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Roberta Mastrofini Classi di verbi inglesi tra pesantezza e leggerezza
Copyright MMXIII ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it info@aracneeditrice.it via Raffaele Garofalo, 133/A B 00173 Roma (06) 93781065 ISBN 978-88-548-6630-0 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: novembre 2013
A mia sorella Daniela così lontana, così vicina
7 Prefazione La ricerca di Roberta Mastrofini si impone all attenzione per lo spessore teorico e il rigore metodologico con cui la studiosa affronta, focalizzandosi sulla lingua inglese, un tipo di costruzione sintattica ampiamente diffusa in molte lingue: i costrutti a verbo supporto. Il lavoro parte dalla constatazione della ben nota difficoltà di riuscire a comprendere e giustificare il rapporto di variazione esistente tra polisemia e polimorfismo che caratterizzano gli elementi lessicali di qualsiasi lingua, e prende in considerazione in particolare le realizzazioni lessicali della categoria del verbo inglese. Difatti, il rischio di ricerche di questo genere, come dimostra anche l autrice nella discussione critica delle fonti bibliografiche relative agli studi linguistici che, negli ultimi cinquanta anni, hanno trattato l argomento in riferimento a molteplici lingue, e come suggeriscono approcci come la Construction Grammar, è che ci si concentri sulla componente verbale e non sulle proprietà dell intera costruzione, non riuscendo così a cogliere tutte le implicazioni semantico-sintattiche sottostanti alla combinazione verbo-nominale. Per poter ovviare a tale problema, utilizzando il quadro teorico della semantica generativa, in particolare la Teoria dei Qualia elaborata da Pustejovsky, e utilizzando congiuntamente dizionari e corpora, lo studio di Roberta Mastrofini inquadra il fenomeno dei verbi supporto all interno di una classificazione del sistema verbale della lingua inglese basato sui parametri della pesantezza e della leggerezza. Questi due paramentri rappresentano i due poli di un continuum verso cui le voci verbali tendono e che possono più o meno raggiungere e le cui caratteristiche sono, da una parte, monosemia e inerzia sintattica e, dall altra, desemantizzazione e perdita di struttura sintatticoargomentale. Elaborando uno schema di classificazione che utilizza sia parametri semantici che sintattici, l autrice individua quattro classi di verbi supporto in inglese, alcune delle quali articolate in sottoclassi, mostrando come i verbi supporto tendano sì verso il polo della leggerezza, ma all interno di questa tendenza è solo ipotizzando una scala di gradi di supporto motivata a sua volta dal grado di interazione tra componente
8 verbale e componente nominale del costrutto che si riesce a dar conto della complessità del fenomeno. Dunque, sia per il rigore metodologico che per la ricchezza di e- semplificazioni, il volume offre materiale prezioso non solo agli studiosi di lingua e linguistica inglese, ma anche agli studiosi di linguistica generale interessati ai fenomeni di interfaccia fra semantica e sintassi. Settembre 2013 Carla Vergaro
9 Indice 1. Il lessico verbale 11 1.1. Introduzione 11 1.2. Scopo del lavoro 12 1.3. I modelli teorici di riferimento 13 1.3.1. I ruoli tematici 14 1.3.2. L aspetto lessicale 15 1.3.3. Le strutture logiche 16 1.4. Il GL 17 1.4.1. La Forzatura di Tipo (Type Coercion) 26 1.4.2. Il Legame Selettivo (Selective Binding) 27 1.4.3. La Co-composizione (Co-composition) 27 2. Gradi di verbalità nel sistema dell inglese 29 2.1. Introduzione 29 2.2. Verbi Pesanti 33 2.2.1. Le espressioni collocate 35 2.2.2. I verbi causativi denominali 39 2.3. Verbi con Semantica variabile e Sintassi fissa 48 2.4. Verbi con Semantica fissa e Sintassi variabile 53 2.5. Verbi con Semantica e Sintassi variabili 60 2.5.1. Alternanza TR/ INTR 60 2.6. Verbi Generali 66 2.6.1. Les classes d objects 67 2.7. Riassumendo 72 3. I Verbi Supporto 75 3.1. Introduzione 75 3.2. La problematica 80 3.3. Classi di Costruzioni a VSup 83 3.4. I criteri di individuazione 84 3.5. I risultati 86 3.6. VSup + Nome Deverbale 89 3.7. VSup to be + Aggettivo Predicativo 98 3.8. V Sup con valenza aspettuale + Nome Eventivo 104
10 3.8.1. Costruzioni pre-ingressive 106 3.8.2. Costruzioni incoative 107 3.8.3. Costruzioni risultative 108 3.8.4. Costruzioni durative 109 3.8.5. Costruzioni iterative 110 3.9. V Sup causativo + NE/ AP 118 3.9.1. (x) CAUSA (z) AVVIENE 118 3.9.2. (x) CAUSA (y) DIVENTA (z) (Agg) 120 3.10. Riassumendo 124 Conclusioni 126 Bibliografia e sitografia 129 Ringraziamenti 146
1. IL LESSICO VERBALE 1.1. Introduzione Negli studi di teoria linguistica degli ultimi trent anni, un ruolo sempre più centrale è stato riconosciuto al lessico, considerato, tra l altro, un terreno ideale per studiare i fenomeni di interfaccia tra semantica e sintassi. Ci riferiamo ad alcune teorie di orientamento lessicalista come la Lexical Functional Grammar (Bresnan 1982), la Head-driven Phrase-Structure Grammar (Pollard & Sag 1994), la Functional Grammar (Dik 1978 e 1989, Vossen 1995, Olbertz et. al. 1998); al modello del Generative Lexicon, sulla strutturazione dell informazione lessicale (Pustejovsky 1995 e 1998a); ma anche alla rivalutazione del ruolo del lessico all interno della Government and Binding Theory (Chomsky 1981). In questo quadro, lo studio della categoria Verbo ha, in un certo senso, primeggiato, sostenuto dalla difficoltà di spiegare e formalizzare la relazione tra informazione semantica e realizzazione argomentale. É, infatti, noto che non tutti i verbi godono del medesimo status. In particolare, a livello sintattico, non solo possono avere valenze 1 diverse (es. to rain monovalente; to meet bivalente; to give trivalente), ma mostrare gradi più o meno estesi di polimorfismo 2, ovvero entrare in più configurazioni sintattico-argomentali (es. John burnt the house vs. A fire is burning; John ran home vs. John has been running for hours; John opened the door vs. The door opens onto a patio; ecc.). 1 Il concetto di valenza risale a Tesnière e si riferisce, attraverso una metafora mutuata dalla chimica, all attrazione che un predicato può esercitare su un numero variabile di e- lementi della frase, da un minimo di 0 a un massimo di 3 (cfr. L. TESNIÈRE, Eléments de Syntaxe Structurale, Librairie Klincksieck, Paris 1959). 2 Termine largamente diffuso nella letteratura statunitense (cfr., tra gli altri, B. LEVIN, English Verb Classes and Alternation. A Preliminary Investigation, The University of Chicago Press, Chicago 1993). 11
12 Classi di verbi inglesi tra pesantezza e leggerezza A livello semantico, inoltre, possiamo avere forme tendenzialmente stabili 3 (es. le espressioni collocate come to squander money o to commit a crime, la cui combinabilità sintagmatica è favorita da una forma di lessicalizzazione d uso), significati generati da uno slittamento metaforico (es. to launch a ship to launch a project; to milk a goat to milk someone for money; ecc.), voci fortemente polisemiche (es. i verbi generali to catch, to make, to use, ecc.) la cui interpretazione viene determinata, in larga misura, sul piano composizionale, e voci tendenzialmente desemantizzate (i cosiddetti Verbi Supporto), la cui sola funzione, apparentemente 4, sarebbe quella di attualizzare la forza predicativa del nome con il quale si combinano (es. to make a prediction, to have a walk, to take risks, to give advice, ecc.). Va, altresì, sottolineato che i due livelli descritti non agiscono separatamente. É, infatti, comune che a realizzazioni sintatticoargomentali diverse corrispondano altrettante variazioni, soprattutto sul piano aspettuale (es. to sing processo vs. to sing a song evento delimitato ; ecc.) 1.2. Scopo del lavoro Questo lavoro si articola nel modo seguente. Dopo aver illustrato i modelli teorici attraverso i quali argomenteremo le nostre idee, passeremo a classificare i verbi della lingua inglese in base ai diversi gradi di stabilità semantica e sintattica mostrati all interno di contesti sintagmatici diversi (ovvero, alla possibilità di subire influssi sul piano semantico-aspettuale e/o sintattico-argomentale determinati da variabili composizionali). I due poli di riferimento saranno denominati pesantezza e leggerezza, e saranno caratterizzati, rispettivamente, da verbi con una configurazione semantico-sintattica tendenzialmente univoca (es. le espressioni collocate e alcuni verbi denominali cfr. par. 2.2.) e da voci che presentano vari livelli di 3 Preferiamo evitare il termine monosemia, dal momento che molto raramente ad una voce verbale è associabile un significato unico (soprattutto, nell uso dei parlanti). 4 Cfr. cap. 3.
Il lessico verbale 13 desemantizzazione e operatività grammaticale (es. i Verbi Supporto cfr. cap. 3). Tra i due estremi considerati individueremo tutta una serie di casi in cui: variazioni sul piano semantico non generano un alternanza sintattica (es. i significati moltiplicatisi, in diacronia, attraverso slittamenti di tipo metaforico o metonimico cfr. par. 2.3.); variazioni sintattiche provocano differenze sul piano aspettuale (cfr. par. 2.4.); gradi elevati di polimorfismo trovano corrispondenza in sensi diversi associabili alle molteplici realizzazioni del verbo (cfr. par. 2.5.); verbi dal significato fortemente generico saturano, variamente, la propria struttura lessicale attraverso il contorno sintattico che li ospita (cfr. par. 2.6.). Il fenomeno della leggerezza sarà ulteriormente approfondito nella sezione dedicata ai Verbi Supporto (cap. 3). Come dimostreremo, i numerosi contributi dedicati a questo argomento dalla letteratura linguistica non hanno ancora fornito risultati coerenti, suffragati da solidi presupposti semantico-sintattici. In linea con la metodologia adottata nel cap. 2, proporremo classi diverse di gradi di supporti, motivate da un diverso grado di interazione semanticoaspettuale tra le strutture lessicali soggiacenti alle due componenti il costrutto. Tale interazione determinerà, altresì, maggiori o minori restrizioni della costruzione a livello sintattico (es. possibilità di operare trasformazioni quali la passivizzazione, l estrazione dell Oggetto, ecc.). 1.3. I modelli teorici di riferimento Per la nostra analisi utilizzeremo il modello del Lessico Generativo, proposto in Pustejovsky (1995 e 1998a), ma faremo, altresì, riferimento al ben noto concetto di ruolo tematico, alle classi di azionalità distinte da Vendler e alle Logical Structures individuate
14 Classi di verbi inglesi tra pesantezza e leggerezza da Dowty nel quadro teorico della Grammatica di Montague, per quanto riguarda l aspetto verbale. Nei paragrafi successivi, descriveremo brevemente tali modelli teorici, dando maggiore spazio al formalismo di Pustejovsky che sarà alla base delle rappresentazioni lessicali utilizzate a sostegno della nostra analisi. 1.3.1. I ruoli tematici Il modello dei ruoli tematici nasce in ambito sintatticista con l intento di formalizzare i tipi di relazioni semantiche esistenti tra verbo e argomento/i. Fillmore (1968) postula l esistenza di una serie di casi profondi atti a distinguere i diversi tipi di rapporti che il referente di una medesima posizione sintattica può intrattenere con il predicato. I ruoli tematici individuati da Fillmore sono presentati nella Tab. 1. Tabella 1. I ruoli tematici (Fillmore 1968). Ruolo tematico Agent Theme Patient Experiencer Source Beneficiary Abbreviazione Ag Th Pt Exp Sour Ben Vediamo qualche esempio 5 : 5 Gli esempi riportati in questo lavoro provengono da varie fonti: la consultazione di dizionari (Oxford Dictionary of English, The New Oxford American Dictionary, Oxford English Dictionary, the Longman Language Activator, the Collins Cobuild Dictionary of the English Language, the MacMillan Dictionary) e siti internet (www.dictionary.com - che include il Random House Dictionary, Random House, Inc. 2011., il Collins World English Dictionary, il Visual Thesaurus, Copyright 1998-2011 Thinkmap, Inc. e E- tymonline - e www.wordreference.com) e il supporto di parlanti madrelingua o, dove e- spressamente indicato, sono stati estratti dal CoCa Corpus of Contemporary English (http://corpus2.byu.edu/coca/).
Il lessico verbale 15 (1) a. John received a book Ben Th b. John watched a movie Ag Th c. John comes from London Esp Sour d. John is coming from London Ag Sour Come dimostrano gli enunciati in (1), non solo ad una stessa costruzione sintattica possono corrispondere ruoli tematici diversi (es. le strutture transitive (1a) e (1b)), ma anche ad uno stesso predicato, a seconda del contesto sintagmatico di inserimento, possono essere associate diverse relazioni di significato (esempi (1c) e (1d)). 1.3.2. L aspetto lessicale L aspetto lessicale o Aktionsart di un verbo è di fondamentale importanza per spiegare le restrizioni di tipo semantico e sintattico associabili ad un predicato. Vendler (1967) 6 distingue quattro classi di verbi (v. Tab. 2): Tabella 2. Tipi di Aktionsart (Vendler 1967). TIPI DI AKTIONSART States (Stati) Activities (Attività) Achievements (Trasformativi) Accomplishments (Risultativi) ESEMPI DI VERBI to have, to own, to believe to swim, to run, to drink to find, to lose, to die to make, to burn, to open Vendler nota che gli States hanno una durata, ma non una struttura interna (nel senso che nell arco di tempo in cui sono veri non 6 Lo studio di Vendler riprende la riflessione filosofica che risale ad Aristotele circa quali e quanti tipi di situazioni sia opportuno postulare.
16 Classi di verbi inglesi tra pesantezza e leggerezza introducono cambiamenti, es. John has a dog); le Activities hanno una durata e descrivono un processo in corso, vero in ogni fase del suo svolgimento (es. John runs); gli Accomplishments hanno una durata e un telos obbligatorio (es. John makes a drawing); gli Achievements hanno un telos ma non hanno durata (indicano, cioè, una culminazione istantanea, es. John found a job). Sia gli Accomplishments che gli Achievements sono veri solo se è raggiunta la fase finale: in altre parole, se vengono interrotti, è come se non avessero avuto luogo (es. John is making a drawing non significa che John ha fatto un disegno ). Varie sono le proposte di classificazione aspettuale dei verbi successive a Vendler (cfr., tra gli altri, Verkuyl 1972, Mourelatos 1978, Dowty 1979, Dik 1989, Binnick 1991, Smith 1991, Pustejovsky 1988 e 1991, Pustejovsky & Busa 1995, Bertinetto et. al. 1995, Bertinetto & Delfitto 2000, Sasse 2002), tutte rivolte all elaborazione di una tassonomia che sia in grado di rendere conto delle correlazioni tra aspetto lessicale, struttura tematica e configurazione sintattica. 1.3.3. Le strutture logiche Nel quadro teorico della Grammatica di Montague, Dowty (1979) propone una rappresentazione in forma logica per ognuna delle quattro classi individuate da Vendler, utilizzando una serie di operatori aspettuali, ovvero: BECOME (DIVENTA), che segnala l incoatività; DO (FA), che segnala l Agentività; CAUSE (CAUSA), che stabilisce una relazione causale tra due eventi. Si tratta di tre primitivi semantici che operano su una serie di predicati atomici costituiti dai predicati di Stato. Sulla base di questi due elementi (i primitivi semantici e i predicati basici ) e mediante un calcolo aspettuale, Dowty identifica quattro tipi di formule logiche (Logical Structures), corrispondenti alle classi di Vendler (v. Tab. 3).
Il lessico verbale 17 Tabella 3. Logical Structures (Dowty 1979). CLASSE VERBALE LOGICAL STRUCTURES States predicato (x) o (x, y) Activities (DO (x)) [predicato (x) o (x, y)] Achievements BECOME predicato (x) o (x, y) Accomplishments φ CAUSE Ψ 7 Il calcolo aspettuale di Dowty (adottato, in seguito, nel quadro della Role and Reference Grammar 8 ) è molto interessante perché rende conto delle relazioni di derivazione che sembrano esserci tra le diverse classi aspettuali e delle implicazioni logiche dei predicati appartenenti a classi diverse. 1.4. Il GL Il modello del Lessico Generativo (Generative Lexicon o, semplicemente, GL), sviluppato in Pustejovsky 1995 e 1998a, prevede quattro livelli di rappresentazione semantica. In altre parole, si afferma che la semantica di un elemento lessicale α sia definita attraverso una quadrupla (α = < A, E, Q, I >), dove A è la struttura argomentale, E la specificazione dell evento, Q la struttura di qualia ed I la struttura dell eredità lessicale, che determina la relazione tra una struttura lessicale ed altre dello stesso tipo, nonché il suo contributo all organizzazione globale del lessico. In questa sede, utilizzeremo la rappresentazione delle prime tre strutture e vedremo come esse interagiscono al fine di determinare la configurazione semantico-sintattica del verbo. Vediamole in dettaglio. STRUTTURA ARGOMENTALE: specifica il numero ed il tipo di argomenti e la loro realizzazione sintattica. Pustejovsky (cfr. Pustejovsky 1995, 7 Dove φ è un predicato Activity e Ψ un predicato Achievement. 8 Cfr. R.D. VAN VALIN & R.J. LA POLLA, Syntax. Structure, Meaning and Function, C.U.P., Cambridge 1997.