4 GIUGNO 1944 - LA BATTAGLIA DI CENTOCELLE



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4 GIUGNO 1944 - LA BATTAGLIA DI CENTOCELLE GLI ULTIMI SCONTRI TRA LA RETROGUARDIA TEDESCA E L AVANGUARDIA DELLE TRUPPE ALLEATE ALLA PERIFERIA EST DI ROMA, TRA PRENESTINA E CASILINA CAP. I SETTORE CASILINA PRIMA MATTINATA ARRIVO DELLA TASK FORCE HOWZE e 1 RGT FSSF A CENTOCELLE E PRIMO BLOCCO Nelle prime ore della giornata del 4 giugno 1944, a guidare l avanzata sulla Via Casilina (indicata dalle truppe americane come Highway 6 o anche come Route 6) vi era la Task Force Howze congiuntamente alla 1st Special Service Force. Alle ore 04:40, due compagnie del 1 Reggimento FSSF, partite da Tor Sapienza e trasportate su carri armati di due compagnie del 3 Battaglione, 13th Armored Regiment (13 Reggimento Corazzato, facente parte della Task Force Howze) e su otto M3 Half- Track (mezzi blindati) della Company A della 81a Armored Reconnaissance Battalion, cominciarono a muoversi lungo la Route 6 (HW6), verso il quartiere di Centocelle, a circa quattro chilometri (circa 3 miglia ) ad est di Roma. Mentre era in movimento, la colonna fu raggiunta da alcuni semicingolati M3 con altre due compagnie della FSSF guidate dal Brig. Gen. Robert Tryon Frederick, comandante e fondatore dell Unità. L avanzamento verso ovest fu tranquillo e la colonna raggiunse l incrocio stradale con il primo vero insediamento urbano prima delle ore 06:15 e il convoglio passò il limite della Città alle ore 06:20 (e così potendo vantare la pretesa di essere state le prime truppe alleate a varcare i confini della città di Roma). Tuttavia, quando gli americani provarono ad avanzare oltre Centocelle, iniziarono i problemi. Infatti, non appena ebbero superato il grande cartello blu e bianco con la scritta Roma, un pesante fuoco di armi automatiche e contro-carro, proveniente da un munito caposaldo tedesco che bloccava la strada, li obbligò a fermarsi. Lo sbarramento stradale, posizionato appena oltre il punto dove la strada attraversa la cresta di una collina, era costituito da una serie di postazioni dotate di mitragliatrici, nascoste negli edifici e dietro alti muri di pietra, e da cannoni anticarro, ed era presidiato da un distaccamento di paracadutisti del FallschirmjagerRegiment 11 e appoggiato da un PzKpfw IV (Panzer IV) della Fallschirm-Panzer-Division Hermann Goring e da quattro Sturmpanzer IV Brummbär, semoventi Hummel, con cannoni da 150 millimetri della Panzer-Abteilung 216. Era questo uno dei punti strategici di difesa ordinati da Kesselring nella notte tra il 2/3 giugno, e probabilmente aveva incorporato anche gli elementi provenienti dal caposaldo più periferico sulla via Casilina alle Due Torri. Appena gli M3 furono a tiro, i cannoni semoventi - posizionati sul basso crinale prospiciente da sud-ovest verso Centocelle aprirono il fuoco. I due primi semicingolati furono incendiati e distrutti e la colonna si fermò. I fanti americani fuggirono via dai propri veicoli e presero posizione sotto un pesante fuoco di armi leggere. Di conseguenza, la colonna ripiegò e si iniziò ad organizzare un attacco dispiegando la fanteria con il supporto dei carri per sbloccare la situazione. L'avanzata su questa strada, pertanto, era stata bloccata per così dire, in modo frontale/diretto. 1

CAP. II DALL ANIENE A TOR SAPIENZA - I REGGIMENTI 350 E 351 DELL 88 DIVISIONE, DALLA CASILINA ALLA PRENESTINA Più a nord, alle prime luci dell alba del giorno 4 giugno, i primi reparti del 351st Reggimento Fanteria, della 88 Divisione USA, aveva raggiunto e resi sicuri i ponti sul fiume Aniene in direzione della città di Roma. In lontananza, già si potevano scorgere verso ovest, a circa 4.000 yards di distanza (poco meno di 4 chilometri ), i primi gli edifici di Roma, senza segni della battaglia. Il reggimento era impaziente di percorrere il terreno mancante per entrare in città. Ora iniziava la vera e propria corsa finale. A quel punto, però fu ordinato al 351st Rgt, insieme con altre unità della Task Force Howze, di fermarsi in quella zona, tra Tor Sapienza e il fiume Aniene, in attesa di ordini. Precedentemente, i due reggimenti della 88 ª Divisione furono coinvolti in una loro competizione privata, per così dire inter-reggimentale, per chi sarebbe stato il primo ad entrare a Roma. Durante la notte, il colonnello James C. Fry comandante del 350th Rgt - proveniente dalla Via Casilina e che seguiva ad una certa distanza - aveva avuto istruzioni dal Generale Sloan, comandante dell 88 Divisione, di superare il 351st Rgt e di continuare a guidare l'avanzata in testa. Restio ad obbedire a quell ordine per non essere superato, il comandante del 351 Rgt, il colonnello Arthur S. Champeny aveva tirato dritto. Anche se non aveva esattamente disobbedito agli ordini, egli tuttavia fece in modo che i suoi uomini, i cosiddetti doughboys (fantaccini) - tenessero un passo veloce abbastanza da mantenere la distanza con il 350th Rgt. Poco dopo l inizio dell avanzata sulla Casilina, fu quindi ordinato al 351 Rgt dal Magg. Gen. Sloan di continuare il percorso in avanti con un battaglione motorizzato lungo la Via Prenestina, allo scopo di entrare in Roma e prendere il controllo di importanti ponti sul fiume Tevere. Quasi contemporaneamente, sulla Highway 6, il 1 Battaglione del 350th Rgt (88 Div. US Inf.) supportato da una batteria di obici semoventi M 7 Priest da 105 mm del 338th Field Artillery Battalion, da una compagnia di M4 Sherman della 752d Tank Battalion e da una compagnia del 313th Engineer Battalion, arrivava nella tenuta di Torrenova, presso Tor Vergata, a due miglia (circa tre chilometri) a est di Centocelle. Informato sui combattimenti in corso che coinvolgevano la Task Force Howze più avanti, il Lieutenant Colonel Bare fece cambiare direzione alla sua colonna verso la Via Prenestina. Aggirando Centocelle da nord, cercava di raggiungere un punto che dominava il fianco sinistro dello schieramento difensivo tedesco che aveva fermato le unità del Generale Frederick. Successivamente, come forza di avanzamento sul fianco, anche questo contingente si avvicinò alle posizioni nemiche, ma ugualmente fu costretta ad arrestarsi a causa del fuoco avversario. 2

CAP. III EPISODIO E FOTO MATRIMONIO Il forte caposaldo tedesco di Centocelle era più solido di quanto previsto dalle truppe americane e riuscì a contenere l'avanzata del 1st Special Service Force, della Task force Howze e della 88th Divisione per ben nove ore. Fu soltanto nel tardo pomeriggio che un attacco americano riuscì finalmente ad eliminare l'ultima resistenza. Durante la giornata accaddero anche fatti grotteschi e quasi incredibili, come il corteo nuziale incontrato dalle avanguardie alleate all estrema periferia della Città, nella tarda mattina del 4 giugno e immortalato dal fotografo Carl Mydans alle porte di Centocelle. All improvviso in mezzo ai fumi della battaglia fu visto scendere dal sentiero della collina che ospitava le bianche mura della chiesa di San Felice da Cantalice, una giovane coppia di sposi e il suo corteo di circa otto giovani ben vestiti. Lo sposo indossava un paio di scarpe lucide e un nuovo completo blu, la sposa, che teneva al braccio, aveva un vestito grigio e un bouquet di rose in mano. I due giovani si erano inoltrati con notevole senso di avventura, attraverso la terra di nessuno che separava le unità dei due eserciti in lotta, sembravano impassibili e insensibili alle brutture della guerra, quasi intoccabili dalla minaccia della moltitudine delle armi puntate nella loro direzione. Avevano passato il cartello stradale bianco e blu con la scritta ROMA senza notare o far finta di notare le sagome dei soldati appiattite nei fossati ai lati della via Casilina che li osservano con sguardi stupefatti. Dopo aver evitato in modo disinvolto alcuni cadaveri provocati dalla battaglia in corso che sbarravano loro la strada, le coppie di giovani in fila per due, ripresero il loro cammino verso fuori Roma risalendo la colonna corazzata alleata. Poi le parti ripresero il fuoco come se niente fosse e la scena, come una apparizione sacra, si dissolse in una nube di polvere. Lo sposo era Triolo Marcello, studente di anni 23, residente in Via di Torre Spaccata 50, mentre la sposa era Gotti Agnese, interprete di anni 22, residente in Via di Torre Spaccata 50. Il celebrante era l'allora Parroco della Parrocchia S. Felice da Cantalice, Padre Urbano da Paliano. Questi sono i dati emersi dall'atto originale di matrimonio, dove, al contrario, non è riportata la data di nascita ma soltanto l'età dei due giovani sposi. CAP. IV SETTORE CASILINA SITUAZIONE DOPO PRIMI SCONTRI A CENTOCELLE ARRIVO GENERALI KEYES E CLARK AL CARTELLO ROMA Nel corso di questa battaglia, il Generale Frederick era, come sempre, in prima linea a dirigere i suoi uomini. Fu durante questo lasso di tempo che si verificò una scena straordinaria. Il Generale Frederick stava osservando l'andamento dell attacco, quando una jeep si avvicinò e il generale Keyes, comandante del II Corps, sopraggiunse. GeneraIe Frederick, egli chiese, che cosa vi trattiene qui? Frederick rispose: I tedeschi, Signore. 3

Keyes allora chiese: Quanto tempo ci vorrà per riuscire ad oltrepassare il limite della Città? Frederick rispose: Il resto della giornata. Ci sono un paio di cannoni semoventi lì. «Non può essere! Il GeneraIe Clark deve essere dall altra parte del cartello stradale che segna il limite della Città entro le 4:00. Frederick chiese: Perché? Perché lui deve aver fatto una fotografia. Frederick guardò Keyes fisso per un lungo momento e disse: Dica al Generale di darmi un'ora. Non molto più tardi, comparirono su una una jeep Clark e Keyes e chiesero che cosa stava arrestando l avanzata. Ancora una volta Frederick illustrò la situazione. Durante un momento di calma, i tre generali lasciarono la copertura di un fosso nelle vicinanze e si diressero al cartello di ROMA per mettersi in posa per i numerosi fotografi dell'esercito e della stampa presenti. Caspita, Bob, disse Clark a Frederlck, Mi piacerebbe avere questo cartello nel mio posto commando. Proprio in quel momento si fece vivo un cecchino tedesco. Il primo proiettile andò a colpire direttamente il cartello e sfiorò pericolosamente la testa del comandante dell'armata, facendo correre a gambe levate i tre generali indietro, verso il riparo del fosso. Frederick disse a Clark: Questo è ciò che ferma il 1 Special Service Force. Rendendosi conto che non ci sarebbe stata nessun entrata trionfale quel giorno, Clark si allontanò. Più tardi, Frederick fece smontare il Cartello ROMA e lo inviò a Clark come souvenir. CAP.V 3 BATT. 13 RGT CORAZZATO DEL COL. CAIRN SECONDO BLOCCO DEI CARRI (DA CENTOCELLE VERSO TOR PIGNATTARA) Mentre la maggior parte degli uomini al comando di Frederick combatteva a Centocelle, i carri armati di 3rd Battalion del Colonnello Cairn, del 13th Armored Regiment,, con gli uomini del 1 Reggimento SSF, sotto il comando del colonnello Alfred C. Marshall Jr., aggrappati ai loro blindati attaccavano in terreno aperto, passando attraverso i campi, a sud della Highway 6 verso il quartiere di Tor Pignattara, tre chilometri più a sud-ovest. Ad aprire la strada vi erano i carri della Compagnia H, poi venivano i Colonnelli Cairn e Marshall, entrambi nel carro di Cairn, a sua volta seguito da un mezzo semicingolato del comando di Frederick, con le Compagnie G e I a chiudere il gruppo. All inizio, l ostacolo principale della colonna era la folla dei corrispondenti di guerra alleati e un battaglione di artiglieria da campo americano che procedeva lentamente in convoglio (la maggior parte di questo convoglio era probabilmente costituito dalla batteria B del 339th Field Artillery Battalion della 88 Divisione). Dopo un breve scambio di battute con i cronisti, la colonna riprese ad avanzare. Verso le ore 07:15, a circa un chilometro a sud-est da Tor Pignattara, la colonna varcò i confini della città di Roma. Appena ciò avvenne, un cannone anti-carro tedesco ben nascosto uscì allo scoperto e fece fuoco, facendo immediatamente fuggire sia i fanti lontano dai carri armati, che i corrispondenti della stampa verso le retrovie. Il convoglio di artiglieria, al contrario, con freddezza si spostò solamente fuori sul lato della strada. Il cannone nemico colpì due dei carri Sherman in avanguardia, poi rapidamente scomparve nel labirinto di strade laterali. 4

Alcuni civili italiani si erano, intanto, avvicinati alla colonna americana e li avevano messi in guardia sulla presenza di mine anticarro e di mezzi corazzati tedeschi che, con un reparto di fanteria, stava in agguato più avanti nelle strade circostanti. Così allertato, Frederick inviò i carri delle Compagnie G e I del 3 Batt. sulle strade laterali a trovare un altro passaggio per aggirare l'imboscata. Proprio in quel momento, i generali Clark e Keyes tornarono di nuovo. Frederick in breve fece il quadro della situazione. Clark approvò il piano d'azione, ma ha sottolineò che voleva che la forza si spingesse ad impadronirsi dei ponti sul Tevere il più rapidamente possibile. Per questo motivo, Keyes incaricò Cairn di inviare immediatamente un plotone di carri armati dentro la città, senza aspettare che le Compagnie G e I completassero le loro manovra di aggiramento. Cairn mandò a dire alle due compagnie di continuare la loro esplorazione; ma poi guidò cinque carri armati lungo la strada direttamente verso la Città. Non più di 100 metri più avanti, appena i primi due carri armati (uno di quali era quello su cui si trovava Cairn) girarono su una curva, i cannoni semoventi tedeschi aprirono il fuoco e misero fuori combattimento entrambi i veicoli, i quali si incendiarono immediatamente. Fuggendo dai loro mezzi in fiamme, Cairn e gli altri membri sopravvissuti dell'equipaggio fecero ritorno alla postazione iniziale. Cairn chiese il permesso di abbandonare l'attacco frontale e continuare il suo piano di aggiramento della posizione nemica. Questa volta Keyes saggiamente non sollevò alcuna obiezione. CAP. VI CARRI USA E CARRI TEDESCHI SI GUARDANO SENZA POTERSI SPARARE La Compagnia G aveva nel frattempo trovato la posizione nemica e aprì il fuoco contro i cannoni semoventi che avevano centrato i carri armati di Cairn. Completamente presi di sorpresa, con tutta la loro attenzione ancora concentrata sulla strada principale, nove dei veicoli blindati/corazzati tedeschi furono distrutti prima che il resto dell unità fosse in grado di dileguarsi più in profondità dentro la città. Dopo essersi sbarazzati di questa forza, la Compagnia G proseguì verso nord e poi, tornando indietro al di là della Route 6, si spinse fino al sobborgo lungo via dell Acqua Bullicante, che si estende tra la Route 6 e la Via Prenestina. Come essi arrivarono, il gruppo dei carri individuò una forza di 8 veicoli blindati/corazzati tedeschi apparentemente una parte della forza che prima aveva sostenuto la difesa a Centocelle che si ritiravano dentro Roma lungo la Via Prenestina. Il carro in testa al plotone dei carri armati americani rapidamente provò ad organizzare un imboscata su un elevata altura che dominava la strada, solo per scoprire che i loro cannoni non si sarebbero potuti abbassare così in profondità da colpire i bersagli nemici, che si muovevano a non più di 50 metri di distanza. I tedeschi da parte loro, a causa dell altezza del terrapieno, non poterono elevare i loro cannoni ad un altezza sufficiente per sparare contro gli americani. Totalmente demoralizzata, la Compagnia G poteva solo fermarsi e guardare i veicoli nemici passare proprio accanto a loro e fuggire verso la città. Tutto quello che poterono fare fu sparare alcuni colpi dopo che essi erano scomparsi dietro una curva della strada.( probabilmente in direzione di via di Portonaccio). 5

CAP.VII PREPARAZIONE DELL ATTACCO DEL PRIMO POMERIGGIO Poco dopo, quasi sulla scia dei tedeschi in fuga, una colonna sotto il comando del Colonnello Howze arrivò, comprendente il 1 Battaglione del 7th Infantry Rgt ed il 1 Battaglione del 351st Infantry Rgt con le rispettive unità di supporto. Essendo stato finalmente superato il nemico a Centocelle, essi provarono a riprendere l'avanzata lungo i due assi originali della Route 6 e della Via Prenestina, come previsto nei piani di attacco. Inoltre, stavano anche per arrivare anche gli uomini del 2 reggimento e di un battaglione del 3 reggimento dello Special Service Force, che avevano fatto il loro percorso verso la città lungo la linea della ferrovia Roma-Pescara provenienti da nord-est. Poco più tardi, le Compagnie H e I del battaglione carri di Cairn e il resto del 1 Reggimento SSF, dopo aver fatto il loro cammino di ritorno attraverso i campi dalla zona di Tor Pignattara, si riunirono al grosso delle truppe. In questo modo, tutti i principali gruppi di attacco si prepararono in attesa dell ordine di attacco, ora con l asse principale che si sviluppava lungo alla via Prenestina. Si erano fatte ormai le ore 15:00. Il colonnello Howze decise di lasciare la maggior parte dei suoi uomini della fanteria in riserva e inviare una piccola colonna formata da carri e piccole squadre di fanteria all interno della città al fine poi di impadronirsi, nel suo settore, dei ponti sul Tevere. Egli aveva stabilito come ora per iniziare per l attacco (H-Hour) le ore a 15:00, ma poi decise di rinviarla di un altra mezz ora per attendere l arrivo del secondo battaglione del 3 Reggimento SSF. CAP. VIII LE AVANGUARDIE DELLA FSSF DALLA PRENESTINA AL CENTRO FINO AI PONTI SUL TEVERE Verso le ore 1530, comunque, la colonna iniziò a muoversi, con il 2 Reggimento (al comando del tenente colonnello Jack Akehurst) sulla sinistra (più a sud) e il 3 Reggimento (sotto il colonnello Edwin A. Walker) sul lato destro (più a nord). Guidati da numerose piccole pattuglie carri e fanteria, ognuna di queste forze era stata fornita di istruzioni in italiano, per richiedere ai civili di guidare gli uomini fino ai ponti. Il 2 Reggimento raggiunse Porta Maggiore alle ore 19:15 ore. Per le ore 20:00 erano arrivati alla Stazione Termini (la stazione ferroviaria centrale). Una Compagnia deviò verso sinistra ed arrivò a Piazza Venezia intorno alle ore 19:15, dove ebbe un breve scontro a fuoco con truppe nemiche motorizzate/meccanizzate. Il 3 Reggimento attaccò a nord-ovest sul lato destro del 2 Reggimento e giunse a Piazza del Popolo per le ore 21:00. Le Compagnie del FSSF poi si aprirono a ventaglio verso Ponte Margherita e gli quattro ponti a nord di questo. A Ponte Margherita e Ponte del Littorio, sulle sponde ad ovest del fiume, essi si imbatterono nelle retroguardie nemiche munite di mitragliatrici, che rallentarono l avanzamento degli Americani, ma, in ogni caso, i Tedeschi non fecero alcun tentativo di far saltare le campate dei ponti e prontamente furono costretti a fuggire. Il Generale Frederick, nonostante la sua gamba fosse fasciata, dopo essere stato colpito da una scheggia di granata nel pomeriggio, era in prima linea con le sue truppe - che andavano avanti e dietro sulle rive del fiume - accompagnato dal suo autista, dal suo 6

aiutante Captain Newt McCall e da due soldati, verificando che i Tedeschi non avessero lasciato cariche di esplosivo per demolire i ponti. Alle ore 23:00, tutti i cinque ponti assegnati al 1 Special Service Force erano intatti e nelle mani degli Americani. TRADUZIONE E INTERPRETAZIONE DEI RAPPORTI DELLE UNITA U.S.A. A CURA DI MASSIMO CASTELLI E WALTER DI DOMENICO 7