Napoli, Cantina della Tofa: la tradizione nei Quartieri Spagnoli

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Transcript:

Napoli, Cantina della Tofa: la tradizione nei Quartieri Spagnoli Da sinistra:x Diego Fernando Lozano columbiano tutto fare e plurilingue, Sara Cappitti titolare con il marito, Andrea Magrì; la cuoca Monica Fiorillo e l aiuto in cucina Tan Vir. Davvero un allegra brigata Cantina della Tofa Vico Tofa 71, Quartieri Spagnoli Tel. 081 414011 Mobile 3663563331 www.cantinadellatofa.it Aperto: a pranzo e cena Chiuso: Lunedì Ferie: 15 luglio 5 settembre Carte credito: no di Giulia Cannada Bartoli pag. 1

Tofa what is this? A parte il piccante significato dialettale, si tratta di una conchiglia per avvisare che dal mare stavano arrivando le barche dei pescatori. Non è un caso che vico Tofa sia l unico vicolo dei Quartieri Spagnoli che a sinistra guarda verso il mare. Vico Tofa, in lontananza il mare pag. 2

la tofa Il locale era una vecchia mescita di oltre 50 anni fa, in terra c è ancora la botola in discesa per far rotolare le botti verso via Roma. pag. 3

l'ingresso classico con tanto di tendina ricamata Gli arredi fanno presagire che non siamo in linea con lo stereotipo di osteria passata di generazione in generazione. Andrea e Sara sono innamorati di Napoli e delle sue tradizioni, ma non vengono dal mestiere. Li ha uniti la passione per la cucina napoletana e il desiderio di fare qualcosa per risollevare il destino di zone degradate della città. pag. 4

una delle due sale con l'icona cittadina in chiave moderna. Mise en place da osteria con tanto di vecchie sedie e coltelli a seghetto Ecco questi sono gli unici elementi di modernità, per il resto tutto riporta alle tradizioni: dalla, apparentemente scelta scansa fatiche del periodo di ferie ( la Tofa è un locale invernale) all amore per la cucina tradizionale a prezzi popolari; la mise en place è quella tipica delle osterie, piatti bianchi e tovaglioli di carta. pag. 5

bicchiere da osteria, aglianico sfuso di tutto rispetto La clientela è composta per la maggior parte da turisti, visto che la cantina è presente su molte guide, ma, è anche molto vicina a via Toledo centro commerciale della città. Si respira un aria allegra e informale, si parla in napoletano, insomma non manca niente, l unico elemento di diversità è che le famiglie Magrì e Cappitti non provengono da generazioni di osti e ristoratori. Andrea e Sara si sono dati da fare, hanno cercato personale plurilingue e, per la cucina, una chef, Monica Fiorillo, giovane e appassionata napoletana verace che si alterna pag. 6

con Andrea ai fornelli. Gli ingredienti sono tutti di prima qualità, Andrea si occupa della spesa e sceglie solo il meglio. l'altra saletta con il "cuorno" della fortuna e, particolare molto apprezzato, la linea internet wifi gratuita I sapori e la cultura della cucina sono quelli di una volta, manca l anzianità dei cuochi, ma, nulla, farebbe presagire di essere in mano ad improvvisati. La conoscenza dei piatti, delle ricorrenze e vecchie usanze, quella c è tutta. Il menù cambia praticamente ogni giorno, dal momento che la cantina si trova in uno dei mercati a cielo aperto più grandi della città, Andrea e Monica possono permettersi di scegliere al momento, o, per accogliere particolari richieste dei clienti. Il pane è quello saporito dei forni a legna dei quartieri, la pasta delle migliori marche in grande distribuzione. pag. 7

Vico Tofa, alle spalle una delle tante rampe di scale che dai quartieri spagnoli portano su al Corso Vittorio Emanuele, la via più lunga di Napoli pag. 8

il menù giornaliero A parte qualche tentativo ben riuscito di rivisitazione di sapori antichi, come gli spaghetti al baccalà al profumo di limone, e qualche scivolata (stile anni 80) sulle farfalle al salmone non manca nulla. Il piatto forte della cantina è il baccalà della migliore qualità, proveniente direttamente da Somma Vesuviana (Na) e proposto in diverse versioni, ad esempio alla luciana. pag. 9

spaghetti al baccalà al profumo di limone Immancabili le minestre con i legumi e la pasta e patate con la provola. pag. 10

tubetti e ceci pag. 11

pasta e patate con provola pag. 12

tubettini e profumatissimi piselli primaverili pag. 13

il baccalà alla luciana Sfizi e contorni seguono rigorosamente la tradizione partenopea, insostituibile la tiana (ruoto) di parmigiana di melanzane, seguita a ruota, da una serie di tradizionali contorni della Napoli magna foglie : pag. 14

la parmigiana di melanzane pag. 15

zucchine grigliate pag. 16

melanzane a funghetto, ottime anche per una pasta alla norma espresso pag. 17

peperoni fritti in padella Il pane dicevamo arriva dalla zona, è in generale molto difficile trovare del pane cattivo a Napoli. pag. 18

il pane di Cantina della Tofa pag. 19

bruschette assortite Il fatto che questo locale sia molto frequentato dai turisti cd. F.I.T, (free individual tourist) è un ottimo metro di giudizio, poiché si tratta di persone che scelgono con la propria testa, senza lasciarsi intruppare in caotici super bus gran turismo. Andrea e lo staff si fanno in quattro per lasciare un buon ricordo ai propri clienti e ci riescono molto bene; la cantina è anche frequentata da una certa Napoli bene e anche questo la dice lunga: buona antica cucina a prezzi popolari. La cucina, tranne particolari piatti, come parmigiana, ragù e genovese, è tutta al momento, si aspetta il tempo di cottura della pasta. Sara e Andrea appartengono ad una generazione di trentenni che ha deciso di inventarsi un mestiere e non restare parcheggiata in anni universitari senza fine; il loro amore per la cucina tradizionale e per Napoli è davvero confortante: hanno creato un piccolo covo di circa trenta posti dove la cucina partenopea foriera dei buoni sapori di una volta, è regina e dove per mangiare non si spende una fortuna. I primi e i secondi base sono proposti tra i 6 e i 9 euro, i contorni sono pag. 20

tutti a 3 euro, se ci si avvicina al pesce o a carni più pregiate si sale di poco; i desserts fatti in casa vengono venduti a 4 euro; il notevole aglianico della casa, che arriva dal beneventano si vende a 2 euro per un quartino. Non siamo certo di fronte alle trattorie low cost incontrate in passato, ma possiamo tranquillamente rientrare nel budget dei 20 euro abituali. Le famiglie di Andrea e Sara non sono del settore, ma in fatto di cucina tradizionale sono dei veri esperti, di qui frequenti gare tra famiglie a botte di gattò, pasta al forno, ragù, o pastiere; inutile dire buon sangue non mente perché questi due ragazzi insieme a tutto lo staff si dedicano con sconfinata passione alla cucina di tradizione ed esprime grande cordialità verso il cliente. Giovani sorrisi e tradizionali sapori genuini hanno creato un connubio difficile da dimenticare. pag. 21