2 AMBIENTE ECOLOGIA e FAUNA ACQUATICA "L'ADIGE E LE ACQUE LAGARINE" quaderno didattico COMUNITÀ DELLA VALLAGARINA

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1 PROGETTO DIDATTICO TRIENNALE PER LE SCUOLE SECONDARIE DI PRIMO GRADO "L'ADIGE E LE ACQUE LAGARINE" promosso da COMUNITÀ DELLA VALLAGARINA AGENZIA PROVINCIALE PER LA PROTEZIONE DELL'AMBIENTE Settore informazione e monitoraggi RETE TRENTINA DI EDUCAZIONE AMBIENTALE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE Laboratorio territoriale della Vallagarina quaderno didattico 2. AMBIENTE ECOLOGIA e FAUNA ACQUATICA

2 traccia didattica per gli insegnanti e per gli studenti nell'ambito del progetto didattico triennale "L'Adige e le Acque Lagarine" 2. parte iniziativa promossa dalla Comunità della Vallagarina Assessorato all'ambiente Assessorato all'istruzione e da Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente Settore informazione e monitoraggi Rete trentina di educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile Laboratorio territoriale della Vallagarina con il patrocinio dell'assessorato all'istruzione della Provincia Autonoma di Trento e in collaborazione con P.A.T. - Servizio Conservazione della Natura e Valorizzazione Ambientale ideazione e progetto grafico : dott. Lorenzo Betti - naturalista ittiologo testi e immagini : dott. Lorenzo Betti - naturalista ittiologo pp a cura del Servizio Conservazione della Natura e Valorizzazione Ambientale - Uff. Biotopi e Rete Natura P.A.T. (dott. Piero Flamini) coordinamento : Servizio Istruzione - Comunità della Vallagarina (dott.ssa Igea Boni) copyright : Comunità della Vallagarina stampa : Publistampa Arti Grafiche, Pergine Valsugana, novembre 2012

3 AMBIENTE, ECOLOGIA e FAUNA ACQUATICA 3 INDICE Presentazione... 4 Introduzione L'acqua come ambiente di vita Vivere nell'acqua La catena trofica e la piramide alimentare La catena alimentare nel lago Gli abitatori dei laghi La catena alimentare nel fiume e nel torrente Gli abitatori del torrente e del fiume Invertebrati bentonici e autodepurazione La vegetazione delle rive Quando il fiume è inquinato Pesci, pesca e gestione ittica Le riserve naturali provinciali Tutelare la Trota marmorata: riproduzione e ripopolamento i miei appunti L'Adige e le Acque Lagarine progetto didattico triennale per le scuole secondarie di primo grado della Vallagarina

4 L'Adige e le Acque Lagarine progetto didattico triennale per le scuole secondarie di primo grado della Vallagarina 4 AMBIENTE, ECOLOGIA e FAUNA ACQUATICA Presentazione Conoscere i valori ambientali del proprio territorio è, per una comunità, un fondamentale esercizio culturale di identità. Questo vale, a maggior ragione, se parliamo di un elemento come l'acqua, che è risorsa ambientale, ma anche risorsa vitale primaria per l'uomo (potabile, alimentare, igienica...) e risorsa economica essenziale per molte attività produttive, dall'agricoltura alla zootecnia, dalla produzione idroelettrica all'industria in genere. Se consideriamo la sua molteplice importanza nel tempo, poi, avremo chiaro come la conoscenza dei processi di cui essa è protagonista, della sua gestione ai fini della sicurezza idraulica dei centri abitati e degli insediamenti produttivi, dei suoi impieghi attuali e passati da parte della collettività, della sua valenza in un'ottica ambientale ed ecologica sia una base culturale indispensabile, che merita di essere approfondita in stretta relazione con la terra in cui si vive e si opera. Da queste considerazioni e dalla forte volontà di consolidare lo "spirito di comunità" della nostra vallata nasce il progetto didattico triennale per le scuole secondarie di primo grado "L'Adige e le Acque Lagarine", che riconosce nell'acqua, nella sua manifestazione sul territorio, nella storia del suo rapporto con le attività umane, nell'esigenza di un suo uso solidale e sostenibile un fattore forte di aggregazione della collettività lagarina. Come le gocce d'acqua che cadono sui nostri monti confluiscono per dare vigore ai corsi d'acqua del fondovalle e al grande fiume, così gli abitanti del nostro territorio contribuiscono a formare una società attiva nel gestire in modo responsabile una risorsa tanto importante, nell'oggi e nel domani, sia per sé, sia per le popolose comunità che, nella pianura, dipendono per le loro necessità idriche dalle acque che dalla nostra regione scendono a valle. L'idea di proporre ai nostri ragazzi, tramite il ruolo attivo degli insegnanti, un percorso educativo e di maturazione su questi temi è stato possibile grazie alla stretta collaborazione tra gli assessorati all'istruzione e all'ambiente della Comunità della Vallagarina e al fondamentale apporto della Rete trentina di educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile dell Agenzia provinciale per la protezione dell ambiente. Numerosi enti, sia pubblici che privati, inoltre, hanno dimostrato grande disponibilità nel partecipare al progetto educativo mettendo a disposizione la loro esperienza di settore. L'intento è, naturalmente, quello di coinvolgere "da subito" gli studenti in un percorso di conoscenza e di responsabilità civile che, tuttavia, non è rivolto solo a loro, ma all'intera collettività. Se con questa iniziativa riusciremo a trasmettere alla nostra gente, e innanzitutto ai nostri giovani, il senso del valore delle risorse idriche e degli ambienti acquatici della nostra valle, avremo raggiunto un primo rilevante obiettivo culturale, indispensabile per rendere ancora più sostenibile e condivisa la gestione di un bene tanto prezioso per il presente e per il futuro. Marta Baldessarini Roberto Bettinazzi Assessore all'istruzione della Assessore all'ambiente della Comunità della Vallagarina Comunità della Vallagarina

5 AMBIENTE, ECOLOGIA e FAUNA ACQUATICA 5 Introduzione L'Adige, i suoi affluenti grandi e piccoli che solcano le vallate laterali, le risorgive, gli stagni, i laghi, le paludi, i ruscelli e perfino le piccole pozze: questo è il patrimonio ambientale costituito dal reticolo idrografico della Vallagarina. Gli aspetti geografici, il ruolo delle acque e dei ghiacci nella formazione del territorio, gli interventi per la difesa idraulica degli insediamenti umani sono stati i temi del primo anno del progetto didattico "L'Adige e le Acque Lagarine", promosso dalla Comunità della Vallagarina insieme alla Rete Trentina di educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile dell'agenzia Provinciale per la Protezione dell'ambiente. Seguendo una linea logica che porterà nel terzo a conoscere l'utilizzazione delle acque e le problematiche della sua compatibilizzazione ecologica, il secondo anno è dedicato alla scoperta delle forme di vita che popolano le acque stagnanti e correnti, al loro ruolo dentro gli ecosistemi acquatici, alla loro insostituibile funzione ecologica e valenza naturalistica. Pur a fronte di numerose alterazioni, anche intense, che hanno interessato il reticolo idrografico, soprattutto dove sono stati più intensi lo sfruttamento idrico e l'urbanizzazione del territorio, il mosaico ambientale della Vallagarina mantiene numerosi tasselli di grande valore ambientale, che proprio attraverso i corsi d'acqua, i laghi e le aree umide formano una rete importante per la conservazione delle componenti vegetali, animali e ambientali, non solo a livello strettamente locale. Si tratta di un insieme di elementi naturali di molteplice valore, che compongono a livello locale il quadro della biodiversità. Non si tratta "solo" di popolazioni vegetali o animali o di tipologie di ambienti da conservare "fine a se stessi". Sono, invece, elementi essenziali del nostro stesso futuro, che garantiscono, da molti punti di vista, la qualità della vita di chi vive oggi nel territorio della Vallagarina, di chi lo abiterà domani e anche di coloro che, a valle, ricevono le preziose risorse idriche prodotte dal territorio alpino. Non sono lontanissimi i tempi in cui l'inquinamento delle acque dell'adige - erano gli anni '80 - produsse danni talmente gravi a valle da mettere in crisi l'uso stesso dell'acqua nella pianura veneta che a valle utilizza quella risorsa idrica anche per scopi primari come quello potabile. Le politiche virtuose di gestione del territorio e dei corpi idrici in Trentino hanno favorito, negli anni successivi, un recupero della qualità ambientale del reticolo idrografico, anche se rimangono ancora molti passi da fare. Conoscere le caratteristiche biologiche ed ecologiche del fiume o del torrente che scorre quotidianamente al margine delle nostre occupazioni quotidiane, dunque, non è un semplice esercizio culturale. Certo, può essere bello contemplare uccelli, pesci, anfibi dalle sponde di un lago. L'uomo lo fa dalla notte dei tempi... Può essere emozionante scoprire l'insospettabile moltitudine di invertebrati che popola i fondali di fiumi e torrenti. Ci stupiremo, spesso, della varietà e della curiosità di una realtà naturale che abbiamo a portata di mano e che, per molti aspetti, non ha nulla da invidiare ai famigerati protagonisti dei documentari televisivi sulla savana africana o sui fiumi del grande Nord. Ma sarà ancora più importante, da un punto di vista educativo, cogliere l'importanza di questo complesso mondo di organismi con i quali conviviamo ogni giorno: quelle piccole larve, ad esempio, che vivono sul fondo del fiume, nascoste ai nostri occhi e all'interesse dei più, e che compiono, giorno per giorno, l'indispensabile lavoro di depurazione dell'acqua che, più a valle, noi stessi utilizziamo per le mille esigenze della nostra vita. L'Adige e le Acque Lagarine progetto didattico triennale per le scuole secondarie di primo grado della Vallagarina

6 L'Adige e le Acque Lagarine progetto didattico triennale per le scuole secondarie di primo grado della Vallagarina 6 AMBIENTE, ECOLOGIA e FAUNA ACQUATICA 1. L'acqua come ambiente di vita L'acqua non è solo una sostanza chimica costituita dalla molecola H 2 O. La sua ampia diffusione sulla Terra, principalmente allo stato liquido, ma anche allo stato gassoso (vapore d'acqua) e allo stato solido (ghiaccio, neve) è un caso unico tra i corpi celesti che consociamo: è questo fattore che ha permesso lo sviluppo e il differenziamento di molte forme di vita sul Pianeta Azzurro. L'acqua infatti è il substrato essenziale per lo svolgimento dei processi biologici; essa entra in tutte le reazioni biochimiche e costituisce la base essenziale, come solvente, delle soluzioni fisiologiche. Grazie all'acqua, ad esempio, le piante assumono dal terreno i sali minerali indispensabili per la loro crescita. Allo stesso modo l'acqua è la base fondamentale del sangue, che nell'organismo degli animali più evoluti permette il trasferimento delle sostanze nutritive a tutti i distretti del corpo, così come l'eliminazione degli scarti dell'attività delle cellule di tutti i tessuti. L'acqua, d'altra parte, non è solo un composto chimico capace di svolgere la funzione di solvente universale. Soprattutto nel suo stato liquido, così abbondantemente presente sulla crosta terrestre, essa costituisce ambienti molto particolari, sia francamente acquatici, sia umidi. Questi rappresentano una parte molto rilevante della complessiva varietà di ecosistemi che si trovano sul Pianeta. Anzi, poiché le prime forme di vita si sono sviluppate ed evolute proprio nell'ambiente acquatico, è proprio negli oceani e nei mari, e secondariamente nelle acque interne o continentali (laghi, torrenti, fiumi etc.) che vivono gran parte delle specie vegetali e animali conosciute. Per molti aspetti l'acqua è un mezzo ambiente, cioè un posto dove vivere, alquanto vantaggioso. Gli organismi acquatici vivono immersi in una specie di brodo di coltura, dove la presenza di sostanze nutritive in soluzione favorisce il loro sviluppo e la loro riproduzione. Questo vale soprattutto per le acque marine, che oltretutto hanno un contenuto di sali disciolti molto simile a quello dei fluidi interni di piante e animali. In quasi tutti gli ambienti acquatici prospera una miriade di organismi animali e vegetali. Tra le acque ferme (sopra) e le acque correnti (sotto), tuttavia, ci sono grandi differenze dovute proprio alla diversa velocità di ricambio dell'acqua.

7 AMBIENTE, ECOLOGIA e FAUNA ACQUATICA 7 È inverno: la superficie del lago è gelata, ma sotto la vita continua, anche se a ritmi minori dell'estate. Anche nel rivo, sotto il ghiaccio scorre l'acqua. DENSITÀ (g/cm 3 ) 1,001 1,000 0,999 0,998 0,997 0,996 0,995 0,994 4 C acqua "pesante" 15 C acqua leggera 25 C acqua molto leggera TEMPERATURA ( C) L'acqua pesa di più a 4 C e questo ha importanti conseguenze sulla vita degli organismi acquatici soprattutto nei laghi: d'estate un "tappo" d'acqua calda e leggera impedisce l'ossigenazione delle acque profonde che diventano inospitali per i pesci. Anche nei laghi e nei fiumi, d'altra parte, le condizioni sono spesso molto favorevoli. Se si considera la temperatura, ci si accorgerà ben presto che in acqua si sta molto meglio che fuori! Nel fiume, ad esempio, d'estate è più fresco, perché la capacità termica dell'acqua e il suo ricambio continuo alimentato da monte mantiene le temperature fresche. D'inverno, d'altra parte, se l'aria è molto fredda, la superficie può ghiacciare, ma siccome l'acqua liquida è "più pesante" del ghiaccio, sotto allo strato solido rimarrà sempre una parte fluida, ovviamente con temperatura superiore allo zero. Così se un mammifero terrestre nel corso dell'anno deve sopportare un'escursione termica di C (da -10 a +35 C), un pesce dell'adige subirà uno sbalzo molto minore pari a solo C (da +2 a + 20 C). Le acque dolci, in cui la presenza di sali disciolti è relativamente bassa, sono ambienti un po' più difficili rispetto alle acque marine, ma molti organismi vegetali e animali, nel corso dell'evoluzione, si sono adattati a viverci. I maggiori laghi interni, i fiumi, i torrenti e i rivi di montagna, perfino le pozze temporanee apparentemente più insignificanti sono tutti biotopi nei quali diverse categorie di organismi compiono, in toto o solo in parte, il ciclo vitale nascendo, nutrendosi, crescendo, moltiplicandosi... Come gli organismi terrestri, anche quelli acquatici vivono in un ambiente fluido. Solo che la densità dell'acqua è molto maggiore di quella dell'aria. Per noi, mammiferi terrestri, l'attrito esercitato dall'aria sui corpi in movimento è abbastanza rilevante: pensate a quando tira il vento, oppure a quando dobbiamo muoverci con mezzi meccanici (automobile, treno, motocicletta...) "spostando" l'aria che incontriamo. Per un pesce, muoversi nell'elemento liquido è ancora più problematico. Vincere l'attrito viscoso esercitato dall'acqua su qualsiasi corpo in movimento richiede accorgimenti adeguati. C'è un'ultima caratteristica molto importante dell'acqua, che condiziona molto i vegetali e gli animali che ci vivono dentro. La sua densità cambia con la temperatura ed è massima a 4 C. Vuol dire - più semplicemente - che l'acqua quando è a 2 C o a 15 C è più leggera di quando è a 4 C. D'estate, nei laghi, questo comporta una vera e propria stratificazione termica. La fase solida, poi, cioè il ghiaccio, è ancora più leggera e galleggia sopra la fase liquida: se non fosse così i laghi dei climi freddi e temperato-freddi, d'inverno, gelerebbero in tutto il loro volume senza lasciare spazio ai pesci... L'Adige e le Acque Lagarine progetto didattico triennale per le scuole secondarie di primo grado della Vallagarina

8 L'Adige e le Acque Lagarine progetto didattico triennale per le scuole secondarie di primo grado della Vallagarina 8 AMBIENTE, ECOLOGIA e FAUNA ACQUATICA 2. Vivere nell'acqua Come abbiamo visto, l'acqua possiede delle caratteristiche molto particolari che condizionano gli organismi che ci vivono. I vegetali più semplici che popolano i nostri laghi e stagni, ad esempio, che compongono un gruppo molto ampio ed eterogeneo di organismi genericamente definiti alghe, sono per la maggior parte molto piccoli, costituiti da un'unica cellula, capaci di fluttuare negli strati lacustri superficiali costituendo il plancton vegetale (o fitoplancton). Questi organismi hanno bisogno della luce solare per svilupparsi e moltiplicarsi e per questo possono vivere solo nella zona superiore del lago, dove la luce è sufficientemente intensa da consentire la fotosintesi clorofilliana. Se consideriamo organismi molto più complessi, come i componenti del plancton animale (o zooplancton), potremo osservare che molti di loro hanno una forma corporea complessa, ricca di appendici e strutture che hanno la funzione di "sostenerli" e non farli affondare, favorendo i loro piccoli movimenti verso l'alto. Anche questo è il risultato dell'adattamento al loro ambiente di vita e al loro modo di procacciarsi il cibo: dovendo catturare le piccole alghe unicellulari sospese nell'acqua, o cacciando attivamente altri invertebrati del plancton, anch'essi hanno la necessità di contrastare la caduta verso il fondo, mantenendosi negli strati alti del lago. Ora provate a pensare a un pesce lacustre, ad esempio una scardola, che deve muoversi nuotando rapidamente nell'acqua ferma per sfuggire a un predatore; o, a maggior ragione, mettetevi nei panni di un pesce di torrente, ad esempio una trota, che deve vincere la corrente nuotando continuamente verso monte per evitare di essere trascinato a valle. Se osservate la sagoma di questi abili nuotatori, riconoscerete subito il loro corpo fusiforme, caratterizzato da una silhouette allungata, rastremata verso la coda e verso la testa, un po' come la carena di una barca o la forma di un sommergibile. Quella è la forma idrodinamica per definizione, che infatti l'uomo "copia" ai pesci da millenni per muoversi più agevolmente navigando dentro l'acqua. La vescica gassosa è un altro ingegnoso espediente per stare "in equilibrio" nell'acqua senza dover fare nessuno Le lunghe appendici della Leptodora (sopra) e del Cyclops (sotto) sono tipici adattamenti dello zooplancton: servono a "nuotare" e a filtrare l'acqua. Le trote devono nuotare per non essere trascinate a valle dalla corrente del fiume.

9 AMBIENTE, ECOLOGIA e FAUNA ACQUATICA 9 La pelle di una scardola, ricoperta di scaglie e di muco protettivo e lubrificante. Vescica gassosa di un ciprinide. Apparato branchiale di un luccio. sforzo: si tratta di una specie di palloncino che può essere gonfiato o sgonfiato a seconda che il pesce abbia l'esigenza di stare in prossimità della superficie oppure in profondità. I pesci, poi, per rendere ancora più efficace il loro movimento, usano le pinne e hanno la pelle ricoperta da un lubrificante prodotto costantemente dalla pelle. Questa pellicola mucosa viscida serve, oltreché per proteggere dai piccoli parassiti esterni, anche per favorire lo "scivolamento" dentro l'acqua o tra gli ostacoli sommersi. Per respirare, infine, gli animali strettamente acquatici, come molti crostacei, tutti i pesci, ma anche le forme larvali di tanti insetti, le larve degli anfibi e molti altri utilizzano le branchie. Questi organi respiratori, che hanno la medesima funzione che hanno per noi i polmoni, permettono di estrarre dall'acqua l'ossigeno disciolto. Questo è un gas indispensabile per la vita degli organismi a respirazione aerea (aerobi) e nell'acqua non è sempre disponibile in abbondanza. Per questo, si dice che l'ossigeno disciolto è un fattore limitante per la presenza delle specie. D'estate, ad esempio, nelle profondità lacustri l'ossigeno scarseggia e i pesci sono costretti a spostarsi verso la superficie. Come si vede, la vita sommersa richiede molti accorgimenti che gli organismi acquatici hanno acquisito nel corso del lungo e sorprendente processo dell'evoluzione attraverso l'adattamento biologico, che oggi ci permette di contare moltissime forme di vita, anche assai diverse tra loro, le quali popolano laghi, stagni, rivi, torrenti e fiumi, costituendo la ricchezza di biodiversità del nostro territorio. pinna caudale pinna dorsale pinne pettorali L'insieme delle pinne dà ai pesci una grande agilità nel nuoto (nella foto, un vairone). L'Adige e le Acque Lagarine progetto didattico triennale per le scuole secondarie di primo grado della Vallagarina

10 L'Adige e le Acque Lagarine progetto didattico triennale per le scuole secondarie di primo grado della Vallagarina 10 AMBIENTE, ECOLOGIA e FAUNA ACQUATICA 3. La catena trofica e la piramide alimentare Il lago e il fiume, dunque, non sono solo raccolte d'acqua. Sono dei veri e propri ecosistemi, dove vivono numerosi organismi che nel loro insieme formano delle comunità biologiche, o biocenosi. Ciò significa che, come ogni ecosistema, anche laghi, fiumi e torrenti non sono solo un insieme di acqua, rive, vegetali e animali: quello che li caratterizza e li distingue è anche il complesso delle relazioni tra piante e ambiente acquatico, tra animali e piante, tra decompositori e altri esseri viventi... Così la pulce d'acqua, nello stagno, si nutre di alghe microscopiche, ma a sua volta viene mangiata da predatori come la larva del moscerino fantasma. Questo, poi, finisce spesso tra le fauci di qualche pesce planctofago, il quale a sua volta può diventare preda del luccio che, infine, frequentemente viene catturato dal cormorano o dall'esca del pescatore. Nel torrente, allo stesso modo, una miriade di invertebrati che popola il fondale, mangiandosi i resti della sostanza organica trasportata verso valle dalla corrente, è la principale fonte di cibo per altri invertebrati predatori, come il gambero d'acqua dolce, oppure per i pesci carnivori come le trote e i temoli. Questi, a loro volta, possono finire nel becco di un airone cinerino o tra i denti di una biscia d'acqua... L'insieme dei processi che riguardano il trasferimento di materia e di energia dentro l'ecosistema, come appunto l'utilizzo del nutrimento da parte degli organismi viventi, formano complessivamente la cosiddetta rete trofica o, con una immagine più semplice, la catena alimentare. Questo concetto fondamentale dell'ecologia ci spiega come tutti i componenti dell'ambiente, viventi e non viventi, sono legati tra loro come gli anelli di una catena (o come le maglie di una rete): la sopravvivenza, lo sviluppo, la propagazione nel tempo e nello spazio di ogni categoria di organismi dipende da tutti gli altri che con essi coesistono. Ovviamente i ruoli dei diversi tipi di esseri viventi che si trovano nel lago o nel fiume sono diversi. C'è chi sfrutta i sali minerali presenti nell'acqua e l'anidride cabronica producendo sostanza organica grazie alla luce del sole (produttori, come le alghe e le piante acquatiche), mentre altri consumano a diversi livelli la sostanza prodotta dai primi (consumatori). Quelli che si cibano direttamente dei vegetali sono consumatori primari, mentre quelli carnivori, che mangiano altri organismi consumatori, sono consumatori secondari e così via. Poiché, per le leggi della fisica termodinamica, è impossibile che tutta l'energia contenuta nel cibo venga trasformata in materia vivente, osserviamo che i livelli più bassi della rete trofica (produttori) sono sempre più abbondanti, in peso complessivo (biomassa) di quelli superiori (consumatori primari, secondari, terziari...). Così nel lago, come in una foresta o in qualsiasi altro ecosistema chiuso, possiamo descrivere una vera e propria piramide alimentare: nel loro insieme le alghe di uno stagno sono molte di più (in peso) delle scardole che se ne cibano e a loro volta queste sono molte di più (in peso totale) dei pesci ittiofagi come il luccio, che le utilizzano come prede. I saprofagi e i decompositori (funghi, batteri etc.), infine, sono molto numerosi dove abbonda la sostanza organica morta, che utilizzano per il proprio nutrimento trasformandola o riducendola nuovamente a sostanza inorganica e dunque a sali minerali.

11 AMBIENTE, ECOLOGIA e FAUNA ACQUATICA 11 TORRENTE: UNA PIRAMIDE SENZA BASE? CONSUMATORI TERZIARI CONSUMATORI SECONDARI CONSUMATORI PRIMARI PRODUTTORI AUTOTROFI CONSUMATORI TERZIARI CONSUMATORI SECONDARI CONSUMATORI PRIMARI PRODUTTORI AUTOTROFI LAGO TORRENTE DETRITI ORGANICI TRASPORTATI DALL'ACQUA Mentre nel lago la piramide alimentare appare "perfetta", nel fiume e nel torrente c'è un apparente paradosso: i produttori (vegetali che producono la sostanza organica attraverso la fotosintesi clorofilliana) sono molti meno, in peso, dei consumatori. La risposta a questo enigma sta nel fatto che nel corso d'acqua gran parte del nutrimento proviene dall'esterno, dall'ambiente terrestre, sotto forma di detrito trasportato a valle dall'acqua. L'Adige e le Acque Lagarine progetto didattico triennale per le scuole secondarie di primo grado della Vallagarina

12 L'Adige e le Acque Lagarine progetto didattico triennale per le scuole secondarie di primo grado della Vallagarina 12 AMBIENTE, ECOLOGIA e FAUNA ACQUATICA 4. La catena alimentare nel lago Se ci "affacciamo" alla sponda di un lago o di uno stagno abbiamo modo di osservare, o almeno di immaginare, numerosi organismi che vivono dentro l'acqua. In realtà molti non li vedremo affatto, ma potremo intuire la loro presenza da alcuni indicatori. Le microscopiche alghe del plancton, ad esempio, non le vediamo, ma quando in primavera e in estate la torbidità dell'acqua aumenta progressivamente e il colore cambia virando verso il verde o il marrone, avremo una chiara idea del rapido sviluppo del plancton, che aumenta la sua densità grazie all'incremento stagionale della temperatura e della luce. Altri organismi sarà più facile individuarli. I pesci, ad esempio, e soprattutto alcune specie e in certi periodi, si muovono frequentemente in prossimità della superficie o nella fascia costiera e non ci sarà difficile vederli anche a occhio nudo. Una volta individuata la presenza di vegetali e animali acquatici, però, ci viene spontanea un'altra domanda: di che cosa vivono questi organismi? Di che cosa si nutrono? Lo schema della rete trofica ci dà molte risposte. Innanzitutto dovremo tenere presente che gli animali strettamente acquatici, cioè vincolati all'acqua in tutte le fasi della loro vita, trovano la maggior parte del proprio nutrimento direttamente nel lago. Al primo posto individueremo i produttori, cioè gli organismi vegetali che attraverso la fotosintesi clorofilliana trasformano i sali minerali (soprattutto i sali dell'azoto e del fosforo) e l'anidride carbonica in sostanza organica vivente. Questi, poi, e in particolare i più numerosi, cioè le alghe unicellulari del fitoplancton, sono la fonte di cibo di un grande gruppo di organismi animali (per lo più crostacei e rotiferi), anch'essi microscopici, che costituiscono parte dello zooplancton (consumatori primari). Le alghe filamentose, così come le piante che crescono sui fondali bassi della fascia costiera, vengono "brucate" da molluschi, pesci erbivori, larve acquatiche di insetti etc., che per questo vanno considerati anch'essi consumatori primari, come le mucche che pascolano in una prateria alpina. Altri animali di piccole dimensioni, tra cui abbondano i crostacei (Copepodi, Cladoceri, Ostracodi etc.), ma anche certe larve di insetti e molluschi, sono predatori planctonici (cioè sospesi e fluttuanti nell'acqua), e si cibano di altri animali del plancton (consumatori secondari). Di questi, peraltro, si nutrono spesso, in una o più fasi della loro vita, anche molte specie di pesci planctofagi. Al vertice della piramide alimentare troviamo, infine, i predatori più specializzati, come i pesci carnivori, i crostacei, le larve carnivore che popolano i fondali (consumatori terziari). Ci sono anche alcuni predatori che dall'esterno sfruttano la produzione del lago, cibandosi degli animali che I produttori presenti nei laghi, negli stagni e nelle paludi non sono costituiti solo dalle piante sommerse o parzialmente sommerse. La maggior parte degli organismi autotrofi, che costituiscono il primo anello della catena alimentare, sono minuscole alghe che fluttuano numerosissime nell'acqua utilizzando l'energia solare e i sali minerali per produrre sostanza organica e ossigeno. Sono troppo piccole per essere viste a occhio nudo, ma quando "fioriscono" rendono l'acqua più torbida e le fanno assumere colorazioni che vanno dal rossastro, al bruno scuro, al verde oliva.

13 AMBIENTE, ECOLOGIA e FAUNA ACQUATICA 13 lo popolano: sono bisce d'acqua, testuggini palustri, uccelli ittiofagi (cormorani, aironi, svassi etc.), l'uomo stesso attraverso la pesca. Il ruolo dei decompositori, infine, è quello di raccogliere i resti degli organismi morti dentro il lago e depositati sul fondale, trasformandoli nuovamente in sostanza inorganica, e dunque in sali minerali disciolti nell'acqua. Come si vede, il trasferimento del nutrimento da un livello all'altro della rete trofica del lago si può considerare ciclico, e per questo il lago si definisce come un ecosistema chiuso: la maggior parte del nutrimento circola sempre all'interno dell'ambiente lacustre dove si trasforma passando attraverso la catena alimentare. ARIA ACQUA erbivori e planctofagi carnivori e parassiti energia solare produttori autotrofi ipercarnivori Schema semplificato della rete trofica di un lago tipico. nutrienti esterni consumatori primari predatori terrestri sali minerali COMPOSTI composti AZOTATI azotati E e FOSFATI fosfati saprofagi e decompositori L'Adige e le Acque Lagarine progetto didattico triennale per le scuole secondarie di primo grado della Vallagarina

14 L'Adige e le Acque Lagarine progetto didattico triennale per le scuole secondarie di primo grado della Vallagarina 14 AMBIENTE, ECOLOGIA e FAUNA ACQUATICA 5. Gli abitatori dei laghi In Vallagarina i laghi sono pochi: la sua struttura orografica la rende abbastanza ricca di ambienti d'acqua corrente, ma povera di ambienti d'acqua ferma propriamente detti. Oltre a diversi stagni naturali (come il Lago di Cei) ed ecosistemi palustri (Taio di Nomi, Palù di Borghetto etc.), ci sono però molti "nuovi" ambienti lacustri, nati dalle modificazioni del territorio ad opera dell'uomo. Se da un alto è scomparso il più importante lago naturale che si estendeva fino alla metà del secolo scorso nei pressi del Passo San Giovanni (Lago di Loppio), sono diversi i bacini idroelettrici formati da dighe e sbarramenti artificiali (Speccheri, Busa e S. Colombano in Vallarsa, Stedileri in Valle di Terragnolo, Prà da Stua nella valle dell'aviana). Questi ultimi, per la verità, non sono particolarmente ospitali per la vegetazione e la fauna tipica dei laghi: il rapido ricambio dell'acqua, che viene raccolta e poi fatta defluire per produrre energia elettrica, non favorisce lo sviluppo del plancton e dunque la biocenosi assomiglia più a quella di un fiume che a quella di un lago. Negli stagni e nelle aree palustri, invece, abbondano la vegetazione e fauna acquatica. Il plancton vegetale, che si sviluppa soprattutto durante la primavera e l'estate, fino all'autunno, è composto soprattutto da alghe azzurre (oggi classificate, più correttamente, come Cianobatteri), alghe verdi (Clorofite), brune (Feofite) e rosse (Rodofite) e diatomee (Crisofite). Sono organismi unicellulari, visibili solo al microscopio, che in alcuni casi possono formare colonie dalla forma generalmente filamentosa o ramificata. Il plancton animale raggiunge la sua massima densità nella stagione calda, quando l'abbondanza di alghe fornisce il nutrimento alimentando tutto lo stagno. Lo zooplancton è composto da organismi molto diversi tra loro, tra i quali prevalgono, tuttavia, i crostacei appartenenti ai due grandi gruppi delle pulci d'acqua (Cladoceri) e dei Copepodi. Insieme a questi sono frequenti i rotiferi, animali microscopici di forma molto varia, caratterizzati dalla presenza di ciglia che favoriscono la cattura degli altri organismi planctonici. Nel plancton compaiono spesso anche insetti e molluschi che, in qualche fase del loro ciclo larvale, fluttuano a mezz'acqua (larve di molluschi bivalvi come l'anodonta, larve predatrici come i Chaoboridi etc.). Compongono lo zoobenthos, invece, vivendo a contatto con il fondale lacustre, molte larve di insetti (moscerini Chironomidi, libellule, coleotteri acquatici), certi coleotteri adulti (come il Ditisco marginato), ma anche gli adulti di molluschi bivalvi come gli Unionidi e gli Sferidi, o di gasteropodi come le lumache di stagno (Linneidi) e i crostacei isopodi come l'asello o i decapodi più grandi come il Gambero d'acqua dolce. Ci sono, infine, i pesci. Le numerose specie che popolano il lago e lo stagno hanno ognuna la propria nicchia. Il loro ruolo dentro l'ecosistema lacustre è fondamentale per l'equilibrio ecologico. La Carpa, la Tinca, la Scardola e il Triotto sono ciprinidi erbivori e detritivori che non disdegnano di tanto in tanto i cibi di origine animale; il Ghiozzo padano e il Persico sole sono carnivori che si nutrono principalmente di invertebrati di fondo; il Pesce persico e il Luccio sono predatori superiori, che cacciano principalmente altri pesci svolgendo un'importante azione di controllo e selezione attraverso l'eliminazione dei soggetti malati e più deboli. Tra gli animali non strettamente acquatici, che frequentano però costantemente le acque ferme, sono frequenti le bisce d'acqua, i tritoni, diverse specie di rane e rospi, e molti uccelli che qui vivono permanentemente o che si fermano solo in un periodo stagionale (uccelli svernanti e di passo). Tra le specie animali del popolamento lacustre ce ne sono alcune esotiche: la loro presenza è dovuta all'introduzione da parte dell'uomo in tempi antichi (come nel caso della Carpa) o in tempi più recenti (come nel caso della Tartaruga americana dalle orecchie rosse). In molti casi queste specie introdotte non riescono a insediarsi stabilmente, ma spesso provocano danni seri alle popolazioni indigene.

15 VEGETALI E ANIMALI DELLE ACQUE FERME AMBIENTE, ECOLOGIA e FAUNA ACQUATICA 15 Ninfea bianca (Lago di Cei) Gasteropode del genere Lymnaea (Stagni di Isera) Cyclops Daphnia Zooplancton: pulce d'acqua (Daphnia) e Cyclops Libellula scarlatta: maschio adulto (Lago di Loppio) Zoobenthos: larve di moscerino (Chironomus) Le scardole (ciprinidi) vivono numerose negli stagni Chironomide adulto dopo la schiusa sulla superficie Rospo comune (Lago di Cei) LAGHI E STAGNI L'Adige e le Acque Lagarine progetto didattico triennale per le scuole secondarie di primo grado della Vallagarina

16 L'Adige e le Acque Lagarine progetto didattico triennale per le scuole secondarie di primo grado della Vallagarina 16 AMBIENTE, ECOLOGIA e FAUNA ACQUATICA 6. La catena alimentare nel fiume e nel torrente Se - come abbiamo visto - il lago costituisce un "ecosistema chiuso", gli ambienti di acqua corrente, e soprattutto quelli a corrente veloce come i rivi, i torrenti e i fiumi alpini e prealpini, sono invece ecosistemi aperti. Nei corsi d'acqua, infatti, il plancton è del tutto assente o - se c'è - è molto scarso. Manca, insomma, quello che nel lago è il primo anello della catena alimentare. Se però, come abbiamo fatto per il lago, ci affacciamo alle sponde di un torrente, ci accorgeremo che molti organismi popolano le sue acque e i suoi fondali. Vedremo guizzare qualche trota e, sollevando una pietra del fondo, scopriremo una miriade di piccoli invertebrati di forme e dimensioni varie e sorprendenti. Poniamoci di nuovo, ora, quella domanda fondamentale: come vivono questi animali acquatici? Di che cosa si nutrono? Vedremo che è proprio qui che il torrente è molto differente dal lago, perché il nutrimento all'origine della catena alimentare non viene prodotto dentro l'ambiente acquatico, ma proviene da fuori. Osservando il fondale del corso d'acqua, infatti, non è difficile scorgere, soprattutto nelle zone dove l'acqua rallenta la sua corsa verso valle, cumuli di detriti organici, come ramoscelli, fogliame, humus. Questo materiale non viene dal torrente, ma piuttosto dal territorio che sta tutt'intorno. Sono le acque ruscellanti sul suolo che, particolarmente durante le piogge intense, strappano all'impluvio (cioè al territorio che riversa l'acqua in quel corso d'acqua) gli scarti e i resti degli organismi vegetali e animali che ci vivono. Questa sostanza organica morta di origine esterna all'ambiente acquatico è il cibo principale di quel numerosissimo gruppo di animali invertebrati che vivono sul fondo e che hanno dimensioni generalmente visibili (maggiori di 0,5 cm): sono i macroinvertebrati bentonici. Nel torrente, dunque, non ci sono dei produttori della sostanza organica o - se ci sono - non sono molti (sono, ad esempio, i vegetali che vivono attaccati come le alghe epilitiche). Il primo anello della catena alimentare, insomma, è all'esterno dell'ambiente acquatico e i primi organismi francamente acquatici che lo popolano (larve di insetti, crostacei, molluschi, anellidi etc.), sono consumatori primari, nutrendosi in molti modi diversi del detrito Se osserviamo il fondale di un torrente, soprattutto dove l'acqua rallenta la sua corsa formando pozze e buche con la corrente più lenta, vedremo che sul fondale sono depositati ramoscelli, cortecce, foglie, humus. Tutti questi detriti, trasportati a valle dalla corrente, vengono dall'esterno dell'ambiente acquatico e sono la principale fonte di cibo per gli organismi acquatici e particolarmente per gli invertebrati bentonici.

17 AMBIENTE, ECOLOGIA e FAUNA ACQUATICA 17 organico trasportato dall'acqua. A loro volta, poi, questi detritivori sono la fonte di cibo principale per altri invertebrati che, comportandosi da predatori, sono da considerare consumatori secondari. Al vertice della piramide alimentare troviamo, anche nel caso del fiume e del torrente, i pesci predatori, come le trote, anche se, come nel lago, diversi animali terrestri o anfibi approfittano, dall'esterno, della produzione del corso d'acqua: è il caso, ad esempio, dell'airone cenerino, del Cormorano, del Merlo acquaiolo, della Biscia tassellata, nonché dell'uomo pescatore. ARIA ACQUA produttori erbivori nutrienti alloctoni sali minerali composti azotati e fosfati saprofagi e decompositori insetti con fase adulta aerea detriti organici provenienti dal territorio circostante e trascinati a valle dalla corrente invertebrati detritivori tagliuzzatori raschiatori raccoglitori filtratori carnivori ipercarnivori Schema semplificato della rete trofica di un tipico corso d'acqua alpino. predatori terrestri L'Adige e le Acque Lagarine progetto didattico triennale per le scuole secondarie di primo grado della Vallagarina

18 L'Adige e le Acque Lagarine progetto didattico triennale per le scuole secondarie di primo grado della Vallagarina 18 AMBIENTE, ECOLOGIA e FAUNA ACQUATICA 7. Gli abitatori del torrente e del fiume Se nell'ambiente lacustre - come abbiamo già visto - i minuscoli organismi del plancton vegetale sono abbondanti e talora abbondantissimi, nel fiume e nel torrente sono invece una rarità. Solo negli emissari dei laghi e nei fiumi di pianura, nelle anse più lente, è presente una piccola quantità di alghe planctoniche e per lo stesso motivo è molto raro anche il plancton animale. Osservando i ciottoli del fondo, tuttavia, noteremo la presenza di una specie di pàtina di colore bruno o verdastro, che in alcuni casi sarà particolarmente spessa e talvolta addirittura filamentosa. Anche queste sono alghe, che però vivono attaccate ai substrati duri (pietre, roccia, ciottoli, legni sommersi) e per questo sono definite perifiton: sono costituite principalmente da diatomee e alghe verdi filamentose. Nelle acque di risorgiva, o in certi tratti del corso d'acqua nel fondovalle, poi, noteremo anche delle altre piante sommerse, che raggiungono la superficie solo durante la fioritura: sono il ranuncolo d'acqua, il crescione e poche altre che riescono a resistere alla forza della corrente rimanendo saldamente ancorate al fondo. I vegetali acquatici, tuttavia, hanno un ruolo marginale nel corso d'acqua. I veri protagonisti del torrente e del fiume, invece, sono i numerosissimi componenti del macrozoobenthos: invertebrati di mille forme diverse che si nutrono, ognuno a suo modo, del detrito trasportato verso valle dalla corrente. La maggior parte sono larve acquatiche di insetti che, da adulti, sono destinati a uscire dall'ambiente acquatico trasformandosi, spesso per un brevissimo tempo, in animali terrestri o, meglio, aerei. Le loro larve vivono anche per molti mesi sul fondale del corso d'acqua, sotto i ciottoli, attaccati alle pietre, infilati negli interstizi. L'ambiente è "comodo" e li fornisce di molto cibo. Solo la fase riproduttiva li spinge, attraverso la metamorfosi dalle fasi larvali a quella adulta, ad uscire dall'acqua compiendo la riproduzione attraverso l'accoppiamento e la successiva deposizione della uova sul pelo dell'acqua. Alcuni gruppi di insetti, come certi coleotteri, compiono tutta la loro vita nell'ambiente acquatico, dalla fase larvale a quella adulta. Tra gli invertebrati bentonici, però, ci sono anche molti altri animali: crostacei di piccole dimensioni come i gammaridi, grandi crostacei dell'ordine dei decapodi (il Gambero d'acqua dolce), anellidi come le sanguisughe e i lombrichi d'acqua, molluschi (soprattutto gasteropodi), vermi piatti come le planarie e numerosi altri gruppi minori. La varietà dei pesci dei corsi d'acqua è decisamente minore rispetto a quella dei laghi. Soprattutto nei rivi e nei torrenti montani sono molto poche le specie ittiche capaci di vivere in condizioni estreme di temperatura, di turbolenza e di velocità di corrente. Tra queste a dominare i popolamenti ittici è spesso la Trota fario. Più a valle, dove il torrente è più ampio, ricco di nutrimento e di rifugi con acque più lente, sono sempre i Salmonidi i pesci più tipici, ma alla trota fario si sostituisce la Trota marmorata, alla quale si affiancano spesso altre specie come lo Scazzone, la Sanguinerola, il Barbo canino. È nel fiume pedemontano, tuttavia, che con la Trota marmorata, la vera regina delle acque alpine di fondovalle, convive il maggior numero di specie: il Temolo, il Barbo comune, il Cavedano, il Vairone, la Lampreda padana, oltre alle specie già citate sopra. Intorno al torrente e al fiume, infine, gravitano molti animali che trovano in acqua il loro cibo o importanti siti di rifugio e di riproduzione. Sono uccelli stanziali, come il Merlo acquaiolo, diverse anatre, la Gallinella d'acqua, oppure uccelli svernanti, come il Cormorano. Ci sono specie, come il Piro piro piccolo, che sfruttano le rive per la deposizione delle uova. Anche le bisce d'acqua, e particolarmente la Biscia tassellata, sono molto diffuse lungo i corsi d'acqua lagarini. Diversi anfibi, in ultimo, scendono dal territorio circostante nelle zone più lente del fiume e dei torrenti, oppure nei piccoli ruscelli delle vallate laterali, per la deposizione delle uova: qui i girini di rane, rospi e salamandre si sviluppano fino alla metamorfosi che li farà tornare alla vita terrestre.

19 VEGETALI E ANIMALI DELLE ACQUE CORRENTI AMBIENTE, ECOLOGIA e FAUNA ACQUATICA 19 Ranuncolo d'acqua (T. Leno) Trote fario, tipiche abitatrici dei rivi e dei torrenti Zoobenthos: larva piatta di effimera (Ecdyonurus) La Salamandra pezzata depone le uova nei ruscelli Effimera adulta appena schiusa in riva al torrente Biscia tassellata (Fiume Adige) Il gambero di fiume vive nei torrenti e nelle risorgive Il Cormorano sverna lungo le rive dell'adige RIVI, TORRENTI E FIUMI L'Adige e le Acque Lagarine progetto didattico triennale per le scuole secondarie di primo grado della Vallagarina

20 L'Adige e le Acque Lagarine progetto didattico triennale per le scuole secondarie di primo grado della Vallagarina 20 AMBIENTE, ECOLOGIA e FAUNA ACQUATICA 8. Invertebrati bentonici e autodepurazione Come abbiamo visto i macroinvertebrati bentonici sono un complesso gruppo di organismi, anche molto diversi tra loro, che mostrano come caratteristiche comuni uno spiccato adattamento alla vita a contatto con i fondali dei fiumi e dei torrenti e dimensioni non microscopiche, generalmente superiori a 1 mm. Tra di essi prevalgono le larve di numerosi ordini di insetti (Plecotteri, Efemerotteri, Tricotteri, Ditteri etc.), ma ci sono anche crostacei, molluschi, anellidi, platelminti, nematodi e altri gruppi minori di invertebrati. Pur essendo presenti e abbondantemente diffusi, gli organismi invertebrati microscopici, le alghe, i vegetali macrofitici e gli stessi decompositori hanno un ruolo e un peso, dentro il corso d'acqua, senz altro molto inferiore rispetto a quello dei macroinvertebrati bentonici. Nello svolgimento della loro attività biologica, infatti, la fauna macrobentonica attinge per il proprio nutrimento all abbondante detrito organico proveniente dall'intero bacino imbrifero e trasportato verso valle dal corso d acqua, provocandone il progressivo disfacimento. Ogni gruppo di questi animali acquatici usufruisce di parti differenti del detrito organico e con modalità differenti: perciò si distinguono, ad esempio, macroraccoglitori, tagliuzzatori, macrofiltratori, raccoglitori, microraschiatori, microfiltratori a seconda delle dimensioni delle particelle di detrito di cui si nutrono e delle modalità di alimentazione. La grande diversità biologica delle comunità macrozoobentoniche naturali, cioè la grande varietà di organismi differenti presenti sui fondali di fiumi e torrenti, è resa possibile dalla grande diversità microambientale tipica dei corsi d acqua alpini. Ci sono, infatti, larve di insetti che vivono in piena corrente aderendo con ventose e unghioni alle pietre; altre se ne stanno esclusivamente sui tratti di fondale ciottolosi e privi di limo; altri invertebrati vivono infossati nella sabbia e nel fango delle zone con corrente più lenta... Se non ci fossero questi animali che consumano e "riciclano" i detriti raccolti dalle acque e trasportati a valle dalla corrente, la grande quantità di sostanza organica presente andrebbe incontro alla decomposizione, con conseguenti fenomeni, anche molto rilevanti, di inquinamento organico delle acque. L'acqua a valle sarebbe inquinata, ricca di nutrienti e favo- Larva di efemerottero (Eptagenidi). Larva di tricottero con astuccio (portalegna). Larva di tricottero senza astuccio. Dittero chironomide. Dittero simulide. Crostaceo gammaride.

21 AMBIENTE, ECOLOGIA e FAUNA ACQUATICA 21 Le larve dei plecotteri, come queste perle (Perla grandis), sono generalmente molto sensibili all'inquinamento e scompaiono dal torrente quando l'ambiente è inquinato o alterato. rirebbe lo sviluppo di batteri e alghe filamentose. Anche per i molti usi che ne fa l'uomo quest'acqua risulterebbe inservibile o difficilmente utilizzabile. Per questo si dice che, grazie alla continua attività biologica di questa varia e diversificata categoria di organismi di fondo, si compie la autodepurazione organica dei corsi d acqua. Ancora oggi, nonostante il progresso tecnologico nei sistemi di trattamento delle acque inquinate, non esiste un sistema artificiale capace di eguagliare questo straordinario lavoro di depurazione che le comunità di organismi dei fondali sono in grado di compiere, alla sola condizione che l'ambiente mantenga le sue caratteristiche naturali. CHE COSA C'È SUL FONDO DEL FIUME? Questa immagine mostra il materiale raccolto immergendo un retino a maglie sottili nelle acque del Fiume Adige e smuovendo il fondale immediatamente a monte. La corrente d'acqua ha trasportato nella nostra trappola molti materiali diversi: c'è qualche pietruzza, pochi vegetali, abbondano i resti organici (ramoscelli, foglie morte, detriti vari) e poi, a ben guardare, il nostro campione è ricco di organismi invertebrati di varia forma e struttura... crostacei anfipodi Gammarus larva di tricottero (riacofila) larva di tricottero con astuccio larva piatta di effimera (ecdionuro) larva di effimera Baetis foglie morte ramoscello larva di plecottero (Leuctra) larva piatta di effimera (ecdionuro) larva di tricottero (riacofila) Fontinalis antipyraetica sanguisuga ramoscello astuccio tubulare di larva di tricottero... è questo complesso di organismi che, attraverso la sua continua attività biologica, consuma i detriti organici raccolti dalle acque sul territorio del bacino imbrifero e trasportate a valle lungo gli alvei di rivi, torrenti e fiumi. Riciclando questa materia organica e utilizzandola per il proprio nutrimento, gli invertebrati dei fondali evitano l'inquinamento dell'acqua e la trasformano in una preziosa fonte di cibo per pesci, uccelli acquatici, anfibi... Insomma, quello che era un rifiuto del territorio, nel fiume si trasforma, grazie alla catena alimentare, in una miriade di invertebrati e, poi, in pesci. alghe larva di dittero (Tipula) L'Adige e le Acque Lagarine progetto didattico triennale per le scuole secondarie di primo grado della Vallagarina

22 L'Adige e le Acque Lagarine progetto didattico triennale per le scuole secondarie di primo grado della Vallagarina 22 AMBIENTE, ECOLOGIA e FAUNA ACQUATICA 9. La vegetazione delle rive Studiando un po' il fiume e il torrente abbiamo capito che si tratta di ecosistemi complessi, fatti di molte componenti e condizionati da molti fattori. Sono sistemi dinamici, che cambiano continuamente per effetto dei processi fisici e biologici che lo coinvolgono. Sappiamo, ad esempio, che l'acqua che scorre in un punto dell'alveo viene da un percorso talvolta molto lungo e, in ultimo, dipende dal ciclo dell'acqua. Abbiamo capito anche che il corso d'acqua non è isolato dal territorio che attraversa, ma ha con esso un rapporto stretto, perché è proprio il suo bacino imbrifero che lo rifornisce continuamente d'acqua e di materiali inerti e di detriti organici. Ora ci risulta più facile comprendere anche l'importanza delle zone del territorio più vicine al fiume o al torrente, cioè le sponde e, in senso un po' più ampio, le rive. Le confluenze dei tributari sono certamente punti importanti per il fiume, che qui riceve l'apporto di porzioni più o meno grandi del bacino imbrifero. Non sono meno importanti, tuttavia, le rive che costituiscono la fascia di passaggio tra l'ambiente terrestre e l'ambiente acquatico per chilometri e chilometri. Se guardiamo un corso d'acqua naturale, ne riconosceremo facilmente una caratteristica importante: per un'ampiezza variabile e legata alla conformazione del fondovalle, le rive sono occupate da una vegetazione riparia particolare, fatta di alberi e arbusti, tra i quali dominano salici, ontàni e pioppi. Si tratta di piante che amano i terreni umidi e hanno generalmente una grande resistenza alla forza della corrente. Si sono adattate a crescere, infatti, nella parte più esterna degli alvei fluviali, dove le piene periodiche del corso d'acqua mettono a dura prova la tenuta delle radici e dei fusti delle piante. Ma perché ci interessa questa vegetazione? Ebbene essa, oltre a fornire importanti ambienti di insediamento, rifugio, alimentazione, nidificazione a molte specie animali, costituisce un'importante fascia filtro tra terra e fiume. Attraverso le radici, che contribuiscono anche al consolidamento delle sponde, salici e ontani sono capaci di assorbire buona parte di ciò che viene dilavato del territorio circostante, che porta con sé sostanze inquinanti di molti tipi, a partire dai nutrienti di origine naturale o agricola, che provocherebbero l'inquinamento organico dell'acqua. Gli alberi delle rive in parte li assimilano e in parte li rilasciano nell'atmosfera come azoto gassoso del tutto innocuo. In un corso d'acqua in condizioni naturali come il T. Leno di Terragnolo le rive sono per lunghi tratti occupate da una vegetazione caratteristica, costituita da alberi e arbusti che "filtrano" l'acqua che arriva torrente. Grazie a uno sviluppato apparato radicale e alla flessibilità dei loro rami i salici resistono alla forza dell'acqua e rinforzano le sponde. sali d'azoto campagna FASCIA RIPARIA VEGETATA azoto gassoso fiume I composti dell'azoto vengono riciclati dalla fascia riparia, che ne favorisce anche il rilascio sotto forma di azoto atmosferico.

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