Analisi del rischio d impresa e sicurezza sul lavoro Dott. Massimo Viani Holiday Inn Congress Centre S.Martino Buon Albergo VR Giovedì 6 maggio 2010
Non è il piu forte, né il più intelligente che sopravvive. Ma chi risponde meglio al cambiamento. Charles Darwin
Legislazione di riferimento Costituzione Art.32 La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti Art. 35 La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni. Cura la formazione e l elevazione professionale del lavoratori. Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro.
Legislazione di riferimento Codice Civile Art.2087 L imprenditore e tenuto ad adottare nell esercizio dell impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro.
Legislazione di riferimento Codice Penale Il legislatore tutela il bene giuridico della vita e dell integrità psico-fisica dei lavoratori, prevedendo due diverse tipologie di reato : La prima punisce eventuali condotte, attive od omissive, per il semplice fatto che possono mettere in pericolo la salute o la sicurezza lei lavoratori; La seconda punisce eventuali condotte,anch esse attive od omissive, quando hanno già determinato infortuni o malattie professionali.
La valutazione del rischio Risk management Che cosè?
cos e la mappatura del rischio come si quantifica il rischio in azienda come si elimina o minimizza come si puo assumerlo in proprio come trasferire il rischio ad altri ( assicurazioni)
Rischi patrimoniali I tipi di rischio Rischi finanziari Responsabilità civile ( r.c. prodotti, r.c.terzi, r.c. dipendenti, rc amministratori D&O )
I rischi dentro l azienda Igiene e sicurezza del lavoro ( legge 81/2008) Malattie professionali Infortuni sul lavoro ( rivalsa INAIL, rivalsa diretta dei lavoratori, legge 123/2007, D.Lgs. 213/01)
I rischi fuori l azienda Emissioni,rumori,rifiuti Impatto ambientale Installazione e lavori presso terzi I prodotti ( informazioni,istruzioni) Pubblicità e marketing ( internet ) I contratti di fornitura e vendita I rappoti con gli enti pubblici ( D.Lgs. 231 )
Analisi temporale del rischio Quando si puo manifestare un danno
Durante la fase produttiva o dinamica L orario di lavoro, i turni Durante la produzione Fino alla consegna della merce (trasporti)
Dopo la fase produttiva 1-2 anni, la fase di collaudo, la consegna dei lavori in garanzia ( Legge 109/94 - Merloni) Dopo la consegna della merce ( Prodotti) Entro 10 anni, rovina degli immobili, decennale postuma Al ricevimento di una richiesta di risarcimento da parte di terzi
Quando un danno si prescrive 1 anno 2 anni 5 anni 10 anni Durata garanzia Prescrizione assicurativa Codice Civile?
La tutela del patrimonio Il patrimonio immobiliare I beni e gli strumenti di produzione Il magazzino e lo stoccaggio delle merci
La tutela del patrimonio intellettuale Know how ( la conoscenza, l esperienza) I brevetti Il software
La tutela del patrimonio umano I dipendenti Gli uomini chiave L amministratore, il fondatore La struttura commerciale Gli installatori I prestatori di servizi sussidiari e complementari
L importanza della conoscenza Fai un check! non costa nulla!
Fantasia senza limiti
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Gli infortuni gravi sul lavoro Prognosi > di 40 giorni ( codice Procedura Penale) PER L INAIL Danno fisico > 10% = invalidità permanente Danno biologico > 6% Visita medico-legale
Gli infortuni gravi sul lavoro Indagine SPISAL Provvedimenti tecnici Sanzioni pecuniarie, oblazioni, interdizioni Rinvio al giudice Verifica della valutazione dei rischi Verifica dei modelli di gestione e organizzazione
Le conseguenze Rivalsa diretta del danneggiato o degli eredi Rivalsa INAIL Procedimento penale per l amministratore/preposto Procedimento penale per la Società ( legge 123/07 D.Lgs 231/01) Ammenda, interdizione, censura
Chi la esegue? L Autorità Giudiziaria delega le indagini relative agli infortuni sul lavoro di cui ha notizia, accaduti nel territorio di competenza, al personale dell Azienda ULSS, in particolare al personale del Servizio di Prevenzione, Igiene e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro (SPISAL) al quale sono attribuite funzioni di Polizia Giudiziaria.
Reati perseguibili d ufficio Lo svolgimento di indagini sugli infortuni perseguibili d'ufficio cioè in caso di morte o di lesioni personali colpose (prognosi maggiore a 40 gg), risulta atto dovuto per quanto previsto dal Codice Penale.
Azione di regresso da parte dell INAIL - 1 Il regresso è quell azione che consente all INAIL di ottenere dal datore di lavoro responsabile dell evento infortunistico il rimborso delle prestazioni erogate all infortunato, è un azione diretta ed autonoma che l Istituto esercita. Il regresso è non solo finalizzato al rimborso delle prestazioni erogate ma è anche previsto al fine di tutelare il lavoratore. Questa azione costituisce infatti anche una forma di sanzione economica per il datore di lavoro che, non avendo provveduto alla sicurezza del posto di lavoro, deve pagare le conseguenze di questa sua omissione. Se così non fosse, la presenza dell INAIL sarebbe dannosa per il lavoratore poiché il datore di lavoro potrebbe disinteressarsi della sicurezza dei propri dipendenti, sapendo che comunque l INAIL interviene per indennizzare l infortunato.
Azione di regresso da parte dell INAIL - 2 Alla base, dunque, dell azione di regresso vi è la sicurezza del posto di lavoro che il datore di lavoro è tenuto a garantire. D altronde il rapporto di lavoro subordinato è fondamentalmente un contratto che, al pari di tutti gli altri contratti, costituisce una fonte di obbligazione reciproca. Gli obblighi del lavoratore subordinato sono quelli di collaborazione nell attività lavorativa seguendo le disposizioni del datore di lavoro. Gli obblighi del datore di un lavoro subordinato sono di pagare la retribuzione, di fornire i mezzi per l attività lavorativa ed di garantire la sicurezza del lavoro
Dalla legge 123/07 al DLgs 231/01-1 Il DLgs 231/01 ha introdotto la punibilità degli enti forniti di personalità giuridica e delle società ed associazioni anche prive di personalità giuridica quali soggetti responsabili dei fatti illeciti ad essi riconducibili. Ne sono esclusi, lo Stato, gli enti pubblici territoriali, gli altri enti pubblici non economici nonché gli enti che svolgono funzioni di rilievo costituzionale.
Dalla legge 123/07 al DLgs 231/01-2 Tale decreto non intacca il principio contenuto nell art. 27 della Costituzione, secondo cui la responsabilità penale è personale, ma contiene sanzioni di natura pecuniaria e di carattere interdittivo che andranno ad applicarsi alle persone giuridiche che risultino responsabili degli illeciti di carattere penale, commessi da amministratori, dirigenti o dipendenti, nell interesse o a vantaggio dell ente stesso. Per evitare ciò l impresa deve adottare modelli organizzativi e gestionali atti ad impedire che il reato si verifichi, di vigilare sul funzionamento e l osservanza dei modelli e di curarne l aggiornamento.
Il DLgs 231/01 1 Sanzioni pecuniarie Da Euro 258.000,00 a Euro 1.549.000,00
Il DLgs 231/01 2 Sanzioni Interdittive Durano da 3 mesi a 2 anni Sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell illecito Divieto di contrarre con la publica amministrazione, salvo che per ottenere prestazioni di un pubblico servizio; Esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e l eventuale revoca di quelli già concessi Divieto di pubblicizzare beni o servizi
Il DLgs 231/01 3 Il DLgs 231/01, all art. 6, ha di fatto imposto alle persone giuridiche, aziende, enti, di adottare (ed attuare in modo efficace) modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi (che nel caso di specie saranno quelli previsti dagli artt. 589 e 590 del codice penale, commessi con violazione delle norme sulla salute e sicurezza sul lavoro), nonché di vigilare sul funzionamento e l'osservanza dei modelli e di curare il loro aggiornamento. In relazione alla predisposizione dei citati modelli organizzativi aziendali, gli artt. 6 e 7 del DLgs 231/01 forniscono l indicazione circa i contenuti, nel senso che gli stessi dovranno rispondere alle seguenti esigenze.
Il DLgs 231/01-4 individuare le attività nel cui ambito possono essere commessi reati; prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l'attuazione delle decisioni dell'ente in relazione ai reati da prevenire; individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione dei reati; prevedere obblighi di informazione nei confronti dell'organismo deputato a vigilare
Il DLgs 231/01-5 Sul funzionamento e l'osservanza dei modelli introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello; in relazione alla natura e alla dimensione dell'organizzazione nonché al tipo di attività svolta, prevedere misure idonee a garantire lo svolgimento dell'attività nel rispetto della legge e a scoprire ed eliminare tempestivamente situazioni di rischio.
Il DLgs 231/01-6 Gli SPISAL nell ambito della vigilanza hanno il dovere di verificare detti requisiti e, durante l inchiesta per infortunio o malattia professionale, hanno l obbligo diacquisire e allegare al rapporto per la Procura della Repubblica il modello organizzativo fornito dall azienda, in quanto elementi necessari al Pubblico ministero per la configurazione della responsabilità della persona giuridica nei termini del DLgs 231/01.
Il documento dovrà contenere informazioni relative a: Il legale rappresentante Il DLgs 231/01-7 La struttura e la dimensione dell impresa (n. unità locali, sede,n.dipendenti,.) Le deleghe per la gestione dell unità produttiva tra cui quelle in materia di sicurezza e salute sul lavoro per l unità produttiva in cui si è verificato l infortunio o la malattia professionale Il documento relativo alla costruzione ed attuazione del modello di organizzazione, gestione e controllo, idoneo a prevenire reati ai sensi degli artt. 6 e 7 del DLgs 231/01. La mancata predisposizione del documento deve essere altresì segnalata nel rapporto di indagine.
DLgs 81/08-1 Art. 30. - Modelli di organizzazione e di gestione 1. Il modello di organizzazione e di gestione idoneo ad avere efficacia esimente della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica di cui al decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, deve essere adottato ed efficacemente attuato, assicurando un sistema aziendale per l'adempimento di tutti gli obblighi giuridici relativi: a) al rispetto degli standard tecnico-strutturali di legge relativi a attrezzature, impianti, luoghi di lavoro, agenti chimici, fisici e biologici b) alle attività di valutazione dei rischi e di predisposizione delle misure di prevenzione e protezione conseguenti
DLgs 81/08-2 Art. 30. - Modelli di organizzazione e di gestione c) alle attività di natura organizzativa, quali emergenze, primo soccorso, gestione degli appalti, riunioni periodiche di sicurezza, consultazioni dei rappresentanti dei lavoratori per lasicurezza d) alle attività di sorveglianza sanitaria e) alle attività di informazione e formazione dei lavoratori f) alle attività di vigilanza con riferimento al rispetto delle procedure e delle istruzioni di lavoro in sicurezza da parte dei lavoratori g) alla acquisizione di documentazioni e certificazioni obbligatorie di legge h) alle periodiche verifiche dell'applicazione e dell'efficacia delle procedure adottate.
DLgs 81/08-3 Art. 30. - Modelli di organizzazione e di gestione 2. Il modello organizzativo e gestionale di cui al comma 1deve prevedere idonei sistemi di registrazione dell'avvenuta effettuazione delle attività di cui al comma 1. 3. Il modello organizzativo deve in ogni caso prevedere, per quanto richiesto dalla natura e dimensioni dell'organizzazione e dal tipo di attività svolta, un'articolazione di funzioni che assicuri le competenze tecniche e i poteri necessari per la verifica, valutazione, gestione e controllo del rischio, nonché un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicatenel modello.
DLgs 81/08-4 Art. 30. - Modelli di organizzazione e di gestione 4. Il modello organizzativo deve altresi' prevedere un idoneo sistema di controllo sull'attuazione del medesimo modello e sul mantenimento nel tempo delle condizioni di idoneità delle misure adottate. Il riesame e l'eventuale modifica del modello organizzativo devono essere adottati, quando siano scoperte violazioni significative delle norme relative alla prevenzione degli infortuni e all'igiene sul lavoro, ovvero in occasione di mutamenti nell'organizzazione e nell'attività in relazione al progresso scientifico e tecnologico.
DLgs 81/08-5 Art. 30. - Modelli di organizzazione e di gestione 5. In sede di prima applicazione, i modelli di organizzazione aziendale definiti conformemente alle Linee guida UNI-INAIL per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro (SGSL) del 28 settembre 2001 o al British Standard OHSAS 18001:2007 si presumono conformi ai requisiti di cui al presente articolo per le parti corrispondenti. Agli stessi fini ulteriori modelli di organizzazione e gestione aziendale possono essere indicati dalla Commissione di cui all'articolo 6.
DLgs 81/08-6 Art. 30. - Modelli di organizzazione e di gestione 5-bis. La commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro elabora procedure semplificate per la adozione e la efficace attuazione dei modelli di organizzazione e gestione della sicurezza nelle piccole e medie imprese. Tali procedure sono recepite con decreto del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali. 6. L'adozione del modello di organizzazione e di gestione di cui al presente articolo nelle imprese fino a 50 lavoratori rientra tra le attività finanziabili ai sensi dell'articolo 11.
Conclusioni