PSICOLOGIA GENERALE. Introduzione storica alla psicologia dei processi cognitivi.

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Transcript:

PSICOLOGIA GENERALE Introduzione storica alla psicologia dei processi cognitivi roberto.burro@univr.it

Origini Storicamente, due ordini di riflessione intorno alle «questioni psicologiche» - Riflessione filosofica - Riflessione scientifica

Origini: la riflessione filosofica Due gli assunti teorici fondamentali: - Innatismo (da Platone a Cartesio): ci sono aspetti della mente che prescindono dall esperienza e sono «innati» - Dualismo cartesiano: la vita umana come combinazione di «due» dimensioni distinte, res cogitans (il luogo degli eventi mentali) e res extensa (il luogo degli eventi biologici). L esperienza serve solo a far prendere coscienza di ciò che è innato nella mente. - Empirismo (da Aristotele a Locke): - La mente può essere capita solo se relazionata all ambiente (sia fisiologico che «esterno»)

Origini: la riflessione scientifica Oggi la Psicologia è «quello che è» anche grazie: - al metodo scientifico (Galileo) - alla teoria dell evoluzione (Darwin) La «buona» Psicologia moderna rifugge sia la metafisica che il riduzionismo fisiologico.

Origini: la Psicologia come disciplina scientifica autonoma Storicamente: 1879, quando a Lipsia Wilhelm Wundt crea il «primo laboratorio di Psicologia» METODO OGGETTO Il metodo sperimentale L esperienza mentale cosciente Elementarismo (studio dei contenuti elementari dell esperienza cosciente) Associazionismo (studio dei delle associazioni tra gli elementi dell esperienza cosciente)

Origini Nel corso del 900 si vengono a delineare diversi orientamenti per lo studio della Psicologia. Quelli di maggior rilievo sono: - Comportamentismo - Fenomenologia - Cognitivismo (ma anche: Strutturalismo, Funzionalismo, Psicoanalisi )

Il Comportamentismo Due periodi per il Comportamentismo: - Comportamentismo classico (dal 1913 al 1930) - Watson - Neocomportamentismo (tra il 1930 ed il 1950) - Thorndike - Skinner - Tolman - Hebb - Bandura Il Comportamentismo (nord-americano) ha forgiato la Psicologia fino agli anni 60 del 1900.

Il Comportamentismo Psychologist as the Behaviorist Views It (Watson, 1913): Per il comportamentista: - La Psicologia è un settore, del tutto obiettivo e sperimentale, delle Scienze Naturali. - La Psicologia ha lo scopo di prevedere e controllare il comportamento - Lo studio del comportamento umano non è separato dallo studio del comportamento animale - L introspezione non ha alloggio nella Psicologia, così come termini quali «coscienza, contenuto mentale, immaginazione, etc.»

Il Comportamentismo Ovvero, il primo comportamentismo: - abbandona qualsiasi speculazione filosofica - rifiuta ogni riferimento ai processi mentali, hanno solo importanza gli stimoli e le risposte (black-box: modello S-R) - abbraccia l idea che l uomo va studiato in relazione alle modifiche del comporta (tabula rasa) - considera possibile capire il comportamento umano attraverso la sperimentazione animale

Il Comportamentismo Il comportamentismo alla Watson si ispira fortemente agli studi di Pavlov sul «condizionamento classico (o rispondente)». Tenendo, di contro, come ispirazione il «condizionamento per prove ed errori» ed il «condizionamento operante» il Neocomportamentismo assume come riferimento il modello S-O-R

La Fenomenologia E una reazione (nello stesso momento storico) al Comportamentismo. L atteggiamento fenomenologico allo studio dei fatti mentali nasce con la «Scuola di Berlino» (Wertheimer, Koffka, Kohler) fortemente ispirata dai riferimenti filosofici di Franz Brentano e William James secondo cui l analisi psicologica deve concentrarsi sull esperienza immediata, sul «qui e ora», sul «fenomeno osservato direttamente».

La Fenomenologia La fenomenologia sfocia in un corpus teorico e sperimentale da allora noto come «Psicologia della Gestalt» (1912, Wetheimer, «movimento stroboscopico) che ha come parole chiave: - unificazione/segregazione percettiva - tutto/parti - discrepanza fisico-fenomenica - campo - isomorfismo tra percetto e processo fisiologico - insight (problem solving e pensiero produttivo)

Il Cognitivismo Il Cognitivismo nasce: - Dalla crisi del Comportamentismo che non era in grado di trattare contenuti mentali innegabili ma non manifesti nel comportamento (es: memoria, ragionamento, pensiero, percezione, etc.) - Dallo sviluppo di moderne tecniche di neuro-indagine. Il Cognitivismo «guarda» dentro la black-box del comportamentista cercando di ipotizzare/modellare quello che dentro avviene (come gli stimoli vengono selezionati, elaborati e restituiti in forma di comportamento tramite specifici processi cognitivi).

Il Cognitivismo Due fasi del Cognitivismo: - Dalla fine degli anni 50 (MIT, Boston, 1956) alla prima metà degli anni 80 - Miller (magico numero 7) - Newell & Simon (problem solving) - Chomsky (sviluppo del linguaggio) - Neisser (Cognitive Psychology, 1967) MIT - Dagli anni 80 ad oggi

Il primo Cognitivismo: la teoria dell elaborazione dell informazione Nasce il paradigma HIP (Human Information Processing): le informazioni vengono elaborate ed integrate attraverso servomeccanismi (feedback) che monitorano il comportamento nei confronti dell ambiente. La vita psichica viene descritta da modelli (algoritmi) lineari/seriali ( la mente come un computer). TOTE (Miller, Galanter & Pribman, 1960), unità di comportamento volta a risolvere un problema: - Test: verifica elementi ambientali e valutazione di congruenza in relazione allo scopo - Operate: se gli elementi sono adatti, compiere l azione - Test: se gli elementi non sono adatti, ritestare e modificare - Exit: concludere l azione

Il Neocognitivismo Nel 1976 lo stesso Neisser (Cognition and Reality) sottolinea i limiti dell HIP, partendo dalla ridefinizione del concetto di «informazione» proposta da l approccio ecologico di Gibson (1979), ovvero: «l informazione non è più l esito dell elaborazione fatta dal sistema cognitivo sugli stimoli del mondo, ma essa è già presente nell ambiente e non ha bisogno di alcuna interpretazione per essere colta»

Il Neocognitivismo Quindi: - la mente non è più vista come un calcolatore, indipendente dall ambiente ed auto-dotato di sistemi di elaborazione; - Il computer elabora simboli definiti e finiti; la mente simboli potenzialmente infiniti e anche mai definiti; - Il computer è teoricamente espandibile all infinito; il cervello (fisiologicamente) non lo è. - Il computer ha una CPU; il cervello elabora in modo distribuito - Il computer è sempre seriale; il cervello seriale e parallelo - Lo studioso è obbligato a considerare maggiormente la retroazione dell ambiente sulla mente (la modulazione/negoziazione)

Cognitivismo odierno e architettura della mente Due modelli: - Architettura verticale (Fodor, 1983): uno stimolo sensoriale viene automaticamente, a seconda sua classe di appartenenza, elaborato da «moduli» (ossia strutture competenti e specifiche) tra loro indipendenti. L informazione è integrata da un sistema superiore che non è un modulo. - Architettura orizzontale (Karmiloff & Smith, 1992): per elaborare l informazione non sono necessarie strutture specifiche in quanto il cervello di adatta data la sua grande plasticità.