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C era una volta una bambina che viveva con la mamma in una casetta al margine del bosco: questa bambina si chiamava Cappuccetto Rosso perché la mamma le aveva fatto una mantellina con un cappuccio rosso, che la bambina portava sempre perché le piaceva molto. Cappuccetto Rosso aveva una nonna, molto vecchia, che abitava in una casetta al di là del bosco e che un giorno si ammalò. La mamma pensò di mandare Cappuccetto Rosso a portarle delle focaccine, un po' di burro e della marmellata. Prima di partire, la bambina promise alla mamma di non fermarsi nel bosco per nessun motivo, di non parlare con nessuno e di camminare dritta verso la casa della nonna. Cappuccetto Rosso uscì di casa e si avviò ma, quando fu nel bosco, si lasciò distrarre dai fiori, dagli animaletti e si fermò a giocare. Il lupo, che abitava nel bosco, vide la bambina e si mise a chiacchierare con lei amabilmente. Venne così a sapere dove stava andando e le consigliò la strada più lunga, in modo da poter arrivare per primo a casa della nonna. Quando arrivò, si fece aprire la porta facendo una vocina come quella di Cappuccetto Rosso, entrò, si mangiò la nonna in un boccone e si mise a letto, sotto le coperte, ad aspettare la bambina per mangiare anche lei. Cappuccetto Rosso arrivò, guardò quella che credeva essere la nonna e disse Nonnina, che occhi grandi hai! e il lupo È per guardarti meglio E che orecchie grandi hai! È per sentirti meglio E che bocca grande hai! È per mangiarti meglio!!! e il lupo saltò fuori dal letto e se la mangiò. Un cacciatore, che passava lì vicino, sentì le grida di Cappuccetto Rosso, corse dentro la casetta, vide il lupo che dormiva profondamente con la pancia gonfia e gliela tagliò con un coltello. Cappuccetto Rosso e la nonna saltarono fuori, facendo grandi feste al coraggioso cacciatore.

C era una volta una bambina che viveva con la mamma in una casetta al margine del bosco: questa bambina si chiamava Cappuccetto Rosso perché la mamma le aveva fatto una mantellina con un cappuccio rosso, che la bambina portava sempre perché le piaceva molto. Cappuccetto Rosso aveva una nonna, molto vecchia, che abitava in una casetta al di là del bosco e che un giorno si ammalò. La mamma pensòdi mandare Cappuccetto Rosso a portarle delle focaccine, un po' di burro e della marmellata. Prima di partire, la bambina promisealla mamma di non fermarsi nel bosco per nessun motivo, di non parlare con nessuno e di camminare dritta verso la casa della nonna. Cappuccetto Rosso uscìdi casa e si avviò ma, quando fu nel bosco, si lasciò distrarre dai fiori, dagli animaletti e si fermò a giocare. Il lupo, che abitava nel bosco, videla bambina e si mise a chiacchierare con lei amabilmente. Vennecosì a sapere dove stava andando e le consigliòla strada più lunga, in modo da poter arrivare per primo a casa della nonna. Quando arrivò, si feceaprire la porta facendo una vocina come quella di Cappuccetto Rosso, entrò, si mangiòla nonna in un boccone e si mise a letto, sotto le coperte, ad aspettare la bambina per mangiare anche lei. Cappuccetto Rosso arrivò, guardòquella che credeva essere la nonna e disse Nonnina, che occhi grandi hai! e il lupo È per guardarti meglio E che orecchie grandi hai! Èper sentirti meglio E che bocca grande hai! Èper mangiarti meglio!!! e il lupo saltòfuori dal letto e se la mangiò. Un cacciatore, che passava lì vicino, sentìle grida di Cappuccetto Rosso, corsedentro la casetta, videil lupo che dormiva profondamente con la pancia gonfia e gliela tagliòcon un coltello. Cappuccetto Rosso e la nonna saltaronofuori, facendo grandi feste al coraggioso cacciatore.

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Lavorare sul contenuto SINTESI / SELEZIONE

Ernesto Bignami

Ernesto Bignami

Ernesto Bignami SINTESI / SELEZIONE TAGLIARE senza esitazioni: evitare l'inciso TUTELANTE.

L'INCISO "TUTELANTE" A partire dal 533, Giustiniano intraprese numerose campagne militari [in Occidente]: riuscì ad allontanare i Vandali dall Africa settentrionale e i Visigoti dalla Spagna meridionale. Nel 535, approfittando dei contrasti interni nati per la successione al trono di Teodorico, Giustiniano diede inizio alla cosiddetta guerra gotica (contro i Goti, dei quali è importante ricordare il re Totila) che per circa vent anni devastò duramente l Italia, le cui condizioni erano aggravate dalla carestia e dalla peste che in quegli anni colpirono la popolazione. L esercito imperiale riuscì a vincere grazie all intervento dell abile generale Narsete. Storia, I media, 2004 Esempio citato dal Professor Gabriele Pallotti 2014

L'INCISO "TUTELANTE" A partire dal 533, Giustiniano intraprese numerose campagne militari [in Occidente]: riuscì ad allontanare i Vandali dall Africa settentrionale e i Visigoti dalla Spagna meridionale. Nel 535, approfittando dei contrasti interni nati per la successione al trono di Teodorico, Giustiniano diede inizio alla cosiddetta guerra gotica (contro i Goti, dei quali è importante ricordare il re Totila) che per circa vent anni devastò duramente l Italia, le cui condizioni erano aggravate dalla carestia e dalla peste che in quegli anni colpirono la popolazione. L esercito imperiale riuscì a vincere grazie all intervento dell abile generale Narsete. Storia, I media, 2004 Esempio citato dal Professor Gabriele Pallotti 2014

L'INCISO "TUTELANTE" A partire dal 533, Giustiniano intraprese numerose campagne militari [in Occidente]: riuscì ad allontanare i Vandali dall Africa settentrionale e i Visigoti dalla Spagna meridionale. Nel 535, approfittando dei contrasti interni nati per la successione al trono di Teodorico, Giustiniano diede inizio alla cosiddetta guerra gotica (contro X i Goti, dei quali è importante ricordare il re Totila) che per circa vent anni devastò duramente l Italia, le cui condizioni erano aggravate dalla carestia e dalla peste che in quegli anni colpirono la popolazione. L esercito imperiale riuscì a vincere grazie all intervento dell abile generale Narsete. Storia, I media, 2004 Esempio citato dal Professor Gabriele Pallotti 2014

I genitori e i nonni trasmettonoalcune caratteristichefisiche ai figli e ai nipoti: il colore dei capelli, il colore degli occhi, la forma del naso. Gli scienziati chiamano la trasmissione dei caratteri fisici ereditarietà. Gregorio Mendel è stato il primo che ha studiato in modo scientifico l ereditarietà. Gregorio Mendel era nato in Boemia (una regione della Repubblica Ceca, in Europa orientale) nel XIX secolo. Secondo Mendel l ereditarietà segue delle regole precise. Per studiare queste regolemendel non ha usato gli esseri umani, ma le piante di pisello.

Ha scelto le piante di pisello per 3 ragioni. 1. Le piante di pisello sono facili da coltivare. 2. Le differenzetra una varietà di pianta e un altra sono nette. Differenze nettesignifica, ad esempio, che il fiore o è bianco o è rosso (non ci sono fiori rosa), il seme o è giallo o è verde (non ci sono semi con un colore a metà tra il giallo e il verde), il seme o è liscio o è rugoso (non ci sono semi solo un po rugosi). 3. I fiori di pisello hanno i petali che chiudono e proteggono gli organi sessuali maschili (gli stami) e femminili (il pistillo). Quasi sempre quindi il pollinedegli stami va sul pistillo dello stesso fiore e quindi della stessa pianta, e non sul pistillo di un altro fiore o di un altra pianta. Questo tipo di impollinazione si chiama autoimpollinazione. Tra le piante di pisello è quindi più difficile che ci siano degli incroci "casuali"fra piante diverse.

Mendel tagliava gli stami dei fiori, e lasciava solo il pistillo. In questo modo i fiori non si potevano autoimpollinare. Poi con un pennellino metteva il polline di un fiore sul pistillo di un altro fiore. In questo modo poteva decidere quali fiori impollinare, e li poteva impollinare con il polline dei fiori che voleva lui.

I genitori e i nonni trasmettono alcune caratteristiche fisiche ai figli e ai nipoti: il colore dei capelli, il colore degli occhi, la forma del naso. Gregorio Mendel è stato il primo che ha studiato in modo scientifico l ereditarietà. Gregorio Mendel era nato in Boemia (una regione della Repubblica Ceca, in Europa orientale) nel XIX secolo. Le differenze tra una varietà di pianta e un altra sono nette. Differenze nette significa, ad esempio, che il fiore o è bianco o è rosso (non ci sono fiori rosa), il seme o è giallo o è verde (non ci sono semi con un colore a metà tra il giallo e il verde), il seme o è liscio o è rugoso (non ci sono semi solo un po rugosi). Mendel tagliava gli stami dei fiori, e lasciava solo il pistillo. In questo modo i fiori non si potevano autoimpollinare. Poi con un pennellino metteva il polline di un fiore sul pistillo di un altro fiore. In questo modo poteva decidere quali fiori impollinare, e li poteva impollinare con il polline dei fiori che voleva lui.

Come si chiama la trasmissione dei caratteri fisici? Chi ha studiato per primo la trasmissione dei caratteri fisici in modo scientifico? Quale pianta è stata usata per studiare la trasmissione dei caratteri? Per quali ragioni è stata usata questo tipo di pianta? (Le risposte esatte sono 3). 1. Perché i petali del fiore chiudono e proteggono il pistillo e gli stami. 2. Perché ha regole precise. 3. Perché le differenze fra le varietà sono nette. 4. Perché ha il polline. 5. Perché è facile da coltivare. Nei suoi esperimenti Mendel tagliava una parte del fiore. Quale? Che cosa usava Mendel per portare il polline dagli stami di un fiore al pistillo di un altro fiore?

I genitori e i nonni trasmettono alcune caratteristiche fisiche ai figli e ai nipoti: il colore dei capelli, il colore degli occhi, la forma del naso. Gli scienziati chiamano la trasmissione dei caratteri fisici ereditarietà. Gregorio Mendel è stato il primo che ha studiato in modo scientifico l ereditarietà. Gregorio Mendel era nato in Boemia (una regione della Repubblica Ceca, in Europa orientale) nel XIX secolo. Secondo Mendel l ereditarietà segue delle regole precise. Per studiare queste regole Mendel non ha usato gli esseri umani, ma le piante di pisello.

I genitori e i nonni trasmettono alcune caratteristiche fisiche ai figli e ai nipoti: il colore dei capelli, il colore degli occhi, la forma del naso. Gli scienziati chiamano la trasmissione dei caratteri fisici ereditarietà. Gregorio Mendel è stato il primo che ha studiato l ereditarietà. Gregorio Mendel era nato in Boemia (una regione della Repubblica Ceca, in Europa orientale) nel XIX secolo. Secondo Mendel l ereditarietà segue delle regole precise. Per studiare queste regole Mendel non ha usato gli esseri umani, ma le piante di pisello.

I genitori e i nonni trasmettono alcune caratteristiche fisiche ai figli e ai nipoti: il colore dei capelli, il colore degli occhi, la forma del naso. Gli scienziati chiamano la trasmissione dei caratteri fisici ereditarietà. Gregorio Mendel è stato il primo che ha studiato in modo scientifico l ereditarietà. Gregorio Mendel era nato in Boemia (una regione della Repubblica Ceca, in Europa orientale) nel XIX secolo. Secondo Mendel l ereditarietà segue delle regole precise. Per studiare queste regole Mendel non ha usato gli esseri umani, ma le piante di pisello.

I genitori e i nonni trasmettono alcune caratteristiche fisiche ai figli e ai nipoti: il colore dei capelli, il colore degli occhi, la forma del naso. Gli scienziati chiamano la trasmissione dei caratteri fisici ereditarietà. Gregorio Mendel è stato il primo che ha studiato in modo scientifico l ereditarietà. Secondo Mendel l ereditarietà segue delle regole precise. Per studiare queste regole Mendel non ha usato gli esseri umani, ma le piante di pisello.

I genitori e i nonni trasmettono alcune caratteristiche fisiche ai figli e ai nipoti: il colore dei capelli, il colore degli occhi, la forma del naso. Gli scienziati chiamano la trasmissione dei caratteri fisici ereditarietà. Gregorio Mendel è stato il primo che ha studiato in modo scientifico l ereditarietà. Gregorio Mendel era nato in Boemia (una regione della Repubblica Ceca, in Europa orientale) nel XIX secolo. Secondo Mendel l ereditarietà segue delle regole precise. Per studiare queste regole Mendel non ha usato gli esseri umani, ma le piante di pisello.

UNITÀ DIDATTICA MOTIVAZIONE Motivazione Contestualizzazione Elicitazione RIFLESSIONE SINTESI ANALISI GLOBALITÀ VERIFICA RINFORZO RECUPERO

BOEMIA REPUBBLICA CECA

PRAGA

I genitori e i nonni trasmettono alcune caratteristiche fisiche ai figli e ai nipoti: il colore dei capelli, il colore degli occhi, la forma del naso. Gli scienziati chiamano la trasmissione dei caratteri fisici ereditarietà. Gregorio Mendel è stato il primo che ha studiato in modo scientifico l ereditarietà. Gregorio Mendel era nato in Boemia (una regione della Repubblica Ceca, in Europa orientale) nel XIX secolo. Secondo Mendel l ereditarietà segue delle regole precise. Per studiare queste regole Mendel non ha usato gli esseri umani, ma le piante di pisello.

Esistevano i treni nel XIX secolo? Esisteva la televisione nel XIX secolo? Esistevano le automobili nel XIX secolo? Il tuo compagno Marco dice che la nonna di sua nonna è nata nel XIX secolo... secondo te è possibile? Conosci i nomi di due personaggi che sono vissuti nel XIX secolo? Nel XIX è successa una cosa molto importante per l'italia, sai dire quale?

Secondo Mendel l ereditarietà segue delle regole precise. Per studiare queste regole Mendel non ha usato gli esseri umani, ma le piante di pisello. Secondo Mendel i caratteri dei genitori non si mescolavano a casaccio nel figlio, ma venivano ereditati seguendo determinate leggi. Per verificare le sue ipotesi usò un materiale da esperimento che si dimostrò adeguato allo scopo: le piantine di pisello. Le piante di pisello sono facili da coltivare. Queste piante infatti, sono facili da coltivare Le differenze tra una varietà di pianta e e le diverse varietà differiscono tra loro in un altra sono nette. Differenze nette modo netto per ogni tipo di carattere. significa, ad esempio, che il fiore o è bianco o è rosso (non ci sono fiori rosa), il seme o è giallo o è verde (non ci sono semi con un colore a metà tra il giallo e il verde), il seme o è liscio o è rugoso (non ci sono semi solo un po rugosi). I fiori di pisello hanno i petali che chiudono e proteggono gli organi sessuali maschili (gli stami) e femminili (il pistillo). Inoltre, la pianta di pisello presenta un fiore con petali che avvolgono gli organi sessuali maschili e femminili sino a che la fecondazione non è avvenuta,

Quasi sempre quindi il polline degli stami va sul pistillo dello stesso fiore e quindi della stessa pianta, e non sul pistillo di un altro fiore o di un altra pianta. Tra le piante di pisello è quindi più difficile che ci siano degli incroci fra piante diverse. Questo tipo di impollinazione si chiama autoimpollinazione. Mendel tagliava gli stami dei fiori, e lasciava solo il pistillo. In questo modo i fiori non si potevano autoimpollinare. Poi con un pennellino metteva il polline di un fiore sul pistillo di un altro fiore. In questo modo poteva decidere quali fiori impollinare, e li poteva impollinare con il polline dei fiori che voleva lui. perciò si ha di solito l autoimpollinazione. Egli toglieva gli stami dal fiore e vi lasciava il pistillo, poi lo impollinava artificialmente con pollini di piante da lui scelte, usando un pennellino. Con questa tecnica era sicuro che non avvenissero incroci accidentali che avrebbero potuto confondere i risultati degli esperimenti.

SINTESI / SELEZIONE

Gregorio Mendel è stato il primo che ha studiato in modo scientifico l ereditarietà. Gregorio Mendel era nato in Boemia (una regione della Repubblica Ceca, in Europa orientale) nel XIX secolo. Secondo Mendel l ereditarietà segue delle regole precise.

Gregorio Mendel è stato il primo che ha studiato in modo scientifico l ereditarietà. Gregorio Mendel era nato in Boemia (una regione della Repubblica Ceca, in Europa orientale) nel XIX secolo. Secondo Mendel l ereditarietà segue delle regole precise. Gregorio Mendel, scienziato boemo del XIX secolo che per primo studiò in modo scientifico l ereditarietà, pensava che essa seguisse delle regole precise.

(Mendel) era sicuro che con questa tecnica non avvenissero incroci accidentali che avrebbero potuto confondere i risultati degli esperimenti.

(Mendel) era sicuro che con questa tecnica non avvenissero incroci accidentali che avrebbero potuto confondere i risultati degli esperimenti. - Con questa tecnica non avvenivano incroci accidentali. -Questi incroci accidentali potevano confondere i futuri risultati degli esperimenti. -(Mendel) era sicuro di questa cosa.

- Con questa tecnica non avvenivano incroci accidentali. -(Mendel) era sicuro di questa cosa. (Mendel) era sicuro che con questa tecnica non incroci accidentali.

- Con questa tecnica non avvenivano incroci accidentali. -(Mendel) era sicuro di questa cosa. (Mendel) era sicuro che con questa tecnica non avvenissero incroci accidentali.

-(Mendel) era sicuro che con questa tecnica non avvenissero incroci accidentali. - Questi incroci accidentali potevano confonderei futuri risultati degli esperimenti. (Mendel) era sicuro che con questa tecnica non avvenissero incroci accidentali che confondere i risultati degli esperimenti.

-(Mendel) era sicuro che con questa tecnica non avvenissero incroci accidentali. - Questi incroci accidentali potevano confonderei futuri risultati degli esperimenti. (Mendel) era sicuro che con questa tecnica non avvenissero incroci accidentali che avrebbero potuto confondere i risultati degli esperimenti.

Con questa tecnica Mendel ha impollinato piante con i fiori rossi con il polline di fiori rossi, e piante con i fiori bianchi con il polline di fiori bianchi. Se per caso tra le piante con i fiori rossi nasceva una pianta con i fiori bianchi, lui la eliminava. Faceva la stessa cosa se nasceva una pianta con i fiori rossi tra le piante con i fiori bianchi. In questo modo, dopo molti incroci, Mendel ha prodotto gruppi di piante pure, selezionate, con i fiori o solo bianchi, o solo rossi. Poi ha impollinato piante pure con i fiori rossi con piante pure con i fiori bianchi. Tutte le piante figlie avevano i fiori rossi!

GIOCO 1

ROSSO = FATTORE DOMINANTE

ROSSO = FATTORE DOMINANTE

GIOCO 2

PRIMA LEGGE DI MENDEL

PRIMA LEGGE DI MENDEL

GIOCO 3

SECONDA LEGGE DI MENDEL

SECONDA LEGGE DI MENDEL