GESTIONE DEL RISCHIO CHIMICO E CANCEROGENO IN SANITÀ - PARTE 1: FOCUS FORMALDEIDE Il punto di vista di Regione Lombardia

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GESTIONE DEL RISCHIO CHIMICO E CANCEROGENO IN SANITÀ - PARTE 1: FOCUS FORMALDEIDE Il punto di vista di Regione Lombardia Nicole)a Cornaggia Regione Lombardia - DG Welfare UO Prevenzione Stru)ura AmbienB di vita e di lavoro 28 se&embre 2016 Milano, Viale Gabriele D Annunzio 15 Ore 9.00-13.30

Il RISCHIO CANCEROGENO OCCUPAZIONALE La tema5ca del rischio cancerogeno occupazionale è sempre più a)uale ed è divenuta più arbcolata rispedo al passato, grazie all accresciuto livello di conoscenza del mondo delle sostanze chimiche e di adenzione nel sistema della prevenzione. q q REACH e definizione dei valori-limite (DNEL/DMEL) SCOEL e definizione dei LimiB di Esposizione Occupazionali (OEL) q Piano Nazionale della Prevenzione MO SSL q Emersione delle malame professionali con parbcolare riferimento al rischio cancerogeno e chimico q Assegnazione di un indicatore senbnella

Il RISCHIO CANCEROGENO OCCUPAZIONALE La tema5ca del rischio cancerogeno occupazionale deve essere affrontata ü con un approccio stru)urato di sistema isbtuzionale diverso dall approccio di proge)o ü all interno di una rete di coordinamento regionale è urgente il coordinamento interregionale ü per fornire strumenb ed indirizzi operabvi condivisi ed univoci da ado)are uniformemente sull intero territorio regionale lo stesso indirizzo per le ATS e per le imprese (ddl e lavoratori) pena è la disequità tra lavoratori

Comitato Territoriale di Coordinamento ATS Metropolitana Comitato Territoriale di Coordinamento ATS Brianza L APPROCCIO STRUTTURATO: IL MODELLO ORGANIZZATIVO LOMBARDO Ministero LPS Art. 6 DG WELFARE Linee di indirizzo, check list, linee guida, vademecum Laboratorio di approfondimento Rischio chimico Stress lavoro-correlato agricoltura costruzioni Laboratorio di approfondimento Tumori professionali Comitato Regionale di Coordinamento art. 7/81 Cabina di Regia Ministero Salute Art. 5/81 ASL/ATS UOOML territorio imprese canberi

L APPROCCIO STRUTTURATO: IL MODELLO ORGANIZZATIVO LOMBARDO ATS e UOOML INAIL partenariato Il modello organizza5vo prevede l affidamento a Laboratori di approfondimento (LAp) di azioni che concorrono al raggiungimento degli obiemvi regionali. I LAp sono il punto di partenza ormale per aggregare portatori di conoscenza - tecnici, scien5fici, accademici - adorno ad un rilevante ed urgente problema, condiviso e non ancora risolto, complesso, interdisciplinare e di importanza prosperca. Al LAp è affidato il compito di elaborare soluzioni o di produrre conoscenze innova5ve, formali, modellizzate, originali, ma sempre prabche, concrete e applicabili, adraverso opportune modulazioni, ai differenb contesb di riferimento. COORDINAMENTO REGIONALE I LABORATORI, LA CABINA DI REGIA ED IL COMITATO art. 7 RAPPRESENTANO IL «LUOGO» DELLA CONTINUITÀ E DEL CONFRONTO SUI TEMI DELLA PREVENZIONE ATTUALI ED URGENTI

LA GESTIONE DEL RISCHIO CANCEROGENO OCCUPAZIONALE IN REGIONE LOMBARDIA Gli elemen5 chiave della linea di indirizzo regionale: ü Irrobus5mento della valutazione del rischio, ovvero della conoscenza dell esposizione occupazionale ad agenb cancerogeni mediante monitoraggi ambientali e biologici ü Scenari di esposizione complessi ü Conoscenza puntuale del prodo)o e dei suoi ingredienb, della durata e della modalità dell esposizione, dell ambiente in cui lavora l esposto ü Adozione della norma UNI 689/97 (appendice F) che indica il criterio di programmazione del monitoraggio ambientale (misurazioni periodiche; frequenza/concentrazione). Al fine di tracciare la storia dell esposizione ambientale e/ o personale, le risultanze dei monitoraggi sono inserite all interno dell apposito registro dei dab ambientali che è parte integrante della valutazione del rischio chimico

LA GESTIONE DEL RISCHIO CANCEROGENO OCCUPAZIONALE IN REGIONE LOMBARDIA ü Potenziamento degli intervenb di prevenzione primaria Prevenzione Primaria La Prevenzione Primaria ha il suo campo d azione sul sogge5o sano e si propone di mantenere le condizioni di benessere e di evitare la comparsa di mala8e. In par;colare è un insieme di atvità, azioni ed intervenv che a5raverso il potenziamento dei fa5ori uvli alla salute e l allontanamento o la correzione dei fa&ori causali delle malate, tendono al conseguimento di uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale dei singoli e della colle8vità o quanto meno ad evitare l insorgenza di condizioni morbose. L insieme di ques; interven; è pertanto finalizzato a ridurre la probabilità che si verifichi un evento avverso non desiderato (riduzione del rischio).

IL BINOMIO SORVEGLIANZA SANITARIA E REGISTRO ESPOSTI Art. 242. - Accertamen; sanitari e norme preven;ve e prote8ve specifiche 1. I lavoratori per i quali la valutazione di cui all ar;colo 236 ha evidenziato un rischio per la salute sono so5opos; a sorveglianza sanitaria. Art. 243. - Registro di esposizione e cartelle sanitarie 1. I lavoratori di cui all'ar;colo 242 sono iscri8 in un registro la sorveglianza sanitaria per il rischio cancerogeno non sempre dispone di strumen5 u5li alla conoscenza precoce di eventuali segni che permedano di prevenire l insorgenza di patologie neoplas5che a lunga latenza

IL BINOMIO SORVEGLIANZA SANITARIA E REGISTRO ESPOSTI La valenza della Sorveglianza Sanitaria permane quale strumento u5le a prevenire le patologie lavoro correlate e per cogliere eventuali effer avversi lega5 all esposizione ad agen5 di rischio (ad es. esposizione a sostanze chimiche irritan5 ed effer irrita5vi sulle mucose). le patologie neoplas5che hanno una lunga latenza e non sono quindi correlabili ad esposizioni professionali aduali o comunque molto recen5; pertanto in ques5 casi la sorveglianza sanitaria non può contribuire a cogliere eventuali effer precoci di patologie di natura cancerogena PUÒ ESISTERE?

L IPOTESI ALLA DISCUSSIONE NEI Lap ed in CABINA DI REGIA q 0,369 mg/m3: valore limite da non superare (OEL TWA, al momento proposto come valore di riferimento dallo SCOEL) Soglia pravca in quanto derivazione di un NOAEL, include tut i fa&ori di sicurezza previsv dalla procedura applicata in ambito SCOEL. Si ricorda che tale valore viene indicato e ritenuto efficace per tut gli effet, inclusi quelli cancerogeni, la cui comparsa viene peraltro osservata a livelli superiori di tale valore derivato che è individuato principalmente per gli effet sensoriali ed irritavvi. q 0,184 mg/m3: livello di azione [viene individuato come ½ del valore OEL-TWA SCOEL di cui al punto precedente] q 0,1 mg/m3: valore di riferimento (valore limite di qualità dell aria indoor e outdoor proposto dall OMS)

L IPOTESI ALLA DISCUSSIONE NEI Lap ed in CABINA DI REGIA q Concentrazione di formaldeide aerodispersa < 0,1 mg/m 3 : l intervallo temporale per il monitoraggio dell esposizione è pari a 64 sermane q Concentrazione di formaldeide aerodispersa compresa tra 0,1 mg/m 3 e 0,184 mg/m 3 : l intervallo temporale per il monitoraggio dell esposizione è pari a 32 sermane q Concentrazione di formaldeide aerodispersa compresa tra 0,184 mg/m 3 e 0,369 mg/m 3 : l intervallo temporale per il monitoraggio dell esposizione è pari a 16 sermane Specularmente si determinano 3 fasce di esposizione crescen5 che incrociano le analoghe 3 fasce di frequenza delle misurazioni definite dalla norma UNI 689 I risulta5 sono traccia5 nel registro dei da5 ambientali quale parte integrante del DVR al fine di una puntuale descrizione della storia dei livelli di esposizione