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FARMACOVIGILANZA VENLAFAXINA ZENTIVA 37,5 MG CAPSULE RIGIDE A RILASCIO PROLUNGATO VENLAFAXINA ZENTIVA 75 MG CAPSULE RIGIDE A RILASCIO PROLUNGATO VENLAFAXINA ZENTIVA 150 MG CAPSULE RIGIDE A RILASCIO PROLUNGATO Variazioni degli stampati relativamente agli aspetti della sicurezza Le modifiche agli stampati sono conseguenti alla Determinazione FV 223/2015 del 29 settembre 2015 dell Agenzia Italiana del Farmaco, pubblicata in G.U. Serie generale n. 242 del 17 ottobre 2015. Di seguito sono evidenziate le variazioni introdotte nella versione attuale dell RCP e messe a confronto con la versione precedente. Paragrafo Venlafaxina Zentiva RCP versione precedente (giugno 2015) Venlafaxina Zentiva RCP versione attuale (settembre 2015) 4.1 Indicazioni terapeutiche...... Trattamento del disturbo d ansia generalizzata. Trattamento del disturbo da panico, con o senza agorafobia. 4.2 Posologia e modo di somministrazione Disturbo d ansia generalizzata La dose iniziale raccomandata di venlafaxina a rilascio prolungato è di 75 mg una volta al giorno. I pazienti che non rispondono ad una dose iniziale di 75 mg/die possono trarre giovamento da incrementi di dose fino ad un massimo di 225 mg/die. Gli incrementi di dosaggio possono essere effettuati ad intervalli di 2 settimane o più. A causa del rischio di effetti avversi dose-correlati, gli incrementi di dose devono essere effettuati solo dopo una valutazione clinica (vedere paragrafo 4.4). La dose efficace più bassa deve essere mantenuta. I pazienti devono essere trattati per un periodo di tempo sufficiente, di solito parecchi mesi o più. Il trattamento deve essere rivalutato regolarmente su base individuale. Disturbo da panico Si raccomanda l uso di una dose di 37,5 mg/die di venlafaxina a rilascio prolungato per 7 giorni. Successivamente il dosaggio deve essere aumentato a 75 mg/die. Pazienti che non rispondono ad una dose di 75 mg/die possono trarre beneficio da 1

incrementi di dose fino ad un massimo di 225 mg/die. Gli incrementi di dosaggio possono essere effettuati ad intervalli di 2 settimane o più. A causa del rischio di effetti avversi dose-correlati, gli incrementi di dose devono essere effettuati solo dopo una valutazione clinica (vedere paragrafo 4.4). La dose efficace più bassa deve essere mantenuta. I pazienti devono essere trattati per un periodo di tempo sufficiente, di solito parecchi mesi o più. Il trattamento deve essere rivalutato regolarmente su base individuale. 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d impiego Con il trattamento con la venlafaxina, come con altri farmaci serotoninergici, può verificarsi la sindrome serotoninergica, una condizione potenzialmente pericolosa per la vita, in particolare con l uso concomitante di altri farmaci che possono influenzare i sistemi di neurotrasmissione serotoninergica, quali gli inibitori delle MAO (vedere paragrafi 4.3 e 4.5). Con il trattamento con venlafaxina, come con altri farmaci serotoninergici, può verificarsi la sindrome serotoninergica, una condizione potenzialmente pericolosa per la vita, in particolare con l uso concomitante di altri farmaci che possono influenzare il sistema neurotrasmettitoriale serotoninergico, (inclusi triptani, SSRIs, SNRIs, litio, sibutramina, l Erba di San Giovanni [Hypericum perforatum], fentanil e i suoi analoghi, tramadolo, destrometorfano, tapentadolo, petidina, metadone e pentazocina), con farmaci che compromettono il metabolismo della serotonina quali gli inibitori delle MAO (per es. blu di metilene), con precursori della serotonina (quali i supplementi del triptofano) o con antipsicotici o altri antagonisti della dopamina (vedere paragrafi 4.3 e 4.5). La sindrome serotoninergica nella sua forma più grave può somigliare all SNM che include ipertermia, rigidità muscolare, instabilità autonomica con possibile rapida fluttuazione dei segni vitali e modifiche dello stato mentale. Se il contemporaneo trattamento con venlafaxina ed altri farmaci che possono influire sui sistemi neurotrasmettitoriali dopaminergici e/o serotoninergici è clinicamente giustificato, si raccomanda un attenta osservazione del paziente, in particolar modo durante la fase iniziale del trattamento e agli aumenti della dose. 2

Non è raccomandato l uso concomitante di venlafaxina con i precursori della serotonina (quali i supplementi di triptofano). Malattia cardiaca e rischio di aritmia Nell esperienza post-marketing, casi di aritmia cardiaca fatale sono stati riportati con l uso di venlafaxina, specialmente in casi di overdose. La valutazione dei rischi e benefici deve essere considerata prima di prescrivere venlafaxina ai pazienti ad alto rischio di grave aritmia cardiaca. Malattia cardiaca e rischio di aritmia Nell esperienza post-marketing, casi di prolungamento dell intervallo QTc, torsioni di punta (TdP), tachicardia ventricolare ed aritmie cardiache fatali sono stati riportati con l uso di venlafaxina, specialmente in casi di overdose o in pazienti con altri fattori di rischio per prolungamento dell intervallo QTc/ TdP. La valutazione dei rischi e benefici deve essere considerata prima di prescrivere venlafaxina ai pazienti ad alto rischio di grave aritmia cardiaca o di prolungamento dell intervallo QTc. Sanguinamento anormale... Il rischio di sanguinamento della cute e delle mucose, inclusa l emorragia gastrointestinale, può essere aumentato in pazienti che assumono venlafaxina. Sanguinamento anormale... I casi di sanguinamento correlati all uso di SSRI e SNRI si sono manifestati come ecchimosi, ematomi, epistassi e petecchie fino a emorragie gastrointestinali pericolose per la vita. Il rischio di emorragia può essere aumentato in pazienti che assumono venlafaxina. Interazione con i test di laboratorio sui farmaci Sono stati riportati falsi positivi ai test di screening immunologici per la fenciclidina (PCP) e l anfetamina nelle urine in pazienti che assumevano venlafaxina. Ciò è dovuto alla mancanza di specificità dei test di screening. E possibile attendersi dei risultati di falso positivo dei test per diversi giorni successivi all interruzione della terapia con venlafaxina. Test di conferma, quali la gascromatografia/ spettrometria di massa, distingueranno la venlafaxina dalla PCP e dall anfetamina. Per il dosaggio da 37,5 mg: Venlafaxina Zentiva contiene saccarosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, malassorbimento glucosio-galattosio o insufficienza saccarosio- isomaltasi non devono assumere questo medicinale. Venlafaxina Zentiva contiene rosso cocciniglia A (E124). Può causare reazioni 3

allergiche. Per il dosaggio da 75 mg e da 150 mg: Venlafaxina Zentiva contiene saccarosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, malassorbimento glucosio-galattosio o insufficienza saccarosio-isomaltasi non devono assumere questo medicinale. Venlafaxina Zentiva contiene giallo tramonto FCF (E110). Può causare reazioni allergiche. 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione Come con altri farmaci serotoninergici, con la venlafaxina si può verificare la sindrome serotoninergica, soprattutto con l uso concomitante di altri farmaci che possono modulare il sistema di neurotrasmissione serotoninergica (come l erba di San Giovanni [Hypericum perforatum]), con medicinali che interferiscono con la metabolizzazione della serotonina (compresi gli I-MAO), o con precursori della serotonina (come gli integratori di triptofano). Come con altri farmaci serotoninergici, con la venlafaxina si può verificare la sindrome serotoninergica, una condizione potenzialmente pericolosa per la vita, soprattutto con l uso concomitante di altri farmaci che possono modulare il sistema di neurotrasmissione serotoninergica (come l erba di San Giovanni [Hypericum perforatum], il fentanil e i suoi analoghi, il tramadolo, il destrometorfano, il tapentadolo, la petidina, il metadone e la pentazocina), con medicinali che interferiscono con il metabolismo della serotonina (come gli I-MAO per es. blu di metilene), con precursori della serotonina (come gli integratori di triptofano) o con antipsicotici o altri antagonisti della dopamina (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). Medicinali che prolungano l intervallo QT Il rischio di un prolungamento dell intervallo QTc e/o di aritmie ventricolari (per es.tdp) è aumentato con l uso concomitante di altri medicinali che prolungano l intervallo QTc. La co-somministrazione di tali medicinali deve essere evitata (vedere paragrafo 4.4). Classi rilevanti includono: - antiaritmici di classe Ia e IIIa (per es. chinidina, amiodarone, sotalolo, dofetilide) - alcuni antipsicotici (per es. tioridazina) - alcuni macrolidi (per es. eritromicina) - alcuni antistaminici - alcuni antibiotici chinolonici (per es. moxifloxacina). L elenco sopra riportato non è esaustivo ed altri medicinali noti per prolungare in modo 4

significativo l intervallo QT devono essere evitati. 4.8 Effetti collaterali Nervoso Comune:, Sedazione, Patologie del sistema nervoso Comune: Sonnolenza, Sensi speciali Comune:, Disturbi della visione Patologie dell'occhio Comune: Disturbo visivo compresa visione offuscata, Disturbi psichiatrici Non comune:, Derealizzazione,, Ipomania, Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Non comune: Dispnea 5