RITENUTO IN FATTO. 2. Avverso detta sentenza il (OMISSIS), tramite difensore, proponeva appello.

Documenti analoghi
I datori di lavoro devono conservare gli attestati della avvenuta formazione

Cassazione Penale, Sez. 3, 15 febbraio 2011, n Impastatrice non idonea ai fini della sicurezza

Corte di Cassazione, sez. V penale, sentenza 9 ottobre 7 dicembre 2015, n Presidente lombardi Relatore Amatore Ritenuto in fatto

TRIBUNALE DI UDINE IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

dirittifondamentali.it stato di bisogno obblighi di assistenza art. 570 c.p. riduzione assegno di mantenimento

CORTE DI CASSAZIONE PENALE, SEZIONE III, SENTENZA DEL 19 MAGGIO 2014, N : le condizioni che rilevano per qualificare un veicolo fuori uso.

TRIBUNALE CIVILE DI BOLOGNA ATTO DI PIGNORAMENTO PRESSO TERZI. e difeso dall Avv. (C.F.) fax., indirizzo PEC nel cui PREMESSO

Corte di Cassazione - copia non ufficiale

Cass. pen. Sez. V, Sent., (ud ) , n Svolgimento del processo

TRIBUNALE CIVILE DI BOLOGNA ATTO DI PIGNORAMENTO PRESSO TERZI. Il Signore (Creditore) CF rappresentato e difeso. dall Avv. (Cf )fax, indirizzo

Corte di Cassazione - copia non ufficiale

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL TRIBUNALE ORDINARIO DI TORINO, SEZIONE LAVORO

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO TRIBUNALE DI REGGIO EMILIA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE. Cass /2014. Raccomandata inviata a mezzo ufficio postale: effetti

REPUBBLICA ITALIANA. Cass /2015. Nota spese: la riduzione deve essere motivata.

Corte di Cassazione - copia non ufficiale

Giurisprudenza. Corte di Cassazione V Sezione Penale - n del 7 dicembre 2015

INDICE SOMMARIO PREMESSA. ... Pag. 1

Corte di Cassazione - copia non ufficiale

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO. Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia. sezione staccata di Brescia (Sezione Prima)

Non oltre la prima udienza, nel giudizio ordinario Eccezione di parte Rilevabilità d ufficio Nel procedimento monitorio

TRIBUNALE DI BARI ATTO DI PIGNORAMENTO DI TITOLO DI PROPRIETA INDUSTRIALE

Risoluzione N.107/E QUESITO

MASSIME CNDCEC 2009 PROCEDIMENTI DISCIPLINARI

Corte di Cassazione - copia non ufficiale

Corte di Cassazione. Sez. Seconda Civ. Sent. del , n Svolgimento del processo

Sent. N. 675/2013 REPVBBLICA ITALIANA

TRIBUNALE DI UDINE IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Corte di Cassazione - copia non ufficiale

Commette reato il padre che registra le telefonate dei figli minorenni

I nuovi articoli del Codice Penale e del Codice di Procedura Penale ABUSO D'UFFICIO

SOMMARIO. Introduzione 1 LIBRO PRIMO DISPOSIZIONI GENERALI

Bancarotta fraudolenta per il factotum

PROCEDIMENTO SOMMARIO DI COGNIZIONE ARTT. 702-bis/quater c.p.c.

contro nei confronti di per l'annullamento

INDICE. Schemi. Prefazione... XIII

Appello tributario. Decorrenza termine lungo

Prova notifica titolo esecutivo il debitore deve provare la mancata notifica -

COMPETENZA DEL GIUDICE. Avv. Alfio Cissello

TRIBUNALE CIVILE E PENALE DI VERONA

Cassazione Penale, Sez. 4, 24 febbraio 2011, n RSPP ed organizzazione del lavoro

Corte di Cassazione - copia non ufficiale

APPELLO: DOVE VA NOTIFICATA L IMPUGNAZIONE SE IL PROCURATORE COSTITUITOSI È TRASFERITO?

Sentenze interessanti N.27/2012 IN NOME DEL POPOLO ITALIANO. Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia. (Sezione Quarta) SENTENZA.

ha pronunciato la presente

Cass /2011:Opposizione a sanzione amministrativa: è sempre competente il Giudice di Pace

Spese processuali: soccombenza reciproca e pagamento del doppio contributo unificato

99. L esecuzione dei provvedimenti di rilascio di immobili. adibiti ad uso abitativo per morosità o per altro inadempimento» 477

SECONDA SEZIONE GIURISDIZIONALE CENTRALE D APPELLO

CASSAZIONE, Sez. III pen., Pres. Teresi, Est. Pezzella - Sent. n , del 9 aprile 2014, dep. il 10 giugno Svolgimento del processo

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE Sentenza n.9906/16

Corte di Cassazione - copia non ufficiale

L. M. nato a S. F. di P. (FG) nel 1940 residente a S.F. di P. (FG) via P. n. 12

Le parti nel processo tributario

Diritto del contenzioso d impresa

Irregolarità relative all applicazione della sanzione della perdita dei punti

A 7,J. Corte di Cassazione - copia non ufficiale. s a rei' EN ZA

Penale Sent. Sez. 3 Num Anno 2011 Presidente: FERRUA GIULIANA Relatore: GENTILE MARIO Data Udienza: 05/05/2011 SENTENZA

Il litisconsorzio nel processo tributario Il ricorso

Mercoledì 20 Aprile :19 - Ultimo aggiornamento Mercoledì 20 Aprile :31

R E P U B B L I C A I T A L I A N A IN NOME DEL POPOLO ITALIANO. Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sardegna. (Sezione Prima) SENTENZA

Commissione tributaria provinciale roma, sez. xxvi, 04 aprile 2008, n. 52

ACCERTAMENTO, RISCOSSIONE, SANZIONI E CONTENZIOSO 3 MODULO - IL CONTENZIOSO TRIBUTARIO

Corte di Cassazione - copia non ufficiale

Giudice Amministrativo

Corte di Cassazione - copia non ufficiale

Il/la sottoscritto/a nato/a a il / /

INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA.

CASSAZIONE CIVILE, SEZIONI UNITE

Schema di ricorso per Cassazione avverso sentenza straniera in tema di divorzio

La legge sul processo lungo

Ricorso ex artt. 22 e 23 Legge 689/1981

Corte di Cassazione - copia non ufficiale

Corte di Cassazione, sez. I Civile, sentenza 19 aprile 20 maggio 2016, n Presidente Nappi Relatore Di Virgilio. Svolgimento del processo

INDICE SOMMARIO. REGOLE GENERALI 1. Principi e distinzioni I criteri di computo e di scadenza. I termini liberi Termine a difesa...

I N N O M E D E L P O P O L O I T A L I A N O. La Corte d Appello di Brescia, Sezione Lavoro, composta dai S E N T E N Z A

Associazione Italiana Giovani Avvocati Sezione di Messina. L attività professionale dei praticanti abilitati

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO. IL TRIBUNALE DI ROMA I Sezione Lavoro

Cass. civ. Sez. V, Sent., , n REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA

contro nei confronti di per l'annullamento

Corte di Cassazione - copia non ufficiale

indipendentemente dal conseguimento di un profitto o dal verificarsi di un danno,

R E P U B B L I C A I T A L I A N A IN NOME DEL POPOLO ITALIANO. Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia. (Sezione Terza) SENTENZA

BOZZA DI RICORSO/RECLAMO CON PROPOSTA DI MEDIAZIONE

contro nei confronti di per l'annullamento

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO. La Commissione Tributaria Provinciale di Roma, Sezione 51. Sentenza

Corte di Cassazione - copia non ufficiale

Categoria: Accertamento e riscossione Sottocategoria: Accertamento e controlli

Easyius.it SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I. SENTENZA 16 marzo 2016, n Ritenuto in fatto

Atto di pignoramento immobiliare Giovedì 05 Novembre :18 - Ultimo aggiornamento Venerdì 06 Novembre :32

R E P U B B L I C A I T A L I A N A I N N O M E D E L P O P O L O I T A L I A N O. La Corte d Appello di Brescia, Sezione Lavoro, composta dai

per l'annullamento, previa sospensione dell efficacia,

Corte di Cassazione - copia non ufficiale

RISOLUZIONE N. 28/E QUESITO

RISOLUZIONE N. 366/E. Sia l istanza che il relativo atto di concessione sono soggetti all imposta di bollo nella misura di euro 14,62.

Cass. civ. Sez. V, Sent., , n REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA

IL GIUDIZIO DI OTTEMPERANZA NEL PROCESSO TRIBUTARIO ASSOCIAZIONE FRA COMMERCIALISTI L U C A P A C I O L I

REATI CONTRO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

contro nei confronti di per l'annullamento

Corte di Cassazione - copia non ufficiale

Transcript:

Omissis RITENUTO IN FATTO 1. Con sentenza in data 01.10.2009, il Tribunale di Roma, in composizione monocratica, condannava (OMISSIS) alla pena di mesi otto di reclusione ed euro 200,00 di multa per il reato di truffa commesso in (OMISSIS) dal (OMISSIS) al (OMISSIS). Secondo l'accusa, il (OMISSIS), nella sua qualita' di legale incaricato di curare una controversia insorta tra (OMISSIS) ed il suo commercialista (OMISSIS), con artifizi e raggiri consistiti in particolare nel riferire che era necessario versare alcune somme di denaro da depositare poi alla cassa dell'ordine dei Commercialisti a titolo di deposito cauzionale, induceva in errore (OMISSIS) che, come richiesto, effettuava una serie di vaglia postali intestati a (OMISSIS), cosi' procurandosi un ingiusto profitto consistito nell'incassare la complessiva somma di euro 14.500,00. Il Tribunale condannava altresi' il (OMISSIS) al risarcimento dei danni cagionati alle parti civili (OMISSIS) e (OMISSIS). 2. Avverso detta sentenza il (OMISSIS), tramite difensore, proponeva appello. 3. Con sentenza in data 28.02.2013, la Corte d'appello di Roma, rigettando il gravame, confermava la sentenza impugnata. 4. Avverso la sentenza di secondo grado, veniva proposto nell'interesse del (OMISSIS), ricorso per cassazione, per lamentare: relazione all'articolo 124 c.p. (primo motivo); - violazione ed erronea applicazione di legge in relazione all'articolo 161 c.p.p., comma 4, (secondo motivo); relazione agli articoli 180 e 182 c.p.p. (terzo motivo); relazione all'articolo 640 c.p. (quarto motivo); - violazione ed erronea applicazione di legge per mancata declaratoria di prescrizione del reato (quinto motivo). In relazione al primo motivo, si censura la sentenza nella parte in cui ha ritenuto la tempestivita' della querela, omettendo di considerare come la persona offesa avesse cognizione di tutti gli elementi integrativi del presunto delitto di truffa, compresa l'identita' dell'imputato, in epoca precedente al 16.01.06 e, quindi, la querela proposta era da considerarsi tardiva. Erronea e' inoltre la sentenza impugnata nella parte in cui ha ritenuto la sussistenza dell'aggravante di cui all'articolo 61 c.p., n. 9, mai contestata. In relazione al secondo motivo, si censura la sentenza impugnata nella parte in cui ha ritenuto la ritualita' della notifica dell'avviso di conclusione delle indagini ai sensi dell'articolo 161 c.p.p., comma 4, dopo che la notifica presso il

domicilio eletto dell'imputato aveva avuto esito negativo e senza che l'ufficiale giudiziario avesse provveduto ad effettuare analogo tentativo di notifica presso la residenza dell'imputato. In relazione al terzo motivo, si censura la sentenza impugnata nella parte in cui ha riconosciuto, con motivazione inadeguata, illogica e contraddittoria, la natura intermedia all'eccepita nullita' dell'avviso di conclusione delle indagini all'imputato. In relazione al quarto motivo, si censura l'erronea qualificazione giuridica del fatto come delitto di truffa e non come mero inadempimento rilevante sotto il profilo civilistico. In relazione al quinto motivo, si censura l'omessa declaratoria di prescrizione del reato atteso lo spirare del termine di anni sette e mesi sei in epoca precedente alla pronuncia della sentenza di secondo grado. CONSIDERATO IN DIRITTO 5. Il ricorso e' manifestamente infondato in relazione a tutte le doglianze proposte e, come tale, risulta inammissibile. 6. Il primo motivo, cosi' come il secondo, il terzo e il quarto motivo, reitera doglianze gia' proposte nei motivi di appello e disattesi dalla sentenza della Corte territoriale. 6.1. Invero, per consolidata giurisprudenza di questa Corte, e' inammissibile il ricorso per cassazione fondato su motivi che si risolvono nella pedissequa reiterazione di quelli gia' dedotti in appello e motivatamente disattesi dal giudice di merito, dovendosi gli stessi considerare non specifici ma soltanto apparenti, in quanto non assolvono la funzione tipica di critica puntuale avverso la sentenza oggetto di ricorso (v., tra le tante, Cass., Sez. 5, n. 25559 del 15/06/2012, Pierantoni; Cass., Sez. 6 n. 22445 del 08/05/2009, p.m. in proc. Candita, Rv. 244181; Cass., Sez. 5, n. 11933 del 27/01/2005, Giagnorio, Rv. 231708). In altri termini, e' del tutto evidente che, a fronte di una sentenza di appello - da leggersi in integrazione con quella di primo grado in presenza di una situazione di c.d. doppia conforme - che ha fornito una puntuale risposta ai motivi di gravame, la pedissequa riproduzione di questi ultimi come motivi di ricorso per cassazione non puo' essere considerata come critica argomentata rispetto a quanto affermato dalla Corte d'appello: in questa ipotesi, pertanto, i motivi (primo, secondo, terzo e quarto) sono necessariamente privi dei requisiti di cui all'articolo 581 c.p.p., comma 1, lettera c), che impone la esposizione delle ragioni di fatto e di diritto a sostegno di ogni richiesta (Cass., Sez. 6, n. 20377 del 11/03/2009, Arnone, Rv. 243838). 6.2. In relazione alla prima censura, la Corte territoriale, con motivazione esauriente, logica, non contraddittoria, come tale esente da vizi rilevabili in questa sede, ha riconosciuto - indipendentemente da ogni altra valutazione di merito - la sussistenza delle condizioni di procedibilita' circa la tempestivita'

della querela nei termini indicati a pag. 4 della sentenza di primo grado, avendo avuto la persona offesa contezza della truffa subita in data 16.01.2006 con l'accredito della somma di euro 32.000,00 e presentato la querela nella successiva data del 12.04.2006. 6.3. Anche con riferimento al secondo profilo della prima doglianza, la sentenza impugnata appare insuscettibile di censura. Secondo la costante giurisprudenza di legittimita' (cfr., Cass., Sez. 2, n. 14651 del 10/01/2013, dep. 28/03/2013, P.G. in proc. Chatbi, Rv. 255793; Cass., Sez. 6, n. 40283 del 28/09/2012, dep. 12/10/2012, P.G. in proc. Diaji, Rv. 253776), ai fini della contestazione di una circostanza aggravante, non e' necessaria la specifica indicazione della norma che la prevede, essendo sufficiente la precisa enunciazione in fatto della stessa, cosi' che l'imputato possa avere cognizione degli elementi di fatto che la integrano: situazione che risulta essersi verificata nella fattispecie con riferimento all'aggravante dell'abuso di prestazione d'opera, da ritenersi contestata in fatto attesa la sua agevole ricavabilita' dalla descrizione del fatto contenuta in imputazione. 7. Medesime conclusioni di manifesta infondatezza vanno tratte in relazione al secondo motivo di doglianza. Anche con riferimento a questa censura, la sentenza impugnata fornisce motivazione congrua e giustificata sul fatto che la notificazione effettuata con le modalita' previste dall'articolo 161 c.p.p., comma 4 cod. proc. pen. presso il difensore d'ufficio (avv. (OMISSIS)) trovi legittimazione dall'avvenuta modificazione del domicilio dichiarato (di (OMISSIS)) corrispondente allo studio ove esercitava l'attivita' professionale il (OMISSIS), trasferitosi altrove. Al riguardo, la Corte territoriale riconosce come la prospettazione indicata dalla difesa non puo' trovare accoglimento dal momento che l'indicazione del secondo domicilio ((OMISSIS)) risulta essere avvenuta solo successivamente con atto depositato il 02.01.2007 presso l'ufficio del pubblico ministero. Fermo quanto precede - prosegue la Corte - deve ritenersi indubitabile che la sede indicata nei motivi di appello riguarda un nuovo domicilio indicato dal (OMISSIS) che pero' non era esistente nell'elezione o dichiarazione di domicilio che qui interessa (presso lo studio di via (OMISSIS)) contenuta nel verbale datato 10.08.2006. Sulla scorta di tali emergenze non era necessario procedere alle ulteriori ricerche - come sostenuto dalla difesa - previste dall'articolo 157 c.p.p., comma 7. E' pacifico - per espresso dettato normativo - che, una volta intervenuta la dichiarazione o l'elezione di domicilio, se non risulta possibile la notificazione al domicilio dichiarato o eletto, questa e' validamente eseguita mediante consegna al difensore di ufficio o di fiducia (Cass., Sez. 4, 18/09/2006, Rv. 236114; Cass., Sez. 4, 16/01/2006). E' ugualmente incontrovertibile che, nell'ipotesi di impossibilita' di eseguire la notificazione nel domicilio dichiarato o eletto, l'ufficiale giudiziario non ha alcun potere o dovere di procedere ad accertamenti volti ad rintracciare il nuovo domicilio del destinatario, potendo, per contro, effettuare direttamente la notifica a mani del difensore (cfr., ex multis, Cass., Sez. 5, n. 49488 del 10/10/2013, dep. 09/12/2013, Nicoletti e

altro, Rv. 257840; Cass., Sez. 4, 10/11/2000, Rv. 218476; Cass., Sez. 3, 28/01/1998, Rv. 210295; Cass., Sez. 5, 28/10/1996, Rv. 207063). 8. Medesime conclusioni vanno tratte con riferimento al terzo motivo di doglianza. Anche in relazione a detta censura la motivazione della Corte territoriale e' perspicua nel riconoscere l'esistenza di una nullita' relativa a regime intermedio che - nei procedimenti, quali il presente, privo di udienza preliminare - andava eccepita entro il termine di cui all'articolo 491 c.p.p., comma 1, giusta la previsione dell'articolo 181 c.p.p., comma 2: eccezione che, invece, era stata proposta tardivamente solo all'udienza di discussione dell'1.10.2009. 9. Anche la quarta censura e' manifestamente infondata. La sentenza impugnata, anche sul punto, offre motivazione incensurabile in sede di legittimita' riconoscendo la ricorrenza di una tipica ipotesi di truffa contrattuale. Affermano al riguardo i giudici di secondo grado:... va ricordato che l'oggetto della tutela prevista dall'articolo 640 c.p., in materia di truffa contrattuale e' costituito dall'interesse generale di tutela della buona fede nei rapporti commerciali affinche' non si verifichi alcun danno patrimoniale nei confronti del contraente che sia indotto in errore da una condotta artificiosa risultata causativa di un ingiusto profitto altrui. In altri termini, la persona offesa nella vicenda di interesse, non avrebbe certamente prestato il proprio consenso ad effettuare il pagamento come concretamente si e' verificato, mediante consegna di assegni postali se solo fosse stata a conoscenza della creazione di una apparenza di legittimita' delle operazioni - affidate al prevenuto quale legale - risultate non conformi al vero. Tanto premesso, la Corte non puo' che riportarsi e condividere quanto indicato a pag. 6 della sentenza qui richiamata per evitare superflue ripetizioni. 10. Pari manifesta infondatezza involge l'ultimo motivo di doglianza. Osserva il deducente l'avvenuta maturazione del termine massimo prescrizionale (pari ad anni sette e mesi sei) in data anteriore alla pronuncia della sentenza di secondo grado. In realta', il ricorrente non tiene conto dei periodi di sospensione del dibattimento (rispettivamente dal 12.05.2008 al 02.07.2008 e dal 30.01.2009 al 13.05.2009) per impedimento dell'imputato. Il periodo da computare e' pari a cinquantuno giorni per la prima sospensione e a giorni sessanta (atteso il limite fissato dall'articolo 159 c.p., comma 1, n. 3) per la seconda sospensione, per complessivi giorni centoundici. Non puo' invece essere considerato - ai fini che qui interessano - l'ulteriore periodo di sospensione del dibattimento (dal 13.05.2009 al 19.06.2009) disposto su concorde istanza delle parti, ossia accusa e difesa, non essendo la fattispecie prevista dal citato articolo 159 c.p.. Aggiungendo il suindicato termine di centoundici giorni a quello di anni sei e mesi sette, e considerando, in applicazione del principio del favor rei, la data del commesso reato (di natura istantanea) quella del 21.06.2005, si fissa in via definitiva il termine di prescrizione alla data dell'11.04.2013, successiva alla pronuncia della sentenza di secondo grado (intervenuta in data 28.02.2013).

Prescrizione non dichiarabile nella presente sede di legittimita' in presenza, come nella fattispecie, di ricorso palesemente infondato e - come tale - inammissibile. 11. Alla pronuncia consegue, per il disposto dell'articolo 616 c.p.p., la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali nonche' al versamento, in favore della cassa delle ammende, di una somma che, considerati i profili di colpa emergenti dal ricorso, si determina equitativamente in euro 1.000,00. Il ricorrente deve essere altresi' condannato alla rifusione delle spese sostenute in questo grado dalle parti civili (OMISSIS) e (OMISSIS) che si liquidano per ciascuna di esse in euro 2.000,00 oltre rimborso spese forfettarie, IVA e CPA. P.Q.M. Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro 1.000,00 alla cassa delle ammende nonche' alla rifusione delle spese sostenute in questo grado dalle parti civili (OMISSIS) e (OMISSIS) liquidate per ciascuna in euro 2.000,00 oltre rimborso spese forfettarie, IVA e CPA.