Corso di ALGEBRA (M-Z) INSIEMI PARZIALMENTE ORDINATI E RETICOLI

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Corso di ALGEBRA (M-Z) 2013-14 INSIEMI PARZIALMENTE ORDINATI E RETICOLI Sia P un insieme non vuoto. Una relazione d ordine su P è una relazione riflessiva, antisimmetrica e transitiva. La coppia (P,) si dice insieme parzialmente ordinato (p.o.). Il duale di (P,) è l insieme p.o. (P,), dove è la relazione duale di che è anch essa una relazione d ordine. Due elementi x,y di P si dicono confrontabili se risulta x y oppure y x, in particolare x y e x y sarà indicato con x y. Un insieme parzialmente ordinato tale che ogni coppia di suoi elementi sia confrontabile si dice totalmente ordinato o catena, la lunghezza di una catena è il numero dei suoi elementi diminuito di una unità. L insieme a,b = x P : a x b si dice intervallo di estremi a,b; se l intervallo a,b (a b) è costituito solo da a e b si dice che b copre a (o che a è coperto da b), in simboli a < b. Dati x, yp, si definisce estremo inferiore di x e y l elemento inf(x,y) di P tale che (I1) inf(x,y) x e inf(x,y) y, (I2) se z P, z x e z y allora z inf(x,y). Si definisce estremo superiore di x e y l elemento sup(x,y) di P tale che (S1) x sup(x,y) e y sup(x,y), (S2) se z P, x z e y z allora sup(x,y) z. Ovviamente l estremo inferiore di x e y, se esiste, è unico, come pure è unico l estremo superiore. Siano (P 1, 1 ) e (P 2, 2 ) insiemi p.o., un morfismo di insiemi p.o. (o funzione monotona) è una applicazione f: P 1 P 2 tale che se x 1 y allora f(x) 2 f(y), quando il morfismo è biiettivo (isomorfismo) i due insiemi p.o. si dicono isomorfi. Un insieme parzialmente ordinato (P,) con 0 può essere rappresentato graficamente attraverso un diagramma (diagramma di Hasse) i cui punti corrispondono biunivocamente agli elementi di P in modo che per ogni coppia (x,y) di elementi distinti si abbia: i) se x y allora il punto x è più in basso del punto y, ii) se y copre x allora i punti x ed y sono uniti da un segmento. Il prodotto di due insiemi parzialmente ordinati (P 1, 1 ) e (P 2, 2 ) è l insieme p.o (P 1 xp 2,) dove la relazione d ordine è definita da: (x 1,x 2 ) (y 1,y 2 ) : se e solo se x 1 1 y 1 e x 2 2 y 2. In generale data una famiglia di insiemi p.o (P i,) ii, l insieme p.o. prodotto ( ii P i,) è definito da: x i ii, y i ii ii P i, x i ii y i ii : se e solo se x i y i per ogni i I. Si osservi che, se (P, ) è un insieme p.o. e X =x 1,,x n un insieme con n elementi, è possibile definire una relazione d ordine sull insieme P X delle funzioni da X in P ponendo: f g : se e solo se (f(x 1 ),,f(x n )) (g(x 1 ),,g(x n )) nell insieme prodotto (P n, ). Pertanto la funzione F : (2 X,) (0,1 X,) che ad ogni sottoinsieme A di X associa la sua funzione caratteristica A ( per ogni i = 1,,r, A (x i ) = 0 se x i A, A (x i ) = 1 se x i A) è un isomorfismo di insiemi p.o. Reticoli come insieme parzialmente ordinati. Un reticolo (L,) è un insieme p.o. tale che ogni coppia di elementi ha un estremo inferiore ed un estremo superiore. Un morfismo di reticoli è una funzione monotona f : (L,) (L, ) tale che : f(inf(x,y)) = inf (f(x),f(y)) e f(sup(x,y)) = sup (f(x), f(y)), per ogni x,y L Due reticoli si dicono isomorfi se è possibile definire tra di essi un morfismo di reticoli biiettivo (isomorfismo di reticoli). Si osservi che l insieme p.o. (L, ), duale di un reticolo, è anch esso un reticolo in quanto, ponendo per ogni x,y in L : inf*(x,y) = sup(x,y) e sup*(x,y) = inf(x,y), si ha :

(I1) inf*(x,y) x e inf*(x,y) y, (I2) se z P, z x e z y allora z inf*(x,y). (S1) x sup*(x,y) e y sup*(x,y), (S2) se z P, x z e y z allora sup*(x,y) z.. In un reticolo (L,) è possibile definire due operazioni: l operazione di inf definita da: x y = inf(x,y) e l operazione di sup definita da: x y = sup(x,y). Tali operazioni hanno le seguenti proprietà fondamentali: (L1) idempotenza : x x = x x x = x (L2) commutativa : x y = y x x y = y x (L3) associativa : x (y z) = (x y) z x ( y z) = (x y) z (L4) assorbimento x (x y) = x = x (x y) Inoltre le operazioni di inf e sup risultano isotone, ossia : se x, y, z L e y z allora: x y x z e x y x z Si osservi che ogni proprietà (Li) è espressa da uguaglianze di stringhe E(,) nelle quali compaiono solo elementi del reticolo e i simboli:,, (, ),=. La stringa E*(, ) duale di E(,) è quella ottenuta da E(,) scambiando con e con. Pertanto se nella proprietà (Li) si sostituisce ad ogni stringa la sua duale si ottiene ancora la proprietà stessa. Questo fatto si esprime affermando che le proprietà fondamentali sono auto-duali, quindi se I(,) è una identità che consegue dalle proprietà fondamentali allora è necessariamente vera anche l identità I*(, ) sua duale. Nei reticoli vale più in generale il Principio di dualità. Se in un reticolo (L, ) è vero un enunciato E su stringhe composte solo da elementi del reticolo e dai simboli,, (, ), allora è vero anche l enunciato duale E * che si ottiene sostituendo ad ogni stringa E (, ) di E la sua duale E*(, ) e ad ogni relazione E i E j la relazione E j * E i *. Reticoli come strutture algebriche. Le proprietà (L1), (L2), (L3), (L4) caratterizzano i reticoli, ossia: Teorema. Data una struttura algebrica (L,, ) dove le operazioni, hanno le proprietà (L1), (L2), (L3), (L4), è possibile definire su L una relazione d ordine tale che (L,) sia un reticolo e che per ogni x, y di L si abbia inf(x,y) = x y e sup(x,y) = x y. Viceversa dato un reticolo (L,), le operazioni, definite su L rispettivamente da x y = inf(x,y) e x y = sup(x,y) determinano una struttura algebrica (L,, ) verificante le proprietà (L1), (L2), (L3), (L4). Dim. Sia (L,, ) una struttura algebrica verificante le proprietà (L1), (L2), (L3), (L4). La relazione definita da : (3.1.) x y : se e solo se x y = x è una relazione d ordine su L. Infatti è riflessiva per (L1). Inoltre se x y e y x, per (L2) si ha: x = x y = y x = y, quindi la relazione è antisimmetrica. Infine se x y e y z, per (L3) si ha: x z = (x y) z = x (y z) = x y = x, e dunque x z. Si osservi che si ha: xy = x se e solo se xy = y. Infatti se x y = x allora xy = (x y) y = y per L4.

Rimane da dimostrare che per ogni x,y L si ha : inf(x,y) = x y e sup(x,y) = x y. Infatti: (I1) : (x y) x = (x x) y = x y x y x e analogamente x y y (I2) : sia z x e z y allora z x = z = z y e quindi (x y) z = x (y z) = x y z (x y). Inoltre: Lemma. Si ha: xy se e solo se (xy) = y. Dim. Sia xy. Allora per L4 y = y (xy) = yx. Viceversa se y = xy, si ha x = x (xy) = xy e quindi xy. Tenendo conto del lemma e ripercorrendo le dimostrazioni fatte per l inf, si ha: (S1) x x y e y x y (S2) se z L, x z e y z allora x y z.. e quindi sup(x,y) = x y. Si osservi che un morfismo di reticoli come strutture algebriche f: (L,, ) (L,, ), ossia un applicazione f tale che: f(xy) = f(x) f(y) e f(x y) = f(x) f (y), è anche un morfismo di insiemi p.o., invece un morfismo di insiemi p.o, ossia una funzione monotona da L in L, non necessariamente è un morfismo di reticoli. In ogni reticolo (L,,) è vera la disuguaglianza modulare: (LM) Per ogni x,zl con x z risulta : x (y z) (x y) z. Dim. (x y) z è un maggiorante sia di x che (y z) e quindi è maggiore del loro estremo superiore x (y z). Si osservi che l enunciato (LM) è autoduale. In ogni reticolo (L,,) valgono inoltre le disuguaglianze distributive per ogni x,y,z L : (LD) 1 x (y z) (x y) (x z) (LD) 2 (x y ) (x z) x (y z) Dim. Le due disuguaglianze sono una duale dell altra, pertanto basta dimostrare la (LD) 1. Poiché x (y z) = sup (x, y z) basta dimostrare che: x (x y) (x z) e (y z) (x y) (x z). Infatti x (x y) e x (x z) e quindi x è minore di (x y) (x z). Inoltre (y z) y (x y) e (y z) z (x z) da cui (y z) è minore di (x y) (x z). Alcuni reticoli fondamentali Nel seguito una catena di lunghezza n, ossia una catena costituita da (n+1) elementi, sarà indicata con C (n), poiché catene della stessa lunghezza risultano isomorfe. Ogni catena è ovviamente un reticolo. 1. La catena dei numeri naturali N ordinati dalla relazione naturale.

2. Il reticolo (N*,) dei numeri interi positivi ordinati dalla relazione di divisibilità. La relazione è definita da: m n m divide n : esiste un intero positivo k tale che n = km. Risulta: m n : = massimo comun divisore tra m e n = MCD(m,n), m n : = minimo comune multiplo tra m ed n = mcm(m,n). 3. Il reticolo M (R) dei multinsiemi finiti di un insieme R. Ricordiamo che un multinsieme di R è una applicazione M da R in N. Il reticolo M (R) è un sottoreticolo del reticolo di tutti i multinsiemi di R, dove se M,M sono multinsiemi di R, si ha: M M : M(x) M (x) per ogni xr M M (x) := inf (M(x),M (x)) M M (x) := sup(m(x),m (x)). Risulta : i) Se R = r <, il reticolo M (R) è isomorfo al reticolo N r ottenuto come prodotto di r copie della catena dei numeri naturali N, pertanto il reticolo dei multinsiemi di un r- insieme sarà indicato con M (r), (fig.3.1). ii) Se R = N, il reticolo M (R) dei multinsiemi finiti di R è isomorfo al reticolo (N*, ) degli interi positivi ordinati dalla divisibilità. Dim. i). Sia R = 1,,r. L isomorfismo : M (R) N r è definito da: (M) = (M(1),,M(r)) Dim. ii). In questo caso R è numerabile e dunque si può supporre R = N. Ricordiamo che i numeri primi sono infiniti in quanto se per assurdo fossero in numero finito : p 1,,p h, l intero n = (p i ) +1, primo con ogni p i, non sarebbe primo. Sia dunque p i in la successione dei numeri primi. L isomorfismo : M (R) (N*, ) associa ad ogni multinsieme finito M il numero naturale m = in p M(i) i. aaa aab abb bbb aa ab bb a b Fig.3.1: diagramma di Hasse di M (a,b) 4. L algebra booleana B (r) di rango r. Sia R un insieme non vuoto, l insieme B (R) di tutti i sottoinsiemi finiti di R risulta un sottoreticolo del reticolo (2 R,) dei sottoinsiemi di R, dove l operazione di inf è l intersezione e quella di sup è l unione. Se R = r <, allora B (R) C (1) r dove C (1) r denota il reticolo prodotto di r copie delle catenac(1). Infatti, ordinati gli elementi di R = x 1,,x r, l applicazione che ad ogni sottoinsieme A associa la r-pla (A) = ( A (x 1 ),, A (x r )) determinata dalla A, funzione caratteristica di A, è un isomorfismo di reticoli. L algebra booleana di rango r è il reticolo B (r) dei sottoinsiemi di un insieme con r elementi. 5. Reticolo delle partizioni di un insieme.

Sia A un insieme non vuoto. L insieme delle partizioni di A è ordinato dalla relazione di raffinamento definita come segue. Siano, partizioni di A e (), () le relazioni di equivalenza da esse determinate, si ha: : a()b implica a()b, per ogni a,ba ogni blocco di è contenuto in un blocco di ogni blocco di è unione di blocchi di. Inoltre la partizione è determinata dalla relazione di equivalenza: a( )b : a()b e a()b, mentre la partizione è determinata da: a( )b : esistono u 1, u k A tali che u 1 = a e u k = b e per ogni i = 1,,k-1 u i ()u i+1 oppure u i ()u i+1. Si indichi con P(A) il sottoreticolo costituito dalle partizioni di A con un numero finito di blocchi. Dati due insiemi finiti con la stessa cardinalità n, i rispettivi reticoli delle partizioni risultano isomorfi, pertanto è possibile definire il reticolo delle partizioni P(n) di ordine n (< ). 123 12 3 1 23 132 1 2 3 Fig.3.2: Il reticolo P(3) Teorema.(Pudlák-Tûma). Ogni reticolo finito è isomorfo ad un sottoreticolo del reticolo delle partizioni P(n). Esempio 6. Reticolo dei sottospazi L(n,K) di uno spazio n-dimensionale su un campo K. Esempio 7. Reticolo dei sottogruppi di un gruppo (G, ). La relazione d ordine è l inclusione. Dati due sottogruppi H,K allora HK è l intersezione dei due sottogruppi. Il sottogruppo HK è il sottogruppo generato dall unione HK, ossia è l intersezione di tutti i sottogruppi contenenti l insieme HK. U(Z 16 ) <3> <5> V <9> <7> <15> <1>

Il reticolo dei sottogruppi del gruppo U(Z 16 ) degli elementi invertibili dell anello (Z 16,+,). Esempio 8. Reticolo dei sottoanelli di un anello (A,+, ). La relazione d ordine è l inclusione. Dati due sottoanelli S,R allora SS è l intersezione dei due sottoanelli. Il sottoanello SR è il sottogruppo generato dall unione SR, ossia è l intersezione di tutti i sottoanelli contenenti l insieme SR.