Nuova versione Piano Amianto Regionale 4 luglio 2017 versione fornita alle OO.SS.

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Nuova versione Piano Amianto Regionale 4 luglio 2017 versione fornita alle OO.SS. Tabella di commento alle modifiche Versione PARER 4/07/2017 Modifica con inserimento sintesi all'inizio di ogni capitolo Modifica al Paragrafo 6.2.1.1 Approfondire i criteri di selezione dei siti contenenti amianto, le più efficaci modalità di mappatura e le azioni di prevenzione conseguenti modalità di individuazione di possibili casi con lavori di ristrutturazione su opere edili in cui vi sia la presenza di MCA. Si evidenzia che nel caso vi sia la possibilità di interferenza con MCA ubicati nell edificio, il committente è soggetto agli obblighi di informazione preliminare alla ditta esecutrice dei lavori, previsti dalla legge; Utile alla lettura, ma non sostanziale Utile specificazione, ad Esempio il comune di Rubiera ha specificato l'obbligo di questo adempimento. Dovrebbe essere obbligatorio nel caso di presentazione della pratica di ristrutturazione con il sistema SICO (?) Modifica al Paragrafo 6.2.1.2 Promuovere procedure semplificate fra i diversi Enti pubblici per la gestione di segnalazioni per presenza di MCA o a seguito di mappature locali - - promuovere un percorso virtuoso di comunicazione per una corretta percezione del rischio. La modifica si può ritenere giusta perché pone il tema della collaborazione fra diverse Amministrazioni pubbliche. Dal punto di vista operativo va previsto anche uno strumento di raccolta dati sulle mappature e sulle azioni svolte dall'amministrazione comunale per la bonifica dei singoli casi, georeferenziato e con i riferimenti catastali, nonché possibilmente collegato anche all'archivio delle AUSL sui piani di lavoro presentati. Occorre quindi standardizzare i tracciati record utilizzabili da tutti i comuni definendo le info necessarie e rendendole di carattere regionale al fine di poter monitorare il processo di mappatura e bonifica, e le relative disaggregazioni possibili ai vari livelli. In particolare occorre: - promuovere processi di integrazione inter-

istituzionale per orientare le risorse principalmente verso i casi di difficile valutazione, con applicazione omogenea della norma; - individuare percorsi di miglioramento operativo con eventuale modifica delle norme locali; - promuovere un comune know-how interistituzionale tra i vari Enti per fornire risposte omogenee ed esaustive sia a livello comunicativo (es. Punto Informativo), sia nell ambito dell attività svolta nel territorio. Allo scopo dovranno essere definiti... Inserimento: Capitolo 6.2.1.4 Attivare una collaborazione fra Regione Emilia-Romagna e ANCI-ER per la definizione e adozione di azioni integrate fra Comuni e Aziende U.S.L. per la tutela della popolazione dal rischio amianto. Considerata la legislazione nazionale vigente che individua i Comuni come soggetti chiave per la tutela della salute della popolazione, si ritiene necessario coinvolgere direttamente le Amministrazioni Comunali nell approfondimento e nell attuazione delle azioni descritte ai precedenti punti 6.2.1.1, 6.2.1.2, 6.2.1.3. In tale ambito verrà attivata una collaborazione sistematica con i Comuni, anche attraverso gruppi di lavoro, finalizzata a: - costruire un comune know-how interistituzionale tra i vari Enti per fornire risposte omogenee ed esaustive sia a livello comunicativo, sia nell ambito dell attività svolta nel territorio; - definire processi di integrazione interistituzionale per orientare le risorse principalmente verso i casi prioritari e applicare la norma in modo omogeneo nel territorio; - definire percorsi di miglioramento operativo, anche tramite eventuali accordi Con questo capitolo aggiunto si raccoglie una sollecitazione delle OO.SS. che fin dall'anno scorso avevano posto come punto decisivo il coinvolgimento dei Comuni nell'azione di Mappatura e di Bonifica dell'amianto. Nel Dicembre scorso, incontrando l'anci, ci siamo resi conto che questo passaggio di concertazione fra la regione ER ed i comuni era completamente mancato, tanto che ANCI non conosceva nemmeno il testo prodotto dalla regione ER. Questo ruolo è stato parzialmente recuperato nell'ambito della conferenza del 28 aprile 2017, con gli interventi dell'anci e di alcuni Comuni che hanno presentato le loro esperienze (pur evitando di rappresentare la realtà di Rubiera). Purtuttavia, abbiamo registrato la difficoltà di fare assumere alla Regione, il riferimento delle Best Practice (Migliori prassi e non semplicemente Buone pratiche come ormai di uso comune, con un evidente scivolamento di senso) rappresentate bene dal comune di Rubiera che ha effettuato con le risorse umane del comune la mappatura generalizzata e un forte stimolo attivo alla rimozione dell'amianto in primo luogo ed alla sua messa in sicurezza. Con questa formulazione, gravata dalla preoccupazione di non scegliere la mappatura generalizzata come pratica consigliata, si apre qualche spazio operativo positivo nella formulazione di linee guida, a patto che in esse sia descritta questa possibilità almeno come opzione preferenziale. Ciò non è in contraddizione con la definizione di categorie di

finalizzati a perseguire i seguenti obiettivi specifici: 1. approfondire le problematiche giuridiche relative al ruolo di Comuni, Regione e Aziende U.S.L. in materia di gestione del rischio amianto; 2. definire processi d integrazione fra Aziende U.S.L. e Comuni (raccogliendo le esperienze già presenti nel territorio) per la gestione delle segnalazioni da presenza di amianto; 3. definire processi integrati per individuare i siti abbandonati in cattivo stato di conservazione e adottare i successivi atti; 4. individuare criteri di selezione degli ulteriori casi prioritari da controllare sulla base dei contenuti del precedente punto 6.2.1.1, nei casi in cui un Amministrazione Comunale intenda attivare un proprio programma di promozione delle bonifiche; 5. promuovere l adozione di procedure semplificate per la rimozione e smaltimento di piccole quantità di MCA in matrice compatta anche nei restanti territori regionali in cui tale procedura non è ancora stata adottata (punto 6.2.1.3); 6. raccogliere materiali e costruire strumenti formativi e informativi da mettere a disposizione di Aziende U.S.L. e Comuni, da utilizzare nelle iniziative di promozione della corretta gestione del rischio e delle bonifiche rivolte a tutti i soggetti interessati quali tecnici comunali, operatori di polizia municipale, consulenti, popolazione in generale; 7. condividere competenze e strumenti formativi/informativi comuni, rivolti alla cittadinanza. priorità. Inoltre andrebbe fatta specifica menzione dell'utilizzo del Data Base informatico di cui sopra con la relativa cartografia che deve essere messa a disposizione della Protezione Civile ed eventualmente dei Vigili del Fuoco. Istituzioni che devono essere coinvolte dalla Regione Emilia Romagna come destinatarie di informazioni indispensabili in caso di calamità. Sul piano delle informazioni (punti 6. e 7.), va evitata sia una comunicazione che generi panico, ma anche la tendenza a minimizzare gli effetti di una presenza diffusa dei MCA anche in matrice compatta, tendenza che è fortemente presente a livello istituzionale (Ministero, Regione), che spesso nasconde una preoccupazione più legata alla sfera economica che altro. Essa non tiene conto che la diffusa presenza di MCA oltre a innalzare la presenza di un inquinamento da amianto diffuso, aumenta fortemente il rischio di interventi impropri, gravidi di gravissimi effetti sulla salute di chi li attua, oltre che della possibilità di eventi catastrofici come terremoti, trombe d'aria ed incendi (come numerosi eventi recenti hanno dimostrato). Ovviamente bisogna insistere che i o il gruppo di lavoro inter-istituzionale che si dovrà costituire veda la presenza dei comuni più attivi, primo fra di essi il comune di Rubiera, ma anche comuni di diversa dimensione e/o unioni di Comuni, al fine di selezionare davvero le migliori pratiche, e rendere omogenei alcuni standard. Il punto rimane critico quindi, purtuttavia si apre uno spiraglio nella prassi operativa, che va sfruttato e reso concreto. Ovviamente trattandosi di un Piano, tutta la sua concretizzazione dipenderà dal grado di coinvolgimento che sarà reso possibile alle OO.SS. ed alle Associazioni nella definizione di tutti i singoli aspetti.

Modifiche al punto: 6.2.3.3 Controllare i capannoni e gli edifici non in uso in cattivo stato di conservazione...la dismissione di alcune attività produttive, unita all azione di degrado delle coperture dovuta agli agenti atmosferici, talvolta associate al progressivo decadimento strutturale degli stabili, richiede un intensificazione dei controlli sui capannoni ed edifici con MCA non in uso in cattivo stato di conservazione, al fine di verificare l applicazione di tutti gli adempimenti tecnici previsti dalle norme per eliminarne o ridurne al minimo l impatto per la salute pubblica e l ambiente. Il cattivo stato di conservazione è talvolta evidente in capannoni o edifici con MCA non in uso ubicati nelle aree agricole. Dovranno quindi essere definiti i criteri di valutazione e di attivazione degli Enti preposti al controllo secondo uno schema procedurale regionale e utilizzo di specifica scheda di accertamento. Modifiche al punto 6.2.6.1 Predisporre materiale formativo/informativo per promuovere la corretta gestione dei MCA presenti negli edifici Tale materiale deve essere finalizzato a: fornire informazioni sui dati epidemiologici; fornire informazioni con contenuti e modalità specifiche in considerazione dei diversi soggetti destinatari; favorire la gestione corretta dei MCA presenti negli edifici; promuovere percorsi condivisi tra gli Enti Pubblici per operare in sinergia; integrare i contenuti delle attività di informazione e formazione rivolte ai lavoratori che operano nel settore edile, ai sensi del D.Lgs. 81/08. Il richiamo ai capannoni agricoli è doveroso ma insufficiente, richiederebbe un capitolo dedicato per analizzare le problematiche specifiche in agricoltura, in particolare le questioni economiche che possono favorire i processi di bonifica. Ci risultano diversi casi di agricoltori affetti da Mesotelioma a causa di esposizioni verificatesi per interventi su quei manufatti. Questa modifica è positiva Modifiche al punto 6.2.6.2 Costruire e Positivo il coinvolgimento di ANCI e dei

sviluppare iniziative innovative di Comunicazione, Informazione, Formazione attivando una collaborazione tra Regione Emilia-Romagna e ANCI-ER Sono previsti specifici percorsi di Comunicazione, Informazione, Formazione. Il loro sviluppo sarà condiviso con i principali soggetti coinvolti, compresa ANCI- ER, secondo le diverse linee di lavoro già descritte ai punti precedenti. In particolare si prevede di: a) attivare un idoneo Punto Informativo presso ogni Dipartimento di Sanità Pubblica delle Aziende U.S.L. comuni. Considerazioni generali e conclusive sul Piano Amianto Regionale Emilia-Romagna. Una complessiva valutazione, sarà possibile solo dopo l'incontro del 25 luglio 2017, e dipenderà fortemente dagli impegni che la Regione intenderà assumere sui seguenti punti: 1. Quale sarà la composizione e gli obiettivi/funzione della cosidetta Cabina di Regia del Piano e ovviamente se in quel contesto sarà riconosciuto un ruolo alle OO.SS. (come previsto dalla prassi concordata nel Patto per il Lavoro ) e alle Associazioni. 2. Quali saranno gli impegni di investimento della Regione a supporto delle azioni del Piano: Ambulatori Amianto, Servizi di Vigilanza, Sistema Sanitario, Sistema di incentivi alle Bonifiche e per interventi di Bonifica su realtà in abbandono. Sul merito del piano, si può osservare come venga recuperato un ruolo delle Amministrazioni Comunali e dell'anci. Questo è sicuramente un miglioramento, ma andrà valutato in corso d'opera, in relazione ai concreti adempimenti. Resta debole l'approccio di prevenzione primaria e la questione delle mappature, che comunque dovrebbe essere il più possibile generalizzata a tutti i manufatti di cemento amianto anche in matrice compatta e comprendere anche le reti idriche. Resta inevasa la questione delle discariche per l'amianto, sostanzialmente lasciata all'iniziativa del mercato e dei privati, approccio del tutto insufficiente tenendo conto del problema di sanità pubblica che sottende. Evitiamo in questa fase l'appesantimento di ulteriori critiche ad aspetti specifici e particolari del Piano, che però permangono, sottolineando invece la positività di alcuni impegni sul fronte del sistema di Sorveglianza Sanitaria degli ex-esposti e del Sistema delle cure del Mesotelioma e delle patologie asbesto correlate, di cui chiediamo una rapida e corretta attuazione. In questa fase, pur in presenza dei limiti descritti, è necessario procedere rapidamente

all'approvazione del Piano, ormai in elaborazione da due anni concludendo questa fase. Va poi aperta la seconda fase, molto impegnativa, della realizzazione operativa del Piano che richiederà percorsi certi di coinvolgimento e di monitoraggio. Perché come al solito l'esperienza sindacale ci dice che di buoni accordi sulla carta è lastricata la strada dell'inferno. Per quello che riguarda la forma di relazione conclusiva dell'incontro del 25, penso che non si debba concludere con un accordo, salvo che sull'impegno della giunta ad approvare entro il... il Piano, in riferimento agli adempimenti previsti dal Patto per il Lavoro e con la dovuta strumentazione di coinvolgimento delle parti nel monitoraggio del piano e nelle azioni per la sua realizzazione operativa. Lasciando le parti libere alle proprie valutazioni articolate, di merito. Ciao Andrea