OSSERVIAMOCI Età : 9-12 Tipo di attività : da svolgere in classe Durata : 1 lezione Materiale: - lavagna o un grande foglio bianco - pennarelli colorati Obiettivo Introdurre il significato del termine diversità partendo da tutto ciò che caratterizza i ragazzi. Descrizione Fate elencare tutte le caratteristiche fisiche che ci contraddistinguono come colori,forme, dimensioni, ma anche superfici (pelli morbide, capelli ispidi), suoni (il tono della voce), espressioni e movimento. I propri spazi, l alimentazione, le proprietà, i vicini, il proprio gruppo, gli alleati e gli antagonisti, il carattere e i comportamenti, le reazioni ai fattori esterni (essere freddolosi o calorosi) sono elementi che ci possono definire, e forse ci accomunano agli altri viventi. Introducete una discussione tra i ragazzi invitandoli a chiedersi quale significato diamo al termine diversità. Positivo, di ricchezza, o negativo, di difformità? Anche giocare con le parole servirà a far prendere consapevolezza del concetto. PARTIAMO DA NOI Età : 9-12 Tipo di attività: da svolgere in classe Durata : 1 lezione Materiale: - foglietti adesivi - pennarelli colorati - un cartellone Obiettivo Questa attività consente ai ragazzi di dare significato al concetto di diversità e di acquisire consapevolezza del suo valore. Le caratteristiche e le competenze di ciascun ragazzo diventano una risorsa per tutta la classe e ne costituiscono la ricchezza. Descrizione Le differenze tra esseri umani e animali non sono solo fisiche, come non c è un unico tipo di intelligenza, come non esiste un individuo, una categoria che possa trovare la ricetta per la sostenibilità. Ogni alunno ha un foglietto adesivo su cui può scrivere una cosa che sa fare bene. I foglietti raccolti su un cartellone costituiranno le risorse della classe. Seduti in cerchio ogni ragazzo può, a turno, raccontare al gruppo cos è che si porterebbe via del suo compagno di sinistra: un colore, un capo di abbigliamento, una caratteristica fisica, un aspetto del carattere, una competenza. Si evidenzieranno anche le potenzialità della diversità: cosa è in grado di fare il singolo ragazzo e cosa la classe, cioè i ragazzi tutti insieme?
Gioco sviluppo per fasi. Fase 1. Distribuiti i cartellini, ogni bambino è chiamato a scrivervi ciò che sa fare meglio di altro, la sua eccellenza in modo anonimo. CARTELLINI PER LA MESSA IN EVIDENZA DELLE PERSONALI RISORSE (EC- CELLENZE)
Si raccolgono tutti i cartellini in una scatola. Ogni bambino è inviato a pescare un cartellino e ad indovinare chi lo abbia scritto: quindi è chiamato a motivare la sua ipotesi. Se Chi viene interpellato è effettivamente l autore del cartellino, può descrivere le ragioni che lo hanno portato a indicare quella come sua eccellenza, a commentarla, a raccontarne la storia ecc. Fase 2. A questo punto ogni alunno ha il proprio cartellino con la personale eccellenza e lo appunta nella maglietta in modo che sia visibile a tutti i suoi compagni. Il conduttore del gioco dà un compito da risolvere agli alunni coerente con le eccellenze che sono emerse dal gioco (fare una festa, organizzare una gita ) e chiede di utilizzare tutte le risorse (le eccellenze) per risolverlo. I bambini vengono lasciati liberi di organizzarsi e di confrontarsi per risolvere la questione. Fase 3. I bambini vengono disposti in cerchio: il conduttore del gioco tesse una ragnatela con un filo di lana man mano che lo dichiarano con chi è in relazione la loro eccellenza ai fini comuni della realizzazione della festa o altro. Una volta che tutte le risorse sono state messe in rete, i bambini vengono fatti sedere a terra e si fa il debriefing, funzionale a far loro capire quanto sia
importante che ognuno valorizzi la propria e l altrui potenzialità per un progetto comune. Fase 4. Una volta riflettuto sulla bellezza della diversità, si può leggere, a conclusione del laboratorio la seguente storia, chiedendo a ogni bambino di completare l immagine dell omino protagonista (in allegato) in modo pertinente alla storia. Una volta conclusa la lettura, si potranno far mettere insieme tutti gli omini e scoprire, ancora una volta, quanto il punto di vista di ciascuno sia differente da quello altrui, sebbene partano da una stessa sollecitazione (nel caso specifico, il testo della storia stessa). CAMMINA CAMMINA C era una volta un omino con gli occhiali che non sopportava di vivere insieme alle persone che non portavano gli occhiali. Cammina cammina, l omino arrivò in una città dove abitavano solo persone con gli occhiali e a quel punto si accorse che non sopportava di vivere insieme alle persone nere, perché naturalmente lui era bianco. Cammina cammina, l omino trovò un quartiere in cui abitavano solo persone bianche con gli occhiali e a quel punto si accorse che non sopportava le donne, perché naturalmente lui era un uomo. Cammina cammina, l omino arrivò davanti a un grattacielo pieno di uomini bianchi con gli occhiali e a quel punto si accorse che non sopportava di vivere con le persone che non avevano la cravatta, perché naturalmente lui portava sempre la cravatta. Cammina cammina, l omino arrivò all ultimo piano del grattacielo, dove c erano solo uomini bianchi con gli occhiali e la cravatta e a quel punto si accorse che non sopportava di vivere con le persone con i capelli neri, perché naturalmente lui era biondo. Cammina cammina, l omino trovò una stanza piena di uomini bianchi con i capelli biondi, gli occhiali e la cravatta e a quel punto si accorse che non sopportava di vivere con le persone con i capelli lunghi, perché naturalmente lui aveva i capelli corti. Cammina cammina, l omino trovò una stanza più piccola piena di uomini bianchi con i capelli biondi corti gli occhiali e la cravatta e a quel punto si accorse che non sopportava di vivere con le persone che erano più basse di lui, perché lui si sentiva molto alto. Cammina cammina, l omino trovò una stanza ancora più piccola piena di uomini alti bianchi con i capelli biondi corti gli occhiali e la cravatta, e a quel punto si accorse che non sopportava di vivere con le persone che non credevano in Dio, perché naturalmente lui era credente. Cammina cammina, l omino trovò una stanza minuscola piena di uomini alti, bianchi con i capelli biondi, corti, gli occhiali, la cravatta, che credevano in Dio, e a quel punto si accorse che non sopportava di vivere con le persone che non avevano tre unghie della mano sinistra pitturate di verde, perché naturalmente lui aveva tre unghie della mano sinistra pitturate di verde. Cammina cammina, l omino trovò una porta alta più o meno come una finestra e sopra alla porta c era scritto: CLUB DEGLI UOMINI ALTI BIANCHI IN CRAVATTA CON GLI OCCHIALI I CAPELLI BIONDI CORTI CHE CREDONO IN DIO E HANNO TRE UNGHIE DELLA MANO SINISTRA
PITTURATE DI VERDE "Ecco il posto giusto per me ", pensò l omino. "Finalmente troverò degli amici simpatici e potrò vivere felice!".ma quando aprì la porta, si accorse che la stanzetta era vuota e c era posto solo per lui.