La gestione dei materiali da scavo e la problematica di riporto: l'esperienza del Comune di Milano



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Settore Bonifiche La gestione dei materiali da scavo e la problematica di riporto: l'esperienza del Comune di Milano Milano 26.6.14 Mario Lagorio Comune di Milano Direttore Settore Bonifiche

Il Comune di Milano Territorio comunale ~180 km 2 Popolazione 1,3 M abitanti Comune >10.000 addetti (solo amm.) Il Comune è titolare di procedimenti di bonifica (delega LR 30/2006): circa 1.200 procedimenti istruiti di cui circa 500 tutt ora attivi Inoltre, come titolare dei procedimenti edilizi, era titolare di: Piani scavo ex art. 186 TUA Piani di utilizzo ex DM 161/12 La gestione dei materiali da scavo e la problematica di riporto: l'esperienza del Comune di Milano 2

La gestione dei materiali da scavo Considerazioni preliminari I volumi SUE di Milano in un anno tratta >1.000 interventi edilizi maggiori e >3.500 interventi minori (più >12.000 CIAL) => circa 1 Piano scavo al giorno (in regime di 186) I costi economici Costo di smaltimento terre CER 170504 circa 30 50 /m 3 Costo approvvigionamento terra da riempimento circa 15 25 /m 3 Gli impatti ambientali Capacità di trasporto di un camion circa 15 m 3 /carico La gestione dei materiali da scavo e la problematica di riporto: l'esperienza del Comune di Milano 3

La gestione dei materiali da scavo Cosa non ha funzionato I Piani Scavi ex art. 186 TUA Era un autocertificazione (o meglio DSAN), una dichiarazione asseverata? Quali contenuti minimi doveva avere? Serviva un espressa approvazione o un autorizzazione? In che senso andava verificato nell ambito della procedura per il titolo edilizio? Come si gestivano le varianti in corso d opera? E le difformità/varianti a sanatoria? Andava ri verificato a consuntivo? La gestione dei materiali da scavo e la problematica di riporto: l'esperienza del Comune di Milano 4

La gestione dei materiali da scavo Cosa non sta funzionando I Piani di Utilizzo (PU) ex DM 161/12 Milano: da 1 piano scavi ex art. 186 al giorno a 1 PU ex DM 161 al mese Per l operatore il PU erano onerosi, in particolare per piccoli canteri (adempimenti, responsabilità, eccessivi contenuti minimi del PU) I termini di presentazione e di approvazione non sono chiari (perché va presentato 90 giorni prima dell avvio lavori? C è il silenzio assenso?) La corrispondenza generata è enorme (data, ora e targa di ogni carico da comunicare all Autorità) Le modalità di comunicazione dalle Autorità ad ISPRA sono inutilizzabili (nessun caricamento batch) I controlli ARPA a destinazione sono obbligatori? La gestione dei materiali da scavo e la problematica di riporto: l'esperienza del Comune di Milano 5

La gestione dei materiali da scavo Prospettive DM 161/12 Va ulteriormente chiarito il campo di applicazione (è applicabile per interventi soggetti a screening VIA? Manutenzioni in impianti AIA?) Dopo TAR Lazio sentenza n. 6187 dep. il 10/6/14 (confermato da dopo MATTM a ISPRA 14/5/14 ) è legittimo, sono stati infatti respinti/decaduti tutti e i 12 i motivi di ricorso, anche a seguito della correzione in corsa sul campo di applicazione) La gestione dei materiali da scavo e la problematica di riporto: l'esperienza del Comune di Milano 6

La gestione dei materiali da scavo Prospettive Regime 41bis ex DL 69/13 va meglio chiarito l interlocutore (ARPA, perché solo il Comune per le varianti?) moduli standard/contenuti minimi per rendere la DSAN ad ARPA va chiarito se il test di cessione è richiesto obbligatoriamente («non costituiscono fonte di contaminazione per le acque sotterranee») va controllato, nei cantieri e sulle strade ne va chiarito il rapporto coi titoli abilitativi (non è un titolo abilitativo! Le opere devono essere già autorizzate in conformità alla vigente disciplina ) La gestione dei materiali da scavo e la problematica di riporto: l'esperienza del Comune di Milano 7

La problematica del riporto Quelli che oggi sono materiali da scavo, domani saranno riporti Sottoprodotti art. 41bis DL 69/13 DM 161/12 (prec. art. 186 TUA) impiego come TRS Materiali da scavo Non rifiuti art. 185 TUA rinterro nel sito Riporti Rifiuti parte IV TUA Norme di settore Recupero / EoW + altri Rifiuti La gestione dei materiali da scavo e la problematica di riporto: l'esperienza del Comune di Milano 8

La problematica del riporto La problematica del riporto era stata legata alla ridefinizione della disciplina dei sottoprodotti da scavo (infatti L. 28/12 rimandava al futuro DM 161/12). A oggi abbiamo due definizioni diverse: prevale quella di rango superiore (L. 28 e s.m.i., < DL Fare) «una miscela eterogenea di materiale di origine antropica, quali residui e scarti di produzione e di consumo, e di terreno, che compone un orizzonte stratigrafico specifico rispetto alle caratteristiche geologiche e stratigrafiche naturali del terreno in un determinato sito, e utilizzate per la realizzazione di riempimenti, di rilevati e di reinterri» Il 20% del DM 161 non è parte della definizione (e non lo è mai stato! Anche se il MATTM lo riprende come limite tecnico, cfr. chiarimenti a ISPRA del 14/5/14) La gestione dei materiali da scavo e la problematica di riporto: l'esperienza del Comune di Milano 9

La problematica del riporto Cosa non ha funzionato La qualificazione giuridica Spessore riporti: 2 m medi nel NAF 1 m medio nel TRF 148 Milioni di m 3 Più ex cave colmate 50 Milioni di m 3 Circa 200 Milioni di m 3 di RIFIUTI? La gestione dei materiali da scavo e la problematica di riporto: l'esperienza del Comune di Milano 10

La problematica del riporto L equivoco del campo di applicazione del titolo V «Art. 239 Ferma restando la disciplina dettata dal titolo I della parte quarta del presente decreto, le disposizioni del presente titolo non si applicano: a) all'abbandono dei rifiuti disciplinato dalla parte quarta del presente decreto» La gestione dei materiali da scavo e la problematica di riporto: l'esperienza del Comune di Milano 11

La problematica del riporto Cosa non funzionerebbe La definizione di riporto L attuale tracciabilità dei materiali da scavo ci garantirà? È possibile una datazione? NO, non è realistico, la datazione non scientificamente robusta. Ma il MATTM impone storicità ( > conferimento antecedente DPR 915/82) E possibile un criterio merceologico? NO, Le elencazioni inon sono mai esaustive «una miscela eterogenea di materiale» E possibile un criterio percentuale (come il 20% del DM 161/12)? NO, c è un problema di scala e rappresentatività analitica. Secondo il MATTM il 20% è un limite tecnico => Serve una definizione ampia e inclusiva, con criteri oggettivi di tipo qualitativo ( > tutela sanitaria e ambientale) La gestione dei materiali da scavo e la problematica di riporto: l'esperienza del Comune di Milano 12

La problematica del riporto Cosa non sta funzionando La disciplina ex art. 41 DL 69/13 «le matrici materiali di riporto devono essere sottoposte a test di cessione ai sensi 5/2/1998 ai fini delle metodiche da utilizzare per escludere rischi di contaminazione delle acque sotterranee e, ove conformi ai limiti del test di cessione, devono rispettare quanto previsto dalla legislazione vigente in materia di bonifica dei siti contaminati» «riporto non conformi ai limiti del test di cessione sono fonti di contaminazione devono essere rimosse o devono essere rese conformi tramite operazioni di trattamento o devono essere sottoposte a messa in sicurezza permanente utilizzando le migliori tecniche disponibili e a costi sostenibili che consentano di utilizzare l'area secondo la destinazione urbanistica senza rischi per la salute» Quali sono i limiti cui riferire il test di cessione? Secondo il MATTM Tab. 2 Perché la verifica CSC è in subordine? Al fallimento del test si tratta di rifiuti? Secondo il MATTM praticamente sì Si fa l AdR (ex. titolo V) o il test fallito già ne sostituisce il risultato (per lisciviazione)? Vd. sopra, se sono rifiuti La gestione dei materiali da scavo e la problematica di riporto: l'esperienza del Comune di Milano 13

La problematica del riporto Prospettive Da rivedere lo riferimento tecnico del test di cessione e i limiti di confronto (con possibilità di eventuale modellazione della diffusione in falda?) Da armonizzare il criterio qualitativo per la gestione del riporto con quello previsto per gli aggregati riciclati Dachiarire se il fallimento deltest implica l avvio diun procedimentodi bonifica (ex titolo V) analogamente al superamento delle CSC, e che quindi poi si procede con di conseguenza (AdR etc.) oppure si entra nella disciplina dei rifiuti Da chiarire la procedibilità ai sensi del Titolo V per le ex cave. Anche se già la definizione di riporto le definisce matrici «utilizzate per la realizzazione di riempimenti, di rilevati e di reinterri» (pronuncia CdC su Calchi T., criterio di datazione secondo MATMM, DPR 915/82) Da chiarire la cogenza delle interpretazioni del MATTM (quale diffusione?) La gestione dei materiali da scavo e la problematica di riporto: l'esperienza del Comune di Milano 14

La problematica del riporto In conclusione Sarebbe opportuno ampliare il perimetro della definizione di bonifica includendo veramente tutte le operazioni necessarie per l eliminazione delle sorgenti di inquinamento e comunque per la riduzione della concentrazione di sostanze inquinanti (art. 239) Sarebbe opportuno ridurre il perimetro della definizione di rifiuto Superare le condizioni di stallo e improcedibilità in un ottica integrata e inclusiva di risanamento ambientale La gestione dei materiali da scavo e la problematica di riporto: l'esperienza del Comune di Milano 15

Grazie per l attenzione Mario Lagorio Comune di Milano Settore Bonifiche Direttore di settore Via Pirelli 39 (5 piano) 20124 Milano E mail mario.lagorio@comune.milano.it Tel. 02.88467699 Fax 02.88467727 La gestione dei materiali da scavo e la problematica di riporto: l'esperienza del Comune di Milano 16