UNIONE DEI COMUNI VALDERA
|
|
- Mariangela Fedele
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 UNIONE DEI COMUNI VALDERA VERBALE DELLA II COMMISSIONE PONTEDERA 04 GIUGNO 2015 All ordine del giorno ci sono 1. Regolamento per la disciplina del servizio pubblico non di linea NCC noleggio con conducente con autovettura. 2. Piano di protezione civile. Sono presenti i Consiglieri e il sindaco Francesca Brogi. Punto 1. Viene presentato dalla dott. Samuela Cintoli in contraddittorio con i consiglieri presenti, il regolamento per la disciplina de Regolamento per la disciplina del servizio pubblico non di linea NCC noleggio con conducente con autovettura E stato analizzati i regolamenti presenti nei vari comuni e ed è stato unificata la normativa. In sintesi vengono descritte la definizione del servizio, le condizione di esercizio, acquisizione delle autorizzazioni, il rilascio delle autorizzazioni, obblighi e diritti del conducenti, le modalità per lo svolgimento del servizio. Punto 2. Il Piano di protezione civile viene presentato dal geol. Andrea Sodi e arch. Massimo Parrini attraverso la presentazione allegata. Viene spiegato che coso significa il piano di protezione in forma associata, L R 67/03, attraverso la pianificazione associata con uno strumento e regolamento fluido. Viene spiegata iter del piano e le fasi di approvazione cartografia e allegati, la struttura del piano (territorio, lineamenti ed operatività). È stata data una descrizione del nostro territorio, la densità e abitanti, struttura territoriale. Le criticità e i Rischi della protezione civile : Alluvioni, Frane, terremoto, incendi eventi meteo e attività umane. Con particolarità vengono descritte il sistema di allertamento regionale con i codici verde, giallo, arancio, Rosso. Vengono esposte la forma della protezione civile, le competenze del Sindaco autorità di protezione civile, e la forma associata. I lineamenti strategici della pianificazione e il coordinamento operativo. La suddivisione in Centro Situazioni (CeSi unico) le unità di crisi (U.d.C Unione) il Centro Operativo (C.O. Intercumunale). In sintesi viene riassunto con un ideogramma il sistema integrato della protezione civile dell Unione Valdera come strumento dinamico, conoscitivo del territorio, di pianificazione unitaria coordinata e resiliente cioè uno strumento che individua la resistenza alle avversità ambientali e ad eventi estremi diventando argomento di conoscenza ed approfondimento. Presidente II Commissione Unione Valdera Arch. Luca Paparoni
2
3 UNIONE VALDERA SERVIZIO PROTEZIONE CIVILE E AMBIENTE PIANO DI PROTEZIONE CIVILE Presentazione piano da approvare in Consiglio dell'unione Valdera maggio 2015 presentazione a personale Comuni e Unione
4 Un po di storia. dal 2002: Centro Intercomunale della valdera Centro intercomunale del Basso valdarno Centro intercomunale Colline pisane e Pian della Tora Potenziamento (fuoristrada, rete radio e materiali ecc.) I Piani Intercomunali 2005 e 2009 Campagne informativa popolazione 2007 Nuova sede Ponsacco con Vigili del Fuoco Volontari l'unione dei Comuni 2011 Il Centro Situazioni unico dell'unione (DGU 58 del 8/7/2011), 2011 Formale Integrazione del Centro Intercomunale delle Colline Pisane ( DGU 111 del 23/12/2011 ), 2011 Costituzione di una rete radio intercomunale allargando quella esistente Accordo con INGV Ist.Naz. Geofisica e Vulcanologia per rischio sismico 2012 Piano Stralcio per il Rischio Neve e Ghiaccio ( DGU 115 del 30/12/2011 e 110 7/12/2012) 2012 Accordo con Provincia Consorzi Bonifica per rischio idraulico 2013 Inizio progettazione Piano stralcio per il rischio incendi interfaccia (DGU 56 del 14/06/2013) 2014 Entrata in vigore Nuovo regolamento volontariato DGRT62R e dd attuativo 2014 marzo Ispezione Gestioni Associate Regione Toscana 2014 Progettazione Piano unico di PC dell'unione maggio Adozione Piano di P.C. dell'unione e trasmissione a RT e Prov.Pisa 2014 pareri favorevoli RT e provincia 2014 Piano Operativo Regionale (DGRT1040/2014) 2015 Sistema Allertamento (DGRT395/2015) 2015 Direttiva DPC piani di pc direttiva alluvioni (da recepire da parte di RT) 2015 dicembre entrata in vigore direttiva alluvioni necessario aggiornamento
5 La Protezione Civile in forma associata LR67/03 e smi: L'elaborazione del piano di protezione civile in forma associata non è quindi intesa esclusivamente come forma di supporto al singolo comune, ma come modalità per realizzare un sistema di protezione civile integrato a scala intercomunale e per tale motivo il piano è unico per l ambito della gestione associata. L unicità del piano significa quindi che è unica la rappresentazione dei rischi dell ambito intercomunale e delle risorse disponibili e che le azioni dei singoli comuni sono integrate, per quanto necessario in rapporto agli scenari di rischio ipotizzati. L individuazione delle attività di competenza dell'unione e l'eventuale riparto di compiti tra l Unione ed i comuni corrisponde quindi ad una logica di efficienza organizzativa, escludendo sovrapposizioni di competenza.
6 Pianificazione in forma associata standard organizzativi e funzionali minimi necessari a garantire l efficacia generale del sistema di protezione civile dei comuni associati attività di supporto esterno attraverso la standardizzazione dell'organizzazione e delle attività favorire la rappresentazione di un quadro dei rischi più articolato a livello comunale e di unione censimento e integrazione delle risorse presenti in ambito intercomunale esigenze di raccordo e quindi determinazione delle procedure operative una organizzazione integrata delle attività operative (Centro Situazioni e Centro Operativo).
7 Iter del piano 1 Fase 2 Fase 3 Fase adozione DGUn. 67 del 16/05/2014 ; trasmissione a Provincia e regione; pareri positivi di Provincia e Regione; recepimento di nuove indicazioni normative e suggerimenti di RT e prov.: recepimento di nuove indicazioni normative e suggerimenti di RT e prov.: procedure operative POR D.G.R.T. 1040/2014, + DGRT 395/2015 revisione generale dei dati e diversa formattazione di alcune tabelle e capitoli bozza per il coordinamento intercomunale del volontariato (allegato 8) schede delle aree di emergenza (appendice) cartografia scala1:10.000) Approvazione del piano mediante delibera di Consiglio dell'unione Trasmessione alla Regione, alla Provincia ed alla Prefettura UTG Informazione Verifiche Aggiornamenti
8 1 Aggiornamenti 2 Verifiche 3 Informazione Annuale (minimo ricognizione) All'occorrenza adeguamento procedure regionali Esercitazioni annuale Esercitazioni per posti di comando Formazione Prog. partecipazione WEB Incontri pubblici
9 Struttura del piano 1 Il Territorio 2 Lineamenti 3 Operatività 2. Caratterizzazione 3. Pericolosità 3. Rischi 4. Sistema allertamento 4. Scenario di evento e soglie di criticità 5. Obiettivi 5. Risorse 6. Organizzazione 6. Attività di Comuni e Unione
10 Struttura del piano 1 cartografia 2 cartografia 3 allegati Tavole di sintesi scala 1: Carte di dettaglio a livello comunale scala 1: Carte di dettaglio a livello comunale scala 1: Tav. A1 Carta di base di sintesi per la pianificazione operativa Tav. A2-3 Carta geologica geomorfologica Tav. A4 Carta vegetazione ai fini AIB Tav. A5 A8 Carte della pericolosità e del rischio geomorfologico e idraulico Tav. A6 Carta pericolosità incendio boschivo interfaccia Tav. A9 Neve e ghiaccio Tav. B Pericolosità e rischio alluvioni e frane Tav. C Risorse e operatività Tav. D Pericolosità e rischio incendi boschivi interfaccia Procedure Operative Risorse Punti critici Aree di emergenza Manuali operativi Organizzazione CeSi Centro Operativi Comunale e Intercomunale Unità di Crisi Coordinamento Volontariato
11 IL TERRITORIO 13 comuni 647 Kmq m slm P. Vitalba abitanti Km viabilità locale ha zone boscate 209 km corsi d'acqua principali
12 RISCHI Alluvioni Frane Terremoto Incendi Eventi Meteo Attività umane
13 Vento Tromba d'aria Pontedera Ott.2001 Interfaccia Terricciola 07/08/2012 Alluvione Ponsacco , Nevicata 17/12/ ,
14 Eventi a cadenza annuale... Allagamenti, piene, temporali, frane...
15 1846 Terremoto di Orciano : M 5.7 (VIII ) 60 morti 400 feriti (anche in Valdera) Risentimenti Terr. Garfagnana e Mugello 2009 M=4 Sequenza sismica Chianni Incidenti e incendi urbani Incendio cisterna Ponsacco 2002 Incendi capannoni, sversamenti idrocarburi... Attività di supporto Ricerca dispersi, assitenza viaggiatori FIPILI e FS, migranti, interruzione servizi essenziali, brillamento residuati bellici, siccità, ondate di calore,.
16 Varie Pericolosità Pericolosità idraulica 4% P.I.3 5%P.I.4 del territorio Aree abitate P.I ha P.I.4 60 ha Aree produttive P.I.3 62 ha P.I.4 18 ha Pericolosità da frana 7% P.F.3-2% P.F.4 del territorio Aree abitate P.F.3 40 ha P.F.4 6 ha Aree produttive P.F.3 33 ha P.F.4 5 ha n. frane attive P.F Comuni sismici Tutti in zona 3 media sismicità P. Incendi interfaccia elevata 49 kmq molto elev. 7 Kmq
17 Rischio idraulico
18 Rischio frana
19 Rischio incendi interfaccia
20 Altimetria e risorse neve
21 Risorse
22 Rischio sismico Scenario statistico DPC Maggiori dettagli con: + Microzonazione sismica + CLE + Verifiche edifici strategici ee rilevanti
23 L'organizzazione L100/12 : Prevenzione Previsione Soccorso Superamento Emergenza e mitigazione del rischio
24 La Protezione Civile in forma associata La protezione civile è una delle attività fondamentali dei comuni (L.135/12) che prevede le seguenti attività essenziali svolte nella forma associata (LR68/12): + adozione, approvazione, verifica e aggiornamento periodico di unico piano di protezione civile per tutti i comuni interessati, + coordinamento dei primi soccorsi + attività di centro situazioni. Inoltre con la Legge del Rio (L.56/2014) per la prima volta vengono esplicitate le competenze delle Unioni di Comuni in materia di protezione civile: + l approvazione e l aggiornamento dei piani di emergenza e le connesse attività di prevenzione e approvvigionamento ;
25 Sindaco e protezione civile La gestione associata di protezione civile non solleva i Sindaci dall esercitare le attività e ad assumersi le responsabilità assegnate dalla normativa i Sindaci in particolare restano titolari delle funzioni: + Autorità comunale di protezione civile.* + Al verificarsi dell'emergenza nell'ambito del territorio comunale, assume la direzione dei servizi di emergenza che insistono sul territorio del comune, il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite e provvede agli interventi necessari... * + Obbligo dell informazione alla popolazione in emergenza (L. 265/99) (*) art.15 comma 3 L.225/92 mod. 100/12 confermato dalla Del Rio L.56/2014)
26 Lineamenti della pianificazione I principali obiettivi strategici per la gestione dell'emergenza : Coordinamento operativo (COI COC UdC) Aree e strutture di emergenza Allertamento ed attivazione del sistema locale di protezione civile (CeSi) Attività di presidio territoriale Funzionalità delle telecomunicazioni in emergenza Ripristino della viabilità, trasporti, controllo del traffico Mantenimento e ripristino della funzionalità dei servizi essenziali e Continuità amministrativa Monitoraggio territorio Interventi urgenti Misure di salvaguardia della popolazione Informazione Concorso delle associazioni di volontariato Assistenza Evacuazione Risorse disponibili a livello locale
27 IL SISTEMA DI ALLERTAMENTO REGIONALE DGRT 395/ nuove zone no allerta 1 e 2 nuovi scenari e soglie stessa procedura allertamento - allerta ma anche criticità ordinaria Modificate fasi operative contenuto e definizione
28 Centro Situazioni Unità di Crisi Centro operativo CeSi unico Reperibile / presidio H24 Integrato con Pronto intervento dei comuni (ditte operai volontariato rep. tecnica) U.d.C. Unione (1) Giunta + resp. Servizi Associati + esperti (Unione + Esterni + Comuni) U.d.C. Comuni (13) Sindaco + resp. Servizi comunali C.O. Intercomunale (1) Coordinamento primi soccorsi e supporto ai comuni Integrazione delle funzioni di Supporto C.O. Comunali (13) Operatività
29 ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO ASSOCIATO Attività Ordinarie : Ufficio associato : Personale Unione (3) + referenti comunali di PC (13 ; 1 x comune) Centro Situazioni : Normalità - Vigilanza : Reperibilità (Personale Unione + Comuni) 12 unità Attenzione - Pre allarme : Presidio (come?) H24 CeSi (Pers. Unione+Comuni) da 15/7/15 Centro Operativo (Integrato) : COI - Pre allarme Allarme : [ Pers. Unione + esterni ] + Comuni (Supporto) COC Pre allarme Allarme : [ Pers. Comuni ] + supporto esterni (? Solo COI in preallarme anche COC in Allarme o scenario di preallarme?)
30 FASI OPERATIVE E ATTIVITA' Fase operativa NORMALITA VIGILANZA ATTENZIONE PREALLARME ALLARME Attività tipiche corrispondenti ALLERTAMENTO - EVENTO IN CORSO Prevenzione, pianificazione di emergenza, potenziamento e organizzazione delle risorse umane e strumentali, verifica dei sistemi di sorveglianza, comunicazione,informatici. Azioni di prevenzione mirate a criticità particolari/puntuali (preventive ed in corso di evento) Sorveglianza meteo/strumentale dell'evento. Immediata attivazione del sistema di protezione civile in caso di evento. Allertamento preventivo strutture e risorse operative. Verifica della disponibilità di materiali e attrezzature funzionali alla prevenzione. Misure preventive senza coinvolgimento diretto della popolazione. Attivazione di un presidio tecnico per valutare costantemente la situazione in atto. (Presidio CeSi) Attivazione presidio territoriale, controllo dei punti critici e monitoraggio strumentale dei fenomeni. Informazione alle popolazione (preventiva ed in corso di evento) Mobilitazione risorse e misure preventive di messa in sicurezza nelle aree a rischio, interdizione aree a maggior rischio, infrastrutture e punti critici. Misure preventive con coinvolgimento della popolazione, preparazione all eventuale evacuazione e assistenza. Attivazione completa e presidio dei centri operativi (COI e COC) Coordinamento tecnico-operativo (Unità di Crisi) Informazione alla popolazione puntuale (preventiva ed in corso di evento) Attivazione di tutte le misure necessarie alla messa in sicurezza e assistenza della popolazione. Coordinamento tecnico-operativo e strategico-istituzionale (COI-COC-UdC) Evacuazione e interdizione delle zone e delle infrastrutture a rischio. Verifica delle condizioni di sicurezza degli operatori protezione civile.
31
32 C PIANO DI PROTEZIONE CIVILE UdC Unione C.O.I. CeSi Funzioni di Supporto Partecipazioni enti esterni STRUTTURA ATTIVITA OPERATIVA UNIONE Attività Procedure Flusso informativo P. CeSi R. Incendi R.Sismico Supporto comuni Informazione Coordinamento Provincia Prefettura Regione Comuni. Volontariato R. Alluvioni P. Regionali Sanità Volontariato Str. operative Serv essenziali CeSi
33 STRUTTURA DEL COC COC Sindaco + responsabili servizi comunali (Unità di Crisi) + Personale del comune + Volontariato + Ditte e altre risorse locali Procedure R. Incendi R.Sismico R. Alluvioni Operatività Assistenza Informazione Soccorso Interv. tecnici Presidio terr.
34 ATTIVITA' INTEGRATA DI C.O. COI COC F0 supporto amministrativo e informatico X X F1 Tecnica scientifica e Pianificazione CESI X F2 sanità, assistenza sociale e veterinaria C O F3 volontariato e radiocomunicazioni C O F4 materiali e mezzi S X F5 Servizi essenziali C O F6 censimento danni C O F7 strutture operative locali e viabilità C O F8 informazione alla popolazione S X F9 Assistenza popolazione e scuola S X C Coordinamento O Operatività S Supporto
35 Sviluppi del piano Aggiornamento Direttiva Alluvioni e piano Arno Aggiornamento post Microzonazione Accordi con altri soggetti per coordinamento (FS COI) Piani Operativi locali Aggiornamento annuale ed esercitazioni Partecipazione Formazione personale Potenziamento risposta Enti e volontariato Diversamente abili e stranieri Mitigazione rischio idraulico e idrogeologico: accordi gestione territorio progetti interventi Scuole Sistemi allerta e monitoraggio Informazione popolazione Programmi di prevenzione dell'unione
36 Grazie dell'attenzione SERVIZIO PROTEZIONE CIVILE E AMBIENTE /448/449 FAX 0587/ protezionecivile@unione.valdera.pi.it
Il recepimento della Direttiva Alluvioni: Le attività di competenza del sistema di protezione civile
Il recepimento della Direttiva Alluvioni: Le attività di competenza del sistema di protezione civile Stefano Vergante Dipartimento Ambiente Settore Protezione Civile ed Emergenza IL QUADRO NORMATIVO Direttiva
DettagliSistema di allertamento regionale ai fini di protezione civile
Sistema di allertamento regionale ai fini di protezione civile Paolo Covelli www.regione.toscana.it/protezionecivile paolo.covelli@regione.toscana.it 055 4385511 Inquadramento generale PREVISIONE Valutazione
DettagliComune di Rieti Assessorato Protezione Civile
1 Comune di Rieti Assessorato Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE STRUTTURA DEL PIANO COMUNE DI RIETI SETTORE VI - Ufficio Protezione Civile CODICE DOCUMENTO ELABORATO 0 1-0 1-0 2-0 4
DettagliLA PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA
LA PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA Rischi naturali Idraulico-idrogeologico Sismico Vulcanico Incendi boschivi e d interfaccia Maremoto Rischi antropici tecnologico trasporti chimico-industriale CNR- IRPI CNR-IRPI
DettagliComune di Luino. Piano di Emergenza Comunale di Protezione Civile
Comune di Luino Piano di Emergenza Comunale di Protezione Civile Protezione Civile: le novità LEGGE 100 del 12 luglio 2012 (Riordino Protezione Civile) 3-bis. Il comune approva con deliberazione consiliare,
DettagliELABORAZIONE DEL MODELLO D INTERVENTO
ELABORAZIONE DEL MODELLO D INTERVENTO COMUNE DI 1. FUNZIONALITA DEL SISTEMA DI ALLERTAMENTO LOCALE REPERIBILITA H 24. Il Piano deve contenere le informazioni necessarie e le modalità con cui la struttura
DettagliLaboratori per la gestione associata di funzioni e servizi
Laboratori per la gestione associata di funzioni e servizi Organizzazione e funzionamento della gestione associata di una funzione/servizio La funzione di pianificazione di protezione civile e di coordinamento
DettagliB. INDIVIDUAZIONE DEGLI SCENARI DI RISCHIO
B. INDIVIDUAZIONE DEGLI SCENARI DI RISCHIO Descrizione I rischi sono noti e quantificabili quando ci sono dei sistemi di monitoraggio presenti nel territorio che consentano di attivare la risposta locale
DettagliCENTRO SEGNALAZIONE EMERGENZE 0971/415211 NUMERO VERDE U.R.P. 800 254169
CENTRO SEGNALAZIONE EMERGENZE 0971/415211 NUMERO VERDE U.R.P. 800 254169 Non essendo l evento sismico prevedibile, non è possibile stabilire delle soglie di allerta come, ad esempio, per gli eventi idrogeologici.
DettagliIl recepimento della Direttiva Alluvioni: Le attività di competenza del sistema di protezione civile Il sistema di allertamento regionale
Il recepimento della Direttiva Alluvioni: Le attività di competenza del sistema di protezione civile Il sistema di allertamento regionale IL QUADRO NORMATIVO Direttiva europea 2007/60: Relativa alla valutazione
DettagliINDICE CAPITOLI DEL PIANO DI EMERGENZA COMUNALE: PREMESSA A. ANALISI TERRITORIALE B. SCENARI DI RISCHIO C. METODI DI PREANNUNCIO
INDICE GENERALE INDICE CAPITOLI DEL PIANO DI EMERGENZA COMUNALE: A. ANALISI TERRITORIALE A1. ANALISI DELLE PERICOLOSITA A2. ANALISI DEL TESSUTO URBANIZZATO B. SCENARI DI RISCHIO C. METODI DI PREANNUNCIO
DettagliAssociazione Geologi dell Emilia Romagna per la Protezione Civile
Associazione Geologi dell Emilia Romagna per la Protezione Civile Costituzione: 3 Luglio 2002 Sede: presso OGER Via Guerrazzi 6, Bologna Anno 2009: 70 iscritti www.geoprociv.it OBIETTIVI: 1. Offrire nei
DettagliDOCUMENTI DI ANALISI E APPROFONDIMENTO
SEZIONE II SCENARI DI RISCHIO DOC 2.1 LIVELLI DI ALLERTA MODELLO DI INTERVENTO, SCENARI DI RISCHIO E INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE Sommario Scenari di rischio...2 Metodologia utilizzata...2 Gli scenari
DettagliIl sistema di allertamento per il rischio idraulico e le altre misure di Protezione civile previste nell ambito della Direttiva 2007/60/CE
Il sistema di allertamento per il rischio idraulico e le altre misure di Protezione civile previste nell ambito della Direttiva 2007/60/CE Il piano di gestione del rischio di alluvioni Autorità di bacino
DettagliCOMUNE DI CASALE LITTA - Piano di emergenza comunale
Il servizio nazionale di protezione civile è regolato dalla legge 225/92 (modificata in seguito dal D. Lgs. 112/98 e dalla L. 152/2005), la quale - assegna al Sindaco il compito della prima emergenza sul
DettagliLA PIANIFICAZIONE E LA GESTIONE DEL TERRITORIO PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO E GEOLOGICO
9 maggio 2015 - Teatro Martinetti Castellamonte (TO) LA PIANIFICAZIONE E LA GESTIONE DEL TERRITORIO PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO E GEOLOGICO Le misure di PROTEZIONE CIVILE: La Protezione Civile
DettagliPROVINCIA DI SAVONA COMUNE DI ORCO FEGLINO
PROVINCIA DI SAVONA COMUNE DI ORCO FEGLINO REDAZIONE DI PIANO COMUNALE DI EMERGENZA TOMO 3 : RISCHIO INCENDI DI INTERFACCIA TOMO 4 : RISCHIO SISMICO TOMO 5 : RISCHIO NIVOLOGICO MARZO 2014 1 Indice TOMO
Dettagli5 MODELLO DI INTERVENTO
Aggiornato al: 16.09.2009 MODELLO DI INTERVENTO pag. 5.1 5 MODELLO DI INTERVENTO Una parte fondamentale della redazione del Piano di Emergenza Comunale di Protezione Civile è la realizzazione dei Modelli
DettagliIL CONSIGLIO COMUNALE
Si chiede di iniziare dal punto 3 dell ordine del giorno. I Consiglieri sono d accordo. Illustra l Assessore Diegoli. IL CONSIGLIO COMUNALE PREMESSO CHE: - rientra tra gli obiettivi dell Amministrazione
DettagliPIANO DI PROTEZIONE CIVILE ED EMERGENZA COMUNALE STRUTTURA E FUNZIONI DEL CENTRO OPERATIVO COMUNALE (C.O.C.) Comune di: ATESSA
Comune di: ATESSA PREMESSA Il Sindaco in qualità di autorità di protezione civile, per la direzione ed il coordinamento del servizio di soccorso e assistenza alla popolazione, si avvale della struttura
DettagliIl SERVIZIO NAZIONALE DI PROTEZIONE CIVILE 15 NOVEMBRE 2011. Dott. Elvezio Galanti Direttore Ufficio Relazioni Istituzionali
Il SERVIZIO NAZIONALE DI PROTEZIONE CIVILE 15 NOVEMBRE 2011 Dott. Elvezio Galanti Direttore Ufficio Relazioni Istituzionali elvezio.galanti@protezionecivile.it prima del terremoto del 1980 DPR n 66 1981
DettagliC 1 y:\cartella condivisa\seui piano protezione civile\14_seupec_c1_-_procedura operativa incendi.docm \\save.12 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
COMUNE DI SEUI PROVINCIA DELL OGLIASTRA PIANO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE DI PROTEZIONE CIVILE CIVILE R EGIONE R EGIONE AUTONOMA DELLA DELLA SARDEGNA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE "Disposizioni urgenti
DettagliLa protezione civile questa sconosciuta
* La protezione civile questa sconosciuta Legge 24 febbraio 1992 n. 225 Art. 1 (Servizio nazionale della protezione civile) È istituito il Servizio nazionale della protezione civile al fine di tutelare
DettagliPIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
COMUNE DI Provincia Autonoma Trento RELAZIONE CARTOGRAFIA Via Diaz 5 38100 TRENTO (TN) Tel. 0461.984000 Fax 0461.223133 http://www.risorseambiente.it E-mail: info.trento@risorseambiente.it AGGIORNAMENTO:
DettagliPiano di Emergenza. del Fiume Po Incontro 16 Settembre 2013
Piano di Emergenza Provinciale del Fiume Po Incontro 16 Settembre 2013 Normativa di Riferimento: - L. 225/92 Istituzione del Servizio Nazionale di - LR 16/2004 Testo unico in materia di protezione civile
DettagliPIANO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE INDICE
INDICE Scopo...2 Generalità...2 Mansionario Reperibile...3 Principi generali...3 Mansioni...3 Procedura Attivazione...3 Procedura reperibile... 12 Schede Segnalazione Criticità... 17 Schede Danni Ente
DettagliTerralba, 31 gennaio 2014 IL MODELLO DI GESTIONE DELLE EMERGENZE
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA PRESIDENZA IL MODELLO DI GESTIONE DELLE EMERGENZE Ing. Maria Antonietta Raimondo Servizio Pianificazione e gestione delle emergenze Legge n. 225 del 1992 > Istituzione del
DettagliMODULISTICA OPERATIVA
MODULISTICA OPERATIVA INDICE SCHEDA OPERATIVA PER ATTIVAZIONE PIANO DI EMERGENZA Pag. 2 MESSAGGIO DI ALLARME, EMERGENZA E CESSATO ALLARME Pag. 4 COMUNICATO ALLA POPOLAZIONE Pag. 7 SCHEDA OPERATIVA RISCHIO
DettagliANALISI E GESTIONE DEL RISCHIO PER SCOPI DI PROTEZIONE CIVILE
Territorio e Rischio Idrogeologico ANALISI E GESTIONE DEL RISCHIO PER SCOPI DI PROTEZIONE CIVILE DR. GEOL. FRANCESCO BENINCASA LIBERO PROFESSIONISTA PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE Il nuovo
DettagliComune di Padova. Unità di Progetto di Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE MODELLO DI INTERVENTO PER SGOMBERO NEVE
Comune di Padova Unità di Progetto di Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE MODELLO DI INTERVENTO PER Procedura di emergenza DISTRETTO PROVINCIALE PADOVA CITTÀ Aggiorna e sostituisce il
DettagliScheda azione emergente - 10
Scheda azione emergente - 10 Azione emergente Politica cui l azione concorre Obiettivo Strategico Obiettivi operativi Attività DEFINIZIONE E ADOZIONE DI PIANI DI EMERGENZA COMUNALI ED INTERCOMUNALI Riduzione
DettagliEvento meteo, idrogeologico e idraulico
163 A seguito della ricezione di Avviso od Informativa di previsione per fenomeni meteorologici avversi o a seguito di un Ufficio Gestione delle Emergenze ed Eventi Servizio I/ Gestione Sala Operativa
DettagliREGOLAMENTAZIONE DELLA CIRCOLAZIONE DEI VEICOLI PESANTI IN AUTOSTRADA IN PRESENZA DI NEVE
REGOLAMENTAZIONE DELLA CIRCOLAZIONE DEI VEICOLI PESANTI IN AUTOSTRADA IN PRESENZA DI NEVE 1.Premessa Gli interventi finalizzati alla gestione delle emergenze che interessano il sistema viario autostradale
DettagliDETERMINAZIONE. Estensore ANCILLI STEFANO. Responsabile del procedimento ANCILLI STEFANO. Responsabile dell' Area L. CASTO
REGIONE LAZIO Direzione Regionale: Area: AGENZIA REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE FORMAZIONE DETERMINAZIONE N. G07062 del 09/06/2015 Proposta n. 8269 del 25/05/2015 Oggetto: Individuazione dei criteri e
DettagliProtezione Civile Piano di Emergenza Comunale
Comune di Concorezzo Protezione Civile Piano di Emergenza Comunale RELAZIONE D Mansionari Rev. 01 Sindaco V i g e r s r l Via Madonna del Noce 34 22070 Grandate (CO) Tel. (031) 564 933 Fax (031) 729 311
Dettaglipreallerta N COSA CHI DOCUMENTI NOTE Avvisa il Sindaco e il Responsabile del Centro Operativo responsabile dichiarazione stato preallerta
RISCIO FRANA preallerta Ricezione avviso Funzionario Avvisa il Sindaco e il del Centro Operativo responsabile Comunale 1 Dichiarazione stato preallerta Lo stato di preallerta può essere dichiarato dichiarazione
DettagliRegolamento per la gestione associata delle funzioni di Protezione Civile tra i Comuni dell Unione Coros
Unione dei Comuni del Coros Cargeghe, Codrongianos, Florinas, Ittiri, Muros, Olmedo, Ossi, Putifigari Tissi, Uri, Usini Sede legale Via Marconi 14 07045 - Ossi (SS) CF 92108320901 P.Iva: 02308440904 Tel.
DettagliLa pianificazione di emergenza comunale
1. PREMESSA 7 La pianificazione di emergenza comunale Il Comune di Castel San Giorgio è dotato di un Piano Comunale di Protezione Civile, reperibile dal sito ufficiale del Comune di Castel San Giorgio
DettagliIl GEOLOGO PROFESSIONISTA NELLE ATTIVITA DI PROTEZIONE CIVILE. Piani nazionali di emergenza
Il GEOLOGO PROFESSIONISTA NELLE ATTIVITA DI PROTEZIONE CIVILE Pianificazione dell emergenza di protezione civile comunale, intercomunale e provinciale e modello d intervento regionale Piani nazionali di
DettagliCorso di formazione per Volontari di Protezione Civile
Corso di formazione per Volontari di Protezione Civile Si ringrazia per la disponibilità del materiale didattico l I.P. Gian Mario Gnecchi Funzionario tecnico del Comando VV.F. di Bergamo www.vigilidelfuoco
DettagliVALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE : PROCEDURA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA PER REALIZZAZIONE IMPIANTO FOTOVOLTAICO
Nelle tavole seguenti si esaminano rispettivamente i valori storico-culturali e il patrimonio storico architettonico con la viabilità storica; in questo caso non si rilevano situazioni di particolare interesse.
DettagliProvincia di Savona Settore Difesa del Suolo e Tutela Ambientale Servizio Protezione Civile. Piano di Emergenza Speditivo per il Rischio Idrogeologico
DEFINIZIONE DELLO SCENARIO Il dato fondamentale per la redazione di un piano di Emergenza, è la definizione dello scenario di riferimento. Per tale capitolo si fa riferimento ai risultati emersi dallo
DettagliCapitolato per la selezione di una cooperativa sociale di tipo b per la realizzazione di attività relative all ambito disabilità e protezione civile
Capitolato per la selezione di una cooperativa sociale di tipo b per la realizzazione di attività relative all ambito disabilità e protezione civile Obiettivi specifici Per il generale, si individuano
DettagliREGIONE TOSCANA Settore Sistema Regionale di Protezione Civile PIANO OPERATIVO DELLA PROTEZIONE CIVILE TOSCANA
REGIONE TOSCANA Settore Sistema Regionale di Protezione Civile PIANO OPERATIVO DELLA PROTEZIONE CIVILE TOSCANA 1 Premessa...3 Parte Prima MODELLO ORGANIZZATIVO E PIANIFICAZIONE...4 1 MODELLO ORGANIZZATIVO...4
DettagliRISCHIO IDROGEOLOGICO scenario 3 - Bollettino Meteo A FASE DI ATTENZIONE. Riceve il bollettino meteo e l'avviso di inizio fase di attenzione
RISCHIO IDROGEOLOGICO scenario 3 - Bollettino Meteo A () (, CC, Polizia Municipale,..) FASE DI ATTENZIONE Riceve il bollettino meteo e l'avviso di inizio fase di attenzione Fax, telefono, cellulare ()
DettagliALLEGATO A. CAPO I Disposizioni Generali
ALLEGATO A DISPOSIZIONI PER L ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Indirizzi Operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale,
DettagliRISCHIO SISMICO Convegno nazionale Ordine Geologi San Benedetto del Tronto 11-12 settembre 2014
LA SALVAGUARDIA DEL TERRITORIO E DELLA POPOLAZIONE DAL RISCHIO SISMICO Convegno nazionale Ordine Geologi San Benedetto del Tronto 11-12 settembre 2014 Un esempio di Analisi della Condizione Limite per
Dettagli5. MODELLO DI INTERVENTO- PROCEDURE
5. MODELLO DI INTERVENTO- PROCEDURE 67 5.1 Il sistema di comando e controllo La procedura di attivazione del sistema di comando e controllo disciplina il flusso delle informazioni utili a gestire la risposta
DettagliPIANO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
PIANO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE PROCEDURA OPERATIVA: RISCHIO GAS Versione 0.0 del 01.07.2011 Redazione a cura di: Corpo Polizia Municipale Reno-Galliera GENERALITA Evento: Guasto o rottura con
DettagliVARIANTE AL R.U. PER INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA DEL TRATTO DELLA S.R.T. 439 "SARZANESE - VALDERA" IN ATTRAVERSAMENTO DEL C.A.
SIMONE STEFANI - GEOLOGO GEOLOGIA ECOLOGIA - AMBIENTE COMUNE DI TERRICCIOLA (Provincia di Pisa) VARIANTE AL R.U. PER INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA DEL TRATTO DELLA S.R.T. 439 "SARZANESE - VALDERA" IN
DettagliVademecum Allertamento
Vademecum Allertamento INDICE: 1. Cos è l Allertamento pag. 1 2. Ruolo e responsabilità del Sindaco secondo la normativa vigente pag. 2 3. Emergenza e sussidiarietà pag. 7 4. Il servizio di allertamento
DettagliRegione Marche Dipartimento per le Politiche Integrate di Sicurezza e per la Protezione Civile. Dott. Maurizio Ferretti
Regione Marche Dipartimento per le Politiche Integrate di Sicurezza e per la Protezione Civile Dott. Maurizio Ferretti Camerino, 25 marzo 2015 Piano di Gestione rischio alluvioni Attività di Protezione
DettagliDocumento di Impianto Esercitazione Santa Lucia 2012. b) controllare l efficienza dell apparato operativo nell organizzazione dei primi soccorsi;
Comune di Santa Lucia di Piave Provincia di Treviso Regione del Veneto Servizio Emergenza Radio 1 - T E M A Documento di Impianto Esercitazione Santa Lucia 2012 Evento Sismico e intervento alluvionale.
DettagliMANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6
MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.
DettagliPIANO INTEGRATO DI SALUTE DELLA ZONA VALDERA
Comuni di Bientina, Buti, Calcinaia, Capannoli, Casciana Terme, Chianni, Crespina, Lajatico, Lari, Palaia, Peccioli, Ponsacco, Pontedera, S. Maria a Monte, Terricciola e Azienda USL n.5 CONSORZIO PUBBLICO
DettagliIl Coordinamento nelle Grandi Emergenze: il Disaster Manager. Sanitario" Consolato Malara. Presidente Associazione Italiana Medicina delle Catastrofi
Il Coordinamento nelle Grandi Emergenze: il Disaster Manager Sanitario" Consolato Malara Presidente Associazione Italiana Medicina delle Catastrofi Gestione Maxiemergenza Insieme di processi organizzati
DettagliRegolamento nazionale protezione civile A.N.P.AS.
Regolamento nazionale protezione civile A.N.P.AS. Approvato dal Consiglio Nazionale il 10 settembre 2005 Art.1 - L A.N.P.AS. svolge attività di Protezione Civile direttamente o attraverso i Comitati Regionali
DettagliDELIBERA GIUNTA REGIONALE
Disposizioni in attuazione dell art. 3 bis della Legge 225/1992 e della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27.02.2004 Sistema di Allertamento Regionale e Centro Funzionale Regionale
DettagliOBIETTIVI: Sevizio Protezione civile della Provincia di Varese; Il ruolo della Sala Operativa Unificata (SOU);
Corso per i componenti della Unità di Crisi Regionale 02 Aprile 2014 PROTEZIONE CIVILE DELLA PROVINCIA DI VARESE Dirigente Dott. Angelo Gorla Funzionario Ing. Maria Laura Zorzit OBIETTIVI: Sevizio Protezione
Dettaglitra la Regione Autonoma della Sardegna e il Consorzio di Bonifica. per lo svolgimento di attività
SCHEMA DI ACCORDO DI PROGRAMMA tra la Regione Autonoma della Sardegna e il Consorzio di Bonifica. per lo svolgimento di attività inerenti al servizio di piena e intervento idraulico e presidio territoriale.
DettagliPO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A.
INDICE 1 GENERALITA... 2 2 RESPONSABILITA... 2 3 MODALITA DI GESTIONE DELLA... 2 3.1 DEI NEOASSUNTI... 3 3.2 MANSIONI SPECIFICHE... 4 3.3 PREPOSTI... 4 3.4 ALTRI INTERVENTI FORMATIVI... 4 3.5 DOCUMENTAZIONE
DettagliSCENARIO N. 1 ALLAGAMENTO SOTTOPASSO VIA ROMA VIA STAZIONE
SCENARIO N. 1 ALLAGAMENTO SOTTOPASSO VIA ROMA VIA STAZIONE Descrizione evento: La zona presa in considerazione rappresenta uno stralcio di mappa della Tavola 3. Si tratta di un allagamento della sede viaria
DettagliProvincia di Caserta
1 Provincia di Caserta REGOLAMENTO INTERNO DI FUNZIONAMENTO DEL COORDINAMENTO PROVINCIALE DEL VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE Art. 1 Oggetto 1. Il presente regolamento ha come oggetto l organizzazione
DettagliREGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE DIPARTIMENTO TERRITORIO ED AMBIENTE
Giornata di formazione LE SOSTANZE CHIMICHE: RISCHIO PER L AMBIENTE E LA SICUREZZA Ancona, 16 maggio 2003 Arch. Giuseppe Mariani: D. Lgs. 334/1999 Ruolo e funzioni della Regione Marche Premessa Le industrie
DettagliLa Direttiva Presidente Consiglio Ministri 9.11.2012 Principali novità introdotte con la Dir.PCM 9.11.2012:
La Direttiva Presidente Consiglio Ministri 9.11.2012 Principali novità introdotte con la Dir.PCM 9.11.2012: Riordino degli elenchi nazionale e regionali Riordino della competenza per l'attivazione del
DettagliPiano Comunale di Emergenza di Protezione Civile Piano stralcio per rischio idraulico
Piano Comunale di Emergenza di Protezione Civile Piano stralcio per rischio idraulico a cura del Servizio Protezione civile Palazzo Vecchio, 5 maggio 2015 a cura del Servizio Protezione Civile Legge 225
DettagliManuale della qualità. Procedure. Istruzioni operative
Unione Industriale 19 di 94 4.2 SISTEMA QUALITÀ 4.2.1 Generalità Un Sistema qualità è costituito dalla struttura organizzata, dalle responsabilità definite, dalle procedure, dai procedimenti di lavoro
DettagliCOPIA DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE
COMUNE DI TORTOLI' Provincia dell'ogliastra COPIA DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE n. 20 del 03/02/2010 OGGETTO: ADOZIONE PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE PER IL RISCHIO IDRAULICO E IDROGEOLOGICO
DettagliSISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO. Audit
Rev. 00 del 11.11.08 1. DISTRIBUZIONE A tutti i membri dell organizzazione ING. TOMMASO 2. SCOPO Gestione degli audit interni ambientali e di salute e sicurezza sul lavoro 3. APPLICABILITÀ La presente
DettagliPROTEZIONE CIVILE A.N.A. PROTEZIONE CIVILE
PROTEZIONE CIVILE A.N.A. 3 RGPT SOTTOCOMMISSIONE INFORMATICA PROGETTO FORMAZIONE PERMANENTE 2011 SUPPORTO ALLE ATTIVITA DI COORDINAMENTO CORSO PER ADDETTI ALLA SEGRETERIA ED ALLA SALA OPERATIVA IL SISTEMA
DettagliCOMPETENZE DI CONTESTO (Capacità)
DENOMINAZIONE POSIZIONE: CODICE POSIZIONE: TIPO DI POSIZIONE: STRUTTURA ORGANIZZATIVA DI APPARTENENZA: AREA SETTORIALE DI APPARTENENZA: FAMIGLIA PROFESSIONALE DI APPARTENENZA: GRADUAZIONE POSIZIONE: FINALITÀ
DettagliREGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEL SERVIZIO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
COMUNE DI CASTENASO (Bologna) REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEL SERVIZIO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE Adottato con delibera consiliare n. 92 del 20/12/01 INDICE : art. 1 Finalità art.2 Obiettivi comunali
DettagliIl Volontariato di Protezione Civile Italiano. Massimo La Pietra
Il Volontariato di Protezione Civile Italiano Massimo La Pietra Il volontariato si sviluppa in Italia tra gli anni 70 e 80 come esigenza dei cittadini di contribuire alla costruzione del bene comune impegnando
DettagliALLEGATO A REGOLAMENTO DEL COORDINAMENTO PROVINCIALE DEL VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE
ALLEGATO A REGOLAMENTO DEL COORDINAMENTO PROVINCIALE DEL VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE Approvato con Delibera di Consiglio n. 29 del 19 maggio 2011 INDICE REGOLAMENTO...1 Art. 1 Oggetto...1 Art. 2
DettagliRegolamento. Funzionamento del Servizio Sociale Professionale. Ambito S9
Regolamento Funzionamento del Servizio Sociale Professionale Ambito S9 1 Art.1 OGGETTO DEL REGOLAMENTO In conformità del quadro normativo definito dalla legge 328/2000, della legge regionale 11/2007 (art.
Dettagli! " # $ " '###( , $ - $& & $ ) $. $/ 0)1 +-234563 7 ) 8 7 $
! " # " %% & " '###( ) & *+%, - & & ). / 0)1 +-234563 )+ 7 ) 8 7 111& 287 ) / 9) #.:; " < &=44>.:; < - / # '###( ' ( ;?&0 -.:;/ @! A, # *%? '(, ' 1(@ :B 1!? # 288 +.:;/ +; # ;,&1;1C - # ' ( @ " " @ " *%
DettagliPIANO DI EMERGENZA COMUNALE
PIANO DI EMERGENZA COMUNALE DOC. 02 - GLOSSARIO E RIFERIMENTI NORMATIVI GRUPPO DI LAVORO PER LA REALIZZAZIONE DEL : Responsabile di Progetto Il Sindaco: Luigi Chiesa Gruppo Tecnico di Lavoro Arch. Paola
Dettaglicon l articolo 108 del decreto legislativo n. 112/1998 sono state trasferite ulteriori funzioni alle Regioni, alle Province ed ai Comuni;
REGIONE PIEMONTE BU12 24/03/2011 Codice DB1414 D.D. 17 dicembre 2010, n. 3455 Acquisizione di apparecchiature radio ricetrasmittenti ad integrazione della rete radio regionale di protezione civile Emercom.Net-Piemonte.
DettagliINDICAZIONI OPERATIVE PER VALUTARE E PROMUOVERE L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE DELLA SICUREZZA
INDICAZIONI OPERATIVE PER VALUTARE E PROMUOVERE L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE DELLA SICUREZZA Con il presente documento si precisano le modalità di intervento da adottare da parte degli Spisal per valutare
DettagliIncidente chimico-industriale stabilimento/nucleare/trasporti
chimico-industriale stabilimento/nucleare/trasporti 203 Consulta i capitoli, la cartografia e le tavole degli Scenari predefiniti e dei Piani di emergenza per rischio specifico e attua le procedure degli
DettagliElementi di Pianificazione di Emergenza comunale: l'identificazione degli scenari di rischio
Elementi di Pianificazione di Emergenza comunale: l'identificazione degli scenari di rischio Eva Trasforini Fondazione CIMA eva.trasforini@cimafoundation.org Vi racconto qualcosa di me Ho un TOT di anni
DettagliGESTIONE DELLE EMERGENZE DI SERVIZIO
GESTIONE DELLE EMERGENZE DI SERVIZIO 1) INTRODUZIONE... 2 2) EMERGENZE DI SERVIZIO... 2 2.1) LE TIPOLOGIE DI EMERGENZA... 2 2.2) INFORMAZIONI RELATIVE ALLE EMERGENZE... 2 3) OBIETTIVI DEGLI INTERVENTI...
DettagliPROVINCIA DI BRINDISI SERVIZIO VIABILITÀ, MOBILITÀ, TRASPORTI, POLIZIA PROVINCIALE E PROTEZIONE CIVILE CARTA DEI SERVIZI SETTORE PROTEZIONE CIVILE
Data emissione/revisione 27/09/2013 N revisione 1 Pagina- 1 - PROVINCIA DI BRINDISI SERVIZIO VIABILITÀ, MOBILITÀ, TRASPORTI, POLIZIA PROVINCIALE E PROTEZIONE CIVILE CARTA DEI SERVIZI SETTORE PROTEZIONE
DettagliProcedura Operativa: ATTIVAZIONE DEL SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE
Procedura Operativa: ATTIVAZIONE DEL SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE Al verificarsi di un evento a carattere sovracomunale (Tipo B), o di un evento che interessa un singolo Comune ma che il Comune stesso
DettagliREGOLAMENTO PER L ORGANIZZAZIONE DEL DISTACCAMENTO COMUNALE DEI VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI
REGOLAMENTO PER L ORGANIZZAZIONE DEL DISTACCAMENTO COMUNALE DEI VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI Approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 13 dell 8.04.2013 INDICE ART. 1 - OGGETTO DEL REGOLAMENTO...
DettagliGestione dei documenti e delle registrazioni Rev. 00 del 11.11.08
1. DISTRIBUZIONE A tutti i membri dell organizzazione ING. TOMMASO 2. SCOPO Descrivere la gestione della documentazione e delle registrazioni del sistema di gestione 3. APPLICABILITÀ La presente procedura
Dettaglir REGIONELOMBARDIA DECRETON Del Milano, 2 4 LUG. Oi4 RegioneLombardia 24/07/2014 DIREZIONE GENERALE SICUREZZA, PROTEZIONE CIVILE E IMMIGRAZIONE
_ pagine DIREZIONE GENERALE SICUREZZA, PROTEZIONE CIVILE E IMMIGRAZIONE Identificativo Atto n. 243-7083 24/07/2014 DECRETON Del parte ntegrante di cui pagine di allegati, Lotto si compone di _ Milano,
Dettagli1. ORGANIZZAZIONE E FUNZIONI DELLA SOCIETÀ... 2. AMBITO NORMATIVO... IL PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E LA PUBBLICITA
INTRODUZIONE: 1. ORGANIZZAZIONE E FUNZIONI DELLA SOCIETÀ... 2. AMBITO NORMATIVO... IL PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E LA PUBBLICITA 1. IL PROCEDIMENTO DI ELABORAZIONE E ADOZIONE. 2. IL FLUSSO
Dettagli10. FUNZIONI DI SUPPORTO
10. FUNZIONI DI SUPPORTO La pianificazione dell emergenza basata sulla direttiva del Dipartimento di Protezione Civile Metoto Augustus prevede che, al verificarsi di un evento calamitoso si organizzino
DettagliCAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI PISA
CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI PISA Piano per l utilizzo del telelavoro 2013-2015 (art. 9, comma 7, del decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179 convertito con legge n. 221 del
DettagliL Assessore degli Affari Generali, Personale e Riforma della Regione riferisce quanto segue.
Oggetto: Definizione dell assetto organizzativo della Direzione generale della Protezione Civile e modifica dell assetto organizzativo della Direzione generale del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale.
DettagliBREVI CENNI SULLE NOVITA INTRODOTTE NEL DM 19 MARZO 2015 STRUTTURA D.M. 19 MARZO 2015
BREVI CENNI SULLE NOVITA INTRODOTTE NEL DM 19 MARZO 2015 Sulla GU 2573/2015, n. 70 è stato pubblicato il D.M. 19 marzo 2015 recante "Aggiornamento della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione,
DettagliSistema di gestione della Sicurezza
Sistema di gestione della Sicurezza Dott. Ing. Giuseppe Giannelli Moasca, 18/06/2009 Aspetti generali Inquadramento nel D.Lgs. 81/08 L adozione di un sistema di gestione della sicurezza sul lavoro (SGSL),
DettagliVerificare la presenza di procedure e strumenti per il soccorso e l allertamento delle persone con disabilità presenti nei Piani di Emergenza.
Monitoraggio dei sistemi di allertamento e soccorso in emergenza per le Persone con disabilità Risultati dell indagine per le Protezioni Civili Provinciali, le Associazioni di Volontariato, le Persone
DettagliIl Sistema di Gestione
12 Convegno AIIA I Sistemi di Gestione della Sicurezza Antincendio nella Fire Safety Engineering Milano - 29 Ottobre 2009 Sui temi dell approccio prestazionale alla sicurezza contro l incendio e sull importanza
DettagliProtezione Civile della Regione ANTINCENDIO BOSCHIVO AIB
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Protezione Civile della Regione ANTINCENDIO BOSCHIVO AIB Palmanova, 31 marzo 2009 Normativa Regionale PERIODI DI ALTA PERICOLOSITA Secondo la L.R. n.3 /1991 i periodi
DettagliORDINANZA DEL SINDACO N. ORD-2015-376 DATA 27/10/2015
117 11 0 - CORPO POLIZIA MUNICIPALE - SETTORE PROTEZIONE CIVILE E COMUNICAZIONE OPERATIVA ORDINANZA DEL SINDACO N. ORD-2015-376 DATA 27/10/2015 OGGETTO: MISURE DI SICUREZZA A TUTELA DELLA PUBBLICA INCOLUMITA
DettagliIL PIANO INTERCOMUNALE PROTEZIONE CIVILE TERRE ESTENSI - COMUNI DI FERRARA, MASI TORELLO, VOGHIERA
IL PIANO INTERCOMUNALE PROTEZIONE CIVILE TERRE ESTENSI - COMUNI DI FERRARA, MASI TORELLO, VOGHIERA LA STORIA DELLA PROTEZIONE CIVILE Storia della protezione civile in Italia legata alle calamità: dalle
DettagliR E G O L A M E N T O C O M U N A L E S U I
COMUNE DI REGGELLO PROVINCIA DI FIRENZE Allegato alla delibera del Consiglio Comunale n. 05 del 08 gennaio 2013 IL VICE SEGRETARIO COMUNALE R E G O L A M E N T O C O M U N A L E S U I C O N T R O L L I
DettagliAUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE NORMATIVA-TIPO RELATIVA AGLI AMBITI NORMATIVI DELLE FASCE DI INONDABILITÀ EX DGR 250/05
AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE NORMATIVA-TIPO RELATIVA AGLI AMBITI NORMATIVI DELLE FASCE DI INONDABILITÀ EX DGR 250/05 Documento approvato con DGR 1532 del 2.12.2005 - Allegato 2 - ALLEGATO 2
Dettagli