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Anteprima Estratta dall' Appunto di Logopedia generale Università : Università degli studi di Bari Facoltà : Sc.Formazione Indice di questo documento L' Appunto Le Domande d'esame e' un sito di knowledge sharing per facilitare lo scambio di materiali ed informazioni per lo studio e la formazione.centinaia di migliaia di studenti usano ABCtribe quotidianamente per scambiare materiali, consigli e opportunità Più gli utenti ne diffondono l'utilizzo maggiore e' il vantaggio che ne si può trarre : 1. Migliora i tuoi voti ed il tempo di studio gestendo tutti i materiali e le risorse condivise 2. Costruisci un network che ti aiuti nei tuoi studi e nella tua professione 3. Ottimizza con il tuo libretto elettronico il percorso di studi facendo in anticipo le scelte migliori per ogni esame 4. Possibilità di guadagno vendendo appunti, tesine, lezioni private, tesi, svolgendo lavori stagionali o part time. www. - [Pagina 1]

L' Appunto A partire dalla pagina successiva potete trovare l' Anteprima Estratta dall' Appunto. Se desideri l'appunto completo clicca questo link. Il numero di pagina tra le parentesi tonde si riferisce a tutto il documento contenente l'appunto. Sull'appunto stesso in alcuni casi potrete trovare una altra numerazione delle pagine che si riferisce al solo appunto. - [Pagina 2]

INDICE INTRODUZIONE...pag.4 1. ASPETTI GENERALI 1.1. Rapporto tra Lingua e Linguaggio.pag.8 1.2. Caratteristiche della lingua verbale del bambino.pag.10 1.3. Evoluzione della lingua verbale...pag.11 1.3.1. Tappe evolutive del lingua verbale..pag.12 1.3.1.1. Periodo Prelinguistico..pag.12 1.3.1.2. Periodo Interlinguistico I..pag.15 1.3.1.3. Periodo Interlinguistico II pag.19 1.3.1.4. Periodo Linguistico..pag.21 2. LA BALBUZIE 2.1. Classificazione delle Patologie della lingua verbale...pag.22 2.2. La Balbuzie e la Psicologia del Balbuziente...pag.25 2.3. Teorie sulla Balbuzie...pag.28 2.4. Sintomatologia.pag.30 2.5. Evoluzione della Balbuzie...pag.32 2.6. Diagnosi Funzionale pag.34 2.7. Trattamento.pag.37 - [Pagina 3] 1

3. RAPPRESENTAZIONE GRAFICO-PITTORICA E LINGUAGGIO VERBALE 3.1. Evoluzione del Disegno Infantile pag.41 3.2. Aspetto Strutturale e Proiettivo del disegno pag.45 3.2.1. Aspetto Strutturale pag.45 3.2.2. Aspetto Proiettivo pag.46 3.3. Il Disegno come Linguaggio...pag.48 3.4. L Educatore tra Disegno e lingua verbale...pag.52 3.5. L osservazione del bambino che disegna pag.59 3.6. Prove grafiche più significative...pag.63 3.6.1. Il disegno della figura umana..pag.65 3.6.2. Il disegno del bambino sotto la pioggia pag.67 3.6.3. Il disegno della famiglia pag.70 3.6.4. Il test dell albero pag.72 3.6.5. Il test della casa...pag.74 3.6.6. Il disegno della classe pag.76 3.6.7. Il disegno del bambino cattivo..pag.78 3.6.8. La prova dei percorsi...pag.79 - [Pagina 4] 2

4. IL CASO 4.1. Schema di Profilo Conoscitivo pag.81 4.2. Osservazione dei disegni e considerazioni sulle verbalizzazioni pag.89 5. L INTERVENTO 5.1. Parole e Rappresentazioni grafico-pittoriche..pag.95 5.2. Un ipotesi di Intervento: l immaginazione guidata pag.99 5.3. Modalità di conduzione di un intervento di immaginazione guidata..pag.104 5.4. Percorsi di immaginazione guidata con C. e la sua classe..pag.110 5.4.1. L attività.pag.110 5.4.2. Osservazioni pag.116 ALLEGATO 1.pag.118 ALLEGATO 2..pag.119 ALLEGATO 3.pag.120 BIBLIOGRAFIA.pag.121 - [Pagina 5] 3

INTRODUZIONE Il presente lavoro nasce dall interesse e dalla curiosità suscitata in me nell osservare come i bambini di età prescolare, normodotati e con handicap, utilizzino per comunicare con i coetanei e con i docenti una molteplicità di linguaggi. Linguaggi che ho avuto modo di udire (linguaggio verbale, sonoro-musicale, ), di osservare (linguaggio corporeo, mimico-gestuale, grafico-pittorico) e di condividere durante l attività di tirocinio, svolta nella scuola dell infanzia. L esperienza di tirocinio mi ha mostrato concretamente l intreccio spontaneo e spesso creativo, praticato dai bambini, tra la lingua verbale e i linguaggi non verbali per esprimere tutto ciò che si vorrebbe e che non si è ancora in grado di tradurre utilizzando soltanto il codice verbale. È stata ancora l esperienza di tirocinio che mi ha stimolato ad approfondire la balbuzie, nei suoi vari aspetti, in quanto C., il bambino da me seguito, presentava appunto questa patologia. La balbuzie è un fenomeno complesso e articolato, che oltre alle manifestazioni primarie di tipo specificamente linguistico, evidenzia spesso manifestazioni secondarie di tipo psicologico (di chiusura, di isolamento, ). - [Pagina 6] 4

Per evitare che il bambino balbuziente, continuamente combattuto tra il desiderio di parlare e l attrazione del tacere strutturi in modo definitivo le difficoltà affettivo-relazionali, è molto importante che sia aiutato a vincere la sua battaglia. Per questo è necessario servirsi di molteplici strategie, non tutte necessariamente di tipo verbale, per guidare il bambino nel suo percorso di crescita e di sviluppo. Tra le strategie individuate e applicate nel caso di C., l intervento grafico-pittorico a supporto della parola, è stato determinante. In particolare, la rappresentazione grafico-pittorica ha stimolato il linguaggio verbale, accompagnandolo e rafforzandolo nella comunicazione ed ha aiutato C. ad esplorare, conoscere, esprimere i propri desideri, paure, dubbi, che spesso non possono essere tradotti in parole dai bambini, sia perché possono non esserne sempre capaci e sia perché temono che le proprie emozioni tradotte in parole possano essere fraintese o utilizzate in modo distorto dall adulto. Il percorso di immaginazione guidata realizzato durante l osservazione del caso, proprio per l intreccio forte tra lingua verbale e disegno, è sembrato una strategia molto efficace. Questo perché l esperienza di immaginazione guidata, che prevede la lettura di brevi testi-stimolo evocativi, la loro trasformazione in immagini grafico-pittoriche e una verbalizzazione volta ad elaborare le personali fantasie, ha aiutato C. a sviluppare un immagine - [Pagina 7] 5

di sé positiva, a superare i personali blocchi comunicativi e, a rivalutare il sé personale, permettendo, quindi un discorso più armonico e fluido, una comunicazione più ordinata sul piano dell esecuzione verbale. Per arrivare a queste considerazioni, ho sviluppato nel mio lavoro, una serie di punti affrontati nei vari capitoli, guidata in questo dai vari percorsi di studio vissuti nel corso di laurea. Nel primo capitolo ho cercato di descrivere gli aspetti generali della lingua verbale, le sue caratteristiche e la sua evoluzione; nel secondo capitolo ho brevemente accennato alle varie patologie del lingua verbale, poi mi sono soffermata sulla balbuzie, sottolineandone gli aspetti linguistici e cogliendone gli elementi di tipo affettivo-relazionale. Nel terzo capitolo ho descritto gli aspetti fondamentali della rappresentazione grafico-pittorica, la sua evoluzione e le più significative prove psico-diagnostiche, sottolineando l importanza del disegno come strumento di espressione e di comunicazione alternativo e integrativo del linguaggio verbale. Nel quarto capitolo, ho descritto C., il bambino con problemi di balbuzie, evidenziando le sue capacità e soprattutto le sue potenzialità residue. Infine nell ultimo capitolo ho descritto l intervento sul bambino attraverso l attività di immaginazione guidata, ripercorrendone le tappe, sottolineandone la significatività e tracciandone le modalità di conduzione. - [Pagina 8] 6

Parte integrante dell esperienza di immaginazione guidata sono i disegni del bambino con le verbalizzazioni e le sue rielaborazioni a partire dai testi stimolo proposti. - [Pagina 9] 7

1. ASPETTI GENERALI 1.1. Rapporto tra Lingua e Linguaggio Una distinzione tra linguaggio e lingua è necessaria perché spesso il primo termine viene usato come sinonimo del secondo e viceversa. Il linguaggio è «la capacità tipicamente umana di codificare il pensiero, ossia di mettere in forma udibile o visibile i contenuti del pensiero, consente di renderli espliciti e pubblici, di trasmetterli nello spazio e nel tempo mediante il processo della comunicazione» 1. L espressione linguistica può essere: fono-acustica: le diverse lingue; gestuale-visiva: i codici mimici, drammatici, musicali, ; chimico-olfattiva e fisico-tattile: le tracce lasciate dagli animali. Il linguaggio è universale, non si apprende e non si dimentica, ma se non è sviluppato, tende ad atrofizzarsi. La lingua, o meglio le lingue, sono i vari modi storicamente determinati e distinti di dare una specifica espressione ai contenuti del pensiero e dell esperienza. 1 J. BICKEL, Il bambino con problemi di linguaggio, Belforte Editore Libraio, Livorno, 1998, pag.23 - [Pagina 10] 8

La lingua è un codice, cioè un sistema di segni formale, arbitrario ma coerente, governato da regole convenzionali, che garantiscono la decodifica da parte di chi se ne serve. Non è universale, si modifica, si apprende e si dimentica. «Alla nascita ogni bambino eredita geneticamente il linguaggio come capacità potenziale, che svilupperà imparando i codici della comunità in cui è nato la sua lingua madre» 2. 2 J. BICKEL, cit., pag.24 - [Pagina 11] 9

1.2. Caratteristiche della lingua verbale «Non si può descrivere il processo linguistico del bambino considerando solo il numero e il tipo di enunciati presenti in una fase evolutiva, perché: - ci sono situazioni ed evoluzioni diverse che impongono di andare oltre una determinata teoria; - la somiglianza del deficit e della patologia non conducono sempre ad analoghi percorsi; - i metodi che si rivolgono in modo unilaterale al deficit linguistico possono avere conseguenze negative sullo sviluppo linguistico; - l attenzione esclusiva degli aspetti strutturali del linguaggio, lo svuota dei significati e della sua funzione; - le parole e le frasi che sembrano senza senso, hanno un valore comunicativo nascosto, da scoprire» 3. L azione educativa-terapeutica va indirizzata pertanto al bambino e non al disturbo; quindi bisogna conoscere il bambino in difficoltà nelle sue modalità espressive e nelle aree specifiche che costituiscono la globalità della sua persona, per poter incidere sulla crescita e sullo sviluppo della persona. 3 F. BIANCHI DI CASTELBIANCO e M. DI RIENZO, I Luoghi del Mondo Infantile, Istituto Ortofonologia, Ed. Scientifica Magi, Roma, 1997, pag.77 10 - [Pagina 12]

1.3. Evoluzione della lingua verbale La lingua verbale si struttura «nei tempi e nei modi adeguati quando i centri cerebrali, gli organi fonatori e l udito non presentano alterazioni, e quando l ambiente che circonda il bambino è adeguatamente ricco di stimoli affettivi, sonori, verbali» 4. Il bambino acquisisce la lingua verbale nel corso dei primi mesi di vita, nell aspetto prassico (produzione, con particolare riferimento alla coordinazione delle strutture fono-articolatorie) e nell aspetto gnosico (acquisizione dei significati). Nello studio della lingua verbale si distinguono tre aspetti: - sviluppo fonologico: inizia dalla nascita ed è relativo all emissione dei fonemi, cioè riguarda la capacità di articolare i fonemi e di comporli nelle parole; - sviluppo morfo-sintattico: inizia a 18 mesi ed è relativo alla capacità di capire ed usare regole per formare le frasi a partire dalle parole. La morfologia riguarda il processo attraverso cui il bambino impara ad usare i plurali, le flessioni verbali, le variazioni degli aggettivi, La sintassi riguarda la lunghezza delle frasi, la coordinazione e la subordinazione, ; 4 A. DE FILIPPIS CIPPONE, Nuovo manuale di logopedia, Ed. Erickson, Trento, 1998, pag.34 11 - [Pagina 13]

- sviluppo semantico-pragmatico: inizia a 12 mesi ed è relativo alla capacità di attribuire un significato all espressione linguistica e di saperla usare. 1.3.1. Tappe Evolutive della lingua verbale E possibile individuare anche nell acquisizione della lingua verbale diversi periodi caratterizzati sia dal tipo dei contenuti e dalle operazioni di pensiero, sia dagli aspetti di forma e funzione del linguaggio emergente. 1.3.1.1. Periodo Prelinguistico (0-18 mesi) Come sottolinea la S. de Zwart, «la produzione delle prime parole è consentita dalla comparsa di quattro diverse abilità: - lo sviluppo dell intelligenza senso-motoria (che aiuta la comprensione, la produzione e il consolidamento del linguaggio interiore); - l attitudine alla comunicazione non verbale; - il primo nucleo di comprensione verbale; - la capacità di controllo neuro-muscolare e di realizzazione fono-articolatoria» 5. 5 S. DE ZWART in J. BICKEL, cit., pag.122 12 - [Pagina 14]

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