IL PANORAMA NORMATIVO IN AGRICOLTURA BIOLOGICA Con il contributo di: Dipartimento 7 Agricoltura e Risorse Agroalimentari AIAB CALABRIA Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Calabria cofinanziato Feasr Regolamento (CE) n. 1698/2005 Misura 111 azione 3 nell ambito del progetto InformaBio Campagna di sensibilizzazione e informazione sul biologico per gli addetti del mondo agricolo
LE PRINCIPALI NORMATIVE COMUNITARIE SULL AGRICOLTURA BIOLOGICA I PRINCIPI GENERALI DELL AGRICOLTURA BIOLOGICA LA SALVAGUARDIA DEL SUOLO SECONDO I CRITERI DELL AGRICOLTURA BIOLOGICA LA REGOLAMENTAZIONE EUROPEA SULLA ZOOTECNIA BIOLOGICA IL REGOLAMENTO CE N. 710/2009 SULL ACQUACOLTURA BIOLOGICA LA RECENTE NORMATIVA SULLA VITICOLTURA BIOLOGICA LOGO ED ETICHETTATURA: INDICAZIONI PREVISTE DALLA NORMATIVA CONTROLLO E CERTIFICAZIONE GLI ORGANISMI DI CONTROLLO ITALIANI 2
LE PRINCIPALI NORMATIVE COMUNITARIE SULL AGRICOLTURA BIOLOGICA Questo opuscolo intende divulgare le linee guida sulle normative concernenti il metodo di agricoltura biologica nonché quelle ad esse connesse per affrontare correttamente la gestione di un azienda bio, valorizzando, allo stesso tempo, le potenzialità dell agroecosistema in cui si opera. L agricoltura biologica è una attività sottoposta a regolamentazioni pubbliche fin dal 1991, con il Regolamento CE N. 2092 del 24 giugno. Da allora la normativa del settore è stata aggiornata al fine di assicurare una maggiore attenzione non solo ai metodi agricoli e alle pratiche di allevamento, ma anche alla preparazione e alla trasformazione dei prodotti, alla loro distribuzione e pubblicizzazione sul mercato. La normativa sul biologico disciplina infatti tutte le fasi della filiera, a partire dalla produzione primaria di un prodotto biologico fino al magazzinaggio, alla trasformazione, al trasporto, alla vendita o fornitura al consumatore finale, incluse le operazioni di etichettatura, la pubblicità, le attività di importazione e di esportazione. Regola inoltre il sistema di controllo e la certificazione della filiera del biologico, negli ultimi anni estesa anche alla produzione di vino, agli allevamenti ittici e alla coltivazione di alghe. Rimangono esclusi dalla legislazione europea i prodotti derivati dalla caccia e dalla pesca. Attualmente le norme vigenti riguardano ogni operatore che esercita attività per conto proprio, o presso terzi (subappalto), in qualunque fase della produzione, preparazione e distribuzione relativa ai prodotti, ad esclusione della ristorazione collettiva. Il quadro della normativa presta inoltre attenzione alla sostenibilità del metodo biologico, nel pieno rispetto della salvaguardia della biodiversità. Il concetto di sostenibilità, connesso al metodo biologico, è infatti ribadito su tutte le principali normative europee che regolamentano il settore: Regolamento (CE) N. 834/07 del Consiglio del 28 Giugno 2007 relativo alla produzione biologica e all etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il regolamento (CEE) n. 2092/91. Regolamento (CE) N. 889/2008 della commissione del 5 settembre 2008 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio relativo alla produzione biologica e all etichettatura dei prodotti biologici, per quanto riguarda la produzione biologica, l etichettatura e i controlli. Regolamento (CE) N. 1235/2008 della commissione dell 8 dicembre 2008 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) N.834/2007 del Consiglio per quanto riguarda il regime di importazione dei prodotti biologici da Paesi Terzi. Regolamento (CE) N. 710/2009 della commissione del 5 agosto 2009 che modifica il regolamento (CE) N. 889/2008 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) N.834/2007 del Consiglio per quanto riguarda l introduzione di modalità di applicazione relative alla produzione di animali e di alghe marine da acquacoltura biologica. Regolamento di Esecuzione (UE) n. 2003/20012 della commissione dell 8 marzo 2012 che modifica il regolamento (CE) 889/2008 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) N.834/2007 del Consiglio in ordine alle modalità di applicazione del vino biologico. IL PANORAMA NORMATIVO IN AGRICOLTURA BIOLOGICA 3
I PRINCIPI GENERALI DELL AGRICOLTURA BIOLOGICA L agricoltura biologica è un metodo di produzione definito dal punto di vista legislativo sia a livello comunitario, attraverso i Regolamenti CE 834/07 e 889/08, sia livello nazionale con il D.M. 18354/09. Queste norme mirano a delineare i caratteri peculiari del metodo biologico, inteso come un sistema di produzione agricola che punta ad offrire al consumatore prodotti sani e genuini, ottenuti nel rispetto della salvaguardia della biodiversità. L azienda agricola biologica è infatti concepita come un unico agro-eco-sistema nel quale l attività dell uomo si inserisce utilizzando tecniche rispettose della fertilità del suolo, delle singole colture, degli animali e dell equilibrio ambientale. Tali tecniche escludono l impiego di concimi, fitofarmaci, medicinali veterinari chimici di sintesi e gli Organismi Geneticamente Modificati (OGM). L agricoltura biologica si fonda, infatti, su principi e pratiche regolamentati dalla normativa per minimizzare l impatto umano sull ambiente, permettendo al sistema agricolo di operare nel modo più naturale possibile. Le pratiche agricole biologiche consentite dalla legislazione vigente includono: La rotazione delle colture per un uso efficiente delle risorse locali. Ristretto uso di pesticidi e fertilizzanti sintetici, limitato impiego di antibiotici nell allevamento degli animali, di additivi e coadiuvanti negli alimenti. Il divieto di organismi geneticamente modificati (OGM). L uso efficace delle risorse del luogo, come per esempio l utilizzo del letame per fertilizzare la terra o la coltivazione dei foraggi per il bestiame all interno dell azienda agricola. La scelta di piante ad animali che resistono alle malattie e si adattano alle condizioni del luogo. Allevamento degli animali a stabulazione libera, all aperto, nutrendoli con foraggio biologico. Pratiche di allevamento appropriate per le differenti specie di bestiame. Agricoltura Biologica significa sviluppare un modello di produzione che eviti lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, in particolare del suolo, dell acqua e dell aria, utilizzate piuttosto come risorse all interno di un modello di sviluppo sostenibile, capace quindi di perdurare nel tempo. Per quanto riguarda i sistemi di allevamento, la normativa pone massima attenzione al benessere degli animali. Obbliga quindi l allevatore a nutrire i propri animali con erba e foraggio biologico, vietando l uso di antibiotici, ormoni o altre sostanze che stimolino artificialmente la loro crescita e la loro produzione di latte e di carne. Le aziende agricole sono tenute ad avere ampi spazi per consentire agli animali di muoversi e pascolare 4
liberamente, garantendo ogni forma di attenzione che favorisca il benessere degli allevamenti. L agricoltura biologica è anche parte di una filiera che comprende la produzione, la trasformazione degli alimenti, la distribuzione e la vendita al consumatore finale. Ogni passaggio di questa catena deve operare nel rispetto di specifici regolamenti comunitari, tutelando gli ecosistemi e le specie animali che li popolano. Lungo tutta la filiera opera il controllo degli Organismi di Certificazione che garantiscono l osservanza delle regole stabilite. LA SALVAGUARDIA DEL SUOLO SECONDO I CRITERI DELL AGRICOLTURA BIOLOGICA I benefici dell agricoltura biologica si evidenziano in diversi ambiti, tra cui la protezione dell ambiente e la vitalità dei suoli. Il metodo agricolo biologico opera in modo da rispettarne il terreno, considerato una delle risorse naturali più importanti. E cura di ogni operatore controllare se le proprie attività interferiscono con la fertilità e la composizione del suolo. I contenuti di materia organica nei terreni coltivati con il metodo biologico sono più elevati, grazie alle concimazioni organiche (reflui degli allevamenti, paglia, compost, sfalci, sovesci) ed alla rotazione delle colture. Tali pratiche sviluppano maggiormente anche l attività biologica del suolo: i suoi organismi viventi (lombrichi, funghi, insetti di superficie) sono infatti più numerosi, diversificati e più attivi. Il ricorso ai concimi compostati e a specifiche tecniche di coltivazione permettono inoltre di ridurre le perdite di carbonio contribuendo alla riduzione dei gas che provocano l effetto serra. Non meno importanti sono le iniziative, anche di tipo commerciale, messe in atto per diminuire i consumi di energia. Anche la salvaguardia del paesaggio e della diversità agricola è tenuta in considerazione dalla normativa che regola i principi dell agricoltura biologica; infatti la cura che gli agricoltori biologici pongono nelle loro pratiche, rispecchia anche la gestione ambientale delle aziende stesse. Recupero e conservazione di siepi, boschetti, piccoli specchi d acqua, piantumazione di alberi e siepi concorrono a tutelare quella biodiversità da cui l agricoltore bio sa di poter trarre solo vantaggi, per sé stesso e per l ambiente. Inoltre, dove possibile, gli agricoltori biologici utilizzano metodi meccanici e fisici per la coltivazione del suolo per ottenere miglioramenti nella composizione del terreno. In altre parole, gli agricoltori biologici tengono sotto controllo le erbe infestanti estirpandole, piuttosto che utilizzando erbicidi, aiutando IL PANORAMA NORMATIVO IN AGRICOLTURA BIOLOGICA 5
così a mantenere viva la biodiversità sia sopra che sotto il terreno. Tra le pratiche utilizzate dagli agricoltori biologici per migliorare la qualità del terreno e difendere in modo sostenibile le coltivazioni troviamo: L utilizzo di un ampio piano di rotazione delle colture, impiegate per interrompere il ciclo dei parassiti e delle erbe infestanti, permettendo al terreno di incrementare nutrimenti utili. Le leguminose come il trifoglio, per esempio, fissano l azoto dall atmosfera nel suolo. L uso di fertilizzanti organici a base di letame per migliorare la struttura del terreno e prevenire l erosione del suolo. Severa restrizione nell uso di fertilizzanti chimici e fitofarmaci per evitare cambiamenti delle proprietà del suolo e la dipendenza da input esterni. L adozione del pascolo turnato per evitare un eccessivo sfruttamento del terreno. La coltivazione di piante da sovescio per la copertura del suolo dopo il raccolto per prevenire fenomeni di erosione del terreno e la perdita di sostanze nutritive. Piantumazione di siepi e prati per prevenire l erosione del suolo e la perdita di sostanze nutritive 6
LA REGOLAMENTAZIONE EUROPEA SULLA ZOOTECNIA BIOLOGICA La nuova regolamentazione europea sull agricoltura biologica fa direttamente riferimento alle pratiche di zootecnica in diversi punti, includendo anche tutti quegli aspetti concernenti la formazione del personale che si occupa degli animali e che dovrebbe avere l esperienza necessaria per garantire la salute degli allevamenti. L applicazione delle normative di settore assicura una sana esistenza agli animali allevati, in linea con i principi etici del metodo biologico. All interno di questo concetto sussistono pratiche comuni, tra le quali: Accesso permanente all aria aperta; Cibo appropriato ai bisogni nutrizionali e comportamentali; Divieto della catena o dell isolamento; Giacigli e stalle adeguate; Basso carico di bestiame; Limitare i tempi di trasporto. IL PANORAMA NORMATIVO IN AGRICOLTURA BIOLOGICA 7
IL REGOLAMENTO CE N. 710/2009 SULL ACQUACOLTURA BIOLOGICA Il cammino legislativo relativo all acquacoltura biologica è partito ufficialmente nell Agosto del 2009, con il regolamento CE N. 710. In esso si stabiliscono i principi basilari per certificare e allevare, con tecniche biologiche, pesci d acqua dolce e d acqua salata, gamberi e altri molluschi, nonché coltivare alghe e piante acquatiche. Le nuove norme europee sull etichettatura degli alimenti biologici che riguardano l acquacoltura stabiliscono condizioni concernenti gli ambienti di produzione acquatico, che devono essere rispettate in tutta l Unione Europea. Impongono inoltre la separazione di unità biologiche e non biologiche e indicano condizioni specifiche per il benessere degli animali, compresa la densità massima degli stock (un indicatore misurabile del benessere degli animali). Parallelamente agli altri regolamenti, anche le norme in materia di acquacoltura stabiliscono il rispetto della biodiversità, il divieto di indurre la riproduzione utilizzando ormoni artificiali, obbligando l impiego di mangimi biologici integrati da prodotti ittici, provenienti da attività di pesca gestite in modo sostenibile. 8
LA RECENTE NORMATIVA SULLA VITICOLTURA BIOLOGICA Fino a qualche anno fa sul mercato poteva essere disponibile unicamente del vino da uva da agricoltura biologica. La Commissione UE ha lavorato in questi anni ad un regolamento per disciplinare anche le tecniche di vinificazione in linea con i principi del biologico, per fare in modo che possa essere commercializzato anche vino biologico. Il regolamento (UE) n. 203 /2012 stabilisce le norme per la produzione di vini biologici e tutto ciò che concerne la produzione biologica del settore vitivinicolo, definendo l utilizzo di prodotti e sostanze e delineando le pratiche enologiche consentite. Tale regolamento si applica dal 1 Agosto 2012. Da questo periodo in poi il vino prodotto secondo le sue norme può essere etichettato come vino biologico utilizzando il nuovo logo biologico UE. I vini prodotti prima di tale data possono essere etichettati biologici, a condizione che il produttore possa fornire la prova che il vino è stato prodotto secondo la nuova norma. Il vino biologico deve essere realizzato con ingredienti biologici. Le uve biologiche devono essere prodotte seguendo le norme di produzione agricola come stabilito nei regolamenti biologici (CE), n.834/2007 e 889/2008. Il nuovo regolamento del vino biologico prevede norme aggiuntive per le pratiche enologiche, per i processi, i trattamenti e le sostanze impiegate, come ad esempio additivi. Molte pratiche e sostanze utilizzate nella produzione convenzionale di cui al regolamento (CE) 1234/2007, 606/2009 e 607/2009 sono viste come non idonee per la produzione di vino biologico, per altre ci sono restrizioni e limitazioni specifiche date dal nuovo regolamento del vino biologico. E previsto, inoltre, che alcune sostanze di più diretta derivazione agricola, siano ottenute come materie prime biologiche se queste sono disponibili. IL PANORAMA NORMATIVO IN AGRICOLTURA BIOLOGICA 9
LOGO ED ETICHETTATURA: INDICAZIONI PREVISTE DALLA NORMATIVA Il logo biologico e il sistema di etichettatura hanno il compito di assicurare al consumatore che i prodotti in commercio sono ottenuti, seguendo in tutti i dettagli la Regolamentazione europea sull agricoltura biologica, o nel caso di prodotti importati, secondo regole equivalenti. A partire dal 1 luglio 2010 l uso del nuovo logo è diventato obbligatorio per tutti i prodotti biologici realizzati nel rispetto della normativa comunitaria. Il logo dell UE per i prodotti biologici consente di rendere maggiormente riconoscibili tutti i prodotti biologici europei, migliorandone l impatto comunicativo e rendendo evidenti le garanzie di qualità che il metodo biologico offre ai consumatori. Di seguito alcune brevi indicazioni previste dalla normativa ed utili per imparare a leggere un etichetta bio. Va inoltre precisato che per i prodotti trasformati il riferimento biologico può essere riportato: 10 a) direttamente nella denominazione di vendita (nome del prodotto), purché gli alimenti trasformati siano stati prodotti conformemente alla normativa e almeno il 95% in peso degli ingredienti di origine agricola sia biologico; b) per prodotti con meno del 95 % di componenti bio, l indicazione dell origine biologica è consentita soltanto nell elenco degli ingredienti. Deve essere comunque indicata la percentuale totale di ingredienti biologici; c) nell elenco degli ingredienti e nello stesso campo visivo della denominazione di vendita, purché: Il principale ingrediente sia un prodotto della caccia o della pesca; Contenga altri ingredienti di origine agricola che siano tutti biologici; Gli ingredienti biologici utilizzati nella preparazione devono essere separati nel tempo e nello spazio dagli alimenti non biologici, non devono cioè essere contenuti insieme o provenire da un ingrediente non biologico e non contengano additivi non autorizzati. Se in etichetta è utilizzato il termine biologico o le relative abbreviazioni/derivazioni sopra citate, deve comparire il numero di codice dell organismo di controllo, il logo comunitario (per gli alimenti preconfezionati, obbligatorio dal 1 Luglio 2010) e
deve essere riportata l indicazione del luogo in cui sono state coltivate le materie prime agricole di cui il prodotto è composto: - Agricoltura UE, quando la materia prima agricola è stata coltivata nell Unione Europea; - Agricoltura non UE, quando la materia prima agricola è stata coltivata in Paesi Terzi; - Agricoltura UE/non UE, quando parte della materia prima agricola è stata coltivata nella Comunità e/o in un Paese Terzo). - Circa il codice identificativo dell organismo che controlla il produttore ed il prodotto, esso compare in etichetta sotto al logo comunitario. Deve essere, inoltre, costituito da una sigla identificativa dello Stato membro, da un termine che rinvia al metodo di produzione biologico e da un numero di riferimento stabilito dall autorità competente. Inoltre, in etichetta deve comparire il numero di codice dell operatore, che ha prodotto o effettuato la preparazione più recente del prodotto biologico, numero che viene attribuito allo stesso dall Organismo di Controllo. Così in etichetta, sotto al logo comunitario, troveremo una stringa come questa: Organismo di controllo autorizzato dal MIPAAF Operatore controllato n. IT BIO XXX XXX Accanto al logo europeo vanno riportate le indicazioni necessarie per identificare la nazione, il tipo di metodo di produzione, il codice dell operatore, il codice dell organismo di controllo preceduto dalla dicitura: Organismo di controllo autorizzato dal MiPAAF IT = CODICE ISO che identifica il biologico Italiano BIO = a seconda dei paesi può diventare ORG, EKO XXX codice numerico dell organismo di controllo Le indicazioni del luogo di origine delle materie prime agricole biologiche devono comparire nello stesso campo visivo del logo e sotto al codice identificativo dell organismo di controllo. IL PANORAMA NORMATIVO IN AGRICOLTURA BIOLOGICA 11
Il logo europeo può essere affiancato da loghi privati e da descrizioni e riferimenti testuali che descrivano l agricoltura biologica, purché tali elementi non mutino o vadano in contrasto con l art.58. Nel caso di loghi privati possono identificare il rispetto di disciplinari privati che hanno regole più restrittive rispetto al Reg. CE 834/07 e Reg.889/08. Un esempio è il marchio privato dei soci AIAB, su base volontaria, che viene apposto su prodotti che rispettano il disciplinare AIAB di riferimento che ha requisiti più restrittivi della regolamentazione comunitario Reg. (CE) 834/07: - l azienda garanziaaiab deve essere tutta condotta con metodo biologico (non è ammessa l azienda mista) - l azienda garanziaaiab deve lavorare solo materie prime ottenute in Italia e se zootecnica deve alimentare il bestiame solo con alimenti biologici (non sono ammesse le deroghe del Reg. (CE) 834/07) - l azienda garanziaaiab si impegna a prevenire, evitare e ridurre ogni forma di inquinamento e a favorire l impiego di risorse ed energie rinnovabili 12
Altri esempi europei di marchi supportati da disciplinari privati: Disciplinari che identificano situazioni e gestioni aziendali di eccellenza: In alcuni Paesi (es. Germania e Francia), a seguito di richiesta/registrazione all agenzia governativa competente, è ammesso l impiego di marchi nazionali per tutti gli operatori (anche stranieri) dotati di certificazione di conformità al Reg. CE 834/07: Ci sono poi marchi che si riferiscono a certificazioni aggiuntive rispetto al Reg.834 e Reg.889, e che identificano conformità a regolamenti diversi in atto in nazioni non UE, come gli Stati Uniti e il Giappone: IL PANORAMA NORMATIVO IN AGRICOLTURA BIOLOGICA 13
CONTROLLO E CERTIFICAZIONE Gli agricoltori, i trasformatori, gli importatori e tutti gli operatori della filiera rispettare la normativa specifica se vogliono utilizzare, nella commercializzazione del prodotto, le diciture, ed i riferimenti al biologico. Per assicurare che tutti gli operatori siano conformi a questa regolamentazione, è stato istituito un sistema di controllo. I controlli vengono effettuate in ogni anello della catena di produzione dell agricoltura biologica, ed è obbligatorio che ogni agricoltore, trasformatore o importatore che opera nella settore dell agricoltura biologica, sia soggetto ad ispezione almeno una volta all anno. Per questa funzione, ogni Stato Membro ha designato determinate autorità pubbliche e/o organismi di controllo privati che hanno il compito di eseguire le ispezioni. Tutti gli organismi e le autorità di controllo operano sotto la supervisione o in stretta collaborazione con le autorità centrali competenti degli Stati Membri. Gli organismi di controllo privati devono avere caratteristiche specifiche: Devono essere accreditati secondo i requisiti generali dell UE per gli organismi che gestiscono sistemi di certificazione di prodotti Devono essere approvati e supervisionati dalle autorità competenti degli Stati Membri Devono essere obiettivi di fronte alle argomentazioni degli operatori ispezionati. Gli Stati membri attribuiscono un codice di identificazione a ciascun organismo e autorità di controllo della filiera biologica a cui hanno concesso l autorizzazione ad operare sul proprio territorio. Tale codice figura sull etichetta di ogni prodotto biologico. Il codice di identificazione è la prova che il prodotto che acquistate è stato ispezionato dall organismo o dall autorità di controllo interessata, che garantisce che esso è stato prodotto e trasformato secondo la regolamentazione dei prodotti biologici. Quando su un prodotto viene apposto il logo dell UE per i prodotti biologici, esso deve essere obbligatoriamente accompagnato dal codice di identificazione dell organismo o dell autorità di controllo cui è soggetto l operatore che ha svolto l operazione di produzione o di preparazione più recente (vedi sopra BOX sull etichettatura). Sui prodotti importanti è obbligatorio riportare il codice di identificazione dell organismo o dell autorità di controllo solo se viene utilizzato il logo biologico UE. La Commissione europea è tenuta ad attribuire i codici di identificazione agli organismi e alle autorità di controllo che svolgono ispezioni al di fuori dell UE. 14
GLI ORGANISMI DI CONTROLLO ITALIANI Gli organismi nazionali che possono effettuare i controlli e la certificazione delle produzioni biologiche sono nove, questi sono riconosciuti con decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, e sono sottoposti a loro volta al controllo dello stesso ministero e delle regioni. Ecco i nomi e il loro codice identificativo: ABCERT Srl - Cod. Min. IT BIO 013 BIKO Kontrollservice Tirol - Cod. Min. IT BIO 001 - BZ (Autorizzato ad operare nella sola Provincia di Bolzano) BioAgriCert S.r.l. - Cod. Min. IT BIO 007 - (ex BAC) BIOS S.r.l. - Cod. Min. IT BIO 005 - (ex BSI) CCPB S.r.l. - Cod. Min. IT BIO 009 - (ex CPB) CODEX S.r.l. - Cod. Min. IT BIO 002 - (ex CDX) EcoGruppo Italia S.r.l. - Cod. Min. IT BIO 008 - (ex ECO) ICEA - Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale - Cod. Min. IT BIO 006 - (ex ICA) IMO Gmbh (Cod. Min. IT - BIO - 002 - BZ) - (Autorizzato ad operare nella sola Provincia di Bolzano) Q.C. & I. - Gesellschaft für kontrolle und zertifizierung von Qualitätssicherungssystemen GMBH (Cod. Min. IT - BIO - 003 - BZ) - (Autorizzato ad operare nella sola Provincia di Bolzano) QC S.r.l.- Cod. Min. IT BIO 014 SIDEL CAB S.p. a. (Cod Min. IT BIO 012 - ex SDL Suolo e Salute - Cod. Min. IT BIO 004 (non autorizzato ad esercitare il controllo e la certificazione sull attività di importazione da Paesi terzi di prodotti biologici) Valoritalia srl Cod. Min. IT BIO 015 (autorizzato ad effettuare l attività di controllo sulle produzioni agricole vegetali sia fresche che trasformate compreso il settore vitivinicolo) IL PANORAMA NORMATIVO IN AGRICOLTURA BIOLOGICA 15
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