ogni cambiamento delle stesse.
Lo screening include: 1. Bedside Swallowing Assessment: valutazione dello stato di allerta e capacità di partecipazione del paziente; capacità di mantenere la posizione seduta osservazione diretta dei segni di difficoltà nella deglutizione orofaringea (soffocamento,tosse, voce bagnata,perdita di saliva); valutazione della protrusione linguale; valutazione della qualità della voce facendo pronunciare la vocale E Se sono presenti uno o più segni si interrompe la valutazione
Lo screening include: 2. Somministrazione del test dell acqua con 50 ml in tre volte con cucchiaio Se non vi è tosse subito o entro 15 si possono somministrare liquidi in caso di tosse provare a far assumere acqua gelificata Se non vi è tosse è possibile nutrizione con pasti modificati in caso contrario rivalutare dopo 24h o se è indispensabile l assunzione per os posizionare sng.
LA RILEVANZA DELL ASPETTO RELAZIONALE INFERMIERE - PAZIENTE Fatta salva l inderogabilità degli aspetti tecnici è importante sottolineare come nella fase acuta l infermiere sia la figura professionale che risulta essere più vicino ai bisogni dell utente, contribuendo significativamente a orientarlo, a fargli interpretare la malattia dopo il suo insorgere.
La percezione dell ambiente da parte del paziente può essere vista in modo frammentario distorto, può avere la sensazione che il personale si rivolga a lui con una lingua straniera, può rimanere perplesso di fronte alla mancata comprensione del suo eloquio, può essere sottoposto a un alternarsi di sentimenti con qualità di disagio,minaccia o incomprensione di quanto sta accadendo.
Cosa fare Rivolgersi direttamente al paziente, presentarsi come figura professionale spiegando la propria presenza, ribadendolo più volte se necessario. Agire con rispetto e sensibilità nei confronti della persona colpita da ictus, il timore di una prognosi infausta, unitamente alla perdita dell autosufficienza favorisce la comparsa di uno stato depressivo reattivo.
Concedere alla persona il tempo di rispondere. Adattare il proprio modo di comunicare, usando Adattare il proprio modo di comunicare, usando frasi brevi, ripetendo più volte il proprio messaggio.
Inoltre, l infermiere deve fungere da tramite tra paziente, medico e famiglia, educando quest ultima alla gestione domiciliare del paziente.
CONCLUSIONI Riprendendo in sintesi i concetti precedentemente esposti, gli infermieri sono chiamati a svolgere un attività professionale che ha componenti sia tecniche, che relazionali, che educative.
Grazie per l attenzione Gibaldi Serena