Estratto da: Atti Accademia Peloritana dei Pericolanti Classe di Scienze Medico - Biologiche VoI. LXXVII - Anno Acc. CCLXII (1989) Adunanza del 30-6-1989 STUDIO DEI RAPPORTI TRA DEPRESSIONE E PARKINSON MARIA ROSARIA TELARICO - ROCCa ZOCCALI GIOVANNI IANNUZZO (Pres. dal socio ord. Pro/'. M. Vitetta) UNIVERSITA DEGLI STUDI DI MESSINA CATTEDRA DI IGIENE MENTALE Direttore: P1'Of.Matteo Vitetta ACCADEMIA PELORITANA DEI PERICOLANTI Messina 1990
UNIVERSIT A DEGLI STUDI DI MESSINA CATTEDRA DI IGIENE MENTALE Direttore: Pro. MATTEO VITETTA MARIA ROSARIA TELARICO*, ROCCO ZOCCALI**, GIOVANNI IANNUZZO*** (Preso del socio ord. Prof. M. VITETT A) STUDIO DEI RAPPORTI TRA DEPRESSIONE E PARKINSON Pur essendo conosciuta l'associazione a livello clinico tra morbo di Parkinson e depressione rimane ancora poco chiaro l'etiologia e la natura delle alterazioni del tono dell'umore. Gli studi finora condotti ne hanno rivelato una estrema variabilità nella prevalenza; la media è del 46070, ma il range varia dal 20 al 90% (Gothan A.N. e ColI.). Queste differenze sono legate a diverse condizioni che vanno dalle popolazioni studiate (soggetti ospedalizzati, istituzionalizzati, residenti nel proprio domicilio) alla difficoltà diagnostica dello stato morboso depressivo in una patologia neurologica. Uno dei problemi più controversi nella relazione tra morbo di Parkinson e depressione, è legato alla causa di quest'ultimo evento. Molti studi hanno evidenziato l'elevata prevalenza della sintomatologia depressiva nei pazienti con patologia cronica. Il Parkinson, che è una malattia cronica, potrebbe pertanto indurre uno stato depressivo specifico nei soggetti che ne sono affetti. La patologia tuttavia si associa anche ad una diffusa disorganizza- * Professore di Psichiatria Preventiva ** Professore di Psicoterapia *** Borsista e Specializzando in Igiene Mentale
220 M. R. TELARICO, R. ZOCCALI, G. IANNUZZO zione di vari sistemi neurotrasmettitoriali, in particolare la dopamina, ma anche la noradrenalina e la seretonina, che sono a loro volta implicati nelle genesi della patologia depressiva. Un soggetto Parkinsoniano pertanto può essere depresso per una patologia neurotrasmettitoriale o perché ammalato cronico o per entrambi i motivi. Nell'ambito degli studi relativi a questo problema si è cercato di approfondire in generale la natura dei sintomi depressivi nell'anziano, ritenendo questa condizione un modello assai utile nella ricerca dell'etiologia della depressione nel morbo di Parkinson. A questo scopo sono stati valutati due gruppi di pazienti: uno di parkinsoniani ed uno di soggetti artrosici con le stesse caratteristiche di età, sesso e grado di autosufficienza. I risultati ottenuti sono stati comparati con un gruppo di controllo. I soggetti con morbo di Parkinson sono affetti da un maggior grado di depressione rispetto ai soggetti di controllo. Questo, tuttavia, non è maggiore di quello rilevato nei soggetti artrosici. I dati suggerirebbero pertanto che il Parkinson, tra le malattie croniche che si associano a depressione, non rappresenta una eccezione. I soggetti parkinsoniani, come gli artrosici, presentano un pattern sintomatologico depressivo caratterizzato da tristezza e talvolta da idee di suicidio; si sentono meno capaci di svolgere le attività lavorative di ogni giorno e di prendere decisioni rispetto ai soggetti di controllo; sono insoddisfatti della vita; sono frequentemente irritabili; hanno inoltre vari problemi di ordine somatico. Questo pattern sintomatologico depressivo sembrerebbe indicare un senso reattivo di pessimismo, di perdita della speranza, simile a quello riscontrabile nell'anziano. La reattività della depressione è spiegata dalla correlazione tra grado di sintomatologia e danno funzionale, anche se l'analisi statistica rileva che la correlazione giustifica solo il 25"70 dell'associazione patologica somatical depressione. Questo fatto starebbe ad- indicare che la depressione negli ammalati cronici è un fenomeno più complesso che non la semplice reattività allo stato funzionale. Devono perciò essere chiamati in causa altri
Studio dei rapporti tra depressione e Parkinson 221 fattori, quali le risorse individuali e della collettività in cui vive il soggetto, lo stato socio-economico ecc. È pertanto importante, anche per una migliore comprensione e terapia della malattia di parkinson e delle sue complicanze, una visione più ampia della sola "lettura" clinica della patologia.
222 M. R. TELARICO, R. ZOCCAL/, G. IANNUZZO BIBL/OGRAFIA 1) FAHN S. - Marsden C.D., FAHN S., eds, Movement Disorders, London, Butterworth Scientific, 1982. 2) GOTHAM A.N. e Coli. J. Or. Neur. Neurosurgery and Psychiatry, 49, 381, 1986. 3) HASSLER R.J. e Coli. - Adv. Neurol., voi. 40, N.Y., Raven Press, 1984. 4) MARTIGNONI E. e Coli. - Malattia di Parkinson e declino delle funzioni mentali.,emi, Pavia, 1987. 5) SINFORIANI E. e Coli. - Ibidem. 6) SPINNLER H. - Il decadimento demenziale. Roma II Pensiero Scientifico, 1985.