Quaderni di cultura alpina I Priuli & Verlucca, editori Abitazioni O Cultura e tradizioni D Itinerari O Mestieri O Linguaggio Storia Ambiente D Arte O Persone D Iconografia D Toponomastica Gilberto Oneto
IUAV - VENEZIA AREA SERV. BIBLIOGRAFICI E DOCUMENTALI M 5129 BIBLIOTECA CENTRALE
uaderni di cultura alpina I Priuli & Verlucca, editori Abitazioni D Cultura e tradizioni D Itinerari D Mestieri D Linguaggio Storia Ambiente D Arte D Persone D Iconografia D Toponomastica ilberto Oneto ISTHUTO UNIVERSITARIO ARCHITETTURA --VENEZIA AREA SERVIZI BIBLIOGRAFICI E DOCUMENTALI BIBLIQTECA CENTRALE INV bb 1,6}
Sommario 5 PRESENTAZIONE 7 INTRODUZIONE 9 DALLE ORIGINI ALL'ETÀ DEL BRONZO Fino al Neolitico 13 Le culture primitive 1 6 L'Età del Bronzo 20 LE PALAFITIE 21 I CAMUNI 23 IL QUADRO AMBIENTALE Morfologia Vegetazione 24 Acque interne 26 Passi alpini Passi appenninici 27 La fauna Influenza della geografia sulla storia 28 IL MARE GERUNDO 29 DESCRIZIONE DI CATIANEO 30 CRITERI DI INSEDIAMENTO 31 Caratteri pratici 32 Caratteri simbolici 33 L'ETÀ DEL FERRO 34 La Cultura di Villanova I Liguri 36 Reti e Camuni 38 Atestini o Protoveneti, Veneti (Eneti) 43 Gli Etruschi 45 I Protocelti (Canegrate e Golasecca) 48 I CELTI CISALPINI Preambolo 50 Note storiche Descrizioni delle fonti 51 Urbanistica 57 Collegamenti Edilizia 62 Usi agricoli 65 Allevamento, caccia Usi alimentari 67 Sistemazioni paesaggistiche 69 SISTEMA DI COSTRUZIONE A GRATICCIO (OPUS CRATICIUM) 70 LA VICENDA DI MILANO 74 LA COMPONENTE SACRALE 75 Dendrologia, il culto della vegetazione 76 Luoghi sacri 77 Monumenti megalitici 79 Logica sacrale degli insediamenti 80 Edifici religiosi 82 Sepolture Orientamenti 83 Allineamenti 86 IL TEMPIETTO LEPONZIO DI ROLDO 87 I LEYS 88 L'EPOCA ROMANA La distruzione delle culture cisalpine 89 La militarizzazione 91 La centuriazione 94 Mutazioni fondiarie e produttive 95 Tecniche produttive e alimentari 96 Edifici, architettura, città, tecniche costruttive 99 Decadenza 100 LE TECNICHE COSTRUTIIVE STRADALI 101 GOTI E LONGOBARDI 104 I Goti 106 I Longobardi 107 Urbanistica longobarda 108 Costruzioni 11 O Usi agricoli e alimentari Franchi e Saraceni 112 LE DINAMICHE DEMOGRAFICHE 118 CONCLUSIONI
Esiste un legame forte e preciso fra la cultura identitaria e le forme dell'abitare, siano esse costruzioni architettoniche o modalità di gestione del paesaggio. Sono i gruppi umani che plasmano il proprio spazio fisico ma ne vengono a loro volta plasmati. Si tratta di un collegamento essenziale nella comprensione delle vicende umane che è però stato stranamente poco esplorato. Gli studiosi di architettura hanno spesso trascurato l'architettura popolare come un fatto minore, marginale e subalterno. Lo stesso atteggiamento è stato troppo spesso tenuto nella storia del paesaggio, identificata con l'arte dei giardini o con lo sviluppo di vicende legate all'agricoltura. In più, le forme architettoniche sono esaminate come oggetti avulsi dal proprio contesto e il paesaggio come cosa distante dagli spazi di abitazione quotidiana; e entrambi come slegati da ogni rapporto con i ritmi dell'ambiente naturale e con gli sviluppi storici. Eppure l'architettura e il paesaggio popolare (quelli che Rudofsky ha chiamato «senza pedigree») costituiscono il 990 per mille dell'ambiente fisico in cui si sono svolte le vicende umane per millenni, fino alle fragorose devastazioni ambientali dell'era industriale. Obiettivo di questo lavoro è di indagare le origini vere del paesaggio e dell'architettura popolare delle regioni padano-alpine, esaminandoli come il risultato di una organica evoluzione nel tempo del confronto fra le esigenze umane e i caratteri ambientali. Per capire chi siamo occorre conoscere il nostro passato, bisogna ritrovare un album di famiglia celato nei solai della storia e in cui ritrovare i volti cari dei nostri antenati veri. Ma occorre anche rivedere le immagini di come erano i nostri paesi, di come e perché le nostre case, le nostre strade, i nostri campi e i nostri panorami sono quello che sono. Ritrovando il cammino faticoso - ma anche glorioso - che ha portato alla formazione del nostro paesaggio antropizzato sicuramente lo ameremo e rispetteremo di più. E avremo anche più rispetto per noi stessi e per le nostre comunità: non più figli di nessuno ma eredi di un passato laborioso, dignitoso e anche luminoso. I.[D