POLITICA ENERGETICA E LIBERO MERCATO DELL ENERGIA: CERTIFICATI VERDI E TITOLI DI EFFICIENZA ENERGETICA

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1 ATTI DEL SEMINARIO del 26/6/ BOLOGNA POLITICA ENERGETICA E LIBERO MERCATO DELL ENERGIA: CERTIFICATI VERDI E TITOLI DI EFFICIENZA ENERGETICA Author Ing. Claudio Artioli*, *AIRU Associaz. Italiana Riscaldamento Urbano Presidente Comitato Tariffe, Mktg e SC HERA SpA Energy Management e Prog. Speciali Reti Gas / Direz. Business Development ABSTRACT Il teleriscaldamento da tempo contribuisce all uso razionale ed efficiente dell energia a livello nazionale. Richiede forti investimenti a causa dei costi elevati per la posa delle reti di distribuzione e per questo motivo necessita di incentivazioni per favorirne la diffusione e la innovativa politica di liberalizzazione del mercato energetico non aiuta lo sviluppo di questo sistema. Si esamina quindi lo stato dell arte nell applicazione dei più recenti incentivi introdotti dal legislatore sul mercato dell energia, come i Certificati Bianchi e i Certificati Verdi, ed anche dei disincentivi costituiti dai Certificati Grigi adottati nell ambito del Protocollo di Kyoto. Particolare attenzione viene posta sulla definizione di teleriscaldamento, per distinguere un Sistema in grado di garantire un Servizio al Cliente allacciato alla rete del teleriscaldamento, energeticamente efficiente, da un semplice impianto di riscaldamento centralizzato, per quanto esteso questo possa essere. 1. IL TELERISCALDAMENTO E IL SISTEMA DEI CERTIFICATI Il Teleriscaldamento, in seguito abbreviato con l acronimo TLR, è un attività interessata all intera gamma del sistema dei Certificati oggi utilizzati in Italia ed in Europa: I Certificati Bianchi - CB: ai sensi del Decreto 20/7/2004 (Tip. 3 Tab A All. 1) I Certificati Verdi - CV: ai sensi del comma 71 L 239/04 (ex Marzano) e Decreto applicativo del 24/10/05 I Certificati Grigi CG: ai sensi della normative dell Emission Trading System (ETS); infatti il TLR spesso impiega centrali di produzione termica con potenza complessiva superiore a 20 MW termici un cogeneratore in grado di produrre in un anno energia elettrica per un quantitativo almeno pari ad un Certificato Verde, che l edificio riscaldato abbia almeno due ambienti, sia dotato di contatori che permettano di fatturare il calore, anziché il combustibile impiegato, ed eventualmente (volendo essere pignoli) avere l avvertenza di installare il cogeneratore all esterno dell edificio per realizzare una rete di distribuzione interrata. Interpretazione estensiva di teleriscaldamento del Decreto 20/4/ COSA SI DEVE INTENDERE PER TLR Da tempo a livello legislativo il Teleriscaldamento è riconosciuto quale beneficiario di particolari agevolazioni; possiamo citare ad esempio vari provvedimenti, dalla Legge 308/82 fino al recente D.Lgs 192/05 Solo con il Decreto 24/10/2005, in applicazione della Legge n 239/04, nota come ex Marzano è stata data a livello normativo una definizione di Rete di Teleriscaldamento, purtroppo poco chiara e sicuramente imprecisa. Per questo motivo si rende necessario esplicitare meglio cosa si debba intendere per impianto Teleriscaldamento, anche se per gli addetti ai lavori ciò dovrebbe essere del tutto inutile. Infatti da una interpretazione estensiva letterale della definizione di cui all art. 2 c. 3 del Decreto 24/10/2005, si avrebbe il paradosso che pure un impianto di riscaldamento autonomo potrebbe rientrare nel novero degli impianti di teleriscaldamento, sarebbe sufficiente che sia alimentato da Fig. 1 1

2 In realtà per Teleriscaldamento si dovrebbe intendere ciò che in Europa viene chiamato DISTRICT HEATING, vale a dire grandi impianti a servizio di interi comparti urbani, se non addirittura intere città, in grado di utilizzare le risorse energetiche più efficienti disponibili in ogni singola realtà locale. In particolare il TLR non è solamente una rete o una semplice tecnologia impiantistica, ma più complessivamente andrebbe inteso come SISTEMA integrato di più fonti energetiche in grado di fornire al Cliente Finale, allacciato ad una rete di Teleriscaldamento, un servizio: il Servizio TLR. Nelle figure seguenti sono riportati alcuni esempi tipici di impianti di Teleriscaldamento presenti in Italia. Particolare interesse rappresenta il caso di sviluppo del TLR a livello cittadino attraverso la costituzione di isole a servizio di singoli quartieri/distretti che man mano vengono collegati ed integrati in un unico sistema Esempio di TLR a servizio di una Città Volumetria Servita: mc Lungh. Rete: 47 km Lungh. Allacc. 13 km circa all. eq. Fig. 2 Esempio di TLR a servizio di un Distretto (o Quartiere) Volumetria Servita: mc Lungh. Rete+Allacc: 16 km circa all. eq. Fig. 3 2

3 Esempio di programmazione energetica: sviluppo del TLR mediante isole Fig IL TLR DEVE ESSERE INCENTIVATO? 3.1 Perchè il TLR per svilupparsi ha bisogno di incentivi? Visti alcuni esempi in grado fornire, a puro titolo esemplificativo, pochi ma significativi elementi chiarificatori su cosa debba essere inteso per Teleriscaldamento e rimandando comunque ad altri lavori pubblicati per ulteriore e più approfondita comprensione, elenchiamo alcune delle principali motivazioni per cui il TLR necessita di forme di incentivazione: 1. Richiede forti investimenti per la costruzione e posa delle reti. 2. Eroga il servizio quasi solo nei mesi invernali e quindi l indice di utilizzo degli impianti è basso 3. Gli impianti sono ridondanti, sia come fonti energetiche e relativa potenza, sia come reti, perché occorre garantire la massima sicurezza di continuità di erogazione del servizio alla città: non sono ammesse interruzioni del servizio anche se brevi. 4. Gli impianti TLR sono gestiti quasi esclusivamente da aziende ex municipalizzate (che investono in TLR). La loro configurazione attuale di SpA, alcune pure quotate in borsa, non consente più di realizzare impianti i cui Piani Industriali presentino ritorni degli investimenti eccessivamente lunghi. 3.2 Perchè si dovrebbe incentivare il TLR? Va innanzi tutto premesso che una rete di Teleriscaldamento ha la peculiarità di garantire i suoi benefici per un periodo di tempo pressoché infinito; infatti una volta realizzato un impianto a servizio di un gran numero di Clienti/Utenti di una città non è pensabile una sua dismissione se non in tempi lunghissimi; chi lo gestisce ha la necessità di curare manutenzione ordinaria e straordinaria per garantire il costante mantenimento della massima efficienza. Poiché il servizio è gestito allo scopo di vendere energia il mantenimento, e se possibile il miglioramento, dell efficienza energetica è essenziale per il gestore. Lo sviluppo della rete comporta inoltre necessariamente una pianificazione che spesso si confronta con la pianificazione urbana di un territorio. Vediamo dunque quali sono i principali benefici che può assicurare un vero impianto di Teleriscaldamento: 1. Favorisce l uso delle fonti rinnovabili disponibili localmente, si pensi ad esempio alla geotermia. 2. Favorisce l uso di Fonti energeticamente efficienti come la cogenerazione o il recupero di reflui termici industriali o da Termovalorizzatori; non va sottovalutata inoltre la possibilità di installare generatori di taglia ottimale per garantire non solo la migliore efficienza energetica ma pure le minori emissioni inquinanti. 3. Migliora la situazione ambientale in ambito urbano, non solo perchè si introduce un unico camino molto alto al posto di tanti piccoli camini a bassa quota, ma pure perché impianti di produzione energetica di maggiore taglia consentono anche l installazione economica di più efficienti sistemi di abbattimento degli inquinanti emessi. 4. Garantisce un risparmio continuo per tutti gli anni di vita dell impianto. 5. Agevola la pianificazione energetica del territorio. 6. La gestione deve necessariamente essere svolta da aziende altamente professionali, che sempre più ricorrono alla certificazione secondo norme di Qualità (ISO 9000, ecc.) ed Ambientali (ISO 14000, EMAS, ecc.). 7. Il controllo sulla gestione da parte degli enti preposti, nelle varie forme (sicurezza, emissioni inquinanti, ecc.), di un unico grande impianto è molto più agevole e sicura che non di tanti piccoli impianti. 4. GLI INCENTIVI PER IL TLR In questa sede non è possibile esaminare nel dettaglio i meccanismi adottati nelle varie normative per il rilascio dei Certificati Bianchi, Verdi e Grigi relativi agli impianti TLR. Pertanto ci limiteremo ad evidenziare alcuni elementi più generali di funzionamento del sistema incentivante oggi in vigore in Italia, rimandando alle argomentazioni trattate negli altri interventi del seminario per una più dettagliata definizione del singolo meccanismo incentivante. 4.1 Certificati Bianchi I Risparmi energetici per il rilascio dei Titoli di Efficienza Energetica (Certificati Bianchi) agli impianti di TLR vanno valutati con metodo analitico, mediante la scheda 22 pubblicata con delibera 177/05 dall Autorità per l Energia Elettrica ed il Gas (in seguito: Autorità ). Purtroppo è da rilevare che tale scheda, predisposta dall Autorità per la valutazione analitica dei risparmi ottenuti da un impianto di Teleriscaldamento, comporta forti criticità in quanto sottostima il reale risparmio energetico. Si arriva addirittura al paradosso che se anziché recuperare il calore proveniente da un termovalorizzatore per lo smaltimento dei rifiuti (urbani), le cui emissioni sono indipendenti dal fatto che si effettui il recupero di calore o meno, producessi quel calore con la combustione di un combustibile fossile quale ad esempio il gas naturale, la scheda riconoscerebbe un maggiore quantitativo di energia primaria risparmiata (espressa in Tep). Nella figura 5 è riportata l applicazione della scheda 22 ad un impianto TLR che utilizza le seguenti fonti energetiche: 1. Una Fonte di Energia Rinnovabile o di Recupero Termico; 3

4 2. un Termovalorizzatore di Rifiuti Urbani funzionante in cogenerazione quando vi è richiesta di calore e in sola produzione elettrica quando questa richiesta di calore viene a mancare; 3. caldaie di integrazione, per la copertura delle richieste di picco, e di soccorso, funzionanti con combustibile fossile (nell esempio: gas naturale) presentare rendimenti elettrici anche dell ordine del %, e di utilizzare una fonte rinnovabile o un refluo industriale a bassa entalpia altrimenti inutilizzabile. Nella figura 6 si ipotizza di scollegare il termovalorizzatore dall impianto TLR, producendo la stessa quantità di calore impiegando un normale generatore a gas naturale. APPLICAZIONE SCHEDA 22 AEEG Sistema TLR con TERMOVALORIZZATORE in assetto COGENERATIVO Integrazione a gas Recupero Termico* Termovalo rizzatore 84,9 GWh 112,5 GWh Rete 11,2 GWh Ut. Locali 76,4 GWh t TOT. immesso in rete 157,7 GWh t 77,4 GWh 3,9 GWh t alla Rete TLR Tot. Risp. Ener. riconosciuto 189 TEP * Geotermia, Recupero Termico, ecc. Fig. 5 APPLICAZIONE SCHEDA 22 AEEG Sistema TLR senza TERMOVALORIZZATORE Integrazione a gas Recupero Termico* caldaia a gas alternativa al TV Termovalorizzatore separato 84,9 GWh 4,3 GWh * Geotermia, Recupero Termico, ecc. 76,4 GWh t TOT. immesso in rete 157,7 GWh t 77,4 GWh t 3,9 GWh t alla Rete TLR Tot. Risp. Ener. riconosciuto 408 TEP Fig. 6 Questa configurazione di Sistema Integrato delle fonti è la massima espressione del valore aggiunto che può garantire un Teleriscaldamento, infatti permette di migliorare enormemente l efficienza energetica di un termovalorizzatore, che in sola produzione elettrica può 4

5 Validità della scheda 22 per i CB del TLR Aspetti critici emersi dall applicazione della scheda 22 L impianto cogenerativo viene paragonato ad una centrale termoelettrica con rendimento elettrico medio stagionale del 58% E le possibili proposte per migliorare l efficacia in relazione agli obiettivi il confronto deve essere fatto con il rendimento medio stagionale del parco nazionale Anche Il il calore del TV deve essere TERMOVALORIZZATORE considerato CALORE DI viene considerato come una RECUPERO in conformità centrale termoelettrica (η el = alla tipologia 11 Tab A all. al 58%) con il solo beneficio di Decreto 20/7/04 considerare Rinnovabile la quota BIODEGRADABILE DEL RIFIUTO Viene considerato come rendimento medio stagionale di riferimento il valore convenzionale fissato dal DPR 412 (che non è un valore reale ma CONVENZIONALE,) E molto penalizzata la sostituzione di caldaie a gasolio e o.c.: basta una modesta percentuale di queste per azzerare i CB tipo II e riconoscere prevalentemente i tipo III che non hanno valore economico Considerare il valore medio stagionale del parco caldaie come già determinato dalla Delib. AEEG 42/02 Rivedere il metodo Tab.1 Non è certo necessario spiegare, in quanto fin troppo evidente, come in questa configurazione si abbia un incremento nel quantitativo di combustibile fossile impiegato e, conseguentemente, di emissioni in ambiente, considerando che comunque il termovalorizzatore per assolvere alla sua funzione originaria di smaltimento dei rifiuti continua a funzionare e ad emettere le stesse quantità di fumi, indipendenti dal fatto che il calore venga o meno recuperato. Ebbene la scheda riconosce un risparmio di energia primaria pari a 408 tep ben superiore al caso ottimale precedente. Cioè, più esattamente, la scheda riconosce un risparmio inferiore al reale valore qualora venga utilizzato il calore di recupero dal termovalorizzatore. In sostanza anziché perseguire la massima efficienza energetica, si incentivano le gestioni inefficienti premiando il Termovalorizzatore funzionante in solo assetto di produzione elettrica, anziché il funzionamento in cogenerazione, che invece può dare rendimenti complessivi superiori al 60-70%. Anche ragionando con impianti a sola cogenerazione, come ad es. i motori endotermici, il risultato resta sottostimato in quanto si prende a riferimento un rendimento elettrico medio stagionale pari al 58,1 %, valore che probabilmente non garantisce nemmeno un impianto a ciclo combinato di ben più grossa taglia di quella impiegata da un normale cogeneratore per teleriscaldamento. In Tab. 1 si riporta una sintesi delle principali criticità della scheda 22 applicata al TLR, mentre in Tab. 2 si riportano Efficacia e sostenibilità del sistema dei CB Aspetti critici emersi dalle prime esperienze L aspetto formale e procedurale del processo decisionale che porta all autorizzazione delle iniziative appare prevalente sugli aspetti di contenuto (BUROCRATIZZAZIONE) La commistione tra obiettivi ugualmente meritevoli, ma differenti, quali la promozione delle fonti rinnovabili e dell efficienza negli usi produce risultati talvolta paradossali (Cumulabiltà CB, CV) L efficacia degli strumenti incentivanti è dubbia; gli importi riconosciuti e quantitativi standard e analitici sono troppo modesti E le possibili proposte per migliorare l efficacia in relazione agli obiettivi Ridurre il più possibile gli aspetti burocratici e promuovere una condivisione tecnica preliminare degli algoritmi di calcolo e dei parametri di riferimento Tab.2 Utilizzare un solo strumento per ciascun obiettivo: la regolazione a supporto delle rinnovabili ha una logica autonoma e diversa dal quadro che istituisce gli obblighi EE Modulare gli incentivi sulla base dell effettivo contributo delle tecnologie adottate; basare le scelte su concetti di efficienza economica alcune valutazioni più complessive sull applicazione quale incentivo dei Certificati Bianchi in genere. 4.2 Certificati verdi La Legge 23/8/2004 n 239 (ex Marzano) all art. 1 comma 71 prevede l incentivazione al teleriscaldamento, tramite l emissione di CV per l energia prodotta da impianti di cogenerazione abbinati al TLR, limitatamente alla quota di energia termica effettivamente utilizzata per il TLR. Si coglie qui l occasione per evidenziare come tale previsione legislativa di incentivare il teleriscaldamento, anche se cogenerativo, mediante certificati verdi non sia in contrasto con la normativa europea. Infatti la Disciplina 2001/C 37/03 degli aiuti di stato equipara la cogenerazione agli investimenti per la tutela dell ambiente, purchè si dimostri essere ad alto rendimento, mentre la Direttiva CE 8/2004 considera espressamente i Certificati Verdi quale meccanismo di incentivazione nazionale, insieme a esenzioni o riduzioni fiscali; quindi è negato il fatto che il CV debba necessariamente essere riconosciuto esclusivamente all energia rinnovabile pura. Il Decreto 20/10/05 avrebbe dovuto dare attuazione della L.239, demandando al GRTN la definizione delle Linee Guida per la qualificazione degli impianti TLR ammissibili al rilascio dei CV. A tuttoggi queste non sono state pubblicate pertanto la legge, a due anni dalla sua uscita, è ancora inapplicata. In attesa che dette Linee Guida definiscano con maggiore dettaglio le regole applicative per la qualifica degli impianti ed il rilascio dei CV, si ritiene opportuno evidenziare alcune criticità presenti nel Decreto: 1. ha dato una improbabile definizione di TLR (come evidenziato all inizio della presente memoria) 2. ha escluso dall incentivazione le fonti termiche rinnovabili (es.: geotermia e recupero di calore) 5

6 Altri elementi di criticità presenti nella normativa che di fatto rischiano di rendere del tutto inapplicabile la Legge 239 sono: L incerta commercializzazione dei CV del TLR introdotta dal DECRETO AMBIENTALE, che ne limita l acquisizione da parte del GRTN (e quindi ne sancisce la valorizzazione commerciale solo dopo avere annullato tutti gli altri CV) La non cumulabilità con i CB rischia di escludere gli impianti che, nelle more attuative della Legge, nel frattempo hanno ottenuto i CB Confusione normativa tra incentivi al TLR propriamente detto e la (micro)cogenerazione Tutto questo si traduce in una estrema incertezza per gli operatori che devono investire. Quali i possibili rimedi: Eliminare la limitazione per dare certezza agli investitori Definire regole di cumulabilità in senso temporale e non per impianto In subordine consentire di rinunciare ai CB, già ottenuti, a favore dei CV Fornire un quadro regolatorio completo e certo Tenere distinti gli incentivi applicando alla (micro)cogenerazione la relativa Direttiva Europea, non ancora attuata in Italia 6. I CERTIFICATI GRIGI (ETS) NEL TLR: Le centrali degli impianti TLR in genere hanno potenze termiche superiori a 20 MW e pertanto ricadono nell applicazione delle Direttive Europee dell Emission Trading Scheme, finalizzate a disincentivare la emissione della CO 2 nel rispetto del Protocollo di Kyoto. Purtroppo la normativa europea non ha preso in considerazione i benefici ambientali dei sistemi di Teleriscaldamento. Infatti questi impianti, se ben progettati e correttamente condotti, sono in grado di ridurre le emissioni complessive di CO 2, in quanto è maggiore la emissione evitata dalla sommatoria di caldaie degli edifici allacciati alle reti di TLR che vengono disattivate, perché sostituite dagli impianti di produzione energetica TLR, che non delle emissioni delle fonti energetiche che alimentano l impianto Teleriscaldamento. Pertanto il sistema del calcolo delle emissioni immesse in atmosfera considera la produzione termica delle centrali del TLR ma non prevede il defalco delle mancate emissioni di tutte le caldaie di edificio sostituite e disattivate, o addirittura non installate nel caso di allacciamento di nuovi edifici. Ciò comporta l assoggettamento delle centrali all ETS con relativo pagamento delle quote emesse, attraverso l acquisto dei CG Certificati Grigi, nel caso di sottoallocazioni. E doveroso evidenziare che proprio la consapevolezza di queste limitazioni ha portato il Ministero ad elaborare un Piano Nazionale di Allocazione prevedendo un apposita categoria teleriscaldamento per limitare i casi di sottoallocazione. Per il PNA del II periodo però si prevedono sottoallocazioni piuttosto consistenti come, del resto, per il comparto termoelettrico. Proposta AIRU di definizione di TELERISCALDAMENTO 1 Teleriscaldamento è un sistema a rete atto al trasporto e consegna di energia termica prodotta in una o più centrali di produzione, destinata prevalentemente ad usi civili. Sono usi civili la climatizzazione di ambienti (residenziali, terziari, industriali) nonché la produzione di acqua calda ad uso igienicosanitario. Un sistema di teleriscaldamento deve soddisfare contestualmente le seguenti condizioni: essere al servizio di un comparto urbano esistente o programmato e alimentare una pluralità di edifici appartenenti a soggetti diversi mediante una rete di trasporto dell energia termica posata prevalentemente in suolo pubblico; essere un sistema aperto ovvero, nei limiti di capacità del sistema, consentire l allacciamento alla rete di ogni potenziale cliente secondo principi di non discriminazione; la cessione dell energia termica ai clienti deve essere regolata da contratti di somministrazione atti a disciplinare le condizioni tecniche ed economiche di fornitura del servizio secondo principi di non discriminazione. 1 per quanto attiene il solo risparmio energetico (quindi escluse le implicite valenze ambientali che hanno sia la cogenerazione che il teleriscaldamento) 6. PROPOSTA DI DEFINIZIONE DI TELERISCALDAMENTO Vista la difficoltà di distinguere un vero impianto Teleriscaldamento da un qualsiasi grande, o piccolo, impianto di riscaldamento centralizzato, l Associazione Italiana per il Riscaldamento Urbano AIRU ha proposto una definizione di Teleriscaldamento che qui si riporta. Tale definizione, però, non tiene ancora in debita considerazione le valenze ambientali del TLR, ma si basa solo sugli aspetti energetici e di erogazione di un Servizio. E pertanto allo studio una definizione più completa che introduca anche il concetto di esternalità del servizio conseguenti ai benefici ambientali che un impianto di teleriscaldamento deve necessariamente garantire, per essere definito tale. 7. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Per ulteriori informazioni sul Teleriscaldamento, si rimanda alle seguenti pubblicazioni 1. Dossier Teleriscaldamento AIRU Associazione Italiana Riscaldamento Urbano. Casa editrice L annuario, Annuario 2006 Il Riscaldamento Urbano AIRU, Le esternalità positive conseguenti all adozione di un sistema di riscaldamento urbano Tranquillo Magnelli - Studio Energia, Ilaria Bottio- AIRU 4. Pubblicazioni varie AIRU, vedasi alla pagina del sito: 5. Ing. Claudio Artioli Il teleriscaldamento ed I suoi benefici: Protocollo per un marchio di qualità, Italia Energia 2006 Fabiano Group, pp , Ing. Claudio Artioli Pricing as Marketing Tool from a DH in Italy MARKETING SEMINAR CHP, DH and DC January 2002 EUROHEAT & POWER - Conference Room AGEA spa Ferrara Italy -Atti 7. Ing. Claudio Artioli Il teleriscaldamento: definizioni e caratteristiche AIRU - Scuola Europea dei sistemi energetici urbani il TLR nel sistema energetico urbano Stresa 1-3 ottobre Atti del convegno. 6

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