SUPPLEMENTO AFFARI & FINANZA - RAPPORTO ultimo aggiornamento
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- Gloria Rocchi
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1 SUPPLEMENTO AFFARI & FINANZA - RAPPORTO ultimo aggiornamento Debiti di Stato, la grande torta del factoring Più di un quarto dell intero business è costituito dai pagamenti non effettuati dalle amministrazioni vers fornitori esterni. Secondo Assifact, il fatturato è destinato a crescere, ancora più di quello dei settori pr tanti servizi erogati e quel che costano tra interessi e commissioni MASSIMILIANO DI PACE I soldi incassati per pagare i conti sospesi L INDAGINE Il mercato rallenta ma resta sempre grande Il business si è attestato nel 2004 su oltre 105 miliardi di euro, in calo rispetto all anno precedente, ma dimensioni è dietro soltanto a quello britannico e statunitense. Ed è primo se viene misurato in rapport WALTER GALBIATI Il factoring e le difficili nozze con la contabilità internazionale L operazione dovrà essere completata nel I problemi maggiori sono all esame di un gruppo di lav Assifact Factoring, operatori più ottimisti per il 2005 Le società prevedono una ripresa del mercato per la fine dell anno: dovrebbe essere dell 12 per cento. capitalizzazione ADRIANO BONAFEDE Poco dialogo via Internet con i clienti Alla base c è il problema della sicurezza. La firma digitale potrà finalmente permettere una svolta ROSARIA AMATO Corsi online arriva una nuova piattaforma L accesso è possibile dal sito Assifact Educ@tion ma ci si può collegare anche in molti altri modi Muove i primi passi l efactoring ma il traguardo è ancora lontano Sviluppato adeguatamente potrà garantire non solo un miglioramento dell efficienza operativa e del cu service ma anche l acquisizione di nuove quote di mercato cosi il futuro ROSARIA AMATO
2 Debiti di Stato, la grande torta del factoring Più di un quarto dell intero business è costituito dai pagamenti non effettuati dalle amministrazioni verso i fornitori esterni. Secondo Assifact, il fatturato è destinato a crescere, ancora più di quello dei settori privati. I tanti servizi erogati e quel che costano tra interessi e commissioni MASSIMILIANO DI PACE Il factoring dei crediti vantati con la Pa, pubblica amministrazione, è ormai una realtà importante, tanto da rappresentare più di un quarto (26,6%) dell intero mercato italiano del factoring nel Un mercato per di più dinamico, come dimostra l elevato tasso di crescita del comparto rispetto all anno precedente (2003), che secondo i dati di Assifact è del 6,9%; un dato positivo che risalta rispetto alla contrazione generale dell intero settore, che è pari al 2,6%, come risulta dai dati della Banca d Italia. L appetibilità del comparto pubblico per il business del factoring viene confermata da Giorgio Bondioli, recentemente nominato presidente di Assifact, l associazione italiana che riunisce quasi tutti gli operatori del factoring, noti anche con il termine di factor. «Nel nostro Paese spiega Bondioli la dimensione dei crediti di fornitura verso il comparto pubblico è notevole, ed il fatturato tende ora a crescere più di quello del comparto privato, in quanto il factoring riesce ad introdurre nella gestione dei flussi di pagamenti pubblici elementi di flessibilità, velocizzazione, e certezza». Ma vi sono anche altre considerazioni che spiegano la crescita del comparto pubblico del factoring, secondo il presidente di Assifact: «Crediti per mille ragioni bloccati amministrativamente, o comunque non liquidi, diventano, attraverso i servizi del factoring, meglio definiti e più esigibili, con effetti positivi sulla loro gestione e liquidabilità». «Insomma conclude Bandioli con il factoring si attiva un ciclo virtuoso, che trova nel suo processo di finanziamento, gestione, e garanzia dei crediti un naturale impulso, rafforzato dalla vocazione all analisi e gestione del credito, ora ancora più necessaria in conseguenza dei nuovi criteri contabili internazionali Ias e dei nuovi parametri patrimoniali di Basilea 2». Eppure sono passati solo 5 anni dall introduzione di questa possibilità. Infatti, è nel 2000 che è entrato in vigore il regolamento attuativo della legge sugli appalti pubblici, la 109/94, nota come legge Merloni, ossia il DPR 554/99, che ha abrogato una vecchissima norma, l art. 339 della legge 2248/1865, che impediva la cessione dei crediti con l amministrazione pubblica. Va detto però che sono cedibili con il factoring non tutti i crediti che si hanno con la Pa, ma solo quelli derivanti da contratti di appalto e di concessione di lavori pubblici, e da contratti di progettazione nell ambito della realizzazione di lavori pubblici. Per lavori pubblici si intendono poi solo le attività di costruzione, demolizione, recupero, ristrutturazione, restauro e manutenzione di opere ed impianti, anche di presidio e difesa ambientale e di ingegneria naturalistica (ai sensi dell art. 1 della legge Merloni). Sono cedibili anche i crediti derivanti da contratti misti di lavori, forniture e servizi, purché i lavori abbiano un valore economico superiore al 50% dell intero appalto. In definitiva la legge 52/91, che regolamenta in Italia il factoring, può essere applicata anche a molti crediti verso le Pa. Il factoring, va detto, non si concretizza solo nella cessione dei crediti vantati dal fornitore (in questo caso l impresa appaltatrice) nei confronti dei propri clienti (la stazione appaltante, ossia la Pa) al factor. Comprende infatti anche altri servizi, quali la gestione e l incasso dei crediti, l anticipo dei crediti prima della scadenza, l assistenza nella fase di recupero, la valutazione dell affidabilità della clientela, e la garanzia del buon fine dell operazione. A quest ultimo riguardo va però precisato che la cessione del credito può essere impostata con due modalità differenti: pro soluto, ossia con trasferimento del rischio dell insolvenza alla società di factoring, o pro solvendo, ovvero salvo buon fine, per cui l impresa cedente il credito resta responsabile in caso di mancato incasso del credito stesso da parte del factor. Nel settore dei crediti verso le amministrazioni pubbliche le due modalità si spartiscono quasi equamente il mercato: il 53% dei crediti viene ceduto con la modalità pro soluto, e il 47% con la modalità pro solvendo, anche se la tendenza degli ultimi tempi è quella di preferire la modalità pro soluto. Ma quali sono i vantaggi e gli svantaggi del factoring per le imprese che hanno crediti con la p.a.? Va innanzitutto detto che per la P. A. il ricorso al factoring da parte dell impresa appaltatrice non modifica le sue relazioni con essa. Anzi, l intermediario finanziario può risultare utile alla Pa appaltante sia per la dilazione dei pagamenti, sia per la ricerca di soluzioni finanziarie adeguate alle esigenze dell amministrazione. Per le imprese appaltatrici il factoring è conveniente per una serie di ragioni. In primo luogo consente di coprire il fabbisogno di finanziamento, che le dilazioni di pagamento concesse alla Pa possono rendere urgente, dato che i lavori appaltati devono essere portati comunque a
3 termine. In secondo luogo, l impresa si solleva da tutte quelle attività richieste per la gestione dei crediti (scadenzari, controlli, solleciti, ricontrattazione scadenze, e via dicendo), per cui il personale può dedicarsi di più all attività tipica dell impresa. E poi il factoring comporta la possibilità di programmare meglio le entrate, una semplificazione della contabilità clienti, nonché un aumento della velocità di circolazione del capitale d esercizio. Ma quanto costa affidarsi al factoring? Certamente, tutti i vantaggi prima segnalati non sono gratis. Infatti, come tutti i servizi finanziari, i crediti ceduti vengono decurtati di una percentuale che dipende sia dai tassi di interesse del momento, sia dall affidabilità del debitore, che però nel caso della Pa dovrebbe essere elevata. Il costo dell operazione è dato dalla commissione più il tasso di interesse. Nei primi mesi del 2005, secondo i dati della Banca d Italia, il tasso di interesse si aggirava intorno al 56%, mezzo punto in meno rispetto ai normali finanziamenti alle imprese, mentre per quanto riguarda le commissioni, esse oscillano in genere fra lo 0,15% e l 1% con la cessione pro solvendo, e lo 0,52% con il pro soluto.
4 I soldi incassati per pagare i conti sospesi L INDAGINE A che servono i fondi anticipati dal factor? Principalmente per rimborsare i debiti, tanto più quanto è piccola l azienda, mentre meno frequente è la destinazione verso il finanziamento dello sviluppo delle vendite. Le aziende giovani, quelle a forte potenziale di crescita, utilizzano invece lo smobilizzo del portafoglio crediti per fare nuovi investimenti. E quanto emerge da un indagine sul settore effettuata da Assifact, che intende in questo modo monitorare il settore, per capire dove è meglio intervenire. Secondo l indagine nel 33 per cento dei casi i fondi anticipati dalle società di factoring, per i crediti incagliati che penseranno loro a sbloccare, vengono utilizzati per ottimizzare la programmazione degli incassi. Il 26 per cento lo utilizza per facilitare la crescita del fatturato. Sempre secondo l indagine il factoring non sembra aver effetto sui tempi di incasso dei crediti della clientela, che rimangono invariati. Per quanto riguarda il livello degli insoluti, il 54 per cento delle imprese è convinto che il factoring contribuisca a migliorare la situazione. Nonostante l immagine positiva del factoring, nessuna impresa ha mai pensato di eliminare il proprio ufficio credito. Il motivo? Politica aziendale, ma anche la difficoltà di conseguire una effettiva riduzione dei costi di gestione dei crediti stessi. Non solo. Le imprese ritengono che il factoring costi più del credito bancario, ma perché si tratta di un servizio più complesso e ricco. (r.a.f.)
5 Il mercato rallenta ma resta sempre grande Il business si è attestato nel 2004 su oltre 105 miliardi di euro, in calo rispetto all anno precedente, ma per dimensioni è dietro soltanto a quello britannico e statunitense. Ed è primo se viene misurato in rapporto al Pil WALTER GALBIATI Un giro d affari da oltre 100 miliardi di euro. Un mercato che per dimensioni si attesta subito alle spalle di quello britannico e statunitense. Ma che diventa il primo se si misura in rapporto al Prodotto interno lordo. Il factoring in Italia si presenta in grande stile. E il principale motivo è da ricercare nell ampia diffusione del pagamento dilazionato tra imprese, che favorisce un elevato ammontare di crediti commerciali. In termini generali, con il contratto di factoring una società specializzata, il cosiddetto factor, eroga, a fronte del pagamento di un corrispettivo a favore del cliente, una serie di servizi connessi alla gestione dei crediti, come la contabilizzazione, l amministrazione, la riscossione, l attività di sollecito e il recupero. E di solito la società di factoring effettua un anticipazione finanziaria rispetto alla naturale scadenza dei crediti stessi, per un importo di volta in volta da stabilire, svolgendo così anche una funzione di finanziamento nei confronti dei clienti. Per realizzare l operazione, si fa ricorso alla cessione del credito, per effetto della quale il cliente cede al factor, eventualmente anche in massa, i crediti esistenti o futuri nei confronti di una o più delle sue controparti commerciali. Secondo i dati Assifact, l associazione di categoria, nel 2004 il volume d affari del settore si è attestato a circa 105,1 miliardi di euro, in calo dell 11,4% (9% a campione costante) rispetto all anno precedente quando era stato raggiunto un giro complessivo pari a 118,7 miliardi. Nel 2002 si era toccato addirittura un picco di 119,2 miliardi di euro. La flessione dell ultimo anno non è tuttavia riconducibile a un andamento generalizzato su tutto il mercato, ma è influenzata in particolar modo dalla diminuzione d affari delle società di matrice industriale e dei due principali operatori di estrazione bancaria. In dodici mesi Mediofactoring, società del gruppo Banca Intesa e leader in Italia, ha visto scendere il giro d affari del 5,9% a 26,1 miliardi e Ifitalia, il secondo operatore italiano che appartiene al gruppo Bnl, del 17,6% a 17,6 miliardi. La Fidis, invece, che gestisce i crediti della Fiat, ma è attualmente controllata dalle banche che sono partner del Lingotto, ha perso ben il 36,8% del proprio volume d affari pari nel 2004 a 10,4 miliardi, una vera debacle che riflette lo stato di salute del colosso torinese. E per capire il peso di questi tre operatori, basti pensare che insieme raccolgono il 50% dell intero mercato italiano. Una concentrazione che risulta ancora più evidente se si estende il rapporto ai primi dieci gruppi italiani: insieme gestiscono una quota di mercato superiore all 80%. A fronte della contrazione del giro d affari dei grandi player, i concorrenti medio piccoli hanno registrato tassi di crescita più o meno significativi. Centrofactoring, società controllata da 50 casse di risparmio, è balzata del 25,7%, mentre Mps factoring (Monte dei Paschi) e Serfactoring, partecipata da un gruppo di banche e che lavora prevalentemente con l Eni, sono salite rispettivamente dell 1,8% e del 4,5%. Tra i big solo il terzo operatore Italease Factorit, controllata da diverse banche popolari e appena sbarcata a Piazza Affari, è riuscita a migliorare il proprio turnover con una crescita del 6,1% a 11,5 miliardi di euro. Il quadro congiunturale sfavorevole ha però posto in evidenza la necessità degli operatori economici di curare i rischi di insolvenza e di avere una migliore gestione del circolante. Questo fenomeno ha implicato un maggiore orientamento delle società di factoring verso l efficienza qualitativa del prodotto di copertura del rischio commerciale. Quanto ai settori di attività interessati, l 86% dei crediti ceduti sul mercato hanno come soggetto cedente un impresa privata, mentre esaminando la distribuzione dei crediti in base al settore di attività del debitore ceduto, emerge che la Pubblica Amministrazione è seconda in graduatoria con una quota pari al 28%. Anche qui in testa vi sono le imprese private con una quota del 57%. Per quanto riguarda, invece, la distribuzione per area geografica dei crediti, a livello italiano il NordOvest ricopre la posizione di maggior rilievo, sia nella distribuzione rispetto al cedente dei crediti pro solvendo (42,5% del mercato), sia nella distribuzione rispetto al debitore ceduto dei crediti pro soluto (36,9%). Seguono il Nord Est, il Centro, il Sud e le Isole. Tuttavia si è registrato negli ultimi tre anni un trend negativo della macroarea NordOvest in favore delle macroaree Centro e Sud e Isole. Per esempio la percentuale di mercato rispetto al cedente dei crediti prosoluto nel Centro è passata dal 25,5% del 2002 all attuale 33,5%
6 Il factoring e le difficili nozze con la contabilità internazionale L operazione dovrà essere completata nel I problemi maggiori sono all esame di un gruppo di lavoro di Assifact Factoring e Ias 39: un accoppiata difficilmente gestibile. E questo il giudizio degli operatori del factoring, che, insieme a banche, assicurazioni e società quotate, stanno vivendo il passaggio dai principi contabili nazionali a quelli internazionali Ias (International Accounting Standards), che dovrà essere completato per l esercizio Le difficoltà nascono dal fatto, come spiega Francesco Sacchi, coordinatore del gruppo di lavoro di Assifact sulla questione, che lo Ias 39 stabilisce regole uguali per la valutazione delle diverse tipologie di strumenti finanziari, che comprendono titoli, prestiti, e crediti commerciali. Il principio a cui si ispira lo Ias 39 è il cosiddetto fair value, ossia la valutazione al valore di mercato di tutti quegli strumenti finanziari che non vengono detenuti in modo strutturale, come è sicuramente il caso dei titoli oggetto di trading, o i crediti commerciali. Mentre per i titoli quotati il valore di mercato è facilmente conoscibile, nel caso dei crediti commerciali esso normalmente corrisponde al valore nominale, eventualmente da modificare per tenere conto dei costi di acquisizione. In sostanza, se i criteri di valutazione previsti dallo Ias 39 possono essere valide per i titoli, difficilmente lo sono per i crediti commerciali, che costituiscono l oggetto dei contratti di factoring. Infatti, sono due i problemi di fondo che il principio Ias 39 pone al settore del factoring, come ricorda Sacchi: «Il primo problema deriva dalla circostanza che il principio contabile internazionale prevede una valutazione del singolo credito, mentre le società di factoring acquisiscono intere masse di crediti commerciali, sul cui valore incidono i servizi forniti, come la gestione e riscossione dei crediti, l anticipazione del corrispettivo, l assunzione del rischio di insolvenza del debitore ceduto, per cui diventa impossibile applicare alla lettera le istruzioni dello Ias 39». «In secondo luogo continua l esperto di Assifact lo Ias 39 richiede che, laddove i crediti vengano ceduti pro solvendo, ossia con il rischio di insolvenza del debitore a carico dell impresa cedente, questi debbano permanere nell attivo delle imprese cedenti, mentre attualmente nell attivo delle società di factoring vengono registrati non solo i crediti ceduti pro soluto (ossia con il rischio dell insolvenza a carico dell operatore di factoring), ma anche quelli pro solvendo. In sostanza conclude Sacchi l applicazione dei nuovi criteri determina il venir meno della specularità dei bilanci, che si ha quando una posta presente nel passivo di una società (es. il debitore) corrisponde a quella situata nell attivo dell altra società (es. il creditore). Con lo Ias 39 si rischia di avere la stessa posta nell attivo di due società diverse (il factor e l impresa cedente)». Come fare allora per risolvere questi problemi? Secondo l esperto di Assifact sarà difficile garantire la specularità, in quanto andrebbe verificato il trattamento contabile attribuito dalle imprese clienti ai crediti ceduti, e questo è sostanzialmente impossibile. Per quanto riguarda invece l esposizione dei crediti nello Stato patrimoniale delle società di factoring, vi sarà un unica voce che unisce i crediti pro soluto e pro solvendo, salvo poi separarli in sede di nota integrativa. In conclusione l Assifact sta lavorando per trovare un compromesso tra le richieste del principio contabile Ias 39 e le esigenze di verità e correttezza della rappresentazione in bilancio dei valori contabili, richiesta non solo dal codice civile, ma anche dalla vigilanza di Bankitalia. (m. d. p.)
7 Factoring, operatori più ottimisti per il 2005 Le società prevedono una ripresa del mercato per la fine dell anno: dovrebbe essere dell 12 per cento. Alta capitalizzazione ADRIANO BONAFEDE Più credito per le imprese e per le famiglie nel 2004 rispetto all anno precedente, ma non nel segmento del factoring, che invece ha visto una leggera contrazione a scapito di altre componenti del finanziamento. Secondo gli ultimi dati elaborati dalla Banca d Italia, i prestiti erogati dalle banche italiane a clientela residente sono aumentati complessivamente del 6,7 per cento (più che nell area euro, dove la crescita è stata limitata al 6,3 per cento). Per quanto riguarda le imprese, c è stata una forte crescita delle componente creditizia e medio e lungo termine (+ 13,8 per cento), dovuta soprattutto ai finanziamenti al settore immobiliare. «L unica cosa che ha tirato davvero nel 2004 spiega Alessandro Carretta, segretario generale dell Assifact, l associazione delle imprese del comparto factoring sono stati i finanziamenti immobiliari, soprattutto quelli legati a grosse operazioni. I finanziamenti a breve termine, invece, sono diminuiti del 3,8 per cento. Il factoring, che si inserisce in quest ultimo segmento, ha seguito il trend scendendo però un po meno, del 2,6 per cento. Ciò d altronde è normale, perché i finanziamenti a breve risentono in maniera diretta della cattiva congiuntura economica: quando la produzione non va, le imprese non attingono ai finanziamenti a breve. C è una correlazione diretta fra i due fenomeni». I primi dati elaborati per il 2005 ci danno però delle proiezioni abbastanza positive. Le società del settore prevedono che la ripresa del factoring quest anno dovrebbe essere compresa tra l 1 e il 2 per cento. Non tanto da recuperare la perdita del 2004, ma comunque un inversione di tendenza che segnala anche indirettamente un miglioramento del clima economico generale. Nel 2005, quindi, dovrebbe esserci un contemporaneo aumento sia dell indebitamento complessivo delle imprese e delle famiglie, proseguendo nella tendenza degli ultimi anni, sia del factoring. Quest ultimo ha una quota sul totale crediti compreso tra il 7 e il 9 per cento, a seconda di come si effettua il calcolo. Questa quota non dovrebbe subire aumenti. «I volumi sono già enormi dice Carretta l Italia è al secondo posto al mondo dopo la Gran Bretagna e prima degli stessi Stati Uniti. E ciò spiega anche il fatto che nel 2004 la piccola contrazione che si è avuta non sia stata vissuta in maniera drammatica dagli operatori. Questi ultimi si sono concentrati più sulla qualità del credito che, appunto, sui volumi. Tanto che il livello di capitale delle società di factoring sulle attività è cresciuto anche nel 2004 ed è arrivato al 10 per cento, una soglia importante». Ma perché la quota del factoring sul totale crediti è già così alta nel nostro paese? «Perché le imprese italiane sono molto orientate ai prestiti bancari più che altrove, dove invece si utilizza una più larga varietà di finanziamenti, tra cui le obbligazioni, che però in Italia non hanno avuto grande fortuna».
8 Poco dialogo via Internet con i clienti Alla base c è il problema della sicurezza. La firma digitale potrà finalmente permettere una svolta ROSARIA AMATO Le società di factoring dialogano ancora poco via Internet con i propri clienti. Le comunicazioni in Rete sono infatti al momento in fase di sviluppo, e solo poche società sono in grado di offrire un operatività piena o quasi piena via Internet. In questo gioca anche un ruolo la questione della sicurezza dei documenti scambiati: lo sviluppo della firma elettronica sarà sicuramente di grande supporto nel garantire la provenienza e l immodificabilità dei testi che passano attraverso il web. Lo stato dell arte della firma digitale è apparentemente abbastanza progredito: in Italia i possessori di smart card sono 1,2 milioni; la Lombardia è la prima in classifica con quasi persone in possesso del sistema di autenticazione rilasciato dalle Camere di Commercio. Il peso legale di un documento informatico sottoscritto con firma digitale è fondamentale: ha infatti valore probatorio fino a querela di falso. Tuttavia al momento l uso vero e proprio tra i privati della firma elettronica è ancora limitato, perché è difficile trovare un interlocutore che sia provvisto di smart card e di tutto il necessario per l autenticazione digitale. Infatti le poche società di factoring che garantiscono l operatività online alla propria clientela più che servirsi della firma digitale hanno elaborato dei sistemi propri per lo scambio in sicurezza di informazioni e documenti. Sistemi che non richiedono di solito una elaborata attrezzatura informatica: in genere al cliente si chiede semplicemente la dotazione di un personal computer collegato a Internet. Al cliente viene poi fornito un username e una password: tutti i siti delle società infatti hanno una parte di informazioni generali sul settore aperta a tutti i lettori, e poi una parte operativa riservata alla clientela in grado di identificarsi. I progetti di efactoring già operativi sono stati avviati da circa un anno. In linea di massima, permettono al momento ai clienti di verificare la posizione dei propri creditori ceduti (una sorta di accurato estratto conto) e di fornire a loro volta informazioni. «Al momento spiega Marco Imbalsano, responsabile dei sistemi informatici di Unicredit Factoring quello che riusciamo a fare attraverso il nostro sito è permettere ai nostri clienti di visualizzare la situazione di ogni singolo debitore ceduto. E possibile inoltre lo scambio di informazioni. Certo, ci sono due tipi di difficoltà: uno è rappresentato dalla ancora limitata diffusione della firma digitale. Nel momento in cui questa sarà fruibile da tutti, darà maggiore sicurezza ai dati che vengono trasmessi. E poi c è anche la questione legata proprio all uso di Internet: diciamo che ancora di fronte a sistemi telematici di questo tipo si riscontra la difficoltà di avere per interlocutore un monitor al quale non si possono fare domande». Ancora ardua, a maggior ragione, la cessione dei crediti attraverso il canale Internet: «L avvio del progetto di factoring online spiega sul suo sito Banca Ifis sarà reso possibile dalla diffusione e dall attuazione delle normative che regolano la firma digitale e dagli altri strumenti che impediscono la modifica dei documenti, al fine di garantire al cliente la massima tutela da ogni forma di abuso». In diversi siti di società di factoring ci sono informazioni sull uso della firma digitale. Sul sito di Intesa Mediofactoring c è anche la possibilità di scaricare il kit, con tutte le istruzioni necessarie.
9 Corsi online arriva una nuova piattaforma L accesso è possibile dal sito Assifact Educ@tion ma ci si può collegare anche in molti altri modi E un contenitore dotato di supporti tecnologicamente avanzati per le varie iniziative di formazione di volta in volta proposte. Assifact Educ@tion è la nuova piattaforma per l erogazione di corsi a distanza online. L accesso è possibile dal sito Assifact, ma i singoli corsi possono essere collegati, tramite link, ad altre iniziative attivate su siti, intranet, piattaforme aziendali e di gruppo. L accesso avviene tramite una password differenziata per categoria di utente (partecipante, tutor, amministratore del sito); è previsto un monitoraggio del percorso effettuato dal partecipante (o da un gruppo di partecipanti nel sito per i singoli corsi). Di supporto, l Associazione Italiana per il Factoring offre forum tematici, library, link utili, test di autodiagnosi dei fabbisogni formativi, ricevimento online. Il catalogo dei corsi propone "Il factoring: caratteristiche tecniche e di mercato", percorso formativo di livello intermedio, composto da quattro corsi brevi, per gli operatori con limitata anzianità di ruolo (personale amministrativo/operativo con contenuto orientamento al business); "Il sistema finanziario", corso base di introduzione al sistema finanziario per chi non dispone di competenze in tema di intermediazione finanziaria; "Il sistema dei controlli interni", corso destinato al personale nella prospettiva della diffusione di una cultura del controllo, quale elemento di coordinamento delle attività e dei comportamenti. Durante il 2005, si prevedono altre due iniziative di livello avanzato: "Factoring academy degree", per gli operatori di società e banche con significativa anzianità di ruolo che vogliano acquisire una visione interfunzionale sul business e potenziare le proprie capacità manageriali e "Credit risk management", per gli operatori della funzione crediti, analisti del factoring, top management. (l. t.)
10 Muove i primi passi l efactoring ma il traguardo è ancora lontano Sviluppato adeguatamente potrà garantire non solo un miglioramento dell efficienza operativa e del customer service ma anche l acquisizione di nuove quote di mercato cosi il futuro ROSARIA AMATO Se l ebanking ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, e i correntisti che operano su Internet, secondo la più recente rilevazione dell Associazione Bancaria Italiana, sono 4,4 milioni, l efactoring sta invece muovendo i primi passi. Ad ammetterlo è la stessa Assifact, l Associazione Italiana per il factoring, che raggruppa le principali imprese del settore. Eppure, le analogie ci sarebbero: «Da una ricerca svolta dall associazione nel 2000 spiega un portavoce di Assifact si sono rilevate analogie nelle caratteristiche funzionali tra lo sviluppo dell efactoring e l evoluzione dell Internet banking; tali analogie non sono emerse in termini di velocità di evoluzione, riteniamo anche in considerazione della complessità delle operazioni di factoring». Questo non significa che in Rete non si trovi nulla sul factoring, e che le società del settore non offrano ai loro clienti una seppur ancora limitata operatività su Internet. Significa solo che non si è ancora raggiunto il grado di autonomia dell ebanking. I siti delle banche sono veri e propri sportelli telematici: ormai l operatività online è completa. Uno studio di Kpmg pubblicato a maggio parla di 7,8 milioni di conti correnti online; la stima delle operazioni bancarie relative effettuate nel secondo semestre 2004 è di 34 milioni. Di queste, 6 milioni sono state effettuate dalla clientela cosiddetta "small business", 14,2 dalla clientela retail, mentre 13,5 milioni sono operazioni di trading online. Cosa succede invece nell efactoring? Tutte le aziende del settore hanno naturalmente un sito su Internet; in molto casi è possibile anche una (moderata) operatività. Si va infatti, spiegano ad Assifact, «da siti che offrono informazioni inerenti la società e approfondimenti sul factoring e i servizi offerti, non necessariamente in Rete», a «siti che offrono servizi di factoring in Rete». Ma ancora «si rilevano poi realtà aziendali che hanno intrapreso la strada della maggiore interattività, e in numero minore, siti che offrono anche una serie di operazioni dispositive in Rete, riservate in particolare al mercato dei clienti attuali accreditati. Scarse informazioni sono infine disponibili sull attività indirizzata al mercato potenziale». Le possibilità di sviluppo dell efactoring, ritengono tuttavia ad Assifact, possono ancora essere ampie: «Il factoring, in quanto servizio gestionale e tecnica finanziaria, è identificabile come attività digitalizzabile, cioè alcune sue fasi possono essere proposte e fruite direttamente in Rete». Secondo l associazione, una volta sviluppato in maniera adeguata, anche senza arrivare ai livelli attuali dell ebanking, l efactoring potrebbe «offrire una più rapida e più efficiente integrazione tra alcuni processi aziendali tipicamente la gestione finanziaria e non solo, del ciclo acquistoproduzione vendita e l attività di factoring». Permettendo, in ultima analisi, in un primo momento un miglioramento dell efficienza operativa, soprattutto in riferimento alla fase di erogazione del servizio e al controllo della qualità, oltre che una migliore gestione delle attività di customer service, e successivamente l acquisizione di nuove quote di mercato.
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