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Torna all indice PROBLEMATICHE CONNESSE ALLA UTILIZZAZIONE FORESTALE IN SICILIA DI EUCALITTETI DESTINATI A BIOMASSA AD USO ENERGETICI *Saporito L. *Regione Sicilia. Assessorato Agricoltura e Foreste. Dipartimento Azienda Foreste Demaniali Riassunto La presenza in Sicilia di vasti eucalitteti non utilizzati e suscettibili di destinazione ad uso energetico, ha stimolato negli ultimi anni, da parte di privati, l avvio di una filiera bosco legno, per ottenere biomassa ad uso energetico. Le superfici potenzialmente interessate sono consistenti, così come gli eucalitteti utilizzabili, stimati in circa 12.000 ha, in buona parte demaniali. Si tratta di impianti della fase gamica e dell età di 35-40 anni, in cui la quantità di biomassa epigea allo stato fresco è variabile da 95 ad oltre 500 t/ha, in funzione della specie e delle caratteristiche stazionali. La biomassa totale viene invece stimata in oltre 2.4 x 106 t/ha. Per alcuni di tali popolamenti è stata avviata, nel 2001, da parte della Azienda Foreste Demaniali regionale, un progetto che prevede la utilizzazione di oltre 2.700 ha in tre anni, da parte di privati, per ottenere biomassa ad uso energetico. Il lavoro tratta dei problemi tecnici, selvicolturali e di tutela forestale, che si sono dovuti e si stanno affrontando, sia in fase di avvio del progetto, che di realizzazione delle utilizzazioni. Nella fase di progetto per la individuazione dei singoli popolamenti da interessare al taglio, la delimitazione dei lotti annuali e delle singole tagliate, nonché per la limitazione dell impatto visivo connesso alla utilizzazione, problemi per la risoluzione dei quali si è fatto ricorso ad una serie di applicazioni in ambiente G.I.S.. Nella fase di utilizzazione dei popolamenti per le ripercussioni negative a carico dei popolamenti, in relazione alla loro età e ceduazione tardiva, nonché al suolo ed alle infrastrutture viarie, in relazione alle forme di meccanizzazione forestale realizzate. PREMESSA La superficie totale degli eucalitteti presenti in Sicilia è stimata in ha. 35.664 (tab. n 1), di cui ha. 18.820 puri ed Ha. 16.844 misti ad altre specie (SAPORITO 1998a ; SAPORITO et altri 2003), a fronte di una superficie boscata regionale di ha. 266.400 (INFI 1985). Tab n 1 Eucalitteti puri e misti in Sicilia. Fonte G.I.S. Azienda Foreste Demaniali PROVINCIA AGRIGENTO Impianti puri (ha) 2.456 Impianti misti (ha) 658 Totale (ha) 3.114 CALTANISSETTA 5.577 6.946 12.523 CATANIA 4.324 40 4.364 ENNA 5.767 4.987 10.754 MESSINA 65 869 934 PALERMO 306 1.893 2.199 RAGUSA 0 295 295 SIRACUSA 19 69 88 TRAPANI 306 1.087 1.393 TOTALE 18.820 16.844 35.664 1

Si tratta di impianti che, per la maggior parte, sono maturi al taglio da 2 3 decenni e non sono stati finora utilizzati in seguito al mancato sviluppo in regione di economiche filiere bosco - legno, quali quella della carta, dei pannelli di particelle, del legno/plastica, per cui è stata proposta, negli ultimi anni, la filiera energetica. L entità delle superfici ha infatti risvegliato un certo interesse economico e industriale, a ragione dei particolari incentivi alla produzione di energia da fonti rinnovabili in generale e da biomasse in particolare. Di tali eucalitteti, parte di un nucleo geograficamente abbastanza circoscritto e localizzato nella parte centrale dell isola, fra le province di Caltanissetta, Catania ed Enna, di circa 18.000 ha, di proprietà demaniale regionale, si presta infatti per ottenere biomassa forestale ad uso energetico da utilizzazione principale degli impianti (SAPORITO 2001). Gli impianti sono costituiti da una o più specie di eucalitti, con una prevalenza dell Eucaliptus camaldulensis, seguito da E. globulus, E. occidentalis ed E. gomphocephala, sono principalmente della fase gamica, con età variabile fra i 30 e i 40 anni, livelli produttivi e di provvigione variabili, in funzione della specie e delle caratteristiche stazionali (CANTIANI 1975; CIANCIO et al. 1981; SAPORITO 1999, a; SAPORITO 2001). I livelli totali di biomassa allo stato fresco ottenibili, sono pari, secondo una stima di larga massima, per una provvigione media di 200 t/ha di biomassa legnosa epigea allo stato fresco ed una superficie di 12.000 ha, oltre 2.4 x 106 t/ha. Alcune di tali aree sono oggetto di una prima utilizzazione da circa due anni, con varie problematiche tecnico -selvicolturali, sia in fase preliminare, di elaborazione del progetto di taglio, che in fase di esecuzione dell utilizzazione forestale. 1) Il progetto di vendita di biomassa forestale La possibilità di avviare concretamente una filiera bosco legno energia, si è realizzata in Sicilia sul finire degli anni 90, in seguito all interesse economico di alcuni gruppi privati, all acquisto ed utilizzazione di biomassa proveniente da impianti di eucalitto. Si è quindi sviluppato un progetto di utilizzazione, attraverso le seguenti fasi: - individuazione dei popolamenti interessati; - valutazione della provvigione e stima del valore di macchiatico; - elaborazione di un bando e capitolato oneri; - realizzazione di una procedura di selezione pubblica dell acquirente (gara); Di tali aspetti, assume un certo rilievo la individuazione delle aree interessate e la stesura del piano dei tagli previsti, anche ai fini della limitazione degli impatti visivi della utilizzazione boschiva. La individuazione preliminare dei popolamenti interessati si è basatat su una serie di criteri di riferimento tecnico- selvicolturali: a) Popolamenti con grado di copertura > 50 con composizione pura di eucalitti; b) Eucalitteti in stazioni di media fertilità, aree con pendenze non superiore al 35% e possibilità di meccanizzazione forestale;esclusione degli impianti con finalità principale di difesa del suolo o con fenomeni evolutivi; d) Possibile applicazione del trattamento selvicolturale a taglio raso. È stata quindi sviluppata una applicazione G.I.S. nell ambito del Sistema Informativo Territoriale del Dipartimento Azienda FF.DD.R.S., in cui, gli eucalitteti individuati in campo sulla base dei criteri riferibili ai punti b), c) e d), sono stati meglio distinti per il grado di copertura e lo stadio evolutivo (Fig. 1). 2

Fig. 1 Esempio di popolamenti ad eucalitto distinti in funzione del grado di copertura. Successivamente si è proceduto alla elaborazione di un piano dei tagli per l insieme delle aree interessate, elemento questo non semplice, in relazione alla estensione della superficie interessata al taglio, pari ad ha 2.700, ed in considerazione dell esigenza di assicurare ai probabili acquirenti una sufficiente garanzia nella continuità di lavorazione ed approvvigionamento della biomassa. Nella redazione del piano, impostato su un arco di tempo di tre anni, si sono seguiti diversi criteri di riferimento: - la necessità di contrarre la superficie della singola tagliata, al fine di limitare gli effetti negativi legati alla rapida scopertura del suolo ed al taglio su vaste superfici; - la facile individuazione dei confini delle tagliate, facendola coincidere, ove possibile, con elementi fisiografici od infrastrutturali; - l esigenza di limitare l impatto visivo in relazione all attività di taglio, agendo su superficie, forma, ubicazione delle tagliate, nonché sulla distribuzione spazio temporale delle attività di taglio previste nei tre anni di utilizzazione. La elaborazione è stata effettuata anche in questo caso in ambiente GIS, utilizzando come base cartografica la CTR e come ulteriore piano di lavoro, cartografico e foto- interpretativo, la ortofotocarta digitale a colori del programma IT.2000, della Compagnia Generale Riprese Aeree (Fig. 2 e 3). Fig. 2 e 3. Piano dei tagli su C.T.R. ed ortofoto digitale a colori (IT 2000) 2) Le problematiche legate all impatto visivo delle utilizzazioni 3

Particolare attenzione è stata prestata, in sede di elaborazione del piano dei tagli, alla limitazione dell impatto visivo della stessa, considerato che l eucalitteto costituisce ormai una componente tipica del paesaggio dell entroterra collinare siciliano. Infatti, alle aree prive di vegetazione arborea delle aride colline del latifondo degli anni 40-50, si sono spesso sostituiti questi impianti arborei che, anche se artificiali e di specie esotiche, caratterizzano ormai il paesaggio di questa parte dell isola. Al finedi limitare gli aspetti negativi dovuti alla temporanea variazione dell aspetto paesaggistico di vasti comprensori, si è cercato, di conseguenza, nella elaborazione del piano di taglio di: a) contenere la superficie media di ogni singola tagliata; b) limitare la visibilità dell intervento attraverso una verifica su CTR dei singoli coni di visibilità; c) programmare adeguatamente la scolarità dell azione di taglio, nel tempo e nello spazio. Di contro, si è cercato di dare ad ogni tagliata una superficie sufficientemente ampia e tale da giustificare l onere economico legato alla attivazione di un cantiere di utilizzazione forestale con meccanizzazione da media ad alta, che comporta costi legati alla movimentazione delle macchine ed alla organizzazione dei cantieri non indifferenti. Sono state individuate un totale di 97 tagliate, da utilizzarsi in un arco temporale di tre anni, che arriva a sei se si considera il periodo di fermo stagionale nei tagli, di cui alle vigenti P.M.P.F.. I risultati di tale piano si stanno rilevando positivi, anche in relazione ad un attività di ricaccio delle ceppaie di eucalitto, sufficientemente pronta e vigorosa ((Foto 1, 2 e 3). Foto 1 e 2. Visione di una stessa area tagliata a primavera 2003, a distanza di 2 mesi dal taglio (visione da coni di visibilità diversi) Il piano dei tagli è stato inoltre sottoposto alle competenti Soprintendenze Beni Culturali ed Ambientali, che hanno assentito od espresso parere positivo, accogliendo il riferimento all art. 2 comma 5 e art. 6 comma 4, del D. L. 18 maggio 2001, n.227, e quindi condividendo la impostazione data in fase di redazione del progetto di taglio, che considera le utilizzazioni dell eucalitto quali tagli considerati colturali ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 152, comma 1, lettera c), del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490). 3) La filiera di utilizzazione L acquirente della biomassa ha realizzato delle filiere di utilizzazione relativamente semplici ma per questo, si ritiene, relativamente poco produttive. Di contro, ad una semplificazione del processo non ha corrisposto una limitazione degli impatti negativi dovuti alle operazioni di taglio abbattimento, allestimento ed esbosco, elemento questo anomalo. La filiera realizzata prevede la produzione in campo di tronchetti (2,4 m) e fascine con metodo semi-meccanico, sistema impiegato tradizionalmente dalle ditte boschive siciliane, costoso e non certo valido in termini di impatto ambientale su suolo e ceppaie. Il lavoro si articola, in linea di massima, nel modo seguente. Le piante sono atterrate, sramate e sezionate da due operai muniti di motosega, che provvedono anche a riunire i tronchetti in cataste e a disporre le ramaglie in andana. I tronchetti sono quindi esboscati con un trattore agricolo, munito di pinza caricatrice e rimorchio. La squadra di esbosco è in genere costituita da due persone oltre l operatore del trattore. La ramaglia è esboscata previa preparazione di fascine effettuata a mano, da 2-3 operai, ed a volte con disposizione in andane a mano e successivo concentramento con mezzo meccanico. Le fascine 4

sono quindi esboscate con trattore e rimorchio. In ogni caso il materiale è accumulato in imposti prefissati, ove si procede alla cippatura dello stesso (Foto 4). Foto 3. Cippatura ramaglia all imposto con cippatrice trainata e motore autonomo. Alimentazione con trattore e pinza caricatrice 4) Problematiche legate alla utilizzazione boschiva e gestione delle stessegià in fase di redazione del progetto si sono poste alcune problematiche legate alla utilizzazione che si intendeva realizzare, in relazione alla/e: - scarsa esperienza in regione relativa ad utilizzazioni forestali di così ampia estensione (2.706 ha) ed in un periodo limitato (3 6 anni); - limitate conoscenze sul comportamento dell eucalitto nei confronti di un primo taglio di ceduazione su piante di 35 40 anni; - possibili ripercussioni negative a carico del suolo, in relazione al tipo e grado di meccanizzazione, di cantieri di utilizzazione forestale e del taglio raso su vaste superfici; - impatto sulla rete viaria forestale per il notevole esbosco di materiale legnoso da realizzare; L impostazione del progetto tendeva a contenere le stesse, grazie alla programmazione spazio temporale prevista dal piano dei tagli. Ciò nonostante, in fase esecutiva si sono riscontrate comunque delle azioni negative, di cui alcune previste e non sufficientemente contenute, altre invece non previste, in quanto legate al tipo di filiera di utilizzazione impostata ed al modo di gestione della stessa da parte dell utilizzatore. È possibile schematizzare le problematiche manifestatisi in due gruppi, di carattere selvicolturale e di tutela forestale. 4.1) Problematiche selvicolturali La principale problematica selvicolturale che si sta affrontando nella fase di utilizzazione, è la limitata conoscenza della capacità di ricaccio dell eucalitto nei confronti di un primo taglio di ceduazione effettuato in età avanzata. Sull argomento esiste un solo precedente (SAPORITO,1999b), relativo all E. camaldulensis, in una condizione stazionale poco favorevole alla specie, in cui era stato evidenziato che solo il 65% delle piante tagliate aveva ricacciato, peraltro con un ritardo su oltre metà delle stesse, compreso tra 8 e 12 mesi. Non era stata evidenziata invece alcuna differenza, nel manifestarsi del ricaccio, in relazione al periodo di taglio (autunnale, invernale o primaverile). È necessario quindi valutare la risposta degli eucalitti nei confronti di tale ceduazione, tenendo conto delle diverse variabili che possono influire sul fenomeno, quali: a) specie interessata, essendo presenti 4 diverse specie (Eucaliptus camaldulensis, E. globulus, E. occidentalis e E. gomphocephala); b) età (da 30 a 40 anni) e condizioni selvicolturali dei popolamenti (da buone condizioni vegetative ed incrementi annuali, a mediocri o marginali); c) caratteristiche stazionali di clima (da oro a termo a meso-mediterraneo) e di suolo (da suoli su matrice argillosa a siliceosabbiosa a calcarea); d) periodo di taglio (autunno, inverno, primavera o tarda primavera). 5

In tal senso si sta procedendo alla realizzazione di una serie di aree di saggio, in cui le diverse variabili sono presenti, allo scopo di eseguire una serie di rilevi che permettano di studiare il fenomeno. I primi risultati sono positivi, con percentuali di ricaccio superiori a quelle sopra riportate, con maggiore % di ceppaie prontamente ricacciate, bassa % di ceppaie morte, bassi livelli di ceppaie non ricacciate ma vive. 4.2) Problematiche di tutela forestale L attività di utilizzazione è ormai avviata da circa due anni, durante i quali si sono manifestati una serie di impatti negativi su ceppaie, suolo ed imposti, anche a seguito delle modalità di attuazione della filiera di raccolta prima descritta. I danni riscontrati alle ceppaie sono da abbattimento o da esbosco; quelli al suolo da compattazione e da sentieramento; quelli agli imposti sono a carico del suolo e delle ceppaie presenti nelle aree. Sulle ceppaie sono frequenti danni da errato abbattimento che possono essere distinti in: a) taglio alto (in genere per velocizzare il taglio); b) rilascio superfici irregolare (profili concavo verso l interno, dovuto all impiego di motosega con spranga di abbattimento corta, o superficie scanalata, per impiego discontinuo e non regolare della motosega); c) scheggiature e distacco corteccia (abbattimento delle piante effettuato senza fare ricorso alla preliminare esecuzione di tacca di abbattimento in specie come l E. occidentalis, con legno caratterizzato da notevoli tensioni interne). Foto 4 e 5. Particolari danni a ceppaie per spranga motosega corta e slabbratura per mancata esecuzione tacca di abbattimento in E. occidentalis. Tutti i danni sono da imputare alla scarsa od insufficiente preparazione professionale degli addetti all uso della motosega in fase di abbattimento, in quanto è consuetudine ormai consolidata in regione, da quasi due decenni, che tali figure professionali vengano ad operare principalmente su legno morto o su piante che, anche se in vita, sono comunque da eliminare (alberature morte o da eliminare, diradamento conifere, piante da frutto in fase di espianto, piante stroncate, etc). In fase di esbosco sono stati riscontrati altri impatti negativi sulle ceppaie, dovuti alle ruote dei mezzi di esbosco (motrici e rimorchi), con danni per schiacciamento e distacco tessutale a carico di legno e corteccia. Tali danni da calpestio dei mezzi di esbosco possono in talune situazioni diventare particolarmente gravi, ove non siano state in precedenza segnate delle vie preferenziali di esbosco. 6

Foto 6. Particolare danni a ceppaia da parte dei mezzi di esbosco. Incidono sull andamento del fenomeno diverse variabili, quali la specie (maggiori danni in E. camaldulensis e E. globulus, in relazione al maggiore spessore della corteccia, di tutta la fascia cambio-cribovascolare ed al notevole contenuto in umidità di tali tessuti, rispetto ad E. occidentalis e E. gomphocephala); l epoca di taglio (maggiori danni nel periodo primaverile, con piante in piena fase di accrescimento vegetativo, con tessuti fortemente acquosi); l altezza di taglio (possibile rilascio di ceppaie alte da rifilare a fine esbosco, ma senza eccedere in tale altezza per non aumentare i danni da slabbratura corteccia); il tipo di pneumatico, il peso della macchina e la pressione al suolo delle ruote. I danni al suolo riscontrati in fase di esbosco e concentramento sono da sentieramento e compattazione. I primi sono dovuti al frequente e ripetuto passaggio di macchine sulla stessa porzione di suolo, con danni alla struttura; fenomeni di compattazione si verificano non solo in relazione ai ripetuti passaggi, ma anche al tenore di umidità del suolo in periodi piovosi. Questo fenomeno è particolarmente temibile, in relazione alla natura dei suoli, spesso di natura argillosa (regosuoli) ed al regime meteorico di tipo mediterraneo, con piogge concentrate nei mesi in cui è possibile l utilizzazione a norma delle P.M.P.F.. Foto 7 e 8. Particolare danni da sentieramento, compattazione e sconvolgimento orizzonti suolo. In corrispondenza degli imposti si hanno impatti negativi dovuti al sovrapporsi dei danni al suolo, specie in condizioni di umidità significativa e alle ceppaie, per calpestio, sentieramento, danni al ricaccio anche per accumulo di ramaglie e prodotti legnosi per un certo tempo, notevole movimentazione meccanica biomassa temporaneamente accumulata. 7

5) Le azioni per il contenimento degli impatti negativi Da quanto finora esposto emerge chiaramente che nella fase di realizzazione del progetto, si stanno riscontrando una serie di impatti negativi, maggiori rispetto a quanto atteso in fase preliminare di redazione del progetto di utilizzazione. In questo contesto si è cercato, fin dalle prime operazioni di utilizzazione realizzate, di mettere a punto delle azioni che permettessero di meglio valutare e contenere il fenomeno, considerato che comunque esistono delle norme regolamentari (P.M.P.F.) e contrattuali (capitolato speciale), non derogabili. Le vie seguite per il contenimento degli impatti negativi, si articolano in due diversi gruppi: - attività di studio di carattere selvicolturale; - messa a punto di sistemi di utilizzazione e filiere di raccolta a basso impatto ambientale ed idonea produttività. Le attività di studio di carattere selvicolturale si prefiggono di definire meglio il comportamento selvicolturale degli impianti di eucalitto considerati, nei confronti dell attività di utilizzazione forestale in corso o da realizzare. Per acquisire tali necessarie conoscenze, si sta procedendo attraverso: - La delimitazione di aree di saggio permanenti, diverse per specie interessata, suolo, epoca di taglio; - Lo studio degli impatti negativi su suolo e ceppaie nei confronti della capacità e dell entità del ricaccio; - Il monitoraggio continuo dei popolamenti interessati dall attività di utilizzazione;la messa a punto di sistemi di utilizzazione e filiere di raccolta a basso impatto ambientale ed idonea produttività, si basa invece sulla necessità, da parte dell utilizzatore, di studiare, proporre e sviluppare delle idonee filiere di utilizzazione, in relazione a specie, tipo di popolamento, natura dei suoli, epoca di taglio, caratteristiche geo -morfologiche della tagliata, calendario di utilizzazione previsto, cronogramma dei lavori di taglio, andamento climatico stagionale, etc. Numerose e varie sono le filiere possibili per la produzione in campo di: - tronchetti (2,4 m) e fascine con metodo semi-meccanico; - tronchetti e fascine con metodo meccanico; - tronchetti (2,4 m) e fascine con metodo misto; - tronchetti (2,4 m) e cippato con metodo misto; - tronchetti e fascine effettuata a bordo strada; - tronchetti e cippato effettuata a bordo strada; - integrale di cippato effettuata a bordo strada; - integrale di cippato effettuata in campo. Di tali filiere si ritiene che nessuna, considerata singolarmente, presenti appieno le caratteristiche di bassi impatti negativi, buona produttività e basso costo, in funzione delle diverse variabili sopra citate. Si ritiene quindi che andrebbero proposte filiere diversificate in relazione alle diverse caratteristiche delle variabili presenti. 6) CONCLUSIONI Il crescente interesse economico- industriale verso le biomasse ad uso energetico ha portato all avvio, nell ambito della regione Sicilia, di una filiera di utilizzazione forestale del tipo bosco legno energia. L attività, che scaturisce da un rapporto contrattuale instauratosi fra due diversi soggetti giuridici (il proprietario, pubblico, dei popolamenti forestali interessati e l utilizzatore, privato), costituisce elemento determinante per avviare una inversione di tendenza nella eucalitticoltura siciliana. La prevista utilizzazione di 2.700 ha in un arco di tempo da 3 a 6 anni, ha posto però problematiche di carattere selvicolturale e di tutela forestale non indifferenti, sia in fase di elaborazione del progetto di taglio che, soprattutto in fase di esecuzione. La natura, la tipologia e l entità degli impatti negativi si sono infatti rilevati ampi e complessi, sia sotto l aspetto selvicolturale che della tutela forestale. Le vie che si stanno seguendo o che sono 8

state proposte, costituiscono delle possibili soluzioni che andranno comunque verificate nel tempo, direttamente in bosco. BIBLIOGRAFIA AZIENDA FORESTE DEMANIALI DELLA REGIONE SICILIANA (2002) - Carta forestale del demanio forestale regionale. Carta forestale del demanio forestale della regione siciliana. A cura di Luciano SAPORITO. Collana editoriale Sicilia Foreste. Palermo 2002. Volumi n 9 e 10. CANTIANI M. (1975) I cedui di eucalitto (E. camaldulensis ed E. globulus) nella Sicilia centrale. Tavole alsometriche. Ricerche sperimentali di dendrometria ed auxometria. Fascicolo VII. Tipografia Coppini. Firenze. CIANCIO O., IOVINO F., MAETZKE F., MENGUZZATO G. (1981) Gli eucalitti in Sicilia: problemi tecnici ed economici. Quaderni forestali I.N.S.U.D. n 3. Roma. CIANCIO O. (1977) Sull epoca di taglio e sulla produttività dei cedui di E. camaldulensis ed E. globulus di Piazza Armerina. Annali Istituto Sperimentale per la selvicoltura. Vol. VII (43 96). Arezzo. SAPORITO L. (1998 ) - Stato attuale e problematiche selvicolturali dei rimboschimenti di eucalitto in Sicilia. Sherwood, n 38 (23 30). SAPORITO L. (1998b) - Problematiche connesse all impiego energetico di biomassa di eucalitto in Sicilia. In Biomasse agroforestali e sviluppo energetico sostenibile. Edizioni Avenue Media. Bologna. SAPORITO L. (1999a) - Elaborazione di una funzione allometrica in popolamenti di Eucaliptus occidentalis della Sicilia centrale suscettibili di destinazione quale biomassa ad uso energetico. Atti II Congresso della Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale. Applicazioni e prospettive per la ricerca forestale. Bologna 20-22 ottobre 1999. SAPORITO L. (1999b) - Prove di diradamento in impianti adulti di Eucalyptus camaldulensis Dehn. in Sicilia. Sherwood, n 48 (19 23). SAPORITO L. (2001) - Prospettive di impiego per usi energetici della biomassa di eucalitto in Sicilia. Sherwood n 70, Foreste ed Alberi oggi, settembre 2001; SAPORITO L., CIPOLLA V., ANTINORO S. (2003) Il demanio forestale della regione siciliana. Prime elaborazioni quanti qualitative dal G.I.S. del Dipartimento Azienda Regionale Foreste Demaniali. Collana editoriale Sicilia Foreste. Palermo 2002. Volume n 18. 9