SERBIA. Fonte: Ministero delle Finanze della Serbia Tavola 1



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AGGIORNAMENTO AL 2^ SEMESTRE 2008 SERBIA 1. QUADRO MACROECONOMICO a) Andamento congiunturale e rischio Paese Nel 2008 il PIL della Serbia, arrivato a circa 34 miliardi di euro, e aumentato, secondo le stime dell'ente per la Statistica, del 6%, restando in linea con i ritmi di crescita degli ultimi otto anni, che hanno visto il prodotto nazionale aumentare ad un tasso medio del 5,5%. I parametri macroeconomici della Serbia negli anni di transizione (2001 2008) sono in generale caratterizzati da una crescita costante del PIL, dall andamento altalenante dell'inflazione, da una forte crescita dell interscambio commerciale con l estero, ma anche da un forte deficit della bilancia commerciale, dall aumento del debito estero (addirittura triplicato negli ultimi cinque anni nella componente privata) e da una crescita delle retribuzioni superiore a quella della produttività. Il PIL pro capite, infatti, e passato dai 1.723 euro nel 2001, a 4.597 euro nel 2008, come conseguenza della crescita, ma anche dell apprezzamento del dinaro serbo. In termini di percentuale sul PIL, il deficit commerciale e passato dal 19,,6% nel 2001, al 24,1% nel 2008. Principali parametri macroeconomici della Serbia DATI MACROECONOMICI 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 PIL in miliardi di dinari 768,6 938,8 1.137,6 1.388,1 1.691,9 1.987,8 2.329,4 2.739,6 PIL in miliardi di euro 12,9 16,2 17,5 19,1 20,4 23,6 29,1 33,9 PIL, crescita reale, % 5,4 3,6 2,8 8,2 6,0 5,6 7,1 6,0 Inflazione 40,7 14,8 7,8 13,7 17,7 6,6 10,1 6,8 Bilancia commerciale, in % del PIL -19,6-20,3-19,7-26,4-20,2-20,4-21,5-24,1 Deficit partite correnti, in % del PIL -7,4-11,4-9,6-14,1-10,0-13,1-16,5-18,2 IDE, netti, milioni di euro 184,0 502,2 1.205,7 776,6 1.244,6 3.492,2 1.844,0 1.856,7 IDE, in % del PIL 1,4 3,0 6,7 3,9 5,9 14,4 6,3 5,4 Debito estero, miliardi di euro 12,4 10,8 10,9 10,4 13,1 14,9 17,8 20,5 Debito estero, % del PIL 94,3 64,0 60,3 52,5 62,0 61,4 59,5 60,4 Fonte: Ministero delle Finanze della Serbia Tavola 1 Nella struttura del PIL nel 2008 il settore dei servizi rappresenta circa il 63% del totale, seguito da quello industriale (24%) e da quello dell'agricoltura (13%, che però occupa fino al 20% della manodopera complessiva) con una forte tendenza di crescita del settore dei servizi negli ultimi anni.

La crescita del PIL registrata nel primo trimestre del 2008 (8,2%) e' stata tra le più alte tra quelle registrate in Serbia dall'inizio del processo di transizione. Questa forte espansione e' stata causata innanzitutto dalla robusta crescita della domanda interna, dalla crescita dei prestiti bancari e dall'ulteriore crescita delle retribuzioni. Il settore dei trasporti e delle comunicazioni e rimasto quello con la crescita più notevole, seguito dal commercio e dai servizi finanziari. Nella seconda parte del 2008, in particolare nell ultimo trimestre, la Serbia ha tuttavia registrato un rallentamento economico dovuto prevalentemente alla crisi economica globale e al calo della produzione industriale. Tassi di crescita del PIL in Serbia (periodo 2001 2008) Fonte: Ministero delle Finanze della Serbia Figura 1 Il tasso di crescita nel 2009 dipenderà in gran parte dall impatto dell onda lunga della crisi mondiale sui Balcani occidentali. Secondo alcune previsioni la Serbia potrebbe evitare la recessione se il pacchetto di misure del Governo darà dei risultati tangibili. Prime stime indicano, al momento, una possibile crescita tra lo 0 e il 2%. L inflazione registrata a dicembre (6.8%) indica un calo rispetto a dicembre 2007 (10,1). Ciò, nonostante che il dinaro abbia subito un forte deprezzamento (oltre il 20%) negli ultimi mesi del 2008.

Inflazione in Serbia 2001-2008 Fonte: Ministero delle Finanze della Serbia Figura 2 La retribuzione media, 424 euro netti ad agosto 2008 (593 lordi) ha registrato un ulteriore incremento in termini reali, facendo segnare +1,12% rispetto ad agosto 2007. Con un livello netto di circa 890 mensili, le retribuzioni nel tabacco sono le più elevate, seguite da quelle nelle public utilities e nella Pubblica Amministrazione. Anche la retribuzione media nell'industria manifatturiera ha registrato un aumento, ma rimane bassa in termini assoluti. Negli ultimi sette anni le retribuzioni medie lorde hanno registrato una crescita reale superiore ai livelli di crescita della produttività e del PIL reale, generando ulteriori spinte inflazionistiche, crescita della domanda aggregata e delle importazioni, contribuendo quindi al deficit commerciale. Il mercato delle risorse umane serbo si sta adattando lentamente alla nuova realtà economica: la domanda di personale qualificato cresce più velocemente dell offerta, soprattutto nei settori della gestione d azienda, finanziario, marketing e terziario avanzato. Il tasso di disoccupazione nel Paese è calato dal 21,6% del 2006 al 18% nel 2008. La produzione industriale e diminuita a gennaio 2009 complessivamente del 17,1% rispetto a gennaio 2008, ovvero del 25% rispetto alla media del 2008. I maggiori cali sono stati registrati nel settore della produzione manifatturiera (24,5%) e nel settore dell estrazione mineraria (7,7%). Quanto al settore pubblico, il bilancio statale, dopo l attivo del 2005 generato dal processo di privatizzazione nel periodo 2006-2008 è tornato in deficit. Nella legge di bilancio per il 2009 (approvata dal Parlamento lo scorso dicembre) il deficit previsto era dell 1,75% del PIL ma, come concordato con il FMI, potrebbe aumentare fino al 3%. I risultati della politica fiscale del governo dipenderanno in larga misura dalla capacita di ridurre i sussidi alle aziende di proprietà sociale, di mantenere gli stipendi del settore pubblico al di sotto del tasso d inflazione e di esercitare uno stretto controllo sulle spese per le pensioni. Il nuovo governo, insediatosi nel giugno 2008 considera come prioritari la riduzione dei consumi pubblici ed il proseguimento delle riforme nel settore fiscale.

Il debito estero, secondo i dati della Banca Centrale, nel 2008 ha raggiunto 19 miliardi di euro (3 nella componente pubblica e 16 nella componente privata). Nel periodo 2001-2007 il debito estero (in euro) è cresciuto mediamente del 21% all'anno, alimentato dalla forte espansione dell indebitamento privato, passato da 2,5 miliardi di euro nel 2003 (21% del debito estero totale) a circa 13 miliardi di euro nel 2008 (68% del debito estero totale). Struttura del debito estero della Serbia (valori in migliaia di euro) Fonte:Banca Centrale Figura 3 I positivi risultati raggiunti dal Paese in campo economico sono stati riconosciuti anche dagli organismi internazionali. La Banca Mondiale ha classificato la Serbia al primo posto per le riforme economiche volte ad attrarre investimenti esteri, ed il FMI. Nell ultima edizione del Doing Business Report della Banca Mondiale, l economia serba si trova al 94. posto, con un forte miglioramento nella categoria Registering properties. La crescente fiducia a livello internazionale nell'economia del Paese e stata confermata dal credit rating "BB-" sul credito a lungo termine assegnato al Paese prima dall'agenzia Fitch, e poi da Standard & Poors, che aveva rivisto al rialzo il giudizio "BB-", già' concesso nel novembre 2004, riconoscendo gli ulteriori progressi compiuti. Tuttavia, bisogna rilevare che la Standard & Poors ha cambiato a marzo 2008 l outlook della Serbia da stabile a negativo a causa del rischio politico durante il processo di secessione del Kosovo. Per attutire gli effetti della crisi finanziaria internazionale e rilanciare l economia nazionale, il Governo serbo a ottobre 2008 ha approvato alcune misure straordinarie. Sul piano finanziario è stata aumentata fino a cinquantamila euro (dai precedenti tremila) la copertura per i depositi bancari garantita dallo Stato.

Inoltre è prevista la sospensione delle tasse sui capital gains per risparmi, azioni e obbligazioni e un amnistia fiscale sugli interessi dovuti per ritardi sul pagamento di imposte e di contributi sanitari, a condizione che gli interessati regolarizzino la loro posizione. Quanto alle misure di rilancio dell economia, il Governo serbo ha approvato un articolato pacchetto di interventi. Il piano ha un valore complessivo di 122 miliardi di dinari (circa 1,3 miliardi di euro) e comprende stanziamenti dal bilancio statale per 77 miliardi di dinari (oltre il 60% del totale) e finanziamenti internazionali (prevalentemente BEI, BERS e Banca Mondiale) per 45 miliardi di dinari. I fondi statali saranno utilizzati per il co-finanziamento degli interessi sui crediti che le banche erogheranno alle imprese per nuovi investimenti e al pubblico per l acquisto di alcuni beni durevoli prodotti in Serbia, in particolare automobili ed elettrodomestici. A tale scopo, l Esecutivo ha stanziato 57 miliardi di dinari per il sostegno alle imprese (di cui 40 per operazioni a breve termine e 17 per programmi a media-lunga scadenza) e 20 miliardi di dinari per il credito al consumo di beni durevoli. Con quest azione, ha spiegato il Ministro, il Governo consentirà alle aziende e ai cittadini interessati di accedere al mercato del credito abbassando sensibilmente il tasso di interesse che sarebbe altrimenti dovuto con le attuali condizioni finanziarie (il tasso di riferimento della Banca Centrale è al 16,5%). I clienti società e privati potranno infatti ottenere prestiti a tassi che vanno dal 4,5% al 6% (a seconda dei casi) con un periodo di rimborso da uno a sette anni e le banche otterranno dal Governo la copertura, fino ad esaurimento dei fondi, della restante quota del tasso di interesse. Quanto agli aiuti internazionali, sono stati inseriti nel pacchetto anti-crisi i finanziamenti internazionali a favore del programma governativo per lo sviluppo delle infrastrutture e le linee di credito concesse da governi stranieri a favore delle PMI (tra cui quella italiana da 30 milioni di euro) per un ammontare complessivo di 45 miliardi di dinari (circa 500 milioni di euro). A sostegno dell azione governativa è intervenuto anche il Fondo Monetario Internazionale, che a marzo 2009 ha firmato con l Esecutivo di Belgrado un nuovo accordo (che sarà sottoposto a maggio al Board del Fondo) per l estensione di un precedente accordo da 402 milioni di euro fino a 3 miliardi (2,2 miliardi di euro già nel 2009 e 800 milioni di euro nel 2010) portandone la durata a 27 mesi (con scadenza quindi ad aprile 2011). E pertanto prevista una brusca correzione di rotta nella politica fiscale per contenere il deficit statale entro il 3% del PIL (90 miliardi di dinari, poco meno di 1 miliardo di euro) con misure straordinarie di contrazione della spesa e di incremento delle entrate. In totale, sarà necessario reperire circa 100 miliardi di dinari (1 miliardo di euro) distribuiti su risparmi per 67 miliardi di dinari (due terzi della manovra) e entrate aggiuntive (per lo più fiscali) per 34 miliardi di dinari. b) Grado di apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri Interscambio Nel 2008 l interscambio della Serbia con il resto del mondo è ulteriormente cresciuto, con un aumento del 15,5% delle esportazioni, che hanno raggiunto 7,5 miliardi di euro, ed un aumento del 15,4% delle importazioni, che hanno raggiunto 15,6 miliardi di euro. Il saldo commerciale negativo è superiore a 8 miliardi di euro: fenomeno, questo, determinato dalla forte domanda di prodotti energetici e di materie prime (ferro e rame) e, quanto alle esportazioni, dai ritardi del processo di ristrutturazione ed ammodernamento dell industria serba e dalla forte crescita della domanda interna.

I principali beni esportati dalla Serbia sono stati ferro e acciaio, metalli non ferrosi, prodotti ortofrutticoli, cereali, abbigliamento. L Italia e stata nel 2008 il quarto Paese acquirente della Serbia, con 763 milioni di euro, con un calo del 4,5% rispetto all'anno precedente, perdendo così lo status di primo acquirente della Serbia dopo diversi anni. L Italia ha scontato la notevole crescita degli acquisti dalla Serbia di alcuni stati dell area balcanica (Montenegro e Bosnia Erzegovina) ma anche della Germania. E da rilevare il fatto che tra i dieci principali acquirenti della Serbia, soltanto l Italia ha registrato nel 2008 un calo, anche se molto lieve. Inoltre, è da notare il trend di crescita delle esportazioni nei Paesi circostanti: infatti tra i dieci principali acquirenti della Serbia si trovano tutte le repubbliche dell ex- Jugoslavia. Per quanto riguarda le importazioni, la Federazione Russa continua a dominare tra i fornitori, grazie soprattutto al grande fabbisogno energetico della Serbia, con 2,3 miliardi di euro nel 2008, in crescita del 24% rispetto all'anno precedente. Al secondo posto tra i fornitori della Serbia e' la Germania con 1,8 miliardi di euro (+14,5%), seguita dall'italia con 1,5 miliardi di euro (+13%) e dalla Cina con 1,3 miliardi di euro (con una crescita del 25,6%). Nelle importazioni serbe partecipano, in misura minore ma considerevole, anche alcuni paesi dell area quali la Ungheria, con 548 milioni di euro (+5%), la Bulgaria con 505 milioni di euro (+18%). Da menzionare e' anche la Francia con 504 milioni di euro, in crescita del 20%. Le importazioni serbe sono costituite prevalentemente da semilavorati (60%), seguiti da beni di investimento (22%). Di seguito si forniscono i dati completi relativi all interscambio della Serbia nel periodo gennaio - dicembre 2008. Esportazioni della Serbia nel periodo gennaio - dicembre 2008 PAESE valore in migliaia di euro variazione percentuale 1 Bosnia Erzegevina 907.352 19,5 12,21% 2 Montenegro 865.635 25,1 11,65% 3 Germania 772.653 13,0 10,40% 4 Italia 763.338-4,5 10,28% 5 Federazione Russa 374.120 14,7 5,04% 6 Slovenia 338.685 13,6 4,56% 7 Macedonia 334.044 5,0 4,50% 8 Austria 309.866 40,7 4,17% 9 Croazia 294.466 22,3 3,96% 10 Romania 272.791 41,0 3,67% Mondo 7.428.355 15,5 100,00% composizione percentuale Fonte: elaborazione ICE su dati dell Ente per la statistica serbo Tavola 2

Importazioni della Serbia nel periodo gennaio - dicembre 2008 PAESE valore in migliaia di euro variazione percentuale composizione percentuale 1 Federazione Russa 2.370.329 23,9 15,21% 2 Germania 1.826.831 14,5 11,73% 3 Italia 1.477.009 13,0 9,48% 4 Cina 1.247.106 25,6 8,00% 5 Ungheria 548.838 4,8 3,52% 6 Bulgaria 505.564 18,7 3,24% 7 Francia 504.352 19,8 3,24% 8 Ucraina 441.442 59,0 2,83% 9 Bosnia e Herzegovina 437.295 16,2 2,81% 10 Romania 428.796 37,6 2,75% Mondo 15.580.480 15,4 100,00% Fonte: elaborazione ICE su dati dell Ente per la statistica serbo Tavola 3 Andamento delle quote di mercato dei 3 principali Paesi fornitori della Serbia Fonte: elaborazione ICE su dati dell Ente per la statistica serbo Figura 4

Investimenti diretti esteri Nel 2008, secondo i dati del Ministero delle Finanze, gli IDE in Serbia hanno totalizzato 1,8 miliardi di dollari. Per quanto riguarda la provenienza geografica degli investimenti esteri in Serbia, la Banca Centrale riferisce il dato relativo esclusivamente agli investimenti liquidi nel periodo 2004-2007: in tal modo, l Austria e' risultata il primo investitore con 2,2 miliardi di dollari, seguita da Grecia (1,56 miliardi di dollari), Norvegia (1,55 miliardi di dollari) e Germania (1,21 miliardi di dollari). L Italia è risultata, con 236 milioni di dollari, al decimo posto tra i Paesi investitori (cft Tavola 4). Se si guarda pero ai dati del 2007, l Italia con 155 milioni di dollari risulta il quarto investitore, preceduto in ordine dall Austria, dalla Grecia e dal Lussemburgo. Più in generale, l Italia, con una quota di capitale investito stimata intorno a 1 miliardo di euro, si attesta tra i primi cinque investitori in Serbia. Vi sono circa 200 aziende italiane presenti nel Paese, per un giro d affari di 2,4 miliardi di euro e un livello occupazionale di 18.500 unità. La struttura settoriale degli IDE nel periodo 2000-2007 mostra che il settore finanziario ha attirato la maggior parte degli investimenti, seguito dal settore delle telecomunicazioni e dei trasporti, dalla produzione chimica, dal settore manifatturiero e dalle operazioni con beni mobili. Investimenti diretti esteri in Serbia nel periodo 2004 2007 (valori in migliaia di dollari) N Paese 2004 2005 2006 2007 2004-2007 1 Austria 146.104 201.189 520.356 1.161.096 2.028.745 2 Grecia 52.968 249.536 923.698 336.401 1.562.603 3 Norvegia 0 29 1.546.993 3.187 1.550.209 4 Germania 51.985 187.320 905.824 69.530 1.214.659 5 Slovenia 15.706 183.563 201.241 92.856 493.366 6 Lussemburgo 2.387 108.885 8.843 241.537 361.652 7 Francia 24.022 62.347 159.085 84.391 329.845 8 Ungheria 16.567 24.677 244.045 31.494 316.783 9 G. Bretagna 79.620 63.330 135.915-26.584 252.281 10 Italia 10.149 18.316 52.752 155.363 236.580 11 Svizzera 29.401 56.990-15.421 96.157 167.127 12 Croazia 10.806 40.484 25.240 35.944 112.474 13 Bulgaria 9.910 655 54.270 46.916 111.751 14 Slovacchia 0 25.447 19.325 3.084 47.856 15 Olanda 102.008 92.113-214.119-27.958-47.956 Fonte: Banca Centrale della Serbia Tavola 4

Investimenti previsti Per i prossimi anni, essendo ormai in via di conclusione il ciclo di privatizzazioni delle aziende piccole e medie, con oltre duemila aziende a capitale sociale vendute dal 2000 ad oggi, il Governo serbo considera la crescita degli investimenti greenfield come una delle priorità da perseguire per lo sviluppo dell economia e per l aumento dell occupazione. All'inizio del 2008 il Governo serbo e il Governo russo hanno firmato a Mosca un accordo quadro per la collaborazione nel settore dell energia. L accordo e stato ratificato nel Parlamento serbo a settembre. L accordo prevede l impegno delle due parti a concludere tre differenti contratti rispettivamente per l acquisizione da parte di Gazprom del 51% della Compagnia petrolifera serba Nis, al prezzo inizialmente concordato a 400 milioni di euro, con l obbligo della Gazprom dui investire ulteriori 500 milioni di euro entro il 2012, per la realizzazione in Serbia del braccio nord del gasdotto South Stream (capacità massima valutata in 10 miliardi di metri cubi all anno, un progetto dal valore complessivo di 10 miliardi di euro) e per la costruzione di un deposito sotterraneo di gas naturale a Banatski Dvor, in Vojvodina, con investimenti complessivi di 1,5 miliardi di euro. A gennaio 2009, con il versamento di 400 milioni di euro, è stato finalizzato l acquisto del 51% della NIS. Va ancora ricordato che la Banca Centrale serba (NBS) interrompendo una pluriennale moratoria delle autorizzazioni a banche straniere ad operare in Serbia direttamente con proprie filiali, ha dato nel 2008 luce verde all ingresso sul mercato locale della Moskovska Banka, che ne aveva fatto richiesta a novembre 2007. La banca iniziera le operazioni a ottobre 2008 a Belgrado, Novi Sad e Nis. Anche un altra banca russa, la Gazprombank, ha dichiarato di voler essere presente in Serbia, dopo la firma dell accordo nel settore dell energia. L azienda Sojaprotein, operante nel settore della lavorazione della soia, il gigante del settore costruzioni ed ingegneria, la Energoprojekt, il produttore di pentole Metalac ed il produttore di farmaci Galenika Fitofarmacija sono alcune tra le aziende più interessanti rimaste per eventuali acquirenti. La Sojaprotein è l unico produttore di soia nella regione e detiene una posizione monopolista sul mercato serbo. Attualmente, più del 75% del capitale dell azienda è disponibile per potenziali acquirenti. La Energoprojekt di Belgrado ha una buona reputazione internazionale, con più del 50% del fatturato generato nei mercati d Africa, Asia, Sud America e Medio Oriente. La Fitofarmacija di Zemun gode di un ottima collaborazione con i principali produttori mondiali, come la Dow Chemicals, la United Phosphorus da un lato, ma richiederà sostanziali investimenti nel caso decidesse di esportare nel mercato dell UE. La Metalac di Gornji Milanovac è detenuta per il 40% dagli impiegati e dal management ed è uno dei migliori produttori di attrezzature per cucine in Europa. Metalac attualmente esporta nell UE, in Russia e nei Paesi della Regione. Tenendo presente gli investimenti pianificati da gruppi stranieri già presenti nel Paese, le future privatizzazioni e concessioni strategiche, nonché la ristrutturazione del settore energetico e delle grande aziende statali, per il 2009 si prevede un andamento degli investimenti che dovrebbe permettere perlomeno di bilanciare il peggioramento del deficit delle partite correnti, anche se la crisi economica potrebbe compromettere questi piani.

c) Andamento dell interscambio commerciale con l Italia e degli investimenti diretti esteri bilaterali L interscambio commerciale tra Serbia e Italia Nel 2008, secondo i dati pubblicati dall Ente per la Statistica della Serbia, l Italia è risultata il terzo partner commerciale della Serbia, con un interscambio complessivo di 2,2 miliardi di euro, costituito da 763 milioni di euro di importazioni (-4,5% rispetto al 2007) e da 1,5 miliardi di euro di esportazioni (+ 13% rispetto all'anno precedente). Il saldo commerciale a favore dell'italia e' stato pari a circa 710 milioni di euro. L Italia è stata nel 2008 il terzo Paese fornitore della Serbia, preceduto dalla Federazione Russa (ma si noti che la Russia vende al paese essenzialmente gas e petrolio) e dalla Germania, ed il quarto Paese acquirente. I settori merceologici più rilevanti per il 2008, per quanto riguarda le esportazioni italiane, sono stati: veicoli, macchine d impiego generale, filati, tessuti e altri prodotti tessili, macchine per impieghi speciali e abbigliamento. Per quanto riguarda le importazioni dalla Serbia i settori principali sono stati: abbigliamento, ferro e acciaio, metalli non ferrosi, calzature e materie plastiche. Va inoltre considerato che una componente rilevante delle esportazioni serbe verso l Italia e rappresentata dalle lavorazioni conto terzi commissionate da imprese italiane, soprattutto nei settori delle calzature, del tessile-abbigliamento e del legno-arredamento, e dalle produzioni effettuate dalle numerose aziende italiane che hanno investito nel Paese. La crescita delle importazioni italiane va quindi interpretata anche come il riflesso di una maggiore tendenza alla delocalizzazione produttiva verso la Serbia da parte del nostro sistema industriale. Principali prodotti esportati verso l Italia valore in migliaia di euro variazione percentuale 1 Abbigliamento 156.366 + 2,8 2 Ferro e acciaio 134.556 + 0,4 3 Calzature 109.799 + 5,4 4 Metalli non ferrosi 98.484-24,4 5 Materie plastiche in forme primarie 55.688 + 22,7 6 Frutta e verdura 24.161 + 14,8 7 Prodotti di caucciu 18.789 + 19,4 8 Prodotti di chimica organica 13.808 + 8,1 9 Legno 12.610-22,3 10 Prodotti di metallo non menzionati 10.728-1,0

Principali prodotti importati dall Italia valore in migliaia di euro variazione percentuale 1 Macchine d impiego generale 148.520 + 12,1 2 Macchine per impieghi speciali 140.510 + 50,0 3 Veicoli 133.166-6,8 4 Filati, tessuti e prodotti tessili 105.447 + 4,0 5 Abbigliamento 88.194 + 8,0 6 Prodotti di metallo non menzionati 84.416 + 12,9 7 Pelle e pelletteria 66.835 + 4,7 8 Apparecchi ed impianti elettrici 62.299 + 20,0 9 Ferro e acciaio 52.079 + 38,2 10 Prodotti medicinali e farmaceutici 45.008 + 53,0 Fonte: Elaborazione Ice su dati Ente per la statistica della Serbia Investimenti italiani Settore finanziario Con gli investimenti di Intesa-San Paolo (entrambi presenti prima della fusione) Unicredit e Findomestic, le banche italiane contano oggi su una quota di mercato di circa il 25% dell intero settore bancario serbo. Quanto al settore assicurativo, il Gruppo Generali ha acquistato nel 2006 il 50% della Delta Osiguranjie primo Gruppo assicurativo privato e terzo operatore del mercato e la Fondiaria- SAI nel 2007 ha acquistato in privatizzazione la Compagnia statale D.D.O.R. di Novi Sad che, con una quota di mercato del 30%, è la seconda società assicuratrice in Serbia. La quota complessiva controllata dalle aziende italiane è intorno al 44%. Settore industriale Il settore industriale italiano maggiormente presente in Serbia è quello della maglieria e dell intimo: tra i nomi di maggior peso presenti con propri stabilimenti produttivi si segnalano Pompea, Golden Lady e Calzedonia. Altri nomi italiani di rilievo in Serbia sono SFIR nel settore saccarifero, Adige Bitumi nel settore stradale (asfalti, bitumi e inerti) Fantoni nel legno-arredamento, Decotra e AcegasAPS nelle multiutilities, Fantini e Ferrariplast nelle costruzioni e prodotti per l edilizia, Amadori nell agroindustria, Applicazioni Elettriche Generali nell elettromeccanica, Mondatori e Giunti nell editoria. Tuttavia, pur se considerevole sotto il profilo del volume complessivo di capitale investito, la proiezione industriale italiana in Serbia resta confinata ad aziende di dimensioni medio-piccole e non tocca come avviene invece per altri Paesi settori strategici dell economia.

Da segnalare che la Italferr società di ingegneria delle Ferrovie dello Stato si è recentemente aggiudicata due importanti gare dell Agenzia Europea per la Ricostruzione (fondi CARDS): il progetto del nuovo ponte ferroviario Zezelj di Novi Sad e la predisposizione del Master Plan dei Trasporti per il Governo serbo fino al 2025. Il mandato che Italferr ha ricevuto dall Esecutivo di Belgrado comprende: lo studio della domanda e offerta di trasporto nel Paese, l analisi delle infrastrutture esistenti, lo sviluppo di un modello di traffico, la redazione di un piano generale di investimenti per la costruzione di nuove reti viarie e la manutenzione di quelle esistenti, la preparazione dei bandi di gara per studi di fattibilità e la formazione tecnica di personale del Ministero dei Trasporti serbo. Alla già rilevante proiezione dell Italia, a fine settembre si è aggiunta la FIAT, che ha firmato con il Governo serbo il contratto per la creazione di una newco che ha acquisito gli assets produttivi della Zastava (la Compagnia serba con cui FIAT collabora fin dagli anni 50) e la creazione di un vero polo automobilistico, con un obiettivo di produzione pari a 300.000 veicoli all anno entro il 2011. Con un investimento stimato di 800 milioni di euro, l operazione FIAT proietta l Italia al primissimo posto tra le realtà industriali straniere in Serbia e potrà rappresentare un eccellente volano per le esportazioni delle nostre imprese dell indotto meccanico e della componentistica automotive. Nelle intenzioni della casa di Torino, gli stabilimenti serbi produrranno due nuovi modelli di segmento A (City car) e B, quasi interamente destinati all esportazione. Parallelamente all operazione FIAT - Zastava, ulteriori investimenti saranno effettuati dalla Iveco (produzione di autobus sulle linee della Zastava Kamioni attualmente detenuta al 30% dalla casa torinese) e dalla Magneti Marelli, per un investimento complessivo di ulteriori 240 milioni. 2. INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI INTERVENTO a) Valutazione della penetrazione commerciale dei prodotti italiani sul mercato locale I prodotti italiani dei settori tradizionalmente di punta, come il tessile-abbigliamento, calzature, arredamento, design, sono conosciuti ed apprezzati, ma la loro penetrazione nel Paese è circoscritta ad una ristretta fascia di consumatori, mentre una prospettiva di dilatazione del bacino dei consumatori di tali prodotti è condizionata dalla crescita del potere d acquisto della fascia sociale media, che per ora non è in grado di partecipare al mercato esprimendo una domanda di beni comparabile con gli standard occidentali. Per quanto riguarda i beni d investimento, la mancanza di manutenzione e di aggiornamento tecnologico negli ultimi 10-20 anni, determina una potenziale domanda di impianti e macchinari che sono di necessita vitale per la ripresa e lo sviluppo dell attività produttiva. Le aziende locali guardano con interesse alla possibilita di effettuare lavorazioni per conto terzi che favoriscono i contatti e le collaborazioni con aziende estere. Vi sono pertanto condizioni particolarmente favorevoli per le aziende italiane orientate a delocalizzare le proprie produzioni o ad effettuare investimenti, attratte dalla possibilità di beneficiare di un notevole vantaggio competitivo, per il costo ancora contenuto di una manodopera mediamente qualificata ed i bassi costi di trasporto dovuti alla contiguità geografica del paese rispetto all Italia.

Occorre inoltre rilevare l interesse della nostra industria per il settore dell edilizia e delle costruzioni in Serbia. La qualificata offerta italiana di beni e servizi per costruzioni trova spazi in un mercato locale la cui domanda è sostenuta dalle esigenze sia di ristrutturazione del patrimonio immobiliare che di realizzazione di nuovi edifici. b) Valutazione degli investimenti diretti da e verso l Italia Per quanto riguarda gli investimenti diretti, uno dei settori attualmente più rilevanti, e che puo ancora offrire valide opportunità alla nostra industria, appare quello del tessile-abbigliamento, dove si segnalano, oltre agli investimenti già evidenziati nell ambito delle privatizzazioni, alcune importanti operazioni nel settore biancheria intima, di cui uno greenfield, un secondo di acquisizione di una società locale ed un terzo in joint venture con un partner serbo. Anche in prospettiva, il tessile-abbigliamento va visto come uno dei settori più interessanti per eventuali investimenti, come dimostrato dalla recente decisione di un importante gruppo italiano di realizzare un investimento greenfield a partire dai prossimi mesi, considerando da un lato la nostra specializzazione in questo segmento dell industria e dall altro la considerevole tradizione produttiva della Serbia, che offre una forza lavoro qualificata e che conosce le esigenze qualitative dell industria europea, non solo italiana, ma anche francese e tedesca. Notevoli possibilità sono presenti anche, per gli stessi motivi indicati sopra, nella produzione di calzature e nel legno-arredamento, settori in cui sono in corso numerose e radicate collaborazioni di contoterzismo ed importanti investimenti, di piu lunga data nel primo caso, ma rafforzati anche ultimamente da ulteriori espansioni, e piu recenti nel secondo, che dimostrano come vi siano ancora potenzialita da sviluppare. E inoltre previsto un considerevole sviluppo del settore delle infrastrutture e dell energia (termo-elettrico, idro-elettrico, energie alternative), alla cui ricostruzione ed ammodernamento partecipano anche i programmi finanziati dagli organismi multilaterali finanziari, quali la B.E.R.S., la B.E.I., la Banca Mondiale, e l Unione Europea, tramite l Agenzia europea per la Ricostruzione.. Per partecipare con successo alle gare (settori prioritari: le infrastrutture delle comunicazioni, energia e ambiente), è fondamentale conoscere la realtà locale, pianificare i progetti con largo anticipo rispetto alla pubblicazione dei bandi e stabilire preliminarmente rapporti di collaborazione con aziende e con consulenti serbi, che rappresentano spesso un elemento determinante nella valutazione delle offerte e nella definizione delle graduatorie. E pertanto necessaria una pianificazione delle strategie che richiede tempi medio-lunghi e la disponibilità ad impegnare congrui investimenti, anche in termini di risorse umane e di tempo dedicato a conseguire un maggior radicamento in loco.. Opportunità da seguire con attenzione sono presenti inoltre nei settori dell agroindustria, che sta emergendo sempre di piu come uno dei piu appetibili per la nostra industria, dell information technology, settore contraddistinto da una notevole vitalita e da personale qualificato ed a costi concorrenziali rispetto a quelli dell Europa occidentale, e della meccanica strumentale, che vanta una buona tradizione e puo contare sulla disponibilita di tecnici e di manodopera specializzata di buon livello.

c) Suggerimenti per l attivazione degli strumenti di sostegno finanziario e assicurativo pubblico per SACE e SIMEST La SACE ha riattivato il proprio servizio per le operazioni in Serbia nel 2002. La collocazione del Paese nella settima categoria rende tuttavia i premi assicurativi particolarmente onerosi, compromettendo così un più esteso utilizzo dello strumento in questione. La SIMEST opera in loco con i suoi ordinari strumenti finanziari, cui si aggiungono due fondi di Venture Capital, il Fondo Yugoslavia e il Fondo Balcani. Tali Fondi consentono una partecipazione (SIMEST + Fondo di Venture Capital) fino a un massimo del 49% delle societa locali partecipate da imprese italiane. La BERS, la Banca Mondiale e l IFC dispongono di fondi appositamente stanziati dal nostro Ministero dell Economia per lo sviluppo del settore privato e delle iniziative imprenditoriali in Serbia. Presso tali due organismi si registra una disponibilità a trattare le richieste da parte di aziende italiane con la dovuta attenzione, tenuto conto dell origine dei suddetti fondi. Per le aziende serbe il Governo italiano aveva predisposto gia' nel 2005 una linea di credito del valore di 33 milioni di euro per finanziare l'acquisto di macchinari italiani. Questa linea di credito e' stata utilizzata per finanziare 66 progetti entro la fine del 2007, con un esborso complessivo di 24,5 milioni di euro. A marzo 2008, il Governo italiano ha predisposto una seconda linea di credito di 30 milioni di euro, che si auspica possa essere operativa, dopo l'esaurimento della precedente linea, nel piu' breve tempo possibile. Sostegno italiano alle PMI serbe Il sistema produttivo serbo è composto per il la quasi totalità da aziende di dimensioni medie o piccole (a volte micro imprese). Le PMI serbe contano per il 34% sul PIL nazionale, impiegano il 66% della forza lavoro occupata e pesano per il 68% sul fatturato complessivo delle aziende, per il 50% sulle esportazioni e per il 51% sulle importazioni. A sostegno delle PMI locali, il Governo italiano ha avviato nel 2005 una linea di credito di 32,25 milioni di euro per l acquisto di macchinari italiani a condizioni particolarmente vantaggiose (tasso di interesse del 4,9% e 8 anni per la restituzione, di cui 2 anni di grazia). I fondi sono stati completamente erogati in meno di tre anni a favore di 90 aziende serbe, che a seguito degli investimenti finanziati con la linea di credito italiana hanno creato 500 nuovi posti di lavoro. Il governo italiano ha recentemente approvato una seconda linea di credito concessionale di 30 milioni di euro. Oltre che alle PMI, tale secondo finanziamento sarà aperto anche alle aziende municipalizzate per l acquisto di attrezzature utili ai servizi cittadini (distribuzione di gas, luce e acqua, monitoraggio ambientale, trattamento dei rifiuti, gestione delle acque reflue).

3. POLITICA COMMERCIALE E DI ACCESSO AL MERCATO a) Barriere tariffarie Per quanto riguarda le barriere tariffarie, vanno riconosciuti i notevoli passi avanti realizzati dal Paese, pur in presenza di una situazione economica estremamente precaria, caratterizzata dalla difficoltà delle aziende locali, soprattutto di proprietà sociale, di rimettere in moto il proprio apparato produttivo e di rendere competitivi i propri prodotti rispetto alla concorrenza internazionale. Principali accordi in materia di commercio estero ACCORDO DI LIBERO SCAMBIO CON LA RUSSIA - Agosto 2000 L accordo prevede la graduale eliminazione delle barriere all esportazione dei prodotti di Serbia e Montenegro verso il mercato russo entro il 2005. L'accordo stabilisce che è il paese importatore che regola le questioni relative all origine dei prodotti, in conformità con i principi dell Organizzazione Mondiale per il Commercio. La lista dei prodotti non compresi dall'accordo sull esenzione da dazio è aggiornato annualmente, e include attualmente pollame, zucchero, cioccolato, bevande alcoliche, sapone, cotone, tappeti, elettrodomestici e veicoli a motore. L accordo in questione è il primo di questo tipo che la Russia ha firmato con alcun paese al di fuori della Comunità degli Stati Indipendenti. La Serbia sta finalizzando un accordo analogo con la Bielorussia. ACCORDO CEFTA (Central European Free Trade Area) - Dicembre 2006. Il CEFTA è un accordo di libero scambio multilaterale, che sostituisce gli accordi bilaterali di libero scambio in atto tra i singoli paesi della regione. In particolare, l accordo sostituisce gli accordi bilaterali esistenti tra i seguenti Paesi: Albania, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Macedonia, Moldova, Montenegro, Romania, Serbia e l Amministrazione ad interim delle Nazioni Unite in Kosovo. ACCORDO UE I beni prodotti in Serbia ed Esportati verso l Unione Europea sono soggetti a regimi doganali preferenziali. Nel 2000, la Comissione Europea ha introdotto in Serbia le misure commerciali autonome ATM. Queste misure assicurano le esportazioni verso l Unione Europea senza dazi doganali e senza limitazioni di quantità. In aggiunta, l accordo con l Unione Europea ha abolito i dazi doganali e le restrizioni quantitative per l importazione dei prodotti tessili Serbi.

Dal 2009, la Serbia ha iniziato ad applicare unilateralmente l accordo commerciale con l UE. Di conseguenza i dazi d importazione delle merci dall UE hanno subito cali sostanziali oppure sono completamente eliminati. ACCORDO USA Il commercio con gli Stati Uniti è perseguito secondo il Sistema Generalizzato delle Preferenze (Generalized System of Preferences - GSP). Il GSP fornisce attualmente un ingresso preferenziale libero da dazi per oltre 4,650 prodotti, incluso la maggior parte dei beni finiti e semi-finiti e determinati prodotti agricoli e dell industria primaria. Alcuni beni non sono idonei per il regime di esenzione da dazio del GDP, che generalmente include la maggior parte dei prodotti tessili, prodotti in pelle e calzature. La lista dei beni facenti parte del GDP viene revisionata e corretta due volte l anno, tenendo conto delle indicazioni delle industrie statunitensi. ZONE FRANCHE La creazione delle zone franche rappresenta la forma di agevolazione più specifica per gli investitori esteri. In Serbia, sono state create 14 zone franche (ma solamente 3 sono attualmente operative) in prossimità di grandi città o in aree ben collegate, all interno delle quali esistono diversi vantaggi per l avvio di un attività produttiva: le merci importate sono esenti da Iva; le importazioni e le esportazioni da e verso una zona franca non sono soggette alle normali procedure di controllo doganale, né a possibili quote e limitazioni imposte al commercio estero; macchinari, materiali da costruzione e materie prime (se usate per produrre beni finiti per l esportazione) possono essere importate senza dazio; all interno della zona è possibile utilizzare liberamente la valuta estera ottenuta attraverso le operazioni di importazione-esportazione; le zone franche sono considerate extraterritoriali, quindi occorre sottoporsi alle normali procedure e pagare dazio per poter vendere in Serbia i beni prodotti al loro interno. Questa regola non si applica se: almeno il 50 percento del valore del bene è stato prodotto all interno della zona franca (nel qual caso il bene viene considerato serbo a tutti gli effetti, e può liberamente circolare nel paese); -il prodotto viene portato temporaneamente al di fuori della zona libera (per esempio, per completare un passaggio della lavorazione) e successivamente vi ritorna.

b) Barriere non tariffarie Le barriere non tariffarie che esistono in Serbia possono essere suddivise nelle seguenti categorie: 1. restrizioni quantitative (quote di importazione e di esportazione, la necessita' di permessi speciali, accordi bilaterali discriminatori nei confronti di paesi terzi) 2. Dazi non doganali e analoghe misure riferite alle importazioni (depositi richiesti per le importazioni, dazi di compensazione, tasse per ridurre il dazio doganale) 3. Attivita' dello Stato nel commercio e prassi commerciale restrittiva (sovvenzioni, monopoli statali o di aziende statali, misure di sviluppo regionale o industriale ecc) 4. Procedure doganali ed amministrative (valutazione e classificazione della merce) 5. Barriere tecniche (norme fitosanitarie, standard industriali, di qualità o di sicurezza, norme sull'imballaggio della merce) Tutte queste misure hanno in comune il fatto di essere poco trasparenti e non evidenti nelle misure legislative che lasciano ampi spazi di ambiguita'. Spesso queste norme si applicano in modo non coerente, caso per caso, ed il loro effetto risulta molto piu' grave di quello dei dazi stessi. Anche l'applicazione delle regole fito-sanitarie spesso crea dei problemi burocratici che implicano grandi ritardi e procedure complicate. Alcune barriere non tariffarie hanno origini piu' complesse: per alcune merci ingombranti (come il carbone), sono previsti soltanto pochi varchi doganali, con conseguenti ritardi e aumento di costi. L'orario di lavoro degli ispettori (sanitari, veterinari e per esami radiologici) spesso non corrisponde all'orario di lavoro delle dogane, alcuni certificati possono essere ottenuti soltanto in pochi istituti in Serbia. Tutti questi problemi alzano notevolmente i costi del commercio. I certificati spesso sono molto costosi ed, in alcuni casi, il loro costo e' superiore al valore della merce in questione. Un altro problema che non e' stato ancora risolto del tutto sono i certificati e gli standard tecnici della Serbia che non sono ancora completamente armonizzati con quelli dell'ue. Fino ad oggi, comunque, non sono state rilevate contestazioni significative da parte delle società italiane per quanto riguarda le barriere non tariffarie in Serbia. c) Violazioni delle norme sulla tutela dei diritti di proprieta intellettuale Negli ultimi anni il processo di adesione al WTO e, quindi, l esigenza di dare attuazione agli accordi TRIPS ha fatto compiere alla Serbia significativi passi in avanti in materia di tutela della proprieta intellettuale e industriale. Per quanto attiene ai produttori video-cinematografici, alle emittenti ed ai creatori di database, la tutela opera se prevista da accordi internazionali o se sussiste la condizione di reciprocita. Al di fuori di queste ipotesi, sono tutelati se il prodotto video-cinematografico o il database e stato realizzato in Serbia o, per le emittenti, se il programma e stato trasmesso dal territorio nazionale. Le azioni relative a violazioni di diritti di proprietà intellettuale e industriale debbono essere intraprese innanzi ai competenti tribunali commerciali o distrettuali (in base allo status della parte attrice).

Occorre tuttavia rilevare come ne le autorita di polizia, ne le autorita doganali, ne, infine, la magistratura appaiono in grado di assicurare un adeguato livello di tutela della proprieta industriale ed intellettuale. Per quanto riguarda i diritti di proprietà intellettuale la Serbia, come membro della WIPO, ha aderito alle convenzioni e ai trattati che regolano tale materia. Gli accordi internazionali in materia ai quali la Serbia ha aderito sono la Convenzione in materia di interpreti, editori discografici ed emittenti e la Convenzione contro la duplicazione non autorizzata di fonogrammi; Accordo WIPO sul diritto d autore; Accordo WIPO su interpretazioni e fonogrammi. La Legge Doganale del 2004 e le ultime riforme nel settore delle dogane sono in linea con un maggiore controllo ed una piu efficace tutela del diritto della proprietà intellettuale, in pieno rispetto delle direttive dell UE. Questo si riferisce sia ai controlli alla frontiera che all interno del paese. d) Problematiche relative agli investimenti esteri nel Paese Quadro legale In Serbia sono stati varati negli ultimi anni tutta una serie di provvedimenti volti a creare un clima maggiormente favorevole agli investimenti ed il Parlamento ha approvato numerose e importanti leggi riguardanti la sfera economica. Tra queste vanno ricordate la legge sulle assicurazioni, la legge sulla registrazione delle imprese, la legge sul fallimento, la legge che istituisce l'agenzia per la registrazione delle imprese. Sono inoltre da menzionare l approvazione della nuova Legge del lavoro, e quella di alcuni emendamenti alla Legge sulle privatizzazioni, che hanno portato ad una migliore e più' dettagliata regolamentazione delle procedure di ristrutturazione delle imprese pubbliche, prerequisito indispensabile per poter procedere alla privatizzazione di grandi aziende altamente indebitate o comunque economicamente non vitali. E' stata inoltre avviata una riforma fiscale al fine, tra l'altro, di ridimensionare la portata dell'economia sommersa, stimata, da alcune fonti, intorno al 25% rispetto al prodotto nazionale ufficiale. Una particolare attenzione e' stata dedicata anche all'alleggerimento della pressione fiscale, attraverso una serie di tagli ad alcune imposte ed una maggiore enfasi sull'imposizione indiretta. La normativa serba in materia fiscale è stata avvicinata e armonizzata a quella degli altri paesi europei, in particolare dopo l introduzione dell Iva nel 2005 con un aliquota standard pari al 18%. Su pochi prodotti (beni e servizi primari, quotidiani e servizi comunali) viene ridotta all 8%. La maggior parte dei servizi di pubblica utilità (sanità, istruzione, ricerca, ecc.) ne sono esenti, così come lo sono i prodotti destinati all esportazione e i servizi per l esportazione. L imposta sui profitti d impresa è pari al 10%. L aliquota è la più bassa d Europa e ha un valore uniforme per tutte le imprese. Ad ottobre 2008 il Governo serbo ha deciso di applicare unilateralmente l accordo commerciale provvisorio con l UE a partire dal 1 gennaio 2009, ma l implementazione ha subito dei ritardi in quanto le leggi necessarie non erano state ancora approvate. Nel frattempo, la legge che prevede il calo dei dazi per alcune voci doganali è stata adottata.

La Serbia ha siglato l accordo commerciale e l Accordo di Stabilizzazione ed Associazione (ASA) con l UE ad aprile 2008, ma entrambi i documenti sono stati bloccati da parte dell UE a causa del veto olandese legato alla questione della collaborazione della Serbia con il Tribunale dell Aja. La Serbia ha introdotto rilevanti incentivi a favore delle imprese investitrici, consistenti prevalentemente in sensibili sgravi fiscali. Le imprese investitrici hanno diritto a un periodo di esenzione fiscale di 10 anni se investono in capitale fisso almeno 7,5 milioni di euro e impiegano almeno 100 addetti a tempo indeterminato. Inoltre ogni impresa può ridurre le imposte dovute in misura corrispondente ai salari lordi (comprensivi dei contributi) versati ai dipendenti assunti a tempo indeterminato. I crediti d imposta (derivanti da bonus fiscali non sfruttati nell anno in corso e altro) possono essere sfruttati nell anno successivo, per un periodo massimo di 10 anni. È possibile dedurre gli investimenti in immobilizzazioni dall ammontare imponibile, fino a un massimo del 20 %. La riduzione dell importo dovuto al fisco non può superare il 50%. Per alcune produzioni e settori (agricoltura, tessile e cuoio, metalli e prodotti in metallo, produzione di macchinari, attrezzatura da ufficio e apparecchi radio-tv, strumenti ospedalieri, motori e veicolo, riciclaggio, video e cinema) questa percentuale può essere aumentata fino all 80%. Le piccole imprese possono dedurre dall imponibile gli investimenti in immobilizzazioni fino a un massimo del 40%, con una detrazione totale dell importo dovuto al fisco non superiore al 70%. Per favorire ulteriormente gli investimenti negli ultimi due anni il Governo ha rinnovato il decreto varato nel 2006 che prevede incentivi finanziari a favore delle aziende che intendono investire in Serbia. Le aziende considerate idonee sono quelle che esercitano attività' produttive o operano nel settore dei servizi internazionali o nel settore della ricerca e sviluppo. Il decreto prevede contributi finanziari da 2.000 fino a 10.000 euro per ogni dipendente assunto a tempo indeterminato, in presenza di operazioni che, a seconda dei casi, prevedano investimenti minimi da 1 a 5 milioni di euro e l'assunzione da 10 a 50 lavoratori. Nel 2007 il Ministero dell'economia serbo ha approvato una nuova legge sulle privatizzazioni che ha reso più rigorose le condizioni per i partecipanti alle gare ed aste pubbliche. La legge, che prevede un controllo delle origini del capitale delle aziende interessate a partecipare nella privatizzazione, prorogherà il termine della privatizzazione fino alla fine del 2008. Nel corso del 2008 ci sono stati molti ritardi nel lavoro del Parlamento, dovuti alla situazione politica ed alle campagne elettorali. Questi ritardi hanno prolungato la ratificazione di molti accordi e crediti dall estero ed hanno rallentato in generale il processo di armonizzazione del quadro legislativo serbo con le direttive dell UE e la WTO. Oltre alle specifiche barriere non tariffarie già citate in relazione alla penetrazione commerciale che rappresentano, più in generale, anche ostacoli alla creazione di un clima favorevole agli investimenti, i principali vincoli all insediamento di imprese estere nel Paese sono i seguenti: Incertezza in relazione al diritto di proprietà ed all uso dei terreni e degli immobili, con conseguenze negative in particolare sugli investimenti e sulle operazioni di privatizzazione. Ciò risulta particolarmente evidente nel settore alberghiero, della grande distribuzione commerciale ed agro-industriale. Mercato finanziario non sufficientemente sviluppato.

Elevato livello di burocrazia e complessita delle procedure amministrative, in particolare nel rilascio di permessi urbanistici e di costruzione. Occorre infine dedicare una specifica menzione al settore delle municipalizzate nel quale si sta lentamente sviluppando un quadro legale ed operativo in grado di favorire maggiormente lo sviluppo di accordi e che potrebbe presentare un notevole interesse per le aziende nazionali. Anche in questo settore, comunque, nonostante alcuni segnali positivi, occorre vigilare affinche maturino le condizioni per un piu facile accesso da parte delle aziende estere 4. POLITICA PROMOZIONALE E PROPOSTE OPERATIVE DI INTERVENTO CONGIUNTO a) Mappatura delle iniziative di sostegno all'internazionalizzazione del sistema produttivo che la rappresentanza diplomatico-consolare e l'ice intendono realizzare nel corso del primo semestre del 2009 19 21 gennaio Workshop conclusivo Azioni promozionali nei Balcani (Matera) I presentazione dei risultati dell iniziativa e delle opportunita per le imprese lucane in Serbia - Convenzione ICE-Regione Basilicata 2005 22 24 gennaio Convegno Internazionale I Balcani e l artigianato produrre locale ed agire globale per nuove vie di sviluppo (Ancona) Presentazione del mercato serbo alle aziende marchigiane 14 19 marzo Missione imprenditoriale in Umbria, settore alimentare e turismo Convenzione ICE-Regione Umbria 2008 - Torgiano (Perugia) 15 29 marzo Progetto: Formazione e assistenza tecnica alle Pubbliche Amministrazioni balcaniche nel settore dell internazionalizzazione delle PMI Si sono conclusi, il 27 febbraio scorso, i corsi intensivi di lingua italiana, previsti nell ambito del progetto e organizzati dalla Società Dante Alighieri presso l ufficio ICE di Belgrado. Ai corsi (2 livelli) hanno partecipato 13 funzionari di Enti ed Istituzioni Pubbliche serbe. A seguito della selezione finale sono stati scelti 9 funzionari che hanno partecipato alla fase formativa in Italia presso l ufficio ICE di Ancona dal 15/03/2009 al 29/03/2009 e che provengono dalle seguenti Istituzioni: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLO SVILUPPO REGIONALE (2) AGENZIA SVILUPPO PMI (1)