* (rpt.corr.) LAVORO. 70% ITALIANI GUADAGNA MASSIMO 1.300 EURO... INDAGINE IRES-CGIL; PER 43% FLESSIBILITA' POSITIVA, IL 30% HA PAURA PER PENSIONE. EPIFANI: ESISTE QUESTIONE SALARIALE. (DIRE) Roma, 05 set - Il 68,6% dei lavoratori italiani guadagna al massimo 1.300 euro al mese a fronte di un 35% con meno di 1.000 euro al mese e di una ristretta minoranza, 16%, che percepisce uno stipendio superiore ai 1.500 euro. E' quanto emerge dall'indagine Ires-Cgil "L'Italia del lavoro oggi", presentata nella sede nazionale del sindacato, a Roma. L'analisi evidenzia una posizione piuttosto favorevole verso la flessibilita': il 43% degli italiani la considera positivamente, un 41% la ritiene fonte di preoccupazione e ansia, mentre un restante 16% la valuta positivamente solo all'ingresso nel mondo del lavoro. Problema prioritario per gli italiani sembra essere quello della pensione: il 30% ha paura che non avra' una pensione adeguata. "In Italia c'e' una grande questione salariale", ha commentato il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, mentre per il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, "la flessibilita' va bene soltanto se si costruiscono percorsi di stabilizzazione in vista del lavoro indeterminato". (Sab/Mua/ segue) 15:18 05-09-06 *LAVORO. 70% ITALIANI GUADAGNA MASSIMO 1.300 EURO AL MESE INDAGINE IRES-CGIL; PER 43% FLESSIBILITA' POSITIVA, IL 30% HA PAURA PER PENSIONE. EPIFANI: ESISTE QUESTIONE SALARIALE. (DIRE) Roma, 05 set - Il 78,6% dei lavoratori italiani guadagna al massimo 1.300 euro al mese a fronte di un 35% con meno di 1.000 euro al mese e di una ristretta minoranza, 16%, che percepisce uno stipendio superiore ai 1.500 euro. E' quanto emerge dall'indagine Ires-Cgil "L'Italia del lavoro oggi", presentata nella sede nazionale del sindacato, a Roma. L'analisi evidenzia una posizione piuttosto favorevole verso la flessibilita': il 43% degli italiani la considera positivamente, un 41% la ritiene fonte di preoccupazione e ansia, mentre un restante 16% la valuta positivamente solo all'ingresso nel mondo del lavoro. Problema prioritario per gli italiani sembra essere quello
della pensione: il 30% ha paura che non avra' una pensione adeguata. "In Italia c'e' una grande questione salariale", ha commentato il segretartio della Cgil, Guglielmo Epifani, mentre per il ministro del Lavoro,Cesare Damiano, "la flessibilita' va bene soltanto se si costruiscono percorsi di stabilizzazione in vista del lavoro indeterminato". (Sab/Mua/ segue) 13:53 05-09-06 *PENSIONI: EPIFANI, RIFORME MAI IN FINANZIARIA = (AGI) - Roma, 5 set. - Il segretario della Cgil Guglielmo Epifani esclude che qualsiasi intervento sul sistema previdenziale possa essere inserito in Finanziaria. "Da sempre non abbiamo mai pensato di fare le Finanziarie attraverso riforme che fanno cassa e non a caso - precisa a margine di un seminario della Ires-Cgil - tutte le riforme piu' importanti non le abbiamo mai fatte in Finanziaria". Il leader della Cgil ricorda le riforme del '92, '93 e '95 e osserva che "sono state fatte in un tempo necessario e con l'attenzione necessaria. Quando fai le riforme sotto l'assillo della Finanziaria il risultato e' uno solo: fai male, fai in fretta, scontenti, e crei problemi". Si tratta di "materia delicate che vanno affrontate con ponderazione e attenzione". (AGI) Gga/Bre 051212 SET 06 *FINANZIARIA: EPIFANI, IL PAESE DECIDE COME RIDURRE DISAVANZO = (AGI) - Roma, 5 set. - Il segretario della Cgil Guglielmo Epifani rivendica al governo e alle parti sociali la decisione di come raggiungere un disavanzo intorno al 3%. Il tutto, afferma Epifani, dipendera' da come si chiude l'anno che vede una ripresa in corso. Interpellato a margine di un convegno della Ires-Cgil, il leader sindacale rileva che nell'incontro di ieri a Palazzo Chigi i sindacati hanno chiesto di "fare chiarezza sui conti per non alimentare una polemica strumentale. Si deve raggiungere l'obiettivo di riduzione del disavanzo intorno al 3% - spiega Epifani - e la distanza che c'e' per raggiungere quell'obiettivo dipende da come si
concluderanno i saldi di finanza pubblica a fine anno". Pertanto "se le cose vanno meglio del previsto e la manovra deve raggiungere questo obiettivo sara' un po' piu' bassa, se non sara' cosi' sara' quella annunciata". Epifani trova "incomprensibile le polemiche di Bruxelles: la Commissione ci deve chiedere di stare in quell'obiettivo e fatto questo deve lasciare alla responsabilita' del governo, delle forze sociali e del paese, decidere come arrivarci". (AGI) Gga/Bre 051210 SET 06 *Apc-FINANZIARIA/ DAMIANO: VALUTEREMO SE PENSIONI ANDRANNO IN MANOVRA ˆ Discussione in corso Roma, 5 set. (Apcom) - "Questa è una discussione in corso. Valuteremo nei prossimi giorni il da farsi". così il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, ha risposto a una domanda sulla possibilità che le correzioni al sistema previdenziale non rientrino nella Finanziaria, così come annunciato ieri dal premer Romonao Prodi. "E' un tema estremamente delicato - ha proseguito Damiano a margine di un convegno dell'ires-cgil - il nostro fondamentale obiettivo è quello di fare una manovra di sviluppo ed equità. Una manovra che accanto al rigore abbia la redistribuzione di risorse per lo sviluppo, ma soprattutto un segno di equità sociale". Rispetto all'eventualità di chiudere due delle quattro finestre del 2007, il responsabile del Lavoro ha così risposto: "Sono tutte discussioni che dobbiamo fare con le parti sociali. qualsiasi decisione sul sistema pensionistico dovrà passare dal confronto con le parti sociali". Damiano ha infine ribadito che "il problema delle pensioni è complesso" e che "non si possono affrontare argomenti singoli". Il tema delle pensioni, ha concluso, "va affrontato nel suo insieme". Vis/Sar 051205 sep 06 *Apc-PENSIONI/ PININFARINA: SE SI TOCCA SCALONE RECUPERARE EQUILIBRIO ˆ Sono pezzo importante della Finanziaria
Roma, 5 set. (Apcom) - "Il Governo si è espresso fin dall'inizio sulla volontà di modificare il cosiddetto 'scalone'. Se si tocca quell'aspetto bisogna vedere come si recupera l'equilibrio". Lo ha detto il vicepresidente di Confindustria, Andrea Pininfarina, commentando le ipotesi di correzione al sistema previdenziale. A margine di un convegno dell'ires-cgil, Pininfarina ha aggiunto: "Non so se le pensioni andranno o meno in Finanziaria. Sono un pezzo importante. Ma è fondamentale capire se qualcosa verrà toccato, perché si rischia di creare un ulteriore squilibrio che deve essere recuperato da un'altra parte". Il vicepresidente dell'associazione di viale dell'astronomia ha, inoltre, ricordato che in Finanziaria "ci sono quattro voci principali di spesa pubblica: stipendi del pubblico impiego, pensioni, sanità e trasferimenti agli Enti locali. Credo che nessuno dei quattro capitoli, o in Finanziaria, o in ambito del contenimento della spesa sia trascurabile". Vis/Ama/Max 051039 sep 06 *FINANZIARIA: PININFARINA, MANOVRA SIA RIGOROSA (ANSA) - ROMA, 5 set - La manovra economica dovra' essere ''rigorosa'' per mantenere gli impegni presi con l'unione europea e quindi la stessa credibilita' del Paese. Lo sottolinea il vicepresidente della Confindustria Andrea Pininfarina, a margine della presentazione di uno studio dell' Ires, il centro studi della Cgil. ''La finanziaria - ha detto Pininfarina - deve essere una manovra rigorosa. E' fondamentale mantenere gli impegni, quindi quella che e' la credibilita' che il nostro Paese puo' continuare ad avere con l'unione europea. E' importante la qualita' della manovra e che sia effettivamente strutturale, di riduzione di spesa per liberare risorse fondamentali per gli investimenti e il futuro del Paese''. Pininfarina ha ribadito che bisognerebbe intervenire nel controllo delle spese nei quattro capitoli fondamentali, ovvero pubblico impiego, pensioni, sanita' e trasferimenti agli enti locali, senza trascurare nessuna di queste aree. (ANSA). TL/FV 05-SET-06 10:39
FINANZIARIA: PININFARINA, DEVE ESSERE RIGOROSA = (AGI) - Roma, 5 set. - Per il vicepresidente di Confindustria Andrea Pininfarina "la Finanziaria deve essere rigorosa. E' fondamentale per mantenere gli impegni e quella credibilita' che il nostro paese deve continuare ad avere con l'unione Europea". Interpellato a margine di un'iniziativa della Ires-Cgil, Pininfarina aggiunge che e' anche "importante la qualita' della manovra e cioe' che sia effettivamente strutturale - spiega - per liberare risorse fondamentali in questo momento per gli investimenti e per il futuro del paese". (AGI) Gga/Bre 051039 SET 06 (rpt.corr.) LAVORO. 70% ITALIANI GUADAGNA MASSIMO 1.300 EURO... INDAGINE IRES-CGIL; PER 43% FLESSIBILITA' POSITIVA, IL 30% HA PAURA PER PENSIONE. EPIFANI: ESISTE QUESTIONE SALARIALE. (DIRE) Roma, 05 set - Il 68,6% dei lavoratori italiani guadagna al massimo 1.300 euro al mese a fronte di un 35% con meno di 1.000 euro al mese e di una ristretta minoranza, 16%, che percepisce uno stipendio superiore ai 1.500 euro. E' quanto emerge dall'indagine Ires-Cgil "L'Italia del lavoro oggi", presentata nella sede nazionale del sindacato, a Roma. L'analisi evidenzia una posizione piuttosto favorevole verso la flessibilita': il 43% degli italiani la considera positivamente, un 41% la ritiene fonte di preoccupazione e ansia, mentre un restante 16% la valuta positivamente solo all'ingresso nel mondo del lavoro. Problema prioritario per gli italiani sembra essere quello della pensione: il 30% ha paura che non avra' una pensione adeguata. "In Italia c'e' una grande questione salariale", ha commentato il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, mentre per il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, "la flessibilita' va bene soltanto se si costruiscono percorsi di stabilizzazione in vista del lavoro indeterminato". (Sab/Mua/ segue) 15:18 05-09-06
*LAVORO: IRES, DUE TERZI OCCUPATI SOTTO 1.300 EURO (ANSA) - ROMA, 5 set - Circa due terzi dei lavoratori italiani guadagna al massimo 1.300 euro netti al mese: e' quanto risulta da una ricerca dell'ires Cgil sulla base di un campione rappresentativo di 6.015 lavoratori dipendenti e con contratti atipici secondo la quale circa il 35% guadagna meno di 1.000 euro al mese mentre appena il 16% percepisce un guadagno superiore ai 1.500 euro. Secondo l'indagine presentata oggi in un convegno nella sede della Cgil a cui hanno partecipato il ministro del Lavoro Cesare Damiano, il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani e il vicepresidente della Confindustria Andrea Pininfarina, restano forti le differenti, a parita' di lavoro prestato, sia sul fronte del territorio, del genere e del tipo di impresa in cui si opera. Le donne guadagnano tendenzialmente meno degli uomini (il 48,9% delle donne percepisce meno di 1.000 euro al mese contro il 26,8% degli uomini) ma le retribuzioni sono differenti anche tra lavoratori delle grandi e piccole imprese e impiegati al nord rispetto al sud. Se in media un lavoratore dipendente con un contratto di lavoro standard guadagna un salario netto mensile pari a 1.010 euro - spiega la ricerca - questo valore si riduce a 879 se il lavoratore e' occupato in una piccola impresa e si attesta su 950 euro se si lavora nel Mezzogiorno. Questo valore scende a 800 euro se si ha un contratto di lavoro non standard e si attesta a 881 euro se si e' un lavoratore immigrato extracomunitario regolare. La ricerca sottolinea anche come i percorsi di lavoro siano profondamente cambiati negli ultimi anni. E' infatti proprio tra i piu' giovani che si registra una maggiore mobilita' tra un'occupazione e l'altra. Il 24% dei lavoratori di eta' compresa tra i 25 e i 34 anni infatti ha cambiato da tre a cinque lavori prima di quello attuale e addirittura il 9,9% ha cambiato piu' di cinque lavori. Anche tra coloro che hanno tra i 35 e i 44 anni una quota rilevante ha cambiato da tre a cinque lavori prima di quello attuale (22,4%) o almeno due (23,3%). I lavoratori piu' anziani invece si contraddistinguono per una maggiore staticita' lavorativa. Nella fascia tra i 55 e i 64 anni infatti si registra la maggiore presenza di chi non ha svolto alcun lavoro prima di quello attuale (26,3%) o al massimo ne ha cambiato uno (27,8%).(ANSA). TL/IMP 05-SET-06 15:13
* LAVORO: IRES-CGIL, 35% LAVORATORI GUADAGNA MENO 1000 EURO/MESE (2)= (AGI) - Roma, 5 set - E' tra le giovani generazioni che si registra una maggiore mobilita' tra una occupazione e l'altra che spesso e' indice di 'instabilita' professionale'. L'elevata mobilita', in ogni caso, spiega la ricerca, "non per forza equivale e precarieta' lavorativa" anche se "la maggiore mobilita' si registra nelle aree piu' dinamiche del paese". Al contrario al Sue e nelle Isole "e' piu' diffusa la tendenza al secondo lavoro" che rappresenta spesso "una risposta all'insicurezza della condizione lavorativa" perche' coinvolge soprattutto lavoratori 'atipici'. tanto e' vero che i cosiddetti "doppio-lavoratori' guadagnano in media meno degli altri. Dall'inchiesta dell'ires-cgil emerge anche che il 43,8% degli intervistati non utilizza la propria formazione scolastica, a dimostrazione di una scarsa valorizzazione del capitale umano. Comunque la maggiore coerenza tra formazione scolastica conseguita e tipo di attivita' lavorativa si rileva in corrispondenza dei livelli di istruzione piu' elevati e differenze estremamente significative si riscontrano tra macro settore privato e pubblica amministrazione. Proprio per questo l'80% dei lavoratori avverte l'esigenza di accrescere il proprio curriculum formativo. Nel complesso, la gran parte degli intervistati (57,4%)esprime maggiori difficolta' e sente la necessita' di piu' redditi in famiglia; solo il 29,5% vive in famiglie monoreddito. Rispetto alle aspettative verso il lavoro, il 39,5% si attende piu' reddito, il 29,6% piu' sicurezza per il futuro, il 24% piu' gratificazione professionale e solo il 6,9% piu' riconoscimento sociale. Nonostante le maggiori criticita' (stabilita' contrattuale e reddito), il proprio lavoro piace molto al 68% degli specialisti ad elevata professionalita', al 66% degli insegnanti e al 43,4% di quanti svolgono un lavoro che richiede elevate competenze professionali non riconosciute. I livelli di soddisfazione sono piu' elevati se iter formativo e percorso di lavoro sono coerenti. Tra le maggiori preoccupazioni che emergono dal campione, a tener banco sono le condizioni materiali: il rischio di non avere una pensione adeguata (29,9%), il rischio di non avere continuita' di lavoro e quindi di reddito (26,5%) e il rischio di perdere il posto di lavoro (19,8%). Il 60% dei lavoratori immagine, infine, la propria condizione futura peggiore o al massimo uguale a quella dei propri genitori (il 68% degli 'atipici'). (AGI) Gga 051601 SET 06
*LAVORO: IRES-CGIL, 35% LAVORATORI GUADAGNA MENO 1000 EURO/MESE = (AGI) - Roma, 5 set - Una fotografia del lavoro in Italia da cui emerge il "basso livello delle retribuzioni, le differenze territoriali e tra le eta', tra uomini e donne, tra lavoro stabile e lavoro precario". Insomma "un grande problema sociale" che richiederebbe un approfondimento, "una inchiesta sociale" su cui si sono detti d'accordo sia il presidente della camera Fausto Bertinotti che quello del senato Franco Marini. Cosi' il segretario della Cgil Guglielmo Epifani commenta l'inchiesta condotta dall'ires-cgil su un campione significativo di oltre 6 mila lavoratori e lavoratrici in tutta Italia. Il dato eclatante e' che il 35% del campione guadagna meno di mille euro al mese, percentuale che sale al 49% tra le donne. Ma quasi il 70% dei lavoratori guadagna 1.300 euro al mese, il 14,8% da 1.300 a 1.500 euro e solo il 16,6% oltre 1.500 euro. In ogni caso anche a parita' di orario di lavoro svolto e' significativo il differenziale salariale tra uomini a donne. Dall'inchiesta emerge anche il mondo del lavoro e' diviso in due: il 74,9% ha un lavoro 'tipico', il 25,1% un lavoro non standard, 'atipico'. In questa ultima categoria le donne sono in misura maggiore rispetto agli uomini (29,1% contro il 23,3%); poi ci sono i piu' giovani (il 66,9% di quanti hanno fino a 24 anni), gli occupati nel settore privato (ben il 28,2%), i lavoratori del Sud e delle Isole (35,2%). Quanto alla flessibilita', ben il 58,7% nel coglie gli aspetti positivi, pur precisando che e' utile "se e' accompagnata da diritti e tutele" ed accettabile "se riguarda una fase transitoria della vita". Solo il 14,1% la ritiene "una opportunita'". (AGI) Gga (Segue) 051601 SET 06 *LAVORO: IRES, DUE TERZI OCCUPATI SOTTO 1.300 EURO (ANSA) - ROMA, 5 set - Circa due terzi dei lavoratori italiani guadagna al massimo 1.300 euro netti al mese: e' quanto risulta da una ricerca dell'ires Cgil sulla base di un campione rappresentativo di 6.015 lavoratori dipendenti e con contratti atipici secondo la quale circa il 35% guadagna meno di 1.000 euro al mese mentre appena il 16% percepisce un guadagno
superiore ai 1.500 euro. Secondo l'indagine presentata oggi in un convegno nella sede della Cgil a cui hanno partecipato il ministro del Lavoro Cesare Damiano, il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani e il vicepresidente della Confindustria Andrea Pininfarina, restano forti le differenti, a parita' di lavoro prestato, sia sul fronte del territorio, del genere e del tipo di impresa in cui si opera. Le donne guadagnano tendenzialmente meno degli uomini (il 48,9% delle donne percepisce meno di 1.000 euro al mese contro il 26,8% degli uomini) ma le retribuzioni sono differenti anche tra lavoratori delle grandi e piccole imprese e impiegati al nord rispetto al sud. Se in media un lavoratore dipendente con un contratto di lavoro standard guadagna un salario netto mensile pari a 1.010 euro - spiega la ricerca - questo valore si riduce a 879 se il lavoratore e' occupato in una piccola impresa e si attesta su 950 euro se si lavora nel Mezzogiorno. Questo valore scende a 800 euro se si ha un contratto di lavoro non standard e si attesta a 881 euro se si e' un lavoratore immigrato extracomunitario regolare. La ricerca sottolinea anche come i percorsi di lavoro siano profondamente cambiati negli ultimi anni. E' infatti proprio tra i piu' giovani che si registra una maggiore mobilita' tra un'occupazione e l'altra. Il 24% dei lavoratori di eta' compresa tra i 25 e i 34 anni infatti ha cambiato da tre a cinque lavori prima di quello attuale e addirittura il 9,9% ha cambiato piu' di cinque lavori. Anche tra coloro che hanno tra i 35 e i 44 anni una quota rilevante ha cambiato da tre a cinque lavori prima di quello attuale (22,4%) o almeno due (23,3%). I lavoratori piu' anziani invece si contraddistinguono per una maggiore staticita' lavorativa. Nella fascia tra i 55 e i 64 anni infatti si registra la maggiore presenza di chi non ha svolto alcun lavoro prima di quello attuale (26,3%) o al massimo ne ha cambiato uno (27,8%).(ANSA) TL/IMP 05-SET-06 15:47 * LAVORO: IRES CGIL, PER 70% OCCUPATI 1.300 EURO AL MESE E PIU' DI 36 ORE A SETTIMANA = PRESENTATA RICERCA 'ITALIA DEL LAVORO OGGI' Roma, 5 set. (Adnkronos/Labitalia) - Tramonto della 'carriera unica', sempre piu' mobilita' tra un'occupazione e un'altra (soprattutto al Nord), tendenza al doppio lavoro in diffusione soprattutto al Mezzogiorno e fra i lavoratori atipici, scarsa utilizzazione (a volte un vero 'spreco') della propria formazione scolastica nella professione che si svolge, livelli salariali
piuttosto modesti (per il 68,6% degli occupati mediamente fino a 1.300 euro) per un orario di lavoro che spesso (per il 60% dei lavoratori) va ben oltre le canoniche 36 ore (nel settore privato la percentuale sale al 73,4%). E' questo il profilo medio del lavoratore italiano, che emerge dalle risposte che 6.015 tra dipendenti e atipici (a progetto, occasionali, in somministrazione) hanno fornito ai 69 quesiti riuniti dall'ires Cgil in un questionario su 'L'Italia del lavoro oggi'. L'indagine e' stata promossa in occasione delle celebrazioni del centenario della Cgil. I risultati della ricerca sono stati presentati oggi a Roma, nella sede della Cgil a Corso d'italia, alla presenza del ministro del Lavoro, Cesare Damiano, da Agostino Megale e Giovanna Altieri (rispettivamente presidente e direttore dell'ires) e da Mimmo Carrieri, prorettore dell'universita' di Teramo. All'iniziativa sono intervenuti anche Aris Accornero, professore emerito all'universita' 'La Sapienza' di Roma, Andrea Pininfarina, vicepresidente della Confindustria, e Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil. Ha introdotto Giuseppe Casadio, presidente Associazione Centenario della Cgil. (segue) (Lab/Pe/Adnkronos) 05-SET-06 16:41 Apc-P.I./ MEGALE (IRES-CGIL): ICHINO ALIMENTA PSICOSI PRECARIETA' ˆ Proposta di licenziare 1% all'anno sta tra utopico e militare Roma, 5 set. (Apcom) -"Bisogna contrastare questo senso di precarietà diffuso tra i lavoratori: una vera e propria psicosi a cui Ichino dà una mano". Agostino Megale, presidente dell'ires (Istituto ricerche economiche e sociali) Cgil e relatore dell'indagine sul lavoro presentata alla Cgil, ha chiuso il suo intervento così. Prima di andare via ha aggiunto: "Quella di licenziare l'1% all'anno dei dipendenti pubblici fannulloni è una cosa assurda che sta tra il militare e l'utopico". Il riferimento è agli articoli del giuslavorista Pietro Ichino pubblicati in questi giorni sul Corriere della Sera. "Proporre interventi della magistratura per individuare i licenziandi, e sostituirli con altri nel caso in cui quelli individuati non vadano bene - ha proseguito Megale - vuol dire creare un corpus antistatale, una vera bomba a frammentazione". Per Megale l'inefficienza nella pubblica amministrazione "si
combatte con principi meritocratici". "Gli scatti - dice - devono dipendere non solo dall'anzianità ma soprattutto dal merito". Sull'altra tesi, sostenuta da Paolo Leon sull'unità, secondo cui l'inefficienza nel settore pubblico sarebbe dipende dai dirigenti che non controllano, Megale dice "Da questo punto di vista non c'è dubbio che gli operai lavorano più degli statali. Perché c'è qualcuno che li fa lavorare". Ama 051645 sep 06