SCHEDA TECNICA DI PRESENTAZIONE PROGETTO

Documenti analoghi
SCHEMA TECNICO PER LA PRESENTAZIONE DEI PROGETTI DELLE AGGREGAZIONI DI IMPRESA IN MATERIA DI CONCILIAZIONE FAMIGLIA-LAVORO

SCHEDA DI MONITORAGGIO

SERVIZI MINORILI DELLA GIUSTIZIA UFFICIO DI SERVIZIO SOCIALE PER I MINORENNI ( USSM ) CENTRO DI PRIMA ACCOGLIENZA ( CPA )

SHARE Sistema Housing, Accompagnamento e Reinclusione

Protocollo d intesa. Premessa. Richiamati:

LINEE GUIDA PER GLI INTERVENTI INTEGRATI DEL SERVIZIO SPECIALISTICO TUTELA MINORI E DEL SERVIZIO SOCIALE COMUNALE DI BASE

CENTRO DIURNO PERSEFONE

Politiche regionali per i detenuti: la relazione al Consiglio All.6 doc 11/2016

Promuovere la salute e il benessere della persona di ogni età.

I SERVIZI OFFERTI AI CITTADINI

RELAZIONE ANNO 2015 a cura di Lidia Frazzei

PROGETTO. Interventi di lotta alle dipendenze e relativi al recupero ed al reinserimento sociale

3. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ

Autismo: attività e interventi innovativi di carattere sociosanitario nell Asl di Milano

tra la Regione Toscana e l Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana Deliberazione GR 996 del 10 novembre 2014

Fondo Famiglia 2015 Progetto Conferenza dei Sindaci ASL 3 Genovese

cooperativa sociale comunità del giambellino CARTA DEI SERVIZI Ver ottobre 2010

PIANO PROGETTUALE VOLONTARIATO ALL INTERNO DELLA COOPERATIVA SOTTOSOPRA (novembre 2010) fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce

RAGAZZI STRANIERI A SCUOLA

Progetto IPDA per la Scuola d Infanziad

ANNO SCOLASTICO 2016/17 FUNZIONE STRUMENTALE AREA SOSTEGNO

Rapporti Interistituzionali

COMUNE DI BASILIANO PERCORSO COMUNALE DI INTERVENTI E SERVIZI SOCIALI PROGRAMMAZIONE ANNO 2006

IL PERCORSO DEGLI ADOLESCENTI AL SERT DI FERRARA

Istituto Comprensivo. A.S

Ruolo dell A.S. del D.P.

Proposta di Patto Provinciale per la prevenzione e il contrasto alla dispersione scolastica e formativa. Bozza di lavoro 1

Linee Guida in materia di inclusione sociale a favore delle persone sottoposte a provvedimenti dell Autorità Giudiziaria

Accordo tra Regione Marche e Dipartimento della Gioventù e Servizio Civile Nazionale Intervento aggregazione 2^ edizione

Scheda per la redazione del Progetto

Lavorare con l Europa negli enti locali Percorso di assistenza tecnica rivolto alla Provincia di Mantova

Considerazioni sul percorso formativo di accompagnamento al Progetto Adolescenza. Bruna Zani e Luigi Guerra

SOGGETTO PROPONENTE. Denominazione: Tipologia (ad es.: regione, provincia, comune, associazione, cooperativa, etc.):

- l acquisizione e il consolidamento della capacità di gestione e di autocontrollo nell area emotivo-affettiva

PROGETTO PILOTA Percorsi di Inserimento Lavorativo Oltre la TossicodipendenzA GE12-ABILC13

PROGETTO ITINERARI ANNO

AMBITO TERRITORIALE DI CAMPI SALENTINA

LIVEAS Assistenza Domiciliare e Altro - Progetti di prevenzione

Formulario Progetti Doposcuola 2016/2017

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

Regione Toscana Consiglio regionale

Formazione professionale italiana. Progetto Antoine

Integrazione sociosanitaria nei servizi territoriali: maneggiare con cura!

Piani di Zona 2009/2011 Progetti a sostegno degli anziani

L orientamento. Laboratorio formativo 4

Protocollo d intesa: Osservatorio sulle situazioni di disagio nel territorio del comune di Civitella in val di chiana

PROGETTO DEL CENTRO DI AGGREGAZIONE GIOVANILE TEMPO INSIEME

PROGRAMMA REGIONALE PER LA REALIZZAZIONE DI SERVIZI DI ORIENTAMENTO E DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE SPORTELLI INFORMATIVI/DI ORIENTAMENTO

La concretizzazione di un idea Jobs4NEET

Gli esperti Ismu. Mariagrazia Santagati. Progetto Interculture - Fondazione Cariplo

Comune di Venezia Servizi Educativi. Servizi di Progettazione Educativa PROGETTO DISPERSIONE SCOLASTICA

Palacongressi di Rimini Dicembre 2016

Ministero della Giustizia

Procedure ACCOGLIENZA RESIDENZIALE

Istituzione Scolastica di Istruzione Tecnica Innocent Manzetti di Aosta a.s.2016/2017. Piano Annuale per l Inclusione

ISTITUTO COMPRENSIVO SAN VERO MILIS SCUOLA DELL INFANZIA PRIMARIA SECONDARIA DI 1 GRADO

CARTA DEI SERVIZI REPORT INDICATORI I SEMESTRE 2013

Relazione Tecnica e abstract di progetto. Presentata da nella sua qualità di legale rappresentante di partecipante alla procedura di selezione

Adozione e sostegno alle famiglie

i punti comunità A cura di Dott.ssa Francesca Megni

PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO

Piano Regionale di Orientamento incontri di formazione sugli esiti di orientamento: Villa Recalcati - Varese 11 aprile 2011

e la formazione delle nuove figure professionali

PROTOCOLLO D INTESA PREMESSO CHE

ISTITUTO COMPRENSIVO ELEONORA D ARBOREA VILLANOVA MONTELEONE PAIDEIA PERCORSO DI AUTOFORMAZIONE PER L INCLUSIONE DSA

BENESSERE GIOVANI - ORGANIZZIAMOCI AVVISO PUBBLICO

PROGETTO DISAGIO e difficoltà scolastiche

COMUNE DI MILANO. Griglia di osservazione dei segnali di rischio: Milano. uno strumento co-costruito per i MSNA e il suo utilizzo nella rete

PROTOCOLLO D INTESA. tra il. Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca (di seguito denominato MIUR) la Regione Campania

Esso ha quindi come obiettivo ottimale di far giungere l alunno all autovalutazione e all auto-orientamento.

Progetti di iniziativa regionale:

Allegato parte integrante - 1. Allegato 1)

Gli strumenti Unioncamere per l Orientamento. Licia Cianfriglia Vicepresidente ANP

Allegato al Piano famiglia anno 2001

PROTOCOLLO D INTESA TRA COMUNE DI FIRENZE E FONDAZIONE ADECCO

CURRICULUM SOCIETA COOPERATIVA SOCIALE

SCHEMA DELLA RELAZIONE FINALE DI TIROCINIO

TRA. l AZIENDA ULSS 19, con sede legale in Adria (RO), Via.. Codice Fiscale/ Partita Iva

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE ALDO MORO. Tel. 0124/ Cod. Fisc URL:

COMUNE DI MANDELLO DEL LARIO Piazza L. Da Vinci n. 6 (prov. LC)

Prof.ssa Floriana Falcinelli Università degli Studi di Perugia

Metodologie operative con ITP Istituto Professionale dei Servizi socio-sanitari

SERVIZIO CIVILE REGIONALE VOLONTARIO

DIPARTIMENTO PER LA GIUSTIZIA MINORILE E DI COMUNITÀ Centro per la Giustizia Minorile per il Piemonte, la Valle d Aosta e la Liguria TORINO

PROTOCOLLO DI INTESA TRA MINISTERO DELLA GIUSTIZIA E FINCANTIERI PREMESSO

Sintesi delle Linee Guida per l Alternanza Scuola-Lavoro. Il potenziamento dell alternanza scuola-lavoro segue tre direttrici principali:

BENESSERE GIOVANI ORGANIZZIAMOCI AVVISO PUBBLICO. la Regione Campania, con Deliberazione di Giunta Regionale n. 114 del 22/3/2016,

SCHEDA TECNICA Leggi di settore- anno 2006 AREA EMARGINAZIONE

I^ SCUOLA ESTIVA DI BENI CULTURALI TERRITORIO

La Grande Casa La cooperazione sociale che sostiene e promuove i diritti di cittadinanza.

PROTOCOLLO D'INTESA tra

web:

A partire dal giorno e presumibilmente fino a

Risorse umane. Dott.ssa Luigia Cotti consulente Psicopedagogista per il C.T.R.H di Valle Camonica. Dott.ssa Eugenia Zanardini Pedagogista orientatore.

Progetto Orientamento in itinere e in uscita

SCHEDA PROGETTO/ SERVIZIO/INTERVENTO per la realizzazione di azioni nelle aree di intervento previste dall obiettivo 3 delle linee guida dei PdZ

CONVEGNO DI APERTURA LAVORI Centro Di Aggregazione Giovanile «GIOVANI, CITTA E FUTURO» Venerdì 16 gennaio 2015 Palazzo Butera

POR FSE CAMPANIA 2014/2020 AVVISO PUBBLICO BENESSERE GIOVANI- ORGANIZZIAMOCI

AGENZIA LAVORO. per il. Carta dei Servizi. Accreditato Regione Lombardia Servizi al lavoro (LR 22/06) Servizi alla Formazione (LR.

Transcript:

SCHEDA TECNICA DI PRESENTAZIONE PROGETTO L.r. 8/2005 Dgr 1004 del 29 novembre 2013 BIENNIO 2014-2015 TITOLO PROGETTO: A.R.C.O. Accoglienza, Reinserimento, Cambiamento, Opportunità per Minori autori di reato SCHEDA TECNICA DI PRESENTAZIONE PROGETTO SEZIONE 1: RICHIESTA DI PARTECIPAZIONE AL BANDO Al Direttore Generale ASL di BRESCIA Viale Duca degli Abruzzi, 15 25124 - BRESCIA Il/ Sottoscritto Armete Cominelli Rappresentante legale dell Ente IL MAGO DI OZ ONLUS (denominazione completa dell organismo richiedente) con sede legale in via Presolana 54, Brescia (indicare l indirizzo dell Ente Comune, Via, CAP) Iscritto al seguente albo/registro regionale o nazionale (esclusi gli Enti Locali) Albo Regione Sez.A n 865 (nel caso il soggetto proponente risultasse iscritto a più registri specificare) Con provvedimento n 11397 del 21/07/2005 Operante nell ambito degli interventi a favore delle persone sottoposte a provvedimenti dell Autorità Giudiziaria dall anno 2010 Vista la DGR n. 1004 DEL 29/11/2013 C H I E D E di poter beneficiare del contributo di 178.635,00 in conformità alla l.r. 8/2005 e ai provvedimenti amministrativi conseguenti per la realizzazione del progetto _A.R.C.O. Accoglienza, Reinserimento, Cambiamento, Opportunità per Minori autori di reato 1

sintetizzato con la presente scheda, in conformità alle disposizioni procedurali indicate nell Avviso Pubblico dell ASL di BRESCIA A tal fine allega alla presente: Provvedimento di nomina del responsabile del procedimento (ai sensi della Legge n. 241/90 artt. 6, 7 e successive modificazioni); Formalizzazione del rapporto di partnership in merito all attuazione della proposta progettuale (es. Accordi di programma, delibere di approvazione/impegno) con indicazione del soggetto capofila, del soggetto responsabile e del coordinatore operativo, l ambito, l oggetto e la durata dell accordo, gli impegni di carattere finanziario ed economico assunti da ogni singolo partner e le relative fonti di copertura (scrittura privata) Dichiarazione del soggetto proponente di aver maturato un esperienza di almeno due anni nelle aree individuate nel Piano di azione per il reinserimento delle persone sottoposte a provvedimenti dell Autorità Giudiziaria di cui alla DGR n. 1004 del 29 novembre 2013 (o in alternativa si allega altro documento dal quale si evinca tale requisito) Dichiarazione di eventuale partecipazione in qualità di partner ad altra proposta progettuale finanziabile con il presente bando nell ASL di riferimento Altro - Lettera di intenti di collaborazione USSM Brescia - Scrittura privata con ARIMO Società Cooperativa Sociale, SCUOLA BOTTEGA ARTIGIANI DI SAN POLO ONLUS, Istituto dei figli di Maria Immacolata Opera Pavoniana - Lettera d appoggio C.S.V. Centro servizi per il Volontariato Brescia Chiede che ogni comunicazione relativa alla presente richiesta di contributo sia inviata al tel. e cell. _omissis fax: 0302791738 e/o all indirizzo e-mail: _ermete.cominelli@smimagodioz.it Luogo e data Rezzato,10/04/2014 Timbro e Firma (Legale rappresentante) Ai sensi del D.lgs.196/2003 si autorizza la competenze amministrazione all utilizzo e al trattamento dei dati riportati nella presente scheda Tecnica di presentazione del progetto per tutte le procedure connesse alle finalità del Bando di cui alla DGR N. 1004 DEL 29/11/2013. Luogo e data Rezzato, 10/04/2014 Timbro e Firma (Legale rappresentante) 2

SEZIONE 2 SCHEDA DI PRESENTAZIONE DEL PROGETTO PARTE I: SOGGETTO PROPONENTE 1 Denominazione del soggetto giuridico proponente IL MAGO DI OZ coop. soc. onlus Indirizzo sede sociale dell ente: (via, cap, città) via Presolana 54, Brescia Codice fiscale 02566790982 Partita IVA 02566790982 Telefono: 0302590761 Cellulare: omissis Fax: 0302791738 e-mail: ermete.cominelli@smimagodioz.it Sito web: www.smimagodioz.it 2 Legale rappresentante del soggetto proponente Cognome: Cominelli Nome: Armete Indirizzo: omissis CAP: omissis Città: omissis ella Riviera Provincia: omissis Telefono: 0302590761 Cellulare: omissis Fax: 0302791738 E-mail: ermete.cominelli@smimagodioz.it Professione: Educatore Professionale 3 Responsabile dell attuazione del Progetto (è responsabile della gestione del progetto e referente del medesimo che potrebbe non coincidere con il rappresentante legale del soggetto proponente) Cognome: Bazzana Nome: Barbara Indirizzo: omissis CAP: omissis Città: omissis Provincia: omissis Telefono: omissis Fax: 0302791738 Cellulare:0302590761 3

e-mail barbara.bazzana@smimagodioz.it. Professione: Psicologa Psicoterapeuta. 4 Tipologia di soggetto proponente (nel caso il soggetto proponente risultasse iscritto a più registri, specifichi soltanto l iscrizione al registro con la quale intende partecipare al presente bando) Associazioni senza scopo di lucro o associazioni di promozione sociale iscritte nei registri regionali e/o provinciali dell associazionismo ex legge regionale n 1/2008 Cooperative sociali iscritte nella sezione A), B), C) dell Albo regionale ex legge regionale n 1/2008 Enti ecclesiastici con personalità giuridica ex legge 222/85 Enti privati con personalità giuridica riconosciuta ed iscritti al registro regionale delle persone giuridiche private ex regolamento regionale 2/2001 Organizzazioni di volontariato iscritte nella sezione regionale o provinciale del registro ex legge regionale n 1/2008 Associazioni di Solidarietà Familiare iscritte nel registro regionale ex legge regionale n 1/2008 Amministrazioni comunali singole o associate Amministrazioni provinciali ONG 5 Altri progetti presentati Il soggetto proponente ha presentato altri progetti relativamente al presente bando? No Sì, in partnership (specificare su quali progetti) Linee di intervento (barrare una o più linee di intervento) 6 I progetti possono essere costruiti su più linee di intervento, secondo i criteri e le modalità indicate nel Piano di Azione per il reinserimento delle persone sottoposte ai provvedimenti dell Autorità Giudiziaria (DGR 1004 del 29/11/2013) Area Adulti Linea di intervento n. 1 - Consolidamento delle reti territoriali (Agente di rete) Linea di intervento n. 2 - Potenziamento e continuità dei percorsi di accompagnamento al reinserimento sociale Linea di intervento n. 4 - Housing sociale e pronto intervento Linea di intervento n. 5 - La giustizia riparativa Linea di intervento n. 6 - Situazioni di particolare vulnerabilità Area Minori Linea di intervento n. 1 - Consolidamento delle reti territoriali (Agente di rete) Linea di intervento n. 2 - Potenziamento e continuità dei percorsi di accompagnamento al reinserimento sociale Linea di intervento n. 4 - Housing sociale e pronto intervento Linea di intervento n. 5 - La giustizia riparativa Linea di intervento n. 6 - Situazioni di particolare vulnerabilità Area Adulti e Minori Linea di intervento n. 3 - La famiglia e la genitorialità 4

PARTE II: SOGGETTI COINVOLTI NELL ATTUAZIONE DEL PROGETTO Soggetti Partner (riportare i soggetti partner contenuti nella scrittura privata compilando una riga per ogni soggetto che si prevede di coinvolgere nel progetto e indicare per ciascuno il ruolo svolto nell ambito della presente proposta progettuale) 7 Tipo di soggetto Denominazione completa dell ente o dell istituzione (se trattasi di Ente pubblico, specificare anche l Ufficio o il servizio coinvolto) Ruolo di progettazio ne Ruolo di coordiname nto Ruolo di realizzazion e Ruolo di verifica Collaborazione pregressa (Sì o no e anno di inizio della collaborazione) 13 Il Calabrone Onlus / / / / / / / / No 13 Fraternità Impronta Onlus / / / / / / / / Si / / / / / / / / / / / / / / / / Legenda 1: Tipologia soggetti Altri Soggetti coinvolti nella rete (riportare altri soggetti coinvolti nella rete compilando una riga per ogni soggetto che si prevede di coinvolgere nel progetto e indicare per ciascuno il ruolo svolto nell ambito della presente proposta progettuale) 7.1 Tipo di soggetto Denominazione completa dell ente o dell istituzione (se trattasi di Ente pubblico, specificare anche l Ufficio o il servizio coinvolto) Ruolo di progettaz ione Ruolo di coordiname nto Ruolo di realizzazi one Ruolo di verifica Collaborazione pregressa (Sì o no e anno di inizio della collaborazione) USSM Brescia / / / / // // 2009 ARIMO Società Cooperativa Sociale / / / / / / // SCUOLA BOTTEGA ARTIGIANI DI SAN POLO ONLUS / / / / // / / 2012 2012 Istituto dei figli di Maria Immacolata Opera Pavoniana / / / / // // / / / / / / / / / / / / / / / / 5

Legenda 1: Tipologia soggetti partner 6

Legenda 1 Tipologia soggetti partner 1 Agenzia per l impiego 2 ASL ( servizio socio sanitario) 3 Associazioni di categoria. 4 Associazioni di Solidarietà Familiare iscritte nel registro regionale ex legge regionale 23/99 5 Associazioni senza scopo di lucro o associazioni di promozione sociale iscritte nei registri regionale o provinciale associazionismo (art. 3 legge regionale 28/96 e successive modifiche 6 Azienda Ospedaliera 7 Azienda/ società CFP (Centri di Formazione Professionale) 8 9 Comune 10 Comunità per minori 11 Comunità residenziali (accoglienza, terapeutiche, ecc.) 12 Consorzi formazione professionale 13 Cooperative sociali iscritte nella sezione A), B), C) dell Albo regionale ex legge regionale 16/93 e confermata dalla legge regionale 21/03 e loro consorzi 14 CPA (Centro di Prima Accoglienza) 15 Enti ecclesiastici con personalità giuridica ex legge 222/85 Enti privati con personalità giuridica riconosciuta ed iscritti al registro regionale delle persone giuridiche private ex regolamento regionale 2/2001 16 17 Fondazioni Gruppi o associazioni di famiglie 18 19 Istituzione scolastica/ctp (Centri Territoriali di Educazione Permanente) 20 Organizzazioni di volontariato iscritte nella sezione regionale o provinciale del registro ex legge regionale 22/93 21 Parrocchia 22 Prefettura 23 Provincia 24 Questura 25 Scuola di Formazione del personale per i minorenni 26 27 Sindacato Soggetti iscritti nel Registro nazionale delle associazioni e degli enti (sezioni I e III) che svolgono attività a favore di immigrati ex art. 42 D.lgs 286/98 artt. 52,53 e 54 del DPR 394/99 così come modificato dal DPR 334/04 28 Tribunale di Sorveglianza 29 30 Tribunale Minori Ufficio Scolastico Provinciale 31 Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia 32 33 Università. Unioncamere 34 Altro (specificare) 7

Altri Soggetti coinvolti nella rete (riportare altri soggetti coinvolti nella rete compilando una riga per ogni soggetto che si prevede di coinvolgere nel progetto e indicare per ciascuno il ruolo svolto nell ambito della presente proposta progettuale) 7 Tipo di soggetto Denominazione completa dell ente o dell istituzione (se trattasi di Ente pubblico, specificare anche l Ufficio o il servizio coinvolto) Ruolo di progettazione / / Ruolo di coordinamento Ruolo di realizzazione Ruolo di verifica Collaborazione pregressa (Sì o no e anno di inizio della collaborazione) / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / Legenda 1: Tipologia soggetti partner 8

PARTE III: DESCRIZIONE DELL INTERVENTO 8 Luogo di realizzazione dell intervento Specificare il luogo presso cui si svolge l attività, l ambito distrettuale e il Comune di appartenenza. USSM Brescia Comunità di pronto intervento con funzione di pronta accoglienza Strutture specifiche dove vengono realizzati i diversi laboratori da parte della Cooperativa Il Calabrone e della Pavoniana. 9 Durata in mesi dell intervento N. 24_ 10 Continuazione di un precedente intervento finanziato nell anno precedente SI Linea di intervento 1 e 2 NO Linea di intervento 4 e 6 11.1 AREA ADULTI Linea di intervento n. OBIETTIVI Linea di intervento n. OBIETTIVI AZIONE AZIONE AMBITO I = interno E = esterno AMBITO I = interno E = esterno 11.2 AREA MINORI Linea di intervento n. 1 e 6 OBIETTIVI AZIONE AMBITO I = interno E = esterno Consolidamento delle reti territoriali (agente di rete) Valutazione della personalità del minore nel corso delle misure cautelari non detentive E -DEFINIZIONE DI UN PROGETTO MAP IL PIU POSSIBILE INDIVIDUALIZZATO avendo cura che le prescrizioni siano stabilite in maniera da risultare adatte alle diverse personalità ed ai diversi momenti evolutivi dei singoli minori - ATTUAZIONE POSITIVA DELLA MAP DA PARTE DEL MINORE Definizione di un progetto MAP in collaborazione con gli operatori dell USSM Accompagnamento, sostegno e monitoraggio del minore nell adempimento delle prescrizioni della MAP Mediazione linguistico culturale a supporto degli operatori ove necessario E

Linea di intervento n. 2 Progetto Virgilio OBIETTIVI Accompagnare il minore nel proprio percorso definendo progetti individuali che si integrino con gli obiettivi delineati dall USSM o dai Servizi Territoriali AZIONE AMBITO I = interno E = esterno Colloqui di orientamento E Aiutare i giovani autori di reato, a progettare il loro futuro professionale e umano cercando di rendere efficace e proficua la fruizione delle varie possibilità formative ed educative presenti nel territorio, con il fine di favorire l accesso a future opportunità occupazionali Aiutare il minore a rielaborare il percorso formativo effettuato e/o interrotto, individuarne criticità e opportunità al fine di renderlo una risorsa per lo sviluppo di altri possibili investimenti futuri Contribuire a sviluppare l autonomia personale, la tenuta nell impegno e la capacità progettuale come elementi di auto tutela nell adolescente per allontanare il rischio di un ritorno nell ambito penale Favorire lo sviluppo di reti territoriali che possano monitorare e sostenere il minore nel proprio progetto individuale anche dopo la conclusione della procedura penale Favorire, attraverso un intervento pedagogico studiato per la promozione dell'autonomia, lo sviluppo di una progressiva responsabilizzazione dei giovani, un significativo recupero di autostima e la ricerca di un posizionamento meno dipendente nei confronti dell'adulto Accompagnamento educativo nella rielaborazione dell esperienza Colloqui di orientamento E Accompagnamento educativo nella rielaborazione dell esperienza Tirocinio orientativo E Equipe e reti con i servizi E Accompagnamento educativo nella rielaborazione dell esperienza Tirocinio orientativo E E

Linea di intervento n. 2 Terzo Tempo OBIETTIVI Definizione di un modello accompagnamento educativo a carattere semiresidenziale che consentono ai minori di permanere nel loro ambiente familiare, beneficiando di interventi educativi diurni all interno di contesti strutturati anche con attività laboratoriali Sostenere i ragazzi a crearsi un valido e fattibile percorso di crescita individuale Favorire lo sviluppo di competenze tali da permettere una adeguata socialità ed eventuale inserimento nel Mondo del Lavoro AZIONE AMBITO I = interno E = esterno Ricerca azione E Attivazione di progetti educativi individualizzati più o meno strutturati a seconda dei bisogni del ragazzo Attivazione di laboratori socio educativi che permettano la sperimentazione delle risorse personali E E Linea di intervento n.4 OBIETTIVI Migliorare la capacità degli operatori nella presa in carico di soggetti che hanno una ridotta permanenza in CPI Diminuire l aggressività dei minori inseriti in CPI AZIONE AMBITO I = interno E = esterno Corso di formazione per educatori E Attivazione di una supervisione per l équipe educativa E Gruppo di skill training E Laboratorio di attività teatrali E 11.3 AREA ADULTI E MINORI Linea di intervento n. OBIETTIVI AZIONE AMBITO I = interno E = esterno 12 Descrizione e rilevazione dettagliata dei bisogni/problemi ai quali si vuole rispondere Linea di intervento 1 e 6 Nella Corte d Appello di Brescia gli uffici minorili della giustizia sono rappresentati dall USSM. I dati disponibili in riferimento ai minori autori di reato mettono in evidenza: a) un aumento del numero delle segnalazioni pervenute all USSM da parte dell Autorità Giudiziaria b) un aumento dei soggetti sia italiani che stranieri presi in carico dall USSM. Occorre rilevare la sempre maggiore complessità della casistica e l incidenza elevata di reati contro la persona e di reati connessi all utilizzo di sostanze psico-attive. Nel 2010 con un progetto sperimentale così come dalla D.G.R. 03 Febbraio 2010 n 011134 viene introdotta nell USSM la figura dell agente di rete. Operativo dal mese di Agosto 2010, il suo intervento ha costituito un importante apporto in particolare per quanto riguarda

l attuazione dell istituto di messa alla prova. In un contesto in cui la complessità dei singoli casi è sempre maggiore, infatti, la figura dell agente di rete garantisce al minore un accompagnamento maggiormente individualizzato e continuativo. Dal 2010 (anno in cui questa questa figura è stata introdotta nell USSM Brescia grazie ad un progetto sperimentale così come dalla D.G.R. 03 Febbraio 2010 n 011134) ad oggi il Mago di Oz ha messo a disposizione la professionalità dei propri operatori per offrire tale servizio. Nelle annualità 2011/12 in partnership con l associazione Carcere e Territorio e nel 2012 con la Coop. di Bessimo atttraverso il progetto Agente di rete: Adulti e Minori (l.r. n.8/05 decreto n. 4677 del 29/05/2012 ed il progetto Snodi. Si ritiene importante dare una continuità a tale intervento. Linea di intervento 2. Progetto Virgilio Molti adolescenti che agiscono comportamenti di devianza vivono già da tempo in contesti di solitudine sociale; le relazioni più significative vengono ridotte al piccolo gruppo di "pari" che tende a compensare le singole situazioni di vuoto familiare determinate dagli adulti. Molto spesso i percorsi che portano i ragazzi in carcere o in comunità iniziano con un insuccesso scolastico. Questi ragazzi, una volta abbandonato il sistema formativo, oppure di fronte ad un nuovo fallimento, consolidano nel tempo un giudizio negativo delle proprie capacità, giungendo all incapacità di cercare e vivere esperienze di successo. Nel contesto attuale, una volta al di fuori della scuola trovano pressoché nulle opportunità di riscatto sociale attraverso il lavoro. Il progetto mira a facilitare il reinserimento sociale del minore proponendogli un accompagnamento educativo per il tempo necessario ad aiutarlo a crearsi un valido e fattibile percorso di crescita individuale. Il fine è quello di creare il più possibile un contesto di vita (rete parentale, servizi territoriali, opportunità professionali) più forte di quello di partenza in modo da ridurre i rischi di reiterazione una volta terminato l iter giudiziario. L'intervento si propone anche di limitare il rischio che l'esperienza della misura penale minorile venga vissuta come una parentesi ricca di stimoli ma scollegata dal proprio contesto territoriale di riferimento, nel quale i giovani sono destinati in larga parte a tornare. In questo senso crediamo che la scelta di favorire l'orientamento sul territorio dei giovani e il loro inserimento in contesti formativi, lavorativi o aggregativi già esistenti possa favorire lo sviluppo di fattori di protezione. Il Progetto si propone di consolidare e arricchire i risultati ottenuti dal precedente progetto Virgilio, favorendo il consolidamento e l'arricchimento dell'équipe incaricata, e dando ancora maggiore impulso allo sviluppo di collaborazioni con realtà attive sul territorio. Progetto Terzo Tempo Il progetto è previsto per 10 ragazzi individuati dall U.S.S.M. e si inserisce nel completamento di una unità d offerta centrando il suo lavoro nella risposta a specifici bisogni quali: ragazzi che non hanno possibilità di stare dentro a contesti strutturati quali la scuola o il mondo del lavoro; ragazzi che hanno un vuoto dentro una rete di relazioni positive con i pari;

ragazzi che hanno vissuto tanti fallimenti e faticano a darsi un traguardo, una idea di futuro, a sostenerne la sofferenza e la difficoltà nel percorso; ragazzi che hanno una scarsa consapevolezza delle loro risorse, delle opportunità che offre il territorio per la loro età. Pertanto la centralità è sul giovane e sui bisogni e desideri specifici della sua età. Il progetto intende offrire, attraverso un percorso educativo individualizzato, opportunità e azioni specifiche che lo rimettano al centro nella sua globalità, andando anche oltre la contingenza che lo obbliga a stare dentro l istituzione. Ruolo privilegiato è dato dall educazione laboratoriale: il laboratorio è inteso non semplicemente come spazio attrezzato, ma come metodologia capace di favorire i processi di integrazione dei destinatari individuati, portando, attraverso le attività, all emersione di life skills ed abilità specifiche spendibili nella vita di tutti i giorni. in una positiva relazione con gli altri e con la realtà. Centrale sarà il movimento verso l acquisizione, da parte dei ragazzi, di una posizione critica nei confronti dei disvalori che hanno condotto alla presa in carico da parte dell U.S.S.M: il percorso perciò prevedrà l attuazione di buone prassi e pratiche specifiche per l intervento nei confronti dei ragazzi. In quest ottica, inoltre si prevede la definizione di un modello attraverso un lavoro di ricerca azione (in termini di target, azioni e obiettivi) che consenta di avere riferimenti chiari ed efficaci a seconda delle esigenze dell utenza e del servizio USSM. Linea di intervento 4. Bisogni a cui si intende rispondere sono: 1. effettuazione di uno screening preliminare rispetto a comportamenti a rischio, con particolare riferimento a comportamenti autolesivi e violenti, all abuso di sostanze e a gravi psicopatologie; 2. dare un senso al comportamento del minore e alla misura penale, come occasione per promuovere un cambiamento nella rappresentazione di sé e delle proprie motivazioni; 3. stipula di un vero e proprio contratto educativo a favore dell accompagnamento verso un progetto condiviso; 4. formazione degli operatori ad effettuare una rapida presa in carico in un ottica di reciproca conoscenza individuale; 5. necessità dell équipe educativa di trovare un equilibrio tra il mandato istituzionale, e le esigenze organizzative della comunità e quelle di crescita del ragazzo, oltre che con i suoi diritti; esigenza di autonomia personale, relazionale e formativa dei ragazzi. 13 Anni di esperienza nel settore penitenziario del soggetto capofila e breve descrizione dell esperienza stessa N. 7

Nel 2007 è stata costituita un equipe specialistica composta da psicologo, educatore e assistente sociale che si reca settimanalmente nelle Case Circondariali di Canton Mombello e Verziano per proseguire la presa in carico degli utenti detenuti. La collaborazione attivata con il carcere è molto positiva ed è fortemente sostenuta dalla Direzione carceraria. Rispetto, invece, agli utenti in misura alternativa al carcere e con pene definitive, lo SMI lavora in stretta sinergia con l UEPE accompagnando e monitorando gli affidamenti in prova ai servizi sociali. Nell area penale minorile il servizio collabora con l USSM Brescia effettuando valutazioni diagnostiche per accertare l eventuale presenza di Disturbi da Uso di Sostanze nei minori segnalati e avviando programmi terapeutici ove questo sia previsto dal progetto di Messa alla Prova. Per quanto riguarda l attività dell agente di rete, dal 2010 (anno in cui questa questa figura è stata introdotta nell USSM Brescia grazie ad un progetto sperimentale così come dalla D.G.R. 03 Febbraio 2010 n 011134) ad oggi il Mago di Oz ha messo a disposizione la professionalità dei propri operatori per offrire tale servizio. Nelle annualità 2011/12 in partnership con l associazione Carcere e Territorio e nel 2012 con la Coop. di Bessimo atttraverso il progetto Agente di rete: Adulti e Minori (l.r. n.8/05 decreto n. 4677 del 29/05/2012). 14 Descrizione dei rapporti di collaborazione precedenti al progetto tra i soggetti della rete ed eventuale formalizzazione degli stessi Il Mago di Oz e Fraternità Impronta hanno frequentemente collaborato nell accompagnamento di minori in MAP apportando le specifiche competenze. 14.1 Elenco delle collaborazioni formalizzate con i diversi soggetti della rete relative al progetto presentato (da allegare in copia) Protocollo operativo tra Il Mago di Oz e Il Calabrone Protocollo operativo tra Il Mago di Oz e Fraternità Impronta Lettera di intenti di collaborazione con USSM Brescia Scrittura privata con ARIMO Società Cooperativa Sociale, SCUOLA BOTTEGA ARTIGIANI DI SAN POLO ONLUS, Istituto dei figli di Maria Immacolata Opera Pavoniana 15 Identificazione degli ambiti di intervento e descrizione delle strategie che si intendono porre in essere per raggiungere gli obiettivi prefissati Il macroprogetto si propone, attraverso diverse tipologie di interventi in rete, di offrire un supporto ai percorsi di recupero di minori autori di reato con l obiettivo condiviso di favorire una maggiore presa di consapevolezza ed assunzione di responsabilità rispetto al reato oltre che promuovere il processo di crescita attraverso la sperimentazione e la motivazione ad uno stile di vita maggiormente integrato nel contesto sociale. Si prevede di implementare risorse che possano idealmente accompagnare il giovane in tutto l iter previsto dalla legge dando assoluta priorità alle finalità educative e di recupero dello stesso. Nello specifico, le azioni del macroprogetto si declineranno nelle seguenti aree:

- Housing sociale e Pronto Intervento (linea 4) - Agente di rete (linea 1) - Accompagnamento al reinserimento sociale (linea 2) La partnership tra le diverse realtà che sosterranno questi interventi consentirà, per la prima volta, una preziosa condivisione di informazioni (sui casi specifici) ed esperienze nell ottica di sviluppare in futuro approcci sempre più efficaci. Verranno qui di seguito descritti in dettaglio gli ambiti di intervento del macroprogetto, gli obiettivi e le strategie pensate per conseguirli. LINEA DI INTERVENTO 1 e 6 In una personalità in crescita, quale è quella del minorenne, il singolo atto trasgressivo non può essere considerato indicativo di una scelta di vita deviante. L'istituto dell'art. 28 tende pertanto a non interrompere i processi di crescita del ragazzo, puntando al suo recupero sociale, considerato più probabile nel contesto sociale e familiare; la detenzione, al contrario, ne comporterebbe l'isolamento. L istituto della messa alla prova presuppone l adesione del minore al progetto che consiste implicitamente in un ammissione di responsabilità, ma al tempo stesso permette di eludere la condanna, la pena e il ricorso agli istituti detentivi consentendo la maturazione del carattere e una maggiore consapevolezza dei valori di solidarietà umana. Il progetto di messa alla prova deve essere un programma di intervento elaborato dai servizi minorili dell amministrazione della giustizia in collaborazione con i servizi socio assistenziali degli enti locali che preveda, tra l altro, le modalità di coinvolgimento del minorenne, del suo nucleo familiare e del suo ambiente di vita, degli impegni specifici che il minore dovrà assumere, le modalità di partecipazione al progetto degli operatori della giustizia e dell ente locale e quelle di attuazione eventualmente dirette a riparare le conseguenze del reato e a promuovere la conciliazione del minorenne con la persona offesa. Nel 2010 con un progetto sperimentale così come dalla D.G.R. 03 Febbraio 2010 n 011134 viene introdotta nell USSM la figura dell agente di rete. Operativo dal mese di Agosto 2010, il suo intervento ha costituito un importante apporto in particolare per quanto riguarda l attuazione dell istituto di messa alla prova. In un contesto in cui la complessità dei singoli casi è sempre maggiore, infatti, la figura dell agente di rete garantisce al minore un accompagnamento maggiormente individualizzato e continuativo. Dal 2010 (anno in cui questa questa figura è stata introdotta nell USSM Brescia grazie ad un progetto sperimentale così come dalla D.G.R. 03 Febbraio 2010 n 011134) ad oggi il Mago di Oz ha messo a disposizione la professionalità dei propri operatori per offrire tale servizio. L agente di rete apporta il suo contributo a tale processo perseguendo i seguenti obiettivi: - DEFINIZIONE DI UN PROGETTO MAP IL PIU POSSIBILE INDIVIDUALIZZATO avendo cura che le prescrizioni siano stabilite in maniera da risultare adatte alle diverse personalità ed ai diversi momenti evolutivi dei singoli minori - ATTUAZIONE POSITIVA DELLA MAP DA PARTE DEL MINORE Al fine di raggiungere gli obiettivi esposti, l agente di rete espleterà la sua funzione nelle seguenti aree operative: Intervento nel corso di misure cautelari non detentive Intervento nel corso di messa alla prova Intervento nel corso di misure cautelari non detentive ( permanenza in casa, prescrizioni ) In questi casi l adr entra a far parte dell equipe composta da psicologo e a.s. apportando il suo contributo alla fase conoscitiva/valutativa propedeutica alla costruzione di un progetto psicosocio-educativo di messa alla prova.

In questo caso i colloqui vengono svolti prevalentemente presso il domicilio del minore. Dopo aver ricevuto l incarico dall USSM, l adr svolge il suo ruolo con piena autonomia professionale entrando in contatto con l ambiente dove vive il minore. Il criterio della vicinanza, della prossimità può permettere la costruzione della relazione educativa in grado di rilanciare positivamente la socialità e la progettualità. Intervento nel corso della messa alla prova In linea di continuità con l intervento educativo posto in essere nel corso della misura cautelare, l adr contribuisce a formulare un progetto psoco-socio-educativo e interviene attuando quanto di sua competenza. Le varie attività previste, formative, scolastiche, lavorative, riparative spesso necessitano di un accompagnamento del minore nel suo contesto di vita sia perché possa realizzarsi appieno l intervento di recupero ipotizzato ed il percorso di responsabilizzazione, sia perché si possano apportare le necessarie modifiche al progetto, attraverso il monitoraggio circa la congruenza delle risorse territoriali attivate con l evoluzione della situazione del minore. Inoltre, l adr può agire la sua funzione anche nel periodo successivo alla conclusione della messa alla prova, integrandosi con gli operatori territoriali per mantenere l attenzione educativa su quegli interventi che devono proseguire anche al termine del percorso penale per consentire il consolidamento degli obiettivi educativi legati al percorso di vita del minore. Oltre a queste attività, è prevista la partecipazione alle riunioni di equipe presso l USSM in quanto egli non agisce autonomamente ma lavora in modo integrato all equipe, ne condivide la logica di corresponsabilità e riconosce la funzione di regia dell USSM rispetto al percorso di presa in carico. Agente di rete area minori. Sintesi delle attività - colloqui con minore presso l USSM - colloqui con il minore presso il domicilio - accompagnamento del minore per facilitare l accesso alle risorse pubbliche e private del territorio di residenza - accompagnamento del minore per facilitare l accesso alle attività di utilità sociale - colloqui con soggetti del terzo settore per azioni mirate - colloqui di monitoraggio della specifica attività 70% del monte ore a disposizione - partecipazione a riunioni di equipe presso USSM - partecipazione a riunioni di equipe presso altri servizi - partecipazione a riunioni con il direttore USSM - stesura diario di tutoring - stesura relazioni 30% del monte ore a disposizione In ognuno degli ambiti, nei casi in cui se ne rilevi la necessità, è prevista l attivazione di un mediatore culturale avvalendosi di risorse umane esterne al progetto. LINEA DI INTERVENTO 2

Il Progetto Virgilio Il Progetto "Virgilio" ricoprirà una funzione di collegamento e orientamento, rispetto alla diversificazione dell offerta dei servizi presenti sul territorio, soprattutto quelli offerti dagli enti accreditati per la formazione professionale e i servizi per l avvicinamento al lavoro. il servizio è strutturato in modo da operare in sinergia con i servizi educativi già presenti sul territorio senza operare in concorrenza con altri soggetti, utilizzando comunque i temi e gli strumenti dell orientamento ma con una forte vocazione nell accompagnamento, nel supporto motivazionale e soprattutto nella creazione e consolidamento di una rete di sostegno. L intenzione è quella di interagire con i vari enti accreditati per riuscire a utilizzare efficacemente le opportunità offerte come strumenti operativi per la messa in opera dei singoli progetti individuali. Destinatari del progetto sono tutti ragazzi residenti in provincia di Brescia, segnalati dall USSM o dal Servizio Territoriale di riferimento, in cui si denoti l effettivo bisogno di accompagnamento, indipendente dalle eventuali misure in corso, con la possibilità di poter proseguire se necessario, anche dopo la chiusura del fascicolo giudiziario. Con il fine di creare una rete che possa sostenere il minore nel futuro, gli strumenti disponibili agli operatori del servizio non dovranno essere esclusivamente attività frontali da svolgere con il destinatario dell intervento ma l equipe potrà svolgere funzione di consulenza e supporto sia alle varie agenzie che operano nella presa in carico del minore, che alla famiglia di origine. L'intervento educativo proposto ha la finalità di stimolare nei giovani lo sviluppo di una strumentazione di autonomia che favorisca un futuro positivo rientro sul territorio. Gli operatori del progetto avranno cura di aiutare il giovane a confrontarsi con la realtà esterna (scolastica, lavorativa, sociale,..) favorendo un posizionamento progressivamente più adulto rispetto a tutti i contesti relazionali nei quali si troverà ad inserirsi. Il Progetto Virgilio ha scelto di avere tra i propri strumenti un numero maggiore di tirocini "brevi" finalizzati alla verifica delle indicazioni emerse in orientamento; abbiamo inoltre considerato un quota di finanziamento da dedicare all'erogazione di "incentivi alla formazione", destinata soprattutto ai giovani che non rientrano nel profilo delle Doti. Progetto inserimento semiresidenziale Terzo Tempo Il progetto intende proporre progetti educativi individualizzati a minori in carico all Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni di Brescia; attraverso un progetto educativo personalizzato, si mira ad aiutare i ragazzi a crearsi un valido e fattibile percorso di crescita individuale. Chi proviene dall U.S.S.M. ha a disposizione del tempo da destinare alla propria cura, alla riflessione su di sé, al riscatto. Dopo il tempo del disagio, dopo il tempo della fatica, l impianto progettuale è quello di dedicare un tempo pensato (il Terzo Tempo ) alla costruzione di una differente visione di sé e del proprio modo di relazionarsi al mondo, arrivando ad una posizione il più possibile distante da condotte devianti e legate al circuito penale. Concretamente si intende inserire i ragazzi all interno di laboratori socio-educativi in cui, attraverso un accompagnamento mirato, possano sperimentarsi e acquisire esperienze e competenze utili al loro processo evolutivo. La costruzione del P.E.I. avverrà attraverso colloqui individuali, stimolando l emersione di bisogni e priorità di intervento con il minore. Si definiranno obiettivi e tempi chiari, modalità di monitoraggio e verifica, infine si inserirà il ragazzo all interno di uno o più laboratori previsti dal progetto. L accompagnamento educativo sarà costante per ogni singolo ragazzo durante tutto l intero percorso, delineandosi attraverso azioni quali:

individuare e condividere strumenti e strategie di supporto al giovane che possano portare a una maggiore integrazione sociale; guidare il giovane ad agire progressivamente comportamenti idonei ai vari contesti di vita; fornire sostegno motivazionale in corso d opera; monitorare e valutare il percorso. Gli obiettivi che i laboratori si pongono sono: aumentare le occasioni di confronto positivo e costruttivo con ragazzi di pari età; aumentare il senso di legalità e di cittadinanza; acquisire, rinforzare competenze di base in contesti anche non scolastici o lavorativi; sperimentare la quotidianità e la normalità come momento e tempo importante della vita; aumentare la capacità di dare struttura e quindi significato al proprio tempo vissuto. LINEA DI INTERVENTO 4 Due risultano gli obiettivi che si intendono perseguire con l azione 4 del presente progetto: 1. la formazione degli educatori perché abbiano una competenza specifica sulla qualità dell intervento in CPI 2. la coniugazione degli interventi contenitivi con quelli educativi Da ciò discendono le azioni di seguito riportate: - percorso formativo e di supervisione per gli operatori (corso di formazione annuale, supervisione per il biennio) - laboratori ergo terapici (di assemblaggio rubinetteria e di giardinaggio)ed espressivi (di skill training e teatrale) per i ragazzi. I laboratori espressivi vengono attivati sulla base sul presupposto che i soggetti inseriti hanno difficoltà a regolare le proprie emozioni (es. difficoltà a gestire l intensa rabbia). E sicuramente presente al momento dell inserimento instabilità nelle relazioni interpersonali (es. relazioni intense e discontinue), disorganizzazione cognitiva e comportamentale (dovuta da comportamenti impulsivi come abuso di sostanze stupefacenti, spese eccessive rispetto alle proprie possibilità economiche, condotte sessuali a rischio, abbuffate, guida spericolata, gioco d azzardo), instabilità dell identità personale (es. confusione rispetto ai propri valori e scopi). L obiettivo dell intervento è quello di potenziare nei soggetti tutte quelle capacità che permettono di gestire le emozioni intense, di ridurre la caoticità nelle relazioni interpersonali, di prevenire i comportamenti impulsivi e di rafforzare l identità personale. I laboratori ergo terapici si basano sulla: convinzione del ruolo importante dell attività occupazionale, nell educazione, nella terapia, nella riabilitazione e nell integrazione lavorativa di soggetti svantaggiati;

consapevolezza che il lavoro possa aiutare i soggetti che provengono da una situazione di disagio, di dipendenza o di emarginazione, a ritrovare un loro equilibrio di pensiero ed un ritmo biologico più sereno, superando così il disagio; necessità di impegnare attivamente i soggetti in occupazioni che, attraverso la valorizzazione della persona, consentano l acquisizione di competenze operative di carattere manuale, relazionale ed organizzativo; coniugazione tra obiettivi di carattere etico e sociale con quelli produttivi ed economici. Il laboratorio offre la possibilità di generare quel clima facilitante per creare situazioni positive anche dal punto di vista della funzione terapeutica e riabilitativa. E infatti riconosciuto da più parti come le attività di laboratorio possono coinvolgere persone che, inserite in tale contesto, riescono a raggiungere o a mantenere un discreto e sano equilibrio mentale e comportamentale, ad acquisire o recuperare alcune capacità lavorative, fornendo oltretutto alla società un efficace contributo produttivo. Le attività sono realizzate in appositi spazi e luoghi attrezzati e sono caratterizzate per la capacità di utilizzare il lavoro per offrire occasioni di autonomia, apprendimento e socializzazione, nel rispetto dei tempi e delle caratteristiche individuali. Offrono una dimensione lavorativa maggiormente protetta e idonea a superare la condizione di emarginazione sociale e di disagio che accompagna la vita di questi ragazzi. Vengono ovviamente rispettate le norme di sicurezza previste sia per quanto riguarda gli ambienti che le attrezzature. Vengono forniti i dispositivi di sicurezza individuali. I maestri di lavoro basano la loro relazione con i ragazzi sulla specifica competenza professionale: sono abili artigiani e provetti operai specializzati, in grado di trasmettere ad altri il loro sapere, le loro abilità, i trucchi del mestiere e soprattutto l amore per l attività svolta e il desiderio di fare storia del lavoro. I nostri maestri, prima di iniziare il lavoro con i ragazzi, hanno effettuato un breve percorso formativo di avvicinamento al mondo dell adolescenza ed ai suoi problemi. 16 Tipologie di destinatari del progetto Indicare il target secondo un ordine di priorità (1=più rilevante). Tipologia Priorità N. utenti (stima) Fascia di età 1 Minori sottoposti a procedimenti penali LINEA 1 1 40 15-22 M/F Minori sottoposti a procedimenti penali LINEA 2 1 23 15-22 M/F Minori sottoposti a procedimenti penali LINEA 4 4 56 14-20 M TOTALE 119 Sesso (M /F) 2 1 Fasce di età: MINORI: 10-13 anni, 14-16 anni, 17-20 anni, ADULTI: 18-25 anni, 26-30 anni, 31-35 anni, 36-40 anni, più di 40 anni. 2 Se il progetto si rivolge a tutte e due le tipologie, inserirle entrambe.

17 LINEA 1, 6 ed attività di coordinamento macroprogetto. Fasi della progetto Indicare per ciascuna fase della progetto: gli obiettivi, le azioni previste in modo sintetico, i risultati corrispondenti e gli indicatori (compilare una riga per ogni fase del progetto) Fase Durata Obiettivo Azioni Risultati attesi Indicatori 1 1 mese Progettazione/ Organizzazione delle attività Incontri di equipe e verifica tra i partner Definizione degli interventi e predisposizione delle attività Avvio delle azioni nei tempi e nelle modalità previste 2 (sottofase a.) LINEA 1 24 mesi -DEFINIZIONE DI UN PROGETTO MAP IL PIU POSSIBILE INDIVIDUALIZZATO avendo cura che le prescrizioni siano stabilite in maniera da risultare adatte alle diverse personalità ed ai diversi momenti evolutivi dei singoli minori - ATTUAZIONE POSITIVA DELLA MAP DA PARTE DEL MINORE 1.Valutazione della personalità del minore nel corso delle misure cautelari non detentive 2.Definizione di un progetto MAP in collaborazione con gli operatori dell USSM 3.Accompagnamento, sostegno e monitoraggio del minore nell adempimento delle prescrizioni della MAP 4. Mediazione culturale Effettuare un analisi delle potenzialità del minore da valorizzare e delle risorse familiari e ambientali di cui ci si può avvalere contribuendo a tratteggiare un quadro più globale e realistico di quella che è la sua personalità evitando il rischio di focalizzarsi solo sull evento reato. Realizzare per ogni minore un progetto specifico che possa costituire una reale occasione di maturazione ed assunzione di responsabilità Possibilità di valutare in itinere l andamento della MAP e, ove necessario, apportare le dovute modifiche. Aderenza del minore al percorso di MAP e esito positivo dello stesso (percentuale di successo >90%) 3 1 mese Verifica delle attività Incontri di equipe e verifica tra i partner Raggiungimento degli obiettivi prefissati dalle varie linee di intervento Vedi indicatori specifici di ogni ambito 20

17 LINEA 2. Sottofase 2.b del progetto Indicare per ciascuna fase della progetto: gli obiettivi, le azioni previste in modo sintetico, i risultati corrispondenti e gli indicatori (compilare una riga per ogni fase del progetto) Rete con i Servizi Coaching Fase Durata Obiettivo Azioni Risultati attesi Indicatori Tutta la durata del progetto Ogni volta che viene fatta una segnalazio ne Creare un servizio di consulenza agli operatori sociali che hanno in carico il minore per valutare la presenza dei presupposti necessari all attivazione del progetto di accompagnamento. Fornire linee guida o indicazioni concrete su azioni da intraprendere (senza necessariamente attivare le azioni successive) Individuazione dei bisogni e priorità di intervento con il minore. Individuazione delle opportunità e dei servizi del territorio funzionali al bisogno emerso. Individuare delle strategie di intervento. Co-costruzione del progetto di sviluppo con il minore. Valutazione S.A.L. progetto con minore e equipe di lavoro. Valutazione della situazione per eventuale intervento sul minore con gli operatori di riferimento. Consulenza orientativa ai Servizi: equipe con gli assistenti sociali segnalanti per valutare la migliore opportunità da offrire al giovane Individuazione dei bisogni e priorità di intervento con il minore. Co-progettazione con il giovane, del percorso di sviluppo personale attraverso colloqui individuali per valutare le opportunità dei servizi offerti dal territorio di residenza. Condivisione del progetto con la famiglia laddove possibile. Offrire un servizio di counselling agli operatori sociali dell USSM e/o del territorio relativamente ai progetti educativi individuali per i minori in carico. Compiere una prima valutazione delle possibilità di intervento sul minore, al fine di escludere situazioni non rientranti nei criteri minimi che consentono l attivazione del progetto. Costruire alleanze positive con i servizi del territorio sui singoli casi portati. favorire la costruzione dell alleanza con il minore e con la famiglia attraverso la costruzione e la condivisione del progetto. Creazione di un piano di sviluppo personale e professionale che tenga conto della motivazione, dei delle aspirazioni e delle effettive capacità del giovane Riuscire ad apportare modifiche al progetto individuale in corso d opera qualora emergano nuovi elementi in tal senso. Numero di situazioni prese in carico Numero dei progetti portati a termine 21

Tutoring territoriale Tirocinio orientativo Nei tempi previsti dopo il lavoro di definizione del progetto con i singoli ragazzi Nei tempi previsti dopo il lavoro di definizione del progetto con i singoli ragazzi Svolgere un azione di accompagnamento e sostegno motivazionale per favorire l'inserimento occupazionale, il rientro o la permanenza nei circuiti formativi. Individuare e condividere strumenti e strategie di supporto al giovane che possano portare a una maggiore integrazione sociale, guidando il giovane ad agire progressivamente comportamenti idonei ai vari contesti di vita. Valutare il percorso formativo e fornire sostegno motivazionale in corso d opera. Accompagnare i minori nell acquisizione e/o nel potenziamento di competenze orientative e professionali spendibili all interno di specifici contesti lavorativi, nei casi specifici in cui si renda necessaria una particolare osservazione delle attitudini e del comportamento prima di progettare un inserimento lavorativo colloqui individuali periodici con il minore. Eventuale accompagnamento sul territorio. Incontri di verifica e restituzione con i vari servizi coinvolti nel progetto individualizzato. Individuazione di aziende idonee con le caratteristiche attitudinali del ragazzo Progettazione realizzazione di un esperienza formativa compatibile con gli obiettivi del progetto individuale. Inserire il minore in un contesto formativo e/o lavorativo, consolidandone progressivamente la motivazione. Facilitare l elaborazione dell esperienza in essere al fine di consolidarla e renderla continua nel tempo anche oltre i termini di permanenza nel circuito penale. Creare una rete di sostegno. acquisizione di abilità e competenze propedeutiche all inserimento lavorativo o al rientro nel circuito formativo/scolastico Numero di progetti portati a termine Numero di realtà coinvolte. Numero di progetti portati a termine Valutazione finale del percorso congiunta 22

Tutoring territoriale Ricerca azione Nei tempi previsti dopo il lavoro di definizione del progetto con i singoli ragazzi Durante tutto l arco del progetto Svolgere un azione di accompagnamento e sostegno motivazionale per favorire l'inserimento occupazionale, il rientro o la permanenza nei circuiti formativi. Individuare e condividere strumenti e strategie di supporto al giovane che possano portare a una maggiore integrazione sociale, guidando il giovane ad agire progressivamente comportamenti idonei ai vari contesti di vita. Valutare il percorso formativo e fornire sostegno motivazionale in corso d opera. Costituzione di un tavolo di lavoro tra gli operatori del progetto e a seconda dei momenti delle referenti del servizio USSM per la definizione di un impianto di ricerca che consenta di analizzare le diverse esperienze che verranno poste in essere, la conseguente valutazione e la definizione finale di modelli. colloqui individuali periodici con il minore. Eventuale accompagnamento sul territorio. Incontri di verifica e restituzione con i vari servizi coinvolti nel progetto individualizzato. Ricerca azione Inserire il minore in un contesto formativo e/o lavorativo, consolidandone progressivamente la motivazione. Facilitare l elaborazione dell esperienza in essere al fine di consolidarla e renderla continua nel tempo anche oltre i termini di permanenza nel circuito penale. Creare una rete di sostegno. Definizione di un modello di intervento per azioni di carattere semiresidenziale. Il tavolo di lavoro sia in grado di dare proseguimento alla possibilità di inserire nuovi ragazzi all interno dei diversi laboratori che erano e soprattutto saranno attivi anche dopo la conclusione del progetto, con la possibilità di costruire progetti educativi individualizzati efficaci per ogni singolo ragazzo. Valutazione finale del percorso congiunta Definizione di un modello teorico pratico spendibile e sperimentabile prima della fine del progetto 23

Incontro con i ragazzi e costruzione di ogni singolo progetto educativo individualizza to. Ogni volta che viene fatta una segnalazio ne Ingaggio e costruzione del progetto educativo individuale con i ragazzi. Definiti i ragazzi a cui proporre il progetto, si realizzeranno incontri di proposta, costruzione e contrattualizzazione del progetto educativo individualizzato, specifico negli obiettivi, nelle conseguenti azioni, nei tempi, nelle forme di monitoraggio e valutazione, nelle aspettative e nella motivazione. Definizione di progetti educativi individualizzati chiari, differenziati e costruiti su bisogno e desideri di ogni singolo. L adesione sia da un punto di vista motivazionale sia di contenuto sia metodologico per portarlo a termine il percorso previsto. Valutazione disponibilità e evidenza della segnalazione Attivazione e inserimento in laboratori Successiva alla definizione del PEI ragazzi all interno dei laboratori possano acquisire le competenze previste nel progetto educativo individualizzato, vivere una esperienza positiva e soddisfacente per sé, sperimentare una relazione sana con il gruppo dei pari e riconoscere il valore e l importanza della relazione con il mondo adulto. Definiti i ragazzi a cui proporre il progetto, si realizzeranno incontri di proposta, costruzione e contrattualizzazione del progetto educativo individualizzato, specifico negli obiettivi, nelle conseguenti azioni, nei tempi, nelle forme di monitoraggio e valutazione, nelle aspettative e nella motivazione. Definizione di progetti educativi individualizzati chiari, differenziati e costruiti su bisogno e desideri di ogni singolo. L adesione sia da un punto di vista motivazionale sia di contenuto sia metodologico per portarlo a termine il percorso previsto. Numero di ragazzi inseriti 24