La relazione di riferimento e la normativa sulle bonifiche
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- Amerigo Capelli
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1 Convegno su Il nuovo diritto dell ambiente: le recenti riforme su danno ambientale, bonifiche e IED. Aspetti legali, tecnici e assicurativi La relazione di riferimento e la normativa sulle bonifiche Donatella Giacopetti, Unione Petrolifera Milano, 11 novembre 2014
2 Chi è Unione Petrolifera Unione Petrolifera Associazione di categoria, istituita nel 1948, riunisce le principali aziende petrolifere che operano in Italia nell ambito della trasformazione del petrolio e della distribuzione dei prodotti petroliferi. Aderisce a Confindustria 12 impianti
3 La relazione di riferimento nella direttiva IED Relazione di riferimento è un nuovo adempimento per il gestore di un impianto AIA Consiste in una fotografia della contaminazione delle acque e dei suoli delle sostanze pericolose, pertinenti al ciclo di lavorazione esercito Al momento della cessazione dell attività il gestore avrà obbligo di rimuovere la contaminazione, conseguente alle attività autorizzate svolte, che comporta un rischio per la salute e per l ambiente. Commento La direttiva 2010/75 [come recepita dal Dlgs. 46/2014] ha inserito, una disposizione di riparazione nella IPPC/IED, con un approccio «ragionevole», Durante la discussione della proposta di direttiva IED, la proposta di direttiva sul suolo aveva già subito una battuta arresto Non era possibile quindi fare riferimento a norme europee che definissero la contaminazione di un sito in maniera univoca E stato scelto di «FOTOGRAFARE» lo stato del sito in un preciso momento per poi confrontarlo con quello al momento della dismissione Applicazione del principio comunitario «chi inquina paga»: la fotografia riguarda le sostanze pertinenti l attività del sito Ma il raccordo con l analisi di rischio???? Relazione di riferimento Direttiva IED 2010/75/UE D.Lgs , n. 46 D.Lgs , n. 152 Definizione Art. 3 (19) Art. 1 Art. 5, comma 1 lett. V-bis) Disposizione Art. 22 (2) Art. 7 Art. 29 sexies, commi 9-quinquies, 9-sexies
4 La proposta di direttiva suolo [COM(2006)232] Molteplici le minacce al suolo coperte dalla proposta di direttiva, tra cui anche la Contaminazione del suolo Capitolo su Suoli contaminati: Definizione di sito contaminato: presenza di sostanze pericolose da attività umana che possano causare un rischio per la salute e per l ambiente: rischio valutato per l uso effettivo del sito Inventario Nazionale dei siti contaminati: elenco dei siti attivi e dismessi, individuati attraverso un censimento delle aree potenzialmente contaminate, una caratterizzazione e un analisi di rischio, che le Autorità Competenti avrebbero dovuto completare in 25 anni! Rapporto sullo stato dei suoli: investigazione ambientale del sito da redigere in occasione di compravendita delle aree Commento L industria italiana vedeva con favore la proposta europea, stante una norma nazionale già in vigore molto conservativa Il confronto a livello Ue su standard e livelli rischio avrebbe favorito un miglior rapporto costo beneficio degli interventi La previsione del rapporto sullo stato dei suoli veniva già di fatto applicata nella compravendita dei siti industriali dal 1999 in poi
5 La normativa delle bonifiche e del danno ambientale a livello nazionale Legge istitutiva del Ministero Ambiente e prima norma sul danno ambientale Decreti emergenziali sui rifiuti e prime norme sulla gestione dei siti contaminati Decreto Ronchi e suo regolamento attuativo [Approvazione della direttiva europea sul danno ambientale] Codice dell Ambiente. Cambia lo strumento per la definizione di contaminazione del sito. Recepimento della direttiva danno Modifica dell obiettivo di bonifica delle acque
6 Modifica dell obiettivo di bonifica delle acque Analisi di rischio per terreni e per le acque CSC al punto di conformità 6
7 La Definizione degli obiettivi di bonifica: dall approccio tabellare all analisi di rischio Criterio di delega della l. 308/2004: Definizione degli obiettivi di bonifica (CSR - Concentrazione Soglia di Rischio) attraverso la valutazione dei rischi sanitari ed ambientali connessi agli usi previsti dai siti stessi, tenendo conto dell approccio tabellare (CSC Concentrazione Soglia di Contaminazione) DM 471/99 approccio tabellare CSC: Avvio del procedimento amministrativo e obiettivo di bonifica CSC Sito potenzialmente contaminato Caratterizzazi one E analisi di rischio CSR AZIONI DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO MONITORAGGIO Se > CSR Sito contaminato Se < CSR Sito non contaminato D.Lgs. 152/06 analisi di rischio (adr) CSC: Avvio del procedimento amministrativo ma obiettivo di bonifica definito con Adr (superamento CSR) 7
8 CSC - Concentrazioni Soglia di Contaminazione: sono le ex tabelle del DM 471/99 con le concentrazioni limite accettabili per il terreno e per le acque sotterranee, ora tab. 1 e 2 allegato 5 Titolo V Parte IV D.lgs 152/06. Tabella 1: Concentrazione soglia di contaminazione nel suolo e nel sottosuolo riferiti alla specifica destinazione d'uso dei siti da bonificare A Siti ad uso Verde pubblico privato e residenziale B Siti ad uso Commerciale e industriale 94 sostanze (mg kg -1 espressi come SS) Tabella 2. Concentrazione soglia di contaminazione nelle acque sotterranee 92 Sostanze Valore limite (µ/l) Analisi di rischio sito-specifica: strumento per definire la strategia per il risanamento sostenibile del territorio in quanto consente: di determinare l ordine di priorità degli interventi di bonifica, poiché è in grado di selezionare, tra tutte le situazioni di contaminazione, quelle ad effettivo rischio; di calibrare l intervento sulla base della situazione specifica del sito, grazie all applicazione di livelli successivi di approfondimento, permettendo un migliore impiego delle risorse economiche disponibili. 8
9 La formulazione del rischio MATRICE CONTAMINATA Adr sito specifica: liv. 2 PARAMETRI SITO SPECIFICI FATTORE DI TRASPORTO PARAMETRI CHIMICO- FISICI CSC: liv. 1 CONCENTRAZIO NE DI ESPOSIZIONE PARAMETRI DI ESPOSIZIONE CALCOLO DEL RISCHIO PARAMETRI TOSSICOLOGIC I 9
10 La normativa sul danno ambientale a livello nazionale e comunitario Ieri La legge sul Danno Art. 18 della l. 349/86 BONIFICHE Art. 17 del D.lgs. 22/97 DM , n.471 Acque Art. 58 del D.lgs. 152/99 Direttiva Danno Direttiva 2004/35/CE..Oggi Il codice ambientale: Bonifiche e danno ambientale D.Lgs 152/06: Titolo IV - bonifiche Titolo VI - danno ambientale
11 Matrici oggetto di tutela Danno ambientale Art. 18 l. 349/86 habitat e specie Danno ambientale 2004/35/CE Bonifiche Art. 17 D.Lgs. 22/97 terreno Tutela acque Art. 58 D.Lgs. 152/99 Riparazione del danno al TERRENO Riduzione della contaminazione tale che non presenti più un rischio significativo di causare effetti nocivi per la salute umana, tenuto conto del uso attuale o approvato per il futuro del suolo Riparazione del danno all ACQUA o alle SPECIE e HABITAT protetti Primaria: riporta le risorse e/o i servizi naturali danneggiati alle o verso le condizioni originarie. 11 Complementare e compensativa
12 Bonifiche e relazioni di riferimento: due diverse finalità IED Bonifiche Diversa definizione dei livelli d azione Fotografia e comparazione della contaminazione da sostanze pertinenti che comporta un rischio per la salute e per l ambiente Responsabilità dell intervento Obbligo per le sostanze pertinenti Tempistica Attivazione del ripristino alla cessazione dell attività Mitigazione necessaria in caso di superamento delle CSR Obbligo per i parametri previsti Attivazione in caso di superamento delle CSC per nuovo evento o per rinvenimento di contaminazione storica
13 Stato delle bonifiche in Italia 2013 Siti di competenza regionale siti bonificati (n ): + 57% rispetto al 2008 «il dato positivo relativo al numero di siti bonificati è attribuibile in gran parte alla Regione Lombardia (1300 su 3088) e alle regioni del centro nord.»
14 Stato delle bonifiche in Italia 2013 Siti di interesse nazionale 39 SIN (come stabilito dal DM 11 gennaio 2013) + 1 (valle del sacco nel 2014) non sono disponibili dati comparabili con quelli del 2008, ma le aree restituite agli usi legittimi rappresentano ancora una percentuale limitata Determinante raccordare quanto già fatto sulla caratterizzazione dei siti in Italia con la relazione di riferimento!! In Italia le matrici suolo e falda sono già oggetto di tutela da diversi anni
15 L attuazione della relazione di riferimento (RDR) a livello Ue Le linee guida UE - Comunicazione 2014/C 236/01 Pubblicate dalla Commissione nel maggio 2014 Definiscono elementi per determinare: se occorre elaborare la RdR come elaborare la RdR il contenuto della Rdr Commento Sviluppano un processo per fasi, pragmatico ed efficace, di determinazione della possibilità dell impianto di contaminare suolo e acque, tenendo conto : delle sostanze pericolose pertinenti (SPP) prodotte o rilasciate dall installazione della probabilità (e non del solo rischio potenziale) che le SPP siano rilasciate ed identificando: i recettori ambientali e sanitari la natura e la portata dell inquinamento esistente, anche attraverso analisi aggiuntive
16 L attuazione della relazione di riferimento (RDR) a livello nazionale Lo schema di DM sulla RdR Le ipotesi ancora in corso di elaborazione prevedono: Una tempistica molto breve per la presentazione della RdR per impianti con AIA in corso di validità Procedura di screening per valutare la necessità di elaborare la RdR, basata su soglie, per classi di pericolo, estremamente basse Procedure per la caratterizzazione dei siti differenti da quelle n vigore Nuove definizioni rispetto alla direttiva IED e alla norma sulle bonifiche Commento Tempistica: RDR dovrebbe essere presentata in occasione del: primo rinnovo nel caso di impianti con AIA valida e non in scadenza per le attività che hanno in corso l iter di rilascio/rinnovo/riesame dovrebbe essere presentata con una tempistica congrua (almeno un anno) Procedura e le definizioni dovrebbero essere completamente aderenti alle Linee Guida europee per evitare difformità competitive tra le imprese Analisi integrative per la caratterizzazione di suolo e falda dovrebbero utilizzare i medesimi criteri previsti dalla norma sulle bonifiche. In particolare la prescrizione di nuove analisi sul top soil per i siti già caratterizzati è onerosa e di scarsa utilità, essendo vigente un obbligo di attivazione della procedura per ogni evento potenzialmente in grado di contaminare un sito.
17 Considerazioni finali La normativa italiana sulla bonifica dei siti contaminati è pienamente in vigore da diversi anni e prevede un obbligo di ripristino più ampio di quello previsto dalla nuova IED Molte informazioni sono ad oggi disponibili sullo stato dei siti contaminati, essendo in vigore disposizioni nazionali sulle bonifiche pienamente operative dal 1999 E necessario raccordare le modalità di analisi e caratterizzazione già effettuate sulla base delle disposizioni vigenti, con quanto richiesto in attuazione delle IED
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