ORPICCHIO Vitis vinifera L. Accessione: M10CM Utilizzazione: Uva da vino Zona di reperimento o provenienza: Provincia di Arezzo Cenni storici: L Orpicchio era coltivato nel Valdarno Superiore almeno fino dalla metà del XIX secolo (Perrin,1854). Non esistono altre notizie su questo vitigno in bibliografia, se non citazioni di varietà dal nome simile coltivate nella zona di Arezzo o in Val di Chiana. Ritroviamo in particolare un Dorpicchio nell elenco delle uve redatto da Marzotto (1926) tra i vitigni a bacca bianca della provincia di Arezzo e successivamente un Dorpiccio o Orpiccio citato da Trofimo Paulsen (1939) tra i vitigni minori in via di eliminazione. L Orpiccio viene menzionato anche da Breviglieri e Casini (1964) tra i vitigni coltivati nell aretino. Nel Valdarno molti viticoltori anziani ne ricordano ancora oggi le caratteristiche, i tradizionali utilizzi e una sua diffusione, sia pur modesta, fino agli anni sessanta del Novecento. Il successivo ciclo di rinnovamento dei vigneti è stato fatale per questo vitigno dotato di caratteristiche poco gradite ai viticoltori dell epoca, come la maturazione anticipata rispetto alle tradizionali varietà ad uva bianca e la sensibilità ai marciumi del grappolo. Per questi motivi il suo abbandono è stato pressoché totale. Il vitigno è iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Vite dal 2007. Caratteristiche agronomiche e tecnologiche: È un vitigno di scarsa vigoria e produttività regolare, di livello mediobasso in quanto il peso dei grappoli è contenuto. Si è rivelato mediamente suscettibile a peronospora e oidio. Nelle zone di fondovalle è molto soggetto alla Botrytis. L uva presenta un livello zuccherino medio, piuttosto stabile nelle diverse annate e valori di acidità e ph mediobassi. Dà un vino di colore giallo paglierino, con aroma intenso, fresco, fine e armonico con elevate note fruttate e floreali, soprattutto nelle annate più calde. Le qualità enologiche del vitigno sono apparse senza dubbio interessanti nel panorama ampelografico autoctono ad uva bianca della Toscana. Per questo motivo è considerato meritevole di valorizzazione e suscettibile di riscoperta e coltivazione da parte dei viticoltori.
Principali caratteri ampelografici: Germoglio e Foglia giovane 001 Germoglio giovane: apertura dell'apice Completamente aperto 5 004 Germoglio giovane: densità dei peli striscianti dell'apice Bassa 3 016 Germoglio: numero di viticci consecutivi 2 o meno 1 051 Foglia giovane: colore della pagina superiore del lembo (4 foglia) Verde 1
Foglia adulta 067 068 070 076 Foglia adulta: forma del lembo Foglia adulta: numero dei lobi Foglia adulta: distribuzione della pigmentazione antocianica sulle nervature principali della pagina superiore del lembo Foglia adulta: forma dei denti Pentagonale 3 Tre 2 Assente 1 Misto tra entrambi i lati rettilinei e entrambi i lati convessi 5 Foglia adulta: grado di 079 apertura/sovrapposizione dei bordi nel seno peziolare 0812 Foglia adulta: base del seno peziolare delimitata dalla nervatura Foglia adulta: densità dei peli striscianti tra le 084 nervature principali sulla pagina inferiore del lembo Foglia adulta: densità dei peli eretti sulle 087 nervature principali della pagina inferiore del lembo Aperto 3 Non delimitata 1 Media 5 Media 5
Grappolo e Acino 202 204 208 209 223 225 Grappolo: lunghezza (escluso peduncolo) Grappolo: compattezza Grappolo: forma Grappolo: numero di ali del grappolo principale Acino: forma Acino: colore della buccia Corto 3 Compatto 7 Cilindrico 1 Assenti 1 Sferoidale 2 Verde giallo 1
Silhouette foglia media: Profilo genetico: Loci SSR VVS2 133 139 VVMD5 226 246 VVMD7 239 247 VVMD27 185 189 VrZAG62 187 203 VrZAG79 244 250 VVMD25 VVMD28 239 247 VVMD32