Il soft power italiano: punti di forza e criticità Giorgio Alleva Presidente Istat L Italia, «potenza morbida»: gli strumenti culturali della nostra politica estera ISAG ISTITUTO DI ALTI STUDI IN GEOPOLITICA E SCIENZE AUSILIARIE 19 gennaio 2015
Le statistiche disponibili a livello internazionale e nazionale consentono di analizzare molti dei temi oggetto del convegno ed è essenziale che questi dati vengano utilizzati per orientare il dibattito e le politiche. In particolare: Patrimonio culturale e linguistico Attrattività turistica ed esportazioni culturali La produzione editoriale Spesa per cultura e per ricerca e sviluppo Brevetti Prodotti italiani nel mondo e marchi protetti Multinazionali Brain gain e brain drain Istruzione Contenuti
Il patrimonio culturale italiano Il patrimonio culturale italiano è tra i più ricchi del mondo: l Italia ha la maggiore concentrazione di siti riconosciuti come patrimonio dell umanità nella World Heritage List dell Unesco: in termini assoluti (con 50 siti l Italia precede la Cina, 47, e la Spagna, 44) e di densità (l Italia conta circa 16 siti per 100mila kmq, contro i circa 11 di Regno Unito e Germania). L Italia è una delle mete turistiche più importanti del mondo con 76,3 milioni di visitatori stranieri nel 2012, in aumento del 7,9% rispetto al 2008 e, secondo l UNWTO, si colloca al 5 posto tra le destinazioni turistiche internazionali dopo Francia, USA, Spagna e Cina. Fonte: Istat, Censimento dei Musei in collaborazione con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
L attrattività turistica I clienti negli esercizi ricettivi sono in aumento, in particolare nelle città d arte che accolgono il 45% dei clienti internazionali. Movimento dei clienti da paesi esteri negli esercizi ricettivi per tipo di località. Anni 2008-2013 (milioni) Nel 2013, gli istituti museali statali hanno registrato oltre 38 milioni di presenze, un milione in più rispetto all anno precedente. I visitatori stranieri si concentrano in pochi istituti: il 73% dei Musei dichiara di aver avuto meno di un quarto di visitatori stranieri. Musei/Istituti per quota di visitatori stranieri (valori stimati) Anno 2011 (%) Fonte: UN World Tourism Organization e Istat
La produzione editoriale italiana Nel 2013, l Istat ha censito circa 1.600 editori attivi che hanno pubblicato 61.966 titoli ed hanno stampato oltre 181 milioni di copie. La quota della produzione libraria italiana i cui diritti di edizione sono stati venduti all estero è del 2,2% delle opere (1.276 titoli), cui corrispondono 8,2 milioni di copie stampate. Sono invece oltre 11mila, pari al 18,8% del totale, le opere librarie pubblicate nel 2013 i cui diritti di edizione sono stati acquistati all estero. Tali titoli sono stati stampati in quasi 53 milioni e mezzo di copie, pari a circa il 30% della produzione del 2013. Fonte: Istat
La lingua italiana nel mondo La lingua italiana è la ventunesima più parlata nel mondo (circa 64 milioni di madrelingua, 120 parlanti in totale). È utilizzata in numerosi paesi, in tutti i continenti*. Il grafico mostra la posizione dell Italiano nella nuvola di tutte le lingue, rispetto al numero di utilizzatori (logaritmo, asse verticale) e punteggio EGIDS, che misura lo stato di sviluppo della lingua, pari a 1. Le lingue vive nel mondo: indice EGIDS e popolazione parlante come prima lingua Fonte: Ethnologue. Lewis et al. 2014 *Italia, Svizzera, Stati Uniti, Australia, Grecia, Canada, Francia, Germania, Belgio, Principato di Monaco, Argentina, Venezuela, Uruguay, Croazia, Slovenia, Eritrea, Etiopia, Somalia, San Marino, Città del Vaticano, Malta, Libia, Albania, Brasile, Austria, Paraguay.
La spesa per cultura Nel 2012, la spesa pubblica per la cultura ammonta a 5,2 miliardi di euro, la metà della Germania e un terzo rispetto alla Francia. In rapporto al Pil l'italia si colloca in penultima posizione tra i paesi europei. Spesa delle Amministrazioni pubbliche destinata alla cultura e ai servizi ricreativi - Anno 2012 (in percentuale del PIL) Fonte: Eurostat
La spesa per ricerca e sviluppo L Italia rappresenta il quarto paese in Europa per dimensione della spesa in Ricerca e Sviluppo. Tuttavia, la quota di spesa sul Pil nel 2012 è stata pari all 1,26%, ancora lontano dall obiettivo dell 1,53 previsto dalla Strategia Europa2020, e ancor di più da quello generale europeo del 3%. Spesa per ricerca e sviluppo totale - Anno 2012 (in percentuale del PIL) Fonte: Eurostat. (*) I dati del Pil qui considerati seguono il Sec 2010.
Brevetti L Italia si colloca al di sotto della media europea per intensità brevettuale. Punti di forza del modello italiano sono nel settore tessile e in quello dei bisogni quotidiani (Agroalimentare, salute, abbigliamento e tempo libero). Considerando i campi tecnologicamente più avanzati il gap più ampio tra Italia ed Europa è nell'hi-tech, quello più contenuto nelle biotecnologie. Brevetti nei paesi Ue - Anni 2005 e 2010 (per milione di abitanti) Fonte: elaborazioni Istat su dati Eurostat
I prodotti italiani nel mondo Registered Community Designs (RCD) Anni 2010-13 Il soft power passa anche per la riconoscibilità dei prodotti. L Italia è al secondo posto nella registrazione di prodotti di design industriale e... Registered TradeMarks, USPTO + Ohim 2010-13...ai primi posti per numero di marchi registrati. L Italia è inoltre il primo Paese per numero di riconoscimenti di prodotti agroalimentari di qualità (Dop, Igp e Stg) conferiti dall Unione europea. I prodotti riconosciuti sono 261 (al secondo posto la Francia con 208). Fonte: OCSE
L esportazione della cultura italiana L Italia è «esportatore netto di cultura», in questo campo ha recuperato i livelli pre-crisi. I divari territoriali sono importanti e penalizzano maggiormente le regioni del Mezzogiorno. Toscana e Veneto sono le regioni con le migliori performance. Import, Export e saldi di bilancia commerciale del sistema produttivo culturale italiano Anni 1992-2013 (milioni di euro) Propensione all export culturale* nelle regioni italiane - 2013 (%) Fonte: Elaborazioni Unioncamere su dati Istat *esportazioni del sistema produttivo culturale sul valore aggiunto dell economia
I prodotti italiani nel mondo La quota di mercato dell Italia sulle esportazioni mondiali di merci risulta pari al 2,8%. Germania, Francia e Stati Uniti si confermano nel 2013 i principali mercati di sbocco delle esportazioni nazionali, con quote pari, rispettivamente, al 12,4%, al 10,8% e al 6,9%. Tra i gruppi di prodotti manifatturieri in cui l Italia detiene nel 2013 le quote più elevate sulle esportazioni mondiali di merci (a) si segnalano: materiali da costruzione in terracotta (21%); pietre tagliate, modellate e finite (14,5%); cuoio conciato e lavorato, articoli da viaggio, borse, etc.. (13,9%); prodotti da forno e farinacei (13,6%). Fonte: Istat e Ice (a) Rapporto tra valore delle esportazioni italiane ed esportazioni mondiali. I dati sono provvisori.
Le imprese italiane nel mondo Sono 21.830 le affiliate di multinazionali italiane residenti all estero nel 2012. Queste impiegano quasi 1,7 milioni di addetti, realizzando un fatturato intorno a 546 miliardi di euro. Il numero di affiliate italiane all estero è più elevato nei servizi non finanziari (11.810 imprese) rispetto ai settori industriali (7.399), che mostrano tuttavia una maggiore rilevanza economica: 284 miliardi di fatturato e circa 922 mila addetti. In termini di addetti, i principali paesi di localizzazione delle controllate italiane all estero sono: Stati Uniti: 2.066 affiliate 225 mila addetti, Brasile: 667 affiliate 129 mila addetti, Germania: 1.442 affiliate 126 mila addetti, Romania: 3.237 affiliate 117 mila addetti, Cina: 894 affiliate 113 mila addetti. Fonte: Istat
Gli stranieri in Italia e brain gain L Italia, con quasi 5 milioni di stranieri, ospita attorno al 2% della popolazione mondiale residente all estero, il 12 paese per accoglienza. Secondo i dati OCSE l Italia occupa l undicesimo posto tra i paesi che attraggono studenti stranieri, accogliendo nel 2012 l 1,71% degli studenti stranieri nel mondo. La quota è in aumento rispetto all 1,19 del 2000 (16ma posizione). Distribuzione dei residenti stranieri per paese di destinazione (2010) Distribuzione degli studenti stranieri universitari per paese di destinazione (2012) Fonte: World Bank e OECD, Education at a Glance
Italiani all estero e brain drain Gli italiani all estero sono circa 4,5 milioni (cittadini iscritti all AIRE al 1 gennaio 2014). Le cancellazioni per trasferimenti all estero di cittadini italiani hanno raggiunto le 82 mila unità nel 2013, con un aumento del 20% rispetto all anno precedente. Il numero di laureati e dottori di ricerca italiani che vivono all estero è in continuo aumento: la quota di laureati sul totale degli espatriati è più che triplicata tra il 2001 e il 2013 (dall 8,3% al 30%). Motivi della scelta del paese di destinazione dei cittadini italiani laureati nel 2007 (percentuale) Fonte: Istat, Indagine sull Inserimento professionale dei laureati edizione 2011
Soddisfazione e brain drain Il grado di soddisfazione dei laureati che restano in Italia è inferiore a quello degli espatriati soprattutto per quanto riguarda le possibilità di carriera e il trattamento economico. Laureati italiani nel 2007, occupati nel 2010, per paese di residenza e soddisfazione per determinati aspetti del lavoro (valori percentuali). Fonte: Istat
Il nodo dell istruzione Nonostante i progressivi miglioramenti ottenuti negli anni, l Italia continua a scontare un importante ritardo rispetto al resto d Europa riguardo ai livelli di istruzione. La quota di diplomati è oltre 15 punti al di sotto della media UE, quelle dei laureati e di quanti si formano dentro le imprese è di quasi la metà. Gli abbandoni scolastici coinvolgono il 17% degli studenti e, benché in diminuzione, sono ancora lontano dall obiettivo europeo del 10% Principali indicatori di istruzione e formazione Anno 2013 (%) Fonte: Istat
Conclusioni L Italia possiede un patrimonio culturale imponente e rilevante su scala globale. Esso produce ricadute di tipo economico in termini di turismo, esportazioni culturali e riconoscibilità dei prodotti (Made in Italy), ma le potenzialità spesso appaiono non pienamente sfruttate. Benché il concetto di soft power di un paese sia di difficile delimitazione e di ancor più difficile misurazione, esiste sempre la necessità di dati e informazioni attendibili per individuare punti di forza e debolezza e per guidare le scelte di policy. A questo scopo è sempre possibile contare sull impegno dell Istat e di tutto il Sistan per la diffusione di dati aggiornati, in grado di misurare fenomeni complessi.
Grazie