Barcella Elena matricola 25859 IL PROBLEMA DEL RIENTRO DAL DEBITO ESTERO DEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO Riassunto A partire dagli anni Settanta molti Paesi economicamente deboli, per promuovere il loro sviluppo, s indebitarono nei confronti di istituti di credito. La situazione debitoria divenne particolarmente drammatica in seguito agli shock petroliferi del 1973 e del 1979; si resero quindi necessari degli interventi da parte d Enti finanziatori Internazionali sostenuti dai Paesi più forti. Nel 1985 Baker elaborò un piano di sostegno dello sviluppo economico di tali paesi, con lo scopo di consentire loro di ripagare il debito. Tale intervento, che si basava sul presupposto che la crisi fosse di liquidità, non portò alla soluzione. Per risolvere il problema era necessario studiare più approfonditamente la natura della crisi. Si giunse alla conclusione che essa derivava non tanto da un problema di liquidità, quanto di solvibilità: era necessario intervenire con riforme strutturali di lungo periodo. In tale ottica si mosse nel 1989 il piano Brady, più flessibile rispetto al piano Baker, che dettava ampie linee guida e non rigidi obiettivi quantitativi. Ma la riduzione del debito così ottenuta era troppo modesta e quindi anche questo piano era destinato a fallire. Nel 1996 fu proposta l HIPC, un iniziativa rivolta ai Paesi in Via di Sviluppo molto indebitati. Anche tale piano comportava diversi limiti, tra i 1
quali il basso numero di Paesi che potevano beneficiare di tale progetto. I requisiti per ricevere le agevolazioni erano troppo restrittivi così come pure i tempi d attesa per il relativo ottenimento. Nel 1999 dal vertice G-7 di Colonia sull iniziativa HIPC sono giunti segnali positivi, come l aumento del numero di Paesi che possono rientrare nell iniziativa, l incremento delle quote cancellabili e la riduzione dei tempi d attesa. Non sono peraltro mancati segnali negativi: dalla ridotta entità del debito remissibile al fatto che non è stata accolta la cancellazione del debito insostenibile. Nel 2001 durante il vertice G-8 s è affrontato il tema della lotta alla povertà. L alleggerimento del debito- specialmente l iniziativa HIPC rafforzata a favore dei Paesi poveri maggiormente indebitati -è stato considerato un valido contributo alla lotta contro la povertà ma nient altro che uno dei passi necessari per stimolare una crescita più rapida nei paesi molto poveri. Le possibili soluzioni proposte sono state: 1. una maggiore partecipazione da parte dei Paesi in Via di Sviluppo al sistema commerciale globale; 2. un maggiore investimento dei privati 3. delle iniziative per promuovere salute, istruzione e sicurezza alimentare. Tuttavia anche questo piano aveva alcuni limiti, in particolar modo ne individuiamo tre: 1. l espansione dei sistemi di mercato non ha garantito la crescita economica nei Paesi più svantaggiati; 2. l obiettivo dell incremento e della generalizzazione planetaria del mercato non tiene conto della relazione che su scala mondiale s è venuta determinando tra la sfera reale dell economia e la sfera finanziaria; 2
3. l obiettivo della riduzione della sola povertà, separatamente da quello della riduzione della disuguaglianza, è limitativo. Dall inizio degli anni Ottanta alcuni economisti e matematici hanno iniziato a costruire modelli di aiuto alle decisioni in tale contesto. Paul Krugman propose nel 1988 un modello qualitativo, ove si utilizzava la curva di Laffer per conoscere la posizione di un Paese debitore, rispetto alla sua effettiva capacità di onorare il debito. L autore considerò la rilevanza che l affidabilità ha per il debitore, il quale è disposto ad effettuare sacrifici per ripagare il creditore solo se, in tal modo, può ritornare al più presto ad una tale situazione. Giorgio Ragazzi elaborò nel 1990 un modello che considerava il fatto che un Paese poteva aggiungere l affidabilità nel solo caso in cui il prezzo di mercato del debito coincideva con il suo valore nominale e quindi il Paese era in grado di accedere al credito a condizioni di mercato. Gianfranco Gambarelli presentò nel 1992 una formulazione matematica della curva di Laffer applicata a questo tipo di problema, completando tale curva con quella di parziale riacquisto del debito e quella di pagamento degli interessi. Si rese così possibile un confronto fra le diverse politiche attuabili. Ed è con la Teoria dei Giochi che si cerca di costruire un modello in grado di affrontare il problema del rientro del debito estero dei Paesi in Via di Sviluppo. I giocatori coinvolti sono il Paese debitore, le Banche creditrici e le Organizzazioni Internazionali o i Governi creditori. Finché il Paese debitore onora i suoi impegni, la Banca creditrice può ritenere che esso continuerà a farlo, pertanto il valore attuale del pagamento atteso coincide con il valore nominale del debito. V è però una zona di pericolo, oltre la quale il valore attuale si riduce rispetto a quello nominale. Tale zona si riscontra quando il rapporto fra debito ed esportazioni del Paese supera una soglia che si colloca fra i valori 2 e 2,5. 3
Oltre tale soglia, il Paese di solito non riesce a far fronte ai suoi impegni e inizia a non rimborsare. Può allora chiedere l intervento d Enti finanziatori, quali la Banca Mondiale o il Fondo Monetario Internazionale. In caso di risposta affermativa, s ipotizza che il debitore utilizzerà tale somma per finanziare uno specifico progetto produttivo, che gli consentirà in seguito di rimborsare il debito. A sua volta il creditore può accettare pagamenti parziali dal Paese debitore, oppure può pretendere l intera restituzione del debito, dichiarando il Paese insolvente se non adempie tale obbligo. E possibile quantificare le concessioni dei creditori ai debitori e gli interventi domestici richiesti ai debitori, così come l interesse che il debitore e i creditori hanno per il mantenimento di buone relazioni tra loro. Le due funzioni individuate sono: U DEBITORE = al-ba+cg e U CREDITORE = ya-xl+zh La funzione d utilità del debitore aumenta con alti livelli di concessione dei prestiti (L), decresce con la propria necessità di assumersi le modifiche (A) e incrementa con le azioni di promozione di buone relazioni future (G). Viceversa l utilità dei creditori incrementa con alti livelli di modifiche (A) e decresce con il bisogno di fare prestiti (L), ma nello stesso modo aumenta con buone relazioni (H). Abbiamo assegnato vari pesi a queste variabili e poi ne abbiamo calcolato le varie utilità. Con tali valori abbiamo costruito le matrici del gioco e, tenendo conto delle scelte dei giocatori abbiamo elaborato otto possibili situazioni sia per i creditori sia per i debitori. Di queste situazioni abbiamo focalizzato l attenzione su una in particolare che ci ha permesso di individuare un equilibrio di Nash Pareto-Ottimale.(alti interventi per il debitore e basse concessioni di prestiti per il creditore). Infine abbiamo preso in considerazione l intervento delle Organizzazioni Internazionali, identificato con cinque possibili livelli ognuno dei quali porta a soluzioni diverse. La soluzione migliore è quella 4
che prevede una cooperazione tra i tre Enti, in modo particolare le Organizzazioni Internazionali dovrebbero spingere creditori e debitori a scegliere la situazione che conduce all equilibrio di Nash. 5