Il rilancio parte da sinistra. Come fare ridere i poveri senza fare piangere i ricchi. Giugno 2013

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Il rilancio parte da sinistra. Come fare ridere i poveri senza fare piangere i ricchi Giugno 2013

La soluzione si trova a sinistra Italia ce la può fare, e la soluzione si trova a sinistra. Italia ce la può fare perché abbiamo imprenditori straordinari e lavoratori capacissimi. Italia ce la può fare perché abbiamo tantissime carte vincenti da poter giocare: un patrimonio culturale e culinario senza rivali; marchi, gusto e capacità di design che nessuno può battere; knowhow e ingegnosità per dominare diverse nicchie della meccanica; famiglie con patrimonio mobiliare e immobiliare notevole: E chi più ne ha più ne metta! Italia ce la può fare perché i nostri problemi nascono da una cattiva gestione del bene pubblico. Talmente cattiva che basterebbe migliorarla solo di poco perché il paese ritorni a prosperare. 150 miliardi di evasione fiscale, ogni anno. Un chilometro di rete ferroviaria che costa 3 volte quello francese. Leggi che fanno aumentare il costo dell assicurazione auto di 8 miliardi in 10 anni (due volte l IMU prima casa!). Una macchina pubblica poco efficiente. Il nostro esercito ha la metà della potenza di fuoco di quello israeliano, ma costa quasi il doppio. Questa cattiva gestione non è una cattiva notizia. Paradossalmente è una buona notizia. Abbiamo uno spazio di recupero che altri paesi, meglio gestiti, non hanno! La soluzione si trova a sinistra perché passa inevitabilmente attraverso la comprensione e la denuncia della profonda iniquità sociale che la cattiva gestione ha prodotto. E paradossale che il paese europeo con il storicamente più forte partito comunista è anche il paese più iniquo. Primo esempio: quasi 60% degli assegni di accompagnamento per non-autosufficienza va al 50% più ricco. Secondo esempio: abbiamo 500,000 pensionati che percepiscono, con il metodo retributivo, più di 7 volte la pensione minima (circa 3400 euro al mese), per un costo complessivo di oltre 32 miliardi all anno. I loro gemelli futuri avranno con gli stessi contributi versati ma calcolati con il metodo contributivo una pensione che varrà meno della metà.

Terzo esempio: un contribuente che dichiara un reddito mensile di 10,000 euro lordi paga in Italia e in Germania più o meno le stesse tasse. Ma siccome in Italia abbiamo molto meno contribuenti che dichiarano un reddito di almeno 10,000 euro mensili, una coppia che guadagna 2000 euro lordi al mese paga da noi il doppio delle tasse che in Germania. Capire che l evasione fiscale produce iniquità è il primo passo per convincersi che vada combattuta. Il secondo passo è capire che la riduzione dell iniquità produce PIU sviluppo economico. Le politiche sociali ed economiche di Ronald Reagan e di Margaret Thatcher negli anni 80 consistevano nella seguente formula: meno Stato, meno servizi, meno tasse, più sviluppo economico. Ci hanno fatto credere che lo sviluppo economico richiede meno tasse, e che per abbassare le tasse è necessario tagliare i servizi a scapito dell equità sociale. In estrema sintesi, l equità è il nemico dello sviluppo economico. O l uno o l altro, ma non assieme. Ebbene, quel che era vero (forse) negli USA e in Gran Bretagna negli anni 80 non è vero oggi in Italia. Un euro in più nelle tasche di un lavoratore dipendente che guadagna 1000 euro al mese produce più consumi e più lavoro di un euro nelle tasche di un evasore che guadagna 10,000 euro al mese (e non li dichiara). La lotta all evasione produce più equità e più sviluppo. I nemici oltremare, da noi sono amici La soluzione si trova a sinistra perché richiede di pensare come se fossimo i lobbisti dell unico gruppo d interesse che in questo paese non vede i suoi interessi curati e difesi, i cittadini italiani. L Italia è il paese delle gilde e delle associazioni. La lista è interminabile: piccoli commercianti, grande distribuzione, industriali chimici, industriali meccanici, avvocati, commercialisti, medici, carrozzieri, benzinai, vittime degli incidenti stradali L albo delle associazioni italiane ha centinaia di pagine! Tutti si associano per difendere (legittimamente) i loro interessi particolari. La cattiva gestione del bene pubblico nasce in gran parte dai tentativi della classe politica (talvolta in buona fede, altre volte meno..) di difendere gli interessi di questo o di quell altro gruppo. La difesa degli interessi particolari raramente porta a curare gli interessi di chi invece la politica dovrebbe servire: i cittadini italiani, e in particolare quelli onesti e quelli poveri. Mentre la destra rappresenta i gruppi d interesse vocali, la sinistra (dovrebbe) rappresentare gli interessi della maggioranza silente.

La soluzione si trova a sinistra perché le (poche) cose buone fatte dalla classe politica negli ultimi 20 anni sono state proprio fatte dalla sinistra. La liberalizzazione dell energia elettrica fatta da Pierluigi Bersani, Ministro dell Industria del primo Governo Prodi, è stata un modello apprezzatissimo in Europa e copiato da più parti. Lo stesso vale per la riforma del commercio, che ha tenuto a freno i rincari dei beni alimentari salvando dalla povertà centinaia di migliaia di famiglie! La lotta all evasione del poco amato Vice Ministro Visco ha permesso al secondo governo Prodi di recuperare 25 miliardi, un tesoro che ha poi consentito al governo Berlusconi di evitare il fallimento dopo 2008. La soluzione si trova in seno alla sinistra. Ma quale sinistra? Il mare magnum della sinistra italiana ospita una impressionante varietà di posizioni. Qualcuno direbbe, e non avrebbe torto, che sia una ricchezza! C è chi sostiene che per combattere l iniquità serve più spesa pubblica da finanziare tassando i ricchi. C è chi invece sostiene che lo Stato sociale è ormai troppo costoso, e che per ridurre le tasse e stimolare la crescita bisognerebbe tagliarlo. Noi proponiamo una sinistra saldamente ancorata in uno Stato che bada all equità sociale e che garantisce i diritti alla salute e all istruzione. Una sinistra che allo stesso tempo si scrolla di dosso i luoghi comuni che la realtà economica e sociale confuta. Come la immaginiamo questa sinistra? Una sinistra che rivendica con orgoglio lo Stato sociale, anche come uno strumento di sviluppo economico. Lo Stato sociale è sottoposto a forti attacchi, non solo in Italia. Ingombrante e troppo costoso. Non ce lo possiamo più permettere. Bisognerebbe ridurne il perimetro, dicono in tanti, per aprire i suoi servizi alla concorrenza dell efficiente libero mercato. Lo Stato sociale offre ampi spazi di miglioramento. Si può e si deve aumentarne la produttività per migliorare il livello dei servizi e per contenerne il costo. Ma il modello dello Stato che governa, finanzia e regola la sanità, l istruzione e il welfare è un modello vincente. Ogni anno spendiamo per la prevenzione e le cure delle malattie circa 9% del PIL. Gli americani ne spendono 17%, quasi il doppio. Ma la loro è una spesa perlopiù privata; una spesa che non grava sui contribuenti direbbe qualcuno. Ma siamo sicuri che è proprio cosi? La spesa sanitaria USA cosiddetta privata è pagata dai datori del lavoro, ed entra a fare parte del costo del lavoro, esattamente come da noi lo è l odiato IRAP, che, infatti, ha sostituito la tassa sulla salute.

Come mai il salvifico libero mercato non funziona nel caso del bene sanità? Ecco una spiegazione. Se le merendine costassero troppo, i consumatori di merendine comprerebbero altri alimenti. La competizione tra i vari produttori di merendine, e tra tutti loro e i produttori di altri alimenti li costringe a tenere prezzi competitivi. Il mercato libero in questo caso produce efficienza. Ma se mi ammalo di diabete, non posso curarmi con medicinali da raffreddore, ne acquistando un televisore. Non ho alternative che sottopormi alle cure della diabete. Per questo motivo, i fornitori delle cure di diabete, possono tenere i prezzi alti. Il libero mercato non produce in questo caso efficienza. Serve che lo Stato regoli il servizio. La sinistra ha spesso giocato di rimesso nel difendere lo Stato sociale. Apologetica, timida, poco convinta pure lei della bontà del modello. Noi ci immaginiamo una sinistra che rivendica con orgoglio lo Stato sociale; che va all attacco. La domanda per i servizi della sanità è in crescita. Se sono ben gestiti, il modello efficiente Stato-regolatore-finanziatore potrebbe offrire opportunità di creare posti di lavoro e crescita economica. Un modello che non debba escludere che l erogazione di alcuni servizi possa essere effettuata in modo più efficiente da soggetti privati in concorrenza tra di loro e con il pubblico. Una sinistra che fa propri i termini produttività e flessibilità. I termini produttività e flessibilità sono a volte mal visti dalla sinistra. La produttività è associata alle richieste degli imprenditori di tenere i salari bassi per premiare solo chi è produttivo. La flessibilità evoca la richiesta di poter licenziare in libertà senza i vincoli dell inflessibile articolo 18. Ha ragione la sinistra di combattere contro la riduzione dei salari netti reali. NON serve per recuperare la competitività. Anzi, bisognerebbe aumentarli per stimolare i consumi. Ha ragione anche di combattere contro l abolizione dell articolo 18, liberalizzando del tutto i licenziamenti. Non è determinante per il recupero di competitività del sistema produttivo. Anzi nel breve produrrebbe un ondata di licenziamenti e aggraverebbe la recessione.

Però produttività e flessibilità hanno anche significati importanti che una sinistra moderna si deve fare propri. aumentare la produttività è una condizione per la crescita economica. Anzi né e quasi un sinonimo. Aumentare la produttività significa produrre gli stessi prodotti o servizi con costi più bassi. Questo permette di ridurre i prezzi, aumentare i consumi e creare nuovi posti di lavoro. La nostra industria manifatturiera ed esportatrice tiene il passo con la concorrenza tedesca, nonostante lo svantaggio di una inflazione più alta. La bassa crescita economica dell Italia, e la mancanza di lavoro sono i risultati della bassa produttività dei servizi sia pubblici che di mercato, servizi che complessivamente rappresentano quasi tre quarti dell economia italiana. Questa bassa produttività e prezzi alti penalizzano soprattutto le fasce di reddito medio-basse. Aumentare la produttività dei servizi, regolando meglio quelli di mercato, e riorganizzando quelli pubblici è una condizione sine qua non per creare nuovi posti di lavoro e per combattere l iniquità sociale. E una priorità che la sinistra dovrebbe fare propria. Flessibilità. Ne serve di più oppure di meno? Tutto dipende da cosa si intende per flessibilità. Serve più flessibilità per licenziare? No. Serve più flessibilità nei contratti, per esempio per premiare aziende e singoli lavoratori più produttivi? Probabilmente si. Serve più flessibilità per creare (e potenziare) nuove forme di contratti stabili, soprattutto per nuove assunzioni? Si. Aiuterebbe alla lotta alla precarietà e non sarebbe affatto in contrasto con questo importante obiettivo come a volte si sostiene. Noi immaginiamo una sinistra cha fa propria la buona flessibilità. Una sinistra che da voce alla maggioranza silente. Lo abbiamo già detto, ma in questo caso più che mai vale il repetita iuvant. Dare voce a chi non ha voce, proteggere gli interessi generali degli italiani, degli italiani onesti, degli italiani poveri. L Italia ce la farà se, e solo se, saprà seguire questa stella polare. E se non è la sinistra chi mai la potrà instradare su questa via, cosi semplice e allo stesso tempo cosi difficile.

Dare voce a chi non ha voce comporta anche NON dare voce a chi di voce ne ha fin troppo. Non me ne vorranno gli amici della Confindustria, ma approfitto delle loro robustissime spalle per farne un esempio. La Confindustria rappresenta gli interessi dell industria manifatturiera Italiana, uno dei cuori sani e pulsanti della nostra economia. Lamenta l alto costo del lavoro, giustamente. Chiede la riduzione dell IRAP, comprensibilmente. Una forte riduzione del costo del lavoro per le imprese sarebbe senz altro molto utile. Ma gli 8 miliardi di riduzione della tassazione alle imprese praticata dal governo Prodi, e gli oltre 3 miliardi tolti dal governo Monti non hanno prodotto risultati apprezzabili in termini di creazione di posti di lavoro. Nel frattempo si è verificato un crollo di consumi privati determinato dalla riduzione dei salari reali e dalla crescente disoccupazione. Alla maggioranza silente servono prima di tutto più soldi in busta paga, ovvero una riduzione dell IRPEF. I richiami degli imprenditori alla accelerazione dei tempi della giustizia civile, alla sburocratizzazione dei processi, e alla facilitazione dell accesso al credito sono invece degli appelli sacrosanti. Sono priorità assolute a costo sostanzialmente zero! Una sinistra che vuole fare ridere i poveri, non fare piangere i ricchi. La celebre frase di Fausto Bertinotti anche i poveri piangono riflette un astio nei confronti di chi guadagna bene, anche facendo onestamente il proprio lavoro e pagando tutte le tasse. Un retaggio dell ideologia comunista, per altro raramente praticata da chi la predicava. Basterebbe ricordare i privilegi delle classi dirigenti dei partiti comunisti cinese e sovietico. La frase di Bertinotti nasconde anche una vecchia idea dell economia, che potremo chiamare la legge della conservazione della ricchezza, ovvero che la quantità di ricchezza (e di lavoro) sia una costante. Non si crea. Non si distrugge. Si può solo re-distribuire. E curiosamente la stessa idea che ha portato qualcuno ad ipotizzare la staffetta intra-generazionale tra vecchi e giovani. Siccome la quantità di lavoro è ritenuta fissa, per dare lavoro ai giovani bisogna mandare in pensione al più presto gli anziani. Fortunatamente l Organizzazione Internazionale del lavoro (ILO) ha criticato la proposta. Il lavoro va creato, non re-distribuito, e il contrasto tra giovani e anziani è sbagliato moralmente ed economicamente.

E lo è nello stesso modo anche il contrasto tra ricchi (onesti) e poveri. Un contrasto che serve per sostenere il gemello fiscale della staffetta intra-generazionale. Si chiama la patrimoniale, la magica soluzione all impoverimento della classe media. La progressività fiscale è un principio moralmente giusto ed economicamente virtuoso. Non a caso è sancito nella costituzione. La tassazione della ricchezza in Italia è stata storicamente bassa rispetto alla media europea. L IMU, e la maggiorazione della tassazione sulle attività immobiliari (conti, transazioni), introdotte dai governi Berlusconi e Monti hanno corretto questa anomalia. La sinistra che immaginiamo difende questo equilibrio raggiunto (a partire del mantenimento dei saldi dell IMU), e conduce una battaglia aspra non contro i ricchi, ma contro gli evasori. Per fare ridere i poveri e i giovani senza lavoro, non serve far piangere i ricchi onesti. Serve far pagare il dovuto a tutti.

Agenda Una doppia sfida: una crisi di crescita che viene da lontano e un emergenza di breve Priorità e possibili indirizzi per generare in 5 anni 2 punti di crescita di PIL Sostegno alla patrimonializzazione e al credito per le imprese 8

TAVOLA 1 La sfida Italiana: una crisi di crescita che viene da lontano Tasso di crescita medio del PIL reale Per cento Italia Francia Germania 3,2 2,5 3,1 Modello di crescita basato su aumento del debito e svalutazione della moneta 1,4 1,9 1,9 0,1 0,7-1,3 Anni 70-80 1990-2008 2009-12E FONTE: OECD 9

TAVOLA 2 Le leve degli anni 70/80, debito pubblico e svalutazione, non sono più disponibili Debito della PA/PIL Per cento 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 +67 p.p. 1980 1990 2000 2010 Cambio Lira/Deutsche Mark Media annua DEM/ITL 1.200 1.000 800 600 400 200 0 1960 1970 1980 1990 +533% 2000 2010 FONTE: ISTAT; fxtop.com 10

TAVOLA 3 L incidenza dell export sul PIL della Germania è aumentata in modo rilevante negli ultimi 15 anni 1970-2010, Export/ PIL 0,45 0,40 Germania 0,35 0,30 0,25 0,20 0,15 Italia Francia Spagna 0,10 0,05 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2010 FONTE: OECD STAN Bilateral Trade Database 11

TAVOLA 4 L ingresso nel regime dei cambi fissi (e poi nell euro) ha consentito una forte riduzione della spesa per interessi Spesa pubblica per interessi Percentuale del PIL 13,0 11,5 9,2 6,6 6,2 5,1 4,6 5,0 4,7 5,0 5,5 5,3 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 2011 2012 2013E FONTE: Ragioneria Generale dello Stato; DEF 2013, Ministero dell Economia e delle Finanze 12

TAVOLA 5 Alle origini della mancata crescita del nostro Paese ci sono alcuni problemi di natura strutturale Principali considerazioni 1 Costo del lavoro per unità di prodotto (CLUP) + 26% rispetto alla Germania in 10 Perdita di anni. Principali cause: competitività Differenziale di inflazione Mancata riduzione del cuneo fiscale 2 Il mancato gettito da evasione fiscale in Italia ha raggiunto una quota di ~150 Bassa fedeltà miliardi di euro l anno fiscale Il livello di infedeltà fiscale (ad esempio sull IVA) è quasi doppio rispetto alla media dei paesi europei (22% vs 12%) 3 Crescita spesa pubblica a bassa produttivita 4 Alti investimenti a basso ritorno In 10 anni la spesa pubblica in Italia è cresciuta di quasi 6 punti percentuali di PIL (vs. 0,9 in Germania), principalmente a causa della forte crescita della componente di acquisti intermedi e di trasferimenti alle famiglie Livello di spesa per investimenti (sia pubblici che privati) più alto della media UE con scarso aumento di produttività e di crescita di posti di lavoro 5 Alto ricorso al debito delle PMI Aggravato dalla recente crisi finanziaria Il tessuto imprenditoriale italiano è tradizionalmente sbilanciato verso la PMI, che si finanzia principalmente con ricorso al debito finanziario Il credit crunch e deleveraging delle banche degli ultimi anni ha ridotto l accesso al credito alle PMI e peggiorato le loro capacità d investimento 13

TAVOLA 6 1 Perdita di competitività produttiva a fronte di limitata crescita dei salari reali Evoluzione di costo del lavoro e salari reali netti in Italia Indice 1999=100 130 125 CLUP 120 115 110 105 100 Salari reali netti 95 1999 2005 2011 FONTE: Analisi su dati OECD, Banca d Italia 14

TAVOLA 7 1 Circa un terzo del gap di competitività con la Germania è legato al maggiore tasso di inflazione Forte perdita di competitività a fronte di bassa crescita dei salari reali STIME Variazione indice CLUP Differenziale CLUP Italia vs Germania Indice 1999=100 Per cento, 1999-2011 130 Italia Delta CLUP 26 125 Gap Produttività 1 6 120 115 110 105 100 95 1999 2005 +26% Germania 2011 Redditi da lavoro nominali 2 Inflazione Redditi reali Cuneo fiscale La Germania ha ridotto il cuneo fiscale di circa 6 punti, con l Italia sostanzialmente stabile 7 4 9 20 Equivalente a una tassa di 90 m.di sui datori di lavoro 1 Aumento della produttività 1999-2011 +4% Italia vs. +10% Germania 2 Aumento redditi da lavoro (retribuzione lorda + contributi a carico dell impresa)1999-2011 +38% Italia vs. +18% Germania FONTE: Analisi su dati OECD, AMECO, Banca d Italia 15

TAVOLA 8 1 Le PMI manifatturiere italiane tengono bene il passo delle concorrenti tedesche in termini di produttività Produttività nelle imprese manifatturiere di Italia e Germania Valore aggiunto per addetto 85 80 75 Italia 20-249 Germania 20-249 Italia 250 e oltre Germania 250 e oltre 70 65 60 55 50 45 40 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 FONTE: Elaborazione su dati EuroStat 16

TAVOLA 9 2 Il mancato gettito da evasione ammonta a 150 miliardi di euro all anno, con un livello d infedeltà fiscale quasi doppio rispetto alla media UE Stima evasione in Italia 2012, miliardi di euro Esempio: evasione dell IVA 2009, percentuale su gettito teorico ~490 Grecia Italia 22 30 Gran Bretagna 17 ~290 Media UE-27 12 ~150 Belgio Germania 11 10 Francia 7 % del PIL Economia invisibile 1 Economia sommersa 31,1% 18,4% Tasse evase Svezia Olanda Spagna 2 3 3 +83% 1 Include economia illegale (riciclaggio) e sommerso FONTE: Stime su dati Working paper Banca d Italia 2012, Eurostat, Il Sole 24 Ore 17

TAVOLA 10 3 La forte crescita della spesa pubblica Italiana è legata all esplosione delle spese per acquisti e a maggiori prestazioni sociali Spesa pubblica 1 /PIL 2000-2011, per cento Driver di crescita della spesa pubblica 1 2000-2011, per cento su PIL 39,7 45,5 +5,9p.p Consumi intermedi 2,2 Italia Trasferimenti (incl. pensioni) 2 3,1 41,9 42,8 +0,9p.p Personale 0,3 Germania altro 0,3 Totale 5,9 2000 2011 1 Al netto di interessi 2 Previdenza e assistenza sociale FONTE: Banca d'italia, ISTAT, RGS 18

TAVOLA 11 3 La spesa pubblica Italiana e cresciuta prima della crisi del 2008/9 Spesa pubblica al netto degli interessi Percentuale del PIL 55 Italia Germania Francia Area EURO (Italia esclusa) 55 55 +1,1 53,4 55 50 45 40 39,6 +3,1 42,7 45,1 50 45 40 41,9-1,2 40,7 42,8 50 45 40 48,8 49,9 50 45 40 42.5 +0.6 43.1 46.7 35 2000 2007 2011 35 2000 2007 2011 35 2000 2007 2011 35 2000 2007 2011 FONTE: Banca D Italia, Eurostat 19

TAVOLA 12 3 Garantiamo ancora il diritto alla salute? Modalità di finanziamento prestazioni specialistiche e riabilitative Percentuale Visite specialistiche Accertamenti diagnostici Riabilitazione Completamente gratuita 28 45 34 Rimborso parziale dall asicurazione 2 Rimborso totale dall assicurazione 1 Ticket/ Pagamento parziale Copertura pubblica (totale o parziale) Spesa totalmente privata 15 46 55 2 1 34 82 18 2 2 22 60 40 Totale 100 100 100 FONTE: Rapporto OASI - CERGAS Bocconi, 2012 20

TAVOLA 13 3 Esiste elevata variabilità in una tipica misura di appropriatezza Frattura collo del femore, intervento entro 48 ore Percento su totale interventi Elevata variabilità tra regioni intraregionale e intraprovinciale Campania Calabria 14.1 14.2 Basilicata 17.8 Sardegna 18.0 Puglia 19.7 Sicilia Piemonte 19.8 21.9 Molise 22.5 Abruzzo 23.1 Lazio 23.6 Liguria 25.7 Trento 29.0 Marche 29.0 Emilia Romagna 33.4 Lombardia 33.5 Veneto 35.5 Umbria 35.8 Friuli 39.4 Toscana 50.4 Valle d Aosta 59.7 Bolzano 82.5 Pavia 19.3 Como 23.3 Mantova 27.5 Milano 28.6 Lodi 30.8 Sondrio 37.5 Cremona 37.7 Lecco 39.0 Brescia 42.0 Varese 42.6 Bergamo 48.2 Rho 9.7 Magenta 10.5 Carate Brianza 10.5 Cinisello Balsamo 11.5 Legnano 12.3 Vimercate 17.3 Cuggiono 18.5 Desio 19.7 Bollate 20.0 San Donato 21.0 Abbiategrasso 29.2 Giussano 29.6 Melzo 30.8 Garbagnate 32.1 Cernusco 32.8 Milano 34.9 Sesto 33.7 Rozzano 38.9 Paderno Dugnano 40.7 Monza 47.1 Vizzolo 50.6 FONTE: Progetto NPE (Agenas) 21

TAVOLA 14 3 100 95 90 85 80 75 70 65 60 55 50 45 La qualità dei servizi sanitari regionali non è strettamente correlata alla spesa pro-capite, anche a causa di inefficienze e sprechi Tac effetuate entro 60 giorni dalla richiesta Percentuale Campania Piemonte Liguria Friuli Lombardia Molise Basilicata Toscana Marche Calabria Puglia Veneto Emilia Romagna Sicilia Abruzzo Umbria Sardegna Lazio Bolzano Valle d Aosta Performance positiva Performance negativa 1.500 1.750 2.000 2.250 2.500 Spesa sanitaria per capita,2011 FONTE: Ministero dell'economia e delle Finanze; Ministero della Salute Rapporto Nazionale di Monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza Anni 2007-2009 22

TAVOLA 15 3 I costi amministrativi in difesa possono essere ridotti senza sacrificare la forza bellica Combattimento 2 Rapporto «tooth to tail» delle forze armate Percentuale Supporto al Combattimento 2 Altri doveri attivi 2 Norvegia 53 11 36 Kuwait 43 37 20 The Netherlands 39 21 41 Israel 38 6 56 Greece 37 6 57 Canada 34 10 56 Sweden 33 14 53 Japan 32 8 60 Taiwan 32 4 64 Cina 31 3 66 Sud Africa 29 11 60 UK 27 11 62 Arabia Saudita 27 9 64 Danimarca 23 13 64 Portogallo 23 10 67 Singapore 22 9 69 Spagna 21 21 58 Russia 21 7 72 India 20 5 75 Corea del Sud 19 13 68 Italia 19 8 73 Belgio 18 16 66 Germania 18 10 72 Brasile 18 5 77 Turchia 18 3 79 Polonia 16 9 75 Francia 16 8 76 USA 16 7 77 Svizzera 7 2 91 100% MEDIA 26 11 63 1 I valori potrebbero non sommare a cento per via delle approssimazioni 2 Combattimento: armamenti, fanteria, ricognizione e combattimento aereo. Supporto al combattimento: artiglieria, ingegneri e segnali. Altri doveri attivi: Funzioni generali e amministrative come HR, IT, contabilità etc. Personale di riserva non incluso Fonte: The Military Balance 2008, The international institute of strategic studies 23

Turkey Portugal Czech Republic Italy Spain Israel Belgium Greece France Germany UK (all) Netherlands Switzerland Sweden Denmark Finland TAVOLA 16 3 Benchmarking forze di polizia Dimensioni forza di polizia Personale per 100,000 abitanti 31% above OECD average 474 471 416 377 376 362 353 351 332 301 276 214 211 206 197 156 OECD average (298) Fonte: UNODC 24

TAVOLA 17 3 PISA PERFORMANCE VS. PUBLIC SPEND PER STUDENT 580 561 Excellent 560 540 520 500 480 460 440 420 400 380 Moldova Jordan Syria Philippin es Georgia Uruguay Algeria W. Cape El Salvador 471 Ghana Azerbaijan 380 Armenia Malaysia Romania Turkey Chile Colombia Mexico Tunisia Brazil 478 Croatia Slovak Rep Bulgaria Iran Oman Botswana 498 Argentina 383 Poland Latvia Lithuania 508 New Zealand Greece Malta Bahrain 456 Hungary Czech Republic Saudi Arabia 421 England Slovenia Australia Portugal Israel Kuwait 402 France Germany Netherlands Spain 485 Italy 488 Finland 541 533 Ontario 525 Singapore 520 522 Estonia Hong Kong South Switzerland Korea Japan Ireland Belgium Iceland Cyprus 464 USA Austria Luxembourg Sweden Denmark 489 498 Norway 470 Great Good Fair Poor 0 Morocco 361 0 1,000 1,000 2,000 2,000 3,000 3000 4,000 4,000 5,000 5,000 6,000 6,000 7,000 7,000 8,000 8,000 9,000 9,000 10,000 10,000+ Public spend per student PPP USD SOURCE: PISA 25

TAVOLA 18 4 La spesa per investimenti (pubblici e privati) in Italia è stata stabilmente superiore alla media UE Spesa pubblica in conto capitale/pil 2001-2010, percento 5,0 4,5 4,0 3,5 3,0 2,5 2,0 1,5 2001 02 03 04 05 06 07 08 09 Italia 4,1 Area Euro 3,8 2,9 Germania 2010 Investimenti fissi lordi (pubblici e privati)/ PIL 2005-2010, percento 21,5 21,0 20,5 20,0 19,5 19,0 18,5 18,0 17,5 17,0 16,5 0,5 0 2005 06 07 08 09 Italia 20,6 Area Euro 19,8 17,8 Germania 10 FONTE: Banca d Italia, Eurostat 26

TAVOLA 19 4 Livello investimenti in grandi opere superiore agli altri paesi europei ma con rendimenti inferiori Investimenti in trasporti/comunicazione 2000-2008, per cento del PIL 2,95 1,70 1,86 Francia Germania Italia % del PIL per 10.000 km di rete autostradale e ferroviaria 0,27 0,30 0,76 Efficienza per km inferiore agli altri paesi FONTE: P. Montanaro (Banca d'italia), con elaborazioni su dati OECD 27

TAVOLA 20 5 Il tessuto imprenditoriale italiano è largamente basato sulle PMI Peso delle PMI sul PIL Per cento, 2010 71 68 56 54 50 Italia Spagna Francia Germania UK FONTE: Eurostat, EU commission observatory on SMEs SBA factsheet, data 2010/2011 28

TAVOLA 21 5 e caratterizzato da un elevato ricorso al debito Leverage ratio imprese non finanziarie in Italia 1 2010, per cento Italia 1,7 1,2 1,0 1,0 Media UE 0,78 Micro 2 Piccole 3 Medie 4 Grandi 5 1 Debito finanziario/capitale proprio 2 <20 FTE, fatturato <2 EUR mln 3 <50 FTE, fatturato <10 EUR mln 4 <250 FTE, fatturato <50 EUR mln 5 >250 FTE, fatturato >50EUR mln FONTE: Cerved 29

2008-01 2008-02 2008-03 2008-04 2008-05 2008-06 2008-07 2008-08 2008-09 2008-10 2008-11 2008-12 2009-01 2009-02 2009-03 2009-04 2009-05 2009-06 2009-07 2009-08 2009-09 2009-10 2009-11 2009-12 2010-01 2010-02 2010-03 2010-04 2010-05 2010-06 2010-07 2010-08 2010-09 2010-10 2010-11 2010-12 2011-01 2011-02 2011-03 2011-04 2011-05 2011-06 2011-07 2011-08 2011-09 2011-10 2011-11 2011-12 2012-01 2012-02 2012-03 2012-04 2012-05 2012-06 2012-07 2012-08 2012-09 2012-10 2012-11 2012-12 TAVOLA 22 5 La crisi finanziaria ha ridotto l accesso al credito per le imprese italiane Prestiti alle imprese Variazione percentuale mensile, 2008-12 16 15 14 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0-1 -2-3 -4-5 -6 Germania Italia Europa 30

TAVOLA 23 5 In particolare, l accesso al credito per le PMI è diventato più difficile e costoso Richieste di credito da parte di PMI 2011 Percentuale di richieste approvate Variazione percentuale 2011-2010 Tassi di interesse sui prestiti alle imprese scadenza 1-5 anni importi <1 milione Euro (nuove operazioni) Dicembre 2012 Per cento 5,6 Italia 48-26,8 3,6-36% Media UE 62-5,6 Francia 79 +3,5 Germania 82 +3,6 Italia Germania FONTE: BCE Survey on small business access to finance, Aprile 2012, Banca d Italia, Bundesbank 31

Agenda Una doppia sfida: una crisi di crescita che viene da lontano e un emergenza di breve Priorità e possibili indirizzi per generare in 5 anni 2 punti di crescita di PIL Sostegno alla patrimonializzazione e al credito per le imprese 32

TAVOLA 24 Linee guida per la «nuova» formula economica Combattere senza compromessi la tassa sulla competitività: l inflazione nei servizi Più equità: Aumentare la fedelta fiscale Assicurare una distribuzione equa della spesa sociale Migliorare la produttività della spesa pubblica Ridurre la spesa, per quanto possibile, senza ridurre il livello di servizio per poter ridurre la pressione fiscale 33

TAVOLA 25 Aumentare strutturalmente il tasso di crescita: i temi da affrontare L inflazione dei servizi Fedelta fiscale Produttivita della spesa pubblica Investimenti e trasferimenti alle imprese. Ripensare «da zero»? Ossigeno alle imprese 34

TAVOLA 26 1 Lotta all inflazione delle tariffe Obiettivo: Riportare l aumento delle tariffe in linea con l inflazione e best practice Europee Aumento prezzi 2000-2011, per cento Acque scarico 67 Raccolta rifiuti 57 Assic. Auto Servizi medici paramedici Totale inflazione Italia 26 40 49 Trasporti ferroviari 48 Servizi finanziari 41 Germania 0 19 13 20 18 27 38 Linee di azione 1 2 3 Riorientare il sistema delle authority Favorire l apertura dei mercati Rivedere la regolamentazione Dare alle authority obiettivi espliciti di vigilanza e poteri di intervento sui prezzi in caso di scostamenti eccessivi Creare nuove authority in settori particolarmente sensibili (trasporti, rifiuti, infrastrutture) dove oggi mancano Proseguire la politica di apertura dei mercati e di rimozione dei vincoli alla concorrenza (ad es. separare il gestore della rete ferroviaria RFI dall operatore ferroviario Trenitalia, vendita di prodotti farmaceutici) Abolire/cambiare norme che creano costi aggiuntivi inutili (es. assicurazione) FONTE: ISTAT 35

TAVOLA 27 1 Ridurre il costo del RC Auto: Esempi di interventi normativi Reistituire la banca dati anti-frode Consentire alle compagnie assicurative di imporre carrozzarie convenzionate per la riparazione Alineare le tabelle di risarcimento morale in caso di morte / gravi danni ai valori tedeschi/francesi Ridurre il tempo massimo per la denuncia dei sinistri da 24 mesi a 3 mesi (come da prassi europea Investimenti e trasferimenti alle imprese. Ripensare «da zero»? Creare trasparenza sui prezzi effettivi praticati 36

TAVOLA 29 2 Per aumentare la fedelta fiscale serve adottare una strategia di prevenzione Obiettivo: 30-35 m.di di euro di emersione sommerso Evasione fiscale Miliardi di euro Italia Oggi 150 Obiettivo di colmare il 50% del gap pari a 30-35 m.di di evasione recuperata Gap di 60-70 Miliardi 80-90 Italia con evasione nella media EU Linee di azione 1 2 3 Utilizzo tecnologie per maggiore trasparenza Riorganizzazione degli organismi di investigazion e e esazione Stretta all elusione Pagamenti tracciabili: 500 per l uso contante, strumenti di pagamento elettronici obbligatori, specie per i professionisti diffusione di sistemi di pagamento con il cellulare e contactless Dichiarazione patrimoniale: creazione di stato patrimoniale del cittadino, monitoraggio variazioni e scostamento da redditi dichiarati Fattura elettronica per i pagamenti tra aziende e con la PA Revisione struttura organizzativa, di coordinamento e controllo tra GdF, Ag.dE, Equitalia Investimenti in dotazione tecnologica, qualificazione del personale Revisione dei meccanismi di incentivi Da approfondire linee d azione operative 37

TAVOLA 30 2 Una redistribuzione dei proventi derivanti da maggior fedelta fiscale a favore dei contribuenti a basso reddito darebbe un impulso ai consumi Impatti Distribuzione di ~30-35 m.di Euro del totale evasione recuperata: A favore di 27 milioni di contribuenti a basso reddito 1 Attraverso maggiori detrazioni mensili in busta paga -52% di imposte sui redditi bassi 1 + 10 m.di di maggiori consumi Imposta 2 media annua 1 EUR Pari ~90 euro di detrazioni media mensile 2.100 1.000-52% Oggi A regime Propensione al consumo per fascia di reddito 2010, % del reddito disponibile ~100 ~63 +35 pp Impatto atteso di circa 0.5 punti di PIL addizionale da maggiori consumi 1 Pensionati e lavoratori dipendenti con redditi <30.000 euro 2 Al netto di contributi sociali < 30 K > 60 K Il trasferimento di reddito da fasce più abbienti a più deboli genera maggiori consumi FONTE: Analisi su dati ISTAT, Banca d Italia 38

TAVOLA 31 2 E possibile ridurre la pressione fiscale sulle fasce di reddito mediobasso da subito! 1. La riduzione dell IRPEF sulle fasce di reddito medio-basse va avviata subito. 2. E possibile ridurre l IRPEF di 50 euro al mese da subito su tutti i lavoratori dipendenti (o assimilabili) con redditi netti inferiori a 2000 euro al mese. 3. L operazione richiede circa 8-10 miliardi di euro reperibili da subito in due modi: 1. Messa in vendita immediata di tutte le case popolari agli inquilini a prezzo di favore stabilito nazionalmente. Si stima che il valore complessivo delle case popolari supera i 30 miliardi. La misura lascerebbe nelle casse dei comuni una parte del ricavato (20-40%), utilizzando il resto per la riduzione deil IRPEF sulle fasce di reddito medio basse 2. Utilizzare la CdP per pagare una quota della spesa in conto capitale, creando uno spazio di manovra di pari misura per una riduzione delle tasse 4. Queste misure straordinarie saranno sostituite dal 2014 dal gettito fiscale atteso dalle azione di prevenzione dell evasione descritte nella pagina precedente 39

TAVOLA 32 3 Serve un nuovo approccio al miglioramento di efficienza della P.A. DA Tagli ai trasferimenti A Miglioramento della produttività Blocco del turnover Blocco dei contratti P.A. Piani industriali Tagli lineari 40

TAVOLA 33 3 Un programma di razionalizzazione della PA può essere articolato su sette componenti chiave 3 4 Ruolo abilitante dell ICT Approccio piano industriale 1 Obiettivi economicofinanziari 7 2 Obiettivi operativi coerenti Meccanismi di gestione della performance Piani di razionalizzazione industriale Costi esterni Costi di personale 5 6 Gestione risorse umane Centrale acquisti comune 41

TAVOLA 34 3 Fattori chiave di successo Coinvolgere e motivare Gestire riforme dal vertice, con persistenza ed energia Definire una vision della trasformazione complessiva e convincente Dimostrare velocemente l impatto delle riforme sia per i cittadini che per i funzionari statali (progetti pilota, quick wins) Consentire alle strutture di tenere una parte dei risparmi Assicurare trasparenza ed affidabilità Costruire competenze Fare leva sull opinione pubblica ad ogni stadio della trasformazione (definire priorità, sessioni di Progress Review, valutazione dell impatto) Strutturare un dialogo sulla performance per allineare tutti gli stakeholder importanti Usare peer review e trasparenza per smuovere i Ministeri e le amministrazioni Riconoscere che la trasformazione non è operatività ordinaria ma richiede esperienza e competenze particolari Investire in programmi di sviluppo di competenze: leader della trasformazione, manager di progetto, membri di delivery unit 42

TAVOLA 35 3 Opportunita di miglioramento produttivita centralizzando strutture di supporto: esempio prefetture ILLUSTRATIVO Da un modello di Prefettura indifferenziato ( Tutte fanno tutto ) Prefetture A un modello maggiormente accentrato e differenziato sul territorio Prefetture «capo» Presidi Periferici Attività funzionali (aree 1-5), servizi comuni e uffici a supporto presenti in ciascuna Prefettura, indipendentemente dalle dimensioni del bacino di utenza Differenziazione basata esclusivamente sulle dimensioni della Prefettura (16 archetipi) Prefetto in ogni provincia ma: - Attività con forti benefici di scala e meno legate al territorio specifico accentrate e gestite in 20-30 Prefetture (ad esempio una/due per regione) - Mantenimento in loco delle attività legate al controllo del territorio (es., presidio criminalità) ma non all erogazione di servizi di tipo amministrativo che vengono invece centralizzati nelle Prefetture 70-80 Presidi Periferici FONTE: Ipotesi di studio 43

TAVOLA 36 3a Opportunità di ottenere significativi risparmi nella sanità e allo stesso tempo migliorare la qualità del servizio STIME PRELIMINARI Linee di azione 1 Migliore efficienza/ efficacia ospedali Aumento di produttività delle strutture erogatrici in linea con le esperienze delle best practice internazionali (es. Ospedale Lione) e nazionali Risparmi attesi M.di Euro ~3-4 2 Standardizzazione protocolli diagnostica e terapeutica al top quartile del Paese Allineamento delle performance relative a ricoveri, diagnostici e terapeutici ~4-5 3 Gestione delle cronicità Riorganizzazione dei servizi sanitari con cura a domicilio su malati cronici: focus su diabete, scompenso cardiaco e BPCO, adottando programmi di disease management internazionali ~2-3 4 Efficienza acquisti apparati medicali e farmaci FONTE: Stime applicando esperienza internazionale Allargamento perimetro CONSIP Centri d acquisto regionali (e best practice-sharing intra-regionale) Tavolo sovraregionale per definizione parametri di acquisto ~1 Totale 10-12 44

TAVOLA 37 3a Razionalizzazione della spesa sociale Spesa per l assistenza sociale 2010, miliardi di Euro Non autosufficienza e handicap 1 Sostegni familiari Contrasto povertà Altri servizi locali Altre spese 30,4 16,8 16,8 6,6 3,2 Principali criticità Spesa mal coordinata, inefficiente e iniqua 30 m.di spesi in modo non coordinato tra INPS (16), Sanità (12), e Comuni (2) Bassa copertura dei bisogni (<50%) Copertura iniqua: 58% degli assegni di accompagnamento va ai 50% più ricchi Bassa efficienza: assegni INPS alimentano 1 milione di badanti con un modello dispersivo (1 badante per 1 anziano) Totale 73,8 1 Include indennità di accompagnamento (12 m.di) spesa sociale sanitaria (12 m.di), pensioni (4.m.di), servizi dei comuni (2 m.di) 45

TAVOLA 38 3a Nuovo modello per la gestione della non autosufficienza e invalidità: per discussione Linee di azione Spesa mal coordinata, inefficiente e 1 Riorganizzare iniqua Linee guida: la spesa Accorpare: 30 m.di spesi mettere in modo in un non unico coordinato contenitore pubblica di organizzativo tra INPS (16), e Sanità giuridico (12), le risorse e Comuni di oggi welfare disperse (2) tra INPs, comuni e regioni Riprioritizzare: Bassa copertura modulare dei bisogni gli interventi (<50%) sui bisogni reali Copertura e disponibilità iniqua: 58% economica degli assegni dei soggetti di accompagnamento va ai 50% più Decentrare: più vicino al territorio per aumentare ricchi l efficacia Bassa efficienza: assegni INPS Il nuovo alimentano soggetto 1 milione gestore di delle badanti spese con di welfare dovrebbe un modello avere dispersivo una massa (XXX) critica minima di 50-100 mila persone e potrebbe essere governato dai comuni, consorzi di comuni, o in condivisione comuni-asl 2 Rimodulare Rimodulare l offerta a vantaggio di servizi a bassa e l offerta per media soglia di protezione, capaci di rivalorizzare le renderla più risorse dell individuo, della sua famiglia e della incisiva società (ad es. un anziano non autosufficiente non necessita di una badante 24 ore al giorno, ma è sufficiente fornire pasti, qualche ora di servizio a domicilio e telesoccorso in caso di emergenze) 46

TAVOLA 39 3b Facility Management (es. manutenzioni e pulizie) 1 Iniziative trasversali Esempio gestione patrimonio immobiliare Un battente di spesa importante per la gestione del patrimonio Costi di gestione del patrimonio immobiliare PA, 2010 Milioni di Euro Utenze (es. riscaldamento, illuminazione) 2 Oneri di occupazione degli spazi (es. affitti, spese di proprietà) 3 10,7 7,4 2,3 Totale 20,4 con inefficienze in alcune aree Spese di Facility Management 1 per unità di superficie, 2010 Euro al metro quadro ~36 Pubblica Ammministrazione Costo energetico 2 medio annuo, 2010 Euro al metro quadro ~24 Area lorda allocata per FTE, 2010 Metri quadri per addetto -13% -24% ~32 ~28 Banche Altri nel settore terziario Media altri settori ~25-6% -38% -70% Media PA ~40 Classe E ~15 Classe C Valori tipici altri edifici ~21 ~8 Classe A -47% Ottimizzazione degli spazi Definizione e rigorosa implementazione delle policy di occupazione degli spazi Incremento dell efficienza strutturale degli immobili Ottimizzazione della spesa in Facility Management Riduzione dei costi unitari relativi a: Manutenzioni ordinarie e straordinarie Pulizie Ristrutturazione immobili ai fini di risparmio energetico Riduzione dei costi unitari relativi a: Condizionamento degli ambienti Illuminazione e leve di miglioramento che possono portare risparmi significativi Potenziale riduz. costi a regime Milioni di euro ~2.000 700-900 1 500-600 1 P.A. 3 Media settore terziario Totale >3.000 47

TAVOLA 40 4 Ripensare «da zero» gli investimenti e i trasferimenti alle imprese (80-90 miliardi all anno) Scelte politiche Contributi a pioggia vs. Scommesse su pochi interventi Interventi automatici (es. Crediti d imposta) vs. Scelte Priorità, ad esempio: Agevolare l accesso al credito delle PMI Settori strategici : turismo, agroalimentare Grandi opere vs. Piccole opere urbane Migliorare la produttività Come allineare le grandi opere ai costi europei? 48 4

TAVOLA 41 4 Spostamento investimenti verso piccole opere e aree più produttive Ritorno economico di investimenti in piccole vs grandi opere (>1 miliardo) Per cento Ritorno piccole opere doppio vs. grandi opere 0.2% di crescita addizionale trasferendo 20 Mld d investimento verso le piccole opere 1 Include spese in opere genio civile, spese stradali da amm. centrale e 25% opere stradali gestite da amm. locali 49

TAVOLA 42 4 Migliorare la produttività delle grandi opere Linee di azione Co-partecipazione al finanziamento delle amministrazioni locali che beneficiano degli investimenti per evitare il fenomeno tanto paga Roma (es. modello già esistente in California) Messa in competizione di proposte di investimento alternative (al livello nazionale, regionale o locale) valutate sulla base dei rapporti costi benefici in un processo trasparente. Una commissione di esperti terzi nazionali ed internazionali fornisce un parere indipendente sui costi, rischi vantaggi e svantaggi delle diverse proposte Misure per combattere la lievitazione dei costi: Si contrattano solo lotti funzionali di grandi opere (cioè che hanno di per se qualche utilità funzionale per gli utenti), e non lotti costruttivi. Si contratta a corpo (ciò richiederà cambiamenti normativi) 50

Misure a breve Misure strutturali (realizzazione su 5 anni) TAVOLA 43 Possibile impatto sulla crescita 1 2 3 Lotta all inflazione dei servizi Aumentare la fedeltà fiscale Aumentare la produttivita della spesa pubblica Obiettivo Aumento delle tariffe in linea con il tasso di inflazione Riduzione della metà del gap di fedeltà fiscale vs. Europa Un mix di aumento livello di servizio e riduzione di spesa Linee d azione Riorientare l attività delle authorities al controllo della dinamica dei prezzi Favorire l apertura di mercati rimuovendo barriere di ingresso e vincoli alla concorrenza Rivedere la regolamentazione per abolire norme che creano costi aggiuntivi inutili Recuperare 25-30 miliardi di evasione fiscale attraverso: Utilizzo delle tecnologie per maggiore trasparenza Stretta all elusione fiscale Riorganizzazione degli organismi preposti alle attività di investigazione e esazione Piani industriali per aumentare la produttivita : Per ministero/aree di attivita Per area funzionale (immobiliare. ICT..) Obiettivo riduzione di spesa di 4-6 miliardi all anno, senza riduzione del livello di servizio STIME PRELIMINARI Impatto atteso sulla crescita annuale entro 5 anni ~0,5% ~0,2% ~0,4% 4 Nuove priorità di investimento pubblico Aumento del 25% della produttività degli investimenti Riallocare 20-30 m.di d investimenti verso settori a maggior ritorno per il paese (e.g. turismo e piccole opere) Allineare i livelli di efficienza delle spese in grandi opere vs. altri paesi ~0,3% 5 Facilitare l accesso al credito per le PMI e aumentare la Sostegno alla crescita privata e del credito alle imprese Aumentare investimenti delle PMI, aumentando la loro liquidità e le possibilità d accesso a investimenti pubblici liquidità disponibile a tassi competitivi Sbloccare debiti della P.A. Promuovere la patrimonializzazione delle imprese Promuovere investimenti privati in infrastrutture pubbliche ~0,6% Fino a 2 punti di crescita addizionale 51

Agenda Una doppia sfida: una crisi di crescita che viene da lontano e un emergenza di breve Priorità e possibili indirizzi per generare in 5 anni 2 punti di crescita di PIL Sostegno alla patrimonializzazione e al credito per le imprese 52

TAVOLA 44 5 Sostegno alla patrimonializzazione e al credito per le imprese Obiettivo Dare uno stimolo agli investimenti privati di breve delle PMI agendo su: accesso al credito, aumento mezzi propri accesso a opportunità d investimento in infrastrutture pubbliche Recuperare 50 Miliardi di investimenti privati su 5 anni per riportare il loro contributo al PIL al livello pre-crisi (2007) Misure a breve Linee di azione a b c d Facilitare l accesso al credito per le PMI Sbloccare i debiti della P.A. Promuovere patrimonializzazione delle imprese Promuovere investimenti privati in infr. pubbliche Potenziare il sistema dei fondi di garanzia del credito Velocizzare l attuazione del D.L 35 e valutare l estensione oltre 40 miliardi Patrimonializzazione delle PMI attraverso incentivi fiscali per utili reinvestiti e nuovo capitale Sostegno della capitalizzazione delle imprese italiane da parte di fondi pensione e assicurazioni Agevolazione del project financing / project bond per «piccole opere» 53