Comunicato del Dott. Enzo Isocrono Impiego di identificativi elettronici per la corretta individuazione degli animali da reddito Sul piano dei numeri, l impiego di RFID non risulta più confinato in sperimentazioni limitate, ma rappresenta la prassi operativa normale per alcune specie animali in alcune Regioni italiane. Dal progetto IDEA dei primi anni 2000, a cui l Istituto Zooprofilattico di Teramo ha partecipato, sperimentando l utilizzo di marche auricolari elettroniche su oltre 90.000 bovini in allevamenti da ingrasso ed a carne bianca, con l approntamento di varchi per letture dinamiche nei principali macelli italiani (quelli di Cremonini a Modena ed a Lodi, quelli di Unicarni a Reggio Emilia ed a Mantova) molti passi sono stati fatti.
La Regione Campania ha deciso di abbinare alla marca ufficiale un ulteriore identificativo elettronico per tutto il suo patrimonio bufalino la Regione Sicilia che nell ambito dell O.M. per l eradicazione della brucellosi sta procedendo all identificazione di ovicaprini e bovini la Regione Sardegna che, nell ambito di un progetto gestito da ARA da circa due anni, ha inteso identificare oltre 500.000 ovini in allevamenti iscritti a libro la Regione Puglia nelle prossime settimane si attiverà per analoga iniziativa, ma sull intero patrimonio ovicaprino la Regione valle d Aosta che, da anni, vede identificati elettronicamente tutti i propri animali. In tutte queste realtà, oltre al mero impiego di RFID, i soggetti coinvolti (Servizi Veterinari, Associazione allevatori, ecc) hanno provveduto a riportare nella Banca Dati Nazionale (BDN) tutte le informazioni al riguardo.
Alla data si può così rilevare che in Campania in oltre 920 allevamenti (su 1.600 aziende attive) e per più di 140.000 capi (su circa 263.000 bufalini) gli animali risultano identificati sia dalle marche auricolari ufficiali che da un bolo endoruminale dotato di transponder, in Sardegna gli ovini già imbolati superano i 91.000; in Sicilia ci si riferisce a 106.000 ovini ed oltre 52.000 bovini. La Puglia prevede nei prossimi due anni di identificare elettronicamente oltre 385.000 ovicaprini. In tutte queste iniziative la scelta del contenitore del transponder si è orientata sul bolo ceramico e sull adozione di codici elettronici la cui univocità risulta garantita dal Ministero della Salute e non più dal fornitore di transponder.
Come noto infatti i codici elettronici devono riportare al loro interno : il codice ICAR del produttore del transponder oppure il codice ISO del Paese (per l Italia 380); questa seconda possibilità è attivabile solo se il Paese si dota di una specifica struttura all uopo preposta, struttura che il Ministero ha individuato nel CSN. Al CSN quindi il compito di assegnare oltre ai codici da riportare sulle marche auricolari compete quello di assegnare i codici da registrare sui transponder; tali codici possono essere identici a quelli delle marche ovvero riportare valori diversi. Il primo caso si verificherà per i nuovi nati o le rimonte il secondo potrà essere adottato per animali già identificati (se non si intende rimarcarli completamente). Resta da sottolineare che, dal punto di vista normativo, per i bovini l uso di boli endoruminali obbliga comunque a mantenere entrambe le marche auricolari esterne, mentre per gli ovicaprini il secondo mezzo identificativo può essere costituito da bolo e quindi richiedere il mantenimento di una sola marca auricolare.
La sola apposizione sull animale di un ulteriore identificativo risulterebbe peraltro di scarso valore aggiunto se non fosse possibile correlare tale dato a quel patrimonio informativo già disponibile su basi dati informatizzate. Patrimonio informativo che, specie per bovini e bufalini, risulta ormai di certificata affidabilità (a sola esemplificazione si ricorda la piena operatività della base dati italiana riconosciuta dalla Comunità Europea nel 2006 oppure la decisione di Istat di avvalersi direttamente dei dati presenti in BDN per le rilevazioni semestrali ed annuali).
Queste informazioni che riguardano un numero di almeno 55 milioni di capi nati o importati e macellati nel nostro Paese nel corso degli ultimi 8/9 anni, sono disponibili per tutti i soggetti che ne hanno interesse e consentono di tracciare in modo completo l animale dall azienda di nascita allo stabilimento di macellazione finale. Le informazioni sanitarie relative ai controlli effettuati in azienda, che seppure in misura non generalizzata, vanno arricchendo questo patrimonio informativo possono contribuire, esaltando processi di trasparenza, a creare nel consumatore quella fiducia di cui tutto il comparto zootecnico abbisogna.
Accanto a queste potenzialità, in parte già concretizzate, restano problemi aperti: dalla realizzazione di software applicativi realmente utili e di amichevole operatività per veterinari ed allevatori all accettazione da parte degli operatori dell uso di strumentazioni informatiche (palmari, lettori, ecc) in sostituzione dei tradizionali rapporti cartacei al superamento delle interferenze ritrovabili in ambienti ostili (macelli) per la predisposizione di varchi elettronici con lettura dinamica al recupero e smaltimento degli RFID Sperando che altre iniziative come questa possano seguire e sia possibile incontrarsi di persona, ringrazio per l invito ed auguro a tutti un buon lavoro