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INDICE Prefazione di S. Em. R. il Signor Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato.. Presentazione...................................... V VII Parte prima PRINCIPIO E FONDAMENTO L AMMINISTRAZIONE DEI BENI NELLA COMUNITÀ CRISTIANA: RESPONSABILITÀ DELLA CHIESA E DEL PRESBITERO 1. Una duplice tensione a proposito dei beni................ 3 2. Un corretto rapporto tra beni e comunità cristiana............. 4 2.1. La Chiesa delle origini.......................... 5 2.1.1. I beni per la comunione e la missione............. 5 2.1.2. Le difficoltà nel rapporto con i beni.............. 6 2.1.3. Il rapporto con lo Stato.................... 6 2.2. La Chiesa di oggi............................. 6 2.2.1. Un principio generale: i beni per l attuazione dei molteplici fini della Chiesa.......................... 7 2.2.2. L attuazione dei principi in riferimento alla normativa canonica e concordataria....................... 9 2.2.3. Alcune indicazioni concrete................... 10 3. Un corretto rapporto tra beni e responsabilità del presbitero....... 12 3.1. Una responsabilità pastorale integrale................. 12 3.2. Una responsabilità condivisa...................... 13 3.3. Una responsabilità prudente....................... 13 3.4. Responsabilità e stile di vita....................... 14 4. Conclusione.................................... 15 Parte seconda L ENTE ECCLESIASTICO CIVILMENTE RICONOSCIUTO L ENTE ECCLESIASTICO. L ORIGINE CANONICA 1. Dall ente canonico all ente ecclesiastico civilmente riconosciuto...... 22 2. L ente canonico................................. 27 3. Le peculiarità dell ente canonico rilevanti in vista del suo riconoscimento civile........................................ 29 3.1. L assenza di uno statuto e le norme che reggono la persona giuridica canonica.................................. 30

XIV Indice 3.2. L assenza del consiglio di amministrazione.............. 31 3.3. La necessità di una licenza per porre determinati atti........ 35 4. Brevi note circa gli atti di amministrazione straordinaria, il patrimonio stabile e l autorità competente a dare la licenza............... 37 4.1. Gli atti di amministrazione straordinaria................ 37 4.2. I beni che appartengono al patrimonio stabile e le soglie di valore oltre le quali occorre la licenza dell autorità competente...... 39 4.3. La distinzione tra l ordinario e l autorità competente........ 41 L ENTE ECCLESIASTICO. IL RICONOSCIMENTO DELLA PERSONALITÀ CIVILE 1. Gli enti canonici che possono ottenere il riconoscimento di ente ecclesiastico........................................ 45 2. La finalità di religione o di culto. Approfondimento............ 47 2.1. La questione del fine dell ente ecclesiastico.............. 47 2.2. Il fine costitutivo ed essenziale dell ente.............. 53 3. Il procedimento amministrativo di riconoscimento............. 56 4. L iscrizione nel Registro delle persone giuridiche.............. 59 4.1. L iscrizione delle modifiche cosiddette essenziali........... 63 4.2. La Circolare 111/1998 e i documenti prescritti per il riconoscimento e le modifiche essenziali......................... 65 4.3. L iscrizione delle modifiche non essenziali............... 69 5. Il riconoscimento degli enti canonici privi dei requisiti specifici previsti dalla L. 222/1985................................ 70 6. Quali prospettive per l ente ecclesiastico.................. 73 L AMMINISTRAZIONE DELL ENTE ECCLESIASTICO 1. Persone giuridiche canoniche pubbliche e private.............. 78 2. Gli organi delle persone giuridiche (pubbliche e private). Rappresentanza e amministrazione................................ 84 2.1. L economo................................. 88 2.2. L amministratore deve essere coadiuvato dal Consiglio per gli affari economici o almeno da due consiglieri................. 96 2.3. La licenza/permesso dell autorità competente............. 103 GLI ATTI DI AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA. NORMATIVA CANO- NICA E RILIEVI CIVILISTICI 1. La distinzione del Codice: atti di gestione ordinaria, atti di straordinaria amministrazione e di alienazione........................ 112 2. Il diverso regime tra l ordinaria e la straordinaria amministrazione.... 114 3. L allegato C dell Istruzione in materia amministrativa 2005........ 118 4. L opponibilità ai terzi: il deposito nel RPG dell elenco degli atti di straordinaria amministrazione............................. 119 5. L istanza dell amministratore dell ente all ordinario e la licenza canonica. 125 6. Un ruolo da valorizzare: il Consiglio parrocchiale per gli affari economici. 126

Indice XV 7. Alcuni esempi di atti di amministrazione straordinaria e loro disciplina. 127 8. Conclusioni.................................... 129 L ALIENAZIONE DEI BENI ECCLESIASTICI ED I COSIDDETTI ATTI PEG- GIORATIVI 1. Gli enti canonici (ecclesiastici) e il diritto di proprietà.......... 138 2. La capacità giuridica nel diritto canonico e nell ordinamento statale. La canonizzazione del diritto civile........................ 140 3. L alienazione dei beni ecclesiastici....................... 142 3.1. Beni del patrimonio stabile....................... 144 3.2. Beni di valore economico non inferiore ad una soglia minima... 147 3.3. Altri adempimenti............................. 149 3.4. La licenza................................. 150 3.5. L invalidità dell atto concluso senza licenza.............. 154 3.6. Le alienazioni dei beni di istituti religiosi e di società di vita apostolica..................................... 156 3.7. La licenza della Santa Sede e l autorizzazione ex art. 56 D.Lgs. 42/2004.................................. 160 3.8. L alienazione di beni non riconducibili al patrimonio stabile o di valore inferiore alla somma minima................... 162 3.9. Il concetto giuridico di alienazione................... 163 3.10. Gli atti peggiorativi del patrimonio (stabile).............. 163 L AMMINISTRAZIONE DEI BENI ECCLESIASTICI E LA VIGILANZA DEL- L AUTORITÀ COMPETENTE 1. Le norme civili che limitano la capacità di agire dei soggetti giuridici. 175 2. Il sistema di vigilanza canonica relativo all amministrazione dei beni ecclesiastici....................................... 178 3. La comunione ecclesiale è il fondamento della vigilanza canonica.... 181 4. La comunione ecclesiale fulcro delle diverse funzioni coinvolte nell amministrazione dei beni............................... 186 5. Altri benefici garantiti dalla vigilanza canonica............... 188 6. L amministratore negligente.......................... 189 GLI STRUMENTI DELLA VIGILANZA CANONICA 1. L autonomia e la vigilanza non si contrappongono............. 195 2. Le disposizioni universali che reggono l amministrazione dei beni.... 197 3. Le Istruzioni e il Decreto degli Atti di amministrazione straordinaria.. 200 4. La verifica del rendiconto e del preventivo.................. 202 5. Le autorizzazioni e le indicazioni circa l uso del denaro.......... 207 6. La sostituzione dell amministratore negligente................ 208 7. La legittima assegnazione del patrimonio stabile............... 212 8. Quando la vigilanza non è più vigilanza................... 215

XVI Indice L ALIENAZIONE DEI BENI IMMOBILI DEGLI ISTITUTI DI VITA CONSA- CRATA 1. Le fonti...................................... 221 2. Gli adempimenti prescritti per la validità dell alienazione dei beni.... 223 2.1. I beni oggetto dei canoni 1291 e 638................. 223 2.2. La licenza dell autorità competente................... 225 3. La normativa a tutela dei beni culturali e del paesaggio.......... 228 3.1. I vincoli previsti dal D.Lgs. 42/2004.................. 228 3.2. La presentazione della richiesta di Verifica di Interesse....... 231 3.3. La necessità di allegare alla richiesta di licenza alla Santa Sede l esito della Verifica di interesse........................ 234 4. L informativa all ordinario del luogo e il suo nulla osta.......... 234 Parte terza LA GESTIONE E L AMMINISTRAZIONE DEI BENI IL RUOLO DEI CONSIGLI NELL AMMINISTRAZIONE DEI BENI DELLA CHIESA 1. L amministrazione dei beni e il ruolo dei laici: cenni storici........ 243 2. La partecipazione e la corresponsabilità nell amministrazione....... 244 3. Il valore del consultività............................ 248 4. I compiti specifici dei due consigli per gli affari economici........ 249 4.1. Il Consiglio diocesano per gli affari economici............ 250 4.2. Il Consiglio parrocchiale degli affari economici............ 252 5. Le qualità dei membri dei consigli...................... 253 6. Le finalità dei consigli.............................. 256 7. Conclusione.................................... 259 INDICAZIONI PER IL SERVIZIO DEL CONSIGLIO PER GLI AFFARI ECO- NOMICI DELLA PARROCCHIA 1. Alcuni valori per un amministrazione evangelica dei beni........ 261 1.1. I beni economici devono rimanere semplici strumenti e mai diventare il fine.................................... 262 1.2. Prima la pastorale, poi la gestione................. 264 1.3. Le risorse economiche devono essere utilizzate anche per l educazione e la formazione dei cristiani................... 265 1.4. Mediazione tra interessi particolari ed esigenze comuni....... 267 2. Le competenze del consiglio parrocchiale per gli affari economici.... 269 2.1. Acquisire una sufficiente conoscenza dei beni e delle attività.... 270 2.2. Stimare le risorse finanziarie annuali ordinarie e straordinarie... 271 2.3. Elaborare un bilancio preventivo.................... 272 2.4. Promuovere e vigilare sulla corretta applicazione della normativa canonica e civile.............................. 272 3. La formazione dei membri CPAE e dei professionisti che assistono la parrocchia..................................... 274

Indice XVII L AMMINISTRAZIONE DELLA PARROCCHIA E LA QUESTIONE DELLA PEREQUAZIONE 1. L ente parrocchia................................ 275 1.1. La rappresentanza legale della parrocchia e la responsabilità amministrativa del parroco........................... 277 1.2. Il consiglio parrocchiale per gli affari economici........... 277 1.3. L amministrazione della parrocchia, in particolare la contabilità parrocchiale.................................. 278 2. La perequazione economica tra gli enti ecclesiastici............. 280 2.1. Importanza e delicatezza della questione............... 280 2.2. Per avviare una vera perequazione mi sembrano necessarie alcune premesse.................................. 280 2.3. Proposte a medio termine........................ 282 2.4. La costituzione del Fondo di solidarietà o fondo comune diocesano.............................................. 284 LA PREVENZIONE E LA GESTIONE DELLE CRITICITÀ. LE PROCEDURE CONCORSUALI 1. Profili canonici.................................. 287 2. Il carattere ecclesiale dell ente......................... 289 3. L ente ecclesiastico e le procedure concorsuali............... 295 Parte quarta LA CONTABILITÀ E LA FISCALITÀ LA FISCALITÀ DELL ENTE ECCLESIASTICO 1. L ente ecclesiastico civilmente riconosciuto nell ordinamento tributario. 303 1.1. L Ente Non Commerciale (ENC).................... 303 1.2. La qualifica di ENC dell ente ecclesiastico civilmente riconosciuto. 304 1.3. Il mosaico di norme di riferimento per l inquadramento dell EECR. 305 1.3.1. Il regime fiscale delle attività dell EECR e l equiparazione concordataria........................... 306 1.3.2. Le norme sulle attività e/o gli enti religiosi.......... 310 1.3.3. Le norme sugli enti che hanno stipulato patti, accordi o intese con lo Stato............................ 311 1.3.4. Le norme sugli enti non lucrativi................ 313 1.3.5. Le norme sui beni storico-artistici soggetti a tutela..... 318 2. L ente ecclesiastico civilmente riconosciuto come ENC: la disciplina nelle imposte dirette.................................. 321 2.1. Ambito di non rilevanza......................... 322 2.2. Ambito di non imponibilità....................... 323 2.2.1. Le attività decommercializzate................. 323 2.2.2. Le raccolte occasionali di fondi................. 324 2.2.3. Le manifestazioni locali di sorte................ 326

XVIII Indice 2.3. Ambito imponibile............................ 329 2.3.1. I redditi fondiari......................... 329 2.3.2. I redditi d impresa........................ 332 2.3.3. I redditi di capitale........................ 336 2.3.4. I redditi diversi.......................... 339 2.3.5. Le detrazioni per le spese di restauro dei beni storico artistici.............................................. 345 2.3.6. L aliquota IRES ridotta..................... 345 3. L ente ecclesiastico civilmente riconosciuto come ENC nella disciplina nell IRAP..................................... 347 4. L EECR e l IVA................................. 348 5. L Imposta Municipale e la Tassa sui Servizi Indivisibili.......... 350 5.1. Le esenzioni legate alle attività di religione e culto.......... 350 5.2. Le esenzioni per gli immobili utilizzati per attività socialmente rilevanti................................... 351 5.3. L agevolazione per i fabbricati storico artistici............ 354 6. Le agevolazioni per i trasferimenti a titolo gratuito............. 355 7. Le liberalità agevolate.............................. 356 7.1. Le liberalità per finalità di culto.................... 356 7.2. L esenzione IVA per i beni donati................... 357 7.3. La donazione di libri e prodotti informatici.............. 357 7.4. Le liberalità per gli istituti scolastici.................. 358 7.5. Le liberalità per il restauro dei beni storico-artistici......... 359 7.6. Il mecenatismo culturale......................... 360 8. I rami Onlus e Inlus............................... 361 8.1. Il ramo Onlus............................... 363 8.2. Il ramo Inlus................................ 364 9. La qualifica di sostituto d imposta degli EECR............... 366 IL BILANCIO PREVENTIVO DELL ENTE ECCLESIASTICO 1. Una sensibilità piuttosto tiepida........................ 371 1.1. Un deficit culturale........................... 371 1.2. Un deficit formativo.......................... 373 1.3. Un ritardo delle conoscenze tecnico-scientifiche.......... 374 1.4. Lo scontro inutile tra la perseveranza a tutti i costi e il cambiamento a tutti i costi........................... 376 2. Quale utilità dal preventivo?......................... 378 3. Le avvertenze nell elaborazione del preventivo degli enti ecclesiastici.. 382 4. Che rapporto tra le esigenze pastorali (la mission) e quelle economicofinanziarie?.................................... 391 5. Il preventivo e la normativa canonica................... 397 6. Conclusione.................................... 402

Indice XIX EXCURSUS LE ATTIVITÀ DELL ENTE ECCLESIASTICO A CONFRONTO CON LA NOR- MATIVA CIVILE. PROFILI PROBLEMATICI 1. L ente ecclesiastico nelle fonti normative................... 405 2. L attività dell ente ecclesiastico (in particolare, le attività commerciali). L impresa sociale................................. 406 3. Sulla (dubbiosa) assoggettabilità degli enti ecclesiastici alle procedure concorsuali.................................... 414 4. Il D.Lgs. 231 del 2001 e gli enti ecclesiastici................. 421 5. Gli enti religiosi e il T.U. in materia di salute e sicurezza sul lavoro... 429 6. Il licenziamento di un dipendente dell ente ecclesiastico.......... 431 L ENTE ECCLESIASTICO ED IL TERZO SETTORE 1. Rapporti tra Ente ecclesiastico e Terzo Settore............... 439 1.1. Evoluzione del Terzo Settore...................... 439 1.2. Definizione di Terzo Settore....................... 440 1.3. L ente ecclesiastico può rientrare nel Terzo Settore?......... 441 2. Operatività dell ente ecclesiastico....................... 443 2.1. Attività di religione o di culto ed attività diverse........... 443 2.2. L ente ecclesiastico imprenditore.................... 444 2.3. Il ramo Onlus e il ramo impresa sociale................ 445 3. Situazioni giuridiche rilevanti......................... 447 3.1. Il fallimento dell ente ecclesiastico................... 447 3.2. La responsabilità amministrativa dell ente............... 449 3.3. La Direttiva 2014/24/UE del Parlamento Europeo.......... 449 4. I problemi aperti................................. 450 CONCLUSIONE QUALE FUTURO PER L ENTE ECCLESIASTICO? 1. Natura e caratteristiche dell ente ecclesiastico civilmente riconosciuto.. 457 2. Un modello giuridico tuttora valido...................... 461 3. L evoluzione nella Chiesa e nella società................... 462 4. L evoluzione del diritto comune........................ 464 Bibliografia........................................ 469