Cosa raccontano i figli

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Transcript:

Cosa raccontano i figli Ondina Greco ondina.greco@unicatt.it La coppia si separa. Separatezza - separazione genitorialità 3 seminario Associazione Paolo Saccani Società Umanitaria, via Daverio 7, Milano, 8 ottobre 2011

Famiglie separate come metafamiglia Il concetto di metafamiglia, introdotto nell ambito della riflessione sulle famiglie ricostituite (Sager e al., 1981) e successivamente applicato alle famiglie adottive (Hajal, Rosenberg, 1991), può essere utilmente esteso ad altre forme di famiglie complesse, come le famiglie separate, le famiglie affidatarie, le famiglie emigrate (Greco, 2006) La rappresentazione denominata metafamiglia comprende sia il/i nuovi nuclei che quello originario, o, a seconda delle diverse forme familiari, sia persone presenti nel contesto attuale che persone assenti o lontane, ma comunque percepite nell area familiare Un aspetto fondamentale è dato dall'orizzonte plurifamiliare o multisistemico in cui si situa strutturalmente da subito e per sempre la vita dei figli del divorzio.

La famiglia separata come famiglia strutturalmente complessa Il tema delle famiglie strutturalmente complesse è stato recentemente affrontato ponendosi dal punto di vista del compito genitoriale, per il quale queste famiglie sono caratterizzate, a diverso titolo, da una «genitorialità atipica» (Scabini e Iafrate, 2003), che ha, tra i suoi compiti di sviluppo fondamentali, quello «di costruzione dellʼappartenenza familiare e della legittimazione delle origini del figlio, della sua storia e delle sue radici, anche quando sono diverse» (ibid., pp. 136-137) o multiple. Anche partendo dallʼottica genitoriale, dunque, ci troviamo al cuore di relazioni che lasciano intravedere un inizio, una frattura e la ripresa di una storia che in qualche modo deve tener conto di ciò che cʼè stato e che in diversi modi può ancora influire sul presente. La complessità infatti verte sempre intorno al fatto che qualcosa che cʼera prima - nella realtà o nel desiderio - non cʼè più, o non cʼè ancora e che a questo qualcosa va trovato nel mondo psicologico uno spazio ed un senso. (Greco, 2006).

Famiglia separata biologico i registri genitoriali accuditivoeducativo storico-paradigmatico sociale sono condivisi tra i due genitori

E allora chi c è nella famiglia? Proprio per lʼesperienza di perdita e di successive acquisizioni, non è semplice per chi vive queste situazioni complesse capire chi stia dentro e chi stia fuori della famiglia, disegnarne quindi i confini!

I CONFINI Il concetto di confine tra filosofia e antropologia - La struttura del confine - La scrittura del confine Limen= soglia Limes= limite - Confini: barriere o frontiere da varcare? Il concetto di confine nella riflessione psicologica - La psicologia sociale - La teoria sistemica - L approccio cognitivo - La psicologia psicoanalitica Nessun confine può mai eliminare l altro dal momento che lo implica nella sua stessa essenza I figli I confini nelle famiglie separate una doppia appartenenza i genitori separati riconoscere che il figlio appartiene a due famiglie = è in una posizione di confine

Il vissuto dei figli Quando una coppia si separa, è essenziale che i figli vengano accompagnati a scoprire che la coppia genitoriale permane, che i genitori insieme possono ancora occuparsi di loro.

Quando questo non accade, e il contrasto tra i genitori è troppo acceso, i figli - intrappolati nel conflitto di lealtà - da un lato cercano di farsi carico di entrambi i genitori, difendendo di volta in volta quello che sentono più in difficoltà, dall'altro rischiano di sentirsi profondamente soli e senza riparo. attraverso la presentazione di alcune situazioni cliniche, ci avvicineremo all'esperienza dei figli del divorzio, entrando in contatto con il loro vissuto

Il test La doppia luna (Greco, 1999; 2006)

Lo psicologo, indicando il rettangolo, dice: questo rettangolo rappresenta il suo mondo, cioè quello che a lei interessa, le persone per lei importanti. Lo spazio esterno al rettangolo è tutto ciò che c'è al di fuori di questo mondo. Le istruzioni prevedono cinque consegne successive: 1) Disegni con un simbolo (per es., un cerchietto) se stesso e si collochi dove vuole. 2) Ora disegni, sempre mediante un simbolo, le persone per lei importanti e le collochi dove vuole. Le persone importanti possono essere in questo momento vicine o lontane, ma sono comunque importanti per lei. 3) Ora, osservando le persone che ha disegnato, racchiuda in uno stesso cerchio le persone che secondo lei fanno parte della stessa famiglia (le persone della stessa famiglia dentro lo stesso cerchio). Può disegnare uno o più cerchi, come ritiene più vero per sé. 4) Se uno dei due elementi cruciali del conflitto di appartenenza non è stato collocato spontaneamente dal soggetto, il test prevede una richiesta esplicita : Secondo lei, manca qualcuno in questo disegno? (possibili diverse versioni: cfr. Greco, 2006) 5) Se avesse una bacchetta magica, cambierebbe qualche cosa di questo disegno? (C è qualche persona che non ha segnato e vorrebbe aggiungere? C è qualche persona che le piacerebbe fosse in un'altra posizione? Chi? Dove vorrebbe collocarla?).

Lia

Lia Mamma nonna

mamma Lia nonna

papà mamma Lia nonna

papà mamma Lia nonna

Gaia è figlia di due genitori separati da qualche anno. La mamma convive con Gigi; il papà abita con i propri genitori. La bambina disegna innanzitutto se stessa, con colori vivaci e ricchezza di particolari, tra cui due palloncini nella mano sinistra. Tra le persone significative, disegna per prima vicino a sé la mamma, che in un primo momento risulta essere molto più piccola della figlia, ma in un secondo momento la minore si accorge dell errore, e vi rimedia allungando ed allargando la sua gonna. Mentre colora la figura della mamma, Gaia dice di essere stanca, perciò quando disegna il papà, annuncia che gli farà solo la testa, «tanto si capisce che è il papà per i baffetti e la barba». Alla richiesta di racchiudere in un cerchio le persone che fanno parte della stessa famiglia, Gaia senza esitazione racchiude se stessa e i genitori in un solo cerchio. Quando le si chiede dove potrebbero essere collocati i nonni paterni e Gigi, il convivente della mamma, Gaia piega il foglio e lo porge allo psicologo, commentando: «ma non vedi che non ci stanno?».

Lucilla è una ragazza di 15 anni, che frequenta il primo anno di perito turistico. La madre chiede aiuto perchè Lucilla da qualche settimana si sveglia continuamente per controllare che la serratura della porta d'ingresso funzioni bene: ha paura che qualche ladro, forzandola, la metta fuori uso, così che nessuno possa più né uscire né entrare. Il sintomo di Lucilla raduna tutta la famiglia dal terapeuta. i genitori di Lucilla e Davide (8 anni) si sono separati sei anni fa e il padre, in un primo periodo assente e poi molto latitante per problemi di lavoro e di abitazione, da due anni ha trovato una sistemazione più stabile, ha iniziato a convivere con Lucia e si è rifatto vivo più sistematicamente con i figli. La madre di Lucilla e Davide, che, dopo essersi opposta con tutte le sue forze alla separazione, si è sentita abbandonata anche per la cura dei figli, prova molto rancore per l'ex marito, e continua a sottolineare come si sono sentiti i figli - in particolare Lucilla - durante gli anni dell'assenza del padre. Il disegno de La doppia luna, somministrato individualmente ma discusso insieme, mostra il diverso grado di elaborazione della separazione da parte dei membri della famiglia. La madre colloca l'ex marito nel disegno solo su richiesta del terapeuta e lo posiziona fuori dal rettangolo, rincorso da una specie di fiamma vendicatrice. Lucilla allunga un piede al padre, affermando che è anche un po dentro. Davide Infine, il padre.

Bibliografia O. Greco La doppia luna. Test dei confini e delle appartenenze familiari, Vita e Pensiero, Milano, 1999 O. Greco Il lavoro clinico con le famiglie complesse. Il test La doppia luna nella ricerca e nella terapia, Franco Angeli, Milano, 2006 O. Greco, I. Comelli La doppia luna in D. Margola Tecniche psicologiche dʼindagine clinica. Sceno-Test, FLS, La doppia luna, TAT, F. Angeli, Milano, 2008