a cura di Lorenzo Bruni e Giovanni Iovane Galleria Enrico Astuni Bologna 20 giugno - 07 dicembre 2013
Coinvolgendo e mettendo a confronto sette tra i maggiori protagonisti del panorama internazionale, Carla Accardi, Pier Paolo Calzolari, Anetta Mona Chisa&Lucia Tkácová, Peter Halley, Reinhard Mucha, Giulio Paolini, la mostra individua alcune delle più significative esperienze artistiche contemporanee e pone una rinnovata attenzione intorno al ruolo, al luogo e alla funzione dell'opera d'arte.
CARLA ACCARDI visione parziale della mostra Carla Accardi, Orizzonte, 2012 Carla Accardi, Orizzonte, 2012, vinilico su tela grezza, cm 30 x 600 (15 dipinti di cm 30 x 40)
CARLA ACCARDI Carla Accardi, Orizzonte, 2012, trittico 1, vinilico su tela grezza, cm 30 x 40 formanti un unicum compositivo Carla Accardi, Orizzonte, 2012, trittico 2, vinilico su tela grezza, cm 30 x 40 formanti un unicum compositivo Carla Accardi, Orizzonte, 2012, trittico 3, vinilico su tela grezza, cm 30 x 40 formanti un unicum compositivo Carla Accardi, Orizzonte, 2012, trittico 4, vinilico su tela grezza, cm 30 x 40 formanti un unicum compositivo Carla Accardi, Orizzonte, 2012, trittico 5, vinilico su tela grezza, cm 30 x 40 formanti un unicum compositivo
CARLA ACCARDI Carla Accardi, Ricomposte tinte, 2000, ceramica, installazione
PIER PAOLO CALZOLARI visione parziale della mostra Pier Paolo Calzolari. Da six a dx: Senza titolo, 1974, cartone, carta, legno, piombo, sale, matita, vetro, acqua e pesce, cm 81 x 52 x 15,5; Senza titolo, 1972, sale, piombo, tabacco su tavola, cm 140 x 101 x 7,5; Rios sonoros, 1973, stoffa bruciata, piombo e legno, cm 51 x 126 x 4; Senza titolo, anni 70, sale bianco su tavola e piombo, cm 26 x 21 x 2,7; Senza titolo, 1979, legno e piombo, cm 29 x 26; Senza titolo, 1987, sale, piombo, elementi ferrosi su tavola, cm 100 x 40 x 4; Senza titolo, anni 70, piombo, legno, tabacco, ferro, cm 25 x 20 x 13; Senza titolo, 1974, sale e piombo, cm 71 x 101
PIER PAOLO CALZOLARI Pier Paolo Calzolari, Senza titolo, 1974, cartone, carta, legno, piombo, sale, matita, vetro, acqua e pesce, cm 81 x 52 x 15,5
ANETTA MONA CHISA & LUCIA TKÁČOVÁ Anetta Mona Chisa & Lucia Tkáčová, Clash!, 2012, porcellana, pittura acrilica, 300 pezzi, dimensioni variabili
ANETTA MONA CHISA & LUCIA TKÁČOVÁ Anetta Mona Chisa & Lucia Tkáčová, Clash!, 2012, dettaglio Anetta Mona Chisa (Nadlac, Romania, 1975) e Lucia Tkácová (Banska Stiavnica, Slovakia, 1975) collaborano dal 2000. Entrambe si sono laureate all Accademia di Belle Arti e Design di Bratislava; vivono e lavorano tra Praga e Berlino. La loro pratica artistica abbraccia il video, l installazione, il collage e la performance. Il duo spesso riattiva referenze dalla storia dell'est Europa e le riconverte in nuovi significati ed esperienze, forgiando legami tra le generazioni e individuando la modalità di rappresentazione stereotipata di questo periodo. Spesso caratterizzate da un taglio intimistico, le loro opere utilizzano l ironia come espediente primario per la decostruzione di icone e abitudini sociali, delle quali mettono a nudo il funzionamento e i fondamenti economici.
ANETTA MONA CHISA & LUCIA TKÁČOVÁ Anetta Mona Chisa & Lucia Tkáčová, Try again. Fail again. Fail better, 2011, single channel HD video projection, 07:57 min Presentato alla 54. Esposizione Internazionale d Arte della Biennale di Venezia all interno del padiglione rumeno che Anetta Mona Chisa & Lucia Tkacova (Nadlac, Romania, 1975; Banska Stiavnica, Slovakia, 1977) hanno rappresentato nel 2011 insieme a Ion Grigorescu, il video si incentra sull immagine di un palloncino a forma di pugno chiuso divenendo immediata denuncia socio-politica. Simbolo del saluto comunista, il palloncino tende a sfuggire dalle mani di chi lo conduce rispecchiando le incertezze intrinseche all applicazione pratica e reale delle ideologie politiche.
ANETTA MONA CHISA & LUCIA TKÁČOVÁ Anetta Mona Chisa and Lucia Tkáčová, After the Order Graphs, 2006-2010, serie di 13 collages (ritagliati da riviste, giornali, libri sulla Spartakiada e fotografie su carta millimetrata), A3, A4
PETER HALLEY Peter Halley, Red Prison, Black Prison, Blue Prison, Orange Prison, 2013, cm 91 x 91, acrilico, day-glo acrilico, roll- a tex su tela visione parziale della mostra Peter Halley, Red and Black Prisons, 2004, acrilico, day-glo acrilico, roll- a tex su tela, cm 144 x 102; Carla Accardi, Intenso rosso, 2008, pittura vinilica su tela, cm 160 x 120
REINHARD MUCHA visione parziale della mostra Reinhard Mucha, BBK Edition; Giulio Paolini, All istante
REINHARD MUCHA Reinhard Mucha, BBK Edition, 1990, dittico, legno, float glass, smalto dipinto sul retro del vetro, offset In Reinhard Mucha (Düsseldorf, Germania, 1950) la ferrovia è un elemento, o metafora, che si trova al centro di molte delle sue opere. Questo lavoro mostra un giovane Mucha di circa 10 o 11 anni, fotografato di schiena mentre fissa una grande locomotiva nera. Come scrive il critico Jerry Salz, ricorda un po The New Jeff Koons, lavoro del 1981 di Koons che mostra l artista americano più o meno alla stessa età, in posa vicino ad una scatola di pastelli. Entrambi sembrano dire vedi, è qui che tutto ha inizio. Tuttavia Mucha sceglie un momento di contemplazione, un epifania del destino. La parola Kopfdiktate, in tedesco significa è la mia testa che mi dice di fare questo. Nel lavoro di Mucha sono i codici e i segni della cultura tedesca ad emergere, e tutto è nei materiali che utilizza, come li organizza e ciò che trasmettono. Sono materiali e oggetti quotidiani come vetro, legno, sedie, porte, assi del pavimento. Le sue sculture sono delle presenze in cui il passato riempie con la sua assenza. Sono profondamente soggettive anche se ammantate in sembianze formali.
GIULIO PAOLINI Giulio Paolini, All istante, 2006, teca di plexiglas con passe-partout bianco, base di plexiglas, elemento cartaceo accartocciato, matita su parete. Teca 91 x 91 x 4,5 cm; Base 145,6 x 36 x 36 cm; elemento cartaceo accartocciato Ø 15 cm. Misure complessive 270 x 275 x 70 cm
GIULIO PAOLINI Giulio Paolini, All istante, 2006, dettaglio ALL ISTANTE È FULMINANTE. Un titolo che inchioda l opera alle proprie responsabilità. Hic et nunc, qui ed ora, nulla più. L'opera porge se stessa, ma solo in parte. Una parte dell'opera, la parte mancante del foglio da disegno, sta di fronte alla propria origine e di fronte a noi, circa all'altezza del nostro occhio e della nostra mente. Il foglio accartocciato corrisponde alla mancanza della sua origine e causa. Quel foglio su cui, sappiamo, non apparirà mai immagine, accartocciato, diventa volume, scultura, cosa nasconde quella materializzazione di un gesto? Non nasconde, mostra sé stessa, resa visibile in un attimo, anzi in un istante. M.MININI
GIULIO PAOLINI Giulio Paolini, Status quo, 2006, disegno a matita in teca di plexiglas, matita su parete, cm 110 x 110 (misure complessive), teca cm 31 x 31 x 3,4
GIULIO PAOLINI A partire dal riquadro vuoto al centro del disegno incorniciato nella teca, che lascia intravedere la parete, il modulo quadrato si fa nucleo generatore di una progressione di riquadri disegnati, di volta in volta ruotati l uno rispetto all altro. La vorticosa girandola, che sembra sfuggire alla mano disegnata al centro, non fa che amplificare e moltiplicare la situazione di partenza (da qui il titolo Status quo ). In un primo tempo, nel 2006 a New York, Paolini aveva allestito l opera su una parete molto ampia, in modo che la proliferazione dei riquadri occupasse l intera superficie disponibile, ottenendo un effetto dinamico ancora più marcato in proporzione al disegno della mano nell elemento centrale. Esposizioni New York, Yvon Lambert Gallery, Giulio Paolini. L autore sconosciuto(l auteur inconnu The Unknown Artist), 14 dicembre 2006-13 gennaio 2007 Brescia, Galleria Massimo Minini, Giulio Paolini, 14 gennaio - 10 marzo 2012
GIULIO PAOLINI visione parziale della mostra Giulio Paolini, Studio per immacolata concezione; Senza titolo; Carla Accardi, Lunghe attese.
GIULIO PAOLINI visione parziale della mostra Anetta Mona Chisa and Lucia Tkáčová, After the Order Graphs, 2006-2010; Giulio Paolini, Studio per immacolata concezione, 2007-2008, matita e collage su carta, 4 elementi incorniciati, cm 50 x 62 cm ciascuno, misure complessive cm 105x129,50
Carla Accardi Carla Accardi è nata a Trapani nel 1924. Dal 1953 Carla Accardi porta avanti una ricerca fondata sulla poetica del segno e basata sul rapporto dialettico segno-colore in una logica astatta. Dalla prima personale alla galleria Age D Or di Roma nel 1950 Accardi continua a sperimentare e creare, Orizzonte, il grande unicum compositivo formato da 15 dipinti è stato creato appositamente per la Galleria Astuni. Pier Paolo Calzolari Pier Paolo Calzolari è nato a Bologna nel 1950. Tra gli esponenti di maggior fama dell Arte Povera,sublima la dimensione del quotidiano nella pienezza di quella poetica. I lavori esposti vanno dagli anni 70 alla fine degli anni 90, e ben rappresentano la cifra stilistica del maestro caratterizzata dall utilizzo di materiali quali sale, tabacco, piombo e tessuto, accostati tra loro con oggetti di uso comune. Anetta Mona Chisa & Lucia Tkácová Anetta Mona Chisa (Nadlac, Romania, 1975) e Lucia Tkácová (Banska Stiavnica, Slovakia, 1975) collaborano dal 2000. Vivono e lavorano tra Praga e Berlino. La loro pratica artistica abbraccia il video, l installazione, il collage e la performance. Il duo spesso riattiva referenze dalla storia dell'est Europa e le riconverte in nuovi significati ed esperienze, forgiando legami tra le generazioni e individuando la modalità di rappresentazione stereotipata di questo periodo. Spesso caratterizzate da un taglio intimistico, le loro opere utilizzano l ironia come espediente primario per la decostruzione di icone e abitudini sociali, delle quali mettono a nudo il funzionamento e i fondamenti economici.
Peter Halley Peter Halley è nato a New York City, USA, 1953. I cinque dipinti in mostra sono stati creati appositamente per la Galleria Astuni in occasione di questa mostra. tra i maggiori rappresentanti della generazione dell astrattismo neo-geometrico, da oltre 25 anni realizza dipinti che riflettono la crescente geometrizzazione dello spazio sociale nel mondo in cui viviamo, e rappresentano ciò che lui stesso definisce celle e prigioni. Reinhard Mucha Reinhard Mucha è nato a Düsseldorf nel 1950. Tra i maggiori scultori europei della fine del XX secolo, l artista tedesco appartiene a quella generazione artistica europea emersa nei primi anni Ottanta che esprime il senso di lutto e di perdita della modernità attraverso l'evocazione di spazi vuoti carichi di memoria. Tra i protagonisti di questa tendenza Mucha elabora forme che alludono all architettura e all arredo interno, in cui il Soggetto si manifesta attraverso il riferimento agli spazi dell Uomo, senza però venire quasi mai raffigurato. Giulio Paolini Giulio Paolini è nato a Genova nel 1940. La sua prima opera conosciuta è Disegno geometrico, 1960, tela sulla quale ha portato a termine solo un procedimento preliminare, ossia la quadratura geometrica, anticipazione di ogni possibile rappresentazione. I lavori di Paolini sono sempre incentrati sui temi specifici dell'arte e progressivamente inerenti ad ambiti sempre più vasti che sottraggono unicità all'opera per conferire ad essa la possibilità di alludere ad infinite esistenze possibili.
Negative Capability paintings Carla Accardi, Pier Paolo Calzolari, Peter Halley, Reinhard Mucha, Giulio Paolini, Anetta Mona Chisa&Lucia Tkácová Progetto a cura di Lorenzo Bruni e Giovanni Iovane Galleria Enrico Astuni Bologna 20 giugno - 07 dicembre 2013